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maggiesfarm.eu - sito italiano di bob dylan

 

 

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Giovedì 31 Maggio 2018

Tour 2018, aggiunta una data

02 Agosto 2018 - Taipei, Taiwan - Taipei International Convention Center

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Talkin' 10496 - dinve56

Salve Mister,
grazie delle informazioni; non è solo "Soon after midnight" ad avere un testo così amaro, è tutto l'album "Tempest" ad essere una galleria di ricordi e personaggi angosciati e angoscianti ... eppure è una sequenza di testi e di musica che ti cattura e ti obbliga all'ascolto fino all'ultimo emblematico omaggio a John Lennon. Una straordinaria riflessione sulla mortalità e sulla vita quando, voltandoti indietro, vedi e comprendi e ricordi lo splendore e la perfezione della gioventù ormai lontana. Come non rimanere toccati dalla poesia malinconica di "Long and wasted years"? La grandezza di Dylan è la forza carica di verità dei suoi testi e quella voce... in "Tempest" davvero un lungo brontolio doloroso di fronte alla consapevolezza di essere vecchio. Dopo "Tempest", tuttavia, nuove svolte e nuovi equilibri che sta e stiamo ancora vivendo. Ed è per questo che Bob è un inguaribile ottimista che ci spinge a continuare l'avventura di vivere "collegati" alla vita, nonostante il tempo che passa. Lunga vita! Carla.

Parole sagge Carla, complimenti! LIve long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10495 - edoardobarghini

Caro Mr. Tambourine,
grazie per la splendida risposta. Ho trovato molto pregnanti le riflessioni finali sulla cultura americana. Certo la ricchezza inestimabile dell’arte di Dylan e gran parte del suo fascino vengono anche e soprattutto dal loro essere espressione compiuta della vasta e composita cultura di cui il Nostro è figlio e rappresentante. Non è un caso che lo stesso Prof. Carrera nel pubblicare diversi anni fa il suo fondamentale “La voce di Bob Dylan” (che resta a mio parere il più completo studio critico sull’uomo di Duluth pubblicato in lingua italiana) abbia scelto di sottotitolarlo “Una spiegazione dell'America”, perché la voce di Dylan, in fondo, è voce dell'America, con tutte le implicazioni del caso.
Un saluto a tutti i Farmers che hanno avuto la pazienza di leggere i miei sproloqui per intero. Alla prossima
Edoardo.

Al prossimo sproloquio Edoardo, la prendo come una promessa! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10494 - alunni.f

Caro Mr. Tambourine,
vorrei fare i complimenti a Edoardo ed a Miscio, impeccabile come al solito, per i loro interventi su Soon after midnight. In particolare se è vero, come tu scrivi, che Dylan non può sapere tutto di tutto, è invece assodata la sua conoscenza delle Child ballads, citate più volte in tutta la sua produzione. Semmai la questione è relativa all'interpretazione, cioè se i riferimenti a Tam Lin siano involontari o se volontari che valenza abbiano.
A me sembra molto convincente l'interpretazione di Miscio, anzi non escluderei di considerare la canzone una vera riscrittura di Tam Lin. La lascivia del giovane potrebbe essere testimoniata, invece che dall'attentare alla verginità delle fanciulle, dalla sua frequentazione di prostitute (oltre a Charlotte anche la seconda strofa potrebbe essere interpretata in questo senso, se i soldi Honey non glieli ha presi né con la violenza né con l'inganno ma è stato lui a darglieli); inoltre il fatto di aver fronteggiato mura più salde di quelle della ragazza a cui si rivolege potrebbe essere sempre un riferimento alla sua abilità di
seduttore. La mezzanotte e la regina delle fate che nella ballata hanno una connotazione magica qui potrebbero riferirsi a un ambiente di malavita (che il suo giorno cominci dopo mezzanotte indica che il protagonista agisce sempre nell'oscurità) come anche l'uccisione di Slim il doppiogiochista. Meno chiara l'immagine bizzarra di alcuni che ciarlano con voce stridula o allegra (questo dovrebbe significare "to chirp") mentre muoiono nel loro sangue (a meno che il morire non debba essere interpretato come immediatamente successivo, sempre poi che l'espressione non vada intesa in senso metaforico). La verde vestita Mary potrebbe essere l'equivalente di Janet e forse avere anche lei una funzione salvifica per il protagonista, specie se la considerassimo in opposizione a Charlotte vestita di scarlatto (il primo riferimento che viene in mente è la meretrice di Babilonia). In questo caso avremmo una contaminazione tra l'immaginario celtico e quello cristiano. L'ultima
strofa ("è ora o mai, più di sempre"), a meno di non interpretarla come un iperbole, rimarcherebbe come quello sia il momento decisivo della sua vita, come per Tam Lin che o viene salvato o dovrà finire agli inferi.
Grazie mille per tutto il tempo che dedichi al sito!
Francesco

Ciao Francesco, Dylan certamente conosce moltissime Child Ballads, però vorrei ricordare a tutti che l'intero corpus delle Child Ballads consta di 305 ballate numerate progressivamente, le cui varianti vengono indicate con le lettere dell'alfabeto (ad esempio, 12a significa la variante a di Lord Randal).

Nell'enumerazione, le ballate sono usualmente precedute dalla dicitura Child e il numero è preceduto da un cancelletto (così, ad esempio, Child #58 indica Sir Patrick Spens). Ogni ballata è accompagnata da un'estesa introduzione e da un corposo apparato critico che, pur tenendo conto del suo naturale invecchiamento, rende senz'altro l'opera del Child uno dei più notevoli risultati nell'intera filologia statunitense, e probabilmente anche nel campo della filologia dedicata ad opere in lingua inglese. In molti casi una ballata ha diversi nomi, ad esempio la ballata che narra le gesta di Sir Eglamore, il cacciatore di draghi, è conosciuta anche con i seguenti altri nomi ed è elencata al numero 18 e catalogata con il nome di "Sir Lionel", ma è conosciuta anche come “Sir Eglamore”, “Sir Egrabell”, “Bold Sir Rylas”, “The Jovial Hunter (of Bromsgrove)”, “Horn the Hunter”, “Wild Boar”, “Wild Hog in the Woods”, “Old Bangum”, “Bangum and the Boar”, The Wild Boar and Sir Eglamore, “Old Baggum”, “Crazy Sal and Her Pig”, “Isaac-a-Bell and Hugh the Graeme”, “Quilo Quay”, “Rury Bain”, “Rackabello”, “The Old Man and hisThree Sons”. La più antica Child Ballad, nel senso di quella che ha l'attestazione manoscritta risalente più addietro nel tempo, è una curiosa ballata di argomento religioso intitolata Iudas (Giuda; Child numero 23). In essa la vicenda del tradimento di Giuda Iscariota è presentata con delle caratteristiche del tutto aberranti: Giuda avrebbe infatti tradito Gesù per essersi fatto rubare le trenta monete che il Salvatore gli aveva affidato per l'Ultima Cena; la ladra sarebbe stata la perfida sorella di Giuda. L'attestazione di tale ballata risale al XIII secolo, ma già essa mostra, in tutte le sue caratteristiche strutturali, che la ballata popolare angloscozzese presentava tutti gli elementi di quelle più recenti. Per la sua grande antichità, la ballata è ancora in Inglese medio (Middle English), la fase dell'inglese premoderno in cui ad esempio si espresse Geoffrey Chaucer.
Alcune Child Ballads sono state tradotte in italiano ed eseguite da noti artisti; è il caso, notissimo, di Geordie (Child numero 209), una cui versione settecentesca è stata adattata e cantata da Fabrizio De André (1964) assieme alla sua ex insegnante di inglese, Maureen Rix; oppure di Mary Hamilton (Child numero 173), tradotta e adattata da Angelo Branduardi come Ninna-Nanna, o ancora Barbara Allen (Child numero 84), tradotta e adattata sempre da Angelo Branduardi come Piano piano, e infine The cherry-tree carol (Child numero 54), tradotta e adattata da Angelo Branduardi come "Il ciliegio". Constatiamo dunque che il numero è notevolmente elevato anche senza considerare tutte le variazioni ed è davvero difficile che uno possa conoscerle tutte nel dettaglio, anche se si chiama Dylan. Questo non esclude che Bob conosca a fondo la Ballads di Tam Li che è elencata con il numero 39 e che sia servita di ispirazione per la triste storia di Soon After Midnight. Bob è uno dei più grandi calderoni artistici, nelle sue songs si trova di tutto, tutto ciò con cui è venuto in contatto prima o poi fa capolino da una delle sue canzoni. Naturalmente non è che deve tenere per forza tutto a memoria, dopo che si è servito di qualcosa per qualche frase di una canzone o per una ispirazione di un pezzo potrebbe anche averlo dimenticato nella sua intierezza, rimangono probabilmente una marea di dettagli difficili però da ricollegare alle origini. Lo stesso, in misura piccola, succede anche a noi, chissà quanti libri abbiamo letto dei quali ci sono rimaste in mente solo delle frasi che ci hanno colpito per qualche particolare, dimenticando naturalmente tutto il resto della narrazione, l'esempio tipico sono due frasi di "Via col Vento" diventate famosissime, cioè "Francamente me ne infischio" e la frase di chiusura del romanzo "Domani è un altro giorno". La memoria umana è gigantesca, ma proprio per questo ogni tanto, per far posto a nuove cose ne deve scartare alcune vecchie. Naturalmente è sempre quasi impossibile conoscere le verità relative alle canzoni o agli artisti, ma moltissime ipotesi interessanti, intelligenti ed affascinanti sono apparse su queste pagine grazie ai vostri bellissimi interventi, e spero che questa sia un'abitudine che continui a lungo, almeno finchè io avrò fiato per gestire la Fattoria. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 30 Maggio 2018

Talkin' 10493 - miscio.tux

Oggetto: Soon After Midnight

Caro Mr. Tambourine,
a proposito di "Soon After Midnight", penso che bisognerebbe correggere la traduzione di "Fairy Queen", come "regina degli omosessuali", cosa che si potrebbe sostenere solo proponendo un'adeguata interpretazione che però non c'è. Non si tratta di una "Drag Queen" ma di una vera e propria fata. Infatti ormai si sa che la canzone è debitrice dell'antica ballata scozzese "Tam Lin"(1), anche se non sembra una riscrittura in chiave moderna sul tipo di quella descritta da Carrera nel caso di House Carpenter e The Man in the Long Black Coat. Sebbene Tam Lin (2) sia una ballata scozzese, le sue origini nel tempo sono difficilmente rintracciabili, tanto che alcuni le fanno risalire al racconto (3) del matrimonio forzato tra Teti e Peleo che compare nell' Iliade (750-725 a.C), un mito che sembra provenire da un'epoca ancora precedente, la tradizione orale Cretese e forse ancora oltre. La rilevanza che hanno i personaggi femminili nella storia, però, distingue chiaramente i “fairy tales” dai miti della tradizione patriarcale classica, mostrandone l'originalità locale. Cosa racconta questa ballata?

[La maggior parte delle varianti iniziano avvertendo che Tam Lin prende o un oggetto (un anello o un mantello verde) o la verginità di una ragazza che passa per la foresta di Carterhaugh. Quando una giovane donna, usualmente chiamata Janet o Margaret va a Carterhaugh e coglie una rosa doppia, Tam appare e le chiede perché sia passata senza il suo permesso, e perché abbia preso ciò che è suo. Janet risponde che Carterhaugh gli appartiene perché glielo ha dato suo padre. Nella maggior parte delle versioni Janet allora torna a casa e scopre di essere incinta; alcune varianti iniziano la storia a questo punto.
Interrogata sulla sua condizione, lei risponde che il padre del bambino è un elfo e che non lo abbandonerà. In qualche versione le viene indicata un'erba che induce l'aborto; in tutte le varianti, quando ritorna a Carterhaugh e raccoglie una pianta, o le stesse rose che ha raccolto nella sua visita precedente o l'erba (in questione), Tam riappare e contesta la sua azione.
Lei gli chiede se mai sia stato umano, o dopo questa riapparizione o, in qualche versione, immediatamente dopo il primo incontro che ha causato la sua gravidanza. Egli rivela che era un un uomo mortale, che dopo essere caduto dal suo cavallo, era stato salvato e catturato dalla Regina delle Fate. Ogni sette anni, le fate danno uno della loro gente come tassa all'Inferno e Tam teme di essere il prescelto quella notte, che è quella di Halloween. Poco dopo la mezzanotte, egli deve cavalcare insieme ad una compagnia di cavalieri. Janet lo riconosce dal cavallo bianco che monta e da altri segni. Egli la mette in guardia che le fate tenteranno di allontanarla trasformandolo in ogni sorta di bestie ma che lui non le farà alcun male. Quando alla fine si trasformerà in un carbone ardente, dovrà gettarlo in un pozzo, da cui riapparirà nudo sotto spoglie umane, e lei dovrà nasconderlo. Janet farà quello che le si chiede e avrà il suo cavaliere. La Regina delle Fate è infuriata ma riconosce la sconfitta.] (4)

Come di solito accade per i racconti popolari, anche questa ballata ha infinite varianti e versioni (5), e ci vorrebbero mesi di lavoro per verificare le corrispondenze. Le connessioni a questa ballata tuttavia sembrano molto più dirette che non quelle con il “Sogno di una notte di Mezza Estate” di Shakespeare. Per esempio in questa pagina: http://plover.net/~agarvin/faerie/Ballads/39BHB.html  troviamo una variazione del 1904 la cui terza strofa recita:

"My name is young Lord Robinson, did you ever hear tell of me?
I was stolen by the Queen of Fairies when I was a young baby.
Tomorrow will be the first of May, we'll all go out to ride;
If you come down to Crickmagh, there we all will pass by.”
[“Sono il giovane Lord Robinson,avete sentito parlare di me?
Sono stato rapito dalla Regina delle Fate quando ero un bimbo.
Domani sarà il primo di Maggio, saremo tutti fuori a cavalcare;
Se scendi a Crickmagh, passeremo tutti di lì.”]

Qui Tam Lin diventa Lord Robinson e del resto è possibile “averne sentito parlare” come “Two Timin' Slim”, la qual cosa non sarebbe del tutto strana perchè l'elfo non è solo una vittima ma un giovane lascivo che si approfitta delle fanciulle, usanza piuttosto consueta dell'antica nobiltà. Inoltre come dice l'ultima linea, “Se scendi a Crickmagh, passeremo tutti di lì”, fa pensare che la ragazza di nome Honey, (“She was passing by”) del testo di Dylan, non sia “una cosa del passato”, una vicenda già archiviata, ma proprio una persona che passa di lì, da quel luogo fatato, e che quindi appartiene a quel mondo. Si può notare che secondo la mitologia celtica il primo di maggio era il giorno chiamato “Beltaine”o “Beltane”. Era un rituale stagionale agricolo per l'inizio dell'estate e in quel giorno le porte dell'Altro Mondo (l'Otherworld celtico) si aprivano quel tanto da permettere alle Fate e ai morti di comunicare coi vivi(6). Ancora in una versione di questa pagina, del 1796 troviamo: nella quartina 26 il riferimento alla mezzanotte:

"Just at the mirk and midnight hour
The fairy folk will ride,
And they that wad their true-love win,
At Miles Cross they maun bide."
["Il popolo delle fate cavalcherà
nella più buia ora di mezzanotte
e chi vorrà far vincere il suo vero amore
A Miles Cross dovrà aspettare"]

e nel verso 36, il mantello verde:

"Gloomy, gloomy was the night,
And eerie was the way,
As fair Jenny in her green mantle
To Miles Cross she did gae."
["Cupa, cupa era la notte,
E piena di misteri la via,
Mentre la bella Jenny nel suo manto verde
A Miles Cross se ne andava"]

Qui non solo Janet ha un mantello verde (come la Mary della canzone) ma lo dovrà usare per coprire il nudo Tam Lin e nasconderlo alla vista delle fate. Renato Giovannoli (nel terzo volume della "Bibbia di Bob Dylan"), trascrive un "Mary dressed in mink" (visone) che forse verrà da un ascolto diretto, ma non pare far testo, così come non fa testo il giudizio sulla canzone: "una gradevole canzoncina d'amore un po' languida e dal gusto decisamente démodé". Dopo tre volumi Giovannoli dovrebbe sapere che l'apparenza, in Dylan, inganna. La fiaba di Tam Lin è stata analizzata in mille modi ma è chiaro che è un racconto di passaggio all'età adulta che coinvolge la sessualità, e più in generale l'incontro con l'altro, lo sconosciuto,una forma di esperienza di cui ancora non si possiedono le coordinate che servirebbero a collocarla in uno schema preciso. E' un evento deterritorializzante, che ci porta fuori dal terreno consueto della nostra quotidiana codifica della realtà e pertanto potenzialmente capace di cambiare noi stessi e il nostro modo di valutare il mondo.
In “From Girl to Goddess: The Heroine's Journey through Myth and Legend”, Valerie Estelle Frankel dice a proposito:
“Nel gioco dell'amore l'eroe e l'eroina vedono entrambi il proprio partner come un mutaforma. Questa “altra metà”, come spaventosi sbalzi di umore e impredicibili desideri, da cui devono separarsi per apprezzare se stessi. Quindi molti racconti riguardano la seduzione di fanciulle cigno che vengono dal mare, o l'addomesticamento di mostri bestiali a principi affascinanti.” Sembra che nel testo facciano capolino una serie di “doppi”: Tam Lin che è uomo/elfo, Charlotte/Mary, Two Time Slim, amore/orrore. Si tratta di racconti carichi di incertezza e ambivalenza, e a Dylan sembrano interessare proprio questi stati piuttosto che la loro risoluzione definitiva. Essendo miti di passaggio e trasformazione, non è sorprendente che si applichino bene anche alle grandi canzoni trasformative dove l'esecutore funziona come un emissario, un trickster,e l'ascoltatore è nella posizione di dover scegliere, come Janet nel mito di Tam Lin, se lasciarlo cadere all'inferno o salvarlo, contemporaneamente definendo in questa scelta anche se stesso. Come in tutte le canzoni di Dylan c'è un sacco di cose in questa canzone (un "inferno di cose") che vanno oltre l'analogia con Tam Lin. Però visto che ci siamo soffermati su quest'ultima, cito un'altra analogia, solo come curiosità. Nella stesura di “Jane Eyre”, sembra che Charlotte Bronte si sia ispirata a schemi di “fairy tales” sul tipo di Tam Lin. Non solo la protagonista si chiama Jane o Janet, ma si può trovare la concordanza di molti personaggi con quelli della favola. La stessa Jane viene salutata come “mocking changeling - fairy-born and human bred” (monella, di stirpe nata dalle fate e dagli uomini) dove il “changeling” è il bambino sostituito alla nascita, nei racconti favolistici spesso rapito dalle fate o dagli elfi, “un bambino brutto, stupido o strano che la superstizione credeva lasciato dalle fate al posto di uno bello e grazioso”. La doppia faccia della morale vittoriana di Rochester si adatta alla bivalenza di Tam Lin, la sua amoralità a quella di Two Time Slim; il vincolo con la moglie folle lo imprigiona come quello della Queen of Fairies; in Soon after Midnight troviamo una Mary che potrebbe fare il paio con Mary Temple del racconto, donna pia e buona, mentre Blanche Ingram, interessata solo alle ricchezze di Rochester ha per prototipo la “ragazza di nome Honey”. E ancora, Jane, di ritorno a Thornfield incontra Rochester vicino ad un cespuglio di rose, (come Janet e Tam Lin), e quando Rochester le dichiara il suo amore lei lo vuol guardare alla luce della Luna per leggergli in faccia la verità dei suoi sentimenti:
Signor Rochester, lasciate che vi guardi in faccia; voltatevi verso la luna.
— Perché?
— Perché voglio leggervi in viso; voltatevi!
[...]Il volto di lui era agitato e gonfio, con i lineamenti contratti e uno strano splendore negli occhi.

