MAGGIE'S FARM

sito italiano di BOB DYLAN

PARTE 435

 

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Ciao Mr.Tambourine , volevo dirti che ho letto la tua intervista fantasy e l'ho trovata incredibile...mi ha ispirato molto...
ieri era una di quelle notti in cui puoi solo arrenderti all'evidenza della disfatta, ma le tue parole mi hanno fatto capire che bisogna continuare a sperare e che il materiale dei sogni è cosa impalpabile, come la vita del sognatore, la mia vita, quella delle mie canzoni e del mio futuro...in questo momento sto ascoltando un romantico disco di Southside Johnny, penso ai brutti momenti superati, altri ancora più intensi e difficili arriveranno e con loro tornerà la magia e la voglia di chiudere gli occhi e abbandonarsi al lirico stupore, quello delle tue magnifiche parole evocative, di un artista che non posso e non voglio obliare (Dylan) e ad un futuro incerto fatto di illuse chimere... le cose possono cambiare solo se siamo noi a volerlo...
Cambiano i film, le malinconie, cambiano i sogni e le fantasie. Cambiano i duri ma non i fragili, cambiano gli angeli, non certo i diavoli..." (Massimo Bubola)
Grazie di tutto...
con affetto e stima,
Dario twist of fate
 

All we need is love........tutti noi , che dire d'altro ? Certo  lui è Bob Dylan , il Grande , l' Immenso , il Profeta , la Voce di una generazione , e chi ne ha più ne metta , ogni aggettivo funziona per Bob perchè lui è stato ed è un pò di tutto , difficile per noi immaginare questi ultimi 50 anni senza Dylan , non trovi ? Ma anche lui ha bisogno delle stesse cose che sono indispensabili alla vita di un uomo , specialmente e soprattutto l' amore. Da giovane l'amore è una cosa bella , eccitante , fantastica , meravigliosa , strana , ma è solo una parte della vita , più si avanza negli anni e più la vicinanza di un'altra persone diviene indispensabile. Ci sono voci sottobanco di una relazione di Bob , ma sono solo voci senza conferma , quindi non se ne parla. Questa è stata la base dalla quale è partita la mia fantaintervista. Felice che in qualche modo , seppur piccolo e stringato , ti abbia aiutato , le tue parole mi han fatto sentire più importante di quello che sono in realtà , ma è stato bello .

Condivido il tuo pensiero sui sogni e le fantasie , povero colui che non sa sognare.......i sogni aiutano a vivere , a sperare , a volte ci spronano ad andare avanti ed a volte si realizzano pure.......la fantasia è il frutto della mente spinta all'esasperazione , nel desiderio o nel bisogno di qualcosa che non abbiamo....ma che vorremmo avere....in fondo Dylan è un grande sognatore , lui ha messo in musica i suoi sogni , le sue realtà e le sue delusioni , chiaramente , senza nascondere niente , Blood on the tracks era una confessione pubblica , come le "lettere al direttore" di un giornale. Anche lui aveva qualcosa che ha perso , e questa perdita si manifesta nel grande dolore che pervade i solchi di Blood , il dolore come il mio , il tuo , quello di chiunque , ma non sempre tutti hanno il coraggio di manifestarlo così apertamente. Tutti cerchiamo di essere qualcuno , ma in fondo siamo solo uno fra i tanti , clicca qui e capirai :o)

Invece Bob ha fatto la differenza , per lui si potrebbe usare la frase suggerita da Pierre Eugene Du Simitiere che sta ora scritta sui dollari americani , " E pluribus unum ".

Mr.Tambourine

 

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Ciao Tamb e tutti i maggie'sfarmer,
in NO DIRECTION HOME Bob Neuwirt dice che la prima
versione di like a rolling stone era molto piu lunga.
Hai per caso il testo originale?
grazie
Mrs Robinson

Dylan in proposito parla di un pezzo di vomito lungo venti pagine , scritto in aereo mentre tornava dall' Inghilterra , che successivamente , opportunamente ridotto , diventò Like a rolling stone.   Io non so dove trovere il testo completo della canzone , lanciamo un appello , se qualcuno ne è in possesso ce lo faccia sapere ed eventualmente avere una copia.

Mr.Tambourine

 

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Ciao Tambourine ,

mi sapresti dire a chi si riferisce il nome Napoleon in rags ?

Ciao , grazie e complimenti per il bellissimo sito.

Maria Grazia

Non credo che si riferisca ad una persona precisa , penso che Dylan volesse indicare una delle tante persone che parlano in modo strano per snobbismo , per distinguersi dagli altri , Dylan usa il nome "Napoleon in rags" per due motivi principali ,     l' Imperatore dei Francesi era di origine corsa e parlava il francese con una cadenza dialettale tipica dell' isola , cosa per la quali i nobili di sangue reale storcevano il naso , chiamandolo l' Imperatore degli straccioni più che l' Imperatore dei francesi puri , di origine nobile . In questo caso l' uso del nome Napoleon dovrebbe fare riferimento al disprezzo che Dylan provava per questi "parvenu" privi di cultura ma pieni di soldi , destinati a cadere prima o poi come Napoleone . Napoleon in rags potrebbe essere il nome dispregiativo affibbiato da Dylan al Diplomatico che gira sul cavallo cromato con un gatto siamese sulla spalla , l'esasperazione del personaggio potrebbe riferirsi a chiunque facesse parte di una certa categoria di persone , strani arricchiti non si sa come , politici corrotti ,  questo era amche un atteggiamento tipicamente mafioso , il mostrare il lusso esagerato e la spietatezza. Quando la Doll cade in disgrazia diventando Miss Lonely , deve mendicare il cibo , senza più la possibilità di barare , di nascondere qualche segreto , Dylan la esorta a tornare dal padrone , non può rifiutarsi adesso che tutti hanno capito chi era veramente , ora che , impegnati tutti i gioielli ( e tutto il resto ) appare quella che in realtà era sempre stata. Infatti Dylan specifica nella strofa : - And Napoleon in rags , and the language that he use - A questo punto i conti tornano abbastanza , ma non è detto che sia la "verità" , Dylan poterbbe aver voluto dire una cosa completamente diversa e noi difficilmente potremmo saperlo , però questa mi sembra una interpretazione di quelle parole abbastanza logica e coerente.

