5399 ciao Mr Tamburine,
è la prima volta che ti scrivo, ma nella precedente gestione avevo già
scritto a Michele Napoleon in rags che, con le sue risposte e i suoi
articoli su Dylan, è stato di grande aiuto alla mia onnivora passione
per il vecchio Bob.
Vorrei dire la mia su due questioni che spesso
saltano fuori sia su Maggiesfarm che ovunque si parli di Dylan.
Questione 1.
Ho letto spesso in questo sito richieste di aiuto di
persone che si chiedono come far capire a chi ancora non lo sapesse -e
neppure lo immagina lontanamente - quanto immensa sia la poesia, la
grandezza e l'unicità della musica, delle parole e della voce di
Dylan.
Qualche anno fa, proprio su questo sito, scrissi una lettera
a Bob Dylan in cui spiegavo i motivi per cui le sue canzoni e le sue
parole erano così importanti per me.
In quella lettera chiedevo a Dylan
di fingere per un istante di essere nato e vissuto non ai nostri giorni
ma nel medioevo, dentro un mondo considerato piatto, immobile e
rinchiuso nei confini dello stretto di Magellano. Gli chiedevo poi di
immaginare il se stesso medioevale catapultato ai nostri giorni, nei
"Modern Times" di internet e navicelle spaziali, in un mondo che non è
più piatto ma sferico, non è più immobile ma ruota su se stesso, un
mondo che è solo un piccolo "grain of sand" di una Galassia che non
potremo mai conoscere interamente e di una dimensione che forse è solo
una delle tante dimensioni esistenti.
Ecco cosa ha significato per me
scoprire Bob Dylan: un incredibile salto spaziotemporale da un mondo
piatto e fermo e unidimensionale ad un universo (e più multiversi)
sconfinato/i in perenne espansione.
Ecco cosa suggerisco di rispondere
a chi, in questo sito, si chiede come far capire la grandezza di Dylan
a chi vive di canzoncine che neppure meritano di stare nello stesso
SpazioTempo dove stanno quelle di Dylan. Io direi loro:
<< Tenetevi il
vostro medioevo, tenetevi i vostri idoli tutti uguali, tenetivi la
vostra "albachiara", i vostri "beautiful day" e i vostri "giorno dei
giorni", perchè io non so davvero che farmene. "Blonde on Blonde",
"Blood on the tracks" e anche le sole "Like a rolling stone", "Nettie
Moore", "Not dark yet" e "Ring them bells" valgono milioni di miliardi
di volte le vostre canzoncine da zecchino d'oro.>>
E aggiungerei
anche:
<< Non riconoscere la grandezza di Dylan, non avere la
meravigliosa opportunità di ascoltarlo e lasciare che ogni suo sospiro
ti scorra come sangue nelle vene è come andare alle Bahamas e passare
tutto il tempo chiusi dentro una piscina di un metro quadrato quando
tutto intorno a voi c'è un immenso Oceano che vi aspetta. E allora
continuate a giocare nella vostra piscina, tanto peggio per voi.>>
Perfettamente d'accordo con te , bello ed interessante il paragone
spazio-tempo da te immaginato. Io ho più volte suggerito in questa
rubrica a chi mi chiedeva come fare a spiegare Dylan ad amici o parenti
di non perdere tempo inutilmente , le persone non sono tutte uguali (
meno male! con questo non voglio dire che i fans di Dylan siano diversi
dagli altri , ma più coscienti , più riflessivi , più ricettivi e più
sensibili di sicuro ) , dipende tutto da quello che ha dentro una
persona , dalla sua educazione , dalla sua cultura , dalla sua
sensibilità , dall' ambiente che frequenta e da mille altre cose
impossibili da spiegare ed enumerare. Dylan , o ce l' hai o non ce l'
hai , non c'è altra soluzione , no other ways , chi non ce l' ha , mi
dispiace , ma peggio per lui.
Questione 2.
I famigerati recenti concerti di Dylan & his band.
