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Caro Mr.Tambourine ,
mi potresti spiegare perchè appena si parla non dico male , ma in modo
sincero , della attuale situazione della voce di Bob si scatena
l’uragano ? Perchè , come dice Michele “Napoleons” , dotti , medici e
sapienti , non parlano di questa cosa evidentissima , forse per paura
delle reazioni ?
o che altro ? Confesso di essere io la prima a non aver avuto il
coraggio di scrivere a Pro e Contro , limitandomi a leggere le lettere
degli altri ma il problema rimane ed ingigantisce , o mi sbaglio ? Ciao,
Nadine Collange
Cara Nadine , ho fatto la stessa
domanda pochi giorni fa ad Alessandreo Carrera , ma anche lui
mi ha detto che è un’argomento che va meditato per bene , facilissimo
suscitare le ire di tutti i fans sfegatati che sarebbero felici anche se
Bob salisse sul palco a leggere l’elenco della rubrica telefonica (questo
ti giuro che l'ho
sentito dire con le mie orecchie). Di
sicuro fra qualche giorno avremo il parere più che autorevole di
Alessandro , cercherò anche di stimolare Michele perchè questo è un
argomento oltremodo interessante e veritiero e la sua opinione credo
possa in qualche modo fare testo , come lo sarà certamente quella di
Alessandro.
Bob è un mito inattaccabile , quindi è dura dire qualcosa di negativo su
di lui. Non so dirti il
perchè , l’argomento sembra voler essere accuratamente e volutamente evitato ( salvo
da quei pochi
che hanno avuto il coraggio di manifestare la loro opinione
nella rubrica Pro e Contro). Si continua a parlare di Bob al passato ,
evitando scrupolosamente il presente . Dire che gli attuali concerti
non sono quello che la gente si aspetta è voler essere gentili . Se si deve andare a
tributare omaggio al mito OK , se si deve sentire un concerto di Bob
Dylan non ci siamo più. Ti giuro che il primo ad essere dispiaciuto sono
io , stimo Bob da anni ed annorum , ma non posso chiudere gli occhi
davanti alla realtà , anche se dirigo il suo sito italiano. Credono
forse i fans che Dylan non si sia reso conto di non aver più voce ? Lo
considerano un fesso che si illude di continuare all'infinito con questi
concerti ? Potrà suonare duro , ma qualcuno sta sbagliando , come
diceva Bob - qualcosa sta succedendo qui , e tu non sai cos’è , non è
così Mr.Jones?- CertoDylan ha intrapreso una strada che è ancora
difficile da capire , personalmente penso che a questo punto Dylan abbia
poche alternative , limitare i concerti e curare la voce al massimo , è
doloroso vederlo sul palco in queste condizioni , sembra quasi inerte , schiavo di una situazione dalla
quale non riesce ad uscire , sembra che troppa gente prenda decisioni
per lui , sembra aver mollato e perso il controllo della situazione.
Questo ,(sempre secondo il mio parere) è quello che sembra , ma la
verità magari è un’altra , magari completamente diversa , chiara e
limpida solo a lui , e noi dificilmente potremmo essere in grado di
intuirla. Che Dylan sia un uomo solo ? Che trovi ormai una dimensione o una
ragione solo sul palco ? La sua casa sarà vuota ( se si escludono i
soliti amici yesmen ) ? Sentirà la mancanza di una compagna , dei figli
, degli affetti che sono la cosa più importante per qualunque uomo ,
celebre o mister no more che sia ?
Sarà forse saturo del successo , forse anche dal stesso mito ?. Trovare la pace interiore non è cosa semplice , e non
vedo come la soluzione possa essere quella di stare sempre sul palco.
