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maggiesfarm.eu - sito italiano di
bob dylan |
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ITALIANO DEDICATO A BOB DYLAN |
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2016 Nobel
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Lunedì 24
Dicembre 2018
Auguro di cuore a tutti Voi di passare in
serenità le feste natalizie con i vostri cari.
La Fattoria si prende qualche giorno di riposo, ci aggiorniamo al 7
Gennaio 2019.
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New York, N.Y. - Beacon Theatre,
November 24, 2018
di Barry Gloffke
Il secondo concerto dei sette di Bob al Beacon Theatre è stato un altro
gioiello. Non privi di alcune piccole imperfezioni, Bob, la band e la
folla erano in buona forma. Stasera c'è stato un breve preludio musicale
... il sipario si è alzato ... e la band è partita immediatamente in una
versione solida di THINGS HAVE CHANGED che è stata seguita da una tenera
IT AIN’T ME BABE. Entrambe sono state eseguite con voce forte e chiara.
Una rapida descrizione dell'equilibrio dello spettacolo è la seguente:
Una take rock (come sempre) di HIGHWAY 61 REVISITED, quindi una
fantastica SIMPLE TWIST OF FATE. E’ seguita una rendering minacciosa di
CRY A WHILE, una degli standouts di stasera, ma non per mettere in ombra
altri pezzi ma per me migliore standout; una bella impressione mi ha
fatto WHEN I PAINT MY MASTERPIECE, Bob ha cantato la prima metà di
questa canzone con appena un sussurro di accompagnamento musicale, poi
raggiunto a metà canzone dalla band. Ha fatto un magnifico lavoro
accentuando i testi chiave. Bravo!
HONEST WITH ME ha scosso, anche se Bob ha ripetuto una strofa. TRYIN' TO
GET TO HEAVEN era dandy, SCARLET TOWN aveva una grande atmosfera e MAKE
YOU FEEL MY LOVE è stata meravigliosa. PAY IN BLOOD è l’anello debole
del set, manca la minacciosità che aveva una volta, detto ciò, ha avuto
una bella crescita di intensità man mano che progrediva. La folla ha
gradito davvero la buona e nuova versione di LIKE A ROLLING STONE.
EARLY ROMAN’S KINGS inquietante, con un Charlie che era malvagio. Il
momento saliente della serata per me è stata una tenera lettura di DON’T
THINK TWICE. Bob aveva la dolcezza. LOVE SICK era deliziosamente
minacciosa e la penultima canzone del set era un caloroso invito, SOON
AFTER MIDNIGHT. Poi la nuova ed emozionante versione lirica e sonora di
GOTTA SERVE SOMEBODY, brillante!
I bis di stasera erano una versione solida di ALL ALONF THE WARCHTOWER e
una dondolante BLOWIN' IN THE WIND con un'anima soul... che si sentiva
ogni volta che Bob soffiava nell' armonica. Come al solito la band era
perfetta. Tanto di cappello a Bob e ai cowboy per un altro grande
spettacolo.
PS. Piacere di vedere i Bobcats, Sue, Mangala e Asha a New York.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
di Kyle Colona
Dopo aver visto Bob Dylan e la sua band nel weekend del Thanksgiving Day
al Beacon Theater, posso dire che è incredibile che Bob e la band,
ancora dopo 30 anni del cosiddetto Never Ending Tour, e 3.000 o più
spettacoli dopo, vadano ancora così forte. Dove piazzare in classifica
questo show non saprei dirlo, ma il punto non è questo. Ogni spettacolo
è unico anche se la set list rimane tristemente la stessa. I giorni di
attesa su ciò che poteva venire dal palco sono finiti da tempo, ma ci
vuole ancora del bello per riconoscere i nuovi arrangiamenti .... la
parte migliore di uno spettacolo di Dylan. Come altri hanno notato nel
primo show, l'assenza di Stu Kimball non è drammatica, certo il suono è
meno pieno ma rappresenta ciò che sono i concerti di Dylan in questo
momento. Fare musica di alta qualità notte dopo notte è il marchio dei
professionisti, complimenti dunque alla band. Per quanto riguarda gli
highlights classici come Simple Twist, ovviamente Masterpiece e la nuova
versione di LARS, voce eccellente in tutte. Ma sono le melodie degli
ultimi anni che spiccano davvero adesso, Cry a while, Love Sick, Early
Roman Kings e Soon After midnight, musicalità eccezionale, con Dylan
alla testa della band, il che mi porta ad un'altra osservazione. Dylan è
diventato un leader di gruppo dopo tutti questi anni e le canzoni hanno
un inizio e una fine precisi. Indietro nel tempo queste cose facilmente
andavano in pezzi di tanto in tanto, il che naturalmente era sempre
esplosivo. Tornando allo show: I punti salienti per me sono stati
Scarlet Town e Don’t Think. La band si è distinta in una divertente
Gotta Serve Somebody, con parole nuove ed esilaranti, qualcosa come
"Potresti essereeee Peter, potresti essereee Paul, potresti non essere
affatto nessuno ...", fantastica. I bis sono stati una Watchtower
diversa, un po' strana, ma perché cavillare? E Blowin’ in the Wind,
maestosa come sempre, e ancora non ci sono risposte nel vento! Tutto
sommato un grande spettacolo, anche se la folla era un po' sottotono. A
77 anni Dylan ha più energia di alcuni del pubblico, e molte persone
sono arrivate tardi anche se gli era stato detto che lo show sarebbe
iniziato puntualmente alle 20,00. Così a chiunque vada al resto degli
show, arrivi 20 minuti prima e si metta al proprio posto ... Non
azzardatevi a perderli!
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Sabato 22
Dicembre 2018 Tour 2019.
confermate 9 nuove date in Spagna e Svizzera
22 Aprile 2019 - Locarno, Switzerland -
Palexpo Locarno
25 Aprile 2019 - Pamplona, Spain - Navarra Arena
26 Aprile 2019 - Bilbao, Spain - Bilbao Exhibition Centre
28 Aprile 2019 - Gijón, Spain - Sports Palace President Adolfo Suárez
29 Aprile 2019 - Santiago de Compostela, Spain - Pavillón Multiusos
Fontes do Sar
03 Maggio 2019 - Seville, Spain - Fibes Auditorium
04 Maggio 2019 - Malaga, Spain - Marenostrum Castle Park
05 Maggio 2019 - Murcia, Spain - Plaza de Toros
07 Maggio 2019 - Valencia, Spain - Plaza de Toros de Valencia
Ecco l'elenco aggiornato:
31 Marzo 2019 - Dusseldorf, Germany -
Mitsubishi Electric Halle
02 Aprile 2019 - Würzburg, Germany - s.Oliver Arena
04 Aprile 2019 - Berlin, Germany - Mercedes-Benz Arena
05 Aprile 2019 - Magdeburg, Germany - GETEC Arena
07 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
08 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
09 Aprile 2019 - Prague - Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
11 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
12 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
13 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
16 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
17 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
19 Aprile 2019 - Innsbruck, Austria - Olympiahalle
20 Aprile 2019 - Augsburg, Germany - Schwabenhalle
22 Aprile 2019 - Locarno, Switzerland - Palexpo Locarno
25 Aprile 2019 - Pamplona, Spain - Navarra Arena
26 Aprile 2019 - Bilbao, Spain - Bilbao Exhibition Centre
28 Aprile 2019 - Gijón, Spain - Sports Palace President Adolfo Suárez
29 Aprile 2019 - Santiago de Compostela, Spain - Pavillón Multiusos
Fontes do Sar
03 Maggio 2019 - Seville, Spain - Fibes Auditorium
04 Maggio 2019 - Malaga, Spain - Marenostrum Castle Park
05 Maggio 2019 - Murcia, Spain - Plaza de Toros
07 Maggio 2019 - Valencia, Spain - Plaza de Toros de Valencia
21 Giugno 2019 - Bergen, Norway - Koengen
24 Giugno 2019 - Helsinki, Finland - Hartwall Arena
26 Giugno 2019 - Stockholm, Sweden - Ericsson Globe
28 Giugno 2019 - Gothenberg, Sweden - Scandinavium
29 Giugno 2019 - Oslo, Norway - Spektrum
05 Luglio 2019 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
06 Luglio 2019 - Braunschweig, Germany - Volkswagen Halle
07 Luglio 2019 - Mainz, Germany - Volkspark
09 Luglio 2019 - Erfurt, Germany - Messehalle
10 Luglio 2019 - Stuttgart, Germany - Jazzopen
12 Luglio 2019 - London, England - BST Hyde Park
14 Luglio 2019 - Kilkenny, Ireland - Nowlan Park
Come si può notare
mancano molte possibili date in Maggio e Giugno che probabilmente
saranno comunicate e confermate a breve, sperando sia compresa anche
l'Italia.
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È in edicola e online “Bob Dylan Vinyl
Collection”
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Da Dylan all'astrologia, il De André
segreto in parole e immagini
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Venerdì 21
Dicembre 2018
Talkin' 10633
- caraprudenza
Cari amici della Fattoria,
vi segnalo questo interessante articolo. Voi sapete qualcosa in merito a
probabili date italiane?
https://www.rockol.it/news-699010/bob-dylan-tour-europa-nel-2019-arrivo-date-italiane?
Ciao Cara, ti ringrazio per la segnalazione.
L'articolo di Rockol.it è
praticamente il copia-incolla di quello che la Fattoria aveva anticipato
nei seguenti giorni: giovedi 6 dicembre la comunicazione delle prime
date,
giovedi 13 dicembre la notizia della ventilata data all'Autodromo di Imola,
sabato 15 dicembre la comunicazione di altre date,
martedi 18 dicembre la comunicazione delle ultime date europee finora
confermate da bobdylan.com. Oggi se ne è aggiunta un'altra in Germania,
quindi l'elenco delle date di Rockol.it non è aggiornato. Nei precedenti comunicati avevo detto che ci
sono ancora diversi buchi nel Tour europeo, la mancanza di date nel mese
di maggio per esempio, quindi dobbiamo aspettarci, di giorno in giorno,
la conferma di altre date europee, speriamo comprese alcune italiane.
