MAGGIE'S
FARM
sito italiano di
BOB DYLAN |
PARTE 440
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5575
Ciao Mister Tambourine.
Ciao Michele.
Leggo da tempo MF ma solo ora vi scrivo per la prima volta.
Innanzitutto per dirvi che il sito è davvero una fantastica fonte di
notizie ed opinioni.
Poi per segnalarvi che recentemente ho rivisto "Hurricane, il
grido del
l'innocenza" di Norman Jewison e non l'ho trovato nell'elenco dei film
con citazioni di Dylan!
Un abbraccio. Lara
Elenco aggiornato , grazie per la
segnalazione , alla prossima :o)
Mr.Tambourine
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5576
Ciao
mi chiedevo,dato che sto facendo una tesina sulle canzoni che riguardano
il 1968, se conoscevate alcune canzoni di Bob Dylan riguardo quegli
anni: per esempio dove "denuncia" la società americana degli anni
60,oppure contro la guerra in vietnam ecc...
grazie mille in anticipo
Mary
Le truppe americane erano coinvolte
nel conflitto vietnamita fin dal 1958 , come riporta sotto una cronaca
dell'epoca :
Il conflitto, nel Paese del sud-est
asiatico, scoppiò a causa della decisione della conferenza di Ginevra
(1954) di dividere la regione in due Stati: Vietnam del Nord e del Sud,
per sottrarre una parte del territorio all'influenza comunista.
Le ostilità furono aperte dai guerriglieri Vietcong e dalle forze
militari del Nord che, con l'appoggio dell'Unione Sovietica e della
Cina, intendevano porre nuovamente il Sud sotto il loro dominio. Gli
Stati Uniti, avversi all'espansione del comunismo nell'Asia meridionale,
entrarono in guerra appoggiando il Sud nelle operazioni.
Sino al 1958, i Vietcong operarono clandestinamente approntando basi e
reclutando nel Sud informatori e guerriglieri tra gli oppositori del
leader filo-americano Diem. Poi si manifestarono con azioni di
guerriglia, che penetrarono nel territorio del Sud sempre più in
profondità sino ad attaccare la base americana di Bien Hoa.
In questa fase, il Nord negò ogni coinvolgimento con le azioni dei
Vietcong, mentre gli Stati Uniti rafforzarono apertamente la loro
presenza sul territorio ed iniziarono la loro partecipazione alla
guerra.
Nel 1961, la collaborazione delle truppe militari del Nord, con i
Vietcong e con le truppe locali, divenne palese, ed il complesso di
queste forze prese il nome di Fronte Nazionale di Liberazione (FNL). Nel
frattempo, le truppe regolari del Sud soffrivano di una preoccupante
penuria di combattenti, a causa delle continue diserzioni a favore delle
milizie del Nord, ed il loro animo veniva ripetutamente indebolito da
eventi politici avversi, così, nel 1964, per riequilibrare la
situazione, gli USA concessero una partecipazione totale delle proprie
truppe al conflitto, al comando delle quali fu assegnato il generale
Westmoreland.
Con la partecipazione attiva degli Stati Uniti, a partire dal 1965, il
conflitto si intensificò rapidamente. Le forze americane irruppero con
pesanti bombardamenti aerei contro le strutture del Nord e la pista di
Ho Chi Minh, e rafforzando notevolmente le loro truppe che, oltre agli
americani, contavano anche coreani, tailandesi e australiani. Furono
inoltre inviati 3.500 elicotteri ed il pronto intervento operativo.
Nel 1966-1967, grazie ad un poderoso impegno statunitense, utilizzando
forze e tecniche di combattimento particolarmente efficaci, gli
Americani riuscirono a far ripiegare le forze del FNL, colpite da
pesanti perdite, e chiesero quindi l'invio di rinforzi, che Washington
negò su pressione dell'opinione pubblica.
Tra il 1969 ed il 1973, il Presidente americano Nixon volle ridurre la
presenza delle truppe terrestri americane e ad aumentare quelle aeree e
navali. Tale politica, detta "vietnamizzazione del conflitto", fallì per
l'insuccesso registrato in Cambogia (1970) e nel Laos (1971), ed i
massicci bombardamenti, effettuati sui due Paesi, furono aspramente
contestati dall'opinione pubblica americana. Al rientro dei primi
reduci, giovani oramai devastati dalla guerra, si moltiplicarono infatti
le proteste delle famiglie, e dei sempre più forti moti studenteschi,
disgustati dall'impegno ingiustificato degli Stati Uniti in una guerra
non americana.