Dylan è
stato il più grande , lo è ancora , meglio se evitasse queste
cadute , ma questa è una questione che riguarda solo ed
esclusivamente lui . Noi non abbiamo il diritto di giudicarlo , ma siamo
liberi di constatare questo triste atteggiamento , e magari scervellarci
per capire il perchè
di tutto questo (se non chiediamo troppo). Dylan non è solo un mito per
se stesso, lo è anche per noi e anche per chi lo apprezza meno di noi ,
per chi non stravede o non lo ha mai seguito più di tanto , anche per
chi non
conosce a memoria tutte le sue canzoni , ma sembra che il rispetto per
il suo pubblico abbia poco valore lui , e lo
dimostra apertamente sul palco , ignorando bellamente chi lo va a
vedere come se fosse un male necessario , non dimentichiamo mai che
senza pubblico non c'è spettacolo. Sarà giusto così, io non lo so
, personalmente non approvo questo comportamento e trovo strano che
altri riescano a far finta di niente , ma non ci vuole molto , basta
chiudere gli occhi e far finta di non esserci mai incontrati ( parole di
Bob). Anche i musicisti che ha scelto per accompagnarlo sono poca cosa ,
contribuendo con mano pesante alla pochezza musicale di questi concerti
. Io sono sempre convinto che , tanto per citare qualche nome , con al
fianco Eric Clapton , o gli Heartbreakes con Tom , con un pianista blues
come Chris Stainton e qualche corista tipo le Queen of Rhythm sarebbe
tutta un'altra musica . Sul palco si ha anche un dovere verso l'
audience , dare al pubblico pagante uno spettacolo all'altezza del
prezzo del biglietto e della tua fama , ma questo non avviene da molto
tempo. Questo è solo il mio punto di vista sullo show di Dylan, discutibile e criticabile
fin che si vuole , ma la verità è che sul palco a mugugnare ci va lui ,
ed i suoi musiciscti annoiano , anche se hai la fortuna di riconoscere le
canzoni. ciao , alla prossima :o)
Mr.Tambourine
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ciao Mr.Tambourine
in allegato qualche nota sparsa - fanne pure l'uso che credi
grazie per l'impegno che ti sei preso
alexan wolf
Ciao Mr. Tambourine,
dunque ...
A. circa un paio di mesi fa mi sono imbattuto in una Settimana
enigmistica (proprio quella che vanta più imitazioni) e, apprestandomi a
fare delle parole crociate, all’1. verticale leggo: Le fiamme cremisi.
Proprio così: in corsivo. Ohibò, mi si sono drizzate le antenne. Siccome
non sapevo la soluzione ho tentato di rimediare con le altre definizioni
che la incrociavano, ma niente da fare. La cosa però non poteva essere
ignorata e ho deciso per un rapido giro sulla rete: digito fiamme
cremisi ed ecco che la parola salta fuori: BERSAGLIERI. Per inciso il 3º
Reggimento (citato su wikipedia alla parola “cremisi”) è di stanza a
Milano presso la caserma Mameli in zona Niguarda ed è il più decorato
d'Italia.
Giù il cappello di
fronte ai Bersaglieri !!!!!!!!
A questo punto non mi potevo più fermare: digito crimson flames ed ecco
che, come per la ricerca in italiano, spuntano (accanto a rimandi ad una
band omonima di recente formazione) riferimenti più appropriati al
nostro. Intanto, fiamme e colore cremisi si trovano nel “Segno rosso del
coraggio” di Stephen Crane (http://www2.hn.psu.edu/faculty/jmanis/s~crane/red_badge.pdf
); è un
classico della letteratura americana di fine ottocento che Bob
(ricordiamo la sua passione per il Sud, per la Guerra civile, per West
Point) ha certamente letto e che è molto ricco di immagini
cinematografiche (con € 3, se ne trovano delle copie usate nella catena
del Libraccio).
Poi, nell’accezione insignia (fregi militari), possiamo trovarla qui
http://www.globalsecurity.org/military/agency/army/63rsc.htm (spada
sullo sfondo delle fiamme cremisi) e nell’accezione letterale qui:
http://www.civilwarinteractive.com/ArticleShermanAtlanta.htm (l’incendio
di Atlanta presa dai nordisti).
My back pages è una delle canzoni di Dylan che vanta più cover. E’ un
fatto apparentemente strano visto il chiaro contenuto autobiografico.