Fino a qualche anno fa potevo considerare estremi i giudizi troppo
negativi su Dylan, la band e i suoi concerti. E' evidente che non si
può chiedere a Dylan concerti in stile Rolling Thunder Revue, ma è
altrettanto evidente che si possa quantomeno chiedergli di avere un
minimo di rispetto per chi macina chilometri e paga il biglietto per
poter assistere ad un suo concerto. E' vero, andare o meno ad un
concerto di Dylan è libera scelta di tutti, si può semplicemente fare
come ho fatto io quest'anno, ovvero evitare di andarci, ma è
altrettanto vero che chiunque chieda del denaro per offrire in cambio
un servizio, deve rispettare se stesso e chi quei soldi paga e
quantomeno dovrebbe provarci ad offrire quel servizio. Dylan sembra che
neppure ci provi.
Forse a lui stà bene così. Forse la colpa non è solo
sua. Se è vero che i suoi ultimi concerti sono mediocri, se è vero che
si sà che questo è l'andazzo anche per i prossimi concerti, allora
nessuno dovrebbe più andare ad un suo concerto e forse Dylan capirebbe
che questa volta non è come a Newport nel 1965 quando venne fischiato e
insultato per aver osato suonare elettrico, non è come a Londra nel
1966 quando gli venne urlato "Giuda" perchè considerato traditore del
folk e dei movimenti di protesta, no, questa volta il pubblico ha
dannatamente ragione e lui ha torto, torto marcio.
Con Michele ho
parlato più volte in queste pagine dei diversi concerti di Dylan a cui
ho assistito. Su tutti ricordo qualche anno fa un concerto a Como e poi
uno al Forum di Assago. A Como a me era bastata "Every grain of sand"
per rendere memorabile la serata, e ad Assago mi aveva gelato il sangue
nelle vene la sua "Nettie Moore" sussurrata/gracchiata in un silenzio
irreale. Non so se era la mia Dylaniante passione a rendere grandi
quelle due interpretazioni, ma so che a tanti quelle stesse canzoni
hanno fatto lo stesso effetto e ad altri magari no.
Quello che voglio
dire è che è tutto vero: Dylan nei suoi ultimi concerti è il fantasma
di se stesso, un se stesso troppo immenso per poter sopportare ciò che
la sua immagine riflette nel Never Ending Tour. Ma Dylan ha dato tanto,
tantissimo, a migliaia di persone, forse addirittura milioni. So bene
che è scorretto vivere di rendita, ma so anche che, nei suoi concerti,
non c'è solo chi -giustamente- si lamenta. Ci sono anche persone che
hanno il sangue di "Blood on the Tracks" che gli scorre nelle vene, ci
sono persone che si chiedono ogni giorno quante strade deve percorre
un uomo prima di poterlo chiamare uomo, ci sono persone che ancora oggi
si commuovono nel ricordare come una sola frase di una canzone di Dylan
abbia dato loro per la prima volta voce e dignità, ci sono persone che
ancora oggi urlano a se stessi davanti allo specchio "How does it
feeeeeeeeeeeeeeel???" e quell'urlo li libera da ogni dolore, ci sono
persone che hanno perso la loro "Nettie Moore" lungo il cammino e ci
sono persone che hanno trovato la loro "Sad-eyed lady of the lowland"
quando ormai avevano perso ogni speranza, ci sono persone che si
svegliano tutti i giorni ascoltando "Stuck inside the Mobile with the
Memphis blues again" e tanto basta per riempirli di energia, ci sono
persone che la notte alzano gli occhi al cielo cercando una "Shooting
star" a cui aggrapparsi per ricominciare, ci sono persone perdute
dentro "Desolation Row" e hanno solo Dylan dalla loro parte...Tutte
quelle persone vanno ai concerti di Dylan perchè sentono una
gratitudine immensa nei suoi confronti. Tutte quelle persone, anche se
hanno davanti il Dylan moribondo dei nostri giorni, dentro di loro
riescono comunque a viverlo come il Dylan di "Hard Rain".
Con questo
non giustifico l'atteggiamento di Dylan nei suoi concerti, ma
giustifico e capisco chi riesce comunque ad emozionarsi ai concerti del
Dylan fantasma di oggi.
Non saprò mai quante strade deve percorre un
uomo per poterlo chiamare uomo, ma so che le strade più belle ed
emozionanti della mia vita le ho percorse anche grazie a Bob Dylan e
niente potrà mai cancellare tutto questo.
Marco on the Tracks.
ps: ti ringrazio Mr Tamburine se hai avuto la pazienza di leggermi
e ti ringrazio per aver preso sulle spalle il non facile fardello di
far continuare a vivere il più significativo e sconfinato sito di Bob
Dylan di tutti i tempi.