La pace venne firmata grazie ad una parziale uscita degli Stati uniti
dal conflitto, dovuta all'avvicinamento di Nixon all'Unione Sovietica ed
alla Cina, che premevano sul governo di Hanoi per accelerare i
preliminari di pace. Un trattato venne infatti firmato il 27 gennaio
1973, ma i combattimenti continuarono mietendo gravi perdite tra civili
e militari.
Nel 1974, il Sud iniziò ad abbandonare i presidi degli avamposti più
lontani, che non poteva difendere, e le forze del Nord diedero inizio
(gennaio 1974) all'attacco per la completa conquista del Sud, da lungo
tempo minacciata. Il 30 aprile le truppe vietcong occuparono Saigon e i
governanti di Hanoi, privi ormai di ogni opposizione, fecero della
regione un unico Stato.
Quindi , a mio parere , la canzone più
indicata è "Master of war" , uscita nel 1963 sull'album "The
freewheelin' Bob Dylan" ( quello con Bob e Suze Rotolo in copertina
nella Jones Street innevata di NYC. Riporto sotto il testo e la
traduzione in italiano della canzone per tua comodità :
MASTERS OF WAR
words and music Bob Dylan
Come you masters of war
You that build all the guns
You that build the death planes
You that build the big bombs
You that hide behind walls
You that hide behind desks
I just want you to know
I can see through your masks
You that never done nothin'
But build to destroy
You play with my world
Like it's your little toy
You put a gun in my hand
And you hide from my eyes
And you turn and run farther
When the fast bullets fly
Like Judas of old
You lie and deceive
A world war can be won
You want me to believe
But I see through your eyes
And I see through your brain
Like I see through the water
That runs down my drain
You fasten the triggers
For the others to fire
Then you set back and watch
When the death count gets higher
You hide in your mansion
As young people's blood
Flows out of their bodies
And is buried in the mud
You've thrown the worst fear
That can ever be hurled
Fear to bring children
Into the world
For threatening my baby
Unborn and unnamed
You ain't worth the blood
That runs in your veins
How much do I know
To talk out of turn
You might say that I'm young
You might say I'm unlearned
But there's one thing I know
Though I'm younger than you
Even Jesus would never
Forgive what you do
Let me ask you one question
Is your money that good
Will it buy you forgiveness
Do you think that it could
I think you will find
When your death takes its toll
All the money you made
Will never buy back your soul
And I hope that you die
And your death'll come soon
I will follow your casket
In the pale afternoon
And I'll watch while you're lowered
Down to your deathbed
And I'll stand o'er your grave
'Til I'm sure that you're dead
SIGNORI DELLA GUERRA
parole e musica Bob Dylan
Venite signori della guerra
voi che costruite i cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite le bombe
voi che vi nascondete dietro i muri
voi che vi nascondete dietro le scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere
Voi che non avete fatto altro
se non costruire per distruggere
giocate con il mio mondo
come fosse il vostro giocattolo
mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete al mio sguardo
vi voltate e scappate lontano
quando volano i proiettili
Come Giuda
mentite e ingannate
Una guerra mondiale può essere vinta
volete che io creda
Ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
così come vedo attraverso l'acqua
del mio scarico
Voi armate i grilletti
perchè altri sparino
poi vi sedete a guardare
il conto dei morti farsi più alto
Vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue dei giovani
fluisce dai loro corpi
ed è sepolto nel fango
Avete sparso la paura peggiore
che mai si possa avere
la paura di mettere figli al mondo
Per minacciare il mio bambino
non nato e senza nome
non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene
Cosa ne so io
per parlare quando non è il mio turno?
Potreste dire che sono giovane
potreste dire che non sono istruito
ma c'è una cosa che so
sebbene sia più giovane di voi
che nemmeno Gesù perdonerebbe mai
quello che fate
Lasciate che vi faccia una domanda
il vostro denaro è così buono
che pensate che potrà
comprarvi il perdono?
