Un
grazie di cuore ad Alessandro Carrera per avermi inviato questi suoi
articoli dedicati a "Brownsville Girl" e
"The lonesome death of Hattie Carroll", rielaborati ed ampliati per
Maggie's Farm sulla base di un'intervista per la RTSI.
Brownsville Girl
di
Alessandro Carrera
Well, there was this movie I seen one time,
About a man riding 'cross the desert and it starred Gregory Peck.
He was shot down by a hungry kid trying to make a name for himself. The
townspeople wanted to crush that kid down and string him up by the neck.
Brownsville Girl è una delle poche canzoni dylaniane che si possono
salvare del periodo di metà anni '80, certamente uno dei meno felici.
È anche prodotta ed eseguita molto meglio di parecchie altre canzoni di
quell'epoca, in particolare quelle di "Knocked-out loaded", quasi tutto
prodotto piuttosto male.
Brownsville Girl è un'eccezione ed è una canzone nella quale Dylan
si è sicuramente impegnato molto più seriamente.
E' una canzone lunga. Dura più di undici minuti, con un ampio testo
narrativo.
È anche uno dei pochi casi in cui Dylan ha collaborato con un altro
autore, in questo caso con il commediografo-sceneggiatore-attore Sam
Shepard che Dylan conosceva fin dal '75. I dettagli di vita quotidiana
presenti nella canzone probabilmente vengono dalla penna di Shepard perchè
in genere Dylan è poco attento a queste cose. Per esempio il fatto che
quando compare una donna di nome Ruby viene descritta minuziosamente
("Aveva i capelli rossi acconciati dietro la nuca") probabilmente è più
dovuto a Shepard che a Dylan.
Ma certamente appartiene a Dylan il senso di incertezza rispetto alla
storia che viene raccontata. Per tutta la prima parte della canzone Dylan
si sta rivolgendo a una donna che sembra essere presente o almeno la
destinataria delle sue parole, finché ad un certo punto capiamo che in
realtà si trova con un’altra ma mentalmente sta parlando alla prima,
quella che non c’è.
Il procedimento è un po’ quello che i poeti del Dolce Stil Novo chiamavano
la "donna dello schermo", vale a dire una seconda donna della quale si
parla per non parlare della prima, anche se in questo caso lo schermo è
duplice, perché non sappiamo mai se la "ragazza di Brownsville" sia quella
presente o quella che manca.
La storia si svolge quindi con questo gioco di specchi tra personaggi che
non sappiamo mai bene che ruolo abbiano.
Non siamo nemmeno sicuri se si tratti solo di un ricordo, cioè se il
narratore stia ricordando un'avventura con una prima donna, o se sta
parlando di ciò che effettivamente accade nel momento presente con la
seconda.
Brownsville Girl è comunque una grande "road song", una canzone che
descrive un viaggio in automobile verso una fattoria del Nord del Texas,
in un paesaggio alquanto desolato, vicino alla città di Amarillo.
Il narratore e la compagna arrivano a casa di una donna di nome Ruby e di
un uomo di nome Henry Porter e del quale veniamo a sapere soltanto che non
si chiama Henry Porter.
Della coppia sapremo solo che hanno problemi di soldi e che intorno a loro
la situazione è sempre più brutta.
Il narratore e la compagna a un certo punto decidono di andarsene, di
riprendere la macchina e di continuare a viaggiare finchè "il sole non
avrà stinto i coprisedili", che è un'immagine alquanto bizzarra.
Well, you saw my picture in the Corpus Christi Tribune.
Underneath it, it said, "A man with no alibi."
You went out on a limb to testify for me, you said I was with you.
Then when I saw you break down in front of the judge and cry real tears,
It was the best acting I saw anybody do.
Raccontata linearmente, la storia della canzone non fa una grande
impressione.
Ma, appunto, il senso del tutto sta nella non-linearità.
C'è un punto in Brownsville Girl che è chiaramente opera di Dylan e nel
quale improvvisamente capita il verso:
"Ah, se qui ci fosse un pensiero originale da qualche parte saprei dove
metterlo", che sembra proprio improvvisato. Sembra l’uscita di qualcuno
che sta raccontando una storia e che ad un certo punto dice: "Oddio, non
so più cosa dire... Se qualcuno mi dà un'idea vado avanti". È come se il
narratore confessasse: "Io mi sto inventando tutto... Non so nemmeno
quello che sto dicendo. Se mi date un'idea vado avanti, altrimenti non so
come fare...".
In realtà la canzone va avanti e ad un certo punto troviamo un altro di
quei giochi di specchi nei quali Dylan è maestro.
Il narratore si riferisce a qualcosa che è avvenuto nella città di Corpus
Christi, che si trova nel Sud del Texas, quasi al confine con il Messico.