Naturalmente cercheremo di essere sempre i primi ad annunciare qualunque
data perchè teniamo sotto stretto controllo giornaliero il sito
ufficiale di Bob. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
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Tour 2019, confermata nuova data
tedesca
09 Luglio 2019 - Erfurt, Germany -
Messehalle
Ecco quindi l'elenco delle date
aggiornato ad oggi:
31 Marzo 2019 - Dusseldorf,
Germany - Mitsubishi Electric Halle
02 Aprile 2019 - Würzburg, Germany - s.Oliver Arena
04 Aprile 2019 - Berlin, Germany - Mercedes-Benz Arena
05 Aprile 2019 - Magdeburg, Germany - GETEC Arena
07 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
08 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
09 Aprile 2019 - Prague - Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
11 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
12 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
13 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
16 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
17 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
19 Aprile 2019 - Innsbruck, Austria - Olympiahalle
20 Aprile 2019 - Augsburg, Germany - Schwabenhalle
21 Giugno 2019 - Bergen, Norway - Koengen
24 Giugno 2019 - Helsinki, Finland - Hartwall Arena
26 Giugno 2019 - Stockholm, Sweden - Ericsson Globe
28 Giugno 2019 - Gothenberg, Sweden - Scandinavium
29 Giugno 2019 - Oslo, Norway - Spektrum
05 Luglio 2019 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
06 Luglio 2019 - Braunschweig, Germany - Volkswagen Halle
07 Luglio 2019 - Mainz, Germany - Volkspark
09 Luglio 2019 - Erfurt, Germany - Messehalle
10 Luglio 2019 - Stuttgart, Germany - Jazzopen
12 Luglio 2019 - London, England - BST Hyde Park
14 Luglio 2019 - Kilkenny, Ireland - Nowlan Park
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Giovedì 20
Dicembre 2018
Talkin' 10632
- mmontesano
Ciao, invio un articolo di Marco Zoppas
uscito su Tomtomrock. L’argomento principale è The Flame di Leonard
Cohen, ma contiene riferimenti a Dylan. In caso possa
interessare…Marina.
http://www.tomtomrock.it/journal/rock-e-letteratura-leonard-cohen-the-flame/
Grazie Marina, le tue
segnalazioni sono SEMPRE interessanti per tutti noi della Fattoria! Alla
prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
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In una foto sfocata l’essenza assoluta
del rock di Bob Dylan
clicca qui
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Joan Baez: "Quella canzone che rubai a
Bob Dylan"
clicca qui
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Mercoledì
19
Dicembre 2018 “La Bibbia
di Bob Dylan”: cercando Dio sulla Highway 61
clicca qui
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Bohemian Rhapsody e l’arroganza
di chi parla di musica
clicca qui
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Martedì 18
Dicembre 2018 Tour 2019,
confermate 6 nuove date
11 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
12 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
13 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
16 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
17 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
19 Aprile 2019 - Innsbruck, Austria - Olympiahalle
Ecco l'elenco completo delle date confermate
ad oggi:
31 Marzo 2019 - Dusseldorf, Germany -
Mitsubishi Electric Halle
02 Aprile 2019 - Würzburg, Germany - s.Oliver Arena
04 Aprile 2019 - Berlin, Germany - Mercedes-Benz Arena
05 Aprile 2019 - Magdeburg, Germany - GETEC Arena
07 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
08 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
09 Aprile 2019 - Prague - Czech Republic - Lucerna Palace - Great Hall
11 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
12 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
13 Aprile 2019 - Paris, France - Grand Rex
16 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
17 Aprile 2019 - Vienna, Austria - Konzerthaus
19 Aprile 2019 - Innsbruck, Austria - Olympiahalle
20 Aprile 2019 - Augsburg, Germany - Schwabenhalle
21 Giugno 2019 - Bergen, Norway - Koengen
24 Giugno 2019 - Helsinki, Finland - Hartwall Arena
26 Giugno 2019 - Stockholm, Sweden - Ericsson Globe
28 Giugno 2019 - Gothenberg, Sweden - Scandinavium
29 Giugno 2019 - Oslo, Norway - Spektrum
05 Luglio 2019 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
06 Luglio 2019 - Braunschweig, Germany - Volkswagen Halle
07 Luglio 2019 - Mainz, Germany - Volkspark
09 Luglio 2019 - Erfurt, Germany - Messehalle
10 Luglio 2019 - Stuttgart, Germany - Jazzopen
12 Luglio 2019 - London, England - BST Hyde Park
14 Luglio 2019 - Kilkenny, Ireland - Nowlan Park
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Talkin' 10631
- Johnny in the basement
Carissimo Mr Tambourine,
sono in sintonia con l'ultimo articolo postato sul tuo prestigioso sito.
Street Legal è un album che ho amato molto e ascoltato parecchio, ha un
suo fascino, pur essendo evidente da subito che è un'opera poco curata a
tratti prolissa, registrata non troppo bene.
In particolare ho sempre amato estrapolare un verso dalla canzone "Is
your love in vain", che secondo me fotografa bene il modo di vedere e
sentire la vita di Bob Dylan. La amo molto nella versione di Budokan,
cantata allo stile di vecchio saggio:
" Bene, sono stato alla Montagna, sono stato nel vento, sono stato al
termine e fuori della felicità,
Ho cenato con re, mi sono state offerte ali,
Ma niente di tutto ciò mi è rimasto impresso"
Versi che mi hanno fatto riflettere. Quando Dylan cita il vento nelle
sue canzoni è chiaro il riferimento a tutto ciò che concerne le
battaglie dei primi anni sessanta, la Montagna sta per la montagna di
Mosè, tutte cose importanti per Dylan ma che in questi versi mostrano la
loro insussistenza rispetto al vissuto e quindi segue la richiesta
d'amore vero e sincero in una vita semplice old style.
È vero che scavando nel nostro profondo, stanchi della strada, a volte
tutto non ci tocca più. Nemmeno le cose a cui teniamo di più, le più
soavi per non parlare dei re del mondo.
Un gran verso su cui riflettere a lungo ognuno per proprio conto, che si
presta ad una epigrafe sulla tomba, fermerebbe stuoli di visitatori.
Per conto mio un verso lirico, profondo, amaro, saggio, anche mistico,
controcorrente. Taglia come una lama affilata, alla Dylan.
Tutto l' album è ricco di immagini, misteriose di primo acchito, un buon
modo per spaccarsi il cervello su argomenti alti, e per scartabellare
tra note e considerazioni di chi Dylan lo conosce a fondo.
Un album magico, tutto talento e pochi fronzoli, prolisso a tratti ma
anche piacevole.
Ci tenevo, avevo letto anni fa un blogger che aveva posto un poco in
ridicolo questo album considerato come leggero, arrangiato stile
Casadei. A me è sempre piaciuto tanto, uno di questi giorni conto di
riascoltarlo.
Ciao, tuo "Johnny in the basement".
Alla prox.
Ciao Johnny, intanto
lasciami dire che condivido le tue osservazioni su questa stupenda
canzone d'amore che scava nel profondo del cuore di un uomo che si
aggrappa alla speranza di scacciare i dubbi che si sono insinuati nella
sua mente. Certamente la versione del Budokan è più suggestiva di quella
dell'album. La Nippon Budokan Hall o più semplicemente Budokan, è un
palazzetto multifunzionale situato nella zona centrale di Tokyo. Sorto
per ospitare le gare di jūdō della XVIII Olimpiade del 1964, il
palazzetto è noto anche per essere teatro di grandi concerti rock: al
Budokan il gruppo britannico dei Beatles fece il proprio debutto in
Giappone e qui molti artisti hanno registrato i propri Live at Budokan.
Nonostante ospiti numerosi concerti, la sua funzione primaria resta
sempre la pratica delle arti marziali. È costituito da tre sale, la più
grande delle quali può ospitare 14 000 persone.
I Beatles furono il primo gruppo rock a suonare al Budokan in una serie
di concerti tenuti tra il giugno e il luglio del 1966; il 17 agosto del
1972 i Deep Purple registrarono qui un concerto dal vivo, di cui quattro
brani vennero scelti per il celeberrimo album live Made in Japan. Dal
1978 il palazzetto fu teatro dei concerti di Bob Dylan e dei Cheap Trick
che pubblicarono rispettivamente Bob Dylan at Budokan (1978) e At
Budokan (1979). I Judas Priest, invece, hanno registrato due concerti
pubblicati negli album Unleashed in the East (1979) e Rising in the East
(2006). Dylan ha tenuto 4 concerti in questa sala, il 28 Febbraio
1978 e poi 1/2/3/ Marzo. Da questi concerti è stato tratto l'album "Bob
Dylan at Budokan" pubblicato nel 1979. Ma lasciamo le curiosità e
torniamo alla canzone, che è di una tristezza assoluta fin dalla prima
strofa. Struggente il dubbio dell'innamorato: Mi ami o stai soltanto
offrendo benevolenza? Hai bisogno di me almeno la metà di quello che
dichiari o hai solo un senso di colpa? Sono già stato scottato prima e
conosco il costo. Quindi non mi sentirai lamentare. Posso contare su di
te o il tuo amore è vano? Il dubbio si annida nella mente dell'uomo come
le pulci nell'orecchio, o come dice Rossini nel "Barbiere di Siviglia":
La calunnia è un venticello, un'auretta assai gentile che insensibile,
sottile, leggermente, dolcemente incomincia a sussurrar.
L'uomo si lamenta
ancora del comportamente dellla sua donna amata, gli dice quasi
indispettito per il dispiacere: Corri così veloce che non ti accorgi che
devo essere lasciato solo? Quando sono nell'oscurità, perchè ti
intrometti? Conosci come sono fatto e conosci il mio mondo o te lo devo
spiegare? Mi lasci essere me stesso o il tuo amore è vano? E' veramente
drammatico vedere quest'uomo che si aggroviglia nei suoi pensieri e
nelle sue domande a colei che dovrebbe capirlo e conoscerlo invece di
procuragli solo problemi come se lui fosse un estraneo.
Qui arriva il verso da
te citato: Sono stato sulle montagne e sono stato nel vento, ho
conosciuto ed ho perso la felicità, ho pranzato con i re, mi sono state
offerte ali ma tutto questo non mi ha mai impressionato. Possibile che
uno come lui che ha vissuto intensamente le più grandi emozioni senza
rimanerne impressionato non sia capace di comprendere il comportamento
della donna che dovrebbe dividere con lui la vita? Essendo una canzone
scritta dopo la fine del matrimonio mi rimanda anche a certe
incomprensioni che si crearono fra Bob e Sara che li portarono alla
separazione. Non voglio dire che la donna della canzone sia Sara ma
diciamo che ci sono buone probabilità.
Alla fine l'innamorato
s'arrende, spazza quasi via tutti i dubbi e dice: Correrò il rischio, mi
innamorerò di te, se sono un pazzo puoi avere la notte ed il giorno, sai
cucinare e cucire, sai curare i fiori, sai comprendere il mio dolore?
Sei pronta a rischiare tutto o il tuo amore è vano? Ma alla fine il
dubbio ritorna inesorabile e lui rimane quello dell'inizio canzone.
La formazione che
accompagnava Dylan in quei concerti al Budokan era composta da: Billy
Cross (guitar) - Steve Douglas (saxophone/flute) - Debbie Dye (vocal) -
Bobbye Hall (percussion) - Jo Ann Harris (vocal) - David Mansfield
(violin/mandolin/guitar) - Alan Pasqua (keyboards) - Steven Soles
(guitar) - Helena Springs (vocal) - Rob Stoner (bass) - Ian Wallace
(drums). Come avrai certamente notato la band era ciò che restava della
RTR, Mansfield/Soles/Stoner con l'aggiuna di nuovi musicisti e delle
coriste. Chi volesse sentire questa bellissima versione la poù trovare a
questo indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=H7tADz0LsMc
Alla prossima, live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
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Lunedì 17
Dicembre 2018
New York, N.Y. - Beacon Theatre,
November 23, 2018
di Paul Levinson
Bhe, Dylan stasera al Beacon Theatre non assomigliava allo schizzato che
registrava negli Old Bear Studios di Batavia, New York, nemmeno suonava
così tanto come nei primi anni sessanta, e nemmeno come il Dylan che ha
cantato al concerto organizzato da George Harrison a favore del
Bangladesh al Madison Square Garden nel 1971, nemmeno come il Dylan che
cantava una strofa di "My Back Pages" al concerto del 30° anniversario
nel 1993, sempre al Garden. La differenza era che le melodie che Dylan
cantava delle sue canzoni iconiche stasera erano quasi irriconoscibili.