So che non dovrei, ma non riesco a non
rivolgere anche due parole a Michele: grazie anche a te, Napoleon in
Rags, per il tuo immenso lavoro. Sai bene che Bob Dylan non è
semplicemente un songwriter, non è soltanto un poeta e forse non è
neppure mai stato un cantante di protesta. Bob Dylan è molto, molto di
più. Avere un punto di riferimento come questo sito è qualcosa di cui
non potremo mai ringraziarti a sufficienza.
Michele, ci hai dato giù
pesante con l'ultima tournè di Dylan e in buona parte ti do
assolutamente ragione(sulla scaletta, su Dylan, sulla band, sul
rispetto verso chi assiste al concerto, sui concerti mediocri, sui
troppi concerti consecutivi). Anche io vorrei un Dylan non più NEPT [
Never Ending Poor Tour] ma quel Dylan che non c'è io lo sento comunque
vivere dentro di me, e tanto mi basta.
Caro Michele, talvolta facciamo
scelte che tanti non capiscono o fraintendono ma, non avendo
disponibile altra scelta che quella, che ci piaccia o no, che piaccia o
meno a chi ci segue e ci stima, quella è l'unica strada possibile da
percorrere. Amo troppo l'artista Dylan per credere che il suo NE(P)T
sia solo un modo come un altro di far soldi schiacciando a casaccio i
tasti di una grottesca pianola giocattolo. E lo amo troppo anche per
credere che l'uomo Dylan se ne freghi del tutto del suo pubblico. Ma
l'amore è cieco, si sa...Forse non ho capito niente e le mie sono solo
parole che soffiano nel vento.
Caro Marco , le parole , è vero , a
volte soffiano nel vento , ma prima o poi si posano da qualche parte e
lasciano il segno . Il tuo discorso su Dylan è fantastico , mi chiedo
perchè non scrivi più spesso , il talento non ti manca , mi chiedo
perchè non hai mandato questo scritto al sondaggio Pro e Contro .
Leggendoti ho avuto l'impressione di leggere le mie parole,
cose che sia io che Michele abbiamo detto e ripetuto fino alla nausea .
Lo scopo del sondaggio era proprio questo , che qualcuno facesse il
bellissimo discorso che hai fatto tu in questa mail. Io l'avevo già
suggerito che leggendo fra le righe delle mail il succo del discorso pro
e contro era proprio questo , con tutte le giustificazioni per Dylan ,
ma ci sono cose inaccettabili che tu elenchi perfettamente . Ti ricordo
, e lo voglio aggiungere al tuo discorso , la scena pietosa nell' Hotel
di S.Vincent o di Aosta ( non mi ricordo bene dove fosse
alloggiata la troupe di Dylan , ma non ha una grossa importanza ) dove
Dylan ha fatto ( a mio avviso molto ingiustamente ) prendere un
cazziatone micidiale ad un povero cameriere solo perchè si era permesso , incontrandolo in corridoio , di dire " Hi Bob" . Certo ,
lui aveva
proibito al personale dell'Hotel di rivolgergli la parola , e da allora
continuo a chiedermi che senso ha una richesta del genere e perchè cazzo ha fatto una stronzata del genere
?. Tutti abbiamo i nostri momenti no , ma almeno io cerco di non farli
pesare sulla schiena degli altri. Anche il ripetto per il pubblico che
paga è una cosa importante , Sua Bobbità chiede Euri 240.000 a concerto
, e forse a lui non gliene frega più di
tanto , la gente va ugualmente ai suoi concerti anche se la qualità
degli stessi non è più cioccolato.......capisci cosa intendo dire ? ).
