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Otis, alias Clayton Wilbury, alias JEFF LYNNE Lefty Wilbury, alias ROY ORBISON Lucky, alias Boo Wilbury, alias BOB DYLAN Charlie T. Jr., alias Muddy Wilbury, alias TOM PETTY |
La Storia
Nel maggio del 1988 dopo la
pubblicazione di Down In The Groove, la fama di
Bob
Dylan già non altissima in quel periodo fu minata ulteriormente,
sembrava che stesse impegando quegli anni nel distruggere in
tutti i modi il
suo mito, lo aveva già in qualche modo
compromesso con Knocked Out Loaded, ma la disomogeneità e la scarsità del
materiale presente in questo disco lo stavano affossando ulteriormente. Con
tutta probabilità la sua arte aveva subìto tutti i cattivi influssi degli anni
ottanta, micidiali per le grandi
stelle del rock degli
anni sessanta e settanta, facendo inaridire la sua
poetica ma soprattutto impoverendo musicalmente le sue canzoni,
che
apparivano sciatte e prive di voglia. Anche le
tante collaborazioni di quel
periodo non fecero molto
al miglioramento dei risultati finali, restava però
salda la bontà dei suoi concerti che dopo una battuta d'arresto nel
1987
quando si esibì con scarsi risultati al fianco dei
Grateful Dead, erano
tornati su ottimi livelli e questo
la diceva tutta sul suo stato confusionale in studio. A risollevare per un
attimo le sorti di Bob arrivarono George Harrison e Jeff Lynne che stavano
lavorando alla preparazione del lato B per il singolo europeo tratto da Cloud
Nine dello stesso Harrison, erano infatti alla ricerca di uno studio di
registrazione disponibile nella zona di Los Angeles e chiesero la Bob la
disponibilità per la sua sala d'incisione privata nella casa di Point Dume; lui
accettò senza problemi in nome della vecchia amicizia che lo legava a George.
Qualche giorno Harrison e Lynne decisero di estendere ad altri l'invito per
completare la "famiglia". Si pensò subito a Tom Petty, amico e compagno di stage
di Dylan, ma si resero conto che mancava un Wilbury anziano e così, fu chiamato
Roy Orbison, contattato dallo stesso Dylan; con entrambi infatti Jeff stava
collaborando come produttore per la realizzazione dei rispettivi album.
Quando però si vide in casa anche Roy Orbison e Tom Petty
che
avrebbero partecipato alla registrazione e con i
quali, si lamentò
scherzando del fatto di doverli
sfamare tutti, era invece quello il passo
iniziale
della formazione dei Wilburys. I 5 membri che rappresentavano il
miglior rock a partire dagli anni 60 si incontrarono e si
gettarono subito
le basi per la B-Side del disco di
Harrison. Già alla fine del 1987 alla
stampa giunse la
la notizia di un gruppo di 5 "sconosciuti" che stavano
lavorando ad un album sotto il nome di Traveling Wilburys, i loro
nomi
erano Charlie T. Jnr, Lefty, Nelson, Lucky e Otis
Wilbury. Nell'ambiente
rock questa notizia destò non
pochi dubbi, si sospettava infatti che dietro
questi
nomi fittizi si nascondessero delle rock-star famose. Il brano scelto
per il singolo era una composizione di Harrison e Lynne,
Handle With Care che fu ispirata da una scritta presente su una cassa che era
dietro la porta del
garage di Bob; la registrazione
andò davvero a buon fine e il risultato fu
davvero
soprendente. Risultava fresca, simpatica e dotata di un ottima
melodia, e pur trattando un tema abbastanza particolare come l'arrivo
della
mezza età, era tutta giocata sull'ironia.