Rochester potrebbe ben dire: “the moon is in my eyes”. Ora queste (e altre ancora meno probabili (7)) restano semplicemente coincidenze, e mentre il legame tra la canzone e la favola di Tam Lin mi sembra abbastanza provato, è arduo affermare che Dylan abbia avuto in mente il racconto della Bronte, le cui analogie possono essere semplicemente una derivazione causata dallo stesso riferimento originale a Tam Lin.

NB. Ringrazio seppure in ritardo Sir Eglamore. Onore al suo cuore generoso, ma non penso di partecipare alla scampagnata, anche se si è rivelato un buon diavolo e gli voglio bene. Ma avverto le donzelle, se lo incontrate nei pressi di Carterhaugh, girategli al largo.

Ciao, Miscio.

(1) https://it.wikipedia.org/wiki/Child_Ballads . Si tratta precisamente della “Child Ballad” N.39 (http://www.maggiesfarm.eu/lordrandal.htm)
(2) http://tam-lin.org/
(3) Graham Seal - Encyclopedia of Folk Heroes  – ABC-CLIO  (2001) p.244)
(4) Riprendo il racconto (1) da “The Esoteric Codex: Shapeshifters” di Gary Melhorn unicamente per la sua brevità. Altro riassunto in italiano qui http://www.elfland.it/Tamlin.htm
(5) http://www.contemplator.com/child/variant39.html
(6) Il mese di maggio è citato pure in “Scarlet Town” dove evidentemente è ripreso da Barbara Allen http://www.maggiesfarm.eu/testiB/barbaraallen.htm
(7) È stato suggerito che la Mary della canzone sia la Regina delle fate perché vestita di verde e “green” fa rima con “Queen”; che sia Maria Maddalena perché ci sono dipinti, tra cui quello di Bernardino Luini, che ritraggono la Maddalena con un mantello verde.

Ciao Miscio, devi sapere che alcuuni anni fa (non sono ancora stati pubblicati e non si sa ancora bene cosa contengono) sono stati trovati antichissimi manoscritti nella zona dello Uebi Scebeli (con numerose variazioni del nome, tra cui Shebelle, Shabele e Shabell; in somalo Shabeelle, che è un fiume che nasce nell'Acrocoro Etiopico e scorre verso sudest entrando in Somalia, per poi passare non molto distante da Mogadiscio. Il nome significa "fiume dei leopardi". La sua esplorazione avvenne nel corso del XIX secolo, ma solo nel 1928/29 ne fu eseguito un rilievo sistematico dalle sorgenti alla foce da parte del Duca degli Abruzzi. Il Duca ne rimase così colpito che chiese, alla sua morte, di essere sepolto vicino alla sua riva) risalenti ad oltre 50.000 anni fa (quando la scrittura non era ancora stata inventata), manoscritti che nessuno sa dire a chi appartengano o a quale cultura. Noi sappiamo che le prime rappresentazioni ideografiche umane sono state fissate sulle pareti delle grotte di Lascaux (Francia), Grotta del Genovese sull'isola di Levanzo (Sicilia), Grotte dell'Arco a Bellegra (Lazio), Grotta de La Marche nell'area di Lussac-les-Châteaux (Francia), Grotta Chauvet presso Pont d'Arc (Francia) e Grotta di Altamira (Spagna, usate probabilmente per cerimonie sacre o propiziatorie prima della caccia. C’è però una sorpresa misteriosa nei sopracitati manoscritti, la rappresentazione di una bestia che è senz’ombra di dubbio una specie di dinosauro. Ma allora, la civiltà umana risale a milioni di anni prima di quanto ipotizzato finora dalla scienza? Per il momento non c’è risposta a questa domanda, ma forse in futuro la scienza saprà dare un senso ed una logica a questo disegno apparentemente fuori posto e fuori tempo. Sappiamo anche che le prime forme di scrittura, risalgono alla cuneiforme, verso il 4.000 A.C. Non siamo dunque in grado di sapere chi ha realizzato queste prime scritture ideografiche e nemmeno perchè. Queste specie di geroglifici dovrebbero narrare la storia di una comunità terrorizzata da essere soprannaturali vestiti di verde e di rosso (come si evince dagli ideogrammi) che si nutrivano di carne umana di giovani fanciulle dopo aver approfittato dei loro corpi. Non sappiamo se si sia trattato di offerte sacrificali o di vere e proprie scorribande ad opera di essere soprannaturali creati dalla fantasia e dalla paura di quella sconosciuta popolazione, però esiste una riproduzione di una persona bifronte che troveremo moltissimi millenni dopo nella cultura latina con la rappresentrazione di Giano bifronte. Dylan potrebbe essere venuto a conoscenza di questi manoscritti idealizzando questo malefico personaggio bifronte col nome allegorico di Two Timing Slim, ed essersi servito delle rappresentazioni terrificanti vestite di rosso e verde per dare vita a due prostitute che in teoria dovrebbero rappresentare il lato negativo dell’esistenza umana. Ma questa è solo una ipotesi come tante altre. Le tue riflessioni e quelle di Edoardo sono molto profonde, ben studiate e ben dettagliate, e pur avendo una certa logica mancano della certezza, proprio come la mia. Ma lasciami confessare che ho voluto scherzare inventandomi tutto, che non ci sono manoscritti di 50.000 anni fa trovati nella zone dello Uedi Scebeli, che nessuna cultura umana ha realizzato manoscritti così antichi e che in nessuna rappresentazione pittorica umana è presente qualche animale assimilabile ad un dinosauro. Non ho voluto prendervi in giro, ma solo dimostrare che quando non ci sono prove certe è possibile dire qualunque cosa senza paura di essere smentiti, se nessuno sa nessuno può smentire. Questo non per sminuire il vostro gigantesco lavoro di ricerca, ma permettetemi di avere qualche perplessità quando si attribuisce a Dylan la conoscenza dettagliata di qualunque cosa. Dylan certamente ha una mentalità geniale e l’ha dimostrato, ma non è possibile che sappia tutto di tutto. In questa occasione potrebbe benissimo essere che tu ed Edoardo abbiate centrato il bersaglio, sostenendo le vostre ragioni con dettagliate circostanze. Ti prego di scusarmi ancora se ho usato una storia di pura fantasia non per contraddire voi ma per spiegare un’altra circostanza, e cioè che Dylan non è padrone di tutto lo scibile. Rinnovo i miei complimenti a te ed Edoardo per le vostre interpretazioni con le quali sono sostanzialmente d’accordo, ma la pagina della traduzione di Soon After Midnight di Franceso Papeo rappresenta la sua interpretazione delle parole di Dylan, quindi io non mi sento in diritto di cambiarla o aggiungere postille mie o di altri. Naturalmente se vorrete mandare una vostra traduzione sarà lieto di pubblicarla nella sezione dei testi tradotti con il vostro nome e le vostre osservazioni. Grazie ancora, alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 29 Maggio 2018

Talkin' 10491 - edoardobarghini

Oggetto: Ancora su "Soon After Midnight" e la intertestualità di Dylan

Caro Mr.Tambourine,
torno sulla questione sperando non sia una questione di lana caprina che possa annoiare gli altri frequentatori della Fattoria, ma mi sembra che la tua risposta tocchi dei punti molto interessanti, non ultimo quello legato al peso da dare all’intertestualità nei testi del Nostro.

Comincio col dire che non vorrei che sia stata frainteso un fatto: ragionando sul valore di “fairy queen” nel testo del brano io facevo un discorso di FORMA e non di “interpretazione”, anzi sull’interpretazione in sé devo dire che sono pienamente d’accordo con quanto scrivi. Gli argomenti trattati dalla canzone sono tutt’altro che poetici e ne convengo, ma poetica ne è la forma. Una canzone che inizia con i versi “Sono in cerca di parole / per cantare le tue lodi” assume da subito una forma piuttosto “lirica”, indipendentemente dagli argomenti trattati che anzi si fanno sempre più duri e cinici man mano che il testo va avanti, ma senza mai abbassare il registro formale. Persino i passaggi più violenti del testo, come “I’ve been down on the killing floors” (dove un killing floor - letteralmente il “pavimento dove si uccide” - è propriamente un macello/mattatoio o per estensione un campo di battaglia, anche su questo c’è una nota esplicativa in Carrera) e “I’ll drag his corpse through the mud” (trascinerò il suo cadavere nel fango) nella loro violenza mi sembrano carichi di una forza lirica quasi “epica” – non che sia necessario pensare, come fa Carrera sempre nelle sue note, ad Achille che trascina nel fango il cadavere di Ettore, ma il registro rimanda comunque a implicazioni di questo genere. Un conto è dire “ammazzerò quello stronzo” e un conto è dire, come qui, “trascinerò il suo cadavere nel fango”, con una forte drammaticità dell’immagine data proprio dal registro utilizzato.

Per quanto riguarda la regina delle fate, sul piano del contenuto mi sembra ovvio che il contesto “obblighi” a vederla come un personaggio ambiguo al pari delle due prostitute e di questo poco raccomandabile Slim il doppiogiochista. Ma sul piano della forma, che corre sempre parallelo a quello del contenuto, agisce sempre la cosiddetta funzione poetica, che è una delle sei funzioni del linguaggio di Jakobson e per la quale ora, per comodità, mi appoggio a Wikipedia (che non è mai fonte autorevole ma al momento ci basterà): “La funzione poetica è attiva quando è presente una certa complessità che impone una decodificazione completa da parte del destinatario, che deve essere attento a cogliere il senso denotativo nella sua interezza e anche, ove presente, un eventuale senso connotativo”. Il senso denotativo è il significato base, il senso connotativo è in questo caso il significato “altro” (che sia figurato, metaforico, psicologico, eufemistico o che) che accompagna quello principale. In questo caso, attivare la funzione poetica significa dare a “fairy queen” il significato denotativo di “regina delle fate”, e quello connotativo di prostituta o di travestito o di quello che vogliamo che si adatti al contesto in cui l’espressione è inserita. L’espressione è poetica proprio nel suo presentare i due sensi e mettere il lettore/ascoltatore nella condizione di decodificare entrambi, l’uno dal significato letterale dell’espressione e l’altro dal contesto generale. Tu dici: che c’entra la regina delle fate con due prostitute? C’entra proprio in quanto il testo ti dà i mezzi per capire che la regina delle fate è a sua volta una prostituta o un travestito ecc, ma senza dirtelo esplicitamente. Tradurre “regina degli omosessuali” significa disattivare la funzione poetica, elevando il senso connotativo a denotativo e quindi a unico senso dell’enunciato. So che anche “queen” può significare omosessuale in senso volgare (ho ben presente la “Queen Bitch” di David Bowie per esempio)… ma sarebbe come tradurre “won’t you come see me, Queen Jane?” con un “non verrai a trovarmi, Jane la Checca?” – cosa che i traduttori di turno si guardano bene dal fare, benché una volta Bob avesse affermato (e magari scherzava, magari no, chissà!) che quella canzone andasse letta proprio così. Ora, in tutte le traduzioni inevitabilmente si perde qualcosa, e sta alla sensibilità del traduttore scegliere cosa perdere e cosa conservare; in questo caso è stata fatta una scelta che io non avrei fatto, ma su questo io rimarrò della mia opinione e tu della tua, e va bene così. Don’t think twice, it’s all right.

A costo di dilungarmi in modo poco sopportabile, merita due parole invece la tua osservazione finale, quando scrivi: “A volte mi domando, nella mia poca cultura che potremmo anche chiamare ignoranza, perché nei testi di Dylan bisogni sempre e per forza trovare riferimenti a personaggi strambi estratti da una delle 305 Child Ballads, o collegamenti ad opere di Shakespeare o di altri scrittori e poeti famosi, testi presi dalla Bibbia e riscritti in modo più attuale, insomma sembra che Dylan non sia capace di scrivere qualcosa di solo suo senza dover ricorrere al saccheggio di opere d’altri.” Posto che l’ignoranza è ben altro, e non ne vedo affatto nelle risposte che dai su queste pagine, posso risponderti che si tratta di quel tipico approccio alla critica del testo che prende il nome di intertestualità, e che consiste nel leggere e interpretare il testo sulla base del confronto con altri testi che, in misura minore o maggiore a seconda dei casi, fanno agire la loro influenza sul testo preso in esame. L’approccio intertestuale non implica affatto, né come assunto di partenza né come conclusione, di pensare che l’autore non sia capace di scrivere qualcosa di solo suo senza ricorrere al “saccheggio” di altri, bensì di indagare le relazioni di influenza reciproca che intercorrono tra i testi e usarle per spiegare i testi stessi. Parlare di “saccheggio” è una posizione estrema che non ha nulla a che vedere con questo tipo di approcci, che si basa piuttosto sull’assunto – del resto piuttosto ovvio – che quello che un autore scrive sia sempre in qualche modo generato da quello che l’autore ha letto, e che questo presupposto permetta di inserire tutti i testi letterari in un’unica rete di relazioni. Ci sono autori in cui l’intertestualità è ricercata come una tecnica compositiva e addirittura esibita (ho citato nel mio intervento precedente T.S. Eliot che dà del “miglior fabbro” a Ezra Pound, ma tutta la Terra desolata è un’opera fortemente “intertestuale”), altri in cui agisce a livello sotterraneo. Si può essere in disaccordo con questo approccio, più che altro con la sua applicazione talora radicale o maniacale a cui capita che certi critici si abbandonino, ma è sicuramente un preziosissimo strumento di indagine sul testo. Una mia professoressa era solita dire che la letteratura si spiega sempre con altra letteratura.

Faccio un celeberrimo esempio dantesco: quando nel XXX del Purgatorio Beatrice appare a Dante, ed egli “d’antico amor sente la gran potenza”, istintivamente il Poeta si gira verso Virgilio con l’intenzione di dirgli “Conosco i segni dell’antica fiamma”, frase che poi non pronuncia perché Virgilio, con gran dolore di Dante, è sparito. Ora, per capire il passo non serve necessariamente sapere che “Conosco i segni dell’antica fiamma” è la traduzione di un verso dello stesso Virgilio, “Adgnosco veteris vestigia flammae” (dal IV dell’Eneide dove lo dice Didone colpita dalla passione per Enea), ma non c’è commento alla Commedia che non lo noti perché questa citazione, considerata nel suo contesto, si porta dietro delle implicazioni non trascurabili, a partire dal fatto che Dante si sta rivolgendo a Virgilio con le parole dello stesso Virgilio. E forse Dante non lo sapeva ma lo stesso verso dell’Eneide derivava a sua volta da un precedente verso di Catullo, che definiva le ferite di Prometeo “veteris vestigia poenae” (segni dell’antica pena) nel Carme 64 sulle nozze di Peleo e Teti.

Allo stesso modo, non è necessario sapere che quando Dylan in “Lonesome Day Blues” dice “I’m gonna spare the defeated, boys, I’m going to speak to the crowd / I am goin’ to teach peace to the conquered / I’m gonna tame the proud” (Risparmierò gli sconfitti, ragazzi, parlerò alla folla / insegnerò la pace ai conquistati / domerò i superbi) sta anche lui traducendo o meglio sta citando la traduzione di alcuni famosi versi virgiliani, in cui Anchise profetizza il destino dell’impero romano: “hae tibi erunt artes, pacisque imponere morem, / parcere subiectis et debellare superbos.” Saperlo, però, getta nuova luce sui versi di Dylan, che in varie occasioni si è dichiarato affascinato dall’antica Roma (ricordate “When I Paint My Masterpiece”? “Ho passato ore al Colosseo a schivare i leoni…”). “Beyond Here Lies Nothin’” sarebbe una semplice canzone d’amore di poche pretese se non considerassimo che il refrain cita i “Tristia” di Ovidio: “Ulterius nihil est nisi non habitabile frigus” (oltre non c’è più niente se non il freddo inabitabile) riferito ai luoghi inospitali dove il poeta si trova in esilio. La canzone in questione è un blues, e mi piace pensare che Dylan si sia accorto che la parola “tristia” (tristezze, canti tristi) ha in fondo lo stesso significato della parola “blues” intesa come plurale di blue, triste; allo stesso modo in “Workingman’s Blues #2” dove ricorrono altre citazioni dai Tristia (non le riporto per non dilungarmi ma se ne può leggere ad esempio qui: http://journal.oraltradition.org/files/articles/22i/thomas.pdf ), ma questa su tristia e blues è solo una mia idea personale che può anche essere totalmente priva di fondamento.

Questo non significa non saper scrivere qualcosa di suo: tutti questi versi restano comunque di Dylan e non di altri, esattamente come un verso storico della letteratura italiana quale “et veggio ‘l meglio et al peggior m’appiglio” resta un verso di Petrarca (a sua volta ripreso da altri dopo) anche se pure lui lo ottiene traducendone uno di Ovidio (“video meliora proboque, deteriora sequor”), così come “In morte del fratello Giovanni” rimane un sonetto intimamente foscoliano anche se il modello testuale è il Carme 101 di Catullo come ci fanno imparare tutte le antologie scolastiche di questo mondo.

Tornando brevemente a “Soon After Midnight”, l’album “Tempest” è certo molto ricco di riferimenti alle Child Ballads, la cui tradizione in ogni caso continua nelle folk songs americane e che quindi costituiscono un riferimento meno colto e più “popolare” di quanto si possa pensare: basti pensare a “Barbara Allen” e “Gypsy Davy”, da cui derivano rispettivamente “Scarlet Town” e “Tin Angel”.

Grazie per lo spazio che offri a questi sproloqui, di cui forse sto abusando. Del resto, come cantava Dylan in “Someone’s Got a Hold on My Heart”… “Too much information about nothing, too much educated rap”!

Caro Edoardo, c'è molta verità nelle tue parole e nel tuo pensiero e devo dire che non posso che essere d'accordo con te. Solamente lasciami dire che a volte, quando si traduce un testo, si cerca di saltare tutto per arrivare al succo. Non tutti coloro che leggono sono in grado o non hanno voglia di stare a chiedersi perchè la frase è stata tradotta "regina degli omosessuali" invece che con "regina delle fate". La versione volgare è immediata e rende subito l'idea, anche se a volte è molto più cruda di quanto Dylan stesso non avesse intenzione, ma per un lettore che vuole sapere il significato di una canzone credo vada bene così, senza porsi tante domande, tanti perchè o tanti percome.

