Finito il Tour 2015 cominciano a circolare le prime voci sulle date dei
concerti 2016.
Secondo una fonte giapponese, un tour primaverile nel del paese del Sol
Levante potrebbe essere probabile. Dopo una settimana di voci, tre
potenziali spettacoli presso la Festival Hall di Osaka sono "sempre più
probabili" secondo la fonte. Le date di Osaka sarebbero 11, 12, e 13
Aprile.
E’ noto che Dylan fece il suo primo tour in Giappone nei primi mesi del
1978. In concomitanza con questo tour, una retrospettiva di 3 LP fu
pubblicata in Giappone e in Australia nel marzo dello stesso anno,
seguita nel mese di agosto dal disco “Bob Dylan at Budokan”, registrato
a Tokyo, durante i primi due spettacoli di un set di cinque shows in
quella sede. Al principio “Bob Dylan at Budokan” fu disponibile
esclusivamente in Giappone, ma sulla scia del massiccio successo l'album
venne pubblicato in Australia e Nuova Zelanda, e dopo ampie vendite
venne pubblicato in tutto il mondo nell' Aprile del 1979.
Dylan fece altri tour in Giappone nel 1986, 1994, 1997, 2011, e 2010.
L’ultimo tour in Giappone fu nella primavera del 2014.
Naturalmente, nulla delle eventuali date del 2016 è ancora stata
confermata.
Harold Lepidus - "Bob Dylan Examiner"
(Fonte:
http://www.examiner.com/article/report-bob-dylan-rumored-to-tour-japan-2016)
Carissimo Mr.Tambourine,
La Maggie’s Farm Southern Band accompagnerà l’inaugurazione del
temporary store di Emergency a Napoli. Cercheremo di tenere alto il nome
della Fattoria….
Salutoni, Antonio.
Son sicuro che farete
più che bene! Un saluto a tutti i band-members, live long and prosper,
Mr.Tambourine
Probabilmente la sua musica mi ha
accompagnato fin da piccola....probabilmente ho sentito più il suono
della sua armonica che qualsiasi altra melodia....si perche a meta dei
'70 lui era più che presente.
La sua musica fa parte del mio codice genetico....ma ho aspettato fino a
quest' anno per conoscere ciò che già mi apparteneva.
Così dopo aver mancato all' appuntamento di Lucca non ho dubitato nell'
organizzare fin da Luglio l' appuntamento autunnale.
C' eravamo anche noi lì in terza fila a pochi metri da Bob....io e mia
figlia di 19 anni....anche lei con in testa le melodie e le parole che
hanno fatto storia.
Cosa posso dire: MERAVIGLIOSO.
E' stato uno spettacolo coinvolgente...la passione è arrivata....gli
applausi.....e sperare che il nostro Amore sia arrivato a quest' uomo
che pur cantando Sinatra resta Bob....Ho solo una domanda.......tornerà?
A presto......Sarà
Certo che
tornerà!!!!!! No boubts!!!!!! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Questo tale, legittimamente presuntuoso, scrive il suo legittimo
articolo e io, mediocre qualunque, potrei anche scovarci concordanze. Ma
- c'è un ma - mi scade nel momento in cui leggo "un'ideale". Un'ideale.
Con l'apostrofo.
Ora. Di fronte a un gigante che ha scritto buona parte della storia
musicale del 900, è accettabile una critica da uno che lo apostrofa
senza saper usare l'apostrofo? Iannacci, o come ti chiami: quando saprai
mettere su carta la decima parte dei primi versi di A Hard Rain's
a-gonna fall, tanto per dirne una, ti crederò. Nel frattempo, studia la
grammatica.
Caro Rocco, quella da te segnalata non è
l’unica imprecisione in quell’articolo. Ne trovi un'altra quando scrive:
"Dylan finisce qui, dopo un' oretta e mezzo scarsa di show, con venti
canzoni interpretate con calore ma che sono pur sempre la metà, in
termini numerici, delle 40 che offre il suo coetaneo Paul McCartney nei
concerti". Paul è nato a Liverpool il 18 giugno 1942, Bob a Duluth il 24
maggio 1941, quindi non sono coetanei.
Anche la frase: "Lo si può fare senza essere tacciati di essere di
malafede ma," suona non giusta, credo che la dizione esatta sia "essere
in malafede" e non "di malafede", come dice l'enciclopedia Treccani:
http://www.treccani.it/vocabolario/malafede/ -
"malaféde (o mala féde) s. f. (solo al sing.). –
Nel linguaggio com., la condizione di chi inganna consapevolmente (il
contrario di buona fede): la sua m. sarà smascherata; essere in m.;
parlare, comportarsi in malafede".
C'è poi un'altra piccola imprecisione quando scrive: "quel che "non"
abbiamo né visto né sentito durante l' oretta e mezzo scarsa dello show,
ennesima replica del celebrato Never Ending Tour che il bardo di Duluth
porta avanti da un ventennio".
L'attuale tour si
chiama: "Bob Dylan 2015 Tour".
La denominazione Never Ending Tour è stata coniata dal giornalista
Adrian Deevoy nell'intervista con Dylan al magazine Q del dicembre 1989.
Il critico Michael Gray ascoltò la registrazione dell'intervista, e in
“The Bob Dylan Encyclopedia” scrisse che il nome fu Deevoy a suggerirlo:
AD: Dimmi dei concerti. Sei andato dritto
in questo tour, un tour praticamente entra all'interno di quello dopo.
BD: Oh, è tutto lo stesso tour.
AD: È il Never Ending Tour?
BD: (senza entusiasmo) Sì, sì»
Dylan ha sempre avuto scarsa considerazione della denominazione “Never
Ending Tour”. Nelle note dell'album World Gone Wrong (1993) ha scritto:
«Non stupitevi per le chiacchiere sul Never Ending Tour. C'è stato un
Never Ending Tour ma è finito nel '91, quando il chitarrista G.E. Smith
se ne andò.
Ulteriore sfumatura imprecisa: "C' è spazio per l' inattesa Autumn
Leaves, cover di Le foglie morte prima degli stiracchiati bis". Autumn
Leaves è la cover di "Les feuilles mortes", canzone composta nel 1945 da
Joseph Kosma con i versi di Jacques Prevert, e quindi non è la cover di
"Le Foglie Morte".
A debole difesa del Sig. Iannacci devo confessare che anch’io in questi
anni di maggiesfarm ho scritto tanti strafalcioni o errori di grammatica
madornali, non per ignoranza ma per fretta, o per una svista, o perchè
davo per sottinteso che un altro avrebbe capito quello che avevo in
mente io.
Perciò da questo punto di vista, pur rilevandone le imprecisioni, non mi
sento di accusarlo di niente. Non mi è piaciuta la sua recensione ma
questo è un giudizio personale, così come non sarà piaciuta a molti
altri ed invece potrebbe essere stata condivisa da moltissimi altri. Pur
non condividendo non dimentichiamo mai che ognuno ha diritto alle
proprie opinioni, anche se creano disappunto in qualcun’altro.
Anna Mae Bullock, born in Nutbush, Tennessee,
november 26, 1939, stage name Tina Turner
Giovedi 26
Novembre 2015
Talkin' 9705
- massimo.ottaviani
Tutta colpa di Bukowsky.
Ho provato a stargli lontano, come da più di un mese sto lontano ad
alcol e tabacco.
Ma non ce l’ho fatta, qualcosa mi ha spinto fin qui, fino a Milano, fino
ad assistere all’ultimo concerto di Dylan.
L’ultimo di quest’anno, forse.
Espiazione delle colpe, le mie, di Massimo Barabba Ottaviani.
Deve essere questo quel qualcosa.
Da quando le acque sgorgate da sotto il Tempio mi sono arrivate prima
alle caviglie, poi alle ginocchia, ed infine proprio sotto il naso.
Acqua alta.
E non ho mai imparato a nuotare.
Spesso sa-ta-na viene mascherato da uomo di pace, spesso da donna.
Ti accusa, ti punta il dito contro, è un avversario, ma uno come me ci
casca sempre.
Alle Terme di Caracalla era seduto non molto distante, alla mia
sinistra, come Dimaco.
A Lucca il suo spirito aleggiava sopra di me e alla statua di Maria
Luisa di Borbone.
Così per tentare di ripulirmi l’anima da una storia che mi ha sporcato
più del previsto mi carico la schiena con una nuova sofferenza, il
concerto autunnale di Bob, per l’appunto.
E per rendere la cosa ancora più odiosa decido di prendere il “Tacito”,
unico treno che parte da Terni e arriva dritto dritto a Milano.
Parte alle 5:05, orario veramente disgustoso per me, impiega più di
sette ore e puzza come puzzano tutti i treni.
Taglia l’Umbria da sud a nord, fino ad Assisi è buio, poi l’alba toscana
mi regala colline già imbiancate di neve.
Mi porta dal versante tirrenico a quello adriatico oltrepassando gli
Appennini.
E mi ritrovo in un’altra realtà, un altro universo, sembra quasi che qui
manchi la terza dimensione.
La pianura Padana mi mette sempre un pò a disagio, ho sempre avuto
montagne intorno.
Ecco Milano, neanche la vedo, per il momento.
Vado subito al mio stupido stupido hotel, solita dormita pomeridiana,
sopralluogo al teatro verso le 17.00, rientro in hotel, cena con un
panino e poi finalmente il concerto.
Bello.
Niente di diverso o quasi da Roma e Lucca di quattro mesi fa, solo il
mio stato d’animo, decisamente migliore, il che è tutto dire.
All’uscita per tornare in hotel giro verso il retro del teatro, dove
sono parcheggiati i tir rock’n roll trucking.
C’è un pò di gente davanti ad uno nero, mi fermo a guardare anch’io.
Vedo arrivare nell’ordine e in tempi diversi: George Recille, Stu
Kimball, Tony Garnier e per ultimo Charlie Sexton, che ha smesso di
tingersi i capelli.
Sorridono e stringono le mani a chi gliele allunga, Tony addirittura
abbraccia e bacia una ragazza che lo aveva chiamato, si capisce che si
conoscono.
Forse arriva anche Bob, penso.
Niente, mancato anche stavolta, il tir parte con al seguito due auto di
fan che strombazzano e gridano dai finestrini.
Magari è entrato per primo e l’ho perso per un soffio, magari no.
Sicuramente no.
Me ne torno in hotel, scrivo le mie impressioni a Maya che non ne può
più di sentirmi parlare di Dylan, poi mi metto a dormire.
Lunedì.
Bella Milano sotto la pioggia.
Piroette di sabbia e le guglie del Duomo, differenza tra pietra e le
voglie di un uomo.
Faccio un giro, ho il treno alle 17:45.
Viaggio notturno di ritorno, alle 1:00 sono a casa.
Felice, alla fine.
Caro Mr. Tambourine, in teatro quando ti ho detto “forse ti scrivo
qualcosa”, tu mi hai risposto “mandami una recensione del concerto”, ma
se ne scrivono talmente tante e tutte giuste e appropriate.
Una cosa però ci tengo a dirla: domenica sera Bob ha suonato la chitarra
meglio di come non avesse mai fatto prima.
Un saluto, Massimo Barabba Ottaviani
Va benissimo anche
così caro Barabba, ho apprezzato la tua scelta di essere diverso e di
uscire dal gregge! Non ti ringrazierò mai abbastanza per Barolo, e sono
stato davvero contento di rivederti agli Arcimboldi. Chissà dove ci
vedremo la prossima volta. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr. Tambourine,
sono ancora sotto l'effetto dello splendido concerto di domenica scorsa.
Tra le tante recensioni che ho letto (mi sono permesso, e spero non me
ne vorrai, di linkare la tua - ovviamente accreditandola - sul mio
profilo facebook) quella al link seguente è a mio parere tra le
migliori:
Ciao Mr Tambourine,
nel mio blog dedico ogni mese un pezzo a un disco che per varie ragione
è stato oscurato nel tempo ma che ritengo ugualmente interessante a
dispetto del suo destino. Questo mese parlo di Planet Waves. pero che
possa tu e i lettori di MF possano gradirlo.
Devo farti i migliori
complimenti, l'arte dello scrivere fa parte del tuo DNA. Mi è piaciuto
moltissimo ed ho apprezzato tanto il tuo saggio sul diciamo a torto
accantonato Planet Waves. Spero non ti arrabbierai se ricopio il tutto
(naturalmente con indicata la fonte) nella rubrica Come Writer & Critics
negli archivi della Fattoria in compagnia dei più bei saggi dylaniani.
Sono certo che tutti gradiranno il tuo lavoro. Se decidi di fare altre
analisi di questo genere ti prego di non dimanticarti di noi affamati
Maggiesfarmers. Un abbraccio, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledi
25
Novembre 2015
Talkin' 9702
- notdarkyet
Caro Mr. Tambourine,
ho letto le recensioni dei concerti recenti che hai segnalato. Tra
queste, quella di Leonardo Iannacci, il quale, a proposito del primo
concerto bolognese di Bob Dylan, ha parlato di «tradimento» e di «presa
per i fondelli» nei confronti del pubblico, lamentandosi di parecchie
cose, a partire dal prezzo dei biglietti (inferiore, in ogni caso, al
costo di un abbonamento al giornale per cui scrive) per finire con la
(presunta) brevità del concerto: ma come? - si chiede il critico - Paul
McCartney canta 40 canzoni a sera e Bob Dylan solo 20? Come se il valore
della poesia si potesse misurare un tanto al metro: no comment. In
breve, Dylan non avrebbe più nulla della “gloria” che ha avuto in
passato ed è oggi per il critico non più che il «monumento un po' bolso
della poesia in musica».
A Bologna, quella sera, c'ero anch'io. Vicinissimo, oltre che a Romano
Prodi e signora, al palcoscenico come forse mai ero stato prima, e le
mie impressioni sono molto diverse dalle sue. Non stravedo per il Dylan
degli ultimi tempi, soprattutto quando ripropone a suo modo alcune delle
canzoni che furono cantate da Frank Sinatra. Penso però che assistere
oggi a un concerto di Bob Dylan con la speranza di ascoltare, che so?,
canzoni “tarantolate” come quelle del tour del 1974 con Robbie Robertson
e soci, oppure di ritrovare l'energia della “Rolling Thunder Revue”, non
solo sia irragionevole, ma abbia a che fare più con noi stessi e con la
nostalgia di quello che siamo stati in passato che con l'artista che si
esibisce sera dopo sera, anno dopo anno, e che appare giustamente ben
determinato a non riproporre l'impossibile fotocopia del sé stesso di un
tempo, che potrebbe essere solo una caricatura. Se non teniamo conto di
questo, ci condanniamo da soli all'insoddisfazione, perché il tempo
scorre in modo irreversibile e noi, come lui, non saremo mai più quelli
che siamo stati allora (come peraltro alcune canzoni di Dylan
testimoniano in modo struggente).
Devo dire che a me il concerto bolognese è parso “perfetto”. Alla
lettera: perfectum, compiuto; niente da aggiungere, niente da togliere.
Dylan sembra davvero aver trovato la dimensione adeguata a questa fase
della sua vita e la mette in scena senza finzioni. Le sensazioni e le
emozioni che ho portato a casa sono diverse. Una sorta di “tenerezza”,
anzitutto: mai come quella sera Dylan mi è parso fragile: la sua voce è
migliorata ed è calda, riesce a trovare accenti volta a volta
malinconici, rabbiosi, ironici e riesce a cantare con forza ma anche con
dolcezza, ma ogni parola che pronuncia, oltre che il suo modo di
“abitare” il palco e i rari, misuratissimi gesti che accompagnano il
canto, a me comunicano un senso doloroso di fragilità, come di chi stia
percorrendo strade ormai morte con addosso la stanchezza del mondo e il
peso del tempo.
Mi è anche venuto da pensare che Dylan, portando in scena da diverso
tempo concerti ogni sera sempre uguali (ma lo sono davvero?) non solo
nella scelta dei brani e degli arrangiamenti, ma persino nella postura e
nei movimenti, stia tentando un'operazione all'apparenza impossibile:
fermare l'irreversibilità del tempo, senza rinunciare ad essere in ogni
istante presente a sé stesso e, per ciò, vivo, sia pure per quel che
tanto che la sua voce risuona: una presenza stabilmente effimera, mi
verrebbe da dire. Ecco, forse il Bob Dylan di oggi porta in scena le sue
canzoni, come ha sempre fatto, insieme a una sorta di “nostalgia”
consapevole e a una volontà tenace di far coincidere nel qui ed ora
dell'istante l'essere e il divenire, l'identità e la differenza, il
passato e il presente (e - perché no? - magari anche il futuro); e
mostra a noi che lo ascoltiamo che lo si può fare.
Al critico, che nel suo articolo sottolinea anche la «freddezza» e la
«poca empatia» di Dylan, il quale si presenta «senza nemmeno salutare»
(ma quando mai lo ha fatto?), forse sfugge l'assoluta concentrazione con
la quale Dylan (autentico “performing artist”, come è sempre stato) dà
vita ogni sera alle sue creazioni, ogni volta come se fosse la prima,
stupendosi egli stesso, mi piace pensare, di ciò che con la sua voce e
la sua sensibilità straordinarie riesce a far accadere. Ai suoi concerti
non assistiamo affatto a «repliche di cose già viste e sentite», come
vorrebbe il critico, ma, ogni volta di nuovo, alla nascita di un'opera
d'arte che meraviglia noi e lui insieme. Alberto Giacometti, a proposito
di una propria scultura, nel dicembre del 1950 ha scritto così: «E' come
se stessi concretando involontariamente delle impressioni provate molto
tempo prima e riconoscessi la scultura solo dopo averla conclusa (…). Se
nostro malgrado abbiamo in mente una foresta, o una stanza, o una
distesa di sabbia e così via, va benissimo, a patto di non dircelo
preventivamente, poiché questo falsa, limita, poiché si deve poter
pensare a qualsiasi cosa» (A. Giacometti, Scritti, Abscondita, Milano
2001, pp. 83-84). Ecco, io penso che con Dylan, sul palcoscenico, accada
qualcosa di simile. Ed è anche questo che, ogni volta, riesce nonostante
tutto a stupirmi e ad emozionarmi.
Ti ringrazio per l'ospitalità e ti chiedo scusa se mi sono dilungato un
po' troppo.
Un caro saluto, Giorgio.
Caro Giorgio, penso
che, a parte le "personalissime" valutazioni del Sig. Leonardo Iannacci
che ha tutto il diritto di pensarla come vuole e far sfoggio di
originalità e saggezza sulle pagine del giornale per il quale scrive,
abbiamo avuto la stessa impressione, tu a Bologna ed io a Milano, cioè
quella di una estrema fragilità, come un bambino che si ritrova solo e
non sa più da che parte andare. Dylan a volte sfoggia una sicurezza
impressionante ed altre una semplicità disarmante, sembra impossibile
che un "pezzo del suo calibro" possa essere tanto genuino e coinvolto
fino al punto di rottura da quello che sta sentendo sul palco. Dylan si
gasa a più non posso quando "sente" che sul palco il suono è a mille,
che tutto si incastra perfettamente come ha in mente lui. Credo che in
questo ritorno italiano abbiamo avuto la fortuna di assistere a quattro
concerti perfetti, nel senso che anche se lo show può aver mostrato
alcune piccole sbavature e, come tutte le cose umane, sia ancora
suscettibile di miglioramenti, non hanno assolutamente incrinato la
validità e la perfezione che, specialmente nelle esibizioni dal vivo
nella quali non vale e non puoi "rifare" come in studio, è una
condizione difficilissima da raggiungere. Lasciamo poi che i retori ci
dicano e ci spieghino cosa abbiamo visto perchè probabilmente ci
ritengono una massa pecorile incapace di avere idee proprie, mentre
loro, che hanno il dono assoluto della saggia sapienza, si degnano per
qualche decina di euri di vergare su carta, a perenne testimonianza del
loro sapere, le stille della loro enciclopedica erudizione. Facciamo
finta di niente e continuiamo per la nostra strada manifestando
gratuitamente (cioè senza essere pagati) le nostre "piccole e
stravaganti opinioni". Quella gente non tange noi e men che meno Bob
Dylan! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
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e-mail. Thanks again, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Lunedi 23
Novembre 2015
Milan, Italy - Teatro degli
Arcimboldi, November 22, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Milan, Italy - Teatro degli
Arcimboldi, November 22, 2015
by Mr.Tambourine
Benissimo, ho passato altre due ore della
mia vita nello stesso locale dove c’era Bob Dylan, a circa una decina di
metri da lui, abbiamo respirato la stessa aria, Bob, io, Charlie, Donny,
Stu, Tony e George. Naturalmente con noi c’erano un paio di migliaia di
altri entusiasti spettatori. il Teatro degli Arcimboldi, realizzato su
progetto dello Studio Gregotti, è stato inizialmente destinato ad
ospitare gli spettacoli del Teatro alla Scala durante la
ristrutturazione del Piermarini. Il boccascena è stato dunque realizzato
con dimensioni analoghe a quelle della Scala, quindi 12 metri in altezza
e 16 in larghezza. 32 x 37 metri sono invece le misure della torre
scenica, alta, a sua volta, 33 metri.
La platea, che si sviluppa su due livelli e due gallerie centrali, può
ospitare 2.346 spettatori ed è inserita in una sala rivestita in
pannelli di legno tinti di rosso. Una serie di pannelli laterali,
orientabili e a spessori variabili, fungono da deflettori acustici e
schermi di illuminazione.
Prima dello spettacolo, quando hanno aperto gli ingressi alle 19,30, ho
avuto la gioia di rivedere molti amici Maggiesfarmers che non vedevo da
tanto tempo, ho incontrato l’amico Massimo Barabba, quello che mi aveva
gentilmente regalato il biglietto per lo show di Barolo, ho ritrovato il
grande Al Diesan (avevo proprio voglia di rivederlo dopo tanti
spettacoli fatti insieme), la stupenda Marina Gentile con il
simpaticissimo marito, Andrea Del Monte con quale avevo condiviso il
palco dell’auditorium di Sezze Latina assieme a Luigi Grechi (il
fratello di De Gregori, quello che ha scritto Il Bandito ed il Campione
tanto per intenderci) ed ai Backstreets.