E le melodie delle canzoni che non ho riconosciuto, io non potrei
dirvelo, ma sapete cosa? Lo amavo! (Tina, che era con me ma aveva un
parere un po' diverso). Tra le sue canzoni più famose, mi sono piaciute
le sue interpretazioni di "Like a Rolling Stone" e "Don'ìt Think Twice",
di più "Blowin’ in the Wind". Di quelle che non conoscevo, "Scarlet
Town" (2012) e "Gotta Serve Somebody" (1979) sono state fantastihe e ho
apprezzato molto molte altre canzoni a me sconosciute fino a stasera.
Dylan non parla al pubblico e non ha presentato la sua band, band che è
stata forte ed eccellente. Ma ha suonato il pianoforte - niente chitarra
- in piedi e seduto, e anche la sua fedele armonica. E questo è stato
abbastanza per me, anzi, più di abbastanza. L'ho considero da molto
tempo il più grande paroliere di qualsiasi epoca - nel rock solo John
Lennon si avvicina a Dylan per pura brillantezza e produzione, ma Dylan
era così avanti alla fine degli anni '60 che persino Lennon con il suo
grande lavoro negli anni '70 non riusciva a raggiungerlo (forse se la
sua vita non fosse stata fermata da un pazzo con la pistola sarebbe
stato diverso, ma non lo sapremo mai). Cole Porter nel suo modo molto
diverso poteva dare dei punti a Dylan nel fare soldi, ma a Porter
mancava la rilevanza sociale contro la guerra dei primi Dylan e del
compianto Lennon. Capisco che nei concerti qualche anno fa Dylan non
cantava e borbottava i suoi testi, ma stasera ci ha ridato qualche
melodia, anche se non era la melodia che abbiamo ascoltato negli anni
'60, ma va bene così per me. I testi, quelle parole straordinarie, sono
sempre ciò che rende Dylan un genio insuperabile comunque. E' stato
tutto un brivido indimenticabile stasera, e lo sarà ancora di più al
prossimo concerto quando conoscerò di più le canzoni.
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"Street legal”, Dylan da riscoprire
clicca qui
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Bob Dylan: il capolavoro impolverato
clicca qui
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Sabato 15
Dicembre 2018 Tour 2019:
Confermate nuove date europee
Altre date sono state oggi confermate da
bobdylan.com, anche se dobbiamo aspettarci conferme di altre vista
la mancanza di date in Maggio e le poche di Aprile, Giugno e Luglio,
ecco l'elenco aggiornato:
31 Marzo 2019 - Dusseldorf, Germany -
Mitsubishi Electric Halle
02 Aprile 2019 - Würzburg, Germany - s.Oliver Arena
04 Aprile 2019 - Berlin, Germany - Mercedes-Benz Arena
05 Aprile 2019 - Magdeburg, Germany - GETEC Arena
07 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna
08 Aprile 2019 - Prague, Czech Republic - Lucerna
09 Aprile 2019 - Prague - Czech Republic - Lucerna
20 Aprile 2019 - Augsburg, Germany - Schwabenhalle
21 Giugno 2019 - Bergen, Norway - Koengen
24 Giugno 2019 - Helsinki, Finland - Hartwall Arena
26 Giugno 2019 - Stockholm, Sweden - Ericsson Globe
28 Giugno 2019 - Gothenberg, Sweden - Scandinavium
29 Giugno 2019 - Oslo, Norway - Spektrum
05 Luglio 2019 - Hamburg, Germany - Barclaycard Arena
06 Luglio 2019 - Braunschweig, Germany - Volkswagen Halle
07 Luglio 2019 - Mainz, Germany - Volkspark
10 Luglio 2019 - Stuttgart, Germany - Jazzopen
12 Luglio 2019 - London, England - BST Hyde Park
14 Luglio 2019 - Kilkenny, Ireland - Nowlan Park
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Venerdì 14
Dicembre 2018
Talkin' 10630
- dinve56
Oggetto: De senectude
Salve Mister,
ti prego, il magone no! Dylan è vivo e noi pure. Il sito non è solo un
archivio, il sito sei tu, siamo noi, un giorno saranno altri e poi,
anche gli archivi hanno un'anima se qualcuno li consulta. Bob, che non
ha voluto essere "la voce" di nessuno, ha insegnato continuamente a chi
ha voluto ascoltarlo. Oggi ci insegna che la vecchiaia esiste, e lo fa a
suo modo - come sempre - senza mascherarla, senza addolcirla. In un
mondo sempre più apparenza, Bob, sul palco, è la sostanza di come è
oggi: un uomo che continua a fare, il meglio che può, il suo lavoro. Per
me, un esempio di durezza e di coerenza. Era del midwest, è rimasto del
midwest... la sua anima si è forgiata nel freddo del Minnesota
settentrionale e lui non ha mai divelto le sue radici, nemmeno a New
York, nemmeno in California. Gira il mondo, ma - secondo me - il mondo
non lo ha scalfito più di tanto. Forse lo amo proprio perchè è "un
provinciale" tutto d'un pezzo...forse. Saluti e buona, lunga vita a Bob,
a te, a tutti i fans! Carla.
Hai maledettamente
ragione, ma pensare alla Fattoria senza più le news quotidiane, ridotta
solo ad un grande archivio, pur mantenedo un'anima, mi ratttrista. Sono
abituato ad una Fattoria viva e pulsante e pensarla come un deposito e
basta mi spiazza. Vuol dire che pian piano mi abituerò all'idea finchè
l'avro accettata, naturalmente tutto questo avverrà in futuro! Live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o)
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New York, N.Y. - Beacon Theatre,
November 23, 2018
di Barry Gloffke
Beacon Theatre, New York City, venerdì sera .. luci brillanti, grande
città. Favoloso suono stasera nel grande vecchio teatro Art Deco. Era
una folla molto giù per la serata di apertura a New York, forse perchè
la fine del tour è ormai arrivata, ma questo non ha impedito a Bob e ai
cowboys di fare un'altra prestazione di prim'ordine (che sta diventando
ricorrente). Sfortunatamente questi grandi concerti arrivano e passano
velocemente. Lo spettacolo è iniziato normalmente in quanto non c'erano
fanfare o intro di musica, e il sipario era calato a nascondere il
palco. Pochi minuti dopo l' avvertimento di non utilizzare telefoni o
fotocamere, le luci si sono abbassate e il sipario si è alzato,Dylan e i
ragazzi erano lì con gli strumenti pronti. Immediatamente partono con
una versione vivace di Things Have Changed. Voce fantastica e pianoforte
funzionano bene. Questo ha stabilito lo standard per la serata, dato che
ogni numero ha trovato Dylan pronto a suonare, se stava evocando Little
Richard al piano, fare il lavoro di rifinitura di armonica o essere Bob
Dylan mentre cantava Bob Dylan. Tutto superbo. Le canzoni per me sono
state, oltre all'opener; Highway61 Revisited, come al solito rock e
dondolante; una buona versione blues di Cry a While, bellissima
Masterpiece; Early Roman Kings che costruisce intensità; Don’t Think
Twice con un Bob morbido, Love Sick con un Bob burbero. Ma il mio
preferito (il mio nuovo preferito per questo tour) è la canzone che
chiude il main set, Gotta Serve Somebody. Nuovo suono rimbalzante, con
quasi tutti i nuovi testi. Fantastica! Purtroppo, come ho detto, questi
grandi concerti vanno e vengono velocemente. Un minuto e il sipario si
alza, il minuto dopo stiamo urlando per il bis, il minuto dopo la band
si riunisce con Bob al centro del palcoscenico per prendere il meritato
applauso e poi il sipario cala. Un altro spettacolo eccellente, con
molti alti, splendore artistico. Complimenti Bob. Complimenti band. Sono
contento di vedere alcuni dei Bobcat allo show: Ed, Greenpoint Phil e la
canadese Sue. Sembra un titolo di canzone di Dylan.
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Giovedì 13
Dicembre 2018 Autodromo
Imola 2019: Bob Dylan, David Gilmour e Pearl Jam?
clicca qui
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I segreti di Bob Dylan in 6 ore di
session
clicca qui
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L’età d’oro di Bob Dylan
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Bob Dylan e le indimenticabili foto di
Schatzberg
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Mercoledì
12
Dicembre 2018
Talkin' 10629
- dinve56
Oggetto: Time is an ocean...
Salve Mister,
hai ragione quando dici che ogni vicenda umana è destinata all'oblio, ma
penso che il sito sia una mole di conoscenze sull'opera di Dylan che
durerà parecchio nel tempo, perchè c'è ancora molto da esplorare e
capire. Il tempo umano è un oceano che termina sulla spiaggia, come ci
ricorda il Nostro, e se è facile capire la giovinezza e la maturità di
un artista, è molto più complesso indagarne l'opera della fase ultima
della vita. Sto ascoltando "Modern times" e "Time out of mind" e penso
che ci sia ancora tanto da dire, sul sito e attraverso il sito. Preziosa
la traduzione di "Not dark yet" e di Ain't talkin" che ho trovato, come
sempre, nell'Archivio della Fattoria. Grazie per il tuo lavoro, buona
giornata e lunga vita! Carla.
Cara Carla, le tue parole sono sempre
prezione e mai banali! Ti dirò che quando penso al sito solamente come
un grande archivio dylaniano mi prende un pò il magone, ma allora
saranno passati diversi anni da adesso e quindi, com'è giusto
nell'ordine delle cose, la Fattoria dovrà adeguarsi alla realtà del
momento. Non so se ci sarò ancora io o se a farlo sarà qualcun'altro che
avrà preso il mio posto, come si usa dire: "Chi vivrà vedrà!". Live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o)
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Waterbury, Connecticut - Palace
Theatre, November 20, 2018
di Barry Gloffke
Sono appena tornato a casa dopo un grande spettacolo da parte di Bob.
Era in voce favolosa, era giocoso, e la band era in fiamme. Il posto era
l’intimo Palace Theatre di Waterbury, CT., un gioiellino tuuto ornato di
Art Deco. Dopo lo spettacolo ero nella lobby ad ammirare i lampadari, il
velluto rosso delle tende, le rifiniture in oro e quello che pensavo
fosse un bellissimo interno in marmo, quando tre ragazzi sono usciti
dall'arena e uno di loro ha iniziato a raccontare agli altri che un suo
amico aveva lavorato alla ristrutturazione del teatro e aveva detto che
era tutto finto marmo e foglia d'oro! Oh, bene, Waterbury non è Roma.
Fortunatamente l'acustica non era falsa. Il suono era magnifico. Bob era
cristallino dentro il mix, così come era anche la band, fantastica
stasera. C'era una buona interazione tra Bob e Charlie in tutto lo show.
La voce di Bob era eccezionale; si allungava, si stirava, enfatizzava le
frasi, cantando con assoluta gioia. Bob ha fatto anche grandi assoli di
armonica e il suo pianoforte ha funzionato per tutta la gamma delle
canzoni in modo tremendo. Ha mangiato poche parole e ha ripetuto una
frase o due, ma nel complesso lo spettacolo è stato il massimo, anche
vedendo l’entusiasmo della folla. Devo dire che il teatro è uno dei più
piccoli posti che ho visto, con le prime file proprio sotto il
palcoscenico. Due Bobcat che conosco erano in prima fila e non erano
lontani da Dylan più di 10 pollici. Sembrava che Bob fosse rinvigorito
dalla mancanza di un grande gap tra lui e la folla. I miei punti
salienti personali sono stati:HIGHWAY 61 REVISITED, questa era una
versione killer, la band era molto dura stasera. SIMPLE TWIST OF FATE
splendida, grande armonica, gran finale di pianoforte. MASTERPIECE
inizia lentamente, Bob la costruisce pian piano, poi la band si unisce
facendo il pieno musicale. HONEST WITH ME rock & roll, molto rock&roll.