Ma non c'è soluzione , leggi le recensioni dei concerti sul sito ,
recensioni fatte da gente che va ai concerti e manda la propria opinione
a Bob Link . Io le traduco e le pubblico , ma Santo Dio , quante idiozie
ho dovuto pubblicare ! Va bene che ognuno è padrone di pensarla come
vuole , ma penso ci sia un limite alla decenza , fanno testo le
recensioni del concerto di Mashantucket, Connecticut , dove uno ha visto
e sentito un concerto meraviglioso e l'altro dice che non si capivano
nemmeno le canzoni tanto il suono era pessimo , allora , la colpa non
era certo di Dylan se il suono era disastroso , ma , a parte il discorso
Dylan , non puoi vedere un
concerto meraviglioso e uno schifoso nello stesso momento, dove è andata
a finire la coerenza ?. Queste recensioni
lasciano un pò il tempo che trovano , vanno bene a livello di curiosità
, tanto l'idea esatta l'avevamo già in testa , ed i concerti italiani di
quest'anno ce l'hanno confermata. Non credo che ci possano insegnare a
valutare Dylan , e nemmeno vogliamo imparare da altri , ci bastano le
nostre idee , e se le manifestiamo è perchè siamo convinti di quello che
pensiamo , mentire non serve a nessuno ,
nemmeno a Dylan. Come dici tu non c'è altra strada da percorrere ,
abbiamo vissuto tutti l'arte di Dylan , ognuno a modo nostro , ognuno
con le proprie emozioni , e se oggi le cose stanno così OK , le
accettiamo , ma almeno da noi , a differenza che in Cina , possiamo dire
che quello che vediamo e sentiamo non ci piace , e tutto questo senza
nulla togliere al valore dell'opera e dell'arte di Bob. A favore di Bob
dirò che di solito la gente preferisce il sole che sorge invece di
quello che tramonta , ma certi tramonti sono meravigliosi , da lasciar
senza fiato !
Infine ti ringrazio , anche a nome
di Michele , per le belle parole che hai espresso nei nostri confronti e
verso il sito che , sempre e costantemente con passione , portiamo
avanti giorno per giorno per tanti appiassionati come te e come noi ai
quali Dylan ha detto , dice e dirà ancora molto . Ciao , alla prossima ,
Mr.Tambourine
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5400
Ciao Mr. Tambourine.
ti racconto, anzi vi racconto un aneddoto che mi
ha riferito un amico di Aosta, grande fan di Totò come il sottoscritto
per inciso, relativo al concerto di Bob ad Anzio nel 2001. Lui era nel
backstage perchè è un carabiniere e stava facendo servizio d'ordine in
quell'occasione. Allora erano tutti lì che aspettavano sua bobbità. Ad
un certo punto arriva Dylan, si siede e si fa portare una banana, la
sbuccia e se la mangia con gusto. Poi allunga una mano verso una
bottiglia di whisky e se ne fa un bel gotto.
Passa qualche minuto
mentre Bob si intrattiene ancora nel backstage. Poi ecco che spunta
un'altra banana e giù anche quella. E dopo ecco un altro bel sorsone di
whisky.
Il mio amico comincia a chiedersi dove voglia arrivare Bob...
Per farla breve tra un frutto e l'altro la bottiglia si svuota... Una
domanda... Chi ha assistito al concerto di Anzio ha avuto l'impressione
che Bob fosse un po' brillo? Se no vuol dire proprio che l'alcol lo
regge davvero bene... Non è che i concerti attuali sono mosci perchè ha
smesso di bere?
Ciao,
Michele "Napoleon in rags"
ps: e comunque qui ad
Aosta il pomeriggio del concerto di Chatillon mi sono passati davanti
al negozio i membri dello staff di Bob (l'orientale che tutti ben
conoscono ed il signore con la barbona, idem) e avevano in mano un bel
po' di buste piene di grappa e altri liquori comprati in un negozio
poco più avanti del mio... Lo portavano a Bob? Chissà...
Ciao Nap , ho cercato notizie sul
concereto di Anzio , non ho trovato notizie di Dylan alticcio , però ,
riportate sotto in blu , ci sono due recensioni tratte dagli archivi di
Maggie's Farm che mi rimandano a quanto detto più volte a proposito
delle recensioni dei concerti , qui ne abbiamo due e sono totalmente
diverse........pare che quando si va ad un concerto di Dylan ognuno veda
il suo concerto personale , e questo difetto si può constatare nelle
recensioni del recente tour europeo e attualmente da quello americano.