Dopo una bella chiacchierata fra amici, ognuno è tornato al suo posto
perchè l’inizio dello show era imminente, comunque la gioia di rivederli
è stata davvero tanta.
Per prima cosa vorrei dire che vedere Dylan in una piazza stando in
piedi pressato da molte persone non è la stessa cosa che vederlo
comodamente seduti in una comoda ed accogliente poltrona di un
bellissimo teatro.
Il suono era perfetto, senza sbavature, senza echi fastidiosi,
distinguevi bene ogni strumento, la concentrazione è certamente tripla
rispetto a quando stai in piedi e di conseguenza gusti le cose in
maniera diversa.
Ed infine, diamo a Cesare quel che é di Cesare, questo Bob Dylan non è
quello di Barolo, è un serio professionista che non improvvisa più
niente ma esegue correttamente e con ottimo entusiasmo (ha detto persino
“Buona Notte!” annunciando l’intervallo) quello che è il programma
prestabilito, e finalmente, dulcis in fundo, non si vede più una band
che improvvisa inizi e finali. Sommando tutte queste cose lo show
diventa tutta un’altra cosa, ed anche chi se è approcciato ad esso con
un pò di scetticismo si è dovuto ricredere. Diciamo subito che lo show è
stato ottimo sotto tutti i punti di vista, dal suono alla voce di Dylan
che è senz’ombra di dubbio migliorata e rende di più ora che non usa più
staccato ed upsinging, che impersona un crooner dii stampo
simpaticamente chaplinesco che a volte sembra essere addiruttura
infantile nella sua semplicità. Voglio alresì sfatare e contraddirre
coloro che hanno detto nelle loro recensioni che la luce sul palco è
poca e si vede male. Cazzate, la luce è più che sufficiente e si vede
tutto molto bene, specialmente la scenografia che sembra essere curata
nei minimi particolari ( l’effetto delle acque sullo sfondo durante High
Water, altro sfondi bellissimi per Scarlet Town, Pay in Blood, Autumn
Leaves). Il pomeriggio Bob era in giro per Milano in compagnia di
Charlie e di Tony, sono stati avvistati nei pressi del Castello
Sforzesco, forse Bob (col solito cappuccio calato sulla testa) ha voluto
rivedere la Pietà Rondanini. Altri lo hanno curato fuori dall’albergo
(mi hanno pregato di non fare il nome) ma la loro attesa è stata vana,
forse Bob è sgattaiolato da una uscita posteriore.
Alle nove precise le luci si spengono e dal buio del palco si sentono
arrivare gli strumming blues dalla chitarra acustica di Stu, dopo una
trentina di secondi si vedono delle ombre scure muoversi sul palco e
scoppia il boato di benvenuto. In quel momento si accendono le luci sul
palco ed ecco Bob, giacca lunga nera (credo si chiami Redingote),
pantaloni neri con righe altrettanto scure sui bordi esterni, camicia
probabilmente di seta bianca, cintuta bianca, stivali da cow boy bianchi
con qualche fregio scuro ed immancabile spanish hat grigio chiaro,
avanzare verso il microfono al centro del palco dove attende qualche
secondo la chiusura dell’intro per iniziare lo show.
“Things Have Changed”, bella, solida, buon rock, bel cantato sin dalle
prime battute. Si capisce che Bob è in vena buona. La canzone è bella,
l’arrangiamento altrettanto, i musicsti ottimi ed il
songwriter-performer pure, che si vuole di più?
“She Belong to Me” dimostra che si può avere di più, infatti Bob la
interpreta con un trasporto coinvolgente, ottimo l’assolo di armonica,
senza una sbavatura o note tirate per il collo, cantato sentito e
perfetto, una delle canzoni migliori della serata.
“Beyond Here Lies Nothin’ “, parte un pò confusa, ma è l’arrangiamento
che secondo me va migliorato, o forse semplificato, troppa roba da
l’impressione del pasticcio, inoltre un Charlie in serata opaca non
riesce ad aggiungere niente per dare un minimo di valore aggiunto alla
canzone, ma Charlie sarà così per tutta la serata, un chitarrista che fa
il compitino, Charlie può e deve dare molto di più!
“What’ll I Do”, la prima cover “sinatriana” della serata. La scena
cambia colori. E il Teatro degli Arcimboldi cambia atmosfera, si
trasforma un un elegante “Speackeasy” (o se preferite “blind pig” o
“blind tiger”) dove la gente “ who live a life of a millionare spending
all their money, they just did not care, taking all their friends out
for a good time, drinking bootleg whiskey, champagne and wine” guarda
con intersesse il combo di turno sul palco, con un minuscolo crooner che
mischia il blues con il jazz attorniato da un misero quintetto invece di
una grande orchestra. Questi sono i miracoli di Dylan, riesce a dominare
tutto e tutti imponendosi con il suo charisma e noi veniamo catturati
nella sua rete anche se quelle banali canzoni son dure da digerire.
Molto buona e piacevole da ascoltare.
“Duquesne Whistle” cambia repentinamente atmosfera, ci trasporta nelle
sconfinate praterie col train-time beating della batteria, atmosfera di
sapore western, con il treno (oggetto cult per eccellenza in un paese
come l’America dove per spostarsi bisogna percorrere interminabili
distanze. Canzoncina piacevole molto lontana dai capolavori e dallo
stile dylaniano, ma con un buon arrangiamento, ben suonata e ben
cantata, piacevole e gustabile.
“Melancholy Mood”, nuovo cambio di colori sulla scena, il blue mood
della canzone contagia il teatro, un senso di piacevole tristezza invade
tutti mentre Dylan l’interpreta ad arte. Soddisfacente.
“Pay in Blood”, la rabbia, la grinta e l’ironia con le quale Dylan canta
ed interpreta questa canzone colpisce tutti. La leggenda sta cominciando
a tirare già il teatro.
“I’m a fool to want you”, buona canzone ma non lascia il segno.
“Tangled Up In Blue”, il primo vero Dylan della serata, la gente lo
capisce e cominciano gli applausi e gli urletti d’approvazione,
specialmente durante il bellissimo solo di armonica, grida sempre
discrete però perchè il luogo impone di lasciar fuori dalla porta la
dozzinalità. Primo highlight dello show e pubblico veramente
compiaciuto.
Ed ecco la sorpresa, Bobby sputa fuori un inatteso “BUONA NOTTE!” prima
di annunciare la pausa, che tutto sommato, non è poi così deleteria come
avevo immaginato, da a tutti la possibilità di rilassarsi, sgranchirsi
le gambe, scambiare le prime impressioni, espletare piccolo bisogni o
fumare una sigaretta all’aria aperta.
“High Water (for Charlie Patton)” Nessuno canta il blues come Charlie
Patton, ed io semplicemente non posso essere felice amore, a meno che
non lo sia anche tu. E’ brutto lì fuori, Acque alte dappertutto, ma
Dylan galleggia alla grande, piccolo relitto di una leggenda
inaffondabile.
“Why Try To Change Me Now”, Perché non posso essere più convenzionale?
La gente parla, la gente guarda, così io provo ma questo non è per me,
perchè non riesco a capire questa specie di pazzo mondo che mi sta
passando davanti.
Quindi, lascia che la gente si stupisca, lasciala ridere, lascia che si
rabbui, tu sai che io ti amerò finchè la luna sarà sottosopra, non ti
ricordi che ero sempre il tuo pagliaccio? Perchè cerchi di cambiarmi
adesso?
Il messaggio di Dylan è chiaro, perchè dovrei cambiare adesso? Sto bene
così, mi diverto così, non chiedo niente a nessuno e do tutto quello che
posso, perchè dunque cercare di cambiarmi adesso? Ottimo crooner l’ex
menestrello di Duluth!
“Early Roman Kings”, pezzo senza originalità, musica già sentita in
un’altra canzone, l’insieme Dylan-band funziona e meraviglia, ma la
canzone non è all’altezza.
“The Night We Call It A Day”. Il grido di un gufo nel cielo, triste nel
suo canto, non era più triste di me, la luna e le stelle se n’erano
andate ma il sole non è sorto con l'alba la notte che ci siamo lasciati.
Non c`era piu niente da dire la notte che ci siamo lasciati. Dylan
riesce a rendere la tristezza della situazione e la canzone piace ed è
apprezzata.
“Spirit On The Water”, torna il sound Dylan più familiare alle orecchie
del pubblico, un altro pezzettino di teatro si sgretola sotto i colpi di
Dylan & Company, con Donnie che giganteggia sopra tutto e tutti,
finalmente riusciamo a sentire l’enorme e raffinato lavoro di questo
grande musicista maestro di umiltà e discezione.
“Scarlet Town”, rabbia, furia ed ironia in quantità industriale, la band
vibra mazzate eccezionali e Dylan sputa con vigore le parole, la sala
comincia a tremare.
“All Or Nothin At All”, forse la cover sinatriana che è piaciuta di meno
anche se ben eseguita e cantata.
“Long And Wasted Years” Il Teatro crolla definitivamente, ci vorrà moto
per ricostruirlo, Dylan ha lasciato il segno, Questa è una grande
canzone, degna di stare nell’olimpo delle canzoni dylaniane, ricordo che
lo dichiarai all’uscita di “Tempest” ed ora lo riconfermo, dal vivo è
ancora più impressionate e coinvolgente, una super-ballad come solo Bob
sa scrivere. Il “Pezzo della serata”. La gente si alza in piedi per
applaudire.
“Autumn Leaves”. La canzone è talmente bella di suo che se anche la
cantasse mio nonno che ormai è muto sarebbe bella lo stesso. Bravo Bob,
ti sei misurato con un mostro sacro e l’hai vinto.
Si spengono le luci sul palco, due o tre minuti di fischi ed eccoli di
ritorno sul palco per gli encores.
“Blowin’ in the wind”, devo dire che questa canzone è talmente “la
canzone” che cucinata in qualunque salsa funziona sempre, sarà stato
anche il suono davvero meraviglioso ma l’ho davvero gradita, gustata ed
apprezzata, e non solo io naturalmente, ma tutte le 2346 persone
presenti, più il personale del teatro e le guardie.
“Love Sick” chiude un bellissimo concerto con la gente che lascia le
poltrone per gustarsi Bob un pò più da vicino. Siamo alla fine ed i
flash vengono sparati a camionate, alla faccia delle stupidissime
proibizioni. Tutti in piedi, tutti a battere le mani, tutti a farsi un
selfie con Bob sul palco alle spalle.
Una nota piacevole: Tony ha fatto larghissimo uso del contrabbasso non
solo nelle canzoni sinatriane dove ha usato anche l’archetto, ma anche
in diversi pezzi dylaniani.
Donnie Herron, un grande strumentista, microfonato come si deve nel
mixer ha fatto la parte del leone.
Charlie Sexton sottotono, forse non in serata di grazia, buon lavoro ma
niente di straordinario, niente assoli strappa applausi.
Stu Kimblall, grande chitarrista ritmico, essenziale ed indispensabile,
a parte l’uso completamente inutile delle maracas in Duquesne.
Altra nota, pochissima Polizia che ha fatto il suo lavoro con
discrezione senza esagerare, sembra che gli Arcimboldi costringano tutti
ad una insolita gentilezza ed educazione, comportamento molto
apprezzabile.
Pubblico, devo dire che i “capelligrigi” come me erano la minoranza, ci
sono nuove generazioni ai concerti di Dylan, e questo è positivo, vuol
dire che oggi Bob è apprezzato per quello che fa e non solo per quello
che ha fatto in passato.
Mr.Tambourine
Domenica
22
Novembre 2015
L'ultimo show
del Tour 2015 questa sera
Così, senza la minima sorpresa, stasera a
Milano Bob Dylan concluderà il suo Tour 2015 con l’ultimo show agli
Arcimboldi. I Beatthestreet nightliner tour buses torneranno nei loro
depositi al 49 della Austrasse di Fritzens (Austria) in attesa di essere
noleggiati da qualche altro artista.
Questa sera ci sarò anch’io mischiato fra la folla di fans ad assistere
ad un ennesimo concerto dylaniano. Il mio amico Filippo Todisco, col
quale andai più di venti anni fa a Torino allo Stadio delle Alpi a
vedere lo Steel Wheels Tour dei Rolling Stones, quello con il palco che
sembrava la tolda di una nave da trasporto, mi ha telefonato ieri
dicendomi che un suo amico gli aveva regalato due biglietti per Dylan
perchè impossibilitato ad andarci, “Ti andrebbe di farmi compagnia?” mi
ha chiesto. “Cazzo....Filippo, son cose da chiedere....?”. Così domani,
dopo una bella pizza, entrerò in Teatro per gustarmi la mia razione di
HisBobness, anche se avrei preferito che Bob non avesse esageratamente
farcito lo show con le “sinatrate” che sinceramente come canzoni mi
dicono veramente poco. Nessuna di queste canzoni riuscirebbe a
strapparmi una lacrima, forse un sorrisetto nostalgico ma niente di più,
ed anche nell’interpretazione di Bob non acquistano niente che non
abbiano già. Avrei gustato di più una setlist completamente dylaniana,
ma se questo passa il convento, questo bisogna prendere. Credo che mi
divertirò ugualmente a vedere Bob con le sue strane mossette
chapliniane, la sua voce rasposa che quest’anno sembra migliorata e meno
stressata degli scorsi anni, una band più coesa che non avrà più la
necessità di inventarsi intro e finali.
Spero che le luci tenui permettano di vedere le espressioni dei
musicisti, perchè anche quello fa parte dello spettacolo in un show dal
vivo. Il suono dovrebbe essere ineccepibile perchè gli Arcimboldi sono
nati come alter ego del Teatro alla Scala durante la ristrutturazione,
quindi l’ambiente è il più favorevole ad un suono esente da sbavature,
distorsioni o fastidiosi echi dovuti al rimbalzo del suono sulle
parteti.
Spero che Bob sia in serata giusta e si diverta veramente, perchè se si
diverte lui allora ci divertiremo di certo anche noi. A stasera
dunque.....
Mr.Tambourine.
Milan, Italy - Teatro degli
Arcimboldi, November 21, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Salve a tutti. Sono di nuovo Gerry. Non
voglio monopolizzare la discussione, anche perché credo che la questione
stia cominciando anche a stancare, ma riguardo alla questione Bob Dylan -
You Tube, io mi riferivo alla discografia ufficiale e non ai filmati
amatoriali, francamente di scarsa importanza. Premetto che possiedo
larga parte degli album di Dylan (Tutti gli anni Sessanta, Pat Garret
The Basement Tapes, Blood on theTracks, Desire, Slow Train Coming, per
gli anni Settanta Saved, Infidels, Empire Burlesque Oh Mercy per gli
anni Ottanta, oltre agli album degli anni Novanta e del Duemila) e
perciò non avrei bisogno di You Tube. Però penso ai tanti ragazzi che
possono avvicinarsi e scoprire Bob Dylan attraverso Il Tubo. Poi non
avendo materialmente con me tutti i cd per via di un trasloco, era bello
potersi rinfrescare la memoria via internet. Detto questo, trovo
assolutamente geniale e spiazzante, come tante volte nel corso della
carriera che, nell'era di internet e della comunicazione ad ogni costo,
Bob Dylan decida di sparire rendendosi "invisibile".
Capitolo concerti. Sono felicissimo che Bob Dylan continui a fare il
tutto esaurito, almeno in Italia. Per me, a parte tutte le valutazioni
che i soliti giornalisti tromboni fanno a buon mercato e con tutte le
banalità possibili, la voce di Bob Dylan è sempre un bel viaggio.
Stavolta però ho deciso di saltare il turno. Un po' perché, per via del
mio handicap fisico, non ho mai voluto prendere la patente e non ho
trovato "passaggi" utili allo scopo. E poi avevo visto il concerto di
Torino della scorsa estate e quindi non mi andava di abusare della
disponibilità dei miei amici "drivers".Comunque, secondo me, Bob Dylan,
può cantare Sinatra, Bing Crosby, Ella Fitzgerald, chi vuole.
L'importante è che continui a sorprendere e spiazzare tutti con la sua
musica. Un caro saluto. Gerry.
Che io sappia non
c'è un canale di Bob Dylan su Youtube che si possa definire "ufficiale",
ci son alcuni canali come BobDylanTV, BobDylanVevo. #Bob Dylan, che
hanno pubblicato moltissimi video di Bob, ma come dici anche tu, oggi ci
sono e domani potrebbero essere spariti. Bisogna avere grande pazienza
ed esplorare bene Youtube per trovare tantissimi filmati di Bob ancora
on line. Per certo c'è la pagina Facebook ufficiale di Bob (
https://www.facebook.com/bobdylan ) e quella
di twitter (
https://mobile.twitter.com/bobdylan ) perchè
possono essere viste cliccando le icone che si trovano nel sito
ufficiale di Bob, ma di Youtube nel sito uffficiale non si parla.
Questo, oltre a quello che ti ho detto ieri, è quello che so io, spero
di averti soddisfatto. Live long and propsper , Mr.Tambourine, :o)
Sabato 21
Novembre 2015
Torna Bob Dylan e il mito folk omaggia
Sinatra
clicca qui
(Nota di
Mr.Tambourine: Chissà chi è questo nuovo bassista che si chiama Larry
garnier citato dall'autore dell'articolo.......e quando ha sentito
o dove ha letto che "Autumn
Leaves (ovvero Le foglie morte) che di solito chiude lo
show"???????????????????? Sarebbe possibile avere un pò più di serietà
da un professionista?)
Perdonatemi la bizzarra idea, ma non ho
potuto fare a meno, vedendo le foto dell'ingresso del Teatro Manzoni di
Bologna, di chiedermi se lo schieramento di guardie armate, cani da
tartufo antibomba, metal detector che non possono rilevare la presenza
di bombecarta (che se riempite di tritolo fanno ugualmente un disastro
della Madonna come quelle di metallo) o pistole di ceramica, ispezioni a
tappeto per vedere se non c'erano motorini pronti per essere buttati in
platea dalla balconata. Tutto questa dimistrazione di forza mi è
sembrata schierata più a favore di Romano "Mortadella" Prodi e delle
numerose autorità e nostrane celebrità presenti in sala che di Bob Dylan
il quale, come al solito, è inavvicinabile e ben protetto dal suo Staff.
Potrei anche aver toppato, ma come diceva un notissimo politico un pò
curvo e con le orecchie a sventola, "A pensar male qualche volta si
indovina!".
Mi sono perso qualcosa?
Leggendo la recensione del concerto di Bologna (sul vostro sito) ho
scoperto che Dylan è tornato alla chitarra. C'è anche una bella foto di
Dylan con la chitarra (foto di repertorio?) E il giornalista, chissà se
ha visto davvero il concerto, ci tiene ad avvisarci che proprio Dylan si
divide "come sua consuetudine" fra chitarra e piano.
Ora mi chiedo: Bob è chitarrista di nuovo o questo tale Pierfrancesco
Pacoda ha scritto un articolo senza aver visto il concerto?
Mah...........Marco.
Caro Marco, non sei tu
ad esserti perso qualcosa, è l'autore dell'articolo che si è perso il
concerto! Questo giornalista è davvero un veggente miracoloso, è
riuscito a recensire un concerto che, stando a quanto ha scritto, non ha
visto! Mi ero accorto dell'enorme granchio che questo personaggio aveva
preso dichiarando di aver visto Dylan dividersi "come sua consetudine
fra chitarra e piano" ed avevo deciso di far finta di niente, ma una
svista così è stata certamente notata da tutti coloro che hanno letto
l'articolo ed espresso la propria opinione mentalmente. Succede che
persone pagate per fare il loro lavoro timbrino il cartellino poi escano
chi a far la spesa, chi a farsi cappuccino e brioches e chi a fare
chissà cos'altro. Stendiamo un velo pietoso su questo
"giornalista....?". Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao,
Sono un fedele lettore del sito.
Una volta se ben ricordo pubblicavate le traduzioni in Italiano dei
booklet delle Bootleg Series.
So che è una richiesta quasi impossibile, ma nessuno ha più voglia di
tradurle?
grazie per l'attenzione,
Danilo
La tua è una sana
richiesta, spero che qualcuno che ha il booklet ci faccia la cortesia di
tradurlo e mandarcelo in modo da poterlo inserire nell'archivio del sito
in modo da poterlo consultare. Purtroppo, come ho già detto altre volte,
things have changed, agli inizi erano molti coloro che collaboravano a
costruire giorno per giorno il sito con traduzioni, saggi ed ogni altro
ben di Dio che riguardava Dylan. Oggi le cose sono davvero cambiate,
queste persone hanno preso altre strade, hanno i loro blog, Michele
Murino si è stancato ed ha lasciato tutto disinteressandosi del suo
decennio di fantastico lavoro e del suo mitico maggiesfarm.it che oggi
non è più online. Io sono solo a curare day by day maggiesfarm.eu e
purtroppo non ce la faccio ad arrivare ovunque, vorrei poterlo fare, ma
le mani sono solo due. Spero tu mi abbia compreso, live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Salve a tutti. Sono di nuovo Gerry da
Torino. Vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire qualcosa di più sulla
questione Bob Dylan-You Tube. Fino a circa un anno e mezzo fa, i video
di Bob erano pressoché introvabili. Poi son tornati a popolare il mondo
di You Tuibe. Da qualche giorno sembrano di nuovo spariti. Di chi è la
colpa? Della Cbs? Di Dylan stesso? E' solo questione di copyright?
Certamente credo che, in tutta questa faccenda sia solo Bob Dylan a
perderci. Peccato.
Caro Gerry, sappiamo
tutti che la volontà di Dylan è quella che nessuno lo fotografi o lo
filmi, volontà per molti inspiegabile ma pur sempre volontà di
HisBobness. Sappiamo anche che le centinaia di migliaia di video di
scarsissima qualità di immagine ed altrettanto povertà di suono sono
realizzati con il telefonino, e mi sembra più che giusto che Dylan non
abbia piacere che questi prodotti di scarsa qualità invadano Youtube.