Tu citi l'apparizione di Beatrice a Dante che avviene nel 30° canto del Purgatorio, ma allora, allo stesso modo, bisognerebbe dire che un attento lettore di Dante e buon conoscitore della letteratura religiosa del Medioevo, il Singleton, non ha esitato a considerare la discesa di Beatrice nel paradiso terrestre come una trasposizione analogica, nei termini della vicenda occorsa a Dante, dell'avvento di Cristo. Ecco quanto scrive un critico, il Montano, che ha accolto la suggestiva interpretazione del Singleton, riassumendo le conclusioni dello studioso americano: "Noi sappiamo bene che la visione di Cristo, l'incontro con la luce può effettuarsi in noi attraverso la parola di qualcuno, l'azione miracolosa di un santo, può identificarsi con un qualunque momento della nostra vita terrena. Per Dante, nella vita reale e ancora qui sulla vetta del purgatorio, la luce di Cristo si manifesta o in certo senso si incarna in Beatrice, la donna amata che - era già certo per il Poeta fin dai tempi della Vita Nova - era diventata santa". Osserva il critico come l'analogia sia suggerita dall'invocazione, "con l'aggettivo al maschile", « Benedictus qui venis! », nonché dal modo in cui l'apparizione di Beatrice è dal Poeta configurata. E' noto, infatti, che il sole è nell'opera di Dante contrassegnato dal costante riferimento simbolico al principio di ogni essere, a Dio. Aggiunge il Montano: " Più decisamente che nella storia finora seguita, qui Dante, Virgilio, Beatrice sono le figure di una cerimonia sacra. Ed è solo su questo piano che l'atteggiamento di Beatrice, la quale subito assale Dante con aspra rampogna, con tono che poco si addice a una donna amata, a una santa che viene dai cieli incontro a colui che le è devoto e che lei stessa ha salvato, è su questo piano che le parole di Beatrice acquistano un senso. Essa è infatti il Cristo che giudica, la Chiesa che deve assolvere, ma che richiede che il peccatore si renda contrito, dichiari la propria indegnità". In quanto prefigurazione del Cristo giudice, in quanto ministra di un rito, la figura di Beatrice, quale ci appare nei canti del paradiso terrestre, risulta assai lontana da quella della giovinetta idealizzata, al di fuori di ogni preoccupazione teologica, nella Vita Nova.

Vedi dunque che la figurta di Beatrice va ben al di là di quanto un lettore "comune" si sognerebbe di andare, per lui Beatrice rappresenra Beatrice e basta, l'amor di gioventù poi idealizzato da Dante trasfigurandola nella donna angelicata, difficilmente gli verrebbe in mente di considerare Beatrice come il mezzo usato dal Cristo per manifestarsi a Dante. A volte non ci si pensa nemmeno a queste cose, oppure anche immaginandolo si sorvola l'ostacolo per evitare di incantarsi in disgressioni lunghe e distraenti dal nocciolo dell'opera stessa. Credo sia per questo che chi traduce un testo di Dylan "si limiti" in un certo senso, altrimenti una canzone di quattro strofe potrebbe venir ad occupare pagine e pagine di note e spiegazioni.

Ho trovato molto profonde le tue analisi ed i tuoi percorsi che, come tu stesso dici, a volte ti allontanano notevolmente dalla canzone, indipendentemente dal fatto che siano osservazioni e spiegazioni che si elevano al di sopra delle normali interpretazioni di una canzone, con molteplici implicazioni e rimandi ai quali non tutti possono o vogliono pensare. Credo che qualunque artista, e quindi non solo Dylan, esprima in qualche modo il compendio di ciò che ha visto e sentito in gioventù, avvenimenti o cose che sono rimasti nella sua mente o che hanno colpito la sua emozionalità. Per fare un esempio banale possiamo dire che la musica di Lucio Battisti è stata molto probabilmente la miglior musica italiana scritta nel dopoguerra, ma se scaviamo bene il fondo del pozzo ci accorgiamo che nelle canzoni di Battisti c'è poca musica italiana e molta musica americana, ma questo non toglie un grammo all'importanza e alla bellezza dell'opera battistiana. Naturalmente la cultura americana, essendo il classico "melting pot" derivante dalle diverse etnie provevienti da ogni parte del mondo, ha generato una "base" che contiene tutte le tradizionoi dei diversi popoli, quindi si spiega la maggiore vastità di una cultura polietnica in confronto ad una monoetnica, ecco la massiccia presenza delle Child Ballads e di tutte le altre tradizioni europee nel vissuto americano, e questo è quello che narrano gli artisti USA, storie che sono il compendio di tutte queste cose mischiate ed usate a seconda della necessità o del comodo dell'artista. Il Blues è un chiaro esempio di come la musica sia considerata patrimonio di tutti e di come ogni artista abbia la possibilità di prendere pezzi storici della tradizione, cambiarne le parole e farli diventare una nuova canzone. Il mondo americano è molto diverso dal nostro, ma per comprenderlo bene bisogna conoscerlo a fondo, averlo magari vissuto o studiato a fondo. Cosa più facile a dirsi che a farsi. Comunque, per concludere, penso che sia la tua e sia la mia siano posizioni sostanzialmente uguali pur con qualche piccola differenza che non ne cambia il valore. Alla prossima. live long and prosper, Mr.Tambourine, :o) 

 

 
Lunedì 28 Maggio 2018

Talkin' 10490 - edoardobarghini

Oggetto: Sulla "fairy queen" in "Soon After Midnight"

Un saluto a Mr.Tambourine e a tutti i Maggiesfarmers, è la prima volta che scrivo al sito, che seguo assiduamente da anni, e ne approfitto per ringraziare il curatore e tutti i partecipanti per il prezioso servizio offerto quotidianamente a tutti i dylaniati italiani. Mi chiamo Edoardo, studio lettere all’università e sono un grande estimatore dell’arte e della figura di Bob Dylan, che ritengo in assoluto la più grande “penna” della canzone d’autore contemporanea, il “miglior fabbro” come diceva Dante di Arnaut Daniel (Arnaut Daniel, italianizzato in Arnaldo Daniello, o Daniele (Ribérac, 1150 circa – 1210 circa), è stato un poeta e trovatore francese di lingua occitana), o anche T.S. Eliot di Ezra Pound - prima che Dylan mettesse entrambi a fare a botte sulla torre di comando del Titanic che affonda ("Ezra Pound and T.S. Eliot fighting in the captain's tower..." - Desolation Row), in una memorabile strofa che tutti qui ben conosciamo. Ho assistito alla seconda delle tre date romane di aprile e l’ho trovato un concerto magnifico, ma non mi dilungherò su questo perché in queste pagine se n’è già scritto abbondantemente.

Volevo piuttosto cogliere l’occasione per fare un appunto, che spero riesca a non risultare pedante, sulla splendida “Soon After Midnight” (uno dei momenti migliori del concerto a cui ho assistito, peraltro) e in particolare sulla traduzione di Francesco Papeo riportata in risposta all’ultimo intervento di Carla oltre che nella (preziosissima) sezione del sito dedicata ai testi tradotti di tutte le canzoni. Francamente mi sembra sbagliato tradurre il verso della quarta strofa “and I’ve got a date with the fairy queen” come “e ho un appuntamento con la regina degli omosessuali”. “Fairy queen” è, a tutti gli effetti, la regina delle fate, e come tale andrebbe tradotta per preservare il significato letterale del verso, che è sempre quello a cui, interpretando o traducendo un testo, si dovrebbe dare la precedenza.

Sull’accezione del termine “fairy” col significato di “omosessuale” si può discutere, poi, sul piano del registro formale. I dizionari inglese-italiano danno infatti questa espressione come volgare, offensiva, attinente a un registro molto basso: wordreference.com, il principale dizionario online comodamente accessibile a tutti, segna “fairy” come “slang, offensivo, dispregiativo, volgare” per “homosexual man”, e infatti lo traduce coi termini italiani “frocio, culattone, ricchione, checca”. Con questo significato lo ricordo utilizzato ad esempio in certi testi particolarmente sboccati di Frank Zappa (tipo nella corrosiva “Catholic Girls”, dove l’aggettivo è riferito a un prete: “Father Riley’s a fairy but it don’t bother Mary”), che fa ampio uso di queste espressioni slang attinenti alla sfera del turpiloquio e dell’oscenità. Pertanto, se volessimo intendere che Dylan stia usando “fairy” nel senso di omosessuali dovremmo tradurre “fairy queen” non già come “la regina degli omosessuali”, bensì come “la regina dei ricchioni”, usando cioè un termine di registro basso/volgare come lo è “fairy” in inglese. Il risultato sarebbe un verso, oltre che poco convincente, davvero molto brutto da leggere. Aggiungo peraltro, come nota di gossip, che Dylan ha una figlia lesbica, recentemente ha partecipato all’incisione di un disco pro matrimoni gay, per cui credo che difficilmente si permetterebbe di inserire un verso del genere in una canzone. Continuando su questa traccia, faccio notare come, nel contesto generale del brano, un termine di registro basso stonerebbe terribilmente in quanto tutto il resto della canzone utilizza un registro decisamente più elevato, molto lirico, anche quando parla di contenuti “bassi”: il termine usato per designare una prostituta è “harlot”, che sempre in wordreference.com è indicato come “desueto, arcaico, letterario” e tradotto come “meretrice”; è la stessa parola che Dylan usa in “Jokerman” per riferirsi, in un contesto di chiara matrice apocalittica, alla meretrice di Babilonia di biblica memoria (che per inciso l’Apocalisse ci descrive vestita di scarlatto, proprio come la prostituta di “Soon After Midnight”!). Benché la menzione di una prostituta qualche verso sopra e l’ambientazione notturna possano far guardare con malizioso sospetto all’identità di questa “fairy queen” che il protagonista deve incontrare dopo mezzanotte, sarebbe ben strano oltre che incoerente che Dylan, nell’ambito della stessa strofa della stessa canzone, utilizzasse un termine decisamente “alto” per dire prostituta e poi uno estremamente “basso” per dire omosessuali.

Pertanto la mia idea sarebbe quella di scartare del tutto l’interpretazione di “fairy” come omosessuale e utilizzare quella più immediata e decisamente meno problematica di “fata”, tanto più che la regina delle fate è una figura letteraria che riporta a dei riferimenti precisi nell’ambito della letteratura inglese, a cui Dylan come sappiamo si rifà costantemente. A tal proposito cito per esteso la nota che Alessandro Carrera appone al verso in questione nella sua splendida edizione delle “Lyrics” tradotte e annotate (Feltrinelli 2017):

«Siccome si parla di un incontro con “la regina delle fate”, che può rimandare alla Queen Mab di Shakespeare in “Romeo and Juliet” quanto alla “Faerie Queene” di Edmund Spenser, si può tener presente che la Duchessa di Spenser si veste di scarlatto e, in Spenser, incontrare la regina delle fate vuol dire mettersi al suo servizio. Nella ballata scozzese “Tam Lin” (Child Ballad 39), Tam o Tamas Lin, tenuto prigioniero dalla regina delle fate, visita di nascosto e mette incinta varie ragazze tra cui una Janet “vestita di verde”, come la Mary della canzone.»

Che Dylan conosca queste fonti è per me fuori discussione, soprattutto per quanto riguarda Shakespeare e le Child Ballads, la raccolta di antiche ballate tradizionali inglesi e scozzesi curata da F.J. Child la cui influenza ritorna in moltissime canzoni (a partire dal caso arcinoto di “Hard Rain” che si rifà a Lord Randal, ma anche di “Man in the Long Black Coat” di cui si discuteva su queste pagine qualche tempo fa) e che pare gli sia stata regalata da Allen Ginsberg negli anni Sessanta. In ogni caso di fronte a questi riferimenti Carrera non sembra porsi affatto il problema di un possibile significato slang per questa “fairy queen”, e infatti traduce il verso in questione come “e io mi devo vedere con la regina delle fate”.

Viceversa Carrera si prende una piccola licenza di basso registro quando traduce “harlot” con “mignotta”, ma evidentemente se lo permette al fine di rendere efficacemente lo schema di rime-allitterazioni che c’è nella strofa originale fra “Charlotte”, “harlot” e “scarlet” (che in traduzione diventano quindi Charlotte-mignotta-scarlatto), in maniera non dissimile da quello che si inventa nella seconda strofa cambiando il nome “Honey” (che rima con “money”) con “Goldie” (per ottenere una rima con “soldi”).

Spero che questa disquisizione non sia risultata eccessivamente noiosa o inopportuna, ma al contrario possa costituire uno spunto interessante. Azzarderei per concludere una proposta di correzione della traduzione, anche solo tramite l’inserimento di una nota a margine, perché trovo che questa scelta possa risultare fuorviante per chi si trovasse a leggerla senza conoscere la lingua inglese.

Grazie per l’attenzione e lunga vita alla Fattoria.

Edoardo

Ciao Edoardo, grazie per aver scritto la tua opinione riguardo la traduzione di "fairy queen" in Soon After Midnight. Le tue ragioni non fanno una grinza, anzi, denotano una ricerca particolareggiata per la più corretta traduzione del termine inglese. Permettimi di dire che nessuno, nemmeno il miglior interprete del pensiero dylaniano, il Prof.Alessandro Carrera, potrebbe esattamente indovinare a chi o cosa vollesse fare riferimento Bob con quel termine. Quella di Carrera è una valida interpretazione da tenere nel dovuto conto, così come la tua, ma credo che sia comunque una "interpretazione", anche se Carrera sceglie sempre le parole con cura quando fa la traduzione di un testo dylaniano, tenendosi sempre il più vicino possibile al significato materiale e spirituale del testo. Però permettimi di fare una piccola riflessione su quella strofa che dice:

Charlotte è una prostituta,
Veste di rosso scarlatto;
Mary veste di verde,
E' poco dopo mezzanotte,
E ho un appuntamento con la regina degli omosessuali

Quindi, in tutta sincerità, il fatto che "fairy queen" sia tradotto come "regina degli omosessuali" non mi stupisce più di tanto, visto che la strofa parla di puttane e non di figlie di Maria. La parola "fairy" in  inglese significa "fata", ma ha anche il significato offensivo e volgare di "omosessuale, finocchio". Idem la parola "queen" che usualmente si traduce con "regina", ma è una parola usata anche per riferirsi a "finocchio, frocio, checca, pederasta". Questo per un ragionamento terra terra, visto che si sta parlando di una strofa di una canzone che è tutt'altro che "poetica" nel senso che l'argomento trattato è il rapporto quasi viscerale che ha il protagonista consumato dalla smania di poter avere una ragazza, storia che avviene in un contesto dove ci sono personaggi equivoci come la ragazza di nome Honey che ha preso i suoi soldi, Charlotte e Mary che sono due prostitute, Slim il doppiogiochista che farà probabilmente una brutta fine ad opera del protagonista. Leggendo ed analizzando tutto il testo della canzone non si vedono lati poeticio o morbidi, nella canzone regnano incontrastate la passione, l'amore prezzolato, comportamenti illegali e la voglia di vendetta. Ora cercare di essere "fini" o "sensibili" o "gentili" con un testo del genere potrebbe essere "another side of Bob Dylan", un altro modo di interpretare le intenzioni dylaniane, ma ho l'impressione, e nota bene, è solo la mia impressione e potrebbe essere completamente errata, che un altra interpretazione di "fairy queen" sia poco attinente. Ho provato a mettere la traduzione "dolce":

Charlotte è una prostituta,
Veste di rosso scarlatto;
Mary veste di verde,
E' poco dopo mezzanotte,
E ho un appuntamento con la regina delle fate

ma così mi sembra una strofa senza una connessione, una logica, che c'entra la regina delle fate con due prostitute? Inoltre la traduzione di "harlot" è molto meno arcaica, desueta e tanto meno letteraria, significa prostituta, meretrice, sgualdrina, mignotta, puttana o tutte le parole simili che puoi trovare ma di certo non ha un altro significato. A volte mi domando, nella mia poca cultura che potremmo anche chiamare ignoranza, perchè nei testi di Dylan bisogni sempre e per forza trovare riferimenti a personaggi strambi estratti da una delle 305 Child Ballads, o collegamenti ad opere di Shakespeare o di altri scrittori e poeti famosi, testi presi dalla Bibbia e riscritti in modo più attuale, insomma sembra che Dylan non sia capace di scrivere qualcosa di solo suo senza dover ricorrere al saccheggio di opere d'altri. Personalmente tendo di più per un'interpretazione terra-terra del termine, così come a suo tempo fece Francesco Papeo. Con questo non voglio assolutamente dire che la tua interpretazione sia fuori luogo o che non abbia un suo elevato valore, con tutta la simpatia e la stima che ho per te io semplicemente la penso in un altro modo, senza che questo ci possa mettere contro. Rimangono solo due opinioni diverse, come potrebbero essercene altre. Ti ringrazio per aver scritto e per aver dato modo di aprire una discussione su questo argomento, e se qualcun altro vuole aggiungere la sua opinione è il benvenuto. Spero tu trovi il tempo di scriverci ancora, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 26 Maggio 2018

Talkin' 10489 - dinve56

Salve mister Tambourine,
un saluto agli amici della Fattoria e un augurio di felice settantasettesimo compleanno al nostro Bob. Il sito è stato ricco di notizie ed informazioni in questi ultimi giorni. E' evidente che capire Dylan richiede avventurarsi nella cultura e nella letteratura americane. Altri richiami a letterature più lontane appaiono difficili da dimostrare, se non impossibili... anche se io aspetto sempre qualche sorprendente novità in tal senso. Ho in programma un po' di letture veicolate proprio dal sito e, per questo, grazie come al solito! E' morto in questi giorni Philip Roth,un'altra voce dell'America che ha saputo parlare agli Americani e al mondo, un Nobel mancato, senza togliere nulla a Dylan. Passando dal "sacro" della letteratura e della musica al "profano" delle band, chiedo se il batterista dei "Traveling Wilburys" fosse Jim Keltner. Grazie e lunga vita! P.S. Come è bella "Soon After Midnight".

Ciao Carla, eccoti le formazioni dei due dischi, Vol.1 e Vol.3 e quella della T.W.Collection:

Formazione "Traveling Wilburys Vol.1"
Nelson Wilbury (George Harrison) – chitarra solista, chitarra slide, voce, armonie vocali
Otis Wilbury (Jeff Lynne) – chitarra, tastiere, voce, armonie vocali
Charlie T. Wilbury Jr (Tom Petty) – basso, chitarra acustica, chitarra ritmica, voce, armonie vocali
Lefty Wilbury (Roy Orbison) – chitarra acustica, voce, armonie vocali (tranne in Tweeter and the Monkey Man)
Lucky Wilbury (Bob Dylan) – chitarra acustica, armonica a bocca, voce, armonie vocali
Buster Sidebury (Jim Keltner) – batteria
Jim Horn – sassofoni
Ray Cooper – percussioni
Ian Wallace – tom toms in Handle with Care


Formazione "Traveling Wilburys vol.3"
Clayton Wilbury (Jeff Lynne) – chitarra acustica, basso, tastiere, voce, armonie vocali
Spike Wilbury (George Harrison) – chitarra acustica, chitarra solista, mandolino, sitar, voce, armonie vocali
Boo Wilbury (Bob Dylan) – chitarra acustica, armonica a bocca, voce, armonie vocali
Muddy Wilbury (Tom Petty) – chitarra acustica, basso, voce, armonie vocali
Jim Keltner – batteria, percussioni
Jim Horn – sassofoni
Ray Cooper – percussioni
Gary Moore – chitarra solista in She's My Baby


Formazione "Traveling Wilburys Collection"
Nelson/Spike Wilbury (George Harrison) – lead and rhythm guitars, mandolin, sitar, vocals
Clayton/Otis Wilbury (Jeff Lynne) – guitar, keyboards, bass, vocals, lead guitar on "Maxine"
Charlie/Muddy Wilbury (Tom Petty) – guitar, bass, vocals
Lucky/Boo Wilbury (Bob Dylan) – guitar, harmonica, vocals
Lefty Wilbury (Roy Orbison; 1988 recordings only) – guitar, vocals
Ken Wilbury (Gary Moore) - lead guitar on "She's My Baby"
Buster Sidebury (Jim Keltner) – drums, percussion
Jim Horn – saxophones
Ray Cooper – percussion
Ian Wallace – tom-toms on "Handle with Care"
Ayrton Wilbury (Dhani Harrison; 2007 overdubs) – lead guitar on "Like a Ship", backing vocals on "Maxine" and "Like a Ship"

Jim Keltner, il batterista della sessione e percussionista, non è stato elencato come Wilbury in entrambi gli album. Tuttavia, è presente in tutti i video musicali del gruppo, e nel DVD pubblicato nel 2007 gli viene dato il soprannome di "Buster Sidebury". Negli overdub delle tracce bonus "Maxine" e "Like a Ship" è accreditato come "Ayrton Wilbury" Dhani Harrison, il figlio di George. Il nome Ayrton è stato scelto in onore del pilota di F1 Ayrton Senna. Jim Horn ha suonato il sassofono su entrambi gli album. La chitarra solista della canzone del volume 3 "She's My Baby" è stata suonata dal chitarrista rock Gary Moore con il nikename di "Ken Wilbury".