Mr.Tambourine

 

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Segnalo questa pagina con un articolo su Bob Dylan a fumetti

http://www.comicus.it/view.php?section=news&id=5422

Massimo Cappelli

Grazie , alla prossima ,

Mr.Tambourine

 

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Caro MrTambourine
Volevo segnalarti quanto segue,
Saluti,
Antonio G.


Pubblicato il libro ‘Fabrizio DeAndré in Concerto’ – Giunti Editore,

“Nei quasi cento libri pubblicati a tutt'oggi su Fabrizio De André la sua vita in scena non era mai stata raccontata in dettaglio ma solo accennata, abbozzata con pochi tratti per lasciare spazio al lavoro in studio, alla genesi di canzoni e album memorabili. Questo libro è la scoperta di un segreto.

Si parte dalla contestata esibizione alla Bussola del 1975 e dai primi concerti militanti, si passa alle scandalose nozze fra rock e canzone del tour con la PFM e si approda a ''Creuza de mä'' e agli spettacoli sempre più sofisticati con la musica di ''Le nuvole'' e di ''Anime salve''; fino all'ultima volta che Fabrizio scese da un palco, quel 24 agosto del 1998 a Saint Vincent.

Una ricerca puntigliosa e appassionata, basata sui resoconti in diretta di quotidiani e riviste dell'epoca e sulle memorie intense di tanti musicisti che hanno accompagnato De André in scena e di molte persone che lo hanno incontrato, conosciuto, frequentato. Intervistati apposta per questo libro, offrono informazioni spesso inedite che rivelano sfaccettature sorprendenti dell'uomo e dell'artista.

Qualche dettaglio è ancora da scoprire, qualche data attende definitiva conferma ma quello che c'è è un tesoro ricchissimo: date, scalette, storie, aneddoti, locandine, rare memorabilia da collezionista” .

Grazie Antonio , la notizia sarà molto apprezzata dagli estimatori di Fabrizio :o)

Mr.Tambourine

 

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Ciao Mr.Tambourine ,
ti segnalo l’uscita di “De Andrè in concerto”
http://blog.panorama.it/libri/2008/11/28/fabrizio-de-andre-in-concerto-in-libreria/
ciao
Massimo Filippini

Grazie anche a te :o)

Mr.Tambourine

 

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Ciao Mr.Tambourine , volevo segnalarti questo mio nuovo post, ispirato fra le altre cose dalla tua straordinaria "intervista dell'anima" così l'ho rinominata io...

http://fattichiarieamicizia79.splinder.com/post/19213831/No+easy+way+down+–+di+Dario+

anche se più che Dylaniana la definirei Jerseyana
un saluto
dario twist of fate

ps : hai visto che Paolo Vites ha pubblicato un libro: sarebbe una cosa bella poterlo intervistare, non credi?

 

Scrivi sempre in modo meraviglioso e profondo , felice di averti ispirato questo racconto , ciao e complimenti :o)

Mr.Tambourine

 

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Ciao a tutti,
non ho ancora visto questa notizia
sul sito di D'Alessandro &Galli
(e anche Bob links tace)...ma la loro
pagina pubblicitaria sul numero
di dicembre di Buscadero dice che Bob
sarà in Italia per tre date nel mese di aprile 2009:

15 Aprile: Milano Datch Forum

17 Aprile: Roma Palalottomatica

18 Aprile: Firenze Mandela Forum

Nessuna info su biglietti/prezzi, ma è presto...
Marco

Notizia confermata Marco , con grande gioia per tutti i fans italiani ! Questa volta a Milano ci sarò anch'io , in incognito naturalmente , :o)

Mr.Tambourine

 

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Caro Mr.Tambourine ,
è nata una accesa discussione in compagnia al live music dove mi trovo abitualmente con gli amici . Oggetto della discussione la canzone The house of the rising sun. Ne son venite fuori di tutti i colori , sono stati citati Bob Dylan , Joan Baez , gli Animals e non so quanti altri , ma alla fine nessuno ha saputo dire chi ha scritto questa canzone . Poi è vero che le house of the rising sun erano “case di tolleranza” ? , dico questo perchè nella parocchia che frequento spesso , durante le funzioni un gruppo di ragazzi suona questa canzone , il che mi sembra veramente fuori luogo se è vero che erano luoghi di quel genere. Mi puoi fornire qualche delucidazione ? Grazie e complimenti per il sito ,
Sara

 