TRYIN 'TO GET TO HEAVEN un grande lavoro della band, la canzone ha uno
strano ritmo che a volte non funziona ... ma stanotte ha funzionato.
MAKE YOU FEEL MY LOVE fa sparire la versione di Adele. EARLY ROMAN KINGS
è un beat blues, Charlie brilla. DON’T THINK TWICE caratterizzata da un
grande piano e armonica di Bob. LOVE SICK mi ricorda le sessioni di OH
MRECY, molto paludose, Donnie brilla, Charlie è grande. THUNDER ON THE
MOUNTAIN è un rock che devi vedere per credere. GOTTA SERVE SOMEBODY,
bella nella nuova versione dondolante. BLOWIN' IN THE WIND, un bell’a
assolo di armonica per finire è stata la ciliegina sulla torta.
Complimenti per la band. Sono davvero spettacolari. Bello vedere gli
amici Barry, Dylan (i ragazzi della prima fila), Rick e la sua ragazza
(anche loro in prima fila, credo). Una folla energica con pochissima
gente che chiacchierava, un grande spettacolo di Bob and his band che mi
ha lasciato molto soddisfatto. Grazie Bob. Continua ad esibirti e io
continuerò a venirti a vedere.
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Neil Young, polemica per lo show con
Bob Dylan
clicca qui Neil Young
mette in forse la sua presenza al concerto ad Hyde Park
clicca qui |
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Martedì 11
Dicembre 2018
Talkin' 10628
- kattegat49
Oggetto: Traduzione
Ciao, in questi giorni non riesco a
mandarvi la traduzione. Spero di essere più libera da metà della
settimana prossima.
Sono anch’io un’anziana fan di Bob. Ho partecipato ad innumerevoli suoi
concerti. Molti anni fa ho portato il mio figlio più piccolo (aveva 6
anni) a un concerto al PalaTrussardi o come si chiamava allora.
Live long and prosper anche tu, Caterina.
Benissimo Caterina,
resto in attesa della traduzione, non c'è nessuna fretta, fai quando
puoi, noi vecchi fans abbiamo tempi più lunghi dei fans giovani!
Anch'io
ho dei bei ricordi del Pala Trussardi che fu parte viva per oltre
venticinque anni della vita della “Milano da bere” ma anche italiana e
perfino mondiale. Fu inaugurato nel 1986 con uno storico concerto di
Frank Sinatra. Da allora vi hanno cantato tutti i più grandi musicisti
nazionali ed internazionali, da Elton John a Tina Turner agli U2, da
Sting a Prince ai Nirvana, Liza Minelli, Paul McCartney, Bob Dylan, nel
1996 cambiò nome in PalaVobis, poi MazdaPalace e infine PalaSharp a
seconda dei suoi sponsor. Mi ricordo il concerto del 19 giugno 1989 con
Bob accompagnato da G. E. Smith alla chitarra, Christopher Parker alla
batteria e Tony Garnier al basso, con apertura di Edie Brickell and the
New Bohemians. Poi lo ricordo il giorno 8 Giugno 1991 con John Jackson
(Electric and Acoustic Guitar, Vocals), Bucky Baxter (Pedal Steel
Guitar, Electric and Acoustic Guitar, Slide Guitar, Dobro, electric
Mandoline), Tony Garnier (Bass) e Ian Watson (Drum), con Van Morrison
come apertura, Bob salì sul palco con Van accompagnandolo con l'armonica
per due canzoni, "Whenever God Shines His Light" ed "Enlightenment".
Infine lo rividi il 27 Giugno del 1993 con John Jackson (Guitar), Bucky
Baxter (Electric Guitar, Dobro, Pedal Steel Guitar, Mandoline), Tony
Garnier (Bass, Stand up Bass), Winston Watson (Drums). Ricordo che il
più bello fu quello del 1989 che durò quasi tre ore con Dylan che si
divertiva come un pazzo. Bei tempi e bel Dylan! Oggi è cambiato tutto,
la legge del tempo non risparmia noi e neppure lui! Resto in attesa,
live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
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Lunedì 10
Dicembre 2018
Talkin' 10627
- iosella.sommovigo
Ciao Mr. Tamburine,
vedo che stanno uscendo pochissime date, per il momento. Questo mi rende
un po’ triste perché non vorrei che Bob incominciasse a sentire la
stanchezza. Un mondo dove Bob non canta più sarebbe un mondo diverso. Mi
auguro che potremmo tutti noi continuare ad ascoltare il cantore,
l’unico che è rimasto. Sapere che in qualche parte del mondo c’e un suo
concerto, anche se logisticamente irraggiungibile, almeno per me, è
avere una sicurezza che tutto cambia, ma nulla cambia. Ti volevo
ringraziare per le tue bellissime parole che hanno chiuso l’ennesimo
tour. Hai espresso quello che sento, ma io non sarei mai stata così
brava ad esprimere quel sentore. Si speriamo che quella magnifica
gracchiante certezza ci accompagni ancora per molto tempo. Finito lui,
finirebbe tutto il mondo che c’e intorno a lui. Dylan è magnetico, e
nessuno può cantare Dylan, non è la stessa cosa. Non sono solo le
canzoni, è lui. Lui fa la differenza, perché come giustamente hai detto
tu, Bob non è grande, Bob è immenso.
Grazie ancora per quello che fai e per come lo fai, Iosella.
Cara Iosella, è vero,
le date sono ancora poche, ma considera che siamo a Dicembre e che
probabilmente il tour 2019 ripartirà la prossima primavera, quindi ci
sono ancora tre o quattro mesi buoni perche le trattative in essere
possano essere portate a termine e la conseguente data annunciata. Stai
tranquilla che Dylan non ha nessuna intenzione di smettere, e finchè la
salute gli permettera di stare in piedi continuerà a fare concerti, e
quando non potrà più stare in piedi li farà da seduto! Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
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Waterbury, Connecticut - Palace
Theatre, November 20, 2018
di Futzi Wailer
Grande spettacolo al Palace Theatre nel centro di Waterbury. È uno di
quei bei teatri restaurati come il Beacon. Nessuna sorpresa stasera,
solo Dylan con grande voce e i ragazzi più stretti che mai a lui. Bob
non sembrava così buono da anni. La maggior parte dei riarrangiamenti ha
funzionato mentre alcuni no. Cry A While sembrava una scusa per suonare
il riff di Rumble e Pay In Blood mancava della potenza e della rabbia
della versione su Tempest. Mi piace il suono della band senza Stu. È
meno ingombrante e la musica ha spazio per respirare meglio. LARS e
Don’t Think Twice hanno ricevuto ovazioni. La nuova Watchtower semi
reggae manca della minaccia dell'originale ed è finita troppo
velocemente senza assoli di chitarra di nessun tipo. Era un semplice
Twist incantatore come lo era It Ain’t Me Babe, Scarlet Town e Soon
AfterMidnight. Ora via per il Beacon.
Futzi Wailer
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
di Dr.David Namerow
L'altra sera i fans sono andati fino a Waterbury, nel Connecticut, per
vedere e ascoltare il Bardo in una delle ultime tappe del tour 2018.
Sempre bello vedere molti volti dall'aspetto familiare in qualche
ristorante locale prima di reincontrarli fuori dal Palace Theatre per
vedere Bob. Ero con i suoceri del marito di mia figlia. Erano stati
nella band che accompagnò Bert Sommer a Woodstock nel 1969 e hanno visto
Bob molte volte. Quanto a me, torno indietro col ricordo quando ho
acquistato circa 15 biglietti per i compagni di camper della Bronx House
Emanuel Camp nel 1963 o 64, quindi vidi Bob alla Carnegie .. Più tardi,
il mio pedigree di Bob incluse il concerto commemorativo di Woody
Guthrie alla Carnegie, Bob and the Band in una palestra all'Università
dell'Indiana nel 74, con la Rolling Thunder a Boston, Bob Fest al
Madison Square Garden ed i concerti più recenti in tutto il Nordest.
Probabilmente circa 35 in tutto.
Il Palace è uno di quei magnifici teatri stile art decò che è stato
rinnovato e conserva ancora un bagliore incantevole.
Quando le luci si sono spente, siamo stati onorati di sentire la colonna
sonora di Le Sacre du Printemps di Stravinsky. Non sono sicuro se questo
fosse solo per stasera, anche perchè nessuno l' ha menzionato su Bob
Links in questo tour.
Ricordo molti anni fa di aver ascoltato la musica di Aaron Copland prima
dell’allora introduzione narrativa che introduceva Bob. Stravinsky?
1917: rivoluzione nell'aria; ha cambiato il volto della musica moderna e
del balletto --- ed è stato preso a fischi all'apertura di Parigi. In
qualche modo ricorda Bob a Newport nel 65.
Per quanto riguarda stanotte. Bob ha avuto una rinascita di VOICE - più
forte, più espressiva che negli anni scorsi. Inoltre, il suono e il mix
sono molto meglio di qualche anno fa quando la sua voce era sepolta nel
profondo del mix. Adesso, in primo piano, e facile da capire. La band?
Favolosa, da la sensazione di essere più stretta intorno a Bob senza
Stu. George e Tony erano perfetti in sintonia ritmica e Charlie e Donnie
hanno aggiunto incredibili svolazzi dov’era necessario per creare
l'atmosfera giusta. Bob al piano andava molto bene. Di significato il
suo modo di suonare l'armonica nel modo più espressivo da anni, in
evidenza in circa 4-5 canzoni.
Punti salienti musicali? Un arrangiamento completamente nuovo di Cry a
While; amabile When I Paint My Masterpiece, Bob al microfono al centro
del palco per Scarlet Town (una canzone che non mi è mai interessata più
di tanto fino a stasera); nuovo di zecca l’arrangiamento di Rolling
Stone, il migliore che ho sentito da anni, ma però mancava del potere
dell'originale. Early Roman è ancora l'omaggio a Muddy Waters. Una vera
sorpresa è stata Gotta Serve Somebody - up tempo e terrificante. |
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Sabato 8
Dicembre 2018
Talkin' 10626
- kattegat49
Ho appena letto la traduzione che avete
fatto di The devil’s been busy dei Traveling Wilburys.
Ci sono un paio di errori che mi piacerebbe fossero eliminati:
“While you’re scrolling down the fairway” si riferisce evidentemente a
un golfista che cammina non lungo un canale ma sul fairway (non esiste
una traduzione italiana della parola) che è la zona di prato più curato
lungo tutta una buca da golf. Quindi bisognerebbe lasciare la parola
“fairway” nella traduzione.
Poi “while you’re busy sinking birdies and keeping your scorecard” è
ancora riferito a un golfista. Un giocatore fa “birdie” se finisce la
buca con un colpo in meno del par, che è il numero di colpi ideale per
giocare una certa buca. Quindi in una buca par 5, chi chiude la buca in
4 colpi fa birdie, in un par 4 si fa birdie con 3 colpi e in un par 3
con 2. È evidente che nessuno abbatte uccellini ma fa dei birdies
giocando a golf e dopo aver finito la buca segna i colpi sul suo
“scorecard”.
Mi sono dilungata ma la traduzione come vedete è parecchio sbagliata.