Qualche anno fa ci fu un grande repulisti su Youtube ad opera dello
Websheriff su richiesta della Special Rider proprietaria dei diritti di
Bob Dylan e circa 150.000 video amatoriali di Bob furono cancellati. La
grande purga non si limitò ai video di Dylan ma colpì anche i video
delle tribute bands e tribute artists che avevano messo online, via
Youtube, le loro prestazioni, fin quando la "Special Rider" capì di aver
fatto una grande stupidata nel far cancellare dei video sui quali non
aveva nessuna titolarità. Si arrivò così al gentleman agreement col
quale le tribute bands o tribute artists dovevano aggiungere nelle note
descrittive che accompagano i video la seguente frase: "Copyright music
and lyrics reproduced by kind permission of Special Rider -- for
original, exclusive performances by Bob Dylan, check-out the official
channel at www.youtube.com/bobdylan" ed i video tornarono online. Poi,
per aggirare le cesoie dello Websheriff i fans scornati ed
indispettiti escogitarono l'escamotage di titolare i video con una frase
della canzone (Es: Once upon a time) o con le lettere del titolo, LARS
per Like a rolling stone o TUIB per Tangled up in blue. Quei video sono
ancora online in quanto eludono i programmi di ricerca (chiamati in
gergo "ragni", che esplorano le pagine di youtube segnalando tutto ciò
che riporta il nome Bob Dylan. Poi ci fu un periodo di tregua ed i fans
ricominciarono a reinvadere Youtube con quel tipo di filmati. Da qui la
decisione di una seconda ondata di pulizia. Alla fine è Dylan che non
vuole vedere online questo materiale, e se così sta bene a lui allora
non c'è niente da discutere, che ci perda o no non conta, non conta
nemmeno che i fans si dispiacciano di essere privati di queste
testimonianze anche se di scarsa qualità. Che conta è solo la volontà di
Dylan che va rispettata. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Complimenti Gian J., a
te ed ai musicisti che ti hanno accompagnato, consiglio a tutti i
lettori di ascoltare i vostri pezzi. Ciao e grazie per la segnalazione,
live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Venerdi 20
Novembre 2015
Bologne, Italy - Auditorium Manzoni,
November 19, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Ciao Mr.T.
grazie innanzitutto per lo spazio quotidiano e il servizio che concedi a
noi tutti.
Ti segnalo che ho 2 biglietti (70 euri cadauno) per la serata del 21 da
vendere (quando si hanno più e più figli l'imprevisto è dietro
l'angolo).
il mio numero è 3468314413 (Fabrizio - Genova).
Spero che qualcuno
rimasto senza ti chiami! Live long and prosper, Mr. Tambourine, :o)
Dylan non ha richiesto guardie armati
per i suoi concerti italiani
Il direttore artistico del Teatro Manzoni
aveva dichiarato ieri:
"Questa è la prima volta che un artista ci chiede di rafforzare la
sicurezza in modo coerente. Tuttavia, data la situazione, dopo quello
che è successo a Parigi, consideriamo la richiesta di Mr. Dylan più che
comprensibile ..”
“Richiesta non fatta dall’artista!” si è affrettato a smentire il
promoter italiano di Dylan D'Alessandro e Galli, diramando oggi una nota
con la quale chiarisce che la notizia diffusa ieri sull' edizione
bolognese online del Corriere della Sera riguardo alla presenza di
alcune guardie armate ai due concerti al teatro Manzoni di Bologna:
l'agenzia ha tenuto a specificare come la presenza di personale armato
addetto alla sicurezza non sia stata richiesta dall'artista o dal
proprio entourage ma sia stata un'iniziativa presa dai responsabili
della sala per garantire maggiormente il pubblico.
"Il Teatro Auditorium Manzoni, in totale accordo con il Promoter, si sta
attivando per garantire la sicurezza al pubblico che assisterà ai
concerti del 18 e 19 novembre in sinergia con le misure straordinarie
che gli organi istituzionali competenti vorranno adottare. Nessuna
richiesta specifica, contrariamente a quanto apparso sugli organi di
stampa in questi giorni, è stata fatta dall’artista"
Bob Dylan è stato tra i pochi artisti di alto profilo statunitensi a non
annullare le proprie date europee in seguito ai tragici eventi dello
scorso venerdì 13 novembre a Parigi. Il presidente di Assomusica
Vincenzo Spera, in un'intervista rilasciata a Rockol.it, ha spiegato
come le istituzioni abbiano già attivato procedure per innalzare il
livello di sicurezza in occasione di spettacoli musicali dal vivo in
accordo con i promoter nazionali.
Dylan al Manzoni, "Guardie armate? Non le
ha chieste lui"
clicca qui
Giovedi 19
Novembre 2015
Bologne, Italy - Auditorium Manzoni,
November 18, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Ciao a tutti amici della Fattoria!
Condivido con voi l'audio della conferenza che si è tenuta ieri, 17
novembre, alla biblioteca Renzo Renzi, in occasione dell'arrivo di Bob a
Bologna.
Tarantulalips...talkin' inutile alquanto
stupida e in qualche modo offensiva. Si è vero, sono cognato di Massimo
Bubola da circa sei anni ma sono suo fan da circa 20, quando mia sorella
andava ancora alle medie e quindi da tempi non sospetti. Visto che si è
parlato per giornate intere del disco di De Gregori ho semplicemente
ricordato l'appuntamento (non un live) della presentazione di un libro
su chi Dylan lo tradusse già 38 anni fa per De André (guadagnando
entrambi una lettera di apprezzamento da Bob per il riuscito
adattamento) e condivise il palco col Nostro nell'estate del 1998. Se
volevi far ridere qualcuno hai riso credo solo tu...se volevi farmi un
dispetto sappi che sei scivolato male...certe persone le lascio
parlare...perché più parlano e più si rovinano da sole.Tu sei una di
quelle dopo questa infelice talkin'. La prossima volta vedi magari di
scrivere qualcosa di più interessante invece di perdere tempo credendo
di farmi i dispettini pari a quelli di un bambino geloso che frequenta
l'asilo. Non credo che Massimo abbia bisogno di me visto che ha un suo
sito e una pagina fb ...come io ho miei impegni con musica (e teatro) e
la mia piccola nicchia, ma visto che molti fan di Massimo seguono il
sito mi è sembrato giusto segnalarlo.
Ciao Mr. Tambourine e scusami se ho risposto ma siccome non è la prima
volta che succede che si facciano queste infantili provocazioni quando
parlo di Massimo...mi sono sentito in dovere di dare una piccola
delucidazione al "signore", visto che non ho parlato di uno sprovveduto
ma di un poeta/cantautore che di Dylan ne sa un bel po'.
Daniele Ardemagni "Ardez"
Ciao Daniele, credo di
aver sottolineato abbastanza chiaramente ieri il mio pensiero su questa
fastidiosa cosa. L'unico lato positivo che ci ho visto è che mi ha dato
l'occasione di ribadire la mia stima per Massimo. Questa volta
Tarantulalips ha un pò toppato, capisco che potresti anche non essergli
simpatico, daltronde nemmeno io credo di riuscire simpatico a tutti gli
amici che seguono la Fattoria, è la legge dei grandi numeri. Mi dispiace
che Tarantulalips a volte si perda in minuzie come questa perchè non lo
ritengo per niente uno sciocco. All'inizio avevo pensato di lasciar
perdere e non pubblicare la sua mail (anche se sono contrario ad ogni
tipo di censura) ma poi mi son detto che tutto sommato mi dava
l'occasione di parlare di un artista come Massimo che non ha proprio
niente da invidiare a nessuno nel panorama musicale italiano. Sapevo che
avresti risposto in modo civile pur manifestando il tuo disappunto.
Spero che in futuro non accadano più piccole diatribe di questo genere
perchè sinceramente non le apprezzo ed hanno poco a che vedere con lo
scopo per il quale questo sito esiste, parlare di Dylan, sia che se ne
parli bene o con disappunto, ognuno ha il diritto di esprimere la
propria opinione senza per questo cadere nell'antipatica eventualità di
poter offendere qualcun'altro. Se poi capita di parlare o discutere un
lavoro di Francesco De Gregori o di Massimo Bubola o di chiunque altro
dichiari di essere in qualche modo ammiratore e trarre ispirazione dal
Nostro ben venga, non vedo nessun motivo per cui non se ne possa
parlare, e davanti a persone che sanno scrivere canzoni come Dylan, De
Gregori o Bubola mi levo il cappello con moltissima umiltà, anche se la
mia invidia per il loro talento è smisurata. Considero chiusa la cosa e
spero che non si ripeta più perchè la futilità a poco a che fare con
questo sito che, per quanto se ne possa dire, è finora l'unica fonte
completa per conoscere a fondo tutta l'opera dylaniana. Ti prego di
salutarmi Erika e Massimo quando li vedi o li senti. Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledi
18
Novembre 2015
Ci siamo!
Ci siamo amici, questa sera Bob aprirà la seconda tornata italiana di
concerti con lo show al Teatro Manzoni di Bologna. Sappiamo già tutti da
molto tempo ormai cosa andermo a vedere, sappiamo cosa sentiremo,
sappiamo come sarà la scenografia, sappiamo che ci sarà una pausa di
circa una ventina di minuti nel concerto, sappiamo che Bob non dirà una
parola, sappiamo di non poter fare filmini e foto, sappiamo etc, etc,
etc!
Quindi non avremo certamente niente da recriminare quando Bob lascerà il
nostro bel paese per tornare nello squallido paesaggio di Malibù. Lui ci
avrà dato esattamente quello che già sapevamo ci avrebbe dato, quindi ci
lascerà solo la possibilità di lodare il suo lavoro. Tutto questo è
giusto e strano, ma siccome viene dal più grande artista vivente non
potremo dire assolutamente niente. Potremo richiederci per la millesima
volta perchè non dice una parola al pubblico, perchè non vuole che gli
si facciano foto, perchè questo e perchè quello e perchè bla bla bla bla
bla!
Chi sarà andato ai concerti sarà senz’altro soddisfatto perchè avrà
avuto esattamente ciò che già sapeva. Chi non sarà andato perchè sapeva
esattamente cosa avrebbe avuto sarà contento di aver evitato una specie
di sofferenza o delusione per la mancanza assoluta di sorprese. Quindi
saremo tutti contenti, chi sarà andato ai concerti e chi no! Solo Dylan
poteva riuscire a mettere daccordo tutti in questo modo!
Mr.Tambourine, :o)
Per chi si troverà a Brescia o nelle
vicinanze Venerdì 20 novembre, comunico che Massimo Bubola è parente di
Daniele Ardemagni.
Caro Tarantulalips, ti
ringrazio per la precisazione, anche se la ritengo abbastanza inutile e
tutto sommato veramente banale. Essere parenti di Massimo Bubola
non è un reato e nemmeno una cosa disdicevole. Io conosco Massimo molto,
anzi moltissimo, superficialmente, abbiamo mangiato una sera una pizza
sul lago di Como ed è stata una serata piacevolissima passata a parlare
di Bob Dylan. Successivamente Massimo mi ha invitato al Teatro Ciak a
Milano il 20 Maggio 2010 ed ecco cosa scrissi in seguito a quella
bellissima serata:
"Ieri sera sono
stato al Teatro Ciak a vedere lo show di Massimo Bubola e ne sono uscito
con la bocca addolcita. Le sue ballate mi hanno riportato nella musica,
quella musica che le radio stanno facendo a pezzi, con tutta quella
massiccia importazione di stronzate dall’estero, artisti usciti dai
ghetti e che nei ghetti sarebbe meglio ritornassero, rappettari
ciccioni, rappettate che dire volgari è un eufemismo, il vocal femminile
rappresentato dal peggio che possano offrire le strade di Harlem o di
Los Angeles. Meno male che da noi c’è ancora gente come Massimo che
trasforma la poesia, i sentimenti, le emozioni, i ricordi, in
straordinarie ballate che ti cullano come la dolce ninna-nanna che ci
cantava la nostra nonna, non voglio significare che veniva da
addormantarsi, voglio solo dire, cazzo, un feeling all-right si era
impossessato di me e degli altri spettatori. Massimo sa parlare al cuore
della gente con parole semplici, e quando prende qualche forzatura
letterale per esigenze di rima si sente subito che ha sbandato
leggermente dal suo Staus Quo. Lontano dal mondo dei Work in Progress
fatti di misere riedizioni di classici senza pathos solo per
raggranellare soldi, Massimo vive nel suo mondo “Buboliano”, un mondo al
quale molti devono tanto ed han ridato poco, soprattutto sfruttando (non
voglio dire plagiando) il suo linguaggio, la sua emozionalità, la sua
sensibilità. Qualcuno ha sfruttato spudoratamente l’opera di Massimo
costruendoci sopra una folgorante carriera, peccato si sia sempre
scordato di ringraziare Massimo per questo, ma non è un problema
basilare od esistenziale, Massimo capisce queste cose anche se gli fanno
male dentro, perchè Massimo è un Maestro, e per i Maestri c’è la gloria,
lo stipendio mensile è per i mediocri.
L’eccellenza è sempre combattuta, osteggiata, invidiata, criticata,
volutamente ignorata, ne sa qualcosa il buon Dylan che è sempre presente
nelle pieghe della musica buboliana, anche Bob ha subito, forse ancora
in forma più pesante, le vessazzioni che ha subito Massimo, ma ne sono
usciti tutti e due alla grande, andando dritti per la strada che avevano
scelto senza guardare in faccia a nessuno. Questo è il comportamento del
vero Artsista con la A maiuscola , quello che guarda al suo cuore e non
agli stolti desideri dei discografici che stanno collezzionando figure
impensabili in questi ultimi anni. L’Artista crea per se stesso, per una
esigenza personale, gli impiegati della musica naturalmente agiscono in
modo diverso, con un occhio al mercato, uno alla moda del momento e la
mano sul portafoglio, comportamento lecito, ma quanta povertà in queste
cose!
Ho visto molti vecchi amici di Maggie’s Farm allo spettacolo di Massimo,
mi aspettavo anche giornalisti e critici di grido, ma quelli sono troppi
impegnati a seguire le gesta di lady Gaga, ma non importa, tengono
famiglia e devono “maggnà”, forse capibili , ma..........."
Quindi non sono un
intimo di Massimo, anzi, nemmeno un amico, sono solo una conoscenza
superficiale, anzi probabilmente non si ricorda nemmeno la mia faccia,
ma questo non mi fa sentire a disagio o in difetto. Bene ha fatto
Daniele a segnalare il concerto a Brescia di suo cognato, e bene hai
fatto tu a sottolinearlo ancora perchè mi hai dato l'occasione di parlare una
volta in più di uno dei migliori cantautori italiani. Grazie davvero,
live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Martedi 17
Novembre 2015
Bregenz, Austria - Festspielhaus,
November 16, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Ci siamo.
Il momento tanto atteso è arrivato; dopo aver mancato, mio malgrado,
l'appuntamento estivo con il Tour, mi sono precipitato, nel mese di
luglio, a prenotare i biglietti per l'autunno (per la prima volta ho
fatto la pazzia di acquistare i biglietti VIP per la prima serata a
Milano), ed ora si parte per vedere questa nuova serie di concerti, che
peraltro coincidono con il finale del Tour 2015.
L'ultima volta che sono stato spettatore, sempre in prima fila, posto in
piedi, appoggiato alla transenna dopo ore ed ore di attesa, è stato 2
anni fa a Roma e Padova.
Di quei concerti conservo un bel ricordo e spero adesso di non andare
incontro a qualche delusione, avendo letto costantemente le recensioni
dei concerti 2015 su queste pagine, non tutte esaltanti, anzi...; questa
“Sinatralizzazione” della set list in effetti lascia un po' perplessi:
un terzo della scaletta è dedicato a cover di canzoni rese celebri dal
grande Frank e la scaletta poco o niente cambia da un concerto
all'altro, quasi fossero ossessive prove in sala e non il concerto vero
e proprio.
La qualità è sicuramente di altissimo livello, del resto non potrebbe
essere altrimenti vista la qualità dei musicisti e visto che le stesse
canzoni vengono provate/suonate ad ogni performance.
Personalmente mi sento di dire una cosa, che forse poco è stata
sottolineata nelle varie talkin': Bob ha sempre fatto covers di canzoni
scritte da altri, per non parlare anche delle magistrali interpretazioni
dei “traditionals”, ed in tutto questo lo abbiamo apprezzato tantissimo
proprio per il fatto che venivano profondamente elaborate a tal punto da
uscirne fuori quasi fossero sue canzoni originali; molto spesso ci siamo
soffermati a pensare o a dire... “sembra che l'abbia scritta Lui”, è
sufficiente ricordare alcuni titoli, a cominciare dal primo album,
canzoni come “House Of The Risin' Sun”, per poi citare “People Get
Ready”, “Lucky Old Sun”, “You Belong To Me” fino agli album acustici
“Good As I Been To You” e “World Gone Wrong”, nonché la splendida
versione live di “Something” di George Harrison, e tante altre ancora.
Ogni volta abbiamo avuto la netta sensazione che la canzone che usciva
dalla sua voce uscisse anche dal suo cuore, l'aveva fatta sua
completamente fino a farcela sentire (dal verbo "feel") nel “suo” modo.
Tutto questo, con le canzoni di “Shadows in The Night” non è avvenuto,
non avviene e, nonostante i suoi tentativi di farcele “digerire”, non
credo che potrà mai avvenire; sono canzoni che non gli appartengono, sia
musicalmente sia, soprattutto, come testi, e che, benché magistralmente
arrangiate, non hanno quell'X-factor che le possa rendere “Dylaniane” al
100%.
Risulta facile pensare che l'operazione commerciale che c'è dietro abbia
prevalso rispetto a ragioni puramente artistiche, così come è anche vero
che Bob ha sempre fatto una cosa diversa, se non diametralmente opposta,
rispetto a ciò che la gente si aspettava da lui, a cominciare dal 1965
con la svolta elettrica, per poi passare a quella country di “Nashville
Skyline”, quella religiosa del 1979 fino alla svolta sullo swing,
partita con “Love &Theft” nel 2001, perciò l'operazione Sinatra rientra
perfettamente nella logica delle cose, la sua logica, ovviamente.
La gente si aspetta da Lui un cambiamento continuo della set list da un
concerto all'altro (ciò avveniva in modo consistente in passato) e Lui
fa esattamente l'opposto, per poi magari sorprenderci in finale di Tour,
ed è quello che spero, nel momento in cui la gente si è ormai abituata a
questa sequenza di canzoni e non si aspetta molto di più; Lui tutto
questo lo sa e ci gioca puntualmente.
Emblematica e sicuramente molto vera, in questo senso, è una frase di
“Ain't Talkin'” che recita “I'll burn that bridge before you can cross”
(brucerò quel ponte prima che lo possiate attraversare).
Personalmente credo che potrebbe ancora fare altri album con canzoni
originali e stupirci, emozionarci, credo che abbia ancora tanto da dire
attraverso la musica e spero che questo anno “Sinatriano” sia solo di
passaggio; spero di essere buon profeta, così come in un certo modo lo
sono stato, nel mio piccolo, a suo tempo (e qui chiedo venia per la mia
immodestia) quando dissi, intorno al 2010-2011 (era il periodo in cui
sul palco c'era la tastierina o il Korg CX-3), che lo avrei visto bene
con un bel pianoforte a coda sul palco, cosa che si è materializzata non
molto tempo dopo.
Altro argomento, certamente importante visti gli accadimenti tragici
delle ultime ore, sarà quello della sicurezza e dei controlli che
verranno fatti nell'ingresso ai teatri: speriamo che tutto proceda nella
massima tranquillità e che ci si possa vedere e godere i concerti in
santa pace; morire per essere andati a vedere un concerto è una delle
cose più assurde e fuori da ogni logica che ci possa essere.
Credo che anche Bob possa aver paura dopo quello che è successo in
Francia, perciò temo che le maglie saranno ancora più strette e che sarà
ancora più difficile cercare di vederlo, anche solo di sfuggita,
all'ingresso degli artisti, nel retro del teatro. Speriamo bene !
Al Diesan
Carissimo Al,
felicissimo di poterti ospitare di nuovo sulle pagine della Fattoria.
Avere l’opinione di un artista come te che ha “cotanto senno” sull’opera
del Maestro è sempre un piacere ed una fortuna (toglimi una curiosità:
Ma c’è una canzone di Dylan che non hai mai sentito?:o).
Dopo il dovuto prologo lasciamo dire, da buon amico quale ritengo di
essere per te, che il tuo parere sull’attuale live act di Bob ed il
recente “Shadows in The Night” è perfettamente condivisibile. Anche a me
il disco sinatriano non ha detto quasi niente, proprio come fu per
“Christmas In The Heart”, un disco che Dylan volle fare a tutti i costi
e che del quale nessuno al mondo sentiva la mancanza. Shadows, a mio
modestissimo e contestabile parere, non è un disco di Dylan, nemmeno un
disco di cover di Dylan come fece con altri dischi, è solo un disco
riuscito male, e diversamente non poteva essere quando prendi dei
musicisti rock/blues e gli fai suonare cose con atmosfere jazzy, questa
non è colpa dei musicisti, sarebbe come prendere i professori
dell’orchestra della Scala e far loro suonare Moby Dick dei Led
Zeppelin. Tutto sommato anch’io credo che Shadows sia una grande
operazione commerciale, cosa legittima e non per questo disprezzabile,
tutti gli artisti incidono dischi per venderli, quindi una operazione di
questo tipo ci sta. Anch’io, come molti altri amici dylaniani, spero che
questa leggera infatuazione sinatriana finisca il più presto possibile,
le canzoni sono anche musicalmente belle, con testi forse un pò
banalotti ma che rispecchiano i tempi nei quali sono state scritte, la
rivoluzione dylaniana arriverà molti anni più tardi, e fino a quel
momento nella musica americana, e non solo, imperavano le classiche rime
cuore-amore e gli argomenti amorosi più o meno struggenti. Dobbiamo
riconoscere che prima di Bob altri rockandrollers avevano iniziato a
demolire questo banale ed in fondo ripetitivo modo di scrivere canzoni
sostituindo gli argomenti dei testi con descrizioni di avvenimenti
casuali e che facevano parte della vita di tutti i giorni. Come
dimenticare il primo di tutti ad imporsi all’attenzione della nuova
America after the WWII, il simpaticissimo Bill Haley con “Rock Around
The Clock” dal testo al limite dell’idiozia:
Uno, due, ore 3, ore
4, rock
Cinque, sei, ore 7, ore 8 rock,
Nove, dieci, ore 11, ore 12, rock,
Stiamo andando a rocckeggiare girando intorno
come le lancette dell’orologio stasera.