Ciao Sara , le "House of the rising sun" erano effettivamente case di tolleranza , trovereai le varie spiegazioni elencate sotto. Pare che all'inizio , queste "case" siano nate al seguito della costruzione della ferrovia che da Est portava nel lontano Ovest. La Union Pacific Railroad , incaricata dell'esecuzione dell'opera , feve arrivare dalla Cina una grande quantità di mano d'opera a bassissimo costo . Migliaia di cinesi lavorarono alla costruzione della ferrovia che attraversava tutta l'America , ma si portarono appresso tutti i loro usi , costumi e necessità varie , fra le quali le fumerie d'oppio e le case di tolleranza che furono chiamate "house of the rising sun" perchè la loro presenza era indicata da una bandiera bianca con lo stemma del Sol Levante. Premesso questo , passiamo alla canzone , della quale penso che la versione corretta sia quella al femminile , perchè l'argomento è quello del dolore di una prostituta che deve tornare nella Casa non trovando altre soluzioni :

The House of the Rising Sun è una canzone folk americana. Il testo ha come argomento una vita sfortunata ed è ambientata a New Orleans. L'esecuzione della canzone da parte del gruppo inglese The Animals, nel 1964, è generalmente considerata la più famosa ed è stata la numero uno in classifica sia negli Stati Uniti, sia nel Regno Unito.

Il brano risale alla prima metà dell'ottocento e, al pari di molte altre classiche ballate folk, la paternità del testo di "The House of the Rising Sun", a volte chiamata "Rising Sun Blues", è dubbia. Lo studioso del folklore Alan Lomax, autore nel 1941 della raccolta di canzoni Our Singing Country, scriveva che la melodia era presa da una ballata tradizionale inglese (probabilmente Matty Groves risalente al seicento) ed il testo era stato scritto da Georgia Turner e Bert Martin, una coppia di abitanti del Kentucky. Altri studiosi propendono per ipotesi diverse, sebbene quella di Lomax sia generalmente considerata la più plausibile.

Del testo esistono due diverse versioni: una al maschile l'altra al femminile. La versione maschile è la più nota ed è quella riproposta dagli Animals. Tuttavia quasi tutti gli studiosi sono concordi nel ritenere il testo al femminile quello originario. Fra i musicisti che hanno riproposto questa versione spiccano Bob Dylan e Joan Baez.

L'espressione "House of the Rising Sun" è un eufemismo per indicare una casa chiusa, tuttavia non è noto se la casa descritta nel testo sia un luogo reale o fittizio. Tra le ipotesi più accreditate c'è quella che la vuole situata proprio a New Orleans: la notizia del suo abbattimento, avvenuto nel 2007, ha trovato spazio nelle pagine di qualche quotidiano statunitense.

La più antica incisione del brano a noi nota è quella, del 1933 eseguita da Clarence "Tom" Ashley che affermò di avere imparato il brano da suo nonno. Secondo alcuni una incisione più antica fu quella del bluesman Alger "Texas" Alexander del 1928 col titolo The Risin' Sun. Di tale incisione esistono oggi solo testimonianze indirette poiché non è oggi nota l'esistenza di nessuna copia del 78 giri. Non se ne conoscono dunque né il testo né melodia ed è dunque impossibile stabilire se si trattasse del medisimo brano.

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Peccato che non se ne rintracci
l'autrice originale ... una donna.
Già, ecco perchè: era una donna
e perdipiù ... una prostituta.
Già perchè le House of rising sun
erano case chiuse così chiamate
per via dall’insegna che capeggiava all’ingresso:
Un sol levante.

Testo originale al femminile

There is a house in New Orleans
They call the Rising Sun.
It's been the ruin of many a poor girl,
And me, O God, for one.
If I had listened what Mama said,
I'd 'a' been at home today.
Being so young and foolish, poor boy,
Let a rambler lead me astray.
Go tell my baby sister
Never do like I have done
To shun that house in New Orleans
They call the Rising Sun.
My mother she's a tailor,
She sewed those new blue jeans.
My sweetheart, he's a drunkard, Lord, Lord,
Drinks down in New Orleans.
The only thing a drunkard needs
Is a suitcase and a trunk.
The only time he's satisfied
Is when he's on a drunk.
Fills his glasses to the brim,
Passes them around
Only pleasure he gets out of life
Is hoboin' from town to town.
One foot is on the platform
And the other one on the train,
I'm going back to New Orleans
To wear that ball and chain.
Going back to New Orleans,
My race is almost run.
Going back to spend the rest of my days
Beneath that Rising Sun.

°°°
C’è una casa a New Orleans
La chiamano “Il sole nascente”
Ed è stata la rovina per molte povere ragazze
Ed io, Dio mio, sono una di loro
Se avessi ascoltato quello che mia madre diceva
Sarei a casa mia ora
Ma io ero giovane e folle, o Dio
E ho permesso che un vagabondo mi portasse fuori strada
Vai e dì alla mia sorella bambina
Di non fare quello che ho fatto io
Ma di evitare quella casa a new Orleans
Che chiamano “Il sole nascente”
Sto tornando a New Orleans
La mia corsa è quasi finita
Sto tornando per passare la mia vita
Sotto “Il sole nascente”

La celebre canzone The House of the Rising Sun è strettamente legata alla
storica vicenda del quartiere di Storyville a New Orleans, il quartiere del
peccato, della schiavitù (per le prostitute) della licenza e della libertà
totale. Una storia che è stata magistralmente raccontata con il più franco
realismo nel libro autobiografico Memorie di una maitresse americana,
scritto, sembra con il supporto di uno scrittore o di un letterato rimasto
anonimo, da una non meglio identificata Neil Kimball, probabilmente uno
pseudonimo di una persona che realmente ha vissuto negli Stati Uniti in
crescita caotica e inarrestabile dopo la guerra di secessione.

