MAGGIE'S FARM

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Al Aronowitz … “let’s ‘ave a larf”

 



 

Il giornalista con cui pochi vogliono avere a che fare al giorno d’oggi, Al Aronowitz, ma che certamente negli anni ’60 era sempre al posto giusto nel momento giusto, ricorda l’occasione in cui, nell’agosto del 1964 all’Hotel Delmonico a Manhattan, Park Avenue, i Beatles con Bob Dylan hanno fumato marijuana per la prima volta…!

 


<<Arrivai all’hotel nella macchina di Dylan, con Victor Maimudes, il suo “roadie”, e Bob stesso. Penso che Victor avesse la roba in tasca, ma non sono sicuro al 100%... e siccome Victor non vuole -o non può- parlarmi più ora che lavora ancora con Dylan, e Bob non mi parla più -anche se non capisco perché-, non lo posso confermare, ma la cosa di cui sono certo di ricordarmi è la gran confusione intorno all’hotel e alla suite dei Beatles.
 

Mal Evans con i Beatles sul tetto di Savile row 3

La polizia non voleva farci entrare fino a che Mal Evans (roadie dei Beatles e amico stretto), venne ad aiutarci e, mentre ci portava alla suite non potei fare a meno di notare che sembrava che metà New York fosse lì in quel momento: reporters, fotografi, le radio locali, fans scatenati e altri performers come il Kingston Trio e Peter, Paul and Mary… e con il responsabile PR dei Beatles, Derek Taylor, che lottava invano per limitare la confusione!

Devo dire che non mi ricordo come si siano salutati, -avrei dovuto portarmi dietro un registratore per l’evento!-, ma sono sicuro che il sorriso di Bob rivolto ai 4 di Liverpool smussò presto la tensione.
 

Guardandomi indietro ora vedo ancora questo momento come uno dei migliori della mia vita: il mio scopo era quello di far succedere proprio ciò che di lì a poco sarebbe successo, e come giornalista stavo organizzando un grande scoop per me stesso, anche se a parte Q magazine in Uk nel 1994, nessuno mai volle pubblicare la mia storia… In quei giorni avevo le mani in pasta dappertutto: con i miei contatti jazz e Miles Davis, avevo procurato erba ai più grandi poeti, attori, personaggi tv, scrittori e pittori del mondo. Ma mettere insieme Bob Dylan e i Beatles era la mia ciliegina sulla torta !! Dovrei essere pieno di soldi ormai !! E se fossi stato più furbo e spietato, lo sarei diventato, invece che solo un povero, dimenticato, giornalista sulla lista nera di tutti che da via le sue storie gratis su internet !!
 


Qualche mese prima il Saturday Evening Post mi incaricò di scrivere un articolo su Bob Dylan. Dopo averlo conosciuto diventai ossessionato da lui: per me nessun altro artista era mai arrivato ad una tale percezione, charme, intuito e carisma tanto quanto Dylan. Secondo me sarebbe arrivato a rivoluzionare la cultura contemporanea: nessuno , fin dai tempi di Shakespeare , era stato così influente sulla lingua inglese. Ai tempi lui per me era un Dio. Più tardi il Saturday Evening Post mi mandò a incontrare i Beatles e anche loro mi fecero impazzire, ma in modo diverso: come giornalista amavo Dylan per le sue parole, invece coi Beatles scoprii il loro sound e la loro voce contagiosa… e con l’aiuto di Suzy Rotolo (la ragazza del tempo di Bob), continuavamo a dirgli quanto bravi fossero. Lui li chiamò “bubblegum music”, e anche se probabilmente gli piacevano, conoscendolo so che non l’avrebbe mai ammesso!

Decisi di pormi l’obiettivo di incoraggiarlo ad espandere la sua musica ai più giovani: volevo che i suoi testi li “illuminassero”… <<Non succederà mai>> rispose lui, e comunque, non avrebbe voluto tutti quei ragazzini urlanti ai suoi spettacoli!
 

Per molti versi vedevo Bob Dylan e John Lennon come “due facce della stessa medaglia”: erano entrambi spokesmen della loro cultura ed ero certo che meritassero di incontrarsi.

Appena riuscii a conoscere John un po’ più a fondo, cominciai a insistere che incontrasse Dylan; John continuava a dire che voleva aspettare di diventare “Dylan’s ego-equal” prima conoscerlo di persona.

Il 28 agosto del 1964 Dylan, riluttante (o almeno quella era l’impressione che dava a tutta la gente intorno), mi confermò che li avrebbe incontrati. Sembrava mi stesse facendo un piacere… Quanto a John – lo so - non vedeva l’ora! Anche se in gioventù Elvis era la sua ispirazione rock, a questo punto della sua carriera, John aveva riconosciuto il genio di Dylan, e sentì di avere molto più in comune con questo “nuovo poeta del rock”.
 

Scrittori, storici e giornalisti tutti riportano che sia stato Bob per primo a far conoscere la marijuana ai Beatles, perché il suo nome ha di certo più peso del mio! Ma, come diceva George Harrison, Bob si lamenta sempre della sua fama di essere il responsabile di questo fatto… che in realtà era “colpa” mia!