Lasciate le voste abitudini e unitevi a me, dolcezzei,
Ci divertiremo un pò quando l’orologio batte l’una,
Eocckeggeremo tutta notte intorno all’ orologio,
Stiamo andando a ballare rock, rock, rock, fino al mattino.
Stiamo andando a rocckeggiare intorno all’orologio stanotte.
Poi venne Richard Wayne Penniman che con l’aiuto di Dorothy La Brostie,
Robert Blackwell, Enotris Johnson e John Marascalco scrisse le
indimenticabili “Tutti Frutti”, “Long Tall Sally”, “Good Golly Miss
Molly”, “Rip It Up”, “Ready Teddy”, fu poi il turno di Otis Blackwell /
Jack Hammer per scrivere “Great Balls Of fire”, reso famosisssimo dal
funambolico Jerry Lee Lewis,il cui titolo proviene da un modo di dire
utilizzato nel sud degli Stati Uniti, considerato blasfemo dai
cristiani. Nel film Via col vento del 1939, la protagonista Rossella
O'Hara (interpretata da Vivien Leigh) esclamava spesso "Great balls of
fire!" nell'adattamento originale.
"Great Balls of Fire" è un'espressione molto diffusa nel sud degli Stati
Uniti, e come tutte le frasi idiomatiche non è facile da tradurre, è una
roba tipo "che due palle", ma in realtà l'accezione è positiva, quindi
alla fine si potrebbe sostituire col nostro "cazzo!". Di fatto è
considerata un'espressione piuttosto volgare, sicuramente non adatta ad
un'educanda. Non è nemmeno adatto ad un'educanda il resto del testo. Era
molto in voga infatti, tra i cantanti rock'n'roll di fine anni 50, fare
canzoni d'amore/sesso rivolte alle ragazzine. Normalmente si cerca
un'ambiguità tra i termini ballare, suonare e fare l'amore. Qui di
ambiguità c'è n'è poca. Si fa diretti verso il sesso forte, quello ricco
di energia, come ricca di energia doveva essere la musica. Si noti anche
come, malgrado il forte desiderio sessuale, queste canzoni non manchino
di essere romantiche: primo perchè il desiderio viene acceso da una, e
solo una ragazza, che il protagonista sogna di possedere, ma non per una
sola notte; e poi, di fatto, la chiara consapevolezza che ambedue sono
giovani e non lo hanno mai fatto; per ultimo, questo sogno, appare come
un'utopia, come qualcosa di irrealizzabile. Non è il solito "questa
notte sarai mia" oppure "ti voglio solo per una notte", ma un "sono
pazzo di te, tanto da pensare a cose proibite". Siamo ancora
all'adolescenza della rivoluzione sessuale, eppure questi testi sembrano
meno ingenui, più romantici e poetici di quelli che verranno poi. Si
potrebbe dire che in questi testi ci si ponga la domanda: provo un
desiderio "fisico" per te, so che non dovrei, eppure sento che non è una
cosa cattiva. Negli anni '60 arriverà la risposta a questa domanda, e
quando i dubbi finiscono, finisce anche la poesia!
Arrivò poi Elvis a scatenare un caos che spaccò l’America in due con il
movimento del suo bacino, ma i cui testi, a parte la già citata “Tutti
“Frutti” (la famosissima frase dell’intro “Wop bop a loo bop a lop bom
bom” non era nient’altro che la riproduzione vocale di una rullata),
spazieranno un pò per tutti i campi in quanto lui porterà al successo
canzoni di altri perchè il "Re del Rock" non fu mai un autore
(forse ne comperò qualcuna per metterci il proprio nome, proprio come
fecero Lennon/McCartney quando comprarono dal loro organista Billy
Preston la canzone “Let It Be” e la fecero passare per loro).
E finalmente dopo una serie di mezze figure apparve l’indiscusso padre
del rock modermo Chuck Berry, che scriverà le regole del rock (ancor
oggi rispettate) per il canto e la chitarra. Anche la rivoluzione post
rock iniziò con i Beatles che scrivevano canzoncine insipide con le
classiche frasi di dovere nei testi anni 50 “I’ll buy you a diamond ring
my friend” e fino all’arrivo di Dylan non cambieranno.
Con Bob l’importanza del testo travalicherà la musica che non sarà più
così importante fino ad Highway 61 e Blonde on Blonde, dove tornerà ad
essere protagonista al pari delle parole.
Forse Dylan ha certamente un grandissimo rispetto artistico per Sinatra,
ma questo non significa che riesca a far sua una canzone di Frank, forse
Sinatra è troppo grande anche per Bob.
Io spero anche che questo tipo di spettacolo più teatrale che musicale
abbia in futuro una diversa evoluzione, che Dylan possa ritornare più
disponibile e meno scontroso, capisco che la paura dopo l'affaire Lennon
gli abbia imposto misure diverse di comportamento e protezione. Ma
bisogna essere anche un pò fatalisti. E’ completamente assurdo che uno
vada ad un concerto per passare un paio d’ore in allegria e non torni
più a casa, idem per quelli che c’erano sull’aereo pilotato dal
disgraziato pilota suicida tedesco, o quelli che tornavano a casa dopo
una piacevole vacanza a Sharm. Ma queste cose purtroppo vanno messe in
conto nell’arco di una vita, molta gente esce di casa la mattina con
l’auto per andare a lavorare e torna a casa in una bara. E’ terribile,
puoi chiederti fino allo sfinimento il perchè ma non avrai mai una
risposta.
Per concludere ti auguro una serata veramente da VIP a Milano,
naturalmente senza bombe, e spero di aver l’occasione di rivederti in
futuro e magari fare ancora un concerto assieme, why not? Live long and
prosper, Mr:Tambourine, :o)
Bob Dylan: divani neri e un cuoco in
camerino
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Lunedi 16
Novembre 2015
Bregenz, Austria - Festspielhaus,
November 15, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Per chi si troverà a Brescia o nelle
vicinanze Venerdì 20 novembre...
Massimo Bubola ospite a Brescia per la presentazione del libro: "un
ombrello d'eternità: la poesia cantata in musica di Massimo Bubola"
Venerdi 20 Novembre 2015 - Ore: 18.00
Libreria Serra Tarantola - via Fratelli Porcellaga, 4 Brescia (
adiacente a piazza Vittoria).
Autore: Maurizio Telli
Conduce Enrico Danesi, autore della prefazione del saggio.
Ospite speciale e gradito l'artista Massimo Bubola
Beh, nessuno a Manchester ha urlato "Giuda" questa volta ... Anche se le
due più belle canzoni di Bob Dylan mai finite, in quell’hotel a Glasgow
nel 1966, sono disponibili solo su uno dei 18 CD del cofanetto da $ 600
"Cutting Edge", "On A Rainy Afternoon" e "I Can not Leave Behind Her.."
e non sull’ infinitamente più economico "Best of" di 6 CD. Ma questo è
tardo capitalismo, no? E aspettarsi che His Bobness faccia qualcosa
prevedibile o conciliante è ridicolo.
Ma perché His Bobness sta suonando lo stesso insieme di canzoni più e
più e più e più volte? Nessuno gli dice niente di questa cosa, è come
l’elefante in cristalleria, un vero e proprio mistero - che merita
rispetto in quanto tale.
L'anno scorso era come una cosa di Shakespeare, e tu non ti potevi
aspettare che gli attori cambiassero le parole ogni notte ... E poi
Sinatra è arrivato a prendersi quasi la metà della scaletta, e bisogna
che noi lasciamo a Bobby fare Bobby & tutto il resto, e siamo tutti
contenti proprio come pugno in faccia che lui ha una dinamite-band, e
lui è in voce, e lui è ancora vivo - e se non vi piace la scaletta non
andate al concerto, è una vostra scelta. Le recensioni dei giornali sono
tutte positive, e quasi tutte le recensioni su boblinks sono
straboccanti di gratitudine, così ...?
Prendiamo un accademico ombra. Murray Leeder in “Haunting and Minstrelsy
in Bob Dylan’s “Masked and Anonymous”, dice, "Slavoj Žižek scrive che i
morti ritornano "perché non sono ben sepolti ... Il ritorno dei morti è
un segno di un disturbo nella simbologia del rito, nel processo di
simbolizzazione; i morti ritornano come collezionisti di qualche debito
simbolico non pagato". E questa setlist che non cambia mai è un rito
funebre, continuamente ripetuto perché queste canzoni riescano a morire
finalmente? O perché l’infelicità di Bob Dylan non è ancora morta? O
sono un "debito simbolico" completamente astratto? Chi lo sa?
Ogni singola canzone - da Dylan e Sinatra – è intrisa di una minore o
maggiore dose di crepacuore - perché della canzone triste, o disperata,
o piena di furia incipiente, nostalgia, diretta o indiretto, acuta, o la
speranza senza speranza - o offre un problema esistenziale - poiché la
risposta sta, infatti, soffiando nel vento.
Quindi, se si va a vedere Bob Dylan esporre le sue cicatrizzate ferite
psichiche notte dopo notte, potete andare a vedere la stessa cosa in
ogni singolo concerto in Europa e nel Regno Unito, basta avere i soldi e
poi dire a se stessi in piena onestà che non avete capito quello che
avete visto.
Ma noi tutti indossiamo la stessa corona di spine, stessa curiosità,
stesso disappunto... Forse no, ma non vedo perché no.
Domenica
15
Novembre 2015
Basel, Switzerland - Musical Theater,
November 14, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. Come Rain Or Come Shine (Lyrics by
Johnny Mercer/music by Harold Arlen)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Canzone scritta nel 1946 per il Musical
St. Louis Woman. Anche se dopo la pubblicazione il brano non conquistò
le classifiche, divenne poi uno standard interpretato da diversi artisti
fra i quali: Sy Oliver con l'orchestra di Tommy Dorsey 1946; Sarah
Vaughan 1950; Marlene Dietrich 1952; Dinah Washington 1954; Billie
Holiday 1955; Ray Charles 1959; Ella Fitzgerald 1961; Frank Sinatra
1961.
Come rain or come shine è una frase di gergo
che significa qualunque cosa accada, comunque vadano le cose etc.
Caro Mr.Tambourine,
Ci potrebbero essere delle analogie tra le Satire di Giovenale [The
Sixteen Satires (Penguin Classics,2004) - trad. Peter Green] e alcuni
passaggi di Pay in Blood:
[Pay in Blood]
Another politician pumping out the piss
che appartiene alla parlata comune ma anche:
[Satira VI; 308-311]
Here, at night, they reel from their litters, here they relieve
themselves,
pumping out their piss, in long bursts, on the Goddess's statue.
Qui, la notte, fermano le loro lettighe, qui si lasciano andare,
pisciando getti interminabili sulla statua della Dea.
(nel caso di Giovenale non si trattava di politici ma di matrone e la
Dea era, per inciso, Pudicizia...)
[Pay in Blood]
Another angry beggar blowing you a kiss
[Satira IV; 113-118]
well suited to beg at carriage-wheels outside Ariccia,
blowing kisses to every coach as it lumbered down the hill
(un cortigiano pezzente,) degno di mendicare alle carrozze d'Aricia,
e quando passano gettare baci.
(si parla di Lucio Valerio Catullo Messalino famoso adulatore)
[Pay in Blood]
Show me your moral virtues first
[Satira VIII; 20-26]
Let a Paulus, a Cossus, a Drusus shape your integrity;
honour their images above all your ancestral portraits;
when you are Consul let than go before the lictors. First
you must show me your moral virtues. In word and deed
can you be reckoned pure, and firm for justice? If so,
I recognize you as a noble. All hail to you, sir, regardless!
Come quelli di Paolo, Cosso o Druso siano i tuoi costumi;
onora la loro immagine prima di quella dei tuoi antenati;
se sei Console, lasciati precedere dai littori. Innanzitutto
devi mostrarmi le tue qualità morali. Per fatti e parole
meriti forse d'esser considerato onesto e tenace assertore di giustizia?
Se è così ti riconosco come un nobile. Tutti ti acclamano, signore,
senza distinzioni!
Naturalmente il caso, le coincidenze e la mia smania di trovare
correlazioni possono indurmi a vedere miraggi, per cui sottopongo i
passaggi al giudizio intersoggettivo della Farm.
Ciao, Miscio.
Caro Miscio, non conosco per niente Giovenale, ho cercato le sue Satire
in inglese ma ai versi da te indicati:
[Satira VI; 308-311]
Here, at night, they reel from their litters, here they relieve
themselves,
pumping out their piss, in long bursts, on the Goddess's statue.
Io ho trovato questo
testo:
Worthy to be one of those beggars blowing obsequious
Kisses at the wheels of your carriage on the hill at Aricia.
Qui è dove fermano le
loro lettighe di notte, per fare acqua,
E lordare la statua della dea con fluenti acque,
Invece per:
[Satira IV; 113-118]
well suited to beg at carriage-wheels outside Ariccia,
blowing kisses to every coach as it lumbered down the hill
ho trovato:
Worthy to be one of those
beggars blowing obsequious
Kisses at the wheels of your carriage on the hill at Aricia.
Degno di essere uno di quei mendicanti che mandano ossequiosi
baci alle ruote della vostra carrozza sulla collina di Ariccia.
Il significato è più o
meno lo stesso, ma il testo è diverso, probabilmente la traduzione che
ho trovato io è diversa dalla tua edizione e le traduzioni dal latino in
inglese differiscono un pochino. Potresti aver ragione come potrebbe
essere solo una fortunata coincidenza, penso che solo Bob potrebbe dirti
se in qualche modo si è ispirtato a Giovenale. Vediamo se qualche
Maggiesfarmer ferrato su questo argomento può darci un amano. Live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o).
Sabato 14
Novembre 2015
Basel, Switzerland - Musical Theater,
November 13, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Da dove comincio ... sul cimitero del tour bus di Bobby in movimento
come una candela che lentamente sta morendo attraverso le strade di una
triste notte di Manchester riempita di rassegnazione. Un senso di
sgomento che l'unica strada che ho percorso per quasi 50 anni sia ormai
frantumata e divisa. Che il più grande artista del 20° secolo, il genio
del mondo occidentale, ha lasciato l'edificio e la volontà di mai più
ritrovare la strada per tornare a casa. Per gli appassionati che credono
ancora che lui non possa sbagliare, che credono che Tempest sia stato un
grande album e che è sia una piacevole realtà scoprire qualcosa di nuovo
in una vecchia collezione di canzoni di Sinatra, bene cosa posso dire
.... potrei dire che siete sul lato giusto della strada? Tranne che non
lo siete, e, che a parte il vestito che è peggio di un body Asda, il Re
non indossa più abiti regali. Nulla può danneggiare l'eredità del genio
e l'influenza di Dylan sulla musica contemporanea, e nulla può diminuire
il mio entusiasmo per una collezione di capolavori che hanno illuminato
tutta la mia vita. Le sue canzoni mi hanno rimandato agli innumerevoli
concerti visti negli anni da quel primo concerto a Liverpool nel '66. Mi
hanno perfino indotto a fare un pellegrinaggio a Hibbing e Duluth solo
per camminare sulle sue orme, in quei luoghi splendeva la luce che
illuminava il buio dei miei giorni bui rendendomi felice solo perchè ero
lì.
Ma stasera? Bene stasera è stata solo triste, banale e senza vita come
le luci da 40 watt che non riuscivano ad illuminare un pochino il palco.
Io non voglio soffermarmi su queste cose. Forse, se non riesco a portare
buone notizie non dovrei portarne alcuna ma, quando si tratta di vivere
le prestazioni ho la sensazione che d’ ora in poi sarà lui ad andare per
la sua strada, io andrò per la mia e dubito che i nostri percorsi con
noi si riuniranno ancora.
allego un file con le info su un incontro su Bob Dylan che si terrà
nella biblioteca della cineteca di Bologna
Luca Marconi
Martedì 17 novembre 2015 - ore 18.00
Biblioteca Renzo Renzi NEVER ENDING SHOW: ASCOLTI E VISIONI DI DYLAN
Intervengono Alberto Ronchi, Franco Minganti, Roberto Agostini e Luca
Marconi
In occasione dei due concerti che Bob Dylan terrà il 18 e 19 novembre
all'Auditorium Manzoni, un incontro per riflettere su un intramontabile
mito del rock attraverso alcuni interventi e l'ascolto guidato di
canzoni, oltre che con materiali audiovisivi.
Ingresso libero
Martedì 17 novembre 2015 - Ore
20,00
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni PAT GARRETT E BILLY THE KID (LONG VERSION)
(Pat Garrett & Billy the Kid, USA/1973) di Sam Peckinpah (122')
Lingua originale con sottotitoli Tariffe:interi € 6,00
Dunque, vediamo. Ho ascoltato “De Gregori
canta Bob Dylan”. L'ho ascoltato e riascoltato. A me piace, e di sicuro
lo ascolterò ancora. E provo a dirne qualcosa. Anzitutto quella che
dovrebbe essere un'ovvietà, ossia che non è un disco di Bob Dylan, ma un
disco di Francesco De Gregori. Il confronto con l'originale, a dispetto
del fatto che si tratti di un “furto”, a me pare poco sensato e, se
vogliamo, irragionevole: Dylan è Dylan, i suoi versi e la sua voce (o
forse sarebbe meglio dire “le sue voci”, al plurale, dato che ne ha
avute tante) non sono imitabili, se non facendoli diventare una
caricatura. Ecco, questo per me è un primo punto fermo: De Gregori
“ruba”, ma non imita (non in questo disco, quanto meno); ruba con
intelligenza, ma soprattutto con sensibilità e, verrebbe da dire, con un
rispetto che non lascia mai da parte le emozioni. A me non pare che il
suo, come pensa Nicolò, sia un mero “esercizio di stile” (in ogni caso,
come ha mostrato benissimo Raymond Quenaeu in quel gioiello narrativo
che sono appunto gli Esercizi di stile, tradotti in italiano da Umberto
Eco, anche quell'esercizio ha una sua dignità e una sua bellezza); se
anche lo fosse, però, poco male se il risultato è questo.
È sin troppo facile osservare che alcuni passaggi possono risultare meno
convincenti di altri: è il problema forse irrisolvibile di ogni
traduzione (e lo dico anche a partire dalla mia esperienza diretta),
soprattutto quando ci si impegna nel trasportare in una lingua diversa
parole poetiche; ogni traduzione, in certo senso, è qualcosa di più che
un tradimento: è un'opera nuova, a meno che non si percorra la via del
Pierre Menard di Borges, che intendeva riscrivere “spontaneamente” il
Don Chisciotte esattamente così com'era stato scritto da Cervantes;
oppure quella di Anatol, la voce narrante di uno scritto intenso di
Manlio Sgalambro, il quale era «grato a Schopenhauer per avergli
insegnato che ormai non c’era altro da fare che riscrivere eternamente
Die Welt als Wille und Vorstellung» «senza cambiarne una riga».
Forse Menard e Anatol hanno ragione. O forse invece quando un poeta
incontra un poeta non ha altra via d'uscita se non quella di reinventare
il testo dando ascolto, oltre a quella dell'autore, alla propria
sensibilità (che è poi quello che, pur senza passare da una lingua a
un'altra, ha fatto anche Dylan cantando Sinatra; operazione,
quest'ultima, che mi ha convinto pochissimo ma che posso capire e
persino apprezzare). È questo, a mio modo di vedere, il regalo che De
Gregori ha fatto, oltre che a Dylan, anche a me. Non è poco.
Un caro saluto. Giorgio.
Opinione perfettamente
condivisibile e ben espressa, complimenti, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Da riscoprire: la storia di "The
Freewheelin' Bob Dylan"
clicca qui
Venerdi 13
Novembre 2015
Manchester, England - O2 Apollo,
October 27, 2015
by B. McGuinn
Io proprio non riesco a collegare Bob con Sinatra, canticchiando canzoni
poco profonde che non son per lui. Il libro della grande canzone
americana era riempito da un mucchio di scemenze fino a quando Bob è
arrivato e ha liberato il mondo da tutte quelle sciocchezze.
Lo spettacolo è molto lucido. La band è stretta intorno a lui, con la
batteria che tiene tutto insieme. Bob passa un sacco di tempo al centro
della scena, che è una grande cosa, lui è sempre divertente da guardare.
L’illuminazione del palco sembra progettata per garantire che non si
veda troppo, per rendere le foto e le riprese difficili! Il suono è il
migliore che abbia mai sentito a un concerto di Bob e la sua voce è la
migliore che ho sentito dal 1999.
Ha riscritto Tangled ancora una volta, che è bella, e Love Sick, che non
è mai stata una delle mie preferite, è uno spettacolo vero e proprio.
High Water suonava, almeno a me è sembrato, come se venisse direttamente
dai Basement Tapes, e tutte le canzoni di Tempest erano ben eseguite,
con una menzione speciale per la potente Scarlet Town.
Un pezzo o due, al limite, di questo show potrebbe essere goduti come
una novità, ma nell’insieme l’ho trovato noioso. Tuttavia, lui
chiaramente gode quando le esegue e sono state molto calorosamente
gradite dal pubblico. Bob fa sempre quello che vuole, ed è bello che lui
si diverta ancora dopo tutti questi anni.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
by Simon Wilson
L’Apollo di Manchester è adeguatamente una scalcagnata venue in stile
art nouveau dove Bob poteva evocare il suo materiale.