Ecco un estratto dal libro :

«Il primo segno che la pacchia stava per finire lo si ebbe nell'agosto 1917,
ma noi non pensammo si trattasse di una cosa seria. Washington cominciò a
regolamentare la prostituzione entro cinque miglia dai campi militari e i
centri navali. Alle regolamentazioni seguirono altre regolamentazioni.
Storyville aveva i giorni contati. I ragazzi, fu deciso, potevano morire per
la loro patria ma non andare a letto per essa.
Nell'ottobre 1917 il Consiglio Comunale votò l'abolizione di Storyville.
Ecco come suona l'ordinanza. Ne ho ancora una copia:
« Considerando il riconoscimento legale della prostituzione come un male
necessario, in una città portuale delle dimensioni di New Orleans, questo
Consiglio Comunale aveva ritenuto che la situazione potesse essere
controllata più facilmente, e in maniera più soddisfacente, confinandola
entro un'area determinata. La nostra esperienza ci ha insegnato che le
ragioni di questo sono inderogabili, ma il Dipartimento della Marina del
Governo federale ha deciso altrimenti ».
Il documento concludeva che alla mezzanotte del 12 novembre 1917, sarebbe
stato illegale gestire un bordello nella città di New Orleans. Io pensai che
i bordelli avrebbero potuto ottenere protezione e rimanere aperti. Ma non fucosì.

Alcune compagnie di assicurazione contro gli incendi stornarono le polizze
riguardanti Storyville. Il capo dei pompieri disse che si stava complottando
di dar fuoco al quartiere. Ci preparammo alla chiusura. Andate a lottare
contro il Municipio, o addirittura contro Washington, con una testa di ca**o
come Woodrow Wilson a capo del paese. Non erano certo i guerrafondai
americani a fornire ai soldati e ai marinai un facile accesso alle donne. Da
noi, i giovanotti gonfi della linfa della gioventù avrebbero dovuto
soddisfarsi con le riviste, le canzonette, le torte dell'YMCA, e un po' di
manfrine da soli, nella loro branda. Spesso mi domando perché non siano i
soldati a gestire la loro guerra. Forse perché i vecchi gli raccontano tante
di quelle balle da annebbiargli il cervello. Non ho mai creduto nelle stragi
di giovanotti.
Io non son tipo da mettermi a urlare di rabbia, e da sbattere la testa
contro i muri. Mi volto e me ne vado. La maggior parte delle case chiusero i
battenti. Storyville era diventata un cimitero dove perfino i fantasmi
sembravano affamati. Io decisi di rimanere fino alla fine.

E così si arrivò alla mezzanotte del 12 novembre. Una certa signora Dix
aveva cercato di ottenere una proroga. Niente da fare. Io avrei chiuso la
casa con tutte le bandiere spiegate, e non avrei continuato. Era la mia
serata d'addio, per così dire, e non piangevo, ma nemmeno gettavo baci. Per
due settimane il quartiere era stato percorso in lungo e in largo da carri e
carretti. Io avevo venduto l'intera azienda, mobilio e tutto, a un greco che
aveva aperto un piccolo casino tranquillo vicino alla base militare, e che
sarebbe venuto a prendere la roba il mattino dopo. Era un uomo d'iniziativa,
e aveva dieci grasse parenti che avrebbe impiegato come puttane.
Le ragazze indossavano i loro più begli abiti da sera, e i negligés più
eleganti, e per la chiusura della mia casa avevo invitato i vecchi clienti,
gli ufficiali che erano diventati assidui, e i gianni [i clienti, ndr] della
migliore società di cui ero stata tanto orgogliosa. Avevo invitato cinquanta
persone, se ne presentarono settantacinque, facendo finta di niente. Aprimmo
alle nove; dovevamo chiudere a mezzanotte, e spegnere le vecchie lanterne al
dodicesimo rintocco, come Cenerentola.