"Soon After Midnight" è davvero molto bella, anche se il testo narra una storia diciamo non allegra, una storia di rassegnazione che lascia amarezza in bocca perchè ci fa capire che la vita non è per tutti facile, c'è anche chi incontra miriadi di difficoltà, a volte dipende dalla fortuna, dove nasci e da chi e cose del genere. Non riesco a dimenticare quella sciagurata madre che alcuni giorni fa ha fatto esplodere le due figliolette di 9 ed 11 anni per compiere un attentato terroristico, mi chiedo in nome di quale Dio si può arrivare a commettere bestialità del genere! Oggi purtroppo il mondo "sfunziona" così! Eccoti anche il testo di Soon After Midnight:

dall'album "Tempest"

SOON AFTER MIDNIGHT
(Bob Dylan)

POCO DOPO MEZZANOTTE

(traduzione di Francesco Papeo)

Cerco le parole,
Per cantare le tue lodi,
Devo dirlo a qualcuno,
E' poco dopo mezzanotte
E la mia giornata è appena iniziata.
I'm searching for phrases
To sing your praises
I need to tell someone
It's soon after midnight
And my day as just begun

Una ragazza di nome Honey
Ha preso i miei soldi,
Era di passaggio;
E' poco dopo mezzanotte
E la luna è nei miei occhi.
A gal named Honey
Took my money
She was passing bye
It's soon after midnight
And the moon is in my eye

Il mio cuore è gioioso,
Non è mai spaventato,
sono stato in pericolo di morte,
Non ho premura,
Non ho paura della tua furia,
Ho affrontato mura più forti delle tue.
My heart is cheerful
It's never fearful
I've been down on the killing floors
I'm in no great hurry
I'm not afraid of your fury
I've faced stronger walls than yours

Charlotte è una prostituta,
Veste di rosso scarlatto;
Mary veste di verde,
E' poco dopo mezzanotte,
E ho un appuntamento con la regina degli omosessuali
Charlotte's a harlot
Dresses in scarlet
Mary dresses in green
It's soon after midnight
And I've got a date with the fairy queen

Cinguettano e blaterano,
Che importa?
Giacciono e muoiono nel loro sangue,
Slim il doppiogiochista
Chi ne ha mai sentito parlare?
Trascinerò il suo cadavere nel fango
They chirp and they chatter
What does it matter?
They lie and dine in their blood
Two timing slim
Who's every heard of him?
I'll drag his corpse through the mud

E' ora o mai più
Più che mai
Quando ti ho incontrata non pensavo l'avresti fatto,
E' poco dopo mezzanotte,
E voglio solo te
It's now or never
More than ever
When i met you i didn't think you do
Its soon after midnight
And I don't want nobody but you


Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Venerdì 25 Maggio 2018

Talkin' 10488 - mike.lenzi

Oggetto: Long time gone

Buongiono a tutti.
in questi giorni sto ascoltando il volume 9 della Bootlegs series (witmark demos). C'è un brano nel primo cd intitolato "Long time gone", la cui melodia è praticamente uguale ad un pezzo di Neil Young, "Captain Kennedy" dell'album Hawks and Doves del 1980; non solo ma vi è anche un pezzo di Mark Knopfler che gli assomiglia molto, ma non ricordo il titolo, forse sull'abum Sailing To Philadelphia. Vorrei sapere se questa melodia è di invenzione di Dylan o fa parte della grande tradizione musicale americana ripreso poi un pò da tutti. Grazie ,
Michele Lenzi

Ho ascoltato i due pezzi ed effettivamente sembra la stessa canzone naturalmente con arrangiamento diverso. Però il sito di Bob Dylan accredita Long Time Gone come scritta da Dylan:

https://www.bobdylan.com/songs/long-time-gone/

https://www.youtube.com/watch?v=MGUSQK8SHCc        "Long Time Gone" - Bob Dylan
    

"Captain Kennedy" è invece attribuita a Young:

https://www.youtube.com/watch?v=5jHMCdVaqkQ            "Captain Kennedy"  - Neil Young       

anche se la canzone, una delle più suggestive dell'album, mostra similitudini con il brano "My Name Is John Johanna" inciso da Kelly Harrell (che sembra una rivistazione del traditional "The State Of Arkansas" col testo riscritto da Lee Hays) con la Virginia String Band nel 1927, brano attribuito a Kelly Harrel che fa parte della celebre "Anthology of American Folk Music" compilata da Harry Smith nel 1952.

https://www.youtube.com/watch?v=RLqpvlOA_Ls    "My Name Is John Johanna"

"My Name Is John Johanna", alias "The State of Arkansas", è una canzone umoristica che proviene dalla tradizione dei menestrelli, probabilmente risalente al brano tra il 1820 e il 1840. La canzone racconta la storia di uno sfortunato giovane che si trova inorridito per le condizioni di vita e di lavoro in Arkansas. Lo stato dell'Arkansas fu ammesso nell'Unione nel 1836. Questa canzone si basa su stereotipi di frontiera piuttosto tipici, l'Arkansas è in gran parte selvaggia regione selvaggia durante la metà del 19 ° secolo.

Una variante di "My Name Is John Johannah" di Kelly Harrell è menzionata da Dylan in "Per Dave Glover" e probabilmente era una parte del suo repertorio iniziale (nessuna registrazione in circolazione). "My Name Is John Johannah" condivide la melodia con "Maggie Walker Blues" di Clarence "Tom" Ashley, noto anche col nome di John Cooke, che è una delle fonti più probabili di "Long Time Gone" di Dylan.


PER DAVE GLOVER
di Bob Dylan
(Dal programma del Newport Folk Festival del 1963)

Eravamo soliti bere assieme bottiglie di sciroppo per la tosse piene di vodka
Eravamo soliti stare alzati tutta la notte a ridere e a cantare
E facevamo tutto ciò quando c'erano poche persone che lo facevano
Hey amico - Mi dispiace - // Voglio dire che mi dispiace davvero
Ho scritto molte righe negli ultimi anni ma non ci sono lettere in
alcuna parola esistente per spiegare per iscritto quanto mi dispiace
Sono tempi complicati
Continuano a venirmi alla mente le canzoni che eravamo soliti cantare e suonare insieme
Le canzoni scritte trentacinque anni fa
Le canzoni delle fangose fattorie - le canzoni delle conche polverose
Le canzoni della grande depressione
I vecchi blues e le vecchie ballate
Penso alle canzoni di Woody
Penso ai tempi di Woody
"Questa terra la difenderò con la mia vita se necessario"
Ed io mi dico "Sì è giusto"
"Hitler è in marcia"
"Non voglio che si prenda la mia terra"
"Non voglio che viva nella mia terra"
E vedo due lati amico
Vedo due strade per scegliere la rotta da seguire
Il modo Americano o quello Fascista
Quando c'era uno sciopero c'erano solo due tipi di opinioni
E due tipi di resoconti per comunicare le notizie
O attraverso gli occhi dei sindacati o attraverso gli occhi dei capi
E tu potevi startene in fila e guardare i tuoi amici
E stare nella stessa fila e guardare i tuoi nemici
Era così facile
"Da che parte stai" non sono parole false
E non vengono da una canzone falsa
E quelli erano i tempi di Woody amico
Due schieramenti
Non so cosa sia successo perchè non ero lì ma da qualche parte lungo
la linea di quel che un tempo era solito essere, le cose devono essersi incasinate
Sono spuntati più lati
La gente, io credo, ha cominciato a cambiare lato e a crearsi ognuno il proprio lato
Così ci son stati talmente tanti lati che nessun occhio poteva vedere gli occhi di fronte a sè
Ci son stati talmente tanti lati che ogni lato ha cominciato a sembrare identico all'altro
Non pretendo di sapere cosa sia successo, amico, ma in qualche modo tutti i lati hanno perduto il loro
scopo originario e la gente si è dimenticata dell'altra gente
Voglio dire che tutti hanno cominciato ad andare contro tutti non per il bene del proprio schieramento ma per il proprio tornaconto personale
E quei due semplici lati che una volta era così facile definire, uno da un parte ed uno dall'altra, si sono frantumati
sono scoppiati e sono esplosi in maniera tale che oggi tutto quel che ci resta
è un grande ondeggiante e dondolante
COMPLICATO CIRCOLO

Oggigiorno le menti delle persone sono ingannate e sconcertate da etichette
di categoria e slogan e propaganda che fanno precipitare la testa di tutti quanti
in un vortice
E' dura credere che qualcuno dica la verità per quella che è
Giuro che è vero che in alcune parti del paese la gente crede a
quelli che puntano il dito più che al Presidente
E' l'epoca dei John Birchers (1) che sventolano la bandiera e portano la pistola
E' l'epoca dei cani assassini e degli spray assassini
E' l'epoca delle super autostrade volanti
E' l'epoca del cibo schiacciapulsanti (2) e delle mode che durano cinque minuti

(1) i membri della John Birch Society, associazione di estrema destra citata da Dylan anche nella canzone "Talkin' John Birch Paranoid Blues"

(2) "pushbutton food" : il cibo ottenuto grazie a macchinari

E' l'epoca della camicia con il colletto bianco e del cappuccio bianco (3) e della
lozione solare abbronzante per l'uomo bianco

(3) Qui Dylan allude al Ku-Klux-Klan, organizzazione razzista, i cui membri indossavano un cappuccio bianco

E' l'epoca delle pistole e delle granate e delle bombe più grandi che mai si siano viste
E' l'epoca dei fans di Liz Taylor - dei fans dello sport e dei fans dell'elettronica
E' l'epoca in cui un ragazzo di colore di venti anni con la testa insanguinata
non preoccupa granchè il senatore settantenne che
vuole bombardare Cuba
Non lo so chi è stata, amico, la gente che ha fatto sì che tutto questo succedesse ma
han fatto quel che han voluto delle loro vite e hanno lasciato me e te ad affrontare
un mondo violentato ed impaurito
Ci hanno levato l'aria del libero pensiero e ci hanno lasciato un circolo di istituzione mentale
Hanno corrotto il vento e ci hanno lasciato una debole brezza confusa e traviata
Hanno rubato la strada di Abramo Lincoln e ci hanno venduto l'autostrada di Bill Moore
Hanno abbattuto gli alberi - seppellito le foglie ed hanno scritto "Profess" sulla
lapide
Hanno rovinato quel fiume che scorreva limpido dell' "Ama il prossimo tuo"
pronunciato da Gesù Cristo di Betlemme e ci hanno inquinati con il "Proteggerò
la scuola con il mio corpo" pronunciato dal governatore dell'Alabama
Wallace (4)
Hanno rubato la Costituzione del paese e hanno fatto entrare di nascosto i censori
della mente
Si sono accaparrati tutto comprandolo all'asta e ci hanno lasciato con un cumulo di immondizie
di pazzi e di paure e di frustranti contraffazioni

(4) Il senatore George Wallace si opponeva all'integrazione razziale nelle scuole (in molti stati del Sud i neri non potevano frequentare le stesse scuole dei bianchi)

Tu mi chiedi cosa sto facendo Dave
Sto ancora cantando - Sto ancora scrivendo
Sto ancora facendo tutte le cose che ero solito fare, immagino
Ma la differenza probabilmente sta nel fatto che adesso
non sto più davvero pensando a quel che sto facendo
Non mi preoccupo più delle menzogne nascoste e della verità distorta di
fronte ai miei occhi
Non mi preoccupo più dei critici senza talento e dei filosofi
ignoranti
Non mi preoccupo più di quelli che se ne stanno seduti in un angolo con le gambe incrociate e che
fanno leggi per quelli che invece camminano al centro della stanza
Sto cantando e sto scrivendo solo quel che è nella mia mente ora
Solo quello che è nella mia testa e nel mio cuore
Canto per me e per un milione di altri come me che sono stati spinti ad unirsi
dallo stesso sentimento

Per nessun tipo di schieramento
Per nessun tipo di categoria
Gente legata ed impiccata
Gente frustrata, zittita e repressa
Gente di nessuna forma o campo particolare - età limite o classe
Non posso cantare più "Red Apple Juice"
Devo cantare "Masters of war"
Non posso cantare più "Little Maggie" con una testa sgombra da pensieri
Devo cantare "Seven curses" invece
Non posso cantare "John Henry"
Devo cantare "Hollis Brown"
Non posso cantare "John Johannah" perchè è la sua storia e la storia della sua gente
Devo cantare "With God on my side" (5) perchè è la mia storia e la storia della mia gente

(5) testuale

Non posso cantare "The girl I left behind" perchè so com'è farla
Devo cantare "Boots of Spanish Leather" perchè so com'è viverla
Ma non fraintendermi ora
Non pensare che mi allontani dalla mia strada perchè non canto più le canzoni folk
Non è affatto così
Le canzoni folk mi hanno mostrato la strada
Mi hanno fatto capire che le canzoni possono essere qualcosa di umano
Senza "Barbara Allen" non ci sarebbe "Girl from the north country"
Senza "Lone green valley" non ci sarebbe "Don't think twice"
Senza "Jesse James" non ci sarebbe "Davy Moore" (6)

(6) testuale

Senza "Twenty one years" non ci sarebbe "Walls of Red Wing"
Diavolo no
Quelle vecchie canzoni sono il solo tipo di immagine rimasto per mostrare ai nuovi nati
come si era soliti essere ai loro tempi
Quelle vecchie canzoni ci raccontano quello attraverso cui han corso, camminato,
ballato
Le vecchie canzoni ci dicono come hanno amato e come hanno baciato
Ci dicono cosa hanno rifiutato ed a cosa han fatto opposizione
Hanno seminato ed hanno creato il sentiero
Erano semplici e raccontavano la storia in maniera diretta
Narravano di chi combatteva e per cosa combatteva e con cosa
combatteva
E contro chi combatteva
Oggi sono tempi complicati
E tutto quel che sto dicendo è che devo fare un mio resoconto personale dei tempi attuali
Devo scrivere le mie sensazioni nello stesso modo in cui altri han fatto prima di me
nel modo che si usava ai loro tempi
E non ho altro che omaggio da rendere e pensieri di riverenza per quelle vecchie canzoni
e per quelle vecchie storie
Ma ora siamo io e te
Ed io sto facendo quel che sto facendo per me
E per te

Sto scrivendo e cantando per me
e sto scrivendo e cantando per te
Sto scrivendo e cantando per me perchè sono umano e respiro
in un mondo che è stato fatto per me
Sto scrivendo e cantando per te perchè tu sei una parte di me e di tutto ciò
che io rappresento
Non so perchè non ti ho mai scritto
forse perchè non ho mai scritto lettere a me stesso
si forse è per questo

Ci vediamo
il tuo amico
Bob Dylan

traduzione di Michele Murino
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FOR DAVE GLOVER

(From the Newport Folk Festival program 1963)

We used t drink cough medicine bottles a vodka t'gether
We used t stay up all nite laughin and singin
And we did that when there weren't too many people doin it
Hey man - I'm sorry - // I mean I'm really sorry
I wrote many lines in the past few years but there ain't no letters in
none a the words t spell out how sorry I am
It's a complicated day
I keep rememberin the songs we used t sing an play
The songs written thirty fifty years ago
The dirt farm songs - the dust bowl songs
The depression songs - the down and out songs
The ol blues and ballads
I think a Woody's songs
I think a Woody's day
"This land I'll defend with my life if it be"
An I say t myself "Yeah that's right"
"Hitler's on the march"
"I don't wan''m takin my ground"
"I don't wan''m livin on my land"
An I see two sides man
I see two roads to pick yer route
The American way or the Fascist way
When there was a strike there's only two kind of views
An two kinds of tales t tell the news
Thru the unions eyes or thru the bosses eyes
An yuh could stand on a line an look at yer friends
An stand on that same line an see yer foes
It was that easy
"Which Side're You On" ain't phony words
An they ain't from a phony song
An that was Woody's day man
Two sides
I don know what happened cause I wasn't aroun but somewhere along
the line a that used t be day things got messed up
More kinds a sides come int' the story
Folks I guess started switchin sides an makin up their own sides
There got t be so many sides that no eyes could could see the eyes facin'm
There got t be so many sides that all of'm started lookin' like each other
I don pretend to know what happened man, but somehow all sides lost their
purpose an folks forgot about other folks
I mean they must a all started goin against each other not for the good
a their side but for the good a jes their own selves
An them two simple sides that was so easy t tell apart bashed an
boomed an exploded so hard an heavy that t'day all'ts left and
made for us is the one big rockin rollin
COMPLICATED CIRCLE

Nowadays folk's brains're bamboozled an bowled over by categories
labels an slogans an advertisements that could send anybody's
head in a spin
It's hard t believe anybody's tellin the truth for what that is
I swear it's true that in some parts a the country folks believe the
finger-pointers more'n the President
It's the time a the flag wavin shotgun carryin John Birchers
It's the time a the killer dogs an killer sprays
It's the time a the billboard sign super flyin highways
It's the time a the pushbutton foods an five minute fads
It's the time a the white collar shirt an the white sheeted hood and the
white man's sun tan lotion
It's time a guns and grenades an bombs bigger'n any time's ever seen
It's the time a Liz Taylor fans - sports fans and electric fans
It's the time when a twenty year ol colored boy with his head bloody
don get too much thought from the seventy year ol senator who
wants t bomb Cuba
I don't know who the people were man that let it get this way but they
got what they wanted out a their lives an left me an you facin a
scared raped world
They frained the free thinkin air an left us with a mental institution
circle
They rotted the poor wind and left us mixed up mislead
puny breeze
They stole Abraham Lincoln's road an sold us Bill Moore's highway
They shot down trees - buried the leaves an nailed "Profess" t the
gravestone
They damned up the clear runnin river of "Love thy neighbor"
said by Jesus Christ a Bethlehem an poluted us with "I'll guard"
"the school with my body" said by governor Wallace of
Alabama
They robbed the Constitution of the land an snuck in the censors of
the mind
They bought up everythin at the auction an left us with a garbage
market a fools an fears an frustratin phoniness


Yuh ask how I'm doin Dave
I'm still singin - I'm still writin
I'm still doin all a things I used to do I guess
But the difference is probably that now I really ain't thinkin
about what I'm doing no more
I do worry no more bout the covered up lies and twisted truth in front
a my eyes
I don worry no more bout the no-talent criticizers an know-nothin
philosophizers
I don worry no more bout the cross-legged corner sitters who try an
make rules for the ones travelin in the middle a the room
I'm singin an writin what's on my own mind now
What's in my own head and what's in my own heart
I'm singin for me an a million other me's that've been forced t'gether
by the same feelin

Not by no kind a side
Not by no kind a category
People hung up and strung out
People frustrated an corked in an bottled up
People on no special form or field - age limit or class
I can't sing "Red Apple juice" no more
I gotta sing "masters a War"
I can't sing "Little Maggie" with a clear head
I gotta sing "Seven Curses" instead
I can't sing "John Henry"
I gotta sing "Hollis Brown"
I can't Sing "John Johannah" cause it's his story an his people's story
I gotta sing "With God On My Side" cause it's my story an my
people's
I can't sing "The Girl I Left Behind" cause I know what it's like
to do it
I gotta sing "Boots a Spanish Leather" cause I know what's like
to live it
But don't get me wrong now
Don think I go way out a my way not t sing no folk songs
That ain't it at all
The folk songs showed me the way
They showed me that songs can say somethin human
Without "Barbara Allen" there'd be no "Girl From The North Country"
Without no "Lone Green Valley" there'd be no "Don't Think Twice"
Without no "Jesse James" there'd be no "Davy Moore"
Without no "Twenty one Years" there'd be no "Walls a Red Wing"
Hell no
Them ol songs're the only kinda picture left t show the new born
how it used t be in them times
Them ol songs tell us what they had t run thru or walk thru or
dance thru
The ol songs tell how they loved an how they kissed
They tell us what they rejected and objected to
They laid it down an made the path
They were simple an told the story straight
They said who they fought an what they fought for an with what they
fought with
An who they fought against
Now's a complicated day
An all I'm sayin' is'at I gotta make my own statement bout this day
I gotta write my own feelins down the same way they did it before
me in that used t be day
An I got nothin but homage an holy thinkin for the ol songs and
stories
But now there's me an you
An I'm doin what I'm doin for me
An I'm doin what I'm doin for you

I'm writin an singin for me
An I'm writin an singin for you
I'm writin an singin for me cause I'm human an I'm breathin
In a world that was made for me
I'm writin an singin for you cause yer a part a me an everythin I
stand for
I don know why I aint written t yuh
maybe cause I never write letters t'myself
yeah maybe that's why

See yuh when I get there
yer friend
Bob Dylan


Non conosco il pezzo di Knopfler da te menzionato perchè non ero un fans dei Dire Strait anche se devo riconoscere che hanno suonato pezzi diventati dei "must". Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 24 Maggio 2018

HAPPY 77 BOB

May God bless and always keep you,
May your wishes all come true,
May you always do for others
And let others do for you.