Decisero allora che questo brano
era troppo bello per
essere sprecato in un singolo. Non più
quindi una sola
B-Side ma un intero album; la prima cosa che fu modificata
in prospettiva dell'uscita dell'album fu il nome della band, infatti
Dylan
non era convinto del nome del gruppo che
all'inizio su idea di Harrison era
Trembling Wilburys,
e così propose la sostituzione con un più avventuroso e
affascinante Traveling. Crearono poi quasi per gioco la storia di
una
fantasiosa popolazione (i Wilbury), che passava il
suo tempo andando a
spasso per brevi passeggiate
all'angolo della strada, per un picnic o
addirittura
per un weekend. Quanto al nome Wilbury le cronache dicono che
nacque probabilmente da un errore di registrazione o trascrizione
durante le
session e su di esso si sviluppò tutta la
storia. Tutto questo è dimostrato
dal booklet del disco
che riporta l'intera storia immaginaria con una
dovizia
di particolari impressionante. Addirittura per giustificare la
nascita della Wilbury Record Company, la società che si sarebbe occupata
di
tutelare i diritti delle registrazioni, dissero che
era una sottodivisione
della più grande famosa
compagnia bulgara Trans-Wilbury Corporation. Il
gioco
però divenne serio quando cominciarono le session, parte in studio,
parte nella casa di Harrison o in quella di Dylan, subito si
resero conto
che l'idea poteva funzionare davvero al di
là delle loro aspettative e così
i lavori proseguirono
ad oltranza fino a raggiungere un numero di 15-20
canzoni e demo che potevano formare quasi due album. Jeff che era
il
produttore dell'album di Harrison chiese aiuto a
Dave Stewart che offrì
anche il suo studio nella sua
casa di Los Angeles per le registrazioni
definitive e
il missaggio. Quello che era all'inizio un gioco si era
trasformato in un vero supergruppo, grazie ad Harrison fu contattata
la
Warner Bros., a cui furono inviati i primi demo, che
subito fiutò l'affare e
si gettò a capofitto
nell'impresa. Si unirono all'allegra banda dei
Traveling degli ottimi session men come Jim Keltner, alla batteria, Jim
Horm
al sax e Ray Cooper alle percussioni. Nel 1988
vide così la luce Vol.1
(Wilbury records catalogo 9
25796 2 ) con la successiva e rapida diffusione
dei
singoli Handle With Care e End Of The Line. Con "sorpresa" si scoprì poi
che questi sconosciuti erano niente meno che Charlie (Tom
Petty), Lefty (Roy
Orbison), Nelson (George Harrison),
Lucky (Bob Dylan) e Otis (Jeff Lynne),
era quello il
primo vero supergruppo dall'epoca di Crosby, Stills, Nash &
Young; la cosa fece elettrizzare non poco i fan dell'uno o
dell'altro
musicista, non capitava tutti i giorni di
sentire un disco in cui suonavano
insieme alcune delle
più importanti rock star del passato e del presente. Da
quello strano progetto improvvisato ne nacque un vero gioiellino, come
ha
detto Alessandro Carrera: "quello era un insperato
tentativo di
riavvicinarsi allo spirito dei Basement
Tapes", era bellissimo sentire
vecchi amici che
suonavano insieme senza sentire la pressione e le
meschinità del successo. Handle with care, rispetto alla versione
originale
aveva acquisito ancor più fascino e questo
dovuto al fatto che oltre alla
ritrovata voce di George
Harrison lo splendido ritornello era cantato da
Roy
Orbison. Splendida era anche la sarcastica Dirty World in cui emergeva
chiaro lo humor classico a firma Dylan, musicalmente era al
top dato che
chitarra acustica ed elettrica si
intrecciavano a brevi intermezzi degli
ottoni, di
grande effetto era poi il coro che armonizzava in stile
west-coast il ritornello. Divertentissima è la trascinante Rattled, che
come
racconta Jim Keltner, per rendere il ratta-ta-ta
che contraddistingue le
percussioni in questo brano,
suonò con le bacchette sul frigorifero, questo
a
dimostrazione di come quelle session si svolsero in un atmosfera assai
rilassata e calma. Last Night merita di essere segnalata anche
perché
alcuni critici dell'epoca la definirono una
delle più belle canzoni di Bob
Dylan. La struttura è
simile a Dirty World, con in più l'intermezzo vocale
di
Roy Orbison che rafforzava l'impatto vocale e soprattutto dava un aspetto
assai convincente al tutto. Molto romantica e struggente è Not
alone any
more, cantata da Roy Orbison, sullo stile
della sua celeberrima Pretty
Woman, seppur dal ritmo
leggermente più lento, che si pone come un
riempitivo
di gran classe. Altro pezzo molto convincente di Bob è
sicuramente Congratulations che mostra ancora una volta come il
menestrello
di Duluth, in un'atmosfera libera dai
condizionamenti della sua casa
discografica, riuscisse
a rendere molto di più ed a sfoderare
velenose ballate
dallo stile falsamente sentimentale che si pone nello stile
quasi parodiato delle altre sue canzoni presenti nel disco. Il