Eppure viene fatta facilmente propria da quasi tutti (in rete si trovano
un sacco di versioni da scaricare). Sarà per l’estrema forza melodica e
per la bellezza dei versi, ma proprio si imprime nell’ascoltatore.
My Back Pages
Incisa nel 1964, fa parte dell'album Another Side of Bob Dylan.
Articolata su un ritmo di ballata acustica, è assimilabile
stilisticamente al gruppo delle prime canzoni di protesta scritte da
Dylan. In questa canzone - come in tutto l'album di riferimento - Dylan
si accompagna con la chitarra su un semplice sottofondo di steel guitar,
lo strumento che conferisce il tipico sound della musica folk.
Contrariamente all'impianto musicale, piuttosto tradizionale, il testo
del brano è innovativo e prende le distanze - fin dal titolo
(traducibile con Le mie pagine passate) dai precedenti schemi poetici
sviluppati da Dylan.
E questa intenzione di distacco dal passato emerge specialmente nel
leitmotiv del brano, ove recita: "Ah, but I was so much older then / I'm
younger than that now" (ero molto più anziano allora, sono molto più
giovane adesso).
Come gran parte delle altre canzoni dell'album, anche My Back Pages è -
a detta della critica - uno dei più riusciti tentativi di Dylan nel
mettere a fuoco con poetica visionarietà antichi sentimenti e nuove
sensazioni tipiche di un giovane (considerando che Dylan aveva ventitré
anni quando compose il brano) pronto a lasciarsi dietro alle spalle ogni
sorta di utopico e sterile idealismo pur restando attento sia ai
mutamenti dell'animo umano sia a quelli di una società - in particolare
quella degli anni sessanta - scossa dai primi fermenti che animavano i
campus universitari, e in una nazione che si trovava a fare i conti con
forti istanze in termini di diritti civili da riconoscere alla
popolazione di colore fino ad allora confinata in ghetti.
LE MIE PAGINE PASSATE
parole e musica Bob Dylan
Fiamme cremisi attraverso le mie orecchie
Che srotolavano trappole alte e possenti.
Piombavano bruciando su strade fiammeggianti
usando le idee come mie mappe
"Ci incontreremo sulla sponda, presto," dicevo
fiero sotto il ciglio ardente.
Ah, ma ero molto più vecchio allora,
sono molto più giovane adesso.
Pregiudizi a metà distrutti balzavano fuori
"Strappate tutto l'odio," gridavo,
bugie che la vita è bianca e nera
parlavano dal mio teschio. Sognavo
romantiche gesta di moschettieri
con radici profonde, in qualche modo.
Ah, ma ero molto più vecchio allora,
sono molto più giovane adesso.
Visi di ragazze tracciavano le strade da seguire
lontano da false gelosie
apprendendo le politiche
della storia passata
impartite da evangelisti cadavere
non pensate nonostante tutto.
Ah, ma ero molto più vecchio allora,
sono molto più giovane adesso.
La lingua di un sedicente professore
troppo serio per ingannare
sentenziò che la libertà
è solo l'uguaglianza nelle scuole
"Uguaglianza," io pronunciai la parola
come fosse un voto matrimoniale.
Ah, ma ero molto più vecchio allora,
sono molto più giovane adesso.
In posa militare, puntavo la mano
verso quei cani bastardi che insegnavano
senza preoccuparmi del fatto che sarei diventato il mio nemico
nel momento stesso in cui avrei cominciato a pontificare
La mia esistenza guidata da battelli in confusione
ammutinati da poppa a prua.
Ah, ma ero molto più vecchio allora,
sono molto più giovane adesso.
Sì, restavo in guardia quando minacce astratte
troppo nobili per essere ignorate
mi ingannarono portandomi a pensare
che avevo qualcosa da proteggere
Bene e male, io definivo questi termini
in maniera chiara, senza dubbi, in qualche modo.
Ah, ma ero molto più vecchio allora,
sono molto più giovane adesso.