C'è stata una sparatoria e il narratore dice: "Io non sapevo se chinarmi o
scappare, così sono scappato. Il giorno dopo ho visto la mia fotografia
sul giornale di Corpus Christi con sotto una didascalia che diceva ‘Un
uomo senza alibi’... E quando tu sei venuta a testimoniare per me al
processo è stata la migliore prova di recitazione che io avessi mai
visto".
Ora da questo noi non possiamo ricavare cosa è avvenuto a Corpus Christi.
Non sappiamo se qualcuno stava sparando al narratore, non sappiamo perchè
lui sia scappato, non sappiamo se fosse stata la polizia a sparare, se
l'avesse arrestato, se aveva fatto qualcosa che non doveva fare, se la
donna che è venuta a testimoniare per lui abbia detto il vero o abbia
detto una menzogna. Non lo sappiamo, però il fatto è che quando Dylan
racconta storie che non si capiscono (a parte il fatto che è quello che a
lui piace) sono anche nuovi tasselli che aggiunge ad una lunga storia che
ha cominciato a raccontare molti anni prima.
Certe canzoni di Dylan funzionano come i film di Fellini.
Se in un film di Fellini ci si imbatte in qualcosa di inspiegabile, è come
uno di quei particolari misteriosi che capitano in un sogno e che magari
verranno spiegati tre sogni, o tre film dopo.
In molte canzoni di Dylan succede la stessa cosa. Ci sono accenni di scene
e di situazioni assolutamente non spiegate, ma che trovano una soluzione
nelle canzoni di uno o due dischi dopo.
Per esempio, nella canzone "Tight connection to my heart (Has anybody seen
my love?)", pubblicata su "Empire Burlesque" del 1985, si parla di una
sparatoria, di qualcuno che portava una parrucca e che è stato arrestato.
In qualche modo sottile la stessa situazione ritorna in Brownsville Girl e
diventa la storia dell'uomo che non aveva un alibi.
E chi è questo uomo che non aveva un alibi se non Dylan stesso? È Dylan
stesso che si è sempre buttato in pasto alle situazioni nelle quali si
trovava e che non ha mai cercato un alibi. Non l'ha mai cercato quando
faceva il cantante di protesta, non l'ha mai cercato quando è passato al
rock, non
l'ha mai cercato quando si è convertito al Cristianesimo, non l'ha mai
cercato quando è ritornato all'Ebraismo o ad una religiosità non legata a
nessuna confessione particolare.
È lui, veramente, l'uomo senza alibi.
Brownsville girl with your Brownsville curls,
teeth like pearls shining like the moon above
Brownsville girl, show me all around the world,
Brownsville girl, you're my honey love.
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The lonesome death of Hattie Carroll
di Alessandro Carrera
William Zanzinger killed poor Hattie Carroll
With a cane that he twirled around his diamond ring finger
At a Baltimore hotel society gath'rin'.
And the cops were called in and his weapon took from him
As they rode him in custody down to the station
And booked William Zanzinger for first-degree murder...
The Lonesome Death of Hattie Carroll, cioè la triste morte di Hattie
Carroll, è una canzone di "The Times They Are A-Changin'", il disco che
più di ogni altro ha fatto attribuire a Dylan la qualifica molto limitante
di "cantante di protesta" (ovviamente ci sono molte altre cose in quel
disco). La stessa The Lonesome Death of Hattie Carroll è molto di più di
una
canzone di protesta.
È una canzone veramente tragica, una delle più grandi ballate narrative
dylaniane, e che ha letteralmente incantato molta gente.
Quando nel 1967 è uscito il film "Don't look back", che era stato
realizzato da Don Pennebaker riportando frammenti della tournée che Dylan
aveva fatto in Inghilterra nel 1965, un'ampia parte di questa canzone è
presente nel montaggio finale.
Anni dopo, Pennebaker ha raccontato che lui la canzone non la conosceva.
Stava registrando Dylan in presa diretta e a un certo punto si è
letteralmente dimenticato di fare un taglio (di solito i frammenti che
filmava erano molto più brevi) perchè era talmente affascinato dalla
canzone che non riusciva a smettere di ascoltarla.
Andrew Sarris, un critico cinematografico americano, ha poi recensito il
film con un giudizio veramente molto bello su questa canzone: "Ci sono
tante canzoni, ha scritto Sarris, che parlano di argomenti sociali, che
parlano di tragedie avvenute nella società, ma ci sono pochissime canzoni
e pochissimi artisti che sanno trasmettere un grido di dolore".
...But you who philosophize disgrace and criticize all fears,
Take the rag away from your face.
Now ain't the time for your tears.
Questo è il vero argomento di Hattie Carroll. Trasmette veramente un grido
di dolore, questa è la ragione per cui è una grande canzone.
Oltre alla sua incredibile struttura, che è stata analizzata da
Christopher Ricks, uno dei pochi critici letterari che si occupano
regolarmente di Dylan.