Le ragazze erano tutte ben truccate, coi capelli pettinati all'insù, e
talmente su di giri che allungavano la mano ai bottoni della patta degli
uomini. Qualcuno aveva passato in giro una bottiglia - sembravano come in un
incendio. Anni di disciplina andavano a farsi fottere. Lascia che si
sfoghino, pensai. Erano tutte eccitate e arrabbiate, ma anche felici. Metà
erano già ubriache, poiché, con mance, si erano fatte portare dalle
domestiche negre delle bottiglie su in camera, prima di scendere. Io avevo
venduto la maggior parte della mia cantina al club B..., per diecimila
dollari. Per anni avevo continuato a immagazzinare roba di prim'ordine, e
avevo tenuto da parte dello champagne, dell'acquavite, del bourbon e del rye
ben invecchiati. A quell'epoca, erano pochi quelli che bevevano scotch.
Avevo fatto aprire un barilotto di birra nel salotto grande e in quello
riservato. Harry [il factotum della casa, ndr] serviva al banco del bar.
Anche lui era piuttosto cotto, e si teneva accanto, dietro il banco, il
grosso cane Prince, ogni tanto piluccava qualcosa dal buffet, dove avevo
fatto affettare l'ultimo dei grossi prosciutti affumicati, del tacchino, del
pesce, un intero assortimento di gamberi, di aragoste, e di granchi dal
guscio molle. Nessuno doveva spendere un centesimo, per tutto questo - le
ragazze, il mangiare, e il bere, era tutto a carico della casa. Se qualche
puttana chiedeva un regaluccio d'addio, per le ultime chiavate a Storyville,
questo riguardava soltanto il gianni. Io non c'entravo più.
Verso le dieci, una banda di teppisti cercò di entrare, ma il sindaco aveva
riempito Storyville di poliziotti, quella sera, poiché era corsa voce che le
puttane e i loro amici avrebbero dato fuoco al quartiere, al momento
d'abbandonarlo. I poliziotti non lasciavano entrare nessuno nella casa, a
meno che io gli dicessi che erano miei amici o invitati. Non volevo far
entrare nessuno che potesse rovinare la festa, nessuno di quegli schifosi
pescicani, con le loro camicie di seta da venti dollari e i loro modi
volgari.
Un vecchio signore, un giudice, si mise a piangere, seduto sulle scale, con
due puttane nude sulle ginocchia, che cercavano di farglielo venir duro, e
il professore, quello vero, fece un lungo discorso sulla caduta di Roma,
che, secondo me, c'entrava come i cavoli a merenda.
..
A mezzanotte stavo sotto il grande candelabro dell'ingresso, che aveva perso
alcuni dei suoi cristalli, e bevemmo tutti insieme l'ultima coppa di
champagne, le puttane piangevano, sia le nude che le vestite, e i gianni
nudi, vestiti, o semi-vestiti, scendevano dal piano di sopra. Fu una cosa
commovente. Guardando le rovine del bar e del buffet, i cuscini sbudellati,
tutto ciò che riuscii a pensare fu quanto sarebbe stato l'incasso di quella
notte se non avessi preso tutto a mio carico. Le abitudini, in me,
difficilmente vengono meno.
..
E così, addio, Storyville, mia ultima casa. Quella notte dormii bene e
profondamente per la prima volta dopo settimane e, alle dieci del mattino
dopo, feci i miei addii a Harry e al cane, lasciai le chiavi per il greco, e
andai alla stazione a prendere il treno per la Florida. Le strade erano
piene di cartacce e di bottiglie rotte, e qualcuno aveva dato fuoco a un
vecchio furgone di lavandaio, a Storyville... ammesso che potesse ancora
chiamarsi Storyville. Gli ero affezionata, a quel dannato posto.»

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La “Casa del sole nascente” è una casa di tolleranza di New Orleans, all’epoca di questa canzone (fine ‘800) il quartiere a luci rosse di New Orleans, era il più esteso del mondo, una specie di città nella città (veniva chiamata "Storyville", dal nome del consigliere municipale Alderman Story, che ne aveva propugnato la costituzione, e quelle case chiuse in quella particolare città furono anche la culla di un nuovo stile musicale che avrebbe avuto una lunga storia: il jazz), fino a che venne rasa al suolo in occasione di una ondata moralizzatrice (vedere il libro “Memorie di una maitresse americana” di Neil Kimball, Adelphi).

Secondo alcune fonti una casa di tolleranza con questo nome è esistita veramente tra il 1862 e il 1874 ed era di proprietà di una maitresse che si chiamava Madam Marianne LeSoleil Levant (da cui il nome della casa, una traduzione del cognome o del soprannome francese della conduttrice). Secondo altre fonti il riferimento della canzone originale era in realtà alla prigione femminile del capoluogo della Louisiana, e la canzone era in origine al femminile. In ogni caso "Rising Sun" nell'800 era una metafora comunemente usata in America, e ancor prima in Inghilterra, per indicare una casa di tolleranza.


La storia della canzone

La canzone è un traditional, anche se molti hanno tentato di accampare diritti sul testo o sull'arrangiamento. Nel disco di Dylan è accreditata a White (Josh White, un noto bluesman) e Holmes. Effettivamente Josh White ne fece una efficace versione che è stata la base anche per il recupero degli Animals (fonte: Allmusic). Riportiamo nel seguito la cronologia più attendibile.

1800 - anni '20
La canzone nasce da notizie e fatti della città di New Orleans, con numerosi contributi e varianti, come tutte le canzoni popolari. Il tema musicale è basato su un tema tradizionale inglese (probabilmente "Matty Groves", una ballata del 1600, secondo Alan Lomax), con successive influenze e influssi blues, assorbiti dalla musica del tempo. Varia anche il titolo della canzone; nelle varie testimonianze sono citati "Rising Sun Blues", "House in New Orleans", "In New Orleans", "Bad Girl Lament" e altri.

1928
Viene citata la prima registrazione su disco 78 giri da parte del bluesman Alger "Texas" Alexander e data al 1928 quella di un "blues lament" dal titolo "The House of The Rising Sun". Di questo disco, come di un altro citato, esiste il riferimento nella Libreria del Congresso USA, ma non pare ne esistano copie superstiti. Si può dedurre che ne siano circolate poche copie e solo in un'area limitata. Non è quindi neanche noto il testo utilizzato e l'arrangiamento. La seconda versione è probabilmente ascrivibile a Clarence Tom Hashley, un altro bluesman che operava nel periodo, e risale al 1933.

1937
Il famoso musicologo Alan Lomax, nel suo noto e meritorio lavoro di ricerca sulla musica popolare americana, raccoglie sul campo con un registratore a filo (Presto) testimonianze e registrazioni. Viene in contatto anche con questa canzone, che gli viene cantata da un musicista di strada del Kentucky, Bert Martin (che si accompagnava alla chitarra) e poi da Daw Henson, che la cantava per sola voce. La versione che lo colpì in modo particolare fu quella cantata dalla giovane figlia di un minatore del Kentucky, Georgia Turner, una ragazza bionda di circa 16 anni, che aveva raccolto e registrata per prima, il 15 settembre di quell'anno. Secondo la ragazza la canzone faceva parte del repertorioi che si cantava comunemente nella sua casa. E' possibile che avesse sentito le versioni su disco? Improbabile, proveniva da un ambiente decisamente rurale, la canzone veniva probabilmente da New Orleans, dove qualcuno degli uomini della famiglia o della contea era andato a lavorare.