Non so come giustificare questa cosa e nemmeno come valutarla , a
Chatillon tu c'eri , hai visto quello che hai visto e l'hai riportato ,
eppure qualcuno non era d'accordo con te , forse aveva anche lui visto
un'altro concerto ???? Non so che dire , questa è una matassa che non si
riesce a sbrigliare , la Dylanite è una malattia dura da guarire , ti da
allucinazioni come la cannabis......io ho cercato di farlo attraverso il
sondaggio Pro e Contro , e sotto sotto , ma molto sotto e fra le righe ,
la verità comincia a venire a galla........i concereti mosci , le
scalette noiose , Dylan senza voce , Ok , Dulan ha imboccato il viale
del tramonto ? Questa è l'impressione generale.......ma can Bob non si
sa mai.....potrebbe smentirci tutti da un momento all'altro , e
sinceramente io lo spero , mi piacerebbe ritrovare il Dylan anni 70/80 ,
sò che è impossibile , ma io continuo a sperare !
ANZIO
BY BRUNO
Caro Napoleon e cari Maggiesfarmiani,
le mie impressioni del concerto di Anzio (o forse per meglio dire dei
concerti di Bob in generale) sono un po' diverse da quelle entusiastiche
che
leggo su Maggie's Farm e altrove.
Ribadisco, a scanso di equivoci, che amo Dylan da circa 25 anni. E anche
se
non vado in tournee con lui, ho visto praticamente TUTTI i concerti che
Bob
ha tenuto a Roma (dal primo, in cui nientedimeno che *Santana* gli
faceva da
"gruppo spalla", fino a quello dell'altro giorno).
Ora leggo che Anzio e' stato uno dei migliori concerti di questa tournee
italiana e non so se essere contento o dispiaciuto ... Contento perche'
forse ho visto quanto
di meglio oggi Dylan puo' offrire dal vivo, dispiaciuto perche' non
posso
dire di essere soddisfatto.
E non parlo del fatto che, comprandolo tramite Internet piu' di un mese
fa,
ho preso il biglietto sbagliato e ho visto il 90% del concerto da un
distanza pazzesca (80-100 metri circa). Avrei infatti pagato volentieri
il
doppio ma per assistere dalle prime file, come mi e' capitato le altre
volte. Se ami Dylan non puoi fare a meno di stargli vicino quanto piu'
possibile per guardarlo negli occhi (a proposito: chi hanno messo a fare
la
security? I Black Block?!).
Da tale distanza il mio giudizio forse e' stato meno influenzato dalla
presenza in carne ed ossa del mito. Ho anche riascoltato il concerto
durante
il viaggio di ritorno, avendolo registrato su cassetta.
Ad Anzio Bob ha inanellato una serie impressionante di canzoni, tra le
migliori del suo repertorio. In teoria una scaletta del genere dovrebbe
dare
luogo ad un concerto epocale.
E allora cos'e' che non va? E perche' tanti (normali) spettatori escono
insoddisfatti?
Sempre piu' spesso leggo sui giornali (e sento ripetere qua e la' a
pappagallo):
"Dylan da vivo riarrangia ogni volta le sue canzoni, le rende uniche,
irriconoscibili etc. etc." e tutti sembrano rassegnati a questa verita',
pensando soddisfatti di aver colto il bandolo della matassa... Ma il
problema vero, a mio modo di vedere, non sta in questo quanto nel fatto
che
queste benedette versioni, nell'80% per cento dei casi, sono proprio
brutte.
A mio avviso, da un punto di vista strettamente musicale, il concerto
soffre
di una serie di carenze. So che scatenero' un fuoco di fila... ma per
amore della verita'
dico solo quello che penso.
Gli arrangiamenti sono inesistenti. Da questo punto di vista l'unica
eccezione e' stata "Tryng To Get To Heaven", sicuramente la piu' bella
canzone della serata, in
quanto arrangiata, eseguita e cantata in maniera eccellente. Ma per il
resto
l'impressione e' quella di una improvvisazione continua, sulla falsariga
ora
di un blues (generico), ora di un rock (generico), etc. con l'effetto
finale
di ascoltare una garage band di quindicenni alle prese con i classici
del
rock. A mio avviso l'improvvisazione necessita di musicisti con le
spalle
molto piu' larghe, e comunque puo' andare bene solo se viene modulata
attorno a solidi arrangiamenti.
I musicisti. Non posso dire di essere stato colpito, se non dalla
batteria
di David Kemper, che ho trovato *eccelsa*. I bassi di Garnier sono piu'
che
onesti. Cio' che manca, IMHO, sono proprio le chitarre, e (tralasciando
per
ora gli improbabili assoli di Dylan) non mi sento di fare distinzione
tra
Sexton e Campbell. Il sound e' quanto di piu' scontato e poco fantasioso
si
possa sentire. Ora, per un concerto armonicamente dominato dalle
chitarre ci
si aspetterebbe parecchio di piu', dato che non ci sono ne' fiati ne'
tastiere a coprire buchi o a fare tappeto.