  

May you build a ladder to the stars
And climb every rung,
And may you stay
may you stay
forever young.

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Talkin' 10487 - pinodicillo

Salve a Tutti.
ragazzi avevo bisogno di soddisfare una mia curiosità personale e dopo vari tentativi 'autonomi' mi sono deciso di scrivere a voi per sapere se qualcuno sa come è chiamato il cappello, ultimo fra i tanti, che indossa Dylan da alcuni anni.
Vi allego una foto che, ovviamente, conoscete.
grazie. Pino di Cillo

Non è nient'altro che il cappello di Zorro, chiamato anche Zorro Hat, in sostanza è il cappello dei cavalieri spagnoli, è conosciuto anche come Sombrero Cordobés, o cappello stile Cordova. Tipico del XVII secolo in Andalusia e Spagna, divenne più popolare tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo. È anche popolare nei circoli equestri contemporanei spagnoli e messicani.

Il nome più conosciuto è Cordoban Hat, ma è anche noto coi nomi di Gaucho Hat o Flamenco Hat. Praticamente è il tradizionale "Sombrero Español". Esistono diversi tipi di sombrero, ma questo modello è tipicamente spagnolo.
E’ spesso usato anche dai musicisti, dai nobili spagnoli o messicani di origine spagnola, ma non dal popolino.


http://www.flamencoexport.com/all-flamenco/hats.html

Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 23 Maggio 2018

Talkin' 10486 - benedettolandi

Oggetto: Il mio omaggio a Bob Dylan per il suo prossimo compleanno

Ben fatto, bravo! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Brandeis University 1963 - Dylan un rapper? - di Leonardo Tondelli      clicca qui

 

 
Martedì 22 Maggio 2018

Tour 2018: annunciata la prima data del Fall Tour-USA

13 Ottobre, 2018 - Thackerville, OK - Global Event Center

https://www.winstarworldcasino.com/event/bob_dylan-2/

La data non è ancora stata confermata, probabilmente lo sarà assieme alle altre date in trattativa per il Fall-leg del tour.

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Talkin' 10485 - zoppasm

Oggetto: Da Omero al Rock - 25 maggio - Roma

Segnalo la presentazione di "Da Omero al rock" questo venerdì alle ore 18,00 presso IBS, via Nazionale a Roma:

http://www.romatoday.it/eventi/da-omero-al-rock-prima-presentazione-del-libro.html

Si parlerà ovviamente anche di Bob Dylan.
Marco.

Grazie per la segnalazione, fans romani, è per voi! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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"Blonde on Blonde", la rivoluzione sottile di Bob Dylan                         clicca qui

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10 grandi canzoni ispirate ad opere letterarie                                          clicca qui

 

 
Lunedì 21 Maggio 2018

Talkin' 10484 - samuconf93

Oggetto: 1° Dylan Day Forlivese

Caro Mr. Tambourine e carissimi Farmers,
è con immenso piacere che vi annuncio che venerdì 25 maggio si terrà il 1º Dylan Day forlivese, un progetto che porto avanti da molti anni ma che solo ora vede la luce, nonostante alcune difficoltà e il budget molto limitato. Ho trovato grande disponibilità da parte dei locali e contattato ospiti estremamente gentili ed energici disposti a partecipare; e coltivo la speranza che, se il pubblico risponderà calorosamente, potremo riproporre l’evento a cadenza annuale, ogni fine maggio. Venite numerosi! Allego qui il comunicato stampa riassunto e la locandina ufficiale.
Grazie dello spazio e della tua gentilezza! A presto!
Samuele Conficoni

Caro Samuele, per fortuna ci sono ancora persone come te che si buttano anima e corpo per organizzare manifestazioni tributo a Bob. Spero che gli amici forlivesi intervengano in buon numero e che l'evento abbia il successo che speri, in modo da poterlo ripetere negli anni seguenti. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Milano: Concerto tributo a Dylan al Let's Feel Good                                clicca qui

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Venduta all'asta la chitarra di Bob Dylan ed Eric Clapton                        clicca qui

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Il rock? È diventato roba da museo                                                           clicca qui

 

 
Sabato 19 Maggio 2018

Talkin' 10483 - Martin.Fitzgerald

Subject: Talkin' 10480

Thank you so much! It certainly looks similar!

Martin Fitzgerald

( Grazie mille! Sicuramente sembrano simili! )

   

You right! There are many many chances that them will be the same modernized house, certainly there's no other house like that at H street NE in Washington, but we will not ever have the certainty! Have you noticed that the man in front of the house may be the young Dylan himself? Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

( Hai ragione! ci sono molte molte possibilità che siano la stessa casa modernizzata, certamente non ci sono altre case come quella in H street NE a Washington, ma non avremo mai la certezza! Hai notyato che l'uomo davanti alla casa potrebbe essere il giovane Dylan stesso? )

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Talkin' 10482 - paolo.manclossi

Non so' se posso .... ma se volessi "vendere" 600/700 nastri di concerti di Dylan acquistati nel tempo c'e' uno spazio nel sito dove pubblicizzarlo?

Certamente Paolo, la nostra "vetrina" è a disposizione anche per cose come questa. Se guardi in vetrina vedrai l'annuncio. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10481 - iosella.sommovigo

Ciao, mi chiedo perché eventi così belli, come quello di Firenze non si possano organizzare a Milano. So che Carlo Feltrinelli è grande estimatore, nonché “quasi amico“ di Bob Dylan. Lanciamo a lui un appello? Scusa la sfacciataggine.

P.S.: Leggo sempre con immenso piacere il sito, le recensioni, le considerazioni dei Farmers, specie di Carla. Insomma fate parte della mia vita.
Un caro saluto a te, in primis, e a tutti quanti nel nome della grande opera di Dylan.
Grazie mille. Iosella.

Grazie a te Iosella, sentire che tutti noi Maggiesfarmers facciamo in qualche modo parte della tua vita ci fa sentire più importanti ed orgogliosi di quello che siamo in realtà!!!  Certamente avrai letto che l'evento della settimana dedicata a Dylan è stato organizzato dall' Associazione Culturale Contemporary senza l’aiuto finanziario di nessun ente pubblico e nemmeno dell’ Estate Fiorentina. Nel nostro paese non è facile ottenere soldi pubblici per organizzare eventi culturali, non saprei spiegarti il perchè e forse è meglio non addentrarci in questo tipo di argomenti...! Io lancio volentieri l'appello a Feltrinelli, ma sinceramente non saprei proprio come contattarlo, senza contare il fatto che non avrei nemmeno  il tempo per seguire un eventuale successivo sviluppo della cosa. Forse un giorno, se Feltrinelli ne sentirà l'esigenza, metterà a disposizione un badget per far in modo che qualche associazione milanese possa organizzare eventi del genere a Milano. Grazie ancora per le tue bellisime parole, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 18 Maggio 2018

Talkin' 10480 - Martin.Fitzgerald

Hello
I was looking at your website - http://www.maggiesfarm.eu/thebeatenpath.html
Do you have any idea where the actual location is for the H Street Painting?
This one?

Martin Fitzgerald

(Salve,
stavo guardando il vostro sito http://www.maggiesfarm.eu/thebeatenpath.html 
Avete qualche idea di dove possa essere attualmente la location del dipinto chiamato "H Street "?)

I'm not sure Mr. Martin, but after a long search on Google Maps i suppose it could be be this restylized house at 1483 H st NE, Washington D.C.

Live long and prosper, Mr.Tambourine

(Non sono sicuro, ma dopo una lunga ricerca su Google Maps penso che potrebbe essere questa casa restilizzata al 1483 H st NE di Washington D.C. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 16 Maggio 2018

Talkin' 10479 - dinve56

Oggetto: Settimana dedicata a Dylan

Salve Mister,
leggo con interesse dell'iniziativa dell'Associazione "Contemporary" dedicata a Bob Dylan, che vedrà una serie di eventi nella città di Firenze. Lunedi 21 maggio presso la Biblioteca Marucelliana uno studioso di Dante terrà una conferenza il cui argomento sarà un ardito confronto tra Dante e Dylan. Chissà se qualche Farmer vi potrà partecipare e, magari, fornire un breve resoconto sul sito? Oppure si potrebbe avere, sempre sul sito, un resoconto da parte degli organizzatori dell'evento? Grazie e lunga vita. Carla.

Di sicuro diversi Farmers parteciperanno agli eventi, ma non ti posso garantire che se la sentiranno di fare una recensione della serata, proverò a chiedere agli organizzatori se sarà possibile ma nutro poche speranze con tutto quello che hanno da fare, però, la speranza è sempre l'ultima a morire!!! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Libri: Bob Dylan, pioggia e veleno - «Hard Rain», una ballata fra tradizione e modernità - (Donzelli Editore) - di Alessandro Portelli

«C’è una profonda giustizia poetica nel fatto che lo stesso giorno in cui abbiamo perduto il premio Nobel Dario Fo, Bob Dylan veniva insignito del Nobel. Si tratta di due artisti che cambiano il nostro rapporto con la parola intrecciandola con il suono, la voce, il corpo, la performance. Entrambi affondano le radici della loro creatività nel mondo delle culture popolari: da Mistero Buffo a “Hard Rain”, sono le voci dei vagabondi e dei saltimbanchi delle campagne italiane e le voci dei braccianti neri del Delta e dei vagabondi della depressione che si impadroniscono del centro della scena e diventano nuovi linguaggi della modernità».

Due cantautori, su tutti gli altri, hanno dato voce al sentimento dell’America profonda, incarnandone nella maniera più autentica l’anima popolare: Bruce Springsteen e Bob Dylan. Dopo avere consacrato a Springsteen (e alla sua canzone «Badlands») un libro memorabile, Portelli si dedica ora a Dylan, e sceglie come emblema e protagonista del libro «Hard Rain», la canzone che Dylan incise per la prima volta nel 1962, agli esordi della sua attività. Non è certo un caso se, durante la cerimonia dell’assegnazione a Dylan del premio Nobel per la letteratura 2016, la canzone che Patti Smith scelse di cantare fu proprio «A Hard Rain’s A-Gonna Fall». Ed è ormai largamente noto il giudizio espresso dalla rivista «Rolling Stone», che l’ha definita «la più grande canzone di protesta scritta dal più grande autore di canzoni della sua epoca». Meno noto è che Dylan ha costruito «Hard Rain» a partire da un intenso dialogo con un’antichissima ballata di tradizione orale, il «Testamento dell’avvelenato», di cui si trova traccia addirittura nell’Italia del Seicento, e che si diffuse in tutto il mondo anglosassone, col titolo di «Lord Randal», per passare poi in America attraverso i canali propri della tradizione orale. Esplorando le relazioni fra queste due canzoni, il libro mostra come il testo di Dylan si alimenti della profondità storica incorporata nell’antica ballata, la proietti verso un immaginario contemporaneo, e li illumini entrambi. In quel momento, Dylan è immerso nel folk revival, ma si prepara a uscirne; è come se fosse «in bilico fra mondi», scrive Portelli, in un momento di «prodigioso equilibrio che neanche lui avrebbe mai più ritrovato con altrettanta potenza». Grazie a un confronto serrato con le forme della canzone narrativa popolare e della sua storia plurisecolare, il libro scava nell’immaginario di Dylan, nella sua visione della storia e del futuro, dall’incombente minaccia nucleare ai disastri ecologici del nostro tempo, mettendo in luce il rapporto che il grande folksinger intrattiene con i linguaggi della musica, della poesia, dell’industria culturale. Ne emerge una lettura di Bob Dylan la cui unicità consiste nel collocarsi sapientemente, come solo un artista della parola cantata può fare, nel punto in cui si incontrano oralità e scrittura, testo e performance, folklore e popular culture, fra la globalizzazione dei movimenti e delle culture orali e quella dell’industria culturale. Al bivio fra due possibili vie della storia, apocalisse o liberazione.


Alessandro Portelli, considerato uno dei fondatori della storia orale, ha insegnato Letteratura angloamericana all’Università «La Sapienza» di Roma ed è presidente del Circolo Gianni Bosio. Per i tipi della Donzelli ha pubblicato: L’ordine è già stato eseguito (1999, Premio Viareggio), America dopo (2003), Canoni americani (2004), America profonda (2011), Desiderio di altri mondi (2012), Badlands. Springsteen e l’America (2015), La città dell’acciaio (2017), Storie orali (2017). Ha ideato e curato, sempre per Donzelli, il volume collettivo Calendario civile. Per una memoria laica, popolare e democratica degli italiani (2017).

( Fonte: https://www.donzelli.it/libro/9788868437756 )

 

 
Martedì 15 Maggio 2018

Talkin' 10478 - iosella.sommovigo

Ti ringrazio, sei gentilissimo e sei una fonte inesauribile di conoscenze.
Iosella.

Grazie per le belle parole, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10477 - acquaraggia

Bob Dylan’s week - VII edizione



Una settimana su Bob Dylan, ideata e realizzata dall’Associazione Contemporary con concerti, dibattiti, conferenze, approfondimenti e spettacoli, dedicati a Bob Dylan e alla musica popolare americana. Dal 17 al 24 maggio a Firenze e dintorni.

Da evidenzare nella giornata inaugurale Il tradizionale concerto con vista mozzafiato sulla citta’ al Vips bar di Piazzale Michelangelo (17 maggio-ore 17.30 ) con Acquaraggia e Danny Chicago e l’inaugurazione della Mostra di arti figurative al Nabucco Wine Bar di via XXVII aprile (17 maggio-ore 14.30 ).

Lo Jazzin’ Dylan di Titta Nesti al Caffe’ 19.26 (venerdi’ 18 maggio ore 21.30) che l’anno scorso ai Macci strabiliò il pubblico.

   Titta Nesti

Lo spettacolo cardine Bob Dylan' s Dream al Teatro Nuovo del Circolo Lippi (sabato 19 maggio alle ore 21.45)

Lo spettacolare concerto del Guzheng di Mei (Chen Cumei), strumentista e mezzosoprano proveniente dalla scuola di Musica di Fiesole; Dylan sulla Grande Muraglia, nel Chiostro di Pico della Mirandola in San Marco (domenica 20 maggio) nel pomeriggio ore 19.30.

La conferenza del Dantista Massimo Seriacopi con un ardito parallelo Dante Alighieri-Dylan alla Biblioteca Marucelliana (lunedi 21 maggio ore 16.00) con le illustrazioni live di Enrico Guerrini.

La poesia dedicata a Dylan Thomas, al Caffe’ Leonardo (via XXVII Aprile ) lunedì 21 maggio ore 18.00 ) .

La conferenza Dal TalkingBlues all’HipPop, alla BiblioteCaNovaIsolotto con una bellissima mostra su Fernanda Pivano e la partecipazione dei rappers di Sonoria (martedi 22 maggio ore 18.00).

L’happening col nuovo racconto di Rino Garro, Dalla Bocca di Dylan, alla Libreria Claudiana, giovedi 24 alle ore 17.00, poco prima della chiusura con un grande open mic su Dylan, sempre al Nabucco Wine Bar di via XXVII aprile (ore 21.30 ).

Ma tanti altri sono gli eventi che si susseguiranno in questa Settimana, il programma e’ in definizione e sono annunciati arrivi dall’estero, che arricchiranno la programmazione con i concerti intitolati Songwriters in the name of Dylan; tra gli altri ci sarà DANNY CHICAGO ( da Vienna ) con un curioso romanzo autobiografico Being Bob Dylan.

 Insomma un’altra meravigliosa edizione della Bob Dylan’s Week realizzata dall’Associazione Culturale Contemporary senza l’aiuto finanziario di nessun ente ne dell’ Estate Fiorentina tanto decantata ma con l’ottusita’ di un angolo ottuso che piu’ ottuso non si puo’.