Io penso che scoprirete
quando la Morte chiederà il suo pedaggio
che tutto il denaro che avete fatto
non riscatterà la vostra anima
E spero che moriate
e che la vostra morte arrivi presto
Seguirò la vostra bara
nel pomeriggio opaco
Veglierò mentre siete sepolti
nel vostro letto di morte
e resterò sulla vostra tomba
finchè sarò sicuro che siete morti
traduzione di Michele Murino
Non dimenticare che Dylan ha
dichiarato che la canzone più politica che abbia mai scritto è "All
along thr watchtower" ,
clicca qui per un ripasso veloce , dove
Bob prevede la fine della civiltà America come quella della civiltà
Babilonese , facendo sottintendere che l'antica Babylon è oggi
rappresentata da New York , la città simbolo dell'America. Naturalmente
questa è solo la mia interpretazione delle cose , quindi prendila in
questo senso , una opinione in mezzo a tante , ciao :o)
Mr.Tambourine |
5577
Carla Bruni: "Per me
Fabrizio De Andrè, come Georges Brassens, in un
certo senso è la purezza della canzone, come Leonard Cohen e Bob Dylan.
C'è qualcosa di puro in questi cantautori, nello stesso tempo una
grande forza, una grande potenza, la semplicità, osare la semplicità,
che secondo me è geniale... Pochi osano la semplicità..." (da Speciale
Tg1: Fabrizio De Andrè - Ritratto dell'artista - 5 gennaio 2009)
Mail anonima
D'accordissimo !!!
Mr.Tambourine
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5578
Carissimo Mr. Tambourine,
tu non lo sai ma io sono un frequentatore quotidiano di Maggie’s
farm. Qualche tempo fa ti avevo mandato un piccolo saggio su uno dei
dipinti di Dylan, tuttora reperibile nel mio poco aggiornato blog.
Spinto dal tuo giudizio favorevole mi ero ripromesso di farne altri ma
vuoi per un motivo vuoi per l’altro non ho più avuto la voglia e il
tempo di proseguire su quel filone. La mente divaga, le cose cambiano
ma se rimane un chiodo fisso, questo è l’amore per Dylan. Ho comprato
Tell Tale Signs ma non ho voglia di perdermi nell’ennesima recensione,
ho già letto tutto il possibile, nel tuo sito. Mi sono invece,
casualmente imbattuto (…ma niente avviene per caso) nel “eye mind”,
ovvero il simbolo di Horus che da circa una decina d’anni, il nostro
caro Robertino Zimmerman , si porta sulle spalle ad ogni concerto. Ero
a Milano nel 2000 quando lo vidi per la prima volta, in tutta la sua
grandezza, dipinto sullo sfondo del palco. Ed è da allora che mi
domando cosa rappresenti per Dylan tale simbolo. Naturalmente non mi ci
sono dedicato con tutto me stesso poiché fortunatamente ho mille altre
cose da fare, però dopo nove anni la curiosità, mi ha portato a
scoprire cose molto interessanti sul significato del simbolo di Horus.
E’ strano come questo, passi inosservato dalla maggior parte dei fans,
perché per me un simbolo rappresenta sempre e necessariamente
“qualcosa”. Nel caso di Dylan, personaggio ermetico, direi quasi
sigillato, diventa squisitamente interessante, ipotizzare cosa
rappresenti per lui… per la sua persona. Orbene: l’antico Dio egiziano
Horus, non sarebbe altro che la rappresentazione del sole e di una
serie di circostanze astronomiche legate ad esso, che in modo preciso,
rappresentano il fondamento di moltissime religioni. Cerco di spiegarmi
meglio: leggenda vuole che questo Dio sia nato il 25 Dicembre di
chissà quale remoto anno. La data del 25 Dicembre coincide
perfettamente con un momento astronomico molto particolare, cioè il
momento dell’anno in cui il sole, smette di “girare” verso sud, per
poi invertire direzione. Per fare questo occorrono tre giorni, dopo di
cui il sole sembra risorgere verticalmente per poi mettersi a girare
verso nord. Questa “resurrezione” avviene esattamente in prossimità
della costellazione della croce. In concomitanza a tutto ciò, si
aggiunga che in questo periodo le tre stelle più luminose della
costellazione di Orione, denominate “i tre Re”, si ritrovano in una
diagonale perfetta con la stella di Sirio e, tutte quattro insieme,
puntano nella direzione esatta in cui il sole “risorge”. Ometto altri
particolari, che magari qualche appassionato, potrà spiegare meglio di
me, ma spero di aver sottolineato le coincidenze presenti tra questi
eventi e gli eventi narrati nella religione cristiana. La cosa per me
sbalorditiva è che gli stessi riferimenti sono stati presi in prestito
da molte altre religioni. Basti pensare che sono almeno quattro le
religioni riconosciute, che indicano la nascita del proprio Dio, nella
data del 25 Dicembre. L’idea che mi sono fatto io, è che il Dylan
cristiano rinato dei primi anni ottanta, sia morto e sepolto nei
disastrosi anni novanta, per poi assumere una nuova e definitiva
consapevolezza, consacrata l’11 Settembre del 2001 (religione,
terrorismo… coincidenze che Dylan sembra conoscere meglio di tutti) con
la pubblicazione dell’oscuro e geniale album “love and theft”. E’
proprio in quel periodo che le canzoni di Dylan cominciano ad essere
impregnate di rassegnazione e pessimismo, è proprio in quel periodo che
la sua voce si fa tenebrosa e rauca più che mai ed è proprio in quel
periodo che i suoi concerti cominciano a somigliarsi fino alla noia.