Ho riportato il testo italiano per
capire di cosa si parla , autobiografico non mi sembra la parola adatta
, dire autobiografico per me significa narrare la storia della propria
vita ( o una parte di essa ) , in questo caso Dylan spiega soltanto il
contenuto del suo modo di vedere la società di quegli anni ,
sottolineando quello che a suo parere non funzionava più.. E' un pezzo
dalla struttura fortissima , una frana di pietre scagliata contro la
società americana di quel tempo. Se pensi che a 23 anni scriveva cose di
questa forza.........Dylan è sempre unico.
B. Torno sui commenti ai concerti che si trovano in rete, come sul sito
di Bill Page. Ho già scritto che ne diffido, perchè spesso
inspiegabilmente entusiastici (e lo dico come uno che ha provato a
votare due volte pro). Comunque ci si trova anche della roba decisamente
interessante. Ecco un esempio: 21-22-23 febbraio 2008 – House of blues –
Dallas (review by Mitch M.)
These have been three phenomenal shows at the House of Blues in Dallas.
Being from the Bay Area, this was my first time flying somewhere to see
Dylan and it was very well worth it, to say the least. I heard from an
apparently well-connected fan that Dylan and his band practiced for a
few days in Dallas before the first show, and you could tell. They
played a
wide range of songs during these three nights, with very sharp
performances on just about all of them. Overall, Dylan's musical mood
seems to be very aggressive and intense, with an enormous amount of
emphasis through changing the length of syllables, volume, and tone of
voice. It's wonderful because he seems totally involved in every line.
The staccato rhythms and intensity remind me a bit of his tone during
that unique 1974 tour with The Band ("Before the Flood"), except now he
is varying his emotional expression alot more and is more musical.
(...)
After the first show, I said to my friend that Dylan came across like a
demon. That must be a pretty apt description because the headline in the
Dallas newspaper the next morning was "Demonic Dylan." This added fury
and almost anger in the delivery of most of the songs was especially
interesting because before the show started on the second night, three
late middle age guys sat in front of me in the first row of the balcony.
The one right in front of me wore a "Hibbing Hockey" cap. I thought it
must be a Dylan souvenier. After a bit he and I started talking and he
told me that he actuallysottolineando che grew up in Hibbing. I thought he looked about
Dylan's age so I asked whether he knew Dylan back in Hibbing. He told me
that he went to high school with Dylan, his father was in business with
Dylan's father (Abe), and he was the leader of the rock band at Hibbing
High that competed with Dylan's band at talent shows. His brother,
sitting next to him (also with a Hibbing cap), is close friends with
Dylan's brother. Confronted with this very unexpected opportunity, I
went right to the heart of the matter and asked him the main question
that's been on my mind about Dylan since I became a fan almost 40 years
ago. I asked him what made Dylan so angry back in Hibbing? Even on
"Freewheelin'" in 1963, there is a pronouced element of anger ("You just
kinda wasted my precious time;" "I'll stand over your grave 'till I'm
sure that you're dead") and this emotion has been a continuous strand
(among many othes) in almost all of his albums. He answered right away,
showing no doubt. Dylan's schoolmate said that Dylan was very angry back
then because Hibbing in the late '50s was a horrible place to grow up.
It was very violent, full of juvenile delinquents, and Dylan "got
bullied alot." I asked him if he ever actually saw Dylan getting
bullied. He right away said yes, he can clearly remember some guy
punching Dylan in the face. He said that anyone with some "creativity"
got bullied, and a short, skinny kid like him got a big dose. But he
said that just about everyone who graduated Hibbing High back then grew
up real angry, because it was a horrible place. And just about everyone
did everything they could to get out. (This fellow joined the Army and
has been a musician in Austin, Texas for many years.) This all made alot
of sense, and I wondered why I hadn't read about Dylan being bullied in
any of the biographies or articles about him.