Locazioni di rilevanza culturale Teatro Nuovo / Biblioteca Marucelliana / Biblioteca Nova/ Florence International Radio/ Basilica S.Marco/ Libreria Claudiana Firenze / dedicate alla musica Circolo F. Lippi/ Nabucco Wine Bar and Food/ Caffe’ 19.26 / Caffè Leonardo/ Vips Bar / Cacio e Pere Siena/ Gradisca 1973 Prato/ La Torraia Firenze/ Il Toscanaccio

Artisti coinvolti

Acquaraggia - Giulio Berezusky - Patti DeRosa (U.S.A.) - Enrico Guerrini - Massimo Seriacopi - Danny Chicago (USA) - Cheng Cuimei - Veronica Wang (CINA) Jonathan Rizzo - Mattia Rossignoli - David Scott (Kildare)

  Aquaraggia    Enrico Guerrini

  Massimo Seriacopi          Danny Chicago

 Cheng Cuimei  Jonathan Rizzo

Nelle scorse edizioni della Bob Dylan' s Week

Greil Marcus - Ricccardo Bertoncelli - Alessandro Carrera – Ernesto Bassignano - Alberto Crespi - Mickey Clarke -Tina Lundelius - Noah Kite - Andy McKee - Steve Picken - Kenny Wilson - Jukka - Marina Evans - Danilo Breschi - Les Sampou - Nie Xin

https://www.facebook.com/Bob-Dylans-Week-1571789043087415/

Evento Dylan on the Great Wall

https://www.facebook.com/events/198066504337372/


 

 
Lunedì 14 Maggio 2018

Tour 2018, nuove date confermate da bobdylan.com

Oltre alle due date annunciate sabato che si andavano ad aggiungere a quella già da tempo comunicata, oggi si sono aggiunte altre nove date in Australia e Nuova Zelanda già confermate da bobdylan.com:

08 Agosto 2018 - Perth, Australia, Perth Arena
11 Agosto 2018 - Adelaide, Australia, Botanic Park
13 Agosto 2018 - Melbourne, Australia, Margaret Court Arena
18 Agosto 2018 - Sydney, Australia, ICC Sydney Theatre
20 Agosto 2018 - Wollongong, Australia, WIN Entertainment Centre
22 Agosto 2018 - Newcastle, Australia, Newcastle Entertainment Centre
24 Agosto 2018 - Brisbane, Australia, Brisbane Entertainment Centre
26 Agosto 2018 - Auckland, New Zealand, Spark Arena
28 Agosto 2018 - Christchurch, New Zealand, Horncastle Arena

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Talkin' 10477 - iosella.sommovigo

Oggetto: Date tour

Scusami tanto se ti disturbo. E una email solo per un’informazione personale.
Prima nel sito trovavo una rubrica in cui erano elencate tutte le tappe dei tour di Dylan degli anni precedenti. Adesso non la trova più. L’hai eliminata?
Grazie mille, Iosella.

Negli archivi di Maggie's Farm non c'è mai stata una pagina dedicata a tutte le date dei tour passati. Puoi trovare le recensioni dei concerti dal 2008 ad oggi nella pagina: http://www.maggiesfarm.eu/zzzzzblackboard22018-2.html che è la pagina dell'archivio.

Per quello che cerchi tu devi andare nel sito di Bob  a questa pagina: http://bobdylan.com/setlists , poi clicchi sul quadratino nero con scritto "select a year" e trovi l'elenco degli anni dal 1960 ad oggi. Clicca su un anno e ti si aprirà la pagina con tutte le date e le setlist di quell'anno. Cliccando su un altro anno sarà la stessa cosa. Ripeti l'operazioner per gli anni e le date che ti interessano. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10476 - mmontesano

Ciao, alcune brevi considerazioni di John Vignola sui concerti italiani.

http://www.tomtomrock.it/journal/articolo-a-scuola-da-john-vignola-43-i-concerti-italiani-di-bob-dylan/

Marina (TomTomRock)

Ciao Marina, come al solito grazie per la segnalazione! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 12 Maggio 2018

Tour 2018, due nuove date ad Hong Kong e Singapore

Oltre alla già annunciata data del 29 Luglio 2018 allo Naeba Ski Resort, Yuzawa-cho, Niigata Prefecture, Japan, per il Fuji Rock Festival, due nuove date in Oriente si sono aggiunte oggi:
4 Agosto 2018 - Wan Chai, Hong Kong, Hong Kong Convention and Exhibition Centre
6 Agosto 2018 - Dover, Singapore, Star Theatre

Le date non sono ancora state ufficialmente confermate da bobdylan.com, ma probabilmente l'annuncio sarà dato assieme ad altre nuove date che formeranno il tratto estivo del tour e che probabilmente sono in via di definizione.

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Talkin' 10475 - danieleardemagni77

Oggetto: Concerto di Mantova

E' passato oltre un mese dallo splendido concerto di Mantova, tenutosi al Palabam l'8 aprile. Con mio padre siamo partiti nel pomeriggio. Arrivati a Mantova sosta obbligatoria dal mio amico Roberto Dal Bosco nel suo ristorante/pizzeria Al Viandante per un'ottima pizza e poi via verso la location dove Bob terrà uno dei migliori spettacoli che abbia visto in 18 anni, da quel mio primo live di Bob al Palavobis. Questo è il mio 16° concerto dalla prima volta che lo vidi nel 2000. Insieme a quello di Brescia del 2001, quello a Milano l'anno dopo e nel 2007, a Padova nel 2010 in cui l'ho visto rinascere col ritorno di Sexton e quello a Torino del 2015 dove già lo spettacolo era impostato diversamente aggiungo questo come fra i migliori e per certe cose il migliore. Prima di tutto per la pulizia degli arrangiamenti. La scenografia, semplice ma suggestiva ricorda un po' un set cinematografico, dove la vita qui si racconta in canzoni. La scaletta, per la fortuna mia e di chi ha conosciuto Bob come me con Time Out Of Mind è molto concentrata sugli ultimi vent'anni, senza comunque tralasciare passaggi importanti di questa carriera unica e irripetibile. Things Have Changed da come sempre il via e poi è tutto un viaggio compreso fra oggi, ieri e l'altro ieri. Bob canta come in questi 18 anni anni non ho mai sentito..non apre più le vocali come botole ma è molto profonda e piacevole in tutti i sensi; alla fine credo che i dischi sinatriani gli abbiano giovato da questo punto di vista. Infatti le tre del grande canzoniere americano scelte per la serata sono da brividi e accolte calorosamente dal pubblico. Lo stesso si può dire delle canzoni tratte da quel disco immenso che è Tempest, dove emoziona il canto in Soon After Midnight o in Long And Wasted Years. Non manca niente: si va dallo swing alle ballate, da pezzi jazzati al potente Rock sporco di Blues di H61, di Pay in Blood e di una fantastica Thunder On The Mountain con tanto di assolo di batteria di George Recile. I classici degli anni '60 come Don't Think Twice, l'epica Desolation Row, la già citata H61 e nei bis Blowin' e una straordinaria Ballad of a Thin Man che ha chiuso uno show che ha sfiorato la perfezione in tutto. Non dimentichiamo altri capolavori accompagnati dalla sua eccezionale band...certe pescate negli anni '70 come la struggente Simple Twist Of Fate e la "massacrata" Tangled Up In Blue. Degli anni '90 due dei suoi gioielli più belli tratti da Time out of Mind, con un nuovo arrangiamento per l'oscura Love Sick e una delle mie preferite di sempre, Tryin' To Get To Heaven. Pubblico che va da ragazzine e ragazzini dai 16 anni ai coetanei di Dylan. Quanto alla fatica per spostarsi è da sempre che lo vedo così nei live e lo attribuisco agli stivaletti forse troppo stretti. L'ho visto camminare normalmente col suo cappuccio dal quale si intravede solo il naso. Che Dio ce lo conservi e perchè no...ce lo migliori sempre come sta succedendo ora. Note negative? La mancanza di almeno un pezzo della trilogia cristiana ed una security dall'indole "violenta" anche quando può scappare un salto dopo un assolo di batteria di Thunder On The Mountain. Va bé....Bob ha saputo darmi emozioni e momenti che mi porterò dentro piuttosto che su un cellulare, meglio così. A presto,
Daniele Ardemagni "Ardez"

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Jesolo, il Menestrello si reinventa                                                          clicca qui

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Libri: “1968, Soul e rivoluzione” - di Riccardo Bertoncelli                       clicca qui

 

 
Venerdì 11 Maggio 2018

Jesolo: Dylan, la poesia non ha fine                                                        clicca qui

(Nota di Mr.Tambourine: Quandi si scrive una recensione di un concerto di Bob Dylan è basilare un minimo di conoscenza,  e se non si sa bisogna almeno fare lo sforzo di informarsi.
Robert Zimmermann (come scrive l’autore dell’articolo) è sbagliato, se si vuole citare il vero nome di Dylan bisogna scrivere Robert Allen Zimmerman con una m finale sola.
Quella che l’autore chiama “concessione insolita” per i due bis finali è una citazione falsa, perchè i due brani Blowin’ in the wind e Ballad of a thin man sono invariati in scaletta dal concerto di Oslo allo Spektrum dal 4 Aprile 2017.
La canzone d' apertura del concerto non si chiama “Times are changed” ma “Things have changed” e soprattutto non è stata ripubblicata nel 2012 su “Modern Times” come dice l’articolo, ma è stata prima pubblicata come singolo (COL 669379 7) in edizione limitata e numerata con retro "Blind Willie McTell" (versione dal vivo), poi su promo singolo (COL 669333 1) solo in Europa con retro "To Make You Feel My Love" (Live). Inoltre è stata pubblicata sull’album The Essential Bob Dylan del 2000, The best of Bob Dylan del 2005, Dylan del 2007, The Bootleg Series, Vol 8: Tell Tale Signs del 2008.
Don’t think twice, it’s all right è stata pubblicata sull’album “The Freewheelin’ Bob Dylan” e non come indicato "Freewheelin".
“Highway 61” è incompleto, esatto è “Highway 61 revisited".
“Blowin in the wind” non è esatto, corretto è “Blowin’ in the wind”.
Il batterista di Bob non si chiama George Receli ma George Recile.)

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Silenzioso e caustico, Bob Dylan infiamma l'Arena di Verona              clicca qui

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Dylan, una celebrazione della musica americana all'Arena                   clicca qui

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Bob Dylan all'Arena di Verona è una vittoria per tutti                            clicca qui

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Bob Dylan e il ritorno in Arena dopo 30 anni                                         clicca qui

(Nota di Mr.Tambourine: Anche questo giornalista avrebbe dovuto andare al concerto per farne una recensione, almeno ha evitato la figuraccia non firmando l'articolo.
Che Duquesne Whistle sia un grande classico di Dylan è una assoluta novità.
Gli ultimi 4 brani a chiusura del concerto non sono stati «Pay in blood», «Early roman kings» e «Soon after midnight» e «Long and wasted years» ma, in quest'ordine: 15. Autumn Leaves - 16. Thunder On The Mountain - 17. Soon After Midnight - 18. Long and Wasted Years)

 

 
Giovedì 10 Maggio 2018

Talkin' 10474 - tuttologo.01

Oggetto: Concerto 3/4/2018 Roma, Auditorium

Segnalo a questo indirizzo il concerto di roma del 3 aprile (La prima serata romana) in versione semi-integrale (Manca soltanto il bis). Finalmente qualcuno si è deciso a metterlo dall’inizio dopo che sono comparsi tutti pezzetti. ECCO L’INDIRIZZO:

https://www.youtube.com/watch?v=uBeOC1LXx5c&t=238s 

Ottimo Matteo, grazie per la segnalazione, loive long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10474 - dinve56

Oggetto: Le emozioni del concerto di Milano

Salve Mister,
le emozioni provate al concerto di Dylan a Milano sono state diverse da come le aspettavo, molto intense e concentrate, non monotone. All'inizio del concerto ho provato orgogliosa felicità perchè riconoscevo tutte le canzoni di cui ricordavo anche parte del testo e mi sono detta che un anno e mezzo di ascolto e letture non era stato vano: ero una spettatrice-ascoltatrice consapevole. L'emozione più intensa mi ha investito in pieno quando Bobby ha cantato "Melancholy mood"; ho sentito la sua anima che si sprigionava attraverso la voce ed afferrava la mia anima sulla nota elegiaca dei ricordi che addolciscono le passioni e i tumulti della vita che hai alle spalle e mi è parso che quella canzone l'abbia proprio cantata per me. Mi sono un po' persa la parte centrale del concerto perchè non ho riconosciuto alcune canzoni ed onestamente credo di aver "ranzato" gli arrangiamenti di "Tangled up in blue" e "Desolation row"; il filo del concerto l'ho ripreso da "Love sick" e ho ascoltato pienamente fino agli splendidi bis. "Ballad of a thin man" è davvero epica e l'ho apprezzata anche più di "Blowin' in the wind". Ho capito che devo ancora ascoltare molto per padroneggiare i testi e la musica degli album successivi a "Under the red sky", ma sono già a buon punto da "Tempest" a "Triplicate" ed amo tantissimo "Fallen angels". Ancora una considerazione: la musica sovrastava troppo la voce di Bobby e secondo il mio modesto parere oggi è la sua voce, tra il cantato ed il recitativo, che deve avere più spazio. Non era ancora calato il sipario e sentivo già un po' di nostalgia per un evento troppo breve, tanto che avrei chiesto a questo ieratico e duro professor Dylan: "Canta ancora una canzone per me". Mentre tornavo a casa gli ultimi pensieri sono stati di grande ammirazione per l'indubbio spessore dell'opera di questo piccolo-grande uomo che dà ancora moltissimo al suo pubblico e che merita pienamente rispetto ed affetto. Alla prossima e lunga vita! Carla.

C'è sempre tempo per imparare Carla, non aver fretta, poco per volta e bene è meglio che tutto in un colpo e male. L'importante è ricordare l'emozione, quella non la dimenticherai facilmente! Anch'io ti auguro lunga vita ma soprattutto serena e felice. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10474 - chillera

Ciao Mr.Tambourine,
sto leggendo le varie notizie sullo scandalo del premio Nobel per la letteratura che quest’anno non verrà assegnato. La polemica sull’assegnazione a Dylan spunta un pò da tutti gli articoli, come fosse una malefatta!. A me non frega un c....o di tutte queste “inutili parole”, per me Dylan ha strameritato il premio punto e basta! Per ma Dylan ha cambiato il modo di raccontare il mondo, ma con la poesia e non con il giornalismo. Sei d’accordo?
Live long and prosper, Achille R.

Fondamentalmente sono completamente d’accordo con te anche se lo scandolo è veramente una cosa che va oltre l’immaginazione. Che il premio più serio e prezioso del mondo si sia rivelato un covo di briganti, molestatori, allibratori e via con cose del genere lascia completamente di stucco. Purtroppo, come si suol dire, questo passava il convento, e stai a vedere che Bob era stato informato a priori di tutte queste porcherie e chi ci dice che il suo strano comportamento con gli accademici svedesi non sia stato dovuto proprio a questo? Naturalmente Dylan non è così pazzo da sputare su un milione di dollari, l’ha preso ed intascato (ed ha fatto bene aggiungo io) ma a modo suo ed alle sue condizioni. Ha così dimostrato che la Banda Bassotti si era intrufolata fra gli accademici di Svezia e non solo nel deposito d’oro di Zio Paperone. Che tristezza dover leggere e venire a conoscenza di comportamenti del genere, anzi, potremmo dire “degenere” usando un eufemismo. Ma poi ripenso che al momento anche noi abbiamo dei rappresentanti politici che teoricamente dovrebbero agire per il nostro bene e non riesco a capire perchè dopo due mesi non abbiamo ancora un governo serio. Questi signori hanno chiaramente dimostrato che a loro di noi non gliene frega una minchia del popolo che siamo noi, e allora perchè scandalizzarsi solo perchè qualcuno ha allungato le mani su nobili e titolati sederi o se ha venduto agli allibratori notizie in anteprima in modo da intascare un pò di soldini? In fondo sono tutte persone senza senso di responsabilità, gente che vive su un altro pianeta e che si guarda bene dal tornare al pianeta d’origine perchè ci sarebbero troppi problemi da affrontare e risolvere, quindi meglio restare dove sono, parlare a vanvera e considerare gli italiani come degli imbecilli. L’Accademia di Svezia ha dimostrato che tutto il mondo è paese, e che paese che vai merda che trovi. Triste doverlo constatare, ma tragicamente vero!
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 9 Maggio 2018

Bob Dylan, suggestioni e stravolgimenti all'Arena di Verona                  clicca qui

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Bob Dylan, (psico)analisi letteraria del Nobel del rock                             clicca qui

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Joan Baez: "Basta tour"                                                                             clicca qui

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All'asta alcuni cimeli della storia del rock                                                 clicca qui

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"L'Accademia del Nobel? Un gerontocomio che premia canzonette"     clicca qui

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Chiuso per molestie, così tramonta la farsa del Nobel                            clicca qui

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Le ceneri del premio Nobel                                                                       clicca qui

 

 
Martedì 8 Maggio 2018

Talkin' 10474 - The Mighty Quinn

Oggetto: Kantos

Gentilissimo Mr. Tambourine,
sto leggendo le e-mail che vengono inviate al tuo prestigioso sito. Kantos (Talkin'
10466) in particolare ha scritto quel che avrei voluto scriverti su Things have changed. Giorni fa un altro internauta scriveva dopo il concerto di Genova "Caro Bob hai sempre avuto ragione tu", anche lì mi trovo d'accordo. Voglio segnalare che Dylan sta comunque tenendo alcune caratteristiche del neverending tour, in particolare sta riscrivendo sera dopo sera Tangled up in blue. Non è mai uno spettacolo rigidamente preordinato. Ci regala sempre un poco di improvvisazione qua e là. Al di là delle difficoltà fisiche la voce a tratti è splendida, roba da anni settanta quasi. Un concerto che scalda il cuore. Uno spettacolo dai temi tristi, canzoni che affiorano da tempi andati, di nostalgia di tempi più semplici e carichi di speranza rispetto ai nostri quelli del "lonesome " sentire ma che invece lascia tanta serenità. Mi è venuta in mente Mississippi (una canzone capolavoro termine di una triologia Tangled up in blue, Brownsville girl, Mississippi) ove Dylan canta un po' crooner un po' lui di non avere rancori per chi ha navigato con lui.
Quando e se mi si spegneranno le note di questo concerto voglio analizzare gli ultimi tre\ quattro dischi, perché credo che un tema ricorrente sia quello degli affondati. In Long and wasted years, ho notato la ingenua illusione di chi si è felicemente sposato, con grandi illusioni e si ritrova su un letto sfatto senza nulla da dirsi, così in Mississippi, per chi parte per la città con tanti legittimi sogni e si ritrova anni dopo con una valigia da fare e un sacco di sogni affondati.
Storie di normali sconfitte. Quelle della maggior parte di noi umani, temi checoviani e carveriani.
Ciao!!!! Quinn.

Grazie Quinn, concordo con le tue parole. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10473 - zoppasm

Oggetto: Bob Dylan su Ulisse, il magazine di Alitalia

https://medium.com/mitologie-a-confronto/bob-dylan-e-litalia-f5620090d3b5

Ciao, Marco

 

Grazie per la segnalazione Marco, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10472 - mattetu

Ho notato che qualcuno ha caricato il concerto del 3/4 all' auditorium in versione quasi integrale (manca solo il bis) in qualità abbastanza buona a questo indirizzo:

https://www.youtube.com/watch?v=uBeOC1LXx5c&t=1516s 

Dopo averlo ascolato mi sono resa conto di come sia di fattura superiore rispetto alle esibizioni del 4 e del 5.

Grazie per la segnalazione, alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10471 - samuconf93

Ciao carissimo Mr. Tambourine!
Nel salutare te e tutti i membri della mitica Farm volevo dire che ho girato io il video di Bob nel backstage di Verona. Il Nostro esce dal bus sempre intorno alle 20 e l’ho atteso con ansia dietro le transenne: sembrava molto in forma. Ho potuto poi ammirarlo nell’Arena a soli pochi metri di distanza da lui (ero in terza fila di fronte al pianoforte). Concerto stupendo.

Ne approfitto per dirti che il 1º Dylan Day forlivese si terrà ufficialmente venerdì 25 maggio. A giorni ti invierò la locandina ufficiale!