Leggermente debole, a volte, la band e Bob si sono ripresi dallo
stordimento con le versioni delle canzoni Tempest, Early Roman Kings e
Scarlet Town. Questi ultimi con contributi sostanziosi di Charlie con
una atmosfera meravigliosa. Per queste canzoni di Bob e Charlie erano
telepaticamente in sintonia.
Spirit on the Water è sbarazzina e stretta con la band.
Nella prima parte I’m A Fool To Want You ha mostrato un buon Bob, come
di consueto, nella sua ultima escursione nel genere Americana. Tangled
Up In Blue ha portato una sensazione emotiva.
Un buon mix tra il pubblico, con un sacco di giovani, con molto
apprezzamento e una vera e propria ovazione alla fine.
Lui sa bene quello che sta facendo.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
by Rob Frodsham
Il mio primo concerto nel 1996. Altri 20 da allora. Leggo boblinks da
oltre 10 anni ma non mi sono mai sentito obbligato a scrivere una
recensione, anche ai concerti ai quali avevo assistito. Sapere la set
list è buono, evita ogni stupida discussione....... ma i punti degni di
menzione; Abbigliamento di Bob: Cappello bianco, vestito nero con bordi
e ricami bianchi. Bob danza alla sua maniera: Chaplin, Jackson, Steptoe.
La band: Stretta come un crampo, la migliore che ho sentito nei miei 20
anni di concerti. Voce: Così adatta alle canzoni. Ma non solo le nuove
(ultimi 17 anni)...TUIB: Come al solito, ha fatto sgorgare una lacrima
dal mio occhio. Non l’ho mai sentita cantata meglio. Nuovo fraseggio e
nuovo arrangiamento.
Le canzoni di Sinatra: Devo ammettere che avevo dei dubbi, anche dopo
aver letto della loro positività su Boblinks. Sono stato veramente
trasportato da esse. Lui può essere anche più vecchio di quello che
è.... Ma è ancora il gatto più cool del nostro pallone acquoso che
chiamiamo pianeta terra.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
by Mike McHugh
Una grande notte, le bobsongs erano eccellenti, ma alcune delle altre di
altri autori dovrebbero davvero essere in un altro concerto. OK, esse
sono eseguite con precisione e amore, ma quando Tangled Up In Blue ha
tirato giù le pareti era chiaro che questo era ciò che un sacco di gente
voleva. Forse Bob tornerà senza quelle canzoni, ha una tale massa di sue
canzoni che meritano di essere riportato alla luce e avere nuova vita.
Mezzo secolo fa. Se ci penso mi viene la
pelle d’oca. La parrucchiera vicina a casa mia si chiamava Lea, una
ragazzona bionda e procace che con le sue minigonne era il sogno
proibito di noi “cinni” del quartiere. Quanti anni avrà avuto? Venti?
Venticinque? Non so dirlo, ma di certo ne eravamo tutti segretamente
innamorati.
Quel giorno la mia mamma era andata a sistemarsi i capelli e quindi,
tornando da scuola, se volevo entrare in casa dovevo per forza passare
da lei a ritirare le chiavi, un bambino di undici anni a quell’epoca non
aveva un mazzo proprio.
Entro nel negozio e prima ancora di vedere mia madre non posso non
notare le chilometriche gambe di Lea che mi vengono incontro e da lassù
una voce dolcissima mi saluta: “Ciao! Come stai? Ti accompagno dalla
mamma!”. Rosso come un peperone mi faccio dare le chiavi e tento di
guadagnare l’uscita senza farmi notare, ma Lea mi fa: “Mi ha detto tua
mamma che ascolti sempre i Beatles, che ti piace molto la musica beat e
rock!” Io annuisco, in effetti avevo un solo long playing dei Fab4 e lo
suonavo tutto il santo giorno… Lei insiste “Sai che è uscito un disco
nuovo di un cantante americano che si chiama Bob Dylan? E’ molto bello!
– poi, rivolta a mia madre – Perché non glielo regala, signora?” Pur di
non dare una delusione a quella Venere nei giorni successivi divenni
talmente insistente che la genitrice non poté fare a meno di darmi
quelle 1500 lire con le quali volai verso il negozio di dischi.
Era effettivamente un disco eccezionale già a vedere la copertina: un
tizio seduto per terra con un giubbotto a fiori, dietro di lui le gambe
di un altro tizio con una macchina fotografica che penzolava; chissà
quale dei due era Bob Dylan… Abituato com’ero alla copertina in
controluce B/N dell’unico disco che avevo fu un vero shock!
Rimasi letteralmente di stucco quando dal giradischi uscirono a gran
volume le prime note di quel vinile: sembrava un organo (non si diceva
“tastiera”)… ERA un organo! E le prime parole: “Once upon a time...” le
capivo, perché la professoressa di inglese ci aveva detto che le fiabe
anglosassoni iniziavano così! Ora si trattava di capire perché questo
Dylan raccontava una favola nella quale mi diceva che gli piacevano i
Rolling Stones, ma abbandonai immediatamente l’impari tentativo per
entrare nel coro di quell’altra canzone, quella che faceva “Ei mi
stertanduri nes…” ad ogni ritornello. Lea aveva ottenuto altri punti che
la facevano la mia musa personale. Grandissima Lea!
Sono passati tanti anni, il negozio di parrucchiera è chiuso da tempo,
io ho affinato un po’ il mio inglese e soprattutto ho potuto ascoltare e
collezionare diverse centinaia di canzoni di quel tizio, una migliore
dell’altra o forse semplicemente tutte “migliori”.
La prossima settimana Dylan viene a Bologna, ho il biglietto da mesi; se
nel foyer del teatro dovessi vedere una ragazzona bionda sui
venticinque, procace e in minigonna, chi potrebbe dirmi se per caso
fosse una reincarnazione della Lea?
Vita vissuta, scritto (quasi) di getto.
Con affetto per tutti voi. PG.
Cazzo PG, che dire a
commento del tuo scritto.....veramente affascinante, bellissima la
storia, tenero l'incanto del ragazzino davanti a quella sventola della
Lea, chissà quanto ti piacerebbe poterla reincontrare oggi e poter
vedere lo scorrere del tempo sul suo viso e sulla sua persona. Ho
trovato un che di poetico in quello che hai scritto, non saprei dirti
perchè o per cosa, però ti garantisco che mi son commosso leggendolo! Un
sentitissimo grazie dal fondo del cuore, live long and prosper, Mi
stertanduri n, :o)
Giovedi 12
Novembre 2015
Regensburg, Germany - Donauarena,
November 11, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Amici della Fattoria, vi mando il
risultato del mio ascolto del disco di De Gregori.
“Amore e Furto”: a various revue
Per prima cosa, prima di entrare nel merito delle canzoni, mi piacerebbe
riflettere sul valore artistico e culturale che effettivamente può avere
all’interno della ricerca e della fenomenologia dell’opera di Dylan e
dello stesso De Gregori un lavoro come questo, cioè una selezione
apparentemente randomatica di brani senza concordanza filologica
precisa, senza un ordine tematico o tantomeno cronologico, con una
varietà piuttosto caotica di arrangiamenti su cui posizionare un
esercizio intellettuale che dal punto di vista puramente artistico e
fenomenologico ha lo stesso valore di un complesso schema di parole
crociate. Pochi brani mostrano un cammino evolutivo; pochi testi, in
particolare, mostrano un vero lavoro di ricerca; gli arrangiamenti, poi,
non parliamone! Per dire, prendiamo un esempio fin troppo analogo: Dylan
ha da poco deciso di pubblicare, come già fatto in precedenza, un album
interamente di cover e, per la prima volta, con un artista unico di
riferimento come legame tematico; apparentemente anche in questo caso i
brani non hanno una disposizione logica, né cronologica né tematica, ma
trovano un amalgama incredibilmente “fresco” e innovativo dal punto di
vista della presentazione con cui si congiunge un mosaico che ha di
Sinatra un’ombra blu di sottofondo. “Amore e Furto” non ha, secondo me,
neanche lontanamente né un intento né un effetto simile…
Ma proviamo ad analizzare cosa funziona e cosa stride, a volte anche in
maniera molto rumorosa, nell’esercizio di stile (non me la sento di
chiamarlo in altro modo), di De Gregori.
“Un Angioletto come Te” è il primo assaggio che abbiamo avuto della
raccolta e dello sforzo. Mi spiace davvero essere stato così
preventivamente deluso in tutte le mie aspettative: il testo trasforma
una canzone scorretta, sanguigna e cattiva in una sorta di manifesto da
catechismo, mentre la base musicale prova ad imitare musicisti pazzeschi
distruggendone finezze come il solo di chitarra finale, che fu una volta
di Knopfler e Taylor… Perché cambiarlo? E’ anche piuttosto “semplice” da
suonare… La frase “Devi suonare l’armonica finché la bocca non sanguina”
è l’unica che si salva dal baratro.
“Servire Qualcuno” ha un testo piuttosto ben adattato, senza troppo
esagerare. Scelte interessanti e non troppo spaventose, anche se trovo
che la formula “devi servire qualcuno” sia davvero poco musicale (e non
è l’unica della raccolta). Sulla base preferirei non esprimermi troppo…
Diciamo solo che forse i musicisti le canzoni dovrebbero almeno
ascoltarle una volta, per suonarle.
“Non Dirle che non è Così” è sempre lei. Ormai è indelebilmente legata a
Bob, anche per via cinematografica. La musica reincisa funziona
benissimo, la voce è nostalgica. Non sentite però un po’ di ridondanza
in fondo ai versi, arrivati alla terza canzone? No? Va bene,
proseguiamo…
“Via della Povertà” trovo sia un insulto all’ottimo lavoro fatto anni fa
con De André e che la musica proprio non ci azzecchi con la posizione in
cui è posta… E, diciamocelo: perché non metterlo un solettino di
armonica? No eh? Peccato…
“Come il Giorno” è il mio brano preferito, sul serio. Trovo che questo
avrebbe dovuto essere il singolo portante. Ha una musica nuova, un
arrangiamento brillante (forse un po’ da campeggio scout…) e un testo
decisamente adatto all’oggetto risultante. Funziona in tutto ed è un
passo avanti nella ricerca delle possibilità dell’opera dylaniana.
“Mondo Politico” funziona abbastanza. La base è praticamente identica al
brano originale (anche se la spazialità raggiunta da Lanois non è
nemmeno immaginabile) e il testo è lui, quasi del tutto. Peccato che
quel “viviamo in un mondo politico” proprio suoni metricamente
malissimo…
“Non è Buio Ancora” mantiene un accompagnamento musicale molto corretto,
una melodia ben rispettata, anche se le parole sembrano discordare con
quelle di Bob in alcuni concetti, oltre ad apparire più spente. Quel “lo
sarà fra un po’” uccide tutta la poesia…
“Acido Seminterrato” non la commento. Sul serio, non ho termini per
definire quanto non mi piaccia.
“Una Serie di Sogni” non trasporta come l’originale, in buona parte per
colpa della base musicale. Il testo non si riesce bene ad inquadrare, al
contrario di quello dylaniano, che è stranamente “lucido”, soprattutto
se si pensa al tema trattato. Forse un’interpretazione un po’ più
convinta o graffiata avrebbe risolto, non saprei. Sarebbe da riascoltare
dal vivo.
“Tweedle Dum & Tweedle Dee” non funziona proprio. L’”albero storto” è
stato il primo colpo, il seguito va tutto a peggiorare… Era una metafora
culturalmente elevata trasformata in un nonsense italianotto con due
nomi inglesi… Già che c’era poteva chiamarli Pinco Panco e Panco Pinco,
no? C’è da dire che i musicisti la suonano meglio di come facesse la
band di Dylan nel 2011…
“Dignità” è un’ottima conclusione, sia musicalmente che liricamente.
Forse un po’ meno tagliente (non ci sono i campi di cotone, per dire),
ma devo ammettere che mi ha convinto fin dal primo ascolto.
In conclusione, c’è un problema di fondo… Undici canzoni in metrica
inglese trasportate in italiano portano ad un fastidioso gioco di parole
tronche, tutte simili, a fine verso. Dopo la quarta o quinta canzone
sembra di ascoltare la stessa filastrocca, senza più riuscire a seguire
i testi… Ecco perché, secondo me, questo album non è più che un
esercizio di stile, quasi enigmistico, da fare come hobby da terz’età,
più che come furba mossa di marketing post Lucca…
Spero di risultare chiaro e
condivisibile,
Nicolò "Nightingale" Villani
Caro “Nightingale” più che un usignolo mi
sembri un condor che divora e smembra le carcasse che trova.
Intendiamoci, la tua recensione del disco sarà condivisa da molti che
trovano “Amore e Furto” uno sgarbo a Dylan più che un tributo omaggio,
ma sarà avversata da molti altri. Io non ho ancora sentito il disco e
sinceramente non ci tengo nemmeno molto, a me Dylan piace in originale,
e De Gregori funziona finchè fa De Gregori, quando fa Dylan casca
l’asino, come si suol dire. E questo lo dice uno che segue, ammira e
stima Francesco dai tempi di Theorius Campus (condiviso con Antonello
Venditti) disco che comprai appena uscito perchè c’erano dei miei amici
che ci suonavano, Dave Sumner e Douglas Meakin alle chitarre e Mick
Brill al basso, che erano ex componenti del gruppo inglese di Liverpool
dei Motowns (che vinse il Cantagiro nel 1967 con la canzone “Prendi la
chitarra e vai”, cover di “Lovers of the world united” di David &
Jonathan) che avevo conosciuto e frequentato perchè la sorella di mia
moglie aveva un filarino con il povero Harold "Lally" Stott, voce
solista e chitarra solista, che perse la vita in un incidente stradale
mentre era alla guida di un motorino vicino a Prescott, sua città
natale, nel 1977. Poi vennero canzoni come Alice, Niente da Capire,
Rimmel, Buffalo Bill col suo amico culo di gomma famoso meccanico, Viva
L’Italia, La Donna Cannone, il bellissimo Titanic con “I Muscoli del
Capitano”, la canzone preferita dal mio amico Giorgio Porcaro che mi
regalò la cassetta con le canzoni del disco poco prima di morire e che
conservo ancora con un feeling quasi morboso, perchè quando ascolto
quella canzone mi sembra di rivedere Giorgio che mastica la perenne
sigaretta che aveva all’angolo della bocca (lui le masticava intanto che
le fumava) mentre faceva l’overdub del cantato. Detto questo, che ha
poco a che vedere con l’argomento della tua mail ma che per me è stata
l’occasione per ricordare un caro amico, sentirò bene le canzoni del
disco su Youtube. Qualcosa ho già ascoltato e non mi ha per niente
convinto, son sempre più dell’idea che cantare Dylan in Italiano sia una
grossissima cazzata senza senso, ma questa è solo la mia impressione.
Forse De Gregori ha voluto fare il suo omaggio a Dylan in un momento che
lo sentiva poco, e quando il feeling di un artista scarseggia i
risultati sono sempre mediocri o disastrosi. Forse Francesco ha tradotto
queste canzoni nel momento sbagliato e con la predisposizione d’animo
sbagliata, perdendo molto del suo abituale senso poetico e soprattutto
toppando in modo pesante il senso del linguaggio dylaniano. Forse
ascoltandolo maggiormente riusciremo a gradirlo un pochino di più, ma
certamente questo disco sarà sempre considerato figlio di un Francesco
minore. Anch’io ritengo estremamente difficoltosa un’operazione di
questo genere e sono dell’opinione che Francesco non aveva bisogno di
questo passo non riuscito bene. Ripeto, per me Francesco deve fare
Francesco e Dylan lo deve lasciar fare a Dylan. Capisco quando lui
scrive canzoni ispirate allo stile di Bob, ma quando mette mano alle
canzoni di Bob mi invade un senso di triste dipiacere, per lui e per
Dylan. Questo non fa diminuire di niente la grande stima per Francesco,
probabilmente per te e per me è solo una cosa riuscita al 50%, da
ascoltare e dimenticare. Grazie per la tua recensione, live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledi
11
Novembre 2015
Düsseldorf, Germany - Mitsubishi Electric Halle, November 10, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Ciao Mr. Tambourine,
stò viaggiando da qualche giorno con Amore e Furto in auto e devo dire
che l'operazione mi sembra abbastanza riuscita, tradurre il nostro eroe
per qualsiasi lingua che non sia l'originale è un'impresa ardita e non è
sempre possibile con buoni risultati, a meno che non si riscriva
totalmente un testo sulla musica originale.
Degli 11 brani di Amore e Furto, tre erano già stati tradotti in passato
per cui di nuovi ce ne sono otto, De Gregori ha fatto un buon lavoro di
mediazione tra la traduzione letterale, e la reinterpretazione dei testi
senza andare troppo lontano dall'originale, si passa da un grado di
fedeltà quasi totale di Servire Qualcuno a reinterpretazioni parziali
come in Un'angioletto come Te; non tutto però mi sembra riuscito al
cento per cento, Acido Seminterrato mi sembra troppo
"forzata" e tradurre Tweedle dee Tweedle dum mi è parso abbastanza
inutile, sopratutto di fronte all'enorme patrimonio letterario che si
poteva "italianizzare".
Su tutto il progetto spicca Come il Giorno e Mondo Politico oltre alla
nota (dal 1975) Via della Povertà, un discorso a parte merita Non è
Ancora Buio, secondo me questo pezzo anche se lo si canta in aramaico o
in dialetto goriziano rimane
sempre e comunque un capolavoro assoluto!
Alla prossima!
Daccordissimo!! Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao a tutti.
Caro Mr T. posso testimoniare che anche Dylan aveva già fatto a suo
tempo un album di cover di De Gregori, dove rendeva omaggio al
cantautore romano pescando nella melodia, nelle liriche e nei titoli.
Un documento eccezionale del quale sono entrato in possesso! Ecco la
track list:
1) Everything is broken (Vai in Africa Celestino)
2) Slow train coming (Numeri da scaricare)
3) Gotta serve somebody (La testa nel secchio)
4) Simple twist of fate (Compagni di viaggio)
5) Sign on the window (Cartello alla porta)
6) Not dark yet (Caldo e scuro)
7) Winterlude (Buonanotte fiorellino)
8) It ain't me, babe (Guarda che non sono io)
9 Outlaw blues (Finestre rotte)
10) Rainy day women #12 & 35 (Fiorellino #12 e 35)
E poi dicono che è De Gregori a copiare Dylan...
Simone
Devo ammettere che non
ti manca di certo la fantasia!!! Live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Martedi 10
Novembre 2015
Hamburg, Germany - Sporthalle Hamburg,
November 9, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Salve,
Che fine ha fatto il portale maggiesfarm.it? Non riesco più a
visualizzarlo, anzi, mi appare una pagina blu piena di pubblicità. è
ancora online? E' "in manutenzione"? Spero torni accessibile perché è
davvero utile ed interessante.
Scusa il disturbo, Andrea
Nessun disturbo
Andrea, il dominio del portale maggiesfarm.it è scaduto ed il titolare
del dominio Michele Murino non l'ha rinnovato.Comunque tutto quello che
poteva essere interessante è stato riportato negli archivi dell'attuale
sito proprio per non perdere la maggior parte dell'interessantissimo
lavoro di Michele, clicca il link sotto:
Ciao... intanto complimenti per il sito
ricco di info interessanti.
Potresti pubblicare questo annuncio?
Purtroppo un amico della mia comitiva deve rinunciare, quindi ho
disponibile 1 biglietto per il concerto di Milano del 21 novembre
al Teatro Arcimboldi.
Platea Alta, fila 41 posto 62
Vendo ovviamente allo stesso prezzo di Ticketone, 95 euro.
Consegna e pagamento possiamo trovarci prima del concerto direttamente a
teatro.
London, England - Royal Albert Hall,
October 24, 2015
Review by Craig Hatfield
La Royal Albert Hall è un bellissimo edificio. Un memoriale in stile
Vittoriano. E' un piacere per gli occhi. Così stasera l’attenzione non è
necessariamente tutta su Bob. Siamo tutti un pò troppo turistici. Quindi
sono un pò arruffato, come prima cosa mi hanno detto di spegnere il mio
telefono quando stavo entrando nell'auditorium, 20 minuti prima che la
band arrivasse sul palco. "Bob Dylan ha chiesto di non scattare
fotografie stasera. Nemmeno ora. Si prega di spegnere i vostri
telefoni".
Mi dispiace Bob, ho trasgredito le regole. OK Bob? L'ultima volta che ho
visto Dylan è stato quasi due anni fa, in questa stessa sala. La prima
cosa che ho notato è che non c'è più l’introduzione esagerata, niente
più “Signore e signori si prega di dare il benvenuto al poeta laureato
del rock n roll...ecc....ecc....”, infatti la band appare sul palco con
Bob in mezzo a loro. L'ultima volta, Bob si trovava al centro della
scena, sicuramente, come un pistolero. Questa volta viene avanti da
solo.
La prima cosa cosa che noto è che la sua voce sembra meno spinata.
Meno come “gargarismi con vetri rotti” più il buon vecchio “mal di
gola”. Ma un ricco, morbido, mal di gola rivestito di Benelyn. La voce
di questa sera è splendidamente adatta alle lente canzoni di Sinatra. E
queste canzoni sono la maggior parte di quelle divertenti del set, e
generalmente ricevono il più caldo applauso. Il che è una buona cosa. Il
set è puntato sull’ attualità. 10 canzoni su 20 vengono dagli ultimi due
album, e 2 ulteriori canzoni sono altri successi di Sinatra. Ma il primo
tempo si chiude con un vecchio familiare, anche se un pò più straziato
“Tangled Up In Blue” eseguito da terzi, piuttosto che in prima, persona.
Poco dopo Bob ha parlato !!! Non saprei dirvi esattamente quello che ha
detto, ma era ovviamente qualcosa sull’andare fuori per una breve pausa.