Soprattutto per quanto concerne il sound, la scenografia e
l'
abbigliamento che io oserei definire “spettrali”. In sintesi: credo che
Dylan non creda più. O almeno ci creda in modo diverso. Chi ha orecchio
per intendere intenda. La cosa meravigliosa è che in qualche modo Dylan
ce l’ha voluto far sapere mostrandoci ad ogni concerto l’occhio vigile
di Horus.
Spiegazione ricca ed
ineccepibile !!!! Lasciami solo aggiungere quello che mi sembra essere
il messaggio che Dylan manda col suo "mindeye" - Cercate di vedere con
la mente , non solo con gli occhi-.
Non c’entra un’emerita cippa, ma mi piacerebbe avere la tua opinione
anche su questa mia strimpellata con armonica che ho pubblicato su
youtube, devi solo digitare l’indirizzo direttamente nella barra degli
indirizzi di explorer. Eccola:
http://it.youtube.com/watch?v=3OwXtC5vU5g
Salutissimi
McTell
Bellisssimo il tuo filmato "d'epoca" ,
buona armonica , la chitarra aveva il si calante di un paio di comma :o)
ciao , alla prossima ,
Mr.Tambourine |
5567
Ciao scusami, ci tenevo a
darti l'indirizzo del mio blog, che prima
ho dimenticato di includere:
http://locustsong.blogspot.com/
Adesso posso dormire tranquillo! :o)
Ciao e grazie per il tempo che dedichi alla nostra comune passione!
McTell
Sono io che devo ringraziarti , se non
ci fossero le persone come te che leggono quello che viene scritto nel
sito il mio lavoro sarebbe perfettamente inutile , :o)
Mr.Tambourine
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5580
Ciao Mr.T,
non so se ne avete già parlato, ma ieri sera su Radio Swiss Jazz (http://www.radioswissjazz.ch/
)
mi sono imbattuto con grande sorpresa in una notevolissima cover
jazzata di "I'll be your baby tonight". L'ha incisa Curtis Stingers in
un cd intitolato "Real Emotional" (Concord 0888072301504, 2007). Se lo
trovate in qualche negozietto specializzato, direi che vale proprio la
pena.
Ciao a tutti e buon lavoro
Teo Lorini
Grazie per la segnalazione Teo , di
certo qualche Maggiesfarmer si procurerà il disco :o)
Mr.Tambourine
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5581
Ciao Tambourine ,
sapresti dirmi quanti
strumenti suona Bob ? Grazie e complimentissimi per come tieni il nostro
sito , Lovely Rita
Lovely Rita , meter
maid.......allora.....pianoforte ( pare sia il primo strumento che
cominciò a suonare ) , organo , tastiere varie , armonica a bocca nelle
sette tonalità diatoniche , chitarra classica , acustica ed elettrica ,
sia come ritmica che come solista ( poco e non bene per la verità) , il
basso elettrico , il sax tenore che suono nel concerto per l'amico Lanny
kegan nel 1981 , e per ultimo , la sirena della polizia nella
registrazione di rainy day woman # 12 & 35.Altro non mi risulta , ciao , Mr.Tambourine |
5582
Gentile Tambourine ,
è tutta la settimana che
radio , TV e tutti i mezzi d'informazione ci bombardano con
l'anniversario della morte di Fabrizio De Andrè , e va bene , Fabrizio
era un vero grande e in fondo questa massa di attestati di stima se li è
meritati tutti. Confesso di non sapere molto di Fabrizio , ma ho sentito
dire che ha scritto una ventina di canzoni con Massimo Bubola , del
quale si è parlato poco . Ha avuto una parte importante nel lavoro di
Fabrizio ? Mi puoi dire qualcosa di più ? Grazie ,
Picchio N.