secondo
singolo estratto dal disco fu Heading for the
light. Contraddistinta dallo
stile vocale e della
chitarra di Tom Petty, questa canzone sembrava uscita
da un disco dei favolosi Heartbreakers. La meno convincente del
lotto,
stando al tempo che è passato, è sicuramente
Margarita, appesantita sin
dall'inizio in cui la
tastiera e gli altri strumenti sviluppano un effetto
fastidioso che sa spudoratamente di anni 80; le cose migliorano con
l'ingresso di chitarra elettrica ed ottoni. Resta il fatto che comunque questa
può essere definita la canzone più elaborata, e strumentalmente complessa del
disco, ancora una volta Bob Dylan la fa da padrone, ma molto meglio vanno i suoi
compagni ai cori. La perla del lotto è probabilmente Tweeter and the monkey man,
ancora a firma Dylan, che prende in giro una delle rock star più amate d'America
e cioè Bruce Springsteen, da sempre considerato suo erede; questa canzone
presenta così una carrellata di personaggi e storie comiche non prive di
connessioni cinematografiche che vagamente ricordano la poetica del Boss. Il
disco si conclude poi con End of the line, in cui i 5 componenti cantano a
turno: Bob Dylan le strofe, gli altri il ritornello di un testo solare ed
improntato all'ottimismo (sintomatica la doppia strofa: "well it's all right if
you live the life
you please; well it's all right,
doing the best you can"). Particolarmente
riuscito è
l'arrangiamento in cui ancora una volta le quattro chitarre
vengono sapientemente miscelate con spruzzate di tastiere. Insomma
questo
era davvero un bel disco e lo dimostrano
chiaramente le vendite che registrò
all'epoca, si
piazzò infatti al terzo posto delle classifiche USA e risultò
paradossalmente l'album di Dylan più venduto degli anni 80 fino a
quel
momento. Tuttavia questo dimostrava come gli anni
80 avevano affossato di
molto il mito di Bob Dylan, che
sembrava essere diventato una di quelle rock
star da
pensione, le vendite scarse e lo strano rapporto con la stampa lo
avevano penalizzato troppo. Questa esperienza però aveva
giovato a tutti e
non solo a Bob, infatti non si
limitava a riproporre i consueti temi dei
suoi grandi
solisti, ma li evolveva e li raffina in modo ammirevole. Quando
ormai anche Roy Orbison sembrava avesse recuperato la fama di un
tempo grazie all'ottimo disco, prodotto da Jeff Lynne,
parallelamente
a Full Moon Fever e a Traveling Wilburys
vol.1, il 7 dicembre del 1988 egli morì per un attacco cardiaco.
All'epoca della pubblicazione del vol.1 si era parlato di un
successivo volume 2 (Uscito poi semi-ufficialmente con Outtakes e pezzi inediti)
ma la morte di Orbison fermò ogni progetto. Nel 1990 ormai rimasti in quattro
pensarono di pubblicare il restante delle canzoni delle session di Vol.1 come
tributo per Orbison, aggiunsero altre canzoni composte in studio, e così fu
pubblicato Vol.3 (1990 Wilbury records, catalogo 9 26324 2). Questo disco fu
lanciato da due singoli: She's My Baby con Gary Moore come special guest alla
chitarra e Wilbury Twist. La genesi di questo disco fu particolarmente
sfortunata, prima la morte di Roy Orbison che privò i Wilburys di un timbro
vocale particolarissimo se non unico e poi il suicidio di Del Shannon che
avrebbe dovuto sostituirlo, e di cui restano solo un paio di brani seminati nei
vari bootleg che raccolgono le outtake di queste session. Anche per questi
motivi Bob, George, Tom e Jeff, decisero di non chiamarlo Vol. 2. Il disco è
però assai meno ispirato del precedente a cominciare dalle note di copertina
che
indugiavano con insistenza ancora sul tema delle
origini fantasiose di
questa band, mancava però quel
mordente che aveva caratterizzato le prime,
quello
spirito che se n'era andato con la dipartita di Roy. Le canzoni sono
di qualità altalenante e alcune appaiono chiaramente
farraginose essendo
dense di una voglia di
divertissiment che però finisce per essere assai
priva
di significato. Tutto ciò fu aggravato da una produzione pesante che
rese le voci cupe e gli arrangiamenti pieni di un inutile
groove dato da
battiti di mani sovraincisi, esempio ne
sono sicuramente la banalotta Inside
Out che seppur
musicalmente abbastanza buona è penalizzata da un testo
assolutamente inconcludente. Anche Bob che è presente in vari brani
come
voce e come coautore appare fuori forma, pur
venendo dall'ottimo successo di
Oh Mercy e dal
convincente ma non eccellente Under The Red Sky. Se quindi
particolarmente felice era stata l'uscita di Vol.1 questo disco
appariva
come un inutile ripetizione mal riuscita,
tuttavia emerge qualche brano come
Poor House
dall'andamento vagamente country rock, con Petty in ottima forma nonostante la
produzione sembra far di tutto per far apparire il contrario.