Cordiali saluti, Maria Caterina Manfredini
Ciao Maria Caterina, se mi mandi la tua
traduzione, visto che le tue osservazioni mi sembrano giuste e ben
motivate, sarò ben lieto di postarla insieme a quella di Michele Murino
e del Prof. Alessandro Carrera, in questo modo rispetterò il lavoro di
Michele e di Alessandro ed il sito avrà una alternativa più reale alla
traduzione. Resto in attesa, live long and prosper, Mr.Tambourine.
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Talkin' 10625
- Nardo.Antonio
Oggetto:Mr. AntonDjango's Band
Ciao Mr.Tambourine , ciao Fattoria.
In effetti manco “dalle scene” da qualche anno - precisamente dal 2013 -
anche a seguito di “qualche” problemino personal-familiar-fisico che mi
ha costretto mio malgrado ad appendere la chitarra (e non solo) al
chiodo.
Oggi la chitarra è ancora appesa ma - nonostante la situazione sia
ritornata (quasi) alla normalità - non ho più avuto il tempo per
riavviare il motore.
La Mr. AntonDjango’s Band era una band un po’ atipica, composta da Amici
(Professionisti !) che mi dedicavano un po’ del loro tempo per
supportare questa mia passione.
Un tagliandino, una revisione e - proprio per questa caratteristica - il
motore si potrebbe riavviare in qualche settimana ma.. mi son venuti un
po’ a mancare anche lo stimolo, la voglia, la forza … e quindi vivo di
(bei) ricordi e ogni tanto mi tuffo qui dentro..
https://www.youtube.com/results?search_query=antondjango
oppure qui
https://www.youtube.com/results?search_query=antondjango+history+of+rock
Inoltre nella mia checklist dei “click” mattutini – una volta acceso il
computer – al primo posto ci sta proprio il link Maggiesfarm.. quindi vi
leggo e son sempre con voi.
Scusate se ho ecceduto con la retorica e le metafore.. Vi abbraccio
tutti (ma proprio tutti) e .. a presto!
Toni (AntonDjango)
Caro Toni, avevo
immaginato che tu avessi avuto qualche tipo di problema che aveva
impedito alla tua Band di proseguire nell'attività. E' sempre triste
quando accadono queste cose, ma proprio come dice Bob, Things have
changed! La vita è come un work-in-progress, non è mai finita, c'è
sempre un domani diverso dallo ieri dietro l'angolo, e noi, volenti o
nolenti, ci dobbiamo adeguare. Credo che tu non sia stato l'unico ad
avere avuto dei problemi, credo che altre band dylaniane o siano finite
o siano in stand-by per qualche ragione. L'importante è avere un bel
ricordo del passato, e vedo che tu ce l'hai, e la speranza di poter
riprendere nel futuro dal punto nel quale ti eri fermato. Te lo auguro
di cuore, ma se tu non dovessi proprio più riprendere non importa, il
tuo lavoro con la AntonDjango's Band rimarrà sempre nella tua memoria ed
in quella di chi vi ha visto, e questo non diminuirà il tuo valore
personale, dobbiamo sempre pensare che tutte le cose hanno avuto un
inizio e avranno una fine, quindi nemmeno noi possiamo eludere questa
regola, meglio se dura il più a lungo possibile, altrimenti è bello
vedere che i nostri ricordi sono sempre belli e validi. Un sentito
abbraccio e ti prego di salutarmi tutti gli altri componenti della Band,
alla prossima, il tuo amico Mr.Tambourine, :o)
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Springfield, Massachusetts - Symphony
Hall, November 18, 2018
di Larry Fishman
Per iniziare una grande
domanda riguardante l’abbandono di Stu. Non c'erano stati indizi o
annunci, semplicemente quando gli spettacoli autunnali sono
reiniziati Stu Kimball non era più sul palco con Bob e compagni. Il
risultato è che il suono della band è radicalmente cambiato. La voce era
sempre un pò in anticipo e senza una chitarra ritmica e un membro della
band in meno gli strumenti sono più distinti, ma in sordina sullo
sfondo. Il suono dominante nell’autunno 2018 è stato il suono del
pianoforte di Dylan. Questo è lo spettacolo BOB DYLAN ed i musicisti di
supporto a lui sono sicuramente relegati al ruolo di soprammobili da
salotto. I sopravvissuti sono ora piazzati più in profondità nel
palcoscenico con Garnier proprio di fianco alla batteria di Recile che
esce di rado dalla zona d'ombra dove si trova, come il sagrestano che
sta dietro al prete e lo serve diligentemente attento come mai a non
sovrastare mai il celebrante del rito/datore di lavoro. Donnie Herron,
senza cappello, seduto nell’ombra dietro Bob. Mentre tutto questo può
sembrare una critica, non mi riferisco a quello che riguarda la qualità
dello show che è stato fantastico. Devo ammetterlo, ero qui per il
vincitore del Nobel e Bob era in ottima forma. La sua voce era
espressiva, calda e pienamente controllata. La band rimpicciolita deve
aver fatto un sacco di prove anche per un certo numero dii arrangiamenti
freschi e nuovi. LARS è stata vestita a nuovo, a metà versetto stop e
restart (Fantastico, uomo). Watchtower che è stata eseguita 300.000
volte come una cover di Jimi Hendrix è stata reinventata con un groove
funky ed una voce tipo scat. "Masterpiece” inizia con Bobby ed il suo
piano mentre la band si unisce a lui a metà del secondo verso. Honest
with me è stata interamente rielaborata. C’è stata anche una fantastica
dose di armonica con alcuni dolci, lunghi e stupendi assoli per tutta la
notte. Il verdetto è : il nostro grande ispiratore continua a
sorprendere, cambiare e spingere la sua arte in direzioni nuove e
affascinanti. Bob era acceso. Stava divertendosi, pienamente
responsabile e pieno di energia. Questa è stata una notte piena di
sorprese, delizie e un promemoria sul fatto che il suo lavoro non ha
eguali. Uno spettacolo per tutti. Lo definirei uno spettacolo ibrido.
Gli ultimi anni lui ha fatto una manciata di spettacoli in alcuni
festival europei nei quali ha fatto il tagliando di alcuni dei suoi
grandi successi. Abbiamo ottenuto i successi, ma anche le canzoni
attraverso il tempo del suo intero catalogo. Questo e quello. Il
familiare si è trasformato in qualcos'altro. Una notte meravigliosa e
sono pronto per il sequel di Waterbury.
Larry Fishman
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Venerdì 7
Dicembre 2018
Talkin' 10624 -
dinve56
Oggetto: Desolation Row e non solo
Salve Mister,
solo per dire che sono in sintonia con le parole del testo postato sul
sito il 5 dicembre. All' autore della talkin'
10620, mi permetto di segnalare che Leonardo Eva ha dato, di
"Desolation row", un'interpretazione che a me pare convincente. La trova
alle pagine 73-77 del libro di Eva "La terra popolata. Dieci ragioni per
il Nobel a Dylan", edito nel 2017 dalla Società Editrice Fiorentina.
Sarebbe bello, per gli ottant'anni di Bob, raccogliere le testimonianze
dei suoi fans italiani circa il loro "incontro" con il cantautore
americano e le ragioni dell'inossidabile ammirazione per lui e la sua
opera. Buona giornata e lunga vita! Carla.
Cara Carla, la
raccolta delle testimonianze,
http://www.maggiesfarm.eu/whenwefirst.htm , che suggerisci tu fu già
fatta anni fa, ma poi si esaurì con lo sviluppo della tecnologia di
Internet, quando la gente preferì altri argomenti esposti su altre
piattaforme e non più sui siti come il nostro che, per quanto possa
piacere o essere utile, non è più al passo con i tempi. E' un peccato,
ma la verità è questa, oggi la gente è occupata a far vivere il proprio
"avatar" su Facebook, Instagram, Twitter o altre piattaforme del genere.
Sono cambiati gli argomenti ed i modi di comunicare, come dice Dylan
"Things have changed"! Se Dylan dovesse improvvisamente decidere di dare
un taglio definitivo per una ragione qualsiasi alla sua attività
artistica la Fattoria dovrebbe trasformarsi in un grande archivio di
cose dylaniane, delle quali molte rivestiranno scarso interesse. Dico
questo perchè tempo fa, avendo l'intenzione di aggiornare la pagina
delle Tribute Bands e Tribute Artists, chiesi agli interessati di
mandarmi foto e aggiornamenti in modo da poter rendere attuale quella
pagina che raccoglieva artisti e band che non esistevano più ormai da
molto tempo. Sai qual'è stato il risultato? Nemmeno una parola da parte
di nessuno per cui si deve dedurre che di Dylan Tribute Bands che
svolgono soltanto questa attività non ce ne sono più! E' vero, ci sono
ogni tanto manifestazioni che hanno come ragione l'attività di Dylan
come omaggio, lodevole lavoro di qualche associazione che organizza
serate a tema con artisti che suonano le canzoni di Dylan, ma lo fanno
solo per quell' occasione. E' triste doverlo constatare, ma se hai una
tribute band dylaniana non suoni da nessuna parte, e anche la gente che
attiri è poca, per questo la cosa è andata pian piano scemando finchè
anche la buona volontà e la passione di chi si dava da fare per aver la
soddisfazione di suonare la musica di Dylan è andata a farsi friggere.
Dobbiamo solo sperare che Dylan continui ad esibirsi fino al giorno che
crollerà sul palco suo malgrado. Fermo lui tutto ciò che gira intorno a
lui si spegnerà lentamente ma inesorabilmente. Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
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In una foto sfocata c’è l’essenza
assoluta del rock di Bob Dylan
clicca qui
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5 cose da imparare da Bob Dylan
clicca qui
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Giovedì 6
Dicembre 2018 TOUR 2019,
le date confermate finora
21 Giugno 2019 - Bergen, Norway - Koengen
details
24 Giugno 2019 - Helsinki, Finland - Hartwall Arena
26 Giugno 2019 - Stockholm, Sweeden - Ericsson Globe
28 Giugno 2019 - Götebor, Sweeden - Scandinavium Arena
30 Giugno 2019 - Oslo, Norway - Spektrum Center
10 Luglio 2019 - Stuttgart, Germany - Jazzopen
12 Luglio 2019 - London, England - British Summer Time, Hyde
Park
per ora rimane solo la data irlandese da
confermare:
14 Luglio 2019 - Kilkenny, Ireland -
Nowlan Park (da confermare)
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Talkin' 10623 -
Nardo.Antonio
Ciao Mr.Tambourine,
è un po’ che non ci si sente… ma comunque vi leggo e seguo sempre con
grande piacere. Mi è piaciuto tantissimo il tuo commento alla
conclusione di questo ennesimo NET di “Bob”… tanto che vorrei girarlo
nella mia pagina di FB, ovviamente citando la fonte, ovvero te
(Mr.Tambourine). Mi dai l’autorizzazione ?
(comunque) Un abbraccio e un grande saluto,
Toni (Antonio Nardo .. Mr. Antondjango :o)
Ciao Toni, ma son cose da
chiedere? Certo che ti do l'autorizzazione, anzi, sono contentissimo.
Lasciami dire che sono contentissimo di risentirti e sapere che continui
a seguire la Fattoria. Facci sapere un aggiornamento sul lavoro della
Antondjango band perchè il sito della band non è più raggiungibile.
Cambiando argomento spero che tu vada sempre a mille e che la tua
passione dylaniana sia sempre in aumento e che ami sempre la musica come
quando ci conoscemmo alcuni anni fa. Fammi sapere! Un abbraccione anche
a te, Mr.Tambourine, :o)
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Talkin' 10622-
samuconf93
Ciao carissimo Mr. Tambourine!