Gli assoli di Dylan. Per quanto mi sforzi non riesco a capire la
pervicacia
di Bob nell'intraprendere, ad ogni pie' sospinto, assoli di cui
francamente
non si sente alcun bisogno. Ormai nemmeno pentatoniche, le scale di Bob
si
riducono a monotoniche con incessante presenza della dominante (mi pare
si
chiami cosi' quella nota che si "intona" con qualsiasi accordo
sottostante).
La voce di Bob... Ho avuto spesso l'impressione che lo sforzo di Bob dal
punto di vista vocale si limitasse alla prima strofa. Come dire:
"ragazzi,
sentite come sarebbe bella questa se ve la cantassi cosi'...", ma gia'
dalla
seconda strofa rieccolo a strascicare monotono sulla fine dei versi. Ho
notato che anche De Gregori, negli ultimi anni, ha copiato questo strano
vezzo di Bob, e voglio dirlo una volta per tutte: e' la cosa che secondo
me
rovina proprio tutto.
Eppure sappiamo che Bob sa cantare ancora in maniera eccelsa, e con Time
Out
Of Mind ce lo ha dimostrato. Se "Trying To Get To Heaven" e' stata la
vera
perla della serata lo si deve proprio al fatto che Bob, in quel caso HA
CANTATO DAVVERO, senza limitarsi alla prima strofa.
Se Bob cantasse dal vivo in quel modo che solo lui sa fare potrebbe
reggere
tre ore di concerto da solo con chitarra e armonica. Sono sicuro che
prima o
poi se ne rendera' conto
e allora assisteremo ai migliori concerti del terzo millennio.
Che dirvi :-)
So che scrivere queste cose su Maggie's Farm e' come scendere nella
fossa
dei leoni.
Ma dove potrei scriverle altrimenti?!
E l'amore per la verita' e' la cosa piu' importante che Bob mi ha
insegnato.
-----------------
Ad Anzio fin dall’inizio, dalla prima nota, dalla prima parola
pronunciata si è compreso che Bob era tornato. E in gran forma, aveva
voglia di suonare e scherzare, la scaletta eterogenea ci ha soddisfatto
tutti, e gli arrangiamenti di alcune canzoni erano esemplari. Vorrei
fare un piccolo excursus a riguardo, si potrebbe dire che Dylan avrebbe
la possibilità di ripubblicare Time out of mind, in quanto tutte le
canzoni di quel disco sono state completamente rifatte. A cominciare da
Love sick più rock, poi è toccato a Can’t wait , ricordate l’anno scorso
da rock blues è diventata un fantasma del jazz, poi Cold Irons Bound il
momento alto di Pescara, alla canzone è stato tolto il basso e riempita
di schitarrate che l’hanno esaltata, poi ho notato a Perugia che Bob ha
inserito un giro di accordi a ‘Til i fell in love with you dandole
qualcosa che le mancava e infine per bellezza cito il capolavoro di
Anzio Tryin’ to get to heaven, gli accordi sono tutti cambiati, molti
sono semidiminuiti e l’hanno resa magnifica, ora la potrebbe cantare
Nina Simone, e Dylan l’ha cantata in un modo così dolce. Lo stesso lo ha
fatto per don’t think twice e Absolutely sweet Marie.
Massimouse
Credo
che la questione Dylan-tramonto rimanga aperta per lungo tempo
ancora........la parola ai nostri Maggiesfarmers.
Mr.Tambourine
|
I RIFERIMENTI A DYLAN NEI ROMANZI O IN
ALTRE OPERE LETTERARIE
Vuoi contribuire ad
allungare la lista sottostante? Segnala a spettral@gmail.it i romanzi, i
racconti o le altre opere letterarie in cui viene citato direttamente o
indirettamente Bob Dylan .
- "Scimpru "
di Roberto Valentinii, dove Dylan è citato due volte
- "Achille piè veloce"
di Stefano Benni, dove il cantante preferito della ragazza del
protagonista è, per l'appunto, Dylan.