1938
Il cantante Roy Acuff incide una nuova versione della canzone, basata sul precedente disco di Clarence Ashley. Il disco è relativamente più diffuso rispetto ai precedenti.

1941
Alan Lomax pubblica le sue ricerche nel libro "Our Singing Country". Vi è contenuta anche la trascrizione della canzone cantata dalla giovane Georgia Turner, mentre le registrazioni sono disponibili nel circuito degli appassionati. In base a questa pubblicazione in alcuni riferimenti Georgia Turner e Bert Martin sono indicati come autori del testo, ma la canzone è da considerare a tutti gli effetti un traditional.

1941
Gli Almanac Singers, ovvero Woody Guthrie, Pete Seeger, Hal Hays e Millard Lampell, pubblicano la canzone nel loro album Sod-Buster Ballads (canzoni rurali), al canto è Woody Guthrie. E' un disco seminale per la scoperta del genere folk al di fuori dei suoi confini tradizionali. Pete Seeger e Hal Hays saranno poi nel dopoguerra assieme nei Weavers, e daranno il via al primo successo commerciale del genere, cui farà seguito la riscoperta agli inizi degli anni '60, protagonisti Bob Dylan (che proseguiva la tradizione e lo stile di Guthrie), Joan Baez, Peter, Paul & Mary e molti altri.

1956
Il bluesman nero Josh White incide una sua versione di The House Of The Rising Sun con forti venature blues. Probabilmente la canzone era stata da lui interpretata e forse incisa già dalla fine dei '40.

1962
Bob Dylan incide The House Of The Rising Sun nel suo disco di esordio omonimo, una versione folk tradizionale, un omaggio al suo maestro Woody Guthrie.

1964
Il gruppo inglese The Animals, un combo R&B di Newcastle, dove militavano alla voce Eric Burdon, alla chitarra solista Hilton Valentine e all'organo Alan Price (leader prima dell'arrivo di Burdon) decidono di fare una cover del brano, che avevano ascoltato probabilmente nelle versioni di Dylan e di Josh White. E' da quest'ultima che prendono il riff di chitarra e l'andamento blues, aggiungendo un arrangiamento che mette in evidenza la chitarra di Valentine (l'introduzione) e poi l'organo Hammond di Alan Price, su tutto la voce intensa e potente di Eric Burdon. Il successo è immediato e la canzone è la prima di un complesso inglese, dopo i Beatles, a raggiungere il numero 1 in USA. Per la cronaca gli altri due "Animals" erano il bassista Chas Chandler e il batterista John Steel.

1964 - oggi
Il brano non lascerà più le trasmissioni radio o i concerti o qualunque altro mezzo per ascoltare musica, diventando un classico senza tempo, ripreso in tutti gli stili possibili in decine di cover.

(Fonti: Washington Post (Online edition) - Ed Anthony - 2000 / American History Site / Sito Eric Burdon / sito Allmusic.Com)

Spero di essere stato abbastanza esauriente ,

Mr.Tambourine

 

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Massimo Cappelli

Grazie , ciao ,

Mr.Tambourine

 

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Una grande edizione del Light of day Europe 2008.

Dopo la data di Roma, Mercoledi sera 200 persone hanno gremito il Music Sound di Como per la 2a tappa italiana del light of day benefit.
Uno spettacolo davvero esaltante nel vedere sullo stesso palco con grande energia, generosità e talento Jesse Malin, i Marah (Dave Bielanko e Christine Smith), Joe D'Urso, Willie Nile e Lorenzo "Miami". Una serata davvero da incorniciare.





Nel sito ufficiale trovare le news e la scaletta della serata: clicca qui

Sono state raccolte diverse migliaia di euro in queste due serate ed oltre agli artisti va un grande grazie a coloro che si sono occupati delle due date: Tita Zirilli (per Roma) ed Andrea Parodi (per Como).

Ora si prosopettano 4 grandi show a Dicembre ad incominciare da domani sera, sabato 6 dicembre, al mitico SPAZIOMUSICA di Pavia vera e propria roccaforte della band....una serata davvero imperdibile con inizio alle 22.30 circa, sorprese in scaletta e rock and roll a mille!

A seguire: Venerdi 19 al Rebel di San Benedetto del tronto, il Christmas show di sabato 27 dicembre al Ponderosa di Varese e il capodanno in piazza a Lugo di Romagna.

Inoltre da Lunedì 8 Dicembre per chi vorrà acquistare (per sè o da regalare) gli album della band, c'è una "Christmas Offer" speciale:

DIRTY ROADS+MERRY GO ROUND+Maglietta ufficiale M&TG: 25 euro (spese comprese).....più una piccola chicca ad hoc per il periodo natalizio.

Inoltre sta prendendo forma l'idea di registrare un disco live il prossimo aprile in un teatro in Emilia...

tenetevi sintonizzati.....

Miami & the Groovers

www.miami-groovers.com

www.miami-supporters.com (anche su facebook )

www.myspace.com/miamiandthegroovers

Ti ringrazio di tenerci sempre informati sull'attività del gruppo , ciao a tutta la band :o)

Mr.Tambourine

 

5537

Carissimi maggfarmiani,
Inutile ribadire, ma lo dico lo stesso, che siamo molto arrabbiati per il prezzo esorbitante della edizione deluxe del nuovo Bootleg series. Non so quanti di voi lo hanno avuto tra le mani,...io sì, la scorsa settimana, non dico dove, e la cosa che più sconcerta è il suo prezzo: 236 ?!!!!. ma come 236?? -ho chiesto alla commessa -scusa con il cambio deve costare intorno  ai 120-130 euro! Mi ha risposto: E' d'importazione!!!!
a voi i commenti.....
Michele Lenzi

P.s. la versione in vinile con 4 lp costa......99 ?!!!