Ricks ha dichiarato addirittura che questa è la più grande canzone di
Dylan e che Dylan non dovrebbe più neanche cantarla perchè ormai è un
testo sacro.
Contrariamente alla tipica ballata politica che racconta un fatto in modo
lineare (ci sono: una situazione sociale, un personaggio che esce da
questa situazione, il fatto che accade, la condanna morale del fatto se si
tratta di un omicidio o se si tratta di un atto di violenza) Dylan altera
completamente i tempi e comincia a darci quello che è successo già nel
primo verso: "William Zanzinger ha ucciso la povera Hattie Carroll". L'ha
già detto.
A partire da questo inizio il resto può essere raccontato con estrema
libertà perchè il fatto fondamentale è già stato menzionato.
Hattie Carroll was a maid in the kitchen.
She was fifty-one years old and gave birth to ten children
Who carried the dishes and took out the garbage...
Il fatto su cui si basa la canzone è noto: un giovane aristocratico del
Maryland che all’inizio degli anni Sessanta, a una cena di società, uccide
a colpi di bastone una cameriera nera di cinquant'anni che non era stata
abbastanza rapida a portargli un bicchiere di whisky.
La conclusione della storia è che questo personaggio, grazie ai suoi
appoggi politici e a quelli della sua famiglia, viene condannato
semplicemente a sei mesi di carcere.
Dylan costruisce la canzone sull'attesa di questa risoluzione..
Ma introduce elementi nella vicenda che la portano verso un piano quasi
metafisico.
William Zanzinger ha ucciso la povera Hattie Carroll con "un bastone che
roteava intorno all'anello di diamanti che lui portava al dito".
Quest'immagine del bastone che rotea intorno all'anello è quasi astratta,
anche abbastanza difficile da immaginare.
Vediamo il bastone roteare intorno a un anello come se lo maneggiasse un
acrobata, ma la violenza del gesto non ne risulta diminuita. Dopodichè
Dylan descrive il party in cui si è svolto il fatto e in due strofe ci dà
lo sfondo da cui vengono l'assassino e la sua vittima, con un uso delle
rime che ad un certo punto diventa quasi ipnotico, ad esempio quando Dylan
descrive Hattie Carroll come una persona che "non si è mai seduta a
capotavola, che non ha mai parlato alla gente seduta a tavola, che non
faceva altro che pulire quello che era rimasto in tavola", con la rima
"table" che ritorna per tre volte, a indicare che l’unica cosa che la
società sa di Hattie Carroll è il suo essere una serva e nient’altro.
And never sat once at the head of the table
And didn't even talk to the people at the table
Who just cleaned up all the food from the table...
Poi il tono cambia quando Dylan aggiunge che Hattie Carroll, la quale
"vuotava i portacenere e su tutto un altro piano...", venne uccisa dai
colpi del bastone.
Che cos'è questo "altro piano"?
Un altro piano su cui si svolge la storia?
È necessario raggiungere questo "altro piano" per capire l’arroganza e la
crudeltà dell’assassino? (Che, detto per inciso, dopo aver scontato i sei
mesi di carcere ebbe altri problemi con la giustizia, questa volta per
truffa, e che si è sempre riferito a Dylan come "quel bastardo che gli ha
rovinato la reputazione").
The Lonesome Death of Hattie Carroll è una delle canzoni in cui Dylan
dimostra di avere perfettamente assimilato la lezione di Brecht.
Woody Guthrie, Pete Seeger o Phil Ochs non avrebbero potuto scrivere
Hattie Carroll nello stesso modo in cui l’ha scritta Dylan.
I riferimenti alla tradizione americana non bastano per spiegare la
grandezza veramente unica di questa canzone.
Solo alcune delle ballate che Brecht e Kurt Weill componevano negli anni
'30 possono essergli messe a paragone.
In particolare direi la ballata di "Jenny dei Pirati" dall’Opera da tre
soldi, perché anche quella è una canzone scritta su due piani, quello dove
si svolge la vita della povera serva Jenny, e quello in cui la stessa
Jenny chiama le sue creature fantastiche, i suoi pirati, a fare una
giustizia sanguinosa.
Ma in Hattie Carroll non c’è nemmeno la consolazione di una vendetta
favolosa.
La tragedia della povera Hattie è irrimediabile, non la si può
"filosofare", come dice Dylan nel ritornello, che infatti non è rivolto ai
colpevoli, ma alle persone benintenzionate e ottimiste, che magari
vorrebbero trarre anche dalla storia di Hattie Carroll un incoraggiamento
a una sorta di ottimismo progressista a tutti i costi, senza avere il
coraggio di ammettere che la maggior parte delle volte le grida di dolore
rimangono senza risposta e si spengono così.
Oh, but you who philosophize disgrace and criticize all fears,
Bury the rag deep in your face
For now's the time for your tears |