I told him that I had read some speculation that Dylan had a cold and
distant relationship with his father, and that may have been a
wellspring for some of his anger. This schoolmate rejected that notion
out of hand. He said that he knew Abe Zimmerman very well and that he
was a great guy in every way and his father had an excellent
relationship with him. He noted that Abe was a "stern Jewish father" to
Dylan, but not in any way that would cause lingering anger. He assured
me that Dylan was full of anger when he left Hibbing because of being
bullied for many years. He also mentioned that Dylan's high school
girlfriend, Echo Helstrom, was very strange looking, with very white
hair. He seemed to want me to add that to the picture of what Dylan was
like back then.
He said that a few years later a mutual friend brought him a copy of
"Freewheelin'" and told him to listen to this new album that Bobby
Zimmerman had recorded. He told me that he couldn't believe his ears. He
was utterly shocked that these incredible songs were coming from his
schoolmate. He said he never imagined that Zimmerman would produce
anything like this. He still knows the coffee shop owner in Minneapolis
who gave Dylan a try out during his year of college there but wouldn't
even hire him to perform at that humble venue.
This conversation stayed with me during the shows last night and
tonight. ("Everyone of those words rang true and glowed like burning
coals.") As I watched his awe-inspiring and yes, demonic, performances,
individual lines of anger and revenge popped out, like a new line he has
added to "Workingman's Blues," singing, "I couldn't believe/they would
kick me/when I was down." There was, "I'm going to create an imperial
empire." And I thought of: "If ever I catch my opponents sleeping/I'll
just slaughter 'em where they lie," (from "Ain't Talkin'") and the flow
of anger weaving through large segments of his body of work. And then I
started to watch him on stage with a bit of a different eye. His
demeanor was that of a gunslinger, a super tough guy (NB, Michele ha
accennato a qualcosa di questo tipo, vedendolo percorrere alcuni passi
nel backstage). At the end, when he knew he had totally conquered, he
pointed both hands at the crowd cocked as if they were pistols, as if
saying, "I am really bad, and I just kicked ass." It was exaggerated
toughness. After that conversation with his old Hibbing schoolmate, I
saw it as perhaps overcompensation for years of being a victim. During
the Halloween concert at Carnegie Hall in 1964, Dylan said, "I'm wearing
my Bob Dylan mask." I have to believe that he is having a bit of fun
with his tough guy act, and is probably very aware of all that it
conceals. It must feel very good to him. He played these three nights in
Dallas as if he still has lots to prove. Whatever pain he suffered back
in his early years, he has turned it - along with all the other aspects
of his mind - into works of searing honesty that will live on long after
we are all gone.
Post Script
While I flew back home today on a Dallas-Denver-San Francisco route, I
had some more time to contemplate the new information from Dylan's
Hibbing schoolmate. As recounted in my review above, before the start of
the second Dallas show, the Hibbing fellow told me that the main
reason for the wellspring of anger that Dylan has tapped into throughout
his career was that he was bullied growing up in Hibbing. Certainly,
this cannot be viewed as the reason for his ample anger -- we are all
very complex -- but especially due to the lack of other explanations
(e.g., he was from a stable home), it is very plausible that this
bullying is a key. With this information from his schoolmate and family
friend, I offer the following interesting quotes from a few of Dylan's
songs (in chronological order) which came to mind as I scrolled through
my iPod on the flights home today. They involve both being physically
persecuted and the desire to fight back and get revenge.
"I was shadow boxing earlier in the day
I figured I was ready for Cassius Clay
... Gonna knock him clean right out of his spleen." (I Shall Be Free No.
10)
"I ... ducked as he swung at me with all his might.
... He said he's going to kill me in two seconds flat ... (Motorpsycho
Nightmare)
"Well, there's fist fights in the kitchen
They're enough to make me cry
... Then you ask why I don't live here
Honey, why don't you move?" (On the Road Again)
"Well, they'll stone you when you walk all alone.
They'll stone you when you are walking home.
They'll stone you and then say you are brave.