-
"Music Box", Curcu&Genovese, Trento, 2006. ( Marc Pontoni )
- "Nel momento" di Andrea De Carlo
- "Alta fedeltà" di Nick Hornby
- "La spia e la rockstar" di Liaty Pisani, Fazi, 2006
- "L'era del porco" di Gianluca Morozzi, Parma, Guanda,
2005
- "Scirocco" di Girolamo De Michele, Torino, Einaudi,
2005
- "Giorni di un uomo sottile" di Ernesto Aloia nella sua
raccolta "Chi si ricorda di Peter Szoke?", minimum fax 2003
- "La ragazza dai capelli di cobalto" di Gianluca
Morozzi, nell'antologia di vari autori "Strettamente Personale", ed.
Pendragon, 2005.
- "L'Emilia o la dura legge della musica" di Gianluca
Morozzi - Guanda
- "Tokyo blues" di Murakami Haruki - Norvegian Wood
(trad. ital. Milano, Feltrinelli)
- "Dance dance dance" di Murakami Haruki (trad. ital.
Torino, Einaudi)
- "La Torre Nera" di Stephen King
- "I giorni felici di California Avenue" di Adam Langer
- "Per sempre giovane" di Gianni Biondillo, edizioni
Guanda - 2006
- "Americana" di Don de Lillo
- "Denti bianchi" di Zadie Smith
- "La Danza del Pitone", di Norman Silver
- "Troppi paradisi" di Walter Siti, Einaudi
- "La fortezza della solitudine" di Jonathan Lethem
(Tropea)
- "Siamo tutti nella stessa barca" di Owen King
(Frassinelli)
- "Come dio comanda" di N. Ammaniti (Mondadori)
- "Accecati dalla luce" di Gianluca Morozzi (Fernandel)
- "Chi è quel signore vestito di bianco vicino a Bob
Dylan?" di Gianluca Morozzi ("Vertigine", numero unico - 2006)
- "Il cielo sopra Parigi" di Teo Lorini (Fernandel n.
58)
- "Venerati maestri" di E. Berselli (Mondadori)
- "Zona disagio" di Jonhatan Franzen (Einaudi)
- "Una vita da lettore" di Nick Hornby
- "Ragionevoli Dubbi" di Gianrico Carofiglio - Sellerio
editore
- "31 Canzoni" di Nick Hornby
- "Questa scuola non è un'azienda. I racconti del prof.
Bingo" di Vittorio Vandelli
- "I ponti di Madison County'' di R. J. Waller
- "La cultura del controllo" di David Garland
- "Il paese mancato" di Guido Crainz
- "Paura e disgusto a Las Vegas" di Hunter S. Thompson
- "L'ultima tazza di caffé" di Teo Lorini (da "Posa 'sto
libro e baciami" - ed. Zandegù, Torino 2007)
- "Small world" di David Lodge
- "In cerca di te" di John Irving
- "Mi ammazzo, per il resto tutto ok" di Ned Vizzini,
Mondadori.
- "Parlami d'amore" di Silvio Muccino e Carla Vangelista
- "Memorie di un artista della delusione" di Jonathan
Lethem (Minimum fax)
- "Boccalone. Storia vera piena di bugie" di Enrico
Palandri, Milano, L'erba voglio, 1979 (ristampato da Bompiani)
- "Vedi alla voce Radio Popolare", a cura di Sergio
Ferrentino con Luca Gattuso e Tiziano Bonini, Milano, Garzanti, 2006, p.
240 ("Live In Paris - 1978").
- "Jim ha cambiato strada"(1987) di Jim Carroll.
Edizione originale "Forced Entries:The Downtown Diaries 1971-1973",
traduzione italiana: Milano, Frassinelli, 1997.
- "Desperation" di Stephen King
- "La bambola che dorme" di
Jeffery Deaver, trad. ital., Milano, Sonzogno, 2007.
- "Testadipazzo-Brooklyn senza madre" di Jonathan
Lethem (Tropea, e in ed. tascabile Saggiatore)
- "Questo libro ti salverà la vita" di A.M. Homes
- "A long way down" (tradotto in italiano con "Non
buttiamoci giù") ed. Guanda.
- "La gloria dell'indigente" di Davide Imbrogno -
Ibiskos Editrice Risolo
-
"Hellbook" di
Michele Murino (ovvero "X-Files Bob")
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