Quando del mio pezzo sui Beatles, pubblicato all’inizio del ’64, furono vendute più copie di quante se ne fossero mai vendute prima, gli editori decisero in spedirmi in Inghilterra per scrivere un secondo pezzo. Era l’estate del ’64 e conoscevo John abbastanza da parlare con lui di tutto. Fui molto sorpreso di sentirgli dire che nessuno di loro aveva mai fumato erba o marijuana!! (Anche Dylan pensava che avessero cantato “I get high, I get high, I get high”, John più tardi lo corresse in hotel dicendo che il testo era in realtà “I can’t hide, I can’t hide, I can’t hide”…).

<<Ok>> disse John, <<se ce porti la roba la proveremo>>.
 


Qualche settimana dopo Brian Epstein (il manager dei Beatles) mi chiamò da Londra: mi disse che John mi avrebbe contattato non appena i Beatles fossero atterrati a New York. Io ero a casa a Berkeley Height quando sentii la voce di John al telefono: <<Dov’è lui?>> <<Chi?>> risposi, <<Dylan!>>, <<Ah! È su a Woodstock! Ma lo posso convincere a venire giù se vuoi!>>, <<Fallo!>> mi disse John.

Bob,Victor e io fummo scortati nella suite, dove i Beatles ci offrirono da bere. <<Abbiamo solo champagne…>> rispose Brian Epstein alla richiesta di Bob di avere del vino, la sua bevanda abituale; I quattro ragazzi cominciarono ad agitarsi per accontentarlo subito, e stavano per mandare Mal a procurargli qualche bottiglia di Chianti, ma Bob disse che andava bene comunque ciò che stavano bevendo loro… e si fece versare un bicchiere di Scotch & Coca. Un poco dopo, i Beatles ci offrirono delle pillole e io dissi <<Preferirei fumare dell’erba>> <<Non ne abbiamo mai fumata>> risposero; ci chiesero come si starebbero sentiti dopo…<<Alla grande>> li rassicurammo… e così accettarono di provarne un po’… chiesi a Dylan di rollare la prima canna, non era molto meglio di me a rollare e dopo tutti i drink che ci eravamo scolati era un po’ in difficoltà… e alla fine molta dell’erba cadde nel vassoio della frutta che stava sul tavolo proprio sotto di lui!!
 

Siccome almeno 20 agenti della polizia erano nel corridoio fuori dalla suite, decidemmo di andare nella camera sul retro per non far uscire l’aroma… (ma la storia della salviette arrotolate negli angoli delle porte per non far uscire l’odore… proprio non me la ricordo!).

Bob passò lo spinello a John e lui immediatamente l’ha passato a Ringo dicendo <<Tu per primo!>> e aggiunse qualcosa a proposito di del fatto che lui fosse il suo “Royal tester”!!

A me sembrava ovvio che Ringo fosse il meno considerato tra i 4… poi cominciò a fumarla come una sigaretta invece di passarla! Allora preferii chiedere a Victor di rollarne ancora, piuttosto che metterli in imbarazzo dicendo che avremmo dovuto passarcela di bocca in bocca… come fanno i clochard (= “wino”) che si passano le bottiglie agli angoli delle strade!!
 

Presto Ringo cominciò ad essere su di giri e in men che non si dica sfociò in una risata a crepapelle!! Era così buffo che tutti cominciammo a ridere istericamente con (e di) lui!

Vedendo Brain Epstein che si spanciava, la risata isterica di gruppo prese il sopravvento su tutti!! <<I’m so high, I’m so high , I’m on the ceiling (= sono sul soffitto)>> continuava a ripetere. Poi Paul decise che quella era un’ottima occasione per scrivere qualcosa e disse a Mal di prendere carta e penna e trascrivere qualsiasi cose lui dicesse. La scena era pazzesca: Mal seguiva Paul per tutta la stanza, buttando giù tutto ciò che McCartney diceva; anche se non ho mai capito che cosa sia poi successo agli appunti di Mal.
 


Quella notte al Delmonico fu un divertimento pazzesco (“a monumental laughter”), come sempre è stato quando Bob e i Beatles si incontravano. (Una volta Bob li portò a Greenwich Village a mostrargli tutti i posti importanti alle 4 della mattina nella mia station wagon, poi facemmo colazione alla Brasserie del Seagram Building).

Ma quella prima volta all’hotel è stata la migliore!!! Infatti, da quella volta in poi, quando John aveva voglia di fumare un po’ d’erba, non diceva, mai <<Let’s turn on>> o <<Let’s smoke a joint>> o <<Let’s get stoned>>, ma a Paul, George, Ringo, Brain e Mal, diceva: <<Let’s ‘ave a larf>> (Let’s have a laugh = facciamoci quattro risate)>>.
 

Al Aronowitz morì il 3 agosto del 2005 all'eta di 77 anni in miseria .

by Dean Spencer