They'll stone you when you are set down in your grave." (Rainy Day Women
#12 & 35)
"He just smoked my eyelids
And punched my cigarette." (Stuck Inside of Mobile)
"Well, my world's exploding and my body's tense
I feel like the whole world got me pinned up against the fence
I've been hit too hard; I've seen too much
Nothing can heal me now, except your touch.
...
When I'm gone you will remember my name
Gonna win my way to wealth and fame... ." (Til I Fell in Love with You)
"When I left my home the sky split open wide
I never wanted to go back there -- I'd rather have died.
...
I'm glad I fought; I only wish we'd won." (Honest With Me)
"If I had one last precious hour
I'd avenge my father's death and then step back." (Ain't Talkin')
As a finale, I should mention that I also talked a bit with the Hibbing
brothers' friend at the show. He was from Texas but said that he had
lived in Hibbing for two years. I was confused. He explained that he met
the guy that I talked to first in the Army. Later he moved to Hibbing
for
two years mainly to see what it must have been like for Dylan. He said
Hibbing struck him as a decent town, but it was very cold. This
certainly sets a new standard for Dylan fan dedication: moving to
Hibbing for two years. That's pretty extreme. I think I'll only move
there for one year.
Scusa la lunghezza della citazione (ne ho anche tagliata una parte), ma
mi sembra che l’elemento rabbia in Dylan ci sia e che questa
testimonianza porti un mattoncino di comprensione piuttosto utile. Oggi,
fuori dal folk è difficile che sentimenti come la rabbia o forme come
l’invettiva trovino spazio nelle canzoni e Dylan è sempre stato maestro
in questo genere, come dimostrano masters, lars, positively, idiot, e
tante altre (ovviamente non sto dicendo che queste canzoni siano
riducibili solo a questi aspetti). In una puntata della sua trasmissione
radio ha detto: “non è obbligatorio credere in quello che dice il testo,
ma se ci credi è molto meglio”.
Scusato :o) , ma
Dylan ha abbandonato da tempo questo tipo di argomenti , ora è molto più
rilassato , la sua rabbia non è più una bufera or a tropical storm , al
momento è una pioggerellina di marzo , fastidiosa ma non devastante come
in passato. Ho segnalato anch'io la disparità e quindi la scarsa
credibilità delle recensioni , per natura mi fido di più dei miei occhi
e delle mie orecchie ed ho espresso chiaramente il mio pensiero sugli
attuali concerti.
C. saranno casuali la copertina e il titolo dell’ultimo album di Ivano
Fossati (rispettivamente, Musica moderna e un pezzo di automobile
d’epoca)? E di Franceso DeGregori (Per brevità chiamato artista, detto
con una formula diminutiva ironica tipo I’m just a song and dance man)?
Come vedevano il futuro
verso la metà del secolo scorso? Più o meno con immagini come quella
raffigurata nella stramba copertina qui sopra. Funziona sempre così:
l’idea del domani non può che nascere dalle nostre conoscenze del
passato e la realtà sarà sempre un po’ diversa e sorprendente, nel bene
e nel male, di come l’avevamo pensata.
Il Disco di Ivano
si sviluppa intorno a questo concetto , quindi non casuale , il
riferimento ha un'origine ben definibile , il discorso è cominciato 50
anni fa da un certo Bob Dylan , che cominciò a criticare il mondo che
vedeva ed ad immaginare un mondo migliore.
Per brevità
chiamato artista , questo titolo curioso è stato preso dai termini
burocratici del primo contratto discografico di Francesco , questa la
spiegazine da lui data a " Ma che tempo fa" i lmese scorso. Sono 11
pezzi, di cui 10 suoi e uno firmato dal fratello Luigi Grechi, già
autore della fortunata “Il bandito e il campione”. Canzoni quasi
acustiche nell’approccio, più adatte a un club che a esibizioni in
grandi spazi, nate nelle pause dell’ultimo tour teatrale, così racconta
il cantautore. Chiaramente non è una novità che Francesco ha sempre
fatto di tutto per essere somigliante ed assimilato a Dylan , non trovi
anche tu ?