Molto bella è anche 7 Deadly Sins, dal vago andamento anni 50 e con un
testo
di Bob in odore di periodo mistico e la sua voce
a farla da padrone. Altro
brano con Bob alla voce è If
You Belonged To Me, che oltre a recare uno
splendido
assolo di armonica dello stesso Dylan si avvicina molto allo
spirito di Vol.1. Le cose vanno in modo diverso con la successiva The
Devil's Been Busy, anche questa penalizzata da uno strano arrangiamento con
un
fastidioso suono simile a quello del sitar
sovrainciso, oltre che da un
testo poco felice; in
questa poi la voce di Bob è missata troppo bassa e
soprattutto è particolarmente brutta. In conclusione troviamo il pezzo
più
divertente del lotto, la movimentata Wilbury Twist,
il cui video richiama
perfettamente lo spirito dei
Wilburys. Nello stesso anno pubblicarono un
altro
singolo, Nobody's Child, per poi devolvere i guadagni ai bambini
rumeni; il pezzo risulta molto riuscito ma non è stato scritto
da nessuno di
loro. L'attività dei Traveling si fermò
li, senza alcuna apparizione live,
esclusa qualche
partecipazione di 2 o più elementi del gruppo ai concerti di
Bob o di George. Bob eseguì qualche volta Congratulations, con
buoni
risultati. Di recente anche Tom Petty ha ripreso
in mano qualche brano
sfoderando performance
estremamente convincenti.
I componenti
- Bob Dylan (Lucky o Boo'), che
secondo una parte della critica ha in questo
gruppo
prodotto alcuni dei suoi brani migliori... il resto è tutto sul nostro
sito.
- Jeff
Lynne è nato nel 1947 a Birmingham. Agli inizi della carriera
suonò in vari gruppi della sua città tra cui The Idle Race,
con lo stesso
Jeff come front-man; con loro pubblicò
due singoli. Nel 1970 lasciò The
Move, accettando
l'invito di Ron Wood, che gli promise di lanciare un nuovo
progetto, chiamato Electric Light Orchestra. La loro idea era quella
di
creare un rock sinfonico partendo da un ensamble con
cello, violino, corno
francese e altri strumenti. Con
la ELO pubblicò ELO (1971), ELO II (1972) e
On The
Third Day (1973), che rappresentavano l'inizio di una musica
sperimentale, ma la nuova direzione la prese con Eldorado (1974) che
definì le
caratteristiche del gruppo. Con Face The
Music (1975) ci fu l'esplosione
mondiale del singolo
Evil Woman e poi successivamente con l'album Discovery che conquitò la posizione
n.1 nelle charts. Nel 1986 sciolse la ELO a seguito di numerosi concerti e si
dedicò alla produzione di vari album. Nel
1995 seguì la
produzione di The Beatles Anthology.
- George Harrison, ex chitarrista dei Beatles, è nato nel
1943, ha debuttato
con i Quarrymen insieme ai futuri
Beatles e dopo lo scioglimento dei Beatles
si è
dedicato alla carriera solista. Di ottima fattura è il primo solo-album
All Thing Must Pass con una canzone scritta con Dylan, I'd you
have any time
e la cover dello stesso Dylan, If not for
you. Importantissima
è l'organizzazione del concerto
per il Bangladesh in cui suonò anche Bob. In
questa
band trova un'importante dimensione da solista.