A tal proposito ho scovato un saggio del
grande Paolo Vites che parla proprio di questo argomento :
De Andrè/ 3. Bubola: storia di musica e
di amicizia da Rimini al Far West
di Paolo Vites - sabato 10 gennaio 2009
A volte può succedere che un affermato cantautore, in questo caso
Fabrizio De André, con una già lunga e significativa carriera sulle
spalle, decida di affidarsi a un ragazzo di poco più di vent’anni, con
un solo disco dietro di sé. È la storia dell’affascinante collaborazione
che vide il cantautore genovese, nel 1977, lavorare con il veronese
Massimo Bubola per il disco “Rimini”, album che avrebbe segnato una
svolta nel percorso musicale di De André portandolo verso sonorità più
rock.
L’avventura si sarebbe ripetuta ancora nel 1981, con il disco conosciuto
come “L’indiano” dal disegno in copertina, ancora un grande successo
commerciale.
Proprio con Massimo Bubola abbiamo parlato di questa straordinaria
esperienza: «Anche se ero poco più che ventenne suonavo già da dieci
anni la chitarra elettrica e da un po’ meno l’acustica. Lavoravo con una
band da sette anni e faceva molti concerti, per quanto scalcinati e male
organizzati fossero. Imparavamo le canzoni di Bob Dylan, dei Creedence,
degli Stones dei Led Zeppelin e qualcuna ne scrivevo. Suonavo in pratica
sempre: con gli scout, suonavo in chiesa, suonavo in strada, suonavo a
scuola, suonavo al grest. Avevo sempre la mia chitarra a tracolla e
ascoltavo molta musica, soldi permettendo.
Gli amici più corteggiati erano sempre quelli che avevano più dischi. La
generazione di Fabrizio era diversa, aveva un altro approccio alla
musica, c’era più sofferenza e difficoltà a eseguirla, soprattutto in
pubblico.
Leggevo poesie dall’età di 12 anni, perché mio padre era insegnante e
traduceva Mallarmè, ma amava tanto anche i tedeschi come Rilke e
Holderlin e riteneva che fosse un modo per curare la mia lieve
dislessia. Ricordo che avevamo nella libreria un catalogo numeroso di
libri delle edizioni Paoline, dove trovai per caso “Le feste galanti” di
Paul Verlaine. Così a 14 anni conoscevo già i surrealisti Apollinaire e
Paul Eluard ed Andrè Breton e poi Garcia Lorca e Rafael Alberti e il
loro maestro Antonio Machado. Poi, anche attraverso la musica, scoprii
gli americani Walt Withman e William C. Williams, Walace Stevens ed Ezra
Pound, ma soprattutto i poeti della cosiddetta "Beat Generation", Corso
Ginzberg, Ferlinghetti. Tutto questo con un severo liceo classico a
Verona, mi servì molto.
Quando conobbi Fabrizio era un po’ stanco e sfiduciato, però era molto
curioso di questa nuova letteratura del rock che già aveva affrontato
con Francesco De Gregori, con cui aveva condiviso la scrittura delle
canzoni di “Volume VIII”».
Che ricordo ha Bubola, trent’anni dopo, di quella collaborazione con
Fabrizio? «L’album “Rimini” fu un po’ sofferto. Venne registrato due
volte con due arrangiatori diversi, prima a Roma e poi a Milano. Nelle
strutture compositive è un album verticale, soprattutto nella parte
iniziale cioè nelle canzoni Rimini, Sally, Coda di Lupo, poi da Andrea a
Volta la carta si allarga verso la musica popolare e finisce in gloria
con la traduzione di Romance in Durango di Dylan e Levy. “L’Indiano”,
cioè l’album successivo, fu più semplice, perché avevamo già
l’esperienza di un disco ed eravamo entrambi rinati, lui perché scampato
a un rapimento e io perché scampato da un anno di duro militare».