 

Caro Michele , un vecchio proverbio dice : La mamma dei furbi è sempre pregnant ! Non ho parole :o(((((((((

Mr.Tambourine

 

5538

Sul sito ufficiale Bobdylan.com ci sono le date dei prossimi concerti
italiani di Bob:

15 APRILE - Milano (MediolanumForum)*
17 APRILE - Roma (PalaLottomatica)
18 APRILE - Firenze (Mandela Forum)
* sul sito la location é precisata con questo nome, ma penso si tratti del
"solito" Datchforum degli anni scorsi...poiché personalmente ignoro
l'esistenza di un palazzetto chiamato così a Milano!!!

Saluti a tutti i farmers...
Idiot Wind 89

Penso anch'io sia quello di Assago , ho passato la tua osservazione sia a bobdylan.com che a boblinks.com , il sito ufficiale non mi ha ancora risposto e non ha corretto la venue , boblinks invece ha accolto la tua osservazione facendo la dovuta correzzione , questa è la mail :

Thanks for your help.
Bill
Bob Links
www.boblinks.com

On 7 Dec 2008 at 2:05, Mr.Tambourine wrote:
> The Mediolanum Forum don't exist in Milan , right is " Datchforum" -
> Assago , Milan :o) Mr.Tambourine

Grazie e complimenti , l'osservazione di un Maggiesfarmer ha trovato accoglienza su uno dei siti ufficiali di Bob :o)

Mr.Tambourine

 

5539

Ciao Mr. Tambourine , le mie classifiche :

Oh Mercy
Blonde on Blonde
The freewheeling
Tell Tale Signs
Slow train coming
Empire burlesque
Time out of Mind
Modern times
RTR 1975
Blood on the tracks


Desolation raw
Like a rolling stone
Blowin’ in the wind
Miss the Mississippi
The man in me
Sed eyed lady of the lowlands
Red river shore
Not dark yet
Mississippi
Series of dream
Manni Elio

Grazie Elio , classifiche aggiornate , ciao

Mr.Tambourine

 

CLASSIFICA ALBUM PIU' VOTATI

1)  Blood on the tracks.................................voti 3
1)  Blonde on blonde
1)  Oh mercy

2)  The freewheelin' Bob Dylan…….………voti 2
2)  Modern times
2)  Highway 61 revisted
2)  Tell Tale Signs

3)  Desire.....................................................voti 1
3)  Love and theft
3)  Bodukan
3)  Bringing it all back home
3)  Street legal
3)  Planet waves
3)  Knoched out loaded
3)  Time out of mind
3)  Empire burlesque
3)  Rolling Thunder Revue 1975

 

CLASSIFICA CANZONI PIU' VOTATE

1) Like a rolling stone..........................................................voti 3

2) Desolation raw.………………….………………………… voti 2
2) Mississippi
2) Mr. tambournie man
2) Workingman's blues
2) Miss the Mississippi

3) Dont think twice it's all right….………………………..…..voti 1
3) Stuck inside of mobile with the Memphis blues again
3) Changin' of the guards
3) It's all over now
3) A hard rain's a-gonna fall
3) All along the watchtower
3) Man in the long black coat
3) Knockin' on heaven's door
3) Romance in Durango
3) Forever young
3) Slow train coming
3) Blowin’ in the wind
3) Miss the Mississsippi
3) The man in me
3) Sad eyed lady of the lowlands
3) Ted river shore
3) Not dark yet
3) Mississsippi
3) Series of dreams

 

LE CITAZIONI DYLANIANE NEI FILM

Nota: in questa lista vanno inseriti solo ed esclusivamente i film in cui Dylan viene citato in qualche modo (il suo nome, un verso di una sua canzone, un poster, una copertina di un disco, o qualsiasi altro rimando di questo genere) e non quelli in cui appaiono semplicemente sue canzoni o cover delle sue canzoni (nè ovviamente quelli direttamente dedicati a lui come "Io non sono qui" o quelli fatti da lui of course... ;o) )
Aiutateci ad allungare la lista e segnalate, segnalate, segnalate...

"Chi è Herry Kellerman e perché dice quelle terribili cose su di me?" - Dustin Hoffman                                                                     In treatment - fiction televisiva                                                                                                                                                    We shall overcome , una lezione di vita - di Niels Arden Oplev (2005) - Il Proff. Freddie cita Bob Dylan sfogliando i dischi con Frits . Una casa alla fine del mondo"(con Colin Farrell 2004 ) 
Ma il cielo è sempre più blu, di Marco Turco (Fiction TV)                                                                                                              It's a free world, di Ken Loach
Vanilla sky, di Cameron Crowe
The ladykillers, di Ethan Coen e Joel Coen
Grindhouse (segmento Deathproof), di Quentin Tarantino
Ricky e Barabba, di Christian De Sica
Vacanze di Natale 2000, di Carlo Vanzina
Dangerous Minds, di John N. Smith
Simpson (vari episodi del cartone animato di Matt Groening)
Due nel mirino
Lady in the water, di M. Night Shyamalan
Walk the line, di James Mangold
The Doors, di Oliver Stone
Scrivimi una canzone
Blow, di Ted Demme
Bob Roberts, di Tim Robbins
The Hunted - La preda, di William Friedkin
Interstate 60, di Bob Gale
Be Cool, di F. Gary Gray
L'amore e' eterno finche' dura, di Carlo Verdone
Al Lupo Al Lupo, di Carlo Verdone
Io e Annie , di Woody Allen ( Just like a woman )                                                                                                                          Forrest Gump - ( Blowing in the wind )

 

I RIFERIMENTI A DYLAN NEI ROMANZI O IN ALTRE OPERE LETTERARIE
 

Vuoi contribuire ad allungare la lista sottostante? Segnala a spettral@gmail.it i romanzi, i racconti o le altre opere letterarie in cui viene citato direttamente o indirettamente Bob Dylan .