- Tom Petty, cantautore anni 70, autore in passato di
splendidi brani tra
cui American Girl e The
Waiting.
- Roy Orbison, era
un famosissimo cantante americano originario del Texas.
Agli inizi della sua carriera registrò singoli pubblicati solo nella
sua
zona. In seguito, invitato da Johnny Cash ad
inviare una copia della canzone
Ooby Dooby alla Sun
Record fondata da Sem Phillips, entrò nel mondo della
musica con un grande Hit single, ripreso poi anche dai Creedence
Clearwater
Revival. Tra il 1960 e il 1964 conobbe il
massimo successo anche con il
singolo Oh Pretty Woman,
che raggiunse le massime posizioni nelle charts
americane. Discreti successi li ebbe con il passaggio alla Virgin, e
nel
1987 fu inserito nella Rock & Roll Hall Of
Fame. Successivamente Orbison
portò in tv un suo
concerto, Orbison And Friends con Tom Waits, Kd Lang,
Spingsteen, Elvis Costello, Bonnie Riatt e Jackson Browne. Roy è
deceduto a
seguito di un attacco cardiaco nel 1988. Nel
1989 fu pubblicato postumo
Mystery Girl che divenne
l'album più venduto della sua carriera. I
successivi
successi furono due top ten-hits, You Got It (scritta con i
Wilburys Petty e Lynne) e I Drove All Night pubblicati nel 1992 dalla
Virgin
nella raccolta King Of Hearts.
Discografia
Gli LP
Traveling Wilburys Vol. 1 [Ottobre 1988]
Handle With Care
Dirty World
Rattled
Last Night
Not Alone Anymore
Congratulations
Heading For The Light
Margarita
Tweeter And The Monkey Man
End Of The Line
Traveling Wilburys Vol. 3 [Ottobre 1990]
She's My Baby
Inside Out
If You Belonged To Me
The Devil's
Been Busy
7 Deadly Sins
Poor
House
Where Were You Last Night?
Cool Dry Place
New Blue Moon
You Took My Breath Away
Wilbury Twist
I singoli
Handle With Care [Ottobre 1988]
Handle
With Care
Margarita
Runaway [Bonus Track on UK CD and 12"]
I Bootleg
TRAVELING WILBURY'S
Reference Recording BDY010 1CDR
(1) date/location unidentified
(2) Traveling Wilburys outtake (Los Angeles, CA); May 1988
(3) Wilbury Mountain Studio (Bel Air, CA); April
1990
(4) date/location unidentified
(5) Madison Square Garden [rehearsal] (New York, NY);
July 31, 1971
(6) Madison Square Garden (New
York, NY); August 1, 1971 (afternoon)
(7)
unidentified location (Woodstock, NY); November 1968
(1) Radio plug (Harrison/Petty)
(2)
Dirty World
(3) She's My Baby, Inside Out, If You
Belonged To Me, Devil's Been Busy,
Seven Deadly Sins,
Poor House, Where Were You Last Night, Cool Dry Place,
New Blue Moon, You Took My Breath Away, Wilbury Twist, Runaway, Maxine,
Like A Ship, Nobody's Child
(4) Christmas message
(Harrison)
(5) If Not For You (fragment)
(6) Love Minus Zero, Hard Rain's A-Gonna Fall
(7) Everytime Somebody Comes To Town, I'd Have You Anytime
NOTE: Questo bootleg risulta assai
soddisfacente oltre per la buona qualità
del prodotto
anche per la presenza di quasi tutti gli outtakes e brani con
mix differenti dei Traveling Wiburys relativi al primo e terzo volume,
tra
cui la bella Like A Ship a firma Dylan. Sono
presenti anche Dirty World in
una versione diversa
rispetta a quella presente su Volume 1, due messaggi
radiofonici, un frammento di If Not For You tratto dalle prove del
concerto del
Bangladesh oltre a Love Minus Zero e ad
Hard Rain, tratte dal concerto
pomeridiano. Di
particolare interesse risultano due brani estratti dalle
session di Dylan e Harrison del 1968, Everytime Somebody Comes To Town,
I'd Have You Anytime, quest'ultima cantata da Bob e difficilmente reperibile
su
altri boot.