Un abbraccio, Samuele

Giustissima precisazione, dare a Cesare quello che è di Cesare ed a Samuele quello che è di Samuele! Resto in attesa della locandina, alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 7 Maggio 2018

Talkin' 10470 - iosella.sommovigo

Ho letto in molte recensioni riferimenti alle condizioni fisiche di Bob Dylan e alla sua difficoltà a camminare e a muoversi. Anch’io avevo notato questo al concerto di Roma. Ho avuto poi la fortuna di assistere ai concerti di Milano e di Verona. Splendidi, voce magica, presenza magnetica, grande intesa con i musicisti, tutti suonano in modo superbo. Tutte cose ribadite già dagli altri in modo molto più efficace. Però ho notato una cosa. Mi è capitato di vedere uscire Dylan dagli Arcimboldi dopo lo spettacolo e vi posso assicurare che cammina in modo spedito e ben diritto. L’ho visto solo di schiena, con ancora gli abiti di scena mentre si dirigeva svelto al bus. Non c’era alcuna incertezza nei suoi movimenti. Lo stesso a Verona. L’ho visto mentre scendeva dal Suv, ben nascosto dal cappuccio, ma anche in quel caso non c’era incertezza nel camminare, come in effetti si nota sul palco. Mi viene da pensare che questo sia il suo modo di muoversi sul palco, forse con circospezione e cautela per non cadere, come è avvenuto ad altri musicisti, o forse perché è una persona schiva e solitario e non ama la folla. Il motivo non lo posso sapere, ma quando non è sul palco cammina senza incertezze. E questo mi fa ben piacere perché spero, come tutti voi, di rivedere Dylan ancora cento e cento volte sui palchi. Lunga vita e prosperità a tutti. Iosella.

Ciao Iosella, testimonianza più che fedele la tua, niente può testimoniare questo tipo di cose meglio degli occhi, vedi e capisci. Ti ringrazio e ti dico che credo anch'io che la sua apparente difficoltà sul palco potrebbe essere dovuta a cautela per non inciampare e cadere, la scena attuale non è molto illuminata e quindi inciampare in un filo è facilissimo, altro motivo potrebbe essere la stanchezza fisica che alla sua età e dopo 2 mesi di tour è più che umano avvertire, e terzo potrebbe anche essere un atteggiamento che gli viene spontaneo, come quello di stare sempre a gambe divaricate. Ma in fondo che conta è quello che si vede, tu ed altri l' avete visto camminare normalmente, quindi sgomberiamo il campo da ipotesi preoccupanti ed ingiustificate. Lo riaspettiamo tutti l'anno venturo per nuovi concerti, per aver la possibilità di condividere ancora con lui tempo e spazio. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10469 - farinaandrea18

Oggetto: Never ending tour....never ended love

Buongiorno Maggie's Farm !!......E' la prima volta che Vi scrivo pur essendo un assiduo frequentatore di questo splendido sito ormai da svariati anni. Scrivo dopo aver visto il mio 12° DYLAN-live (Genova 25/4), ho cominciato il mio personale never ended tour quando avevo solo sedici anni (avignone 1981), ho visto il grande BOB nel tour insieme a SANTANA e JOAN BAEZ, l' ho visto insieme a VAN MORRISON, l' ho visto in tutte le salse ma ancora adesso che sono ormai oltre i 52 non finisco di emozionarmi ed esaltarmi quando ascolto la sua unica/magica voce.
Ho conosciuto Dylan attraverso le musicassette che portava a casa mia sorella (5 anni piu' grande di me).....erano forse gli anni di SLOW TRAIN COMING, avevo comprato un "greatest hits" e mio ero innamorato delle canzoni piu "facili"...BLOWIN' IN THE WIND, HURRRICANE, KNOCKIN ON HEAVENS DOOR; facevo ancora le superiori quando insieme ad un amico decidemmo di imbarcarci su un pullman "organizzato" da una radio locale che ci portava fino ad Avignone (da Sanremo) per il concerto di BOB, ricordo ancora con emozione la presenza sul pulmann di una ragazza con lunghi capelli biondi che con una splendida voce e con la chitarra suonava e cantava "SARA". Gli ingredienti per far scoccare una scintilla c'erano quindi proprio tutti,la ragazza la persi di vista, ma l' amore per Mr, Zimmerman che mi accompagna da una vita forse esplose proprio li.

Ripartiamo dal fondo !!...Genova 2018 : concerto splendido a mio modo di vedere, ho trovato il suono della band molto intenso, compatto, potente (giudizi da appassionato ma non musicista-purtroppo), ho trovato la voce di BOBBY piu' nitida e grintosa che mai, sembrava proprio avesse voglia di farsi sentire (non sempre ho avuto questa sensazione); l' atmosfera anche grazie alla scenografia del palco era magica, io che sono per cosi' dire un "tranquillo impiegato di provincia" quando vedo e sento Bob perdo il controllo e ho dei seri problemi a star fermo sulla seggiolina senza potermi muovere al ritmo della musica (lo trovo innaturale), lo confesso Dylan mi trasforma, i miei vicini di posto hanno dovuto sopportare il mio continuo muovermi e i miei urletti e canti deliranti.
Cosa ci posso fare ?! ....... Forse è proprio per questo che sto scrivendo per confessare e condividere questa infinita passione, mentre scrivo ascolto JOHN WESLEY HARDING, e trovo che la voce del "nostro" sia qualcosa di prodigioso, intrisa di drammaticita, di ironia, di dolcezza, a volte piu' tagliente a volte piu' limpida o suadente; questa voce unica che mi ha rapito ancora fanciullo e che mi sono portato dietro senza sosta e senza mai smettere di emozionarmi fino ad una età piu che matura.
Chi ama Dylan lo fa senza se e senza ma, e' vero che forse e' scontroso, antipatico, che non comunica, che non ti lascia cantare le sue canzoni ai concerti.....ma Dio mio questo e' DYLAN !!! prendere o lasciare!!!
MI sono molto divertito all' uscita del concerto di Genova dove sulle scale del palazzetto c' era un tipo che con chitarra e armonica cantava in modo classico i pezzi piu famosi di Bob, io e parecchi altri ci siamo goduti la situazione cantando insieme a lui, ma questo happening imprevisto ha dato modo di ascoltare i commenti post concerto sull' esibizione di BOB, non mancavano i delusi che speravano di assistere ad una performance del genere anche all interno del palazzetto, un signore esclamava "se lo sapevo invece di spendere 90 euro me ne stavo qua fuori che mi divertivo di piu !!!.... ah ah ah".
Eh vabbe !!! Ci sta tutto, gente che non vedeva Dylan da anni, gente che se lo ricorda o immagina versione boy scout "fate l' amore non fate la guerra", mi spiace per loro, BOB DYLAN ogni giorno è una cosa diversa, nuova, inafferrabile, indecifrabile.......forse per questo il mio inseguirlo la mia voglia di sentirlo non finiscono mai.
Mi piacerebbe però sapere, magari proprio da voi di Maggie's Farm, qualcosa di piu sul DYLAN privato, su questo omino misterioso che ha 77 anni !!! Passa circa un terzo della sua vita su un pulmann in giro per il mondo per questo inspiegabile a affascinante .....tour senza fine.........a proposito sono anche io del parere che prima che il corpo lo abbandoni potremmo rivederlo ancora live....con la sua non voglia di comunicare, con la sua non voglia di spiegare, con la sua non voce che mentre scrivo mi fa ancora e sempre commuovere.
Un abbraccio a tutti......dylaniani,dylaniati,dylanologi. ANDREA, Sanremo 5/5/2018

Caro Andrea, spero di rileggerti ancora su queste pagine. Ho molto apprezzato quello che hai scritto, le tue parole sono intrise di amore dylaniano al di la di tutto, se canta bene, se canta male, se saluta, se non saluta, etc...etc...con le solite banalità, ovvietà, lamentele e lodi! Come dici tu su Bob ci sta tutto, ed i fans a volte si inventano frasi astruse solo per apparire più saccenti dei banali fans che di Bob sanno tutto! Purtoppo, se potessi sapere qualcosa sulla sua vita privata ti giuro che scriverei un libro, ma la realtà è che nessuno, a parte quelli che vivono e lavorano per lui, può sapere come si svolge la vita privata di Bob. Forse coloro che lo frequentano giorno dopo giorno possono conoscere le sue peculiarità materiali, come si esprime, quali sono o potrebbero essere le sue reazioni di fronte a diversi tipi di cose, ma sapere cosa pensa Bob credo sia impossibile anche ler loro. Dobbiamo accontentarci di quello che possiamo vedere sul palco, e già questo non è poco! Ricordo che moilti altri artisti alla sua età si sono già ritirati dalle scene da un bel pezzo, invece Bob, nel bene o nel male, nel bello o nel brutto, il suo centinaio di concerti lo spara tutti gli anni. Ti giuro che fare cento concerti in un anno è uno sforzo davvero notevole anche per un ventenne, figuriamoci per uno di 77 anni. Cento concerti all'anno significano in parole povere un concerto ogni tre/quattro giorni in luoghi diversi, nazioni e città diverse, cambiare cibo, aria, ambiente ed abitudini quasi tutti i giorni, e se anche se il tour/bus è senz'altro arredato meglio di casa mia e gli alberghi dove si ferma sono della migliore categoria, gli agi non tolgono certo la fatica di percorre ogni anno migliaia di chilomentri. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10468 - alberto.calogero

Oggetto: Barbara Belloni Band ed altro

Ciao Mr.Tambourine,
desidero innanzitutto ringraziare te ed Angelo per la talkin' 10453 con cui avete segnalato alla Farm il concerto della Barbara Belloni Band dedicato a Bob Dylan, band che non conoscevo prima. Senza questa segnalazione mi sarei perso un gran bel concerto che mi sono potuto godere ieri sera (4 maggio) al “Beavita” di Padova.
Tutta la band mi è piaciuta veramente tanto, a cominciare dalla cantante (voce grintosa, molto soul). Molto bravi ed affiatati tra loro anche gli altri 5 componenti della band (due chitarre elettriche, basso, batteria e tastiere). Hanno eseguito i brani in modo sentito, efficace ed asciutto, senza fronzoli inutili. Ottimi anche gli arrangiamenti dei brani di Dylan, non scontati, comprese le belle armonie vocali in alcuni pezzi da parte di tutti i musicisti della band.
Il concerto è iniziato con Tangled Up In Blue ed è finito con Like a Rolling Stone. In mezzo una scaletta ricca, tra cui mi ricordo in particolare Slow Train (la versione mi ha riportato alla mente quella con i Grateful Dead di “Dylan & The Dead”), Mr. Tambourine Man, The Man In Me (gran bella cover), Knockin’ On Heaven’s Door (è impresa ardua rifare questo pezzo, è facile cadere nell’effetto karaoke, ma la band di Barbara Belloni è riuscita pienamente nell’impresa con un’eccellente cover), This Wheel’s On Fire, Blind Willie McTell, Sweetheart Like You, Man Gave Names To All The Animals, Man In The Long Black Coat (mancavano solo i grilli!), Girl From The North Country, Ballad Of A Thin Man, All Along The Watchtower, The Weigth (di The Band, anche questa cover molto bella). Sicuramente ho dimenticato per strada qualche altro brano.
In conclusione, gran concerto e grande band che consiglio vivamente a tutti di non perdervi se vi capiterà l’occasione. Penso che anche a Bob sarebbero piaciuti molto!
Colgo infine l’occasione per dire due parole sulla talkin' 10458 di Michele Lenzi e sulla tua risposta.
Anch’io ho notato (al concerto di Jesolo dove sono stato giovedì 26 aprile e che mi è piaciuto tantissimo) e sono rimasto impressionato dalla netta differenza nel canto di Dylan quando esegue gli standards del repertorio sinatriano rispetto a quando canta le sue canzoni.
Ma non credo proprio che c’entri nulla la tecnologia. Credo invece che si tratti esclusivamente dell’approccio, direi religioso, di Dylan nell’affrontare quel repertorio di standards che per lui è “sacro”, come se in quei momenti del concerto aprisse il libro dei salmi. Ovviamente esagero, ma la sensazione che ho avuto durante il concerto è proprio questa ed è la stessa che ho avvertito quando ho ascoltato il primo capitolo della saga sinatriana (“Shadows In The Night”) su cui avevo scritto una talkin' a suo tempo.
Anche il fatto che solo per l’esecuzione di quei brani Bob si sposti al centro del palcoscenico armato solo dell’asta del microfono, rende l’idea del momento speciale che si apre durante il concerto quando canta quelle canzoni.
Penso inoltre che questo fatto confermi che Dylan non è per niente costretto dall’età o da altri accidenti a cantare le sue canzoni come le canta oggi in tour ma sceglie di cantarle così, è così che oggi le sente, le vive e quindi le esegue. Se volesse sarebbe ancora pienamente in grado di cantarle in modo fedele alle originarie linee melodiche, come fa con gli standards del repertorio di Sinatra.
Che ne pensi? Un caro saluto, Albert “Milkwood”


Allora caro Albert, per quello che riguarda la Barbara Belloni Band, il cui video si può vedere su youtube all'indirizzo linkato sotto:

https://www.youtube.com/watch?v=s-XyIo2ya58

Concordo con te, tutto molto buono, peccato che il suono della clip sia un pò "impastato", ma questo non è colpa della band ma di come e con cosa è stato registrato.

Invece per gli altri argomenti lasciami dire che ognuno di noi scrive le senzazioni e le impressioni come le sente, in parole spicciole tutte le opinioni sono ugualmente valide ed apprezzabili, ma sono pur sempre opinioni personali e qualche volta ci possono azzeccare e qualche volta inveve no. Anche tutto quello che scrivo io nelle mie risposte è solo il frutto del mio modo di vedere le cose (a parte quando cito avvenimenti dimostrati), quindi anch'io sono soggetto alle vostre critiche e contestazioni come chiunque manifesti un'idea personale sulla vita e sul lavoro di Bob. Spero di essere sempre il meno banale possibile e di saper essere interessante per coloro che leggono Maggie's Farm quotidianamente. Naturalmente, non avendo la verità in tasca, ammetto di essere fallibile come chiunque altro! Spero che nel caso dovessi scrivere qualche stupidata mi saprete comprendere e perdonare! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 5 Maggio 2018

Talkin' 10467 - catestef

Devo dire che è curiosa questa cosa di Dylan che si muove con problemi sul palco il perchè è nel video che ho visto.
Anche io che ero a Verona abbastanza vicino (nel parterre) al palco ho visto Dylan che si muoveva con difficoltà evidenti mentre camminava quelle poche volte che faceva la spola dal piano al microfono e cosi è stato anche al concerto di Roma.
Ne approfitto per dire che entrambi i concerti che ho visto sono stati belli e confezionati per il pubblico per essere belli, puliti e perfetti senza sbavature. Ritornando a Dylan aggiungo che anche quando sta al microfono in piedi sembra che fatichi ugualmente non solo quando cammina.
Però poi ho visto un piccolo video su youtube di Dylan che si avvia per entrare nell'arena di Verona e cammina a passo spedito. Comunque al di là di tutto a 77 anni Dylan sta più che in forma.


https://www.youtube.com/watch?v=QbbJKKGM1SM

Stefano C.

Ciao Stefano, mi sembra che nel video Bob, che è sceso dal Beat The Street-Bus per entrare in Arena, cammini normalmente e non a passo spedito. Certamente. come hanno notato in tanti, se fatica a muoversi normalmente sarà perchè probabilmente la stanchezza del tour si fa sentire, specie in un uomo di 77 anni. Come hai detto tu il concerto sembra confezionato su misura per evitare sbavature ed imprecisioni, ma mi fa pensare che tutto questo faccia perdere allo spettacolo un pò di freschezza e spontaneità, togliere l'imprevedibilità a Dylan è stato come il passaggio in Formula 1 dai motori aspirati agli attuali ibridi turbocompressi che ha smorzato l'urlo dei motori con grande penalità per lo spettacolo. Lo show di Bob è ora quasi perfetto (la perfezione dipende molto anche dalle caratteristiche delle venues, da come "suonano", da come smorzano gli echi evitando sovrapposizioni fastidiose di suoni), come uno spettacolo teatrale nel quale gli attori recitano all'infinito le stesse battute ogni sera, e per quanto uno possa essere un bravo attore alla lunga perde in spontaneità. Però, leggendo le recensioni dei concerti di quest'anno, sembra che alla lunga questo show "preconfezionato" abbia dato risultati eccellenti e di alto gradimento da parte del pubblico, perciò, visto che piace alla maggior parte della gente va bene così. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10466 - Kantos

Oggetto: Bobby come sta?

Salve a tutti, scrivo dopo i messaggi di The mighty quinn e di Tiziano (talkin' 10454-459), che riflettevano/si interrogavano sulle condizioni fisiche complessive, voce compresa, del nostro, fermo restando il livello altissimo degli ultimi concerti, come da unanimi recensioni di stampa, anche straniera (bellissime soprattutto le recensioni di area tedesco-austriaca, dedicate a quello che è chiamato, semplicemente, Meister, Maestro).

Io ero agli Arcimboldi, piuttosto vicino come postazione, e ho potuto seguire con oggettivo (sia pur commosso) interesse anche quanto segnalato dagli amici nelle loro note. Il pathos della serata milanese, che teneva profondamente avvinto il pubblico, era dato anche dalla discrepanza tra un carisma artistico-umano eccezionale e uno stato fisico che mi è parso realisticamente provato, comunque in linea con gli anni e con una vita di sicuro non al risparmio. Dylan sembra muoversi a fatica, con problemi di deambulazione e di postura; di profilo risulta molto curvo, con una testa sproporzionata rispetto al corpo gracile, tanto che, sul momento, ho pensato a un famoso ritratto leopardiano. His band lo segue meravigliosamente, in modo molto vigile, e non solo sul semplice piano musicale.
L'eleganza complessiva della scena, con tutto armonizzato (colori, luci, abbigliamento, suoni, voci) è di quelle che non si dimenticano; nel fondale scuro, spiccavano tre cose: la gran massa ricciuta dei capelli, ben acconciati; il busto di alabastro della poesia; gli stivali texani bianchi che non hanno smesso un attimo di vibrare e di trasmettere il ritmo all'intera sala, ribadendo a Dylan la paternità della musica contemporanea.
La concentrazione e la lucidità intellettuale, psicologica e artistica di Dylan sono assolute e invidiabili; anzi, risultano, alla luce delle sue difficoltà fisiche, francamente ammirevoli, con la percezione di una grande coscienza professionale e di un carisma generosamente offerto al suo pubblico. che diavolo avrebbe dovuto dire Dylan durante lo spettacolo più di quello che la sua arte già esprimeva e che la sua abnegazione metteva a disposizione degli altri? insomma, chi doveva dire "grazie": lui, o al contrario noi? ma questa è tutta la sua vita, ed era evidente che arte e vita correranno parallele per quanto gli sarà dato.
La voce certo era logora, ma anche piacevolmente brunita, con un eccellente fraseggio, e in alcuni momenti era declamatoria come si addice a un bardo padrone assoluto del suo mestiere e ben consapevole del proprio ruolo e del proprio magistero, che intende orgogliosamente onorare. Rispetto ad anni addietro non c'era quel tono nasale querulo e persino sgradevole. Vocal coaching attento? Microfono di ultima generazione? Interventi alle corde vocali o al setto nasale? Cosa importa saperlo, di fronte a una serata eccezionale alla quale abbiamo avuto il privilegio di partecipare.
Da ultimo, una riflessione sulla scaletta. Certo, l'esordio fa ben presente che i tempi sono cambiati e la gente è impazzita e dunque non ci crediamo più tanto alla possibilità di incidere sulle cose, ma la conclusione martellata del bis inchioda in modo perentorio, come fossero le trombe del giudizio, i nostri compromessi, le nostre ignavie quotidiane, il nostro chiudere gli occhi da benpensanti pseudo-intellettuali. Dylan, insomma, è ritornato, anzi, non se ne è mai andato e, persino, non se ne andrà mai via. vero, Mr. Jones?
buona giornata, Antonia.