Il secondo tempo segue il formato del precedente fino al brano numero 13
quando Bob decide di abbandonare la mia canzone preferita da "Shadows In
The Night in favore di “Where Are You?” In culo! Non vedevo l'ora di
sentire “The Night We Called It A Day”. Offro al mio amico Bruce
l'opportunità di guadagnarsi qualche sterlina gridando "Giuda!" Ma lui
rifiuta. Così, arriviamo alla fine. Ok Bob, posso averti rubato alcune
foto di nascosto alla Albert Hall due ore fa, ma sei in debito con me di
“The Night We Called It A Day”. :-D
Bob ha cantato il con tutto il suo cuore stasera, il suo affetto e il
rispetto per le canzoni di Shadows In The Nigh come ha dimostrato per
tutto lo spettacolo. Ho compreso che Bob ha potuto cantare così quando
ho ascoltato sulla via del ritorno Nashville Skyline, così si può essere
meno sorpresi per la sua capacità di fornire una melodia. Mentre faceva
le cover di Sinatra è stato divertente vedere come lui si divertiva a
fare il crooner e fare il suo strascicato, ondeggiando passi di danza
che solo lui sa fare. Ha anche ispirato un paio di valzer nella galleria
della Royal Albert Hall, un ampio balcone che corre intorno alla parte
superiore della sede dove ti trovi a scrutare giù nello show da
un'altezza vicino alla linea del tetto.
Per me le canzoni Tempest erano la parte migliore dello spettacolo. Bob
può passabilmente cantare Sinatra ma dubito che Ol 'Blue Eyes avrebbero
potuto fare Scarlet Town, rigorosamente senza nessuna danza come fa Bob.
Il pianoforte sembrava praticamente un puntello. Guardando Bob durante
la prima parte dello spettacolo non sembrava di aver fatto un sacco di
suono effettivo mentre stava appollaiato su un sedile rivolto verso il
lato sinistro del piano, presumibilmente in modo che poteva girarsi
verso il pubblico più facilmente. I fogli dei testi erano sparsi lungo
il pianale superiore del piano, ma Bob non ha avuto bisogno di tali
fogli quando è venuto nella parte anteriore del palco, dove ha cantato
liberamente e con fiducia.
Questa era la quarta volta che vedevo Dylan in questo luogo nel corso
degli ultimi due anni, ogni volta da una posizione diversa della sala.
Mi sembra che più in alto si va in questa sede la qualità del suono sia
peggiore. Giovedi sera ero seduto in platea più in basso ed ho potuto
chiaramente distinguere la voce di Bob, mentre il Sabato, su in
galleria, la musica e la voce tendevano ad impastarsi insieme.
Bob ha deciso di non essere il suo proprio “tribute-act”, ed è stato
così bello sentire la sua rielaborazione dell'unica canzone che ha
eseguito ogni volta che ha suonato “She Belong To Me”.
Lunedi 9
Novembre 2015
Talkin' 9680
- lisander1977
Buon giorno, volevo chiedere un consiglio
agli edotti amici della Fattoria che hanno già acquistato e ascoltato il
bootleg vol.12.
Secondo voi nella versione "deluxe" di 6 cd, ci sono delle gemme
imprescindibili che non sono incluse nella versione "the best" con 2 cd
che rendono consigliabile l'acquisto o ci si puo' accontentare della
versione "the best".
Un caro saluto a tutti, Alessandro77
Messaggio girato a tutti
i Maggiesfarmers caro Alessandro77, ma credo ci vorrà un pò di tempo per
ascoltare tutte le tracce e trarne le relative conclusioni e
classificazioni, Stay tuned. Live long and propsper, Mr.Tambourine, :o)
Cosa mi sono perso! diceva in un celebre monologo qualche anno fa il
grande Giorgio Gaber. Bene, mi associo. E' una vita che lo dico. Sono un
grande ascoltatore della prima ora del nostro menestrello, ho quasi 60
anni ed in pratica è da quando ho avuto il senso della ragione che lo
seguo. Ho ascoltato migliaia di volte i suoi dischi ed è inutile dirvi
che conosco le sue parole ed i suoi accordi a tappeto. La grossa
folgorazione l'ho avuta con i concerti della Rolling Thunder Revue. E'
stato come se il cervello si fosse aperto e fosse entrata una ventata di
aria fresca. Poi mi sono deliziato anni ed anni con Blonde on Blonde e
l'aria da fresca era diventata ghiacciata. Ecco, una ventata di aria
ghiacciata al cervello. E funzionava! Tutte le volte che lo riascoltavo.
Ogni disco è stato come una comunicazione personale. Ho studiato i testi
come facevo a scuola con l'antologia e devo dire che nonostante tutto
non mi ha mai tradito. Anche nei momenti più bui , era comunque grande
musica e testi meravigliosi. Ancora oggi a distanza di anni luce quasi
ogni sera ascolto Visions of Johanna nella penombra, ed ogni sera vi
assicuro che è una goduria indescrivibile.Questo per farvi capire in
breve quello che ha rappresentato e rappresenta Dylan per me. I concerti
invece sono sempre stati un'altra cosa. Sarà che le volte che mi sono
preparato per andarlo a vedere non faceva spettacoli all'altezza, sarà
il suo modo di stare sul palco, sarà il dispiacere di sapere già
all'inizio che l'aspettativa sarebbe sempre stata delusa perchè il
paragone era la nostra idea di Dylan, fatto è che non sono mai stato ad
un suo concerto, e penso che a questo punto mai lo farò. E non vi nego
una certa goduria. Sono stato molto tentato da Lucca e da Caracalla
quest'anno, ma alla fine ho desistito. Ora mi era tornata la tentazione
con Bologna, ma obbiettivamente ho resistito anche questa volta.
Concordo molto con magicbus21. Perchè sciuparsi una serata tra l'altro
strapagandola tipo furto per un qualcosa che non si apprezza quando
giustamente puoi mettere BoB sul piatto? Ora ho letto quello che ha
scritto Higginson il 5 novembre, e concordo appieno. Tutti i giorni
della mia vita assieme alla mail, apro Maggie's Farm, ma forse è solo la
voglia di riprovare emozioni ormai passate. Dylan è ed è stato diverso
per ognuno dei suoi fans, ed il giudizio è molto condizionato dall'età,
dai tempi, da come eri, da come stavi e da milioni di altre variabili.
Dylan dei concerti attuali non è certo il Dylan che ha fatto pulsare le
mie emozioni, che mi ha fatto piangere, soffrire e vivere. E' un
"mestierante" al quale "portiamo" un obolo per quello che ha
rappresentato per ognuno di noi. Detto questo lunga vita al nostro, e
che continui a fare quello che più gli piace. A noi, visto che comunque
continueremo ad informarci di tutto quello che fa e che continueremo a
seguirlo qualsiasi strada intraprenda, non resta che la goduria di
mancare almeno ai suoi spettacoli. Ciao Fano.
Caro Fano della
vecchia guardia, il primo a renderti conto che gli anni sono passati per
Dylan, per te, per me e per moltissimi altri fans della prima ora che
come i vecchi legionari fiumani accorsero al richiamo del Vate, sei
proprio tu con le tue bellissime osservazioni. Anche per me il Dylan
della Rolling Thunder Revue fu una mazzata sulla testa, ho il bernoccolo
ancora oggi ed avrei voluto che Bob non invecchiasse mai di un giorno da
allora e continuasse la sua vita inalterato. Ma sono invecchiato io, è
invecchiato lui, sei invecchiato tu. Forse le prestazioni non sono più
quelle di una volta, ma sarebbe anche anacronistico pretenderle. Però
tutti noi, "greyhairfans" o giovani virgulti arrivati da poco alla corte
del Maestro di color che scrivon le canzoni, abbiamo una grande fortuna,
cioè, la possibilità di vederlo ancora a pochi metri da noi, di stare
per un pò di tempo nella stessa stanza dove sta lui, di respirare la
stessa aria che respira lui, di emozionarci o scoglionarci come a volte
si emoziona e si scogliona lui, e questo non è poco. Io ti consiglierei
di prendere tutte le tue remore, buttarle nel cesso per una volta ed
andare ad uno show di Bob, indipendentemente dal fatto che potrebbe
piacerti o annoiarti. Potrai però dire "L'ho visto, sono stato vicino a
lui per un pò, mi è piaciuto (o non mi è piaciuto) ma certamente non
tutti i giorni si ha l'opportunità di essere vicino ad una Leggenda
vivente", vorresti negarti questa soddisfazione? Live long and propsper,
Mr:Tambourine, :o)
Il bootleg del mal di testa, se solo penso a che opera di salvataggio e
di sperimentazione ha fatto mi viene il mal di testa e ho paura. Pesare
che potevano uscire queste "versioni" su album come Blonde on blonde o
Highway 61. Questo bootleg semplicemtne racchiude le canzoni che "non
funzionano", non girano bene per via di piccoli o grandi dettagli come
il giro di basso che in molte canzoni suona "vecchio" e troppo "anni
60". Del resto siamo proprio nel mezzo di quegli anni eppure Bob è
riuscito a sperimentare e a fare lavori che guardano in avanti. Alcune
canzoni suonano semplicemente come band uscite male degli anni 60,
alcune mi ricodano "a whiter a shade of pale" e tutto questo filone di
canzoni troppo "anni 60". Bob è riuscito in un'impresa epica. Pensare a
come ha cambiato "Like a rolling stone", mi viene veramente il mal di
testa! Dire ai tuoi musicisti che quello che hanno suonato è tutto
sbagliato e si può salvare poco o niente e che bisogna ripartire da capo
buttando via tutto...un vero incubo eppure lo ha fatto e rifatto e
rifatto fino a trovare la versione che semplicemente "gira bene". Con
questo Bootleg mi viene il mal di testa perché penso a come Bob Dylan
avrebbe potuto essere "uno come tanti" e magari oggi senza quei piccoli
dettagli non avremmo Bob Dylan.
Un abbraccio a tutti i fan di Maggie’s Farm, spero di riuscire prima o
poi a pubblicare il mio post su "Shadows In The Night", nell’attesa vi
saluto ciaoooo.
Riccardo Arrigoni
Giusto Riccardo, Bob è
diventato un mito proprio perchè non si è mai accontentato e così
facendo si è elevato dalla massa standard dei musicisti e compositori di
quegli anni: Come dici tu, se lui non avesse cercato con testardaggine
quel famoso "wild thin mercury sound" forse non avremmo mai avuto la
storia di una Leggenda. Grazie a Dio però era testardo!!!!!!!!!!!!!!!
Live long and propsper, Mr.Tambourine, :o)
Amsterdam, The Netherlands -
Koninklijk Theater Carre, November 7, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Hit parade, "Amore e Furto" di De
Gregori entra al 1° posto
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Sabato 7
Novembre 2015
Amsterdam, The Netherlands -
Koninklijk Theater Carre, November 6, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Vi scrivo dopo aver letto tutto e di più sul
disco di De Gregori. Devo dire che mi trovo totalmente d' accordo su
quanto scritto dal Prof. Carrera. E' un album dal piacevolissimo
ascolto, ma ammetto che tradurre Dylan in italiano sia una cosa
praticamente impossibile. Una cosa che mi è venuta alla mente è di
portare le sue liriche nelle scuole per far conoscere alle nuove
generazioni il mondo di questo grande artista. Per quando riguarda il
suo tour di quest'anno mi corre l'obbligo di esprimere il mio
modestissimo pensiero, non puoi portare in giro per il mondo le stesse
canzoni, che noia devo dire mio malgrado, abbiamo capito che ti piace
Sinatra, ma eseguilo qualche volta non sempre, non capisco. Purtroppo
visto il motivo conduttore dei concerti questa volta non andrò a
sentirlo e, questo accade dopo anni e anni di presenza costante ai suoi
tour. Un grandissimo grazie per il lavoro di Mr. Tambourine.
Marcello
Caro Marcello,
questa specie di show con inserti sinatreggianti credo concluderà sempre
uguale, sera dopo sera, il tour 2015. Capisco il tuo punto di vista
sulla noia di andare a sentire Dylan che fa Sinatra, cosa che a molti
fans dylaniani non frega assolutamente niente. Anche la ripetitività
dell’impostazione dello show priva tutti del fattore sorpresa, cosa
nella quale, tutti i fans di tutto il mondo, hanno sempre sperato che
accadesse, tipo Roma l’anno scorso quando cambiò di punto in bianco
tutta la set list. Quest’anno tutto sembra essere più legato ad una
impostazione teatrale, con le stesse cose che si ripetono sera dopo
sera, cosa che certamente toglierà gusto a qualcuno, annoierà
qualcun’altro, farà felice chi si aspetta proprio questo genere di
spettacolo, dove tutto sembra scritto ed immutabile come il copione di
una soap opera. Sapere prima la set list è molto più comodo per molta
gente del pubblico, così non accadono più cose come a Barolo dove tu
dovevi comunicare a tutti quelli che ci circondavano il titolo della
canzone che Bob stava eseguendo. D’altro canto, se leggi le recensioni
dei concerti che traduco da boblink.com, molte persone, anche gente che
ha visto diversi e numerosi spettacoli di Bob, magnificano le sue
attuali prestazioni con dichiarazioni che puntualizzano che “questo è
stato il miglior concerto che ho visto”. Naturalmente ognuno è libero di
esprimere la propria opinione ed ha il diritto di essere rispettato,
anche se dichiarazioni del genere qualche piccolo dubbio lo fanno
venire. Certamente i “greyhairpeople” che sono stati folgorati dal Dylan
di Blowin’, di Mr.Tambourine Man, di The Times, di All Along, di Like a
RS, di Desolation row, del Dylan rabbioso della Rolling Thunder o di
altri periodi altrettanto significativi, sanno benissimo che quel tipo
di Dylan non esiste più, come tutti noi, anche lui è invecchiato ed ha
cambiato il suo modo di giudicare le cose e di esprimerle. Questo può
piacere o no, però sentire persone come te che non sono mai mancate ad
un concerto che rinunciano per evitare di annoiarsi fa pensare.
Naturalmente tutto ciò che diciamo noi conta come il due di picche a
briscola, finchè Bob riempie teatri e palazzetti ha tutte le ragioni del
mondo.
Certamente in futuro Dylan ci saprà proporre nuove sorprese, non a
livello di performances perchè ormai il suo standard è fissato ed i
miracoli non può farli nemmeno una leggenda come lui, però proporci
qualcosa che nessuno di noi potrebbe immaginarsi non mi farebbe stupire,
anzi, lo troverei coerente col personaggio Dylan, indipendentemente
dall’età e dalle possibilità prestazionali. Ha voluto togliersi la
soddisfazione di fare questo disco tributo a Sinatra ed a una certa
musica dela sua adolescenza che probabilmente passava la radio ai tempi
di Duluth o di Hibbing, ok, ha fatto bene, e se qualcuno ha stortato il
naso, per contro molti altri l’hanno plaudito per questa scelta
coraggiosa e quasi controcorrente.
Diciamo che oggi questo è quello che passa il convento dylaniano,
possiamo farcelo piacere o no, questa è una scelta libera e personale
che ognuno di noi fa seguendo le proprie senzazioni.
Questo non vuol dire che il Maestro non debba essere più seguito, anzi,
si dimostra ancora più affezione verso di lui seguendolo anche se quello
che propone al momento sia cosa di minor gradimento dello standard
personale che ognuno di noi ha dentro di se.
Spero di incontrarti in futuro a qualche concerto, live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Carissimo MT,
mi hai corretto un po' con un pò, ma la forma corretta è la prima.
Saluti G.
Hai perfettamente
ragione, questo conferma quanto ho detto ieri, cioè che non tutte le
ciambelle riescono col buco perfetto nella cucina della Fattoria. Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Caro Tamburino,
ogni parola di elogio su Maggie's, il sito sarebbe sempre insufficiente
e quindi un grazie ancora per il lavoro che state facendo.
In merito alla questione De Gregori, Dylan e traduzioni, vi mando per
gioco un divertente brano di Luciano Bianciardi, che data 1962 (che
anno!!); tradurre e tradire hanno etimologia simile ...
Detto questo, qualche perplessità sull'operazione di De Gregori ce l'ho.
LUCIANO BIANCIARDI - DA "LA VITA AGRA"
...E il sabato le venti cartelline del saggio
[di traduzione] erano pronte, così le portai alla signora vedova
[l'addetta alle revisioni].
Fu egualmente ferma e materna, quando mi convocò per dirmi che il mio
saggio di traduzione non era stato troppo soddisfacente.
"Benedetto figliolo" mi disse. "Ma perché non ha seguito i miei
consigli? Le avevo detto, no?, Fedeltà al testo. E guardi qua. Dove
siamo, dunque?".Sfogliava le mie cartelle tutte corrette a lapis.
"Sì, quel punto dove il capitano invita i suoi uomini all'assalto della
trincea nemica. Le sue parole... Sì, ecco. Lei mi traduce: Sotto
ragazzi, eccetera. Ora guardi il testo inglese. Dice..." Adesso
sfogliava il libro, e trovò la crocetta al margine.
"Il testo dice: Come on boys. Capisce? Lei mi ha invertito il
significato. Come on boys vuol dire venite su ragazzi, e così bisogna
tradurre. Lei mi mette l'opposto, cioè non su, ma sotto. E ancora, più
avanti, dove descrive l'alzabandiera a bordo. Lei ha tradotto, mi pare,
i marinai si scoprirono, sì, si scoprirono, ha tradotto lei, mentre il
testo inglese diceva: The crew raised their hats. Vede l'inglese come è
preciso? La ciurma alzò i loro cappelli. Alzò, capisce, come a salutare
la bandiera sul pennone." E con la mano fece anche lei il gesto di chi
alza il cappello. Mi provai a dire qualcosa, ma lei m'interruppe.
"Lo so, il risultato è lo stesso, quando uno alza il suo cappello, si
scopre, ma allora bisognerebbe precisare che scoperto rimane il suo
capo. Dire, non so, che i marinai scoprirono i loro capi, oppure le loro
teste, ma così risulterebbe un po'... come dire? ... un po', faticoso."
Sorrise.
"Io lo dico sempre ai traduttori: non cercate di inventare, state sempre
dietro al testo, che oltre tutto è più facile. La ciurma alzò i loro
cappelli, dunque. Lei poi, vede, tende a saltare, a omettere parolette,
che invece vanno lasciate, perché hanno la loro importanza. Più avanti,
per esempio, lei mi traduce: Gli strinse la mano. Ebbene, l'inglese è
più preciso, e dice infatti: He shook his hand, cioè egli strinse, ma
più precisamente scosse, la sua mano, o se vuole, meglio ancora, egli
scosse la mano di lui." Continuava a sfogliare le mie cartelle.
"Le faccio soltanto degli esempi di correzione, vede? Ci sarebbe ben
altro da aggiungere. Qui, per esempio, dove parla dell'offensiva. Lei mi
ha tradotto: Cominciò l'offensiva e Patton schierò le sue divisioni.
Come traduzione può anche andare, nulla di speciale ma può andare. Però,
lo vede?, nello stesso rigo lei così mi mette due o accentate. Cominciò,
schierò. Suona male. Meglio dire dunque: Ebbe inizio l'offensiva e
Patton schierò. Ha capito?" Io ero ammutolito e feci cenno di sì, poi la
vedova sospirò e a voce più alta riprese.
"Locuzioni dialettali. Lei ha questo difetto, le locuzioni dialettali,
come tutti i toscani, del resto. Per esempio lei traduce: Bottega di
falegname. Bottega è un toscanismo, no?
"Veramente non mi pare," risposi, trovando non so come il coraggio.
"Leopardi parla appunto del legnaiuol che veglia nella chiusa bottega...
E Leopardi non era toscano."
"Be' be' " fece la vedova. "Leopardi era Leopardi. Lui poteva anche
permettersi qualche locuzione dialettale." Mi sorrise ancora: "Vede, ho
corretto con un più italiano laboratorio di falegname eccetera. E più
avanti, non ricordo bene il punto, ma c'è di mezzo una telefonata... Sì,
ecco, è qui. Lei traduce: Pronto, che succede costà? Ora lei vorrà
ammettere che costà è una locuzione dialettale, usata solo in Toscana.
Infatti l'inglese dice: What's going on there, e va tradotto
semplicemente: Che succede là? Non le pare?"
Io ormai tacevo, e forse ero anche rosso di vergogna, sperando solo che
la vedova avesse vuotato il sacco e mi permettesse di andare via.
"Un'ultima cosa" continuò. "A volte lei appiattisce certi bei modi di
dire inglesi. Per esempio qui. Lei dice che i mezzi da sbarco erano le
mille miglia lontani dalle coste laziali. Questo suo le mille miglia è
assai meno efficace che nel testo inglese, dove si parla di a hell of a
distance, cioè di un inferno di distanza. Sente come è bello? I mezzi da
sbarco erano a un inferno di distanza eccetera. È molto più robusto,
questo inferno di distanza, non le pare?" Capii che mi voleva congedare
e mi alzai.
"La traduzione?" farfugliai sulla porta.
"Be', ha visto, no? Vuole un consiglio? Si faccia prima le ossa con
qualche editore minore, poi ritorni fra qualche mese, un anno. E si
ricordi i miei consigli."
Era ovvio questo disco di De Gregori
avrebbe diviso i fans sia del cantautore italiano che di Dylan. Io non
l'ho ancora ascoltato. Però faccio una considerazione.
Io non so chi voi abbia letto l'articolo sul Corriere della sera del 30
ottobre a firma dello stesso De Gregori, dove il cantautore romano
"spiega" la genesi di questo disco ed il modo con cui ha interpretato
sia i testi che la musica. Bene o male è quello che sta facendo in
questi giorni nelle varie librerie. Sta semplicemente spiegando la sua
visione, che poi a qualcuno non possa piacere sicuramente a De Gregrori
non gli importa un fico secco. Allora ci dovremmo chiedere se tutte
quelle band o cantanti amatoriali che fanno cover di Dylan interpretano
lo stesso spirito di Dylan: credo che se lo chiedano in pochi, o forse
nessuno. Pensate un pò alla versione di "All along the wachtower" di
Hendrix. Jimi ha avuto la stessa sensibilità con cui l'ha scritta Dylan?
Certo è che la stragrande maggioranza di cover fatte di questo brano (
Grateful Dead, Neil Young, ecc...) si rifanno alla cover Hendrixiana.