TRAVELING WILBURYS VOLUME
TWO
Beta CDWA431 [T-176]
(1) Del Shannon sessions
(2) Traveling Wilburys outtakes
(3)
Traveling Wilburys 12-inch single
Tracklist: (1) Walk Away [not Wilburys]
(2) Last Night, Congratulations, Rattled, Heading For The Light,End Of
The
Line, Handle With Care, Dirty World
(3) End Of The Line, Handle With Care
NOTE: Questo Bootleg uscito a
seguito del volume 1 ufficiale raccoglie un
brano delle
session di prova di Del Shannon, tutti gli outtakes del primo
volume e gli extended mix di End Of The Line, Handle With Care,
usciti
ufficialmente sul singolo 12 pollici.
TRAVELING WILBURYS VOLUME
TWO
Goblin 3003 [T-153]
Traveling Wilburys outtakes and misc. official tracks
Tracklist: Walkaway, Nobody's Child, The Trembler (inst.),
Crying, New Blue
Moon (inst.), Under The Red Sky, Theme
For Something Really Important (inst.), Don't Treat Me Like A Stranger, Every
Little Thing (extended), End Of The Line (extended), Handle With Care
(extended), Runaway, Last Night,
Congratulations, Dirty
World, Rattled, End Of The Line, Heading For The
Light
NOTE: Stesso titolo di quello uscito
per la Beta, questo disco contiene molti
brani diversi
dalle pubblicazioni ufficiali, tra cui una versione di Under
The Red Sky. Molto materiale è tratto dalle prime registrazioni
casalinghe
dei Wilburys e presenta anche vari
interessanti strumentali. Il sound è
eccellente così
come la confezione molto bella e colorata, corredata di foto
e vignette del quintetto.
TRAVELING WILBURYS VOLUME
FOUR
In The Groove AWCD21 [T-137]
Wilbury Mountain Studio (Bel Air, CA); April 1990
Tracklist: Wilbury Twist, Seven Deadly Sins, New Blue Moon,
Cool Dry Place,
Runaway, Maxine, Inside Out, Where Were
You Last Night, You Took My Breath Away, If You Belonged To Me, Poor House,
She's My Baby, Devil's Been Busy, Like A Ship
NOTE: Questo bootleg contiene i
worktape di Vol.3, la cui qualità sonora
risulta
superiore a quella della pubblicazione ufficiale, essendo privi
della fastidiosa sovraproduzione di Jeff Lynne. Da notare l'inclusione
di
"Like A Ship". Pessimo il packaging che risulta
povero e di scarsa qualità.
TRAVELING WILBURYS VOLUME FOUR AND A
HALF
Rockland 49-021 [T-165]
(1) Wilbury Mountain Studio (Bel Air, CA); April
1990
(2) Madison Square Garden (New York, NY);
August 1, 1971 (afternoon)
Tracklist: (1) Maxine, Like A Ship, Runaway, She's My Baby,
Inside Out, If
You Belonged To Me, The Devils' Been
Busy, Seven Deadly Sins, Poor House,
Where Were You
Last Night, Cool Dry Place, New Blue Moon, You Took My Breath Away, Wilbury
Twist
(2) Hard Rain's A-Gonna Fall, Blowin' In The
Wind, It Takes A Lot To Laugh,
Love Minus Zero, Just
Like A Woman
NOTE: Bootleg simile al Volume 4
della In The Groove, con in più il set
pomeridiano di
Bob Dylan al concerto del Bangladesh.
TRAVELING WILBURYS VCD COLLECTION
[VCD]
no label 1CDR
promotional videos
Tracklist: Handle With Care, End Of The Line, She's My Baby,
Wilbury Twist,
Inside Out, Nobody's Child
NOTE: Assolutamente imperdibile,
ogni video è caratterizzato da un atmosfera
particolare
in cui si nota chiaramente come il quintetto e poi il quartetto
si divertano moltissimo a suonare insieme. Particolarmente riuscito
quello
di Nobody's Child, che mescola toccanti immagini
dei bambini rumeni con
alcune caricature dei
Wilburys.
Fonti:
Howard Sounes - Bob Dylan Biografia
Paolo Vites - Bob Dylan:
1962-2002 40 anni di canzoni
Note di copertina dei due dischi
clicca sopra