D. visto che è da un po’ che non scrivo, ne approfitto per chiederti un
paio di cose su BS 8: TTS.
1. è corretto dire che si tratta di una sorte di prosecuzione di BS
1-2-3 ?
Mi pare che la parziale sovrapposizione di brani da Oh Mercy potrebbe
giustificare questa impressione. Anche qui ci sono alcune aggiunte
“live” che, così come per i primi tre capitoli delle Bootleg Series, non
possono che risultare arbitrarie, talmente è vasto il bacino nel quale
si poteva operare la scelta. A noi piacerebbe un approccio sistematico
alla materia, che so io: una sorta di pubblicazione cronologica di TUTTO
ciò che la Sony (ooops Columbia) possiede nei suoi archivi (vagiti,
provini, outtakes, registrazioni ufficiali, eventi speciali, tutte le
registrazioni live, colonne sonore, interviste, etc.), ma poi
resterebbero fuori le registrazioni di privati, non in mano alla casa
discografica (senza contare eventuali outtakes dell’Elektra/Asylum), e
poi robe tipo The genuine a fool such as I tapes, con le outtakes delle
outtakes) ... hmm ... dopotutto mi sa che forse è accettabile anche
questo approccio “disordinato”, anzi magari è anche più divertente.
Oltre tutto, dato il personaggio, valutarlo per le sue capacità
“archivistiche” mi sembra proprio un esercizio fuori luogo. Insisto
invece sul fatto che secondo me lui qualche influenza sulla deriva
“celebrativa” ce l’ha. La cosa un po’ mi infastidisce e un po’ mi sembra
anche naturale ... vabbé ...
Credo che ci sia ancora tanto di quel
materiale nei cassetti di Bob o della Sony per pubblicare un altro
centinaio di Bootleg Series , penso sia corretto ciò che asserisci ,
naturalmente la BS resta identica nell'intento , potrebbe risultare
modificata nel suo impianto di volta in volta secondo le diversità delle
esigenze del momento , ma credo sarà così anche in futuro. Direi che per
il post-Dylan potremo aspettarci una vera valanga di cose assurde come
successe per Hendrix . e visto come è stata gestita la distribuzione di
quest'album ed i prezzi , immagino che vedremo cose ai confini della
realtà.
2. Mi puoi dire qualcosa sul titolo? E’ corretto tradurre “tell tale
signs” come “segni rivelatori”? Ha senso richiamarsi al racconto The
tell-tale heart (Il cuore rivelatore) di Edgar Allan Poe?
La tua traduzione è corretta , quanto
al richiamo di E.A. Poe non l'ho letto e quindi non saprei dirti.
3. saluti a Dario. Lui sa che sono pigro e spero che mi perdonerà ...
seguo la fattoria con regolarità
un grosso CIAO
alexan wolf
Sono certo che Dario ti perdonerà
:o) un grossso ciao anche a te ,
Mr.Tambourine
|
I RIFERIMENTI A DYLAN NEI ROMANZI O IN
ALTRE OPERE LETTERARIE
Vuoi contribuire ad
allungare la lista sottostante? Segnala a spettral@gmail.it i romanzi, i
racconti o le altre opere letterarie in cui viene citato direttamente o
indirettamente Bob Dylan .
- "Sulle orme
della tradizione. Gli Indiani d'America e noi" ,Spagna Francesco, , Padova, Imprimitur, 2008.
- "Hymes Dell" (a cura di) Antropologia radicale, Milano, Bompiani, 1979. - "Scimpru "
di Roberto Valentinii, dove Dylan è citato due volte
- "Achille piè veloce"
di Stefano Benni, dove il cantante preferito della ragazza del
protagonista è, per l'appunto, Dylan.