Comunque tornando all'articolo sul Corriere della sera il titolo era:
"il mio Dylan". appunto, non il vostro ( o il nostro).
Michele Lenzi
Hai perfettamente
ragione, il punto di vista di De Gregori è solo il suo, solo il suo modo
di sentire ed interpretare Dylan, al di là che a molti possa piacere ed
a molti altri invece no. Giustamente lui se ne frega dell'opinione degli
altri, forse per questo ci tiene tanto a far capire chiaramente la sua,
come per dire: "Gente, io la vedo così, punto e basta!". Invece Il
discorso sulle band amatoriali esula dal seminato perchè, a mio parere,
mentre una cover band ha licenza di interpretare un brano secondo il
proprio punto di vista, la tribute band invece deve rispettare la
versione dell'artista che ha scritto il pezzo, dovrebbe inoltre
rispettare anche il look dell'artista che vuol tributare, il modo di
vestire, il modo di muoversi, il modo di cantare, gli arrangiamenti, la
disposizione scenografica, questo naturalmente rapportato con le
capacità musicali e vocali della band. Difficile fare il paragone fra
questi amatori dilettanti che cercano di fare il loro meglio con tutta
la loro buona volontà ed i nomi che hai citato sopra. De Gregori è un
cinquantennale professionista che ha uno stile suo ed un suono suo, può
e deve quindi interpretare Dylan secondo il modo De Gregori. Jimi
Hendrix è stato uno dei pochi che, sempre a mio modesto parere, ha
saputo migliorare e dare un valore aggiunto ad un pezzo di Bob, infatti
Dylan ormai da anni quando suona All Along lo esegue nella versione
Hendrixiana. Infine, come giustamente hai sottolineato tu, il Dylan di
De Gregori è solo ed esclusivamente "il suo Dylan", che può piacere o
meno. Si potrà dire che uno si aspettava di più, una cosa diversa, che è
rimasto deluso ecc....ecc..., ma non si potrà mai dire che Francesco ha
fatto un brutto lavoro! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
BOB DYLAN: Frank Sinatra e la
corrispondenza di un cuore affamato
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Venerdi 6
Novembre 2015
Amsterdam, The Netherlands -
Koninklijk Theater Carre, November 5, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Non voglio essere un difensore di De
Gregori perchè ha fatto un disco che canta e traduce cantando (bene)
Dylan in italiano, con tutte le difficoltà del caso. Difficoltà che ha
spiegato lui stesso.Tanto che molte non le ha tradotte riconoscendo i
limiti dell'italiano. Ma dai commenti negativi non capisco una cosa,
anzi me la domando: Ma come doveva cantare le song di Dylan De Gregori,
come Dylan stesso? Nessuno sa suonare o può suonare le song di Dylan se
non Dylan in persona. Nessuno. Nè De Gregori, nè De Andrè a suo tempo,
nè Ferry, nè Jagger, nemmeno Garcia e tanti altri che si sono cimentati
a cantare Dylan. E' un operazione secondo me riuscita con tutti i limiti
del caso. E l'unico che poteva cantare Dylan in italiano era Ciccio. Chi
altro? Songs come Non è buio ancora,Come il giorno, Via della povertà,
volano molto in alto, per non parlare della riuscitissima Mondo politico
e Tweedle Dum. Per quanto riguarda le traduzioni nel disco a parte Acido
Seminterrato (non riuscita secondo me) funzionano, spetta
all'ascoltatore capire o volere la libertà di farlo secondo il suo
pensiero. Chi può entrare nella testa di Dylan? Una volta la Baez disse
questo che la bellezza delle songs di Dylan non sono tanto le canzoni di
per se ma quello che le songs stesse di Dylan sottointendono. De Gregori
stesso ha detto di non voler entrare nella testa di Dylan e spiegare
Dylan traducendo Amore e Furto.
Amen, ho detto la mia
Stefano Catena, un Dylan fan
Grazie per aver
espresso la tua opinione che condivido, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Il giochino di parafrasare Alice non ha
alcun senso, non mi interessa e non ha niente a che fare con il mio
discorso sulla traduzione di un testo letterario. Ho semplicemente detto
che se traduci un testo letterario devi garantire qualità letteraria
alla traduzione, anche a costo di qualche tradimento.
La discussione su Amore e furto a mio avviso sta prendendo una piega
poco interessante. Ho letto giudizi rispettabili ma che non condivido.
Trovo invece triste lo scadimento della discussione. Esempio:
"Non dimentichiamo mai che è De Gregori che ammira Dylan, Bob non ha il
minimo bisogno di ammirare Francesco e potrebbe anche darsi, che non
capendo le parole, la musica di De Gregori lo lasci indifferente, se mai
si è preso la briga di ascoltarlo attentamente. È un pò lo stesso
rapposto che c’è fra un calciatore e quelli della curva nord, i
curvaioli stravedono per lui ma a lui di loro gli frega meno di niente.
Francesco sale sul palco e parla spiega, sente l’esigenza di illustrare
e spiegare il suo lavoro a chi l’ascolta, (terribile questo mini-tour
nelle librerie per promuovere questo dischetto nel quale probabilmente
lui crede molto), Dylan non ha bisogno di spiegare niente a nessuno,
sale sul palco e non dice una parola a nessuno, non vuole che nessuno lo
filmi o lo fotografi, si comporta da grande antisociale e pare che la
cosa gli piaccia, visto che sono anni che lo fa."
Queste parole sono un pò malevole e ingenerose.
Giovanni.
Rispetto la tua
opinione ma mi sembra che stiamo parlando due lingue diverse. La
traduzione di una canzone di Dylan in italiano è solo ed esclusivamente
una traduzione che ha il compito di far capire le situazioni e l'intento
linguistico dell'autore, la poesia e tutte le altre belle cose sono cose
che hanno poco a che vedere con una traduzione di un testo.
L'interpretazione è una cosa e la traduzione un'altra. Il Prof. Carrera
ha spiegato diverse volte proprio su queste pagine il perchè la
traduzione di un testo di Dylan in italiano è difficilissima ed a volte
la traduzione letterale diventa impossibile quando lo scrittore usa
allegorie o frasi gergali che tradotte letteralmente non avrebbero alcun
senso. La difficoltà, dice il Prof. Carrera sta nel rendere l'idea
dylaniana nella sua intierezza, naturalmente la qualità letteraria resta
al di fuori dall'esigenza primaria. Nel sito ci sono tutte le canzoni di
Dylan con relativi testi e traduzioni, ma le traduzioni devono spiegare,
o almeno avvicinarsi il più possibile, a quello che Dylan voleva dire
con le sue parole e le sue sensazioni. Per far questo non puoi
permetterti licenze di qualità letterale o poetica, e con questo credo
di essermi spiegato abbastanza chiaramente.
Invece se la discussione su
"Amore e Furto" di De Gregori sta prendendo, come dici tu, "una piega
poco interessante", ne prendo atto tenendo presente che, pur essendo
rispettabile, è pur sempre solo la tua opinione. Tutti su queste pagine
hanno il diritto di esprimere il loro parere, se poi questo ti annoia mi
spiace, ti consiglio di fare come dice Virgilio al Sommo Poeta parlando
di "coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo", "Non ragioniam di
loro ma guarda e passa", il celebre verso della Divina Commedia
diventato un modo di dire comune, sebbene con numerose varianti, uguali
nel senso, ma storpiate nel testo (non ti curar di loro, non parliam di
loro...ecc...). Quindi, passa oltre, non tutti i giorni le ciambelle
riescono col buco perfetto nella cucina della Fattoria. Live long and
prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Giovedi 5
Novembre 2015
Talkin' 9671
- gerardomirachi
Salve a tutti. Sono Gerry e scrivo da
Torino. Forse qualche frequentatore di "Maggie's Farm" si ricorderà di
me, perchè ho scritto qualche volta quando il sito era gestito da
Michele. Niente contro i nuovi amministratori, ma i casi della vita
portano ad allontanarsi, anche se continuo a seguire fedelmente Bob
Dylan,ci mancherebbe. Collaboro ad un piccolo (neanche tanto, visto che
è il secondo quotidiano più diffuso nella mia città) ma agguerrito
giornale torinese che si chiama Cronaca Qui. Martedì ho scritto un
articolo di presentazione sul fatto che Francesco De Gregori sarebbe
venuto alla Feltrinelli della stazione di Porta Nuova per presentare
"Amore e furto". Ovviamente nel pezzo (non mi piace citarmi ma devo
farlo) mi sono tenuto abbastanza sul generale, anche perché essendo un
giornale popolare, non sono sceso nello specifico ( a parte il fatto che
dubito che qualcuno arrivi fino alla pagina del tempo libero per leggere
i miei articoli) Poi ho ascoltato completamente il cd grazie ad una
delle tante piattaforme internet. Da appassionato di Bob Dylan, l'ho
trovato davvero brutto, per molte ragioni. Per cominciare, secondo me
Bob Dylan rimane intraducibile, come tutti i grandi artisti e letterati.
Soprattutto per il periodo elettrico del 1965/66. Il suo linguaggio
immaginifico e pieno di suggestioni letterarie, non potrà mai essere
reso completamente in italiano. Per quanto riguarda De Gregori, pur
considerandolo tra i migliori cantautori italiani, credo che, nei
confronti di Bob Dylan, continui a ripetere gli stessi errori che fa da
quarant'anni. "Desolation Row", non è, e non potrà mai essere "Via della
povertà". Il termine "desolation", almeno secondo me, è desolazione,
squallore, miseria umana e anche un pizzico di ironia che, nel testo di
De Gregori, è completamente assente. Stessa cosa per la traduzione di
"Not Dark Yet", che, in italiano, perde totalmente la drammaticità e il
pathos del testo originale. Detto questo ci sono pareri molto più
autorevoli del mio, a cominciare da quello illuminante in materia, del
Prof. Carrera. A me sembra che il buon Francesco e lo dico con
rammarico, abbia perso da qualche tempo la vena creativa e allora si
rifugi in queste operazioni di traduzione che lasciano un pò il tempo
che trovano. Ripeto: secondo me, Bob Dylan rimane intraducibile. A
questo punto, e qui mi attirerò le ire di qualcuno, preferisco la libera
interpretazione degli Articolo 31 in "Come una pietra scalciata." (Like
a rolling stone) peraltro apprezzata da Bob Dylan stesso, a quanto ne
so. Insomma, "Amore e furto", mi sembra un pò una forzatura. Ultima cosa
sul sito. Mi spiace non trovare più la pagina con le traduzioni complete
delle canzoni, anche se so che non dipende da voi, ma da un fatto di
diritti d'autore, se non sbaglio. Buona giornata e a presto.
Caro Gerry,
non sei l’unico magfarmiano (allora Michele chiamava così chi seguiva il
suo sito, mentre io oggi preferisco usare maggiesfarmers che mi sembra
più centrato) che per motivi diversi non può più seguire con costanza la
Fattoria. Molti vecchi fedeli collaboratori hanni trovato forme più
personali per scrivere e pubblicare ciò che pensano. Oggi ci sono i blog
nei quali ognuno può scrivere le sue opinioni anche su argomenti diversi
da Dylan: Anni fa i blog non c’erano e molta gente scriveva più spesso
alla Fattoria, specialmente critici e giornalisti ci tenevano ad
apparire sulle pagine del sito. Oggi non è più così ma credo allo stesso
tempo che sia anche giusto così, e sò che molte di queste persone che in
passato scrivevano su queste pagine seguono ancora la Fattoria e la cosa
mi fa piacere, anche se evidentemente non posso più avere il tipo di
rapporto che aveva Michele con loro. Come dice Bob aprendo i suoi
attuali concerti “Things Have Changed“, lo stesso Bob è cambiato, i suoi
musicisti sono cambiati, la sua musica è cambiata, il suo modo di
scrivere è cambiato (anche se sempre ricco di “dylanite”), le sue
canzoni sono cambiate, gli argomenti sono cambiati. Oggi Dylan sta
facendo un’operazione di esplorazione totalitaria nei confronti della
musica americana andando a toccare tutti i generi possibili ed
immaginabili, la sinatrite che lo possiede e lo delizia attualmente ne è
la dimostrazione, e chissà quante cose e quante sorprese avrà ancora in
serbo per noi se il tempo gli terrà bordone ancora a lungo.
Cambiando argomento per passare a De Gregori, devo dirti che nemmeno io
mi sono entusiasmato a sentire le canzoni di Dylan tradotte e cantate da
Francesco, il quale, probabilmente in buona fede e senza accorgersene,
ha spazzato via il feeeling dylaniano per sostituirlo con quello
degregoriano.
Concordo che “Via della Povertà” non è riuscita bene, ne a Francesco ne
a De Andrè che l’ha riscitta, tutte e due le versioni non possiedono lo
spirito dylaniano, a mio parere, sono solo brutte imitazioni, un pò come
le borse false che si trovano oramai dappertutto.
De Gregori sa di essere bravo, considerato e molto stimato, forse non sa
che il fatto che una sua canzone sia stata inserita in un film su Dylan
potrebbe anche essere semplicemente una cosa concordata fra dirigenti
delle case discografiche e niente di più. Lo dimostrerebbe il fatto
(dicharazione di De Gregori) che i due non si sono nemmeno incontrati la
sera che hanno diviso lo stesso palco al Lucca Summer Festival, forse a
Dylan gli frega di De Gregori quanto gli frega di me o di te. Come disse
Joan Baez, Dylan non funziona come noi, lui vive in un suo mondo
particolare, dove niente lo sfiora e lo tange, se una cosa gli interessa
è lui il primo ad interessarsi, se poi non è come pensava la abbandona
subito semza il minimo rimpianto.
Non dimentichiamo mai che é De Gregori che ammira Dylan, Bob non ha il
minimo bisogno di ammirare Francesco e potrebbe anche darsi, che non
capendo le parole, la musica di De Gregori lo lasci indifferente, se mai
si è preso la briga di ascoltarlo attentamente. E’ un pò lo stesso
rapposto che c’è fra un calciatore e quelli della curva nord, i
curvaioli stravedono per lui ma a lui di loro gli frega meno di niente.
Francesco sale sul palco e parla spiega, sente l’esigenza di illustrare
e spiegare il suo lavoro a chi l’ascolta, (terribile questo mini-tour
nelle librerie per promuovere questo dischetto nel quale probabilmente
lui crede molto), Dylan non ha bisogno di spiegare niente a nessuno,
sale sul palco e non dice una parola a nessuno, non vuole che nessuno lo
filmi o lo fotografi, si comporta da grande antisociale e pare che la
cosa gli piaccia, visto che sono anni che lo fa. “Shadows In The Night”
piaccia o no ai suoi fans, potrebbe anche essere una grande operazione
finanziaria, sappiamo tutti che ha concesso l’intervista esclusiva alla
rivista dei pensionati americani che conta la bellezza di 65.000.000
milioni di abbonati, se solo l’1% comprasse il disco con le canzoni
della loro infanzia sarebbero la bellezza di 650.000 copie, se pensiamo
che per guadagnare un disco d’oro, di platino o di diamante le copie da
vendere sono quelle sotto elencate:
•ORO oltre le 25.000 copie vendute
•PLATINO oltre le 50.000 copie vendute
•DOPPIO PLATINO oltre le 100.000 copie vendute
•TRIPLO PLATINO oltre le 150.000 copie vendute
•QUADRUPLO PLATINO oltre le 200.000 copie vendute
•5 PLATINO oltre le 250.000 copie vendute
•DIAMANTE oltre le 500.000 copie vendute
vediamo che la cosa potrebbe diventare in grossissimo successo
commerciale anche senza l’ausilio dei fans.
Per concludere, lasciami contestarti a viva voce che non è assolutamente
vero quello che scrivi tu “Mi spiace non trovare più la pagina con le
traduzioni complete delle canzoni”.
Clicca questi due link e troverai tutti, ma prorio tutti i testi di
tutti i dischi di Bob.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
London, England - Royal Albert Hall,
October 23, 2015
By Peter Higginson.
Nei Kensington’s Gardens, Londra, che si trovano di fronte alla Royal
Albert Hall, si trova un baldaccino in stile gotico alto 54 metri con al
suo interno una statua placcata d'oro del Principe Alberto, consorte
della Regina Vittoria. Se visto nel crepuscolo del paesaggio urbano, si
tratta di un monumento gotico inquietante che sottolinea l'arroganza
monumentale
dell' imperialismo vittoriano, pari solo all'enorme edificio della RAH
che si presenta come un UFO proveniente da un altro un pianeta, fatto
interamente di mattoni rossi.
L'interno della RHA è formato da una qualità macabra di tende scarlatte
e opere murarie in pietra, e in questa scena mortale che il trovatore
Robert Zimmerman (età 74) ha fatto un passo avanti gracchiandoci Autumn
Leaves, tirata fuori da quella tomba chiamata Shadows in the night.
Prima dello spettacolo, un gruppo di noi guardava la leggenda del nostro
eroe mummificato che era alla disperata ricerca di un passaggio per
infilarsi nella cripta per cominciare la sua prestazione, ma è stato
inutile.
Siamo stati spostati dalle guardie della security, di nero vestite nel
Crematorium, scusate, Auditorium, a testimoniare quello spettacolo
crepuscolare.
Dire che la performance è stata sia senza vita e senza senso sarebbe una
gentilezza. “Tangled Up in Blue” aveva perso tutta la sua verve; “Pay in
Blood”' era falsa, Bob è incredibilmente comodo e ben servito dal suo
staff, limousine e jet; e '”What’ll I Do” è stata semplicemente triste.
In quello che il recensore del “Daily Telegraph” ha descritto
brillantemente come “una luce alla nicotina”, Bob ha gracchiato fuori le
canzoni, poi ha fatto la sua danza macabra da piccolo burattino
nell'ombra, mentre fuori lo attendeva un assegno di 300.000 $.
Ma mentre Bob può essere visto come il padrone di casa in stile
vittoriano, rastrellando una fortuna coi biglietti pagati dal pubblico,
il resto di noi sono lavoratori che hanno dovuto sborsare circa 450
sterline per gli hotel, i biglietti, i treni, i programmi, Spitfire ale,
hamburger e t-shirt, guidare per ore per raggiungere la sede, stipati
come sardine nella metropolitana, col finale in sofferenza per la
performance di due ore come un tributo d'amore.
Si potrà probabilmente capire che io non sono stato colpito dalla
mortificante natura di questa esperienza. Questa estetica cimiteriale ha
riscritto l'intero corpo di lavoro di Dylan come una serie di monumenti
crollati. Il grande viaggio che ha preso il via nel 1962, si è concluso
in rovina. La vista di Bob che discute con l’altrettanto mortificante e
analfabeta supercalcolatore “IBM-Watson”' per un altro assegno da
3.000.000 di $ ha finalmente segnato il suo destino come il protagonista
di una delle sue canzoni.
Penso che possiamo visualizzare l'intera carriera ora come un unico
genere: Il Blues di Tombstone.
Mercoledi
4
Novembre 2015
Talkin' 9670
- marco.merli
Buongiorno,
è da un paio di giorni che cerco di accedere al vecchio archivio di
tutti i testi tradotti a suo tempo da Murino, ma non è più possibile
visualizzarli. Sai per caso se il dominio è scaduto?
Onestamente devo dire che consulto la pagina non proprio ogni giorno, ma
quasi e fino a qualche giorno fa ancora era visibile, quindi è veramente
questione di pochi giorni. Sarebbe un peccato se andasse tutto perduto.
PS: su questo link ci stanno 1 ora e 17 minuti di canzoni dal bootleg
nuovo se qualcuno volesse avere qualche spoiler/anticipazione:
Link pubblicato nella pagina ufficiale di Facebook di Bob.
Ci sta una versione di Desolation Row al piano che, dopo averla
ascoltata, ho dovuto mettere mano alla carta di credito ed acquistare la
versione Deluxe! Da brividi!!
First af all grazie di
cuore per il link con le nuove canzoni di Bob. Il dominio di
maggiesfarm.it è scaduto alla fine di ottobre ed io non posso rinnovarlo
in quanto il titolare del dominio è Michele Murino, quindi sarà lui a
decidere se rinnovarlo o lasciarlo perdere, io non posso assolutamente
fare niente al riguardo. Il problema però è stato aggirato
perchè tutto quello che potevi trovare a livello di testi e traduzioni
nel vecchio sito di Michele è stato ora completamente ricopiato ed
aggiornato, lo trovi ai seguenti indirizzi:
Quindi, come potrai
constatare consultando gli archivi di maggiesfarm.eu, che è la naturale
continuazione di maggiesfarm.it voluta da Michele Murino al momento del
suo abbandono nell'ormai lontano marzo del 2008, troverai tutto quello
di indispensabile che era stato archiviato da Michele:
Mi spiace solamente
che dopo otto anni di mia gestione ci siano dei fans che non abbiano
ancora assimilato il come ed il perchè le cose siano cambiate nell'attuale maniera
nonostante la cosa sia stata spiegata chiaramente più e più volte su
queste pagine.
Dear Mr. T,
sono consapevole del grande lavoro svolto da Alessandro Carrera. Le sue
traduzioni sono di fondamentale importanza per tutti gli amanti di
Dylan. Non sono però d'accordo sul fatto che (al di là di Carrera) le
traduzioni di un testo letterario non debbano essere necessariamente
letterarie. Tradurre i Lirici greci o Rimbaud o Melville significa
restituirne la poeticità. Non si tratta solo di contenuto, ma
soprattutto di forma, in quanto il contenuto passa attraverso la forma.
Non si tratta di solo di restituire le sensazioni dell'artista, ma di
costruire un testo che abbia qualità letteraria.
Un grande abbraccio
Giovanni
Caro Giovanni, insisto
nel dire che è un'utopia pretendere di tradurre un testo da un'altra
lingua rendendo esattamente il feeling, la poesia ed il significato:
Facciamo un gioco, molto più semplice, sapresti dare un senso a queste
strofe tratte dal testo
di "Alice" di De Gregori?