Anni dopo Bubola e De André si ritrovano per lavorare alla canzone Don
Raffaè: «Era dal disco dell’Indiano che ormai parlavamo in napoletano
tra noi e così quando mi chiamò dopo qualche anno per scrivere la
canzone avevamo già elaborato da tempo quest’idea paradossale di un
rappresentante dello Stato, Pasquale Cafiero che chiede favori a un
rappresentante dell’antistato, Don Raffaè. Ci furono poi una serie di
fortunate coincidenze, come per esempio quella che in quell’estate andai
in vacanza alle Isole Tremiti, che erano un tempo una colonia penale
borbonica e dove molta parte della popolazione discendeva dai carcerieri
di allora. Tra questi cognomi napoletani antichi c’era appunto Cafiero,
che mi fece subito rima con brigadiero. E una bella partenza è
importante anche per una canzone.
Una cosa buffa fu quando andai ad ascoltare Don Raffaè ormai incisa e
realizzata e Fabrizio si disse preoccupato perchè avevamo sbagliato il
testo e che la canzone non funzionava. Ma non cercai di rassicurarlo,
ormai lo conoscevo, anzi confermai le sue paure e allora si
tranquillizzò. Poi andò tutto bene, la canzone fu addirittura cantata e
benedetta da Roberto Murolo, che così la fece entrare nel repertorio
della canzone napoletana di sempre, il che per un veneto come me e un
genovese come Fabrizio fu senz’altro un risultato insperato».
Massimo ha da poco pubblicato un disco, “Dall’altra parte del vento”, in
cui ha reinciso con nuovi arrangiamenti proprio le canzoni che scrisse
insieme a De André. Com’è nata questa esigenza? «Il ricordo è la parola
che preferisco, visto che non amo le inflazionate parole “tributo” od
“omaggio”, soprattutto se non richiesto. Credo che rispettare una
memoria e un amico, visto che sono credente, sia qualcosa che trascende
e poco ha a che fare con questi fenomeni mediatici. Le canzoni sono una
parte di quella memoria e quella più riconoscibile per la gran parte
delle persone. Quindi ho riportato quelle canzoni nella dimensione in
cui le avevo concepite, riattribuendole a una letteratura del rock
italiana, per quel poco che si è sviluppata. La mia convinzione è sempre
stata che una canzone non è un insetto per entomologi che va infilata in
uno spillo e imbalsamata in una versione per sempre. Anzi trovo molto
triste risentire i vecchi arrangiamenti, mi ricorda il karaoke o quelle
rimpatriate da vecchi reduci, o le favole per i bambini che vogliono
sentire sempre le stesse esatte parole. Le canzoni cambiano come
cambiamo noi, i nostri cari, i nostri animali domestici e i panorami
delle nostre stagioni interiori ed esterne.
Quale brano tra queste nuove incisioni è quello che lo soddisfa di più,
nel quale sente di aver sviscerato, rivissuto, ricreato maggiormente un
nuovo sentimento musicale e anche umano? «La ballata Una storia
sbagliata dedicata a Pier Paolo Pasolini, mi sembra tra le più ben
riuscite in questa versione country. C’è l’epica di un fuorilegge come
era e come noi non saremmo mai, citando un grande poeta americano, ma
anche Volta la carta che da giga è diventata una lullaby, cioè da danza
di piazza (square dance) a ninnananna. Questo è un’altra chiave
interpretativa che si aggiunge alla prima versione».
Un ricordo oggi di De André, al di là del mito e degli stereotipi di cui
si abusa nelle celebrazioni: «Come uomo era una persona curiosa e
poliedrica. Amava la botanica e l’agronomia. La floricoltura e la storia
medievale. L’astronomia e la cucina. Per molti anni ebbe problemi con
l’alcol e poi fumava sempre e in maniera ossessiva, aveva una sofferenza
del vivere che poi negli anni superò in parte. Come artista aveva un
senso civile dell’arte come liberazione ed emancipazione. In questo io
che sono di formazione cattolica e lui che era anarchico ci ritrovavamo,
nel senso degli altri cui bisogna dare il meglio di noi, che per me è un
modo di dare un senso e di santificare la propria esistenza. Come
artista ha dato dignità a questa grande forma di arte popolare e poetica
che è la canzone. Prima di lui c’era la canzonetta per radersi la
mattina o per le colonne sonore delle commedie all’italiana. Questo non
è poco. E anche ora che la canzone per molti media italiani è ritornata
ad essere canzonetta, chissà quanto avremmo bisogno della sua voce e
della sua autorevolezza».