Grazie Antonia, avrei voluto aggiungere qualcosa ma hai già detto tutto tu!!! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10465 - dinve56

Oggetto: Dylan ancora in Italia?

Salve Mister,
credo e spero che Bob torni in Italia. Non so se abbia manifestato stanchezza, perchè al teatro degli Arcimboldi non ho potuto vederlo da vicino; dal posto che occupavo ho appena intravisto l'inconfondibile testa riccia, ma per me è stato importante sentirlo dal vivo, poichè credo che comunichi attraverso l'ascolto e non attraverso la vista. La sua voce non la dimenticherò e spero di riascoltarla. Tutti noi lo ammiriamo e lo aspettiamo ancora nel nostro Paese. Lunga vita! Carla.

Cara Carla, finalmente hai potuto vedere e sentire Bob. Son certo che per te sia stata una esperienza entusiasmente. Per quanto concerne il suo ritorno nel Bel Paese dipende dalla salute di Bob, se in futuro sarà in forze come ora puoi star certa che lo rivedremo ancora! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10464 - madiatto

Oggetto: Concerto di Genova

Ciao Mr Tambourine,
ti scrivo per dare notizia di un episodio curioso capitato in occasione del concerto genovese (concerto magnifico!).
Faccio parte dell'orchestra del teatro lirico della città, il Carlo Felice. La mattina dopo il concerto di Bob, durante la prova con l'orchestra il direttore - l'australiano Daniel Smith - commette qualche errore di concentrazione, dopodiché si ferma e "confessa" tutto: la sera precedente al concerto di Dylan Tony Garnier si è presentato in teatro ed ha assistito alla prova della Traviata che vi si stava svolgendo.
Pare che sia un grande melomane, ed è rimasto entusiasta dello spettacolo. Dopodiché ha invitato il Maestro al concerto e... alla successiva festa organizzata probabilmente per pochi intimi!
Smith naturalmente non ha voluto scendere nei dettagli ma ha lasciato intendere che ne stava ancora scontando i postumi!

P.S. Dylan alla festa non si è fatto vedere, è salito sul palco all'ultimo istante ed era già sul pulmann appena riaccese le luci del palazzetto... solitary man!

Ti allego due foto di Tony Garnier in visita al teatro Carlo Felice (dalla pagina facebook del Teatro)

Marco65


   

Grazie Marco, le curiosità sono sempre molto gradite dai nostri lettori! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 4 Maggio 2018

Talkin' 10463 - mauriziolongo

Oggetto: Verona

Ciao Mr.Tambourine,
dopo la serata per pochi intimi, tipo Supper Club, di Jesolo ieri in Arena a Verona c'era il pubblico delle grandi occasioni e nonostante questo, il nostro non si è scomposto di un millimetro e ha fatto lo stesso show della sera prima senza concessioni particolari, nonostante fosse l'ultimo show del tour.
La memoria è volata a 34 anni fà al primo concerto italiano, allora quindicenne non stavo nella pelle ed il concerto fu il disastro che tutti ricordiamo, ieri sera nelle stesse gradinate di allora mi sono goduto uno spettacolo perfetto, senza la tensione di allora e con un Dylan totalmente diverso e molto più accattivante..... dell'84 rimpiango solo gli anni che avevo!
L'Arena era piena, ma diciamo che si stava molto comodi ed il pubblico è stato come al solito composto, non c'è stata la ressa sotto il palco nei bis, come a Jesolo, e tutto è filato liscio.
Gli highlight di questo tour sono certamente stati "Thunder on the Mountain" (che è riuscita a scaldare anche Verona), "Desolation Row", "Don't Think Twice" (accolta sempre da ovazioni) e per me "Tryin' to Get to Heaven", che adoro.
Ho visto tre concerti simili, ma non uguali e dopo la "litigata" che ho fatto a Lucca nel 2015 con il nostro eroe, adesso ho fatto pace ! Alla prossima.

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Talkin' 10462 - sebastiano.giulia

Oggetto: Verona.....e questa???

Una bella serata all'Arena di Verona: il sole scende lentamente ma colora di un caldo oro l' Arena che va via via riempiendosi, gli ultimi frettolosi che prendono posto in platea due minuti prima dell'inizio, il cielo si scurisce per lasciare brillare la luna che illumina il pubblico con la sua pallida luce. E via con il concerto. Dotato stavolta di un buon cannocchiale, dall'alto delle gradinate me le sono visto quasi "da qui a lì": ho colto alcune espressioni veramente potenti del volto, nei momenti più intensi del suo cantare, che indicavano una vera partecipazione al brano, e non la noia e la piattezza che alcuni spettatori (quasi certamente lì perché "Sai, sono venuto a vedere questo Nobel...") hanno commentato alla fine. E' stato un buon concerto, alla pari di quello di Mantova a detta di tutti noi compagni di concerti, e apprezzato da una coppia di tedeschi seduti vicini a me che si sfidavano a riconoscere i brani, comunque da un marchigiano sessantasettenne che pareva conoscere tutto di Bob (ma si capiva appena letto da qualche generico sito internet). Anche se in buon numero, ho notato che c'erano meno giovani rispetto ad altre occasioni. Beh, siamo rimasti soddisfatti anche questo giro e lasciandoci ci siamo chiesti cosa ci potrebbe riservare per il prossimo futuro.

E tornato a casa, il mattino dopo mio figlio mi manda una mail con questo oggetto: bob drinks"

https://www.nytimes.com/2018/04/28/business/media/bob-dylan-heavens-door.html

Vedete voi! Riccardo.

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Talkin' 10461 - paolo.manclossi

Dopo aver visto il concerto agli Arcimboldi con il nostro in ottima serata e con versioni tra le piu' belle da me sentite nel corso degli anni mi sono gustato la bellissima esibizione all'Arena di Verona. Un Dylan in grande serata ha cantato o meglio ha declamato le sue canzoni rasentando la perfezione espressiva con il supporto di una band eccezionale che sappiamo capace di suonare ogni genere possibile con eguale maestria, blindata, salvo rari momenti, a fare da accompagnamento ma con riff solistici di effetto. Ma soprattutto un Dylan in grande serata capace di convogliare su di se' emizioni forti. Tra piccole perle sparse a brillare su tutte come una come una canzone nuova diversa dall'originale "Tryn' To Get To Heaven"....una magica "Desolation Row"...una "Long and Wasted Years" coinvolgente e a chiudere il cerchio una "Ballad Of Thin Man" magistrale. Ma tutto il concerto e' stato un grande concerto.

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Talkin' 10460 - giorgio.malesani

Oggetto: Dylan in Arena

Ciao amici di MF. Sono Giorgio da Verona e ovviamente... ero al concerto di Bob in Arena. Splendido concerto, ovviamente per chi ama Dylan e lo conosce. La voce di Bob risonava perfettamente, cosi' come il suono della band, grazie anche all'acustica dell' Arena di Verona che, come si sa, e' la migliore del mondo. Si puo' suonare e cantare in acustico anche senza microfono ed amplificatore. Lo sapevate? Alcune persone al mio fianco erano andate ai concerti di Milano e Mantova e hanno detto che la voce ed il suono non erano a tale livello. Puo' darsi lo stesso che Bob faccia uso di qualche strumento ma non credo. Non suonando il pianoforte si concede maggior concentrazione di energia nella voce. Piuttosto, non riesce a camminare. Si alza e risiede al buio ed usa l'asta del microfono anche come sostegno. Cos'ha alle gambe? Io so che Bob e' sempre andato a cavallo per passione. Tanti fantini hanno problemi alle gambe come tanti calciatori. Speriamo non abbia nulla di serio!
A presto, Giorgio da Verona
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Giovedì 3 Maggio 2018

Talkin' 10459 - xxxxxxx.xxxxx

Oggetto: Difficoltà

Ciao Mister Tambourine,
relativamente ad una e-mail da te pubblicata di uno spettatore di Jesolo (Talkin'
10454 - memento69) vorrei confermarti che anche a Genova Dylan si è mosso con molta fatica tra un microfono e l'altro. Ne ha fatto cadere anche uno involontariamente. A riguardo ritengo per inciso sia utopico pensare che possa suonare la chitarra se non da seduto, per un pezzo o due. Anche Tony Garnier che ho rivisto dopo qualche anno seppur in ottima forma è apparso ingobbito da anni e anni con il basso in spalla. Poca roba rispetto a Bob, ma mi ha fatto pensare, riflettere. Si pensa sempre che questa gente faccia la vita che tanti vorrebbero fare, ma la vita segna anche loro, giorno dopo giorno.
Comunque Bob è stato stupendo. Soon after Mignight è stata splendida, stupenda Don't think twice, e tutte le altre, vecchie e nuove.
Rds arena ben piena, gremita. Sono ancora ricolmo di tanta bellezza. Penso, credo che sia l'ultima volta di Dylan in Italia, penso sia per questo che ha aggiunto le tre date sulla Genova\ Venezia. Ma vedremo.
Things have changed come canzone singola, fa ragionare sui nuovi tempi che oggi viviamo. Ci sono tanti luoghi comuni su Bob, ma uno è acclarato: è sempre stato ed è un profeta. Ha sempre visto le cose prima anche in questa bellissima canzone in cui gioca su Times e Changin'. Inutile mi dilunghi.
Grande Genova, chi la conosce sa che sorprende sempre per organizzazione, nessuno penserebbe di uscire in men che non si dica da quello che da fuori sembra un groviglio di strade inintelliggibile, invece è tutto molto più semplice di quel che sembra. La gente poi dell' Italia costiera è proprio diversa da chi vive nell'Italia Pedemontana.
Grande serata, la porterò con me per sempre!
The Mighty Quinn


Ciao grande Quinn, come vedi ho rispettato il tuo desiderio di anonimato. Come ho già detto gli anni pesano e quando si è oltre i 70 pesano il doppio, si perde il vigore fisico a vista d'occhio e non puoi farci niente. Dylan, per quanto eccezionale come mente, è pur sempre un uomo come tutti noi, soggetto alle leggi fisiche che ci obbligano ad un  regresso più o meno veloce, quindi anche lui, sottoposto agli sforzi di un tour di due mesi credo ne risenta più di altri suoi colleghi più giovani. Non ci si può far niente, è un peccato ma purtroppo è una cosa che tutti devono accettare. Non giurerei che questa sia stata l'ultima volta che Dylan è venuto in Italia, io credo che continui questa vit,a potremmo dire zingaresca (nel senso del girivago), finchè una malattia non lo blocchi seriamente, e se avrà la fortuna di non subire malattie, una sera o l'altra, si accascerà sul palco sorridendo dando così l'addio ai suoi fans proprio come ha sempre desiderato. Con Dylan mai dire mai, io credo che se tutto continua come oggi avremo l'occasione di rivederlo ancora sui nostri palchi. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10458 - mike.lenzi

Ho assistito al concerto di Dylan all'Arena di Verona. Mi sorge un piccolo dubbio. Quando Dylan ha cantato i pezzi standards al centro del palco mi è sembrato che la voce sia stata un pò più pulita, più intonata come se il microfono fosse stato "tarato" per quei pezzi. Spazzo subito via un concetto: non parlo assolutamente di playback.
Michele Lenzi

Caro Michele, oggi ci sono decine di effetti elettronici che servono a migliorare la voce ed eliminare imperfezioni o piccoli cali e piccole eccedenze di intonazione. Certamente il più efficace è "Auto-Tune", un software creato dalla Antares Audio Technologies nel 1997 per manipolazione audio che permette di correggere l' intonazione o mascherare piccoli errori o imperfezioni della voce. Poi ci sono i "Vocal Harmonizer" che servono a raddoppiare la voce (come se fossero due persone a cantare nella stessa identica tonalità e timbrica all'unisono, oppure associare la propria voce ad altre generate artificialmente per creare armonie corali. Naturalmente sono aiuti notevoli, eticamente discutibili, ma i risultati sono sempre belli e quindi molti cantanti professionisti fanno uso di questi aiuti artificiali. Certamente ricordiamo che tre o quattro anni fa la voce di Dylan era proprio "rotta", disarmonica e che spesso non riusciva a tenere le note senza mettere in evidenza piccoli difetti di calo di intonazione. Poi l'anno dopo si ripresentò con una voce bella piena, non più calante, più corposa, tant'è vero che anch'io ipotizzai un intervento alle corde vocali che avesse ripulito la voce di Bob. Se vuoi sentire la differenza tra una voce normale ed una filtrata con l'Auto Tune clicca il link sotto:

https://www.youtube.com/watch?v=pg9rviCpopw

In conclusione non escluderei che anche Dylan ora faccia uso di un auto tune e di qualche tipo di armonizzatore vocale, nei dischi tutti i cantanti usano questi accorgimenti e negli ultimi anni anche cantanti famosissimi hanno dichiarato di fare uso di questo effetto anche dal vivo, quindi perchè stupirsi se la voce odierna di Bob sembra molto più bella di quella di alcuni anni fa. L'auto tune non cambia la voce o il charisma o la suggestività della voce, migliora solo la pienezza timbrica e corregge i piccoli difetti di intonazione, quindi perchè no? Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10457 - zoppasm

https://medium.com/mitologie-a-confronto/leonard-cohen-bob-dylan-e-il-cristianesimo-182a43e7f930

Un saluto, Marco.

Grazie per la segnalazione, live long and propser, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 2 Maggio 2018

Talkin' 10456 - barbarabelloni

Salve, desideravamo ringraziarvi per la segnalazione del nostro concerto del prossimo 3 maggio (non 3 aprile, come indicato) sul sito maggiesfarm.eu!
Il contesto è veramente di classe, dato che la cantina Fasol&Menin è particolarmente rinomata ed anche famosa per ospitare diverse realtà musicali, per cui per noi non può che essere un onore!
Vi segnaliamo anche che il giorno dopo siamo a Padova, al BeaVita Pub di via Palestro 62/1.

Grazie ancora e, come dite anche voi, live long and prosper, Mr. Tambourine! :-)

Barbara Belloni Band

Ciao Barbara, per la Fattoria è un dovere ed un piacere segnalare ogni evento che riguarda Bob, auguro a te ed alla tua band una bellissima serata! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10455 - mauriziolongo

Oggetto: Jesolo

Ciao Mr.Tambourine,
Il concerto di Jesolo è stato il pìù intimo che ricordo di aver visto, poco pubblico e palazzetto mignon, chiamarla arena è un'esagerazione!
Arrivo a Jesolo dopo una giornata di lavoro in Emilia, scendo dall'auto e sento subito l'aria di mare, del mio mare, visto che da una vita vado a rifarmi la tinta nelle spiagge jesolane.
Incontro Antonio Terni della cantina Le Terrazze, produttore del vino autografato da Dylan, Sexton passa inosservato tra la fila all'ingresso, il pubblico è per lo più locale e come ripeto spesso è stato un pò freddino, i miei conterranei sono dei "diesel", ci mettono tempo a scaldarsi!
Concerto ottimo, la band gira a meraviglia e il nostro è in forma, stessa scaletta di Mantova ma esecuzioni molto più precise, Love Sick stupenda e anche il finale di Ballad of a Thin Man è stato bello.
Nella strada di casa mi ritrovo davanti i due pullman neri Beat the Street che portano via Dylan, che strano vederli in queste strade, chi l'avrebbe mai detto.... e domani sera Verona, per chiudere il cerchio.

 

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Talkin' 10454 - memento69

Oggetto: Concerto di Jesolo

Ciao Mr. Tambourine Man.
Sono un seguitore seriale del sito da ormai diversi anni e colgo l'occasione per farti i complimenti perchè grazie a te e al tuo costante lavoro riesci a farci iniziare la giornata, collegandosi al tuo sito, con news, aneddoti e quant'altro riguardo al nostro Bob.
Ieri sera sono stato al concerto di Jesolo e volevo darti la mia impressione: il concerto l'ho trovato emozionante, raccolto, intimo come mai mi era capitato; Bob ha cantato con una voce che pensando alle esibizioni degli anni passati credo che tutti fossimo convinti non potesse mai apparternergli. Don't think twice, Simple twist of fate e Desolation Row sono state a mio modesto parere il clou della serata sia per l'importanza dei testi sia per l'emozione che mi hanno trasmesso. Anche i pezzi sinatriani li ho molto apprezzati; e il tutto naturalmente accompagnato da una band ormai molto affiatata. Bob quasi sempre seduto al piano, alle volte riusciva a sovrastare la band col suo pianoforte e mentre lo vedevo suonare con energia sembrava di tornare a metà anni 60 col suo modo di fare da nevrotico impazzito; cosa molto gradita quindi.:)
La serata però mi ha lasciato anche una nota malinconica; mentre faceva i pezzi in piedi al centro del palco, questi sono stati solo 3, ho notato che faceva fatica a rimanere in piedi e quando terminato il brano le luci calavano sul palco si scorgeva la sua sagoma trascinarsi con una certa fatica a prendere posto nuovamente al piano. Volevo chiedere se anche altri Farmers che hanno assistito ai recenti concerti hanno notato anche loro questa sua difficoltà nel restare in piedi e nel camminare. Spero sia solo una mia impressione ma ho avuto conferma anche da altri miei amici che erano più vicini al palco rispetto a me.
Purtroppo il tempo scorre quindi.... LIVE LONG AND PROSPER BOB. E naturalmente anche te Mr.Tambourine.
Saluti, Tiziano.

Ciao Tiziano, non dobbiamo dimenticare che Bob si sta dirigendo a grandi passi (perchè quando si è in età avanzata il tempo scorre molto più velocemente del solito) verso gli 80 anni, quindi non c'è da stupirsi se a volte sembra molto affaticato ed in difficioltà. Teniamo presente che era anche alla fine del tratto europeo del tour 2018 dopo 26 date in due mesi. Nemmeno Bob riesce a fare miracoli!!! Grazie per la tua testimonianza, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Bob produrrà il whiskey “Heaven’s door”

         

Il nostro Bob ha iniziato una nuova avventura, è diventato anche produttore di whiskey.
Dylan ha sempre mostrato interesse verso questo ramo di attività già alcuni anni fa, quando depositò la domanda per registrare il marchio “bootleg whisky“ nel 2015 e la richiesta venne notata da un suo fan e imprenditore del settore Marc Bushala.
Da quel momento Bushala cercò di convincerlo a produrre whiskey e la sua insistenza è stata premiata ora che Dylan ha cambiato nome suo al marchio, “bootleg whiskey” significava “whiskey di contrabbando”, nome non certamente adatto ad un produttore Premio Nobel. Così ora il marchio si chiama “Heaven’s door”, più in armonia dylaniana. Dylan non si è soltanto limitato a registrare il nuovo marchio ma ha voluto diventare socio a tutti gli effetti di Bushala.


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