- "Sulle orme della tradizione. Gli Indiani d'America e noi" ,Spagna Francesco, , Padova, Imprimitur, 2008.                                          - "Hymes Dell" (a cura di) Antropologia radicale, Milano, Bompiani, 1979.                                                                                         - "Scimpru " di Roberto Valentinii, dove Dylan è citato due volte                                                                                                        - "Achille piè veloce" di Stefano Benni, dove il cantante preferito della ragazza del protagonista è, per l'appunto, Dylan.
- "Music Box", Curcu&Genovese, Trento, 2006. ( Marc Pontoni )
- "Nel momento" di Andrea De Carlo
- "Alta fedeltà" di Nick Hornby
- "La spia e la rockstar" di Liaty Pisani, Fazi, 2006
- "L'era del porco" di Gianluca Morozzi, Parma, Guanda, 2005
- "Scirocco" di Girolamo De Michele, Torino, Einaudi, 2005
- "Giorni di un uomo sottile" di Ernesto Aloia nella sua raccolta "Chi si ricorda di Peter Szoke?", minimum fax 2003
- "La ragazza dai capelli di cobalto" di Gianluca Morozzi, nell'antologia di vari autori "Strettamente Personale", ed. Pendragon, 2005.
- "L'Emilia o la dura legge della musica" di Gianluca Morozzi - Guanda
- "Tokyo blues" di Murakami Haruki - Norvegian Wood (trad. ital. Milano, Feltrinelli)
- "Dance dance dance" di Murakami Haruki (trad. ital. Torino, Einaudi)
- "La Torre Nera" di Stephen King
- "I giorni felici di California Avenue" di Adam Langer
- "Per sempre giovane" di Gianni Biondillo, edizioni Guanda - 2006
- "Americana" di Don de Lillo
- "Denti bianchi" di Zadie Smith
- "La Danza del Pitone", di Norman Silver
- "Troppi paradisi" di Walter Siti, Einaudi
- "La fortezza della solitudine" di Jonathan  Lethem (Tropea)
- "Siamo tutti nella stessa  barca" di Owen King (Frassinelli)
- "Come dio comanda" di N. Ammaniti (Mondadori)
- "Accecati dalla luce" di Gianluca Morozzi (Fernandel)
- "Chi è quel signore vestito di bianco vicino a Bob Dylan?" di Gianluca Morozzi ("Vertigine", numero unico - 2006)
- "Il cielo sopra Parigi" di Teo Lorini (Fernandel n. 58)
- "Venerati maestri" di E. Berselli (Mondadori)
- "Zona disagio" di Jonhatan Franzen (Einaudi)
- "Una vita da lettore" di Nick Hornby
- "Ragionevoli Dubbi" di Gianrico Carofiglio - Sellerio editore
- "31 Canzoni" di Nick Hornby
- "Questa scuola non è un'azienda. I racconti del prof. Bingo" di Vittorio Vandelli
- "I ponti di Madison County'' di R. J. Waller
- "La cultura del controllo" di David Garland
- "Il paese mancato" di Guido Crainz
- "Paura e disgusto a Las Vegas" di Hunter S. Thompson
- "L'ultima tazza di caffé" di Teo Lorini (da "Posa 'sto libro e baciami" - ed. Zandegù, Torino 2007)
- "Small world" di David Lodge
- "In cerca di te" di John Irving
- "Mi ammazzo, per il resto tutto ok" di Ned Vizzini, Mondadori.
- "Parlami d'amore" di Silvio Muccino e Carla Vangelista
- "Memorie di un artista della delusione" di Jonathan Lethem (Minimum fax)
- "Boccalone. Storia vera piena di bugie" di Enrico Palandri, Milano, L'erba voglio, 1979 (ristampato da Bompiani)
- "Vedi alla voce Radio Popolare", a cura di Sergio Ferrentino con Luca Gattuso e Tiziano Bonini, Milano, Garzanti, 2006, p. 240 ("Live In Paris  - 1978").
- "Jim ha cambiato strada"(1987) di Jim Carroll. Edizione originale "Forced Entries:The Downtown Diaries 1971-1973", traduzione italiana: Milano, Frassinelli, 1997.
- "Desperation" di Stephen King
- "La bambola che dorme" di Jeffery Deaver, trad. ital., Milano, Sonzogno, 2007.
- "Testadipazzo-Brooklyn senza madre" di Jonathan  Lethem (Tropea, e in ed. tascabile Saggiatore)
- "Questo libro ti salverà la vita" di A.M. Homes
- "A long way down" (tradotto in italiano con "Non buttiamoci giù") ed. Guanda.
- "La gloria dell'indigente" di Davide Imbrogno - Ibiskos Editrice Risolo
- "Hellbook" di Michele Murino (ovvero "X-Files Bob")

 

scrivete a : spettral@gmail.it