(fonte: ilsussidiario.net)
Spero che Paolo sia stato esauriente , ciao ,
Mr.Tambourine |
5583
Ciao Mr.Tambourine ,
mi chiamo Monica ed ho
visto una ventina di concerti di Bob , ma adesso sono davvero
scoraggiata , anzi , dopo l'anno scorso al lazzaretto di Bergamo. Ho
paura che i concerti di quest'anno siano ancora così , hai notizie di
qualche cambiamento ?, cosa mi consigli ?, andare ancora o no ? ciao.
Per ora non ci sono notizie in
merito , ma personalmente credo che non cambi niente , e spero di essere
vivamente smentito !!!!!!!!! Andare o no ? Non me la sento di dirti cosa
fare , Dylan è una cosa personale per ognuno di noi , ognuno la sente a
modo suo , prova emozioni sue , sensazioni sue , forse diverse per
ognuno di noi , come si fa a dire vai o stai a casa. E' una decisione
tua e nessuno ti può consigliare qualcosa. Io al tuo posto andrei , come
si dice : poco è sempre meglio di niente ! Tieni presente che questo
tour potrebbe anche essere l'ultimo , un giorno o l'altro il
vecchio Bob potrebbe decidere di appendere chitarra , armonica e piano
al chiodo e finito il teatro per tutti .ciao :o)
Mr.Tambourine
|
CLASSIFICA ALBUM PIU'
VOTATI
1) Blood on the
tracks.................................voti 3
1) Blonde on blonde
1) Oh mercy
2) The freewheelin'
Bob Dylan…….………voti 2
2) Modern times
2) Highway 61 revisted
2) Tell Tale Signs
3)
Desire.....................................................voti 1
3) "Love and theft"
3) Budokan
3) Bringing it all back home
3) Street legal
3) Planet waves
3) Knocked out loaded
3) Time out of mind
3) Empire burlesque
3) Rolling Thunder Revue 1975
|
CLASSIFICA CANZONI
PIU' VOTATE
1) Like a rolling
stone..........................................................voti 3
2) Desolation
row.………………….………………………… voti 2
2) Mississippi
2) Mr. tambourine man
2) Workingman's blues # 2
2) Miss the Mississippi
3) Dont think twice it's all
right….………………………..…..voti 1
3) Stuck inside of Mobile with the Memphis blues again
3) Changin' of the guards
3) It's all over now baby blue
3) A hard rain's a-gonna fall
3) All along the watchtower
3) Man in the long black coat
3) Knockin' on heaven's door
3) Romance in Durango
3) Forever young
3) Slow train coming
3) Blowin’ in the wind
3) Miss the Mississippi
3) The man in me
3) Sad eyed lady of the lowlands
3) Red river shore
3) Not dark yet
3) Mississippi
3) Series of dreams
|
LE
CITAZIONI DYLANIANE NEI FILM
Nota: in questa lista vanno
inseriti solo ed esclusivamente i film in cui Dylan viene citato in
qualche modo (il suo nome, un verso di una sua canzone, un poster, una
copertina di un disco, o qualsiasi altro rimando di questo genere) e
non quelli in cui appaiono semplicemente sue canzoni o cover delle
sue canzoni (nè ovviamente quelli direttamente dedicati a lui come "Io
non sono qui" o quelli fatti da lui of course... ;o) )
Aiutateci ad allungare la lista e segnalate, segnalate,
segnalate...
"Hurricane , il grido dell'innocenza - di
Norman Jewison
"Come Dio comanda" - di Gabriele Salvatores - Knoockin' on heaven's door
- Anthony & The Johnsons - OST di ( I'm not there )
"L'uomo che cadde sulla terra", protagonista David Bowie
"Chi è Herry Kellerman e perché dice quelle terribili cose su di me?" -
Dustin Hoffman
In treatment - fiction televisiva
We shall overcome , una lezione di vita - di Niels Arden Oplev (2005) -
Il Proff. Freddie cita Bob Dylan sfogliando i dischi con Frits .