-
"Music Box", Curcu&Genovese, Trento, 2006. ( Marc Pontoni )
- "Nel momento" di Andrea De Carlo
- "Alta fedeltà" di Nick Hornby
- "La spia e la rockstar" di Liaty Pisani, Fazi, 2006
- "L'era del porco" di Gianluca Morozzi, Parma, Guanda,
2005
- "Scirocco" di Girolamo De Michele, Torino, Einaudi,
2005
- "Giorni di un uomo sottile" di Ernesto Aloia nella sua
raccolta "Chi si ricorda di Peter Szoke?", minimum fax 2003
- "La ragazza dai capelli di cobalto" di Gianluca
Morozzi, nell'antologia di vari autori "Strettamente Personale", ed.
Pendragon, 2005.
- "L'Emilia o la dura legge della musica" di Gianluca
Morozzi - Guanda
- "Tokyo blues" di Murakami Haruki - Norvegian Wood
(trad. ital. Milano, Feltrinelli)
- "Dance dance dance" di Murakami Haruki (trad. ital.
Torino, Einaudi)
- "La Torre Nera" di Stephen King
- "I giorni felici di California Avenue" di Adam Langer
- "Per sempre giovane" di Gianni Biondillo, edizioni
Guanda - 2006
- "Americana" di Don de Lillo
- "Denti bianchi" di Zadie Smith
- "La Danza del Pitone", di Norman Silver
- "Troppi paradisi" di Walter Siti, Einaudi
- "La fortezza della solitudine" di Jonathan Lethem
(Tropea)
- "Siamo tutti nella stessa barca" di Owen King
(Frassinelli)
- "Come dio comanda" di N. Ammaniti (Mondadori)
- "Accecati dalla luce" di Gianluca Morozzi (Fernandel)
- "Chi è quel signore vestito di bianco vicino a Bob
Dylan?" di Gianluca Morozzi ("Vertigine", numero unico - 2006)
- "Il cielo sopra Parigi" di Teo Lorini (Fernandel n.
58)
- "Venerati maestri" di E. Berselli (Mondadori)
- "Zona disagio" di Jonhatan Franzen (Einaudi)
- "Una vita da lettore" di Nick Hornby
- "Ragionevoli Dubbi" di Gianrico Carofiglio - Sellerio
editore
- "31 Canzoni" di Nick Hornby
- "Questa scuola non è un'azienda. I racconti del prof.
Bingo" di Vittorio Vandelli
- "I ponti di Madison County'' di R. J. Waller
- "La cultura del controllo" di David Garland
- "Il paese mancato" di Guido Crainz
- "Paura e disgusto a Las Vegas" di Hunter S. Thompson
- "L'ultima tazza di caffé" di Teo Lorini (da "Posa 'sto
libro e baciami" - ed. Zandegù, Torino 2007)
- "Small world" di David Lodge
- "In cerca di te" di John Irving
- "Mi ammazzo, per il resto tutto ok" di Ned Vizzini,
Mondadori.
- "Parlami d'amore" di Silvio Muccino e Carla Vangelista
- "Memorie di un artista della delusione" di Jonathan
Lethem (Minimum fax)
- "Boccalone. Storia vera piena di bugie" di Enrico
Palandri, Milano, L'erba voglio, 1979 (ristampato da Bompiani)
- "Vedi alla voce Radio Popolare", a cura di Sergio
Ferrentino con Luca Gattuso e Tiziano Bonini, Milano, Garzanti, 2006, p.
240 ("Live In Paris - 1978").
- "Jim ha cambiato strada"(1987) di Jim Carroll.
Edizione originale "Forced Entries:The Downtown Diaries 1971-1973",
traduzione italiana: Milano, Frassinelli, 1997.
- "Desperation" di Stephen King
- "La bambola che dorme" di
Jeffery Deaver, trad. ital., Milano, Sonzogno, 2007.
- "Testadipazzo-Brooklyn senza madre" di Jonathan
Lethem (Tropea, e in ed. tascabile Saggiatore)
- "Questo libro ti salverà la vita" di A.M. Homes
- "A long way down" (tradotto in italiano con "Non
buttiamoci giù") ed. Guanda.
- "La gloria dell'indigente" di Davide Imbrogno -
Ibiskos Editrice Risolo
-
"Hellbook" di
Michele Murino (ovvero "X-Files Bob")
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