Un saluto a te e a tutti i Farmers. Come va la vita? Colgo subito
l’occasione per una piccola precisazione in merito al tuo post di ieri:
Bob ha 77 anni, non 79. Scusa la pedanteria, ma mi sembrava giusto
precisarlo! Ahahah!
In ogni caso sono assolutamente d’accordo con ciò che hai scritto:
ancora una volta Dylan ci ha fatto vedere che è ancora il più grande
artista dei nostri tempi. Nessuno aveva dubbi al riguardo; 84 show nel
2017 e 84 anche nel 2018, tutti di livello altissimo, compresi nove
concerti in Italia lo scorso aprile, sono cifre pazzesche. Aggiungici
una trentina di album pubblicati, 14 Bootleg Series uno più bello e
significativo dell’altro, Nobel per la Letteratura, Pulitzer, Oscar,
Golden Globe, lauree ad honorem... Mi fermo qui: risulterei noioso.
Lunga vita al nostro Bob.
Ne approfitto per chiedere una curiosità a tutti i Farmer: qualcuno di
voi sarà a Hyde Park il 12/07/2019? Ho deciso di concedermi una follia e
acquistare il biglietto nella sezione Gold Circle. So che sarà difficile
vedere il palco, che sarà una “sfacchinata” tremenda perché bisognerà
accedere presto all’evento, che forse il suono non sarà perfetto, che è
pur sempre un festival all’aperto e non un Beacon Theatre, un
Arcimboldi, un Auditorium Parco della Musica... Pensare, però, che Bob,
alla sua età, sia l’atto principale di un festival musicale in una venue
così enorme mi fa venire i brividi. Ed è giusto che sia così, perché di
artisti a tutto tondo come lui non ce ne sono altri. Lui è il più grande
della nostra epoca; lo penso da quando iniziai a conoscerlo a dodici
anni, nel 2005, e lo penso soprattutto adesso, dopo tredici anni di
concerti visti, di saggi e articoli - anche accademici - scritti su di
lui, di ascolti quotidiani, di viaggi e follie pur di vederlo. A Hyde
Park ci sarà anche Neil Young, che non ho mai avuto modo di ascoltare
dal vivo, a completare la splendida giornata. Sarebbe bello vedere anche
qualcuno di voi tra il pubblico. Un abbraccio e a presto!
Samuele
Grazie caro Samuele,
svista età corretta, ma purtroppo ogni tanto capita....ti confesso che
ne scivo di cose a volte sbagliate e me ne accorgo il giorno dopo e vado
subito a correggerle, e meno male che moltissime volte nessuno se ne
accorge perchè non sono cose importanti o basilari. Costruire Faggie's
Farm è sempre faticoso e lungo anche se ora c'è l'esperienza e
l'abitudine, ma il tempo rimane sempre uguale, non si allunga e non si
accorcia, per scrivere ci vuol tempo, per rispondere ci vuol tempo, a
volte anche tanto perchè prima della risposta è necessario un
approfondito lavoro di ricerca e ripasso perchè è impossibile tenere a
mente tutto ciò che riguarda Bob. Sai, io Bob l'ho conosciuto nel 1963
quando uscì l'album The Freewheelin' Bob Dylan che fece esplodere a
livello mondiale l'immortale e sempiterna Blowin' in the Wind, poi A
Hard Rain's a-Gonna Fall, Don't Think Twice, It's All Right . In seguito
cominciai ad amarlo grazie ai Byrds di Jim McGuinn (non ancora
ribatezzato Roger) che suonava l'inimitabile Rickenbaker 12 corde, Gene
Clark alla voce, David Crosby ritmica e cori, Cris Hillan al basso e
Michael Clarke alla batteria quando incisero l'album "Mr.Tambourine Man"
con la fantastica versione di Mr.Tambourine. Personalmente ho avuto
momenti esaltanti e momenti di grande delusione dal lavoro di Bob, ma
perchè da lui mi aspettavo sempre, sbagliando, un pezzo sempre migliore
dell'altro, senza capire fche lui era un genio ma non poteva per questo
fare miracoli. Comunque mi abitai agli alti e basso e cominciai ad
accettarli anche se molte cose non mi sono piaciute. Sbavavo per Blonde
on Blonde, mi sconcertarono John Whesley Harding e Nashville Skyline,
inorridii per Self Portrait, New Morning mi ridiede speranza, ho amato
Blood on The Tracks, anche Desire mi piacque molto, non mi piaque invece
la trilogia cristiana, presi bene Time Out Of Mind, Love and Theft, Bob
Dylan live 75 e Modern times, non gustai Tell Tale Sign e nemmeno
Togheter Through Life, quasi mi venne una sincope per Christmas in The
Heatrs, apprezzai Tempest e stesi un velo pietoso sui 5 dischi
sinatriani che proprio non riuscii a digerire. Ma ognuno di noi ha i
dischi preferiti e le canzoni preferite di Bob, io ho le mie, tu le tue,
altri avranno le loro e se senti cento dylaniani sentirai cento versioni
diverse di come si ama Dylan. Sono certo che ad Hyde Park ci saranno
diversi italiani che faranno la pazzia di concedersi questa affascinante
trasferta, poi ci saranno gli italiani che risiedonmo a Londra, ma
quando sarai a Londra ricorda che tutti ti invidieranno il fatto di
essere italiano, perchè noi siamo la cultura e la storia, e loro quel
poco di positivo che hanno imparato l'hanno appreso da noi. Purtroppo
gli inglesi sono coscenti di questa loro inferiorità ed a volte
reagiscono con la straffottenza e la finta superiorità inglese macherata
da falso aplomb. Non farci caso e guardali sempre come si guarda una
bizzarria o una curiosità. Spero che ad opera finita tu ci voglia
raccontare la tua avventura su queste pagine, perciò ti rimando dopo lo
show di Lndra per sapere la tua opinione sulla prestazione e sullo
show. Un abbraccio anche a te, live long and prosper, Mr.tambourine, :o)
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Mercoledì
5
Dicembre 2018
New York, N.Y. - Beacon Theatre,
December 3, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp, Donnie on pedal
steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on
standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on
standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Donnie on
pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)
(encore)
19. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To
Cry (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
20. Blowin' In The Wind (Bob on piano and harp, Donnie on violin, Tony
on standup bass)
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Grazie Bob
Il vecchio Bob ha finito un’altra volta il suo giro del mondo, ci ha
fatto vedere che lui è sempre “alive and kicking”, che i suoi 77 anni
sono solo sulla carta e non “on the road”.
Lui torna un centinaio di volte all’anno sui palchi di tutto il mondo
per rinnovare un rito che si ripete ormai da diversi anni, quello dei
long-time fans e quello dell’approccio dei nuovi adepti alla
Dylan-Setta. Il culto di His Bobness è come quello della Regina
d’Inghilterra, inossidabile ed inattaccabile dal tempo, dalle cose
umane, dagli up & down di Bobby, dai critici, dai giornalisti, da quella
insensata Sony che, alcuni anni fa ha cancellato un centinaio di
migliaia di video di Bob e tribute artists da Youtube, quella stessa
Sony che ora ci sta intasando con decine di takes della stessa canzone
con le Bootleg Series. Cambiano i Re, cambiano i Presidenti, cambiano i
Dittatori, cambiano le Democrazie, cambiano gli Stati, cambiano gli
equilibri ma lui è sempre lì sul palco a ricordarci che come lui non c’è
mai stato nessuno. La Cina gli rifiutò il permesso di esibirsi e la Cina
fece la figura del somaro, antistorica e antidemocratica davanti a tutto
il mondo. Che possiamo farci, le cose vanno così, i tempi sono cambiati
e forse anche la Cina sta cambiando senza accorgersene e un giorno si
scoprirà una nazione diversa da quella che avevano rigidamente impostato
i suoi maximum leaders. Anche Bob è cambiato invecchiando, anche lui si
è trasformato senza accorgersene, ed oggi è un performer, un songwriter,
un artista completamente diverso da quello dei primi anni ’60. Però, in
qualche modo, rimane sempre il cantore, il poeta, il profeta, la voce di
tutte le generazioni, colui che scaglia i suoi moniti contro tutti,
ricchi e poveri, indigenti e potenti, homeless e VIP , nessuno escluso.
Dylan è diventato come la Pietà di Michelngelo o la Gioconda di
Leonardo, una reale mitica leggenda storica che ha già scavato un solco
incancellabile nella musica e nella società, qualcuno potrebbe dire che
non è stato certamente l’unico, ma è stato quello che ha avuto più
impatto sulla coscienza delle nazioni, sul modo di pensare e sui
comportamenti dei popoli, sul modo di giudicare, di condannare ed a
volte anche di scusare. Dylan è grande? No, grande non è una parola
adeguata, Dylan è immenso, totale ed irripetibile. Dylan è Robert
Zimmermann? No , Dylan è un extraterrestre calatosi nei panni di Robert
per sostituirlo, una specie di entità intelligente che è entrata in lui
e l’ha fatto diventare un altro. Una magia di quelle che una volta il
popolo diceva poteva fare solo il mago Merlino, una magia che non si
ripeterà più perchè si è perso lo stampo dei maghi Merlini. Ed allora?
Allora continuiamo a goderci felici questa vecchia magia mugugnante,
borbottante, con la raspa in gola e le adenoidi trivellate, questo
attempato ed allegro rospo gracchiante, questo sgangherato crooner che
narra ancora le storie di tutti, le storie di ciò che lo circoinda, le
storie sentite da Robert e narrate da Bob. Le storie di ieri non sono
molto diverse da quelle di oggi, tutto il mondo è uguale, lo è sempre
stato in tutte le epoche storiche, niente cambia anche se ogni tanto
qualcosa si trasforma, e non sempre in meglio. Solo la sua rabbia si è
affievolita, ed è giusto che sia così, quello che Robert aveva da dire
l'ha fatto dire a Bob negli ultimi 50 anni e se la gente ha faticato o
non ha capito il messaggio e preso provvedimenti adatti è colpa loro,
non certo sua. Per qualche ora tuffiamoci nella sua musica e nei nostri
ricordi, quelli di ieri, quelli di oggi e quelli che verranno domani.
Grazie Bob , grazie davvero. Ci vediamo l’anno venturo.
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Talkin' 10621-
gabriele.bassi
Ciao Mr Tambourine,
Sicuramente se ne è già parlato, ma vorrei avvicinarmi al mondo dei
bootleg dylaniani, e vi chiedo consigli per iniziare: qualche sito di
riferimento? Quali sono i bootleg migliori? Dove trovarli?
Ciao e grazie, Gabriele.