Una casa alla fine del mondo"(con Colin Farrell 2004 )
It's a free world, di Ken Loach
Vanilla sky, di Cameron Crowe
Ma il cielo è sempre più blu, di Marco Turco (Fiction TV)
The ladykillers, di Ethan Coen e Joel Coen
Grindhouse (segmento Deathproof), di Quentin Tarantino
Ricky e Barabba, di Christian De Sica
Vacanze di Natale 2000, di Carlo Vanzina
Dangerous Minds, di John N. Smith
Simpson (vari episodi del cartone animato di Matt Groening)
Due nel mirino, di John Badham
Lady in the water, di M. Night Shyamalan
Walk the line, di James Mangold
The Doors, di Oliver Stone
Scrivimi una canzone
Blow, di Ted Demme
Bob Roberts, di Tim Robbins
The Hunted - La preda, di William Friedkin
Interstate 60, di Bob Gale
Be Cool, di F. Gary Gray
L'amore e' eterno finche' dura, di Carlo Verdone
Al Lupo Al Lupo, di Carlo Verdone
Forrest Gump - ( Blowing in the wind )
Io e Annie , di Woody Allen ( Just like a woman )
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I RIFERIMENTI A DYLAN NEI ROMANZI O IN
ALTRE OPERE LETTERARIE
Vuoi contribuire ad
allungare la lista sottostante? Segnala a spettral@gmail.it i romanzi, i
racconti o le altre opere letterarie in cui viene citato direttamente o
indirettamente Bob Dylan .
- "Prestami una vita" di Gianni Zanata
(Edizionirebus, 2008)
- "Siamo tutti nella stessa barca" di Owen King (Frassinelli)
- "Come dio comanda" di N. Ammaniti (Mondadori)
- "Accecati dalla luce" di Gianluca Morozzi (Fernandel)
- "Chi è quel signore vestito di bianco vicino a Bob Dylan?" di Gianluca
Morozzi ("Vertigine", numero unico - 2006)
- "Il cielo sopra Parigi" di Teo Lorini (Fernandel n. 58)
- "Venerati maestri" di E. Berselli (Mondadori)
- "Zona disagio" di Jonhatan Franzen (Einaudi)
- "Una vita da lettore" di Nick Hornby
- "Ragionevoli Dubbi" di Gianrico Carofiglio - Sellerio editore
- "31 Canzoni" di Nick Hornby
- "Questa scuola non è un'azienda. I racconti del prof. Bingo" di
Vittorio Vandelli
- "I ponti di Madison County'' di R. J. Waller
- "La cultura del controllo" di David Garland
- "Il paese mancato" di Guido Crainz
- "Paura e disgusto a Las Vegas" di Hunter S. Thompson
- "L'ultima tazza di caffé" di Teo Lorini (da "Posa 'sto libro e
baciami" - ed. Zandegù, Torino 2007)
- "Small world" di David Lodge
- "In cerca di te" di John Irving
- "Mi ammazzo, per il resto tutto ok" di Ned Vizzini, Mondadori.
- "Parlami d'amore" di Silvio Muccino e Carla Vangelista
- "Memorie di un artista della delusione" di Jonathan Lethem (Minimum
fax)
- "Boccalone. Storia vera piena di bugie" di Enrico Palandri, Milano,
L'erba voglio, 1979 (ristampato da Bompiani)
- "Vedi alla voce Radio Popolare", a cura di Sergio Ferrentino con Luca
Gattuso e Tiziano Bonini, Milano, Garzanti, 2006, p. 240 ("Live In Paris
- 1978").
- "Jim ha cambiato strada"(1987) di Jim Carroll. Edizione originale
"Forced Entries:The Downtown Diaries 1971-1973", traduzione italiana:
Milano, Frassinelli, 1997.
- "Desperation" di Stephen King
- "La bambola che dorme" di Jeffery Deaver, trad. ital., Milano,
Sonzogno, 2007.
- "Testadipazzo-Brooklyn senza madre" di Jonathan Lethem (Tropea, e in
ed. tascabile Saggiatore)
- "Questo libro ti salverà la vita" di A.M. Homes
- "A long way down" (tradotto in italiano con "Non buttiamoci giù") ed.
Guanda.
- "La gloria dell'indigente" di Davide Imbrogno - Ibiskos Editrice
Risolo
- "Hellbook" di Michele Murino (ovvero "X-Files Bob")
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