"Alice guarda i gatti
e i gatti guardano nel sole
mentre il mondo sta girando senza fretta.
Irene al quarto piano è lì tranquilla
che si guarda nello specchio
e accende un'altra sigaretta.
E Lillì Marlen, bella più che mai,
sorride e non ti dice la sua età,
ma tutto questo Alice non lo sa.
Alice guarda i gatti
e i gatti muoiono nel sole
mentre il sole a poco a poco si avvicina,
e Cesare perduto nella pioggia
sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina.
E rimane lì, a bagnarsi ancora un pò,
e il tram di mezzanotte se ne va
ma tutto questo Alice non lo sa".
Ti chiedo di fare
questa cosa in italiano, risparmiandoti la impossibile fatica di rendere
la stessa cosa in inglese. Live long and propsper, Mr.Tambourine, :o)
Francesco De Gregori ha copiato e lo
dichiara
clicca qui
Martedi 3
Novembre 2015
Eindhoven, The Netherlands -
Muziekgebouw Eindhoven, November 2, 2015
1. Things Have Changed (Bob center stage)
2. She Belongs To Me (Bob center stage with harp)
3. Beyond Here Lies Nothin' (Bob on piano)
4. What'll I Do (Bob center stage)
5. Duquesne Whistle (Bob on piano)
6. Melancholy Mood (Bob center stage)
7. Pay In Blood (Bob center stage)
8. I'm A Fool To Want You (Bob center stage)
9. Tangled Up In Blue (Bob center stage with harp then on piano)
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton) (Bob center stage)
11. Why Try To Change Me Now (Bob center stage)
12. Early Roman Kings (Bob on piano)
13. The Night We Called It A Day (Bob center stage)
14. Spirit On The Water (Bob on piano)
15. Scarlet Town (Bob center stage)
16. All Or Nothing At All (Bob center stage)
17. Long And Wasted Years (Bob center stage)
18. Autumn Leaves (Bob center stage)
(encore)
19. Blowin' In The Wind (Bob on piano)
20. Love Sick (Bob center stage)
Le migliori traduzioni di Dylan (quelle
di Carrera per esempio) hanno spesso svuotato di poesia le canzoni di
Bob. Nonostante ciò, sono importantissime per accostarci all'universo
dylaniano. Le traduzioni di Francesco hanno una grazia e una forza
evocativa eccezionali (Not Dark Yet, Dignity, Desolation Row, Political
World...). Mi sembra che De Gregori abbia fatto un grandissimo lavoro.
Il disco è suonato benissimo e cantato in modo fantastico. Il mondo di
Dylan è materia complessa e inafferrabile. Se ci accostiamo a questo
disco senza tenere in mano la penna rossa del professore, scopriremo che
"Amore e Furto", nonostante la "dannazione del tradurre", è una piccola
perla.
Un saluto a tutti.
Giovanni
Ciao cavalloselvaggio
Giovanni,
Come potrai sentire nei video sottostanti De Gregori dice chiaramente
che non ha voluto cambiare gli arrangiamenti di Dylan perchè sarebbe
stato un atto di arroganza, ma dice chiaramente che è stato costretto a
cambiare le traduzioni perchè era assolutamente impossibile essere
fedele all'originale. Il disco è senz'altro molto bello perchè sarà la
somma dell'animo dylaniano e della sensibilità di Francesco.
Invece il fatto che le traduzioni del Prof. Carrera abbiano svuotato di
poesia le canzoni di Dylan è cosa da discutere. Tradurre una canzone
(come fa Alessandro, cercando di rendere al meglio l'intento di Dylan)
vuol dire cercare di far capire a chi legge qual'era la sensazione
provata da Dylan nello scrivere una determinata canzone. Il traduttore
non ha il compito di essere poetico o di rispecchiare e rispettare la
poesia di un'altro artista, il traduttore deve solo tradurre restando il
più vicino possibile al senso dell'originale, tutto il resto non conta.
Il Prof. Carrera ha fatto il possibile per avvicinare ognuno di noi
all'universo dylaniano come hai detto anche tu, mentre invece per De
Gregori, dovendo cantarle, è giocoforza metterci molta parte del suo
feeling che qualche volta potrebbe anche allontanarsi dal reale
significato della canzone. Mi piacerebbe invece sentire quanto Dylan, se
un giorno si mettesse in mente di tradurre in inglese e cantare "Alice",
riuscirtebbe ad essere fedele al testo di Francesco. Probabilmente,
anzi, di sicuro, incontrerebbe le stesse difficoltà che Francesco avrà
dovuto affrontare ed in qualche modo risolvere per portare a termine il
lavoro.
Dear Mr T,
grazie ancora, infinite, per il tuo prezioso lavoro per tutti noi
farmers.
Ho letto con attenzione la tua prolusione di argomenti (influenza
cattolica, censura, inquisizione, negazione della possibilità
di accedere alla Bibbia per secoli- fino al Concilio Vaticano II, ecc..)
tutte cose che personalmente, per l'attività che svolgo conosco molto
bene e...sulla mia pelle, occupandomi in prima persona della
spiritualità biblica. I pay in blood, but not my own.
Ma tutto questo non fa che confermare ciò che avevo scritto:l'ignoranza
(non conoscenza) della Bibbia.
Di De Gregori, penso sia meglio, dargli dell'ignorante italico riguardo
la Bibbia (cosa del tutto normale, anche per le motivazioni che tu hai
scritto) piuttosto che dargli del bugiardo sul fatto che non ci ha messo
nulla di suo nel tradurre i testi di Dylan.
De Gregori semplicemente non conosce la Bibbia, come molti, e quindi non
"decodifica" tantissime espressioni del Nostro.
Hai postato l'interessante articolo di Carrera che tra l'altro scrive
così: "lo posso ascoltare in “Un angioletto come te”,
è incantevole, ma certamente non è più Dylan, è De Gregori, come del
resto è giusto che sia.
Condizionato da troppa conoscenza del testo, ho notato subito che le
forti allusioni religiose del testo sono (inevitabilmente) sparite"
"Inevitabilmente sparite". Sparite per "non conoscenza biblica".
Dovuta certamente alla nostra italica storia, che conosciamo, ma una
"non conoscenza" che fuorvia immancabilmente
chi presume di "tradurre" affermando che non "ci mette nulla di suo".
Come scritto in precedenza, questo non toglie nulla a De Gregori e al
suo tributo devozionale a Dylan.
Mi piace De Gregori anche nella sua "non conoscenza" biblica. Tutto qui.
Mi congedo con un saluto dylaniano e chiaro riferimento biblico (Gv
1,29; Eb 10,19; 1Pt 1,2)
I pay in blood, but not my own
Roberto
Caro Roberto, concordo
con ogni tua parola, lasciami sfruttare l'occasione per augurarti di
continuare sempre nel tuo lavoro missionario che da anni svolgi con
tanta devozione. Dovrebbero esserci molte più persone che pensano ed
agiscono come te, ma purtroppo non si può avere tutto dalla vita! Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mister T.,
Una domanda: Sai se A. Carrera e/o Feltrinelli e/o altri autori- editori
aggiorneranno mai le lyrics fino ad ora tradotte e ferme al 2001 (cioè
quelle di Carrera, per Feltrinelli), almeno fino a Tempest?
Grazie, ciao. Marco
Ciao Marco, non ho
notizie di attuali o future iniziative del genere, posso solo dirti che
il Prof. Carrera, rispondendo all'amico Gianluca Carlini nella Talkin'
9649
di Mercoledi 21 Ottobre 2015 diceva che al momento è troppo impegnato e
non avrebbe il tempo di tradurre l'ultimo libro di Greil Marcus, di
conseguenza non ne avrebbe nemmeno per aggiornare Lyrics 1962-2001.
Comunque negli archivi della Fattoria puoi trovare i testi con le
relative traduzioni fino all'ultimo lavoro di Bob "Shadows in the night:
De Gregori: "Io, dylaniano non dylaniato"
clicca qui
Lunedi 2
Novembre 2015
Brussels, Belgium - Forest National,
November 1, 2015
1. Things Have Changed
2. She Belongs To Me
3. Beyond Here Lies Nothin'
4. What'll I Do
5. Duquesne Whistle
6. Melancholy Mood
7. Pay In Blood
8. I'm A Fool To Want You
9. Tangled Up In Blue
(intermission)
10. High Water (For Charley Patton)
11. Why Try To Change Me Now
12. Early Roman Kings
13. The Night We Called It A Day
14. Spirit On The Water
15. Scarlet Town
16. All Or Nothing At All
17. Long And Wasted Years
18. Autumn Leaves
Caro Mr.Tambourine,
mi hanno chiesto un intervento a caldo su "Amore e furto". Dico a caldo
perché non ho ancora avuto modo di sentire tutto il disco, quindi forse
ci dovrò ritornare. Ma intanto trovi quello che ho scritto a questo
link:
Un grandissimo grazie
ancora una volta a te caro Alessandro, la tua disponibilità verso la
Fattoria ed i suoi lettori è sempre al TOP! Live long and propsper,
Mr.Tambourine
Caro Mr.Tambourine,
purtroppo l'osservazione di Roberto sul fatto che De Gregori abbia
totalmente trascurato il contenuto religioso nel rendere “Sweetheart
like you” non fa una grinza. Parliamo di uno dei migliori autori
italiani che ha scritto canzoni bellissime, dimostrando di avere
intelligenza e capacità a profusione, e quindi questi infortuni sono
ancora più inspiegabili. Ha pure dichiarato di non aver letto nessuno
dei tanti libri scritti su Dylan per non lasciarsi influenzare, e di non
aver voluto dare un'interpretazione delle canzoni, per non sostituirsi a
Dylan. Ma Dylan è troppo complesso per riuscire a rappresentarlo come
tale e un'interpretazione diventa inevitabile. Quindi è meglio che sia
conscia che involontaria. Un minimo di documentazione sarebbe stato
indispensabile. Bastano 30 secondi per leggere la nota di Carrera sulla
canzone nelle Lyrics, e si scopre che il boss della prima strofa che va
al Nord è il Diavolo, con relativa citazione dall'Ecclesiaste (1,2), da
Isaia (14,13) e Geremia (1,14). Tradurre “lui non c'è, è andato
all'estero e non tornerà”, provoca l'effetto un pò comico di far
espatriare il Diavolo. Il fatto è che riprodurre l'insieme di
connessioni che c'è dentro una canzone di Dylan è praticamente
impossibile e forse sarebbe meglio partire per la tangente e riscrivere
tutto con suggestioni proprie, anche se non sono collegate alle
tematiche originali. Stare a mezza via significa per forza di cose
banalizzarlo e questo Dylan non se lo merita.
“Sweetheart like you” non è certamente una delle migliori canzoni di
Dylan, ed è stata a suo tempo al centro di polemiche relative alla sua
presunta misoginia (Il termine misoginia, dal
greco μισεω miseo, io odio e γυνη gyne, donna, indica un sentimento ed
un conseguente atteggiamento d'odio o avversione nei confronti delle
donne - generalmente da parte di uomini, più raramente da parte di altre
donne), per il passo:
Sai, una donna come te dovrebbe stare a casa
Quello è il posto a cui appartieni
A prenderti cura di qualcuno che ti ama davvero
Qualcuno che non ti farebbe mai del male
dove la donna è vista, in puro stile arcaico, come portatrice di
minorità, incapace di definire autonomamente la propria libertà.
Tuttavia Carrera e Michael Gray fanno notare come questo passaggio
provenga da una modifica della prima strofa di “I Want a Good Woman” di
Cliff Carlisle e Wilbur Ball, un country del 1931.
(I Want a good Woman to love my all day long/who'll stay at home and
never do me no wrong)
http://groovesharks.org/artist/Cliff+Carlisle?lang=english
E se anche si tien conto che Dylan era appena uscito da una vera e
propria sbornia di fanatismo che lo aveva portato alle soglie del
vaniloquio, il soggetto della canzone non pare essere lui, ma un
personaggio cinico e mellifluo, un seduttore demodè (“Comunque quello è
un bel cappello / Ed un sorriso a cui è così difficile resistere”) e lo
stesso ritornello "Cosa ci fa una bella ragazza come te in un buco come
questo?” proviene infatti (riporto sempre da Carrera) da una battuta di
Humphrey Bogart in All Through the Night (Sesta colonna, Vincent
Sherman,1942).
https://www.youtube.com/watch?v=32J0fOAUnvw
Qui Bogart fa proprio la parte di un fuorilegge abituale, personaggio
che secondo la trama del film, mosso sulle prime dalla vendetta, trova
il riscatto sventando un complotto di spie naziste ai danni del suo
paese (gli USA). Solo in quest'ottica si capisce la citazione del motto
di Samuel Johnson del 1775, “il patriottismo è l'ultimo rifugio del
farabutto” che altrimenti cadrebbe come i cavoli a merenda. Se poi,
allargando la visuale, teniamo conto del fatto che Dylan non fa canzoni
romantiche, nemmeno nella versione “amanti dannati”, e ha ben presente
come funzioni questo “genere di consumo”, ci si potrebbe chiedere se il
“dump like this” , (una discarica come questa) nell'ottica al vetriolo
di Bob, non sia proprio la canzone stessa. Nella sua forma sdolcinata da
mercato di massa infatti, ha la funzione di fingere sentimenti ingenui e
luoghi comuni, al solo fine di passare alla cassa, vendendo
un'emozionalità superficiale e standardizzata.
Ciao, Miscio.
Caro Miscio, le tue
osservazioni sono giuste ed io le condivido in pieno. Anche il Prof.
Carrera, nel link sopra, dice che è sinceramente impossibile tradurre
Dylan mantenendo lo status dylaniano della canzone, quindi molto
probabilmente Francesco si è spinto un pò oltre la linea dichiarando che
ha tradotto Bob senza metterci niente di suo. Personalmente penso che
qualunque canzone di Dylan, cantata con un testo in italiano, rimanga
una bella canzone ma non sia più una canzone di Dylan, principalmente
perchè di simile o uguale, dipende dall'arrangiamento, rimane solo la
musica. Le canzoni di Dylan sono musica ma soprattutto testo, e tolta
una di queste caratteristiche la cosa si trasforma in qualcosa di simile
ma di sapore completamente diverso. Io penso che operazioni tipo "Amore
e Furto" non andrebbero fatte, ma ognuno ha la libertà di fare quello
che a lui piace di più. Del resto anche Dylan fa quello che gli vuole
infischiandosene della nostra opinione, quindi non vedo perchè non possa
farlo anche Francesco. Il giudizio è poi una cosa personale abbastanza
semplice, se ti piace compri il disco altrimenti rinunci! Live long and
propsper, Mr.Tambourine, :o)
London, England - Royal Albert Hall,
October 22, 2015
di Graham Cole
Perché cercare di cambiare Lui ora?
Mi sono svegliato prima del solito questa mattina, poco dopo le 6, oggi
era un giorno diverso.
Avevo un appuntamento all’ospedale alle 08:00 per il mio udito. Una
giornata fondamentale per aver un buon udito. Bob e la sua fidata band
sono in città. Ero eccitato.
A metà pomeriggio, Loraine ed io siamo andati in macchina fino a Kew;
traffico lento, poi lasciata l’auto abbiamo preso la metro per la
meravigliosa Royal Albert Hall, facendo anche una breve visita al
Victoria & Albert Museum, prima che ci buttassero fuori senza tante
cerimonie perchè era il momento della chiusura.
Abbiamo spiato il “Beat The Street” e le limousine parcheggiate davanti
alla Porta 11, una piccola folla era in attesa, un bel pò di noi
“capelligrigi” che speravano di riconoscere qualcuno anche lui
“capelligrigi”.
Charlie è sceso da uno dei veicoli e poi, con la consueta giacca di
pelle e ben incappucciato, il nostro uomo è uscito scortato dal suo
staff ed è entrato nella RAH.
Abbiamo perso un incontro programmato con Paul e compagni (scusate Paul,
ma ci vedremo a Southampton!), ora era tempo per noi di andare in cerca
dei nostri posti, (ringraziamo John B), lato sinistro con una buona
vista da quei bei piccoli sedili swivelly che hanno alla RAH.
Alle 19,30 la sala era piena; avevamo vicino a noi Steve Lockwood
(piacere di conoscerla Steve) che aveva suonato la sera prima ed aveva
avuto molti elogi per il suo grande spettacolo. Il nostro entusiasmo
sembrava giustificato, e alle 19,32, quando Stu ha iniziato a
strimpellare la familiare acoustica, le cose sono migliorate di botto.
La gente conoscerà certamente la scaletta, quindi parlerò di alcuni dei
punti salienti per noi.
Ci era stato detto la voce di Bob è in ottima forma in questo tour, ed
era vero. Voce chiara, con alcuni meravigliosi fraseggi in molte delle
canzoni. Molto bella She Belongs to Me, Tangled in una delle migliori
versioni che abbiamo sentito da molto tempo, un sacco di meravigliosa
attività di Bob al pianoforte di gran lunga più significativo che in
passato, e sì,
egli sembra funzionare col suo ultimo "stile di danza", quello che noi
chiamiamo il suo jauntystep, durante alcune canzoni.
Sia Bob che la band erano sartorialmente eleganti e come sempre, e bello
vedere Charlie prendere una posizione dominante musicalmente, tra cui
qualche dolce scambio di chitarra / pianoforte con Bob in Roman Kings.
Anche se Loraine non è stata convinta dalle covers di Sinatra, per me
hanno funzionato (e sono state chiaramente apprezzate dal
pubblico), e di sicuro abbiamo apprezzato l'abbinamento di Long e Wasted
Years con Autumn Leaves.
E se ci sono coloro che vogliono le vecchie canzoni di protesta, ecco
Blowin 'in the Wind, con la linea "Troppe persone sono morte" ,
rilevante oggi come lo è sempre stata.
Le luci erano troppo scure e fisse (a parte un glorioso sfondo per
Wasted Years), ed il susseguirsi di canzone in canzone a rotta di collo
non consente facilmente di apprezzare anche alcune parti del canto.
Il ritorno a casa, con Dylan sul lettore cd, ci ha permesso di
riflettere su quello che era stata una bella bella serata. Come altri
hanno già detto, grazie a voi Bob e Band, questo è stato un grande
spettacolo. E la prossima volta ci saranno anche Sam e Chez che
arriveranno presto alla nostra città natale il 30, yay!
La tentazione era quella di riflettere sulla notevole statistica che
Dylan si trova oggi nella stessa fase di più di 50 anni fa e nello
stesso modo è riuscito stasera a tenere il pubblico in un silenzio
attento e col fiato sospeso per la performance. Qualcosa stava accadendo
qui stasera e io non sapevo cosa fosse. Scoprire le covers?. Suonare le
canzoni che compongono una parte del suo essere?
Confesso che prima dello spettacolo ero un pò preoccupato per il numero
delle canzoni di Sinatra inserite nella scaletta e per come avrebbero
potuto influenzare lo show negativamente. Ho smesso di preoccuparmi
quando ho scoperto alcune lacrime rotolare giù per le guance quando ha
cantato Wahat’ll Do. Il suono era croccante e perfetto come altrimenti
non potrebbe essere in questo glorioso locale. Queste canzoni dal vivo
sono migliori delle versioni su Shadows In The Night. Chi mai dice Dylan
non può tenere una melodia dovrebbe essere costretto a sedersi in una
stanza con una registrazione incontaminata di questa performance.
E qualcuno dice che non può cantare! Incredibilmente meraviglioso.
Perfetto per il luogo e un vecchio e riconoscente pubblico. Non era
tutto perfetto. Pay in Blood si è trascinata stancamente per me, e All
or Nothing At All non ha funzionato bene. Ma la stragrande maggioranza
delle canzoni erano una meraviglia. La band è notevole. Charlie ha
suonato qualche fraseggio semplicemente divino. Lo spettacolo ha
superato le mie aspettative.
Ora lui è buono come non lo è mai stato. Ho visto la mia quota di
pessimi spettacoli di Bob. Questo è stato bellissimo. Non vedo l'ora di
ripetere l'esperienza domani sera, "the good Lord willing and the creek
don't rise."
Ho pensato che fosse fantastico. I momenti migliori sono stati Early
Roman Kings e Scarlet Town con gli accordi minori tipici della terra di
Barbara Allen. La band era brillante, le chitarre fluide, punteggiate
dallo staccato del pianoforte di Bob.
E’ come se il materiale di Sinatra avesse cambiato il suo canto. E' più
tranquillo, meno urlato, più sfumato.
I’m A Fool To Want You era stupenda. Sentivo le parole abbastanza
chiaramente per rendermi conto che ha ri-scritto un versetto di Tangled
Up In Blue. (You remind me of someone I used to know/ Someone I used to
trust - Lei mi ricorda qualcuno che conoscevo / Qualcuno di cui mi
fidavo).
Le canzoni Sinatra si alternano con i più pesanti blues con la voce
ringhiante che era emozionante. Ero seduto dietro il palco, giusto sopra
la batteria di George Recile, così ho potuto vederlo fare cose sottili
con le dita e delle favolose piccole pattern ritmiche sul charleston.
Bob era di buon umore e ha salutato il pubblico alla fine. È divertente
il modo in cui Dylan gira per il palco. L’ho descritto a mia moglie e
lei ha detto: "Sembra Rumplestiltskin" (un personaggio di una fiaba dei
Fratelli Grimm).
2 grandi spettacoli presso la Royal Albert Hall di Londra.
Il migliore finora (dovete credermi).
Bobby era Rock e Crooning come un professionista.
Niente male.
- Luogo ideale (Splendida la rotonda del Teatro).
- Grande suono.
- Grande band (Stu, George, Tony, Charlie, Donnie).
- Grandi canzoni (Dal passato, presente, futuro).
Ho altri 3 spettacoli da andare a vedere!
Ho voluto prendere la possibilità di vedere non solo una leggenda, ma un
magnifico artista e un eccezionale performer. Non vi azzardate a
perderlo! Ci vediamo lì per ascoltare Rock e Croon insieme.
Grazie Bobby di stare con noi. Sono venuta a vederti perchè sei un mio
amico.