Caro Gabriele, la tua è una domanda alla quale
quasi impossibile rispondere. I bootlegs pirata di Dylan si contano a
migliaia e dire quale siano i migliori è praticamente impossibile, anche
perchè la maggior parte, essendo registrazioni "rubate" sono di
scarsissima qualità, valgono poco e servono solamente come inutile
testimonianza di qualcosa passata. Ti suggerisco qualche link dove
trovare tantissimi bootlegs di Bob. Capisco la tua curiosità ed il tuo
desiderio ma personalmente lo trovo non dico inutile ma quasi. Tutto
quello che trovi sui dischi pirata lo puoi trovare in forma molto
migliore sui dischi ufficiali e sulle Bootleg Series ufficiali.
https://www.discogs.com/it/label/151583-Not-On-Label-Bob-Dylan
http://bootlegpedia.com/en/artist/Bob-Dylan
http://www.bobsboots.com/
http://www.bobsboots.com/CDs/index.html
http://www.dylanbase.com/
Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
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Martedì 4
Dicembre 2018
Talkin' 10620
- vincenzo.salini
Ciao Mr.Tambourine,
stavo leggendo la traduzione del testo di Desolation Row e devo dire che
il tutto mi è sembrato un insieme di visioni con un senso difficilmente
individuabile di primo acchito, pur avendo le frasi una loro intrinseca
bellezza. Ci sono personaggi diversi fra loro che popolano la canzone,
personaggi famosi come Einstein vestito da Robin Hood con i suoi ricordi
in un baule, Ezra Pound e T. S. Eliot, noti per essere entrambi
antisemiti e filonazifascisti, che combattono nella cabina del capitano
del Titanic, quel Titanic che dovrebbe rappresentare l’avvertimento di
come la potenza considerata invincibile, come la Germania nazista ad
esempio, può essere abbattuta in un attimo. Poi ci sono altri personaggi
minori come il commissario cieco in trance, Cenerentola con le mani
nelle tasche dietro dei Jeans in stile Bette Davis, Cenerentola che
ritorna con la scopa a spazzare il vicolo della desolazione, Caino e
Abele, Quasimodo, menzionato solo come “il gobbo di Notre-Dame”, il buon
samaritano, Ofelia presa in prestito dall’Amleto che passa stupidamente
il tempo a sbirciare nel vicolo, il pazzo dottor Sudiciume con la sua
altrettanto pazza infermiera (forse un’allusione alle micidiali armi
batteriologiche lasciate a tonnellate dai nazisti che furono inabissate
in mare in migliaia di barili al largo delle coste scozzesi? -
https://seagullnic.wordpress.com/2014/03/27/dr-filth-is-in-charge-of-the-cyanide-hole/
-, Nero’s Neptune ( allusione all'imperatore romano Nerone ed al suo
gruppo privilegiato che lo circondava nel modo in cui Dylan vedeva
l'America governata dagli imperialisti di destra, perseguendo le loro
indulgenze mentre tutto intorno l'impero stava bruciando per le
ingiustizie sociali), il fantasma dell’opera travestito da prete,
Casanova avvelenato di parole, gli agenti che arrestano tutti e li
portano alla fabbrica dove c’è la macchina per l’infarto.
Certamente tutto questo è fantasioso ed allegorico, ma trovare un senso
logico alle frasi è un’impresa ardua. In altre canzoni di quel periodo
Dylan si era sbizzarrito nel descrivere situazioni e visioni di
difficile interpretazione, penso a Chimes Of Freedom, All Along the
Watchtower, la stessa Mr. Tambourine, canzoni nelle quali la sua mente
volava libero da un ramo all’altro come un uccellino impazzito. Credi
che tutto questo sia stato un effetto delle droghe che Bob assumeva in
quel periodo? Un saluto ed un grazie per il lavoro che fai nel
bellissimo sito.
Vincenzo Salini
Bella domanda caro Vincenzo! Lasciami dire
prima di tutto che condivido molto di quello che hai scritto. A volte
Dylan è come Dante che per due volte, nella Commedia, invita il lettore
a prestare particolare attenzione a quanto sta per accadere; si tratta
di due terzine che interrompono il succedersi del racconto e la cui
funzione è quella di avvisare il lettore che di lì a breve egli si
troverà di fronte ad un qualcosa che richiede la sua massima
concentrazione. I passi in questione sono: Inf. IX, vv. 61-63:
O voi ch’avete li ’ntelletti sani,
mirate la dottrina che s’asconde
sotto ’l velame de li versi strani.
e Purg. VIII, vv. 19-21:
Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero,
ché ’l velo ora è ben tanto sottile,
certo che ’l trapassar dentro è leggero.
In Generale i dantisti sono tutti d’accordo nel ritenere che Dante
stesse appunto avvertendo che il seguito del racconto sarebbe stato di
senso allegorico e che pertanto il lettore doveva fare appello alle
proprie capacità intellettive per carpire il vero significato di ciò che
si apprestava a leggere. A mio avviso, al contrario, i due passi sopra
citati sono ben lungi dall’introdurre, nel loro contesto, un’allegoria,
ma Dante non sta assolutamente preparando il lettore ad affrontare un
diverso livello narrativo come si è soliti credere, ma sta, in entrambi
i casi, avvisando il lettore che il prosieguo dei versi, per quanto
strani, avranno a che fare con una precisa verità e non un’allegoria.
Naturalmente al tempo era pericoloso esprimere chiaramente il proprio
pensiero senza incorrere nelle ire ecclesiastiche con allegata relativa
scomunica e bando da ogni carica istituzionale e diritti umani. Per
Dylan è diverso, rischiava soltanto l’ira dei puritani miliardari che
credevano di essere i soli ad essere sul lato giusto della strada.
Quello di Dante era un avviso a non lasciar passare inosservati i
segnali che indicavano la verità nascosta dietro le parole, per quanto
strane potessero sembrare. Se ci pensi bene, oggi è facile dire quello
che ti passa per la mente liberamente senza incorrere in sanzioni o
repressioni fisiche, ma in quelle epoche buie nelle quali la vita di un
uomo valeva meno di quella di una gallina si suonava un’altra musica.
Fino alla caduta del nazismo e del fascismo bisognava stare attenti a
quel che ti usciva dalla bocca, idem nella Russia comunista dove la
dittatura staliniana ha lasciato dietro di se milioni di morti. Se Dylan
fosse vissuto in quell’epoca ed avesse scritto canzoni come le sue
sarebbe durato meno di un battito di ciglia prima di finire sul rogo, in
un lager o in un gulag! Anche nelle canzoni dylaniane, come tu
giustamente hai fatto notare, dietro i versi apparentemente strani ed
illogici c’è celata una verità, ma per capirla bisogna leggerli con
attenzione e forse più di una volta. Certamente la grandezza di Dylan,
come paroliere o letterato o poeta che dir si voglia, sta in queste
opere giovanili, e meno male che almeno dopo 50 anni i cosidetti saggi
illuminati siano arrivati finalmente ad ammetterlo premiandolo con il
Nobel. Meglio tardi che mai, anche se noi appassionati sapevamo da anni
che lui era al di sopra della media e meritava quello che per anni gli è
stato negato. Ma in fondo non ci importava molto, l’importante era che
noi lo sapevamo, e se c’era qualcuno che non sapeva peggio per lui, il
problema era suo e non nostro.
Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
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Springfield, Massachusetts - Symphony
Hall, November 18, 2018
di Steinar Daler
Ho visto 4 concerti in Australia ad
agosto e sono stato molto contento di tutti. I migliori concerti di
Dylan che ho visto da diversi anni. Quindi naturalmente ho dovuto vedere
alcuni concerti del tour autunnale 2018 negli Stati Uniti.
Il primo era ad Atlantic City, ed è stato un buon concerto, ma meno
dinamico che in Australia. La sede era molto grande e molti spettatori
arrivavano in ritardo, andando via anche presto e parlando, parlando,
parlando. La voce di Bob era super in ogni modo, ma comunque, l'intera
esperienza non mi ha soddisfatto. Springfield, la Symphony Hall era
molto meglio anche se l'unico cambiamento nella setlist era negli
encore: Wathctower e Blowin’. Io penso che Blowin’ sia una canzone
perfetta per terminare il concerto. Ho amato due fra i nuovi
arrangiamenti, Things Have Changed, Cry A While. Meno in evidenza
Rolling Stone. Sembrava che la maggior parte del pubblico in questo il
bel locale amasse anche la nuova versione di Rolling Stone. Simple Twist
Of Fate, Scarlet Town, Love Sick, Masterpiece, Don’t Think Twice erano i
punti salienti.
Thunder On The Mountain e Early Roman Kings anch’esse stanno
migliorando. Mi è piaciuto molto questo concerto, forse anche più dei
favolosi concerti in Australia. Anche a mia moglie è piaciuto molto. A
lei piace sempre vedere Dylan fare il pagliaccio sul palco come Chaplin,
e ne ha fatto davvero un bel po' di cose strane con il suo microfono
centrale un paio di volte quando non lo usava per cantare. Che bel
concerto! Ho visto Bob in concerto 253 volte dal 1978 e il concerto a
Springfield trova definitivamente un posto nella mia list dei Top 20.
Non vedo l'ora di vederlo a Waterbury e i primi due al Beacon di New
York. Punteggio alto per la sede e anche per il pubblico.
Steinar Daler
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Lunedì 3
Dicembre 2018
New York, N.Y. - Beacon Theatre,
December 1, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp, Donnie on pedal
steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on
standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on
standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Donnie on
pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)
(encore)
19. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To
Cry (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
20. Blowin' In The Wind (Bob on piano and harp, Donnie on violin, Tony
on standup bass)
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Springfield, Massachusetts - Symphony
Hall, November 18, 2018
di DZ
Una chiacchierata davanti ad un caffè all’autogrill sulla I-95, poi di
nuovo sulla strada per Springfield per vedere Dylan. Dolce, molto dolce.
Lei è troppo giovane per ricordare l'originale Bob, o qualcuna delle sue
incarnazioni di allora, ed io mi ricordo quand’ero ventenne anni fa,
quando sembrava che Bob mi fissasse mentre cantava “Most Likely You Go
Your Way and I’ll Go Mine”. Tuuto cominciò così. L'ho visto un paio di
volte da allora, e ora sto guardando qui a Springfield la casa di Edward
Bellamy, uno degli originali visionari della riforma sociale del
diciannovesimo secolo e il dottor Seuss, che ha fatto così tanto per
incoraggiare i bambini a usare la loro immaginazione per immaginare
mondi alternativi.
Prepararsi per lo spettacolo. ll giovane alla porta, sinceramente dice
di non aver mai sentito parlare di Bob Dylan fino ad ora, e vede che la
maggior parte della folla è più vecchia di lui, ma sbircia dentro per
vedere cosa sta succedendo. Lo spettacolo è esaurito, quasi pieno alle
20,00.
Lo show comincia con la vecchia registrazione di “Fanfare for a common
man” di Aaron Copland, ma non ci sono più quegli annunci sulla "voce di
una generazione" ed i premi che ha vinto. La band prende posto sul palco
e si mette al lavoro, rilassata con "Things Have Changed", una canzone
strana anche se gli ha fatto vincere un Oscar. È una scelta strana per
un’apertura. Se non l'avete più visto e sentito dagli anni '90, dovete
adattarvi all’asprezza stracciata della sua voce. Può essere assorbito
mentre guida con autorità la band, ma quando ha iniziato "It Ain’t Me
Babe", la band aiuta ad innescare il dolce squallore della vecchia
canzone con un ritmo latino jazzistico.
Si pompano per "Highway 61", riarrangiata per dare spazio alle parole
familiari di questo lungo ululato di protesta contro il vecchio ordine,
punteggiato dal ritmo aggressivo della batteria. Questa canzone colpisce
sempre nel segno. Nel frattempo,
i ritardatari continuano ad arrivare, mentre "Simple Twist of Fate" e
"Cry Awhile" suonano come se Bob stesse virando per uscire dalla dura
HW61. Ci sono grida di approvazione, ma gli applausi sembrano modesti
questa sera.
Lo show continua con "When I Paint My Masterpiece". La band resta più in
sottofondo dando spazio a Bob al piano che racconta una storia che è più
estesa rispetto alla versione registrata. Sembra che abbia scritto
alcune parole nuove, ma forse no. Fa risaltare l'armonica con buoni
risultati, e la band lascia spazio alla predal steel di Donnie per la
chiusura. Un altro colpo palpabile. Poi un tuffo in profondità con
"Honest With Me" e un ritorno dal profondo con una più speranzosa "Tryin
'To Get to Heaven". Per "Scarlet Town" Bob finalmente viene al centro
della scena, niente in mano ma il supporto per il microfono sembra
troppo alto. Alcune parole non si sentono perchè fuori dalla portata del
microfono. Sta provando ad aggiustare il cavalletto? Qualcuno sta
correndo per andare ad aiutarlo? O è una specie di scenetta teatrale
alla Chaplin,
con qualche accenno di danza? Di nuovo al piano, Bob guida la band
attraverso le versioni strazianti di "Make You Feel My Love" e " Pay In
Blood". Anche se non le ricordo tutte, scava in profondità per le parole
chiave e le frasi. E nel caso non l'avessi notato, non suona più la
chitarra, ma il suo modo di suonare il pianoforte è molto meglio di
dieci o dodici anni fa. Porta tutto la sua verbale abilità di fraseggio
in "Like A Rolling Stone", disegnando le linee e sottolineando i cori in
uno stile drammatico. Il suo pianoforte non compensa l'organo della
registrazione originale, ma è una esecuzione coraggiosa di una canzone
che è più facile da ammirare che da amare.
"Early Roman Kings" sembra una sorta di aggiornamento ringhioso di
"Highway 61" e mi colpisce il tipo di arrangiamento alla Van Morrison
dato alla canzone. Ci sistemiamo ora per “Don’t Thik Twice It’s All
Right”, un'altra meditazione prolungata della tristezza di prendersi e
lasciarsi. Piano e armonoica in evidenza, band moderata, le parole sono
sempre più commoventi, il suo fraseggio è solido e quando la sua voce si
spegne, sa come portare a termine la canzone. Come al solito, la canzone
ci dona il suo cuore e ci lascia ancora desiderare la sua anima. Torna
al centro della scena, ancora nessun cambiamento nello stand del
microfono, ma non fa storie con esso, basta inclinarlo come fanno i
vecchi crooners e fa il meglio di "Love Sick", ma la canzone non può
competere con "Don’t Think Twice".
E ora vanno a mille con una lunga e rollante versione di "Thunder on the
Mountain", testi pieni di immagini brucianti, e questo ci ricorda che
l'attenzione deve essere pagata non solo al male ma anche alle scelte
che facciamo. L’arrangiamento da ai membri della band la massima o
visibilità. Bob si trasforma in stile crooner per "Soon After Midnight".
Poi il successo a sorpresa di questo tour, la sua versione aggiornata di
"Gotta Serve Somebody". Nella versione evangelica era già un potente
richiamo (e alcuni dei suoi contemporanei apportano un piccolo
cambiamento di significato cantando "Servirà" invece di "devo servire").
Stasera sto ascoltando parole e versi che non ho mai sentito prima. Bob
sta andando veloce, la sua parola è più nitida che mai. "Potresti essere
sulla linea di confine per difendere la posizione, Potresti essere un
avvocato, avere un giorno di gloria in tribunale". È questo commento
valido per i tempi correnti? Qualcuno l'ha capito?
Scuro per alcuni minuti. Il pubblico sa che c'è un bis. C'è sempre un
bis. Quelli che leggono le set list sanno che di solito sono "Blowin 'in
the Wind" e "All Along the Watchtower". È stasera è lo stesso, tranne
che l'ordine è invertito. Questo ha più senso.
"Watchtower" è una canzone di disturbo e pericolo, e il vento ulula
mentre i cavalieri si avvicinano. Stasera gli danno un corto trattamento
enfatico, e quindi è "Blowin 'in the Wind". Bob è in buona forma ora per
cantare i versi, sostenuta da violino e contrabbasso, e la maggior parte
del pubblico è in piedi perché riconosce che questa è una sorta di inno.
Allunga i versi e alla fine suona come se stesse per cantare un nuovo
verso, o forse lo sta solo ripetendo, chiaramente inviandoci una sorta
di messaggio di avvertimento e redenzione.
Le cose sono cambiate e loro no. Bob sembra essere messo in ombra dalla
sua reputazione e dalla sua storia e sempre in competizione con il suo
catalogo, che continua ad espandersi con ogni versione delle Bootleg
Series e continua a mostrarci cosa può essere un grande compositore e
interprete.
Ma non importa quale personaggiointerpreta per una canzone, a un certo
livello le canzoni riguardano sempre Bob e la sua autorità morale, e
restiamo meravigliati per quanto tempo riesce a raggiungere un livello
convincente nelle esibizioni dal vivo. Non una parola viene pronunciata
dal palco nel corso di venti canzoni e quasi due ore. La band e Bob al
centro, un inchino e via. La donna dietro a noi controlla sul suo
cellulare, età: 77 anni. Qualcuno grida "Torna indietro Bob ". Ma i
motori del tour bus sono già in moto, di nuovo sulla strada.
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Domenica 2
Dicembre 2018
New York, N.Y. - Beacon Theatre,
November 30, 2018
1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece (Bob on piano and harp, Donnie on pedal
steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on
standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on
standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right (Bob on piano and harp, Donnie on
pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)
(encore)
19. It Takes A Lot To Laugh, It Takes A Train To
Cry (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
20. Blowin' In The Wind (Bob on piano and harp, Donnie on violin, Tony
on standup bass)
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Talkin' 10619
- dinve56
Oggetto: Buckets-Nuggets of Rain
Salve Mister,
grazie dei chiarimenti, sempre precisi ed esaurienti. Grazie anche per
aver postato la canzone interpretata da uno strepitoso duo Dylan-Midler.
Sul suo ritorno al Village, nel 1975, Dylan stesso esprime opinioni e
giudizi molto acuti in un'intervista a "Playboy" del 1978. Davvero
inaspettata questa breve collaborazione con la Midler, e dagli esiti
canori e musicali notevoli. Saluti, buon fine settimana e lunga vita!
Carla.
Buon fine settimana anche
a te, :o)
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26 Novembre 2018: Ringo Starr in
platea al Beacon Theatre per vedere Dylan
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Sabato 1
Dicembre 2018
New York, N.Y. - Beacon Theatre, November 29,
2018
1. Things Have Changed (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
2. It Ain't Me, Babe (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
3. Highway 61 Revisited (Bob on piano, Donnie on lap steel)
4. Simple Twist Of Fate (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
5. Cry A While (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
6. When I Paint My Masterpiece
(Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
7. Honest With Me (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
8. Tryin' To Get To Heaven (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
9. Scarlet Town (Bob center stage, Donnie on banjo, Tony on standup
bass)
10. Make You Feel My Love (Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel)
11. Pay In Blood (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
12. Like A Rolling Stone (Bob on piano, Donnie on pedal steel, Tony on
standup bass)
13. Early Roman Kings (Bob on piano, Donnie on lap steel, Tony on
standup bass)
14. Don't Think Twice, It's All Right
(Bob on piano and harp, Donnie on pedal steel, Tony on standup bass)
15. Love Sick (Bob on piano, Donnie on pedal steel)
16. Thunder On The Mountain (Bob on piano, Donnie on electric mandolin)
17. Soon After Midnight (Bob on piano. Donnie on pedal steel)
18. Gotta Serve Somebody (Bob on piano, Donnie on lap steel)
(encore)
19. All Along the Watchtower (Bob on piano, Donnie on lap steel)
20. Blowin' In The Wind
(Bob on piano and harp, Donnie on violin, Tony on standup bass)
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Atlantic City, N.J. - Hard Rock Hotel and
Casino, Etess Arena, November 17, 2018
di
Glenn Hertzler
Ho appena visto il mio 108° show di Bob Dylan. Dopo alcuni degli
spettacoli degli ultimi 2 anni non ero sicuro di cosa aspettarmi. Questo
è stato assolutamente tra i primi 5 spettacoli che ho visto. Potevi
capire ogni parola e gli arrangiamenti erano stupefacenti. E’ stato il
primo spettacolo da molto tempo nel quale la gente intorno a me
ascoltava invece di parlare fra di loro. Bob è stato eccellente al piano
e l'intera band è fantastica. Se potere avere i biglietti per uno degli
spettacoli rimanenti che non sarete delusi. In evidenza, Blowin In The
Wind, Don’t Think Twice, Simple Twist of Fate, Make You Feel My Love. In
realtà tutte le canzoni erano degne del massimo risalto. Non vedo l'ora
di andare a Filadelfia. Spero di riuscire a vedere una copia di questo
spettacolo che è stato eccezionale!
Glenn Hertzler
°°°°°°°°°°°°°°°°
di Barry Gloffke
Atlantic City. Sabato sera. L'Hard Rock cafe vanta una zona chiamata
Etess Arena, una costruzione senza un minimo di anima per l'arte
dell’architettura. Fortunatamente i progettisti della costruzione sanno
una cosa o due sull' acustica. Lo spettacolo è iniziato più tardi del
solito ... forse 5-10 minuti. Questa è stata la mia fortuna perchè mi ci
sono volute 4 ore per arrivare da Forest Hills, NJ, finchè non ho
parcheggiato la mia jeep e ho fatto una folle corsa verso il casinò e
giù all' arena che erano da poco passate le 20:00. La folla era per lo
più sopra i 50 anni, educati, e nella sezione dove ero io per fortuna
non troppe persone che parlanavano durante le canzoni. Intorno alle
20:10 la band sale sul palco ed immediatamente è evidente che la voce di
Bob è in primo piano e il suono è nitido e chiaro.
Dall' opener familiare e stellare ”Things Have Changed” al terminale e
favoloso climax di “All Along The Watctower”, Bob era in tono
stupefacente e terrificante e la band era nitida (come al solito). La
cosa più notevole di stasera sono stati gli interventi di armonica di
Bob con qualche grande assolo. Anche significativo il suo avvincente
lavoro al pianoforte. E i miei complimenti per la band e Charlie.
Stasera abbiamo sentito 20 grandi composizioni di Dylan, e per me
l'unica che mancava un po' di tiro è stata PAY IN BLOOD. Di solito mi
piace, ma stasera era meno efficace del solito. Ma questo è spaccare il
capello in due perché c'erano versioni tremende di quasi tutto il resto.
In risalto:
HIGHWAY 61 REVISITED, dondolante.
CRY A WHILE è stata un ben marcato blues.
WHEM I PAIN MY MASTEPIECE è stata magistrale.
HONEST WITH ME mi ha scosso di nuovo.
TRYIN' TO GET TO HEAVEN e MAKE YOU FEEL MY LOVE sono state magnifiche.
LIKE A ROLLING STONE è stata reinventata ed è stato la preferita della
folla.EARLY ROMAN KINGS un altro marcato blues. LOVE SICK era
spaventosa.
THUNDER ON THE MOUNTAIN dondolante, ancora e ancora.
GOTTA SERVE SOMEBODY era una lontana cugina della Gotta Serve Somebody
originale. Il nostro eroe la mantiene costantemente nuova ed intrigante.
Non smette mai di stupire l'ampiezza del suo genio musicale e della sua
destrezza lirica.
Ovviamente non sarebbe uno spettacolo di Dylan senza vedere qualche
Bobcats. C’erano anche Barry, Robert ed Edward. Ci vediamo al Beacon
ragazzi!
PS. Quanti di questi spettacoli ci sono rimasti? Ognuno è prezioso.
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“La Bibbia di Bob Dylan”: cercando Dio
sulla Highway 61
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