Salve Mister,
grazie delle informazioni; non è solo "Soon after midnight" ad avere un
testo così amaro, è tutto l'album "Tempest" ad essere una galleria di
ricordi e personaggi angosciati e angoscianti ... eppure è una sequenza
di testi e di musica che ti cattura e ti obbliga all'ascolto fino
all'ultimo emblematico omaggio a John Lennon. Una straordinaria
riflessione sulla mortalità e sulla vita quando, voltandoti indietro,
vedi e comprendi e ricordi lo splendore e la perfezione della gioventù
ormai lontana. Come non rimanere toccati dalla poesia malinconica di
"Long and wasted years"? La grandezza di Dylan è la forza carica di
verità dei suoi testi e quella voce... in "Tempest" davvero un lungo
brontolio doloroso di fronte alla consapevolezza di essere vecchio. Dopo
"Tempest", tuttavia, nuove svolte e nuovi equilibri che sta e stiamo
ancora vivendo. Ed è per questo che Bob è un inguaribile ottimista che
ci spinge a continuare l'avventura di vivere "collegati" alla vita,
nonostante il tempo che passa. Lunga vita! Carla.
Parole sagge Carla,
complimenti! LIve long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Caro Mr. Tambourine,
grazie per la splendida risposta. Ho trovato molto pregnanti le
riflessioni finali sulla cultura americana. Certo la ricchezza
inestimabile dell’arte di Dylan e gran parte del suo fascino vengono
anche e soprattutto dal loro essere espressione compiuta della vasta e
composita cultura di cui il Nostro è figlio e rappresentante. Non è un
caso che lo stesso Prof. Carrera nel pubblicare diversi anni fa il suo
fondamentale “La voce di Bob Dylan” (che resta a mio parere il più
completo studio critico sull’uomo di Duluth pubblicato in lingua
italiana) abbia scelto di sottotitolarlo “Una spiegazione dell'America”,
perché la voce di Dylan, in fondo, è voce dell'America, con tutte le
implicazioni del caso.
Un saluto a tutti i Farmers che hanno avuto la pazienza di leggere i
miei sproloqui per intero. Alla prossima
Edoardo.
Al prossimo sproloquio
Edoardo, la prendo come una promessa! Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Caro Mr. Tambourine,
vorrei fare i complimenti a Edoardo ed a Miscio, impeccabile come al
solito, per i loro interventi su Soon after midnight. In particolare se
è vero, come tu scrivi, che Dylan non può sapere tutto di tutto, è
invece assodata la sua conoscenza delle Child ballads, citate più volte
in tutta la sua produzione. Semmai la questione è relativa
all'interpretazione, cioè se i riferimenti a Tam Lin siano involontari o
se volontari che valenza abbiano.
A me sembra molto convincente l'interpretazione di Miscio, anzi non
escluderei di considerare la canzone una vera riscrittura di Tam Lin. La
lascivia del giovane potrebbe essere testimoniata, invece che
dall'attentare alla verginità delle fanciulle, dalla sua frequentazione
di prostitute (oltre a Charlotte anche la seconda strofa potrebbe essere
interpretata in questo senso, se i soldi Honey non glieli ha presi né
con la violenza né con l'inganno ma è stato lui a darglieli); inoltre il
fatto di aver fronteggiato mura più salde di quelle della ragazza a cui
si rivolege potrebbe essere sempre un riferimento alla sua abilità di
seduttore. La mezzanotte e la regina delle fate che nella ballata hanno
una connotazione magica qui potrebbero riferirsi a un ambiente di
malavita (che il suo giorno cominci dopo mezzanotte indica che il
protagonista agisce sempre nell'oscurità) come anche l'uccisione di Slim
il doppiogiochista. Meno chiara l'immagine bizzarra di alcuni che
ciarlano con voce stridula o allegra (questo dovrebbe significare "to
chirp") mentre muoiono nel loro sangue (a meno che il morire non debba
essere interpretato come immediatamente successivo, sempre poi che
l'espressione non vada intesa in senso metaforico). La verde vestita
Mary potrebbe essere l'equivalente di Janet e forse avere anche lei una
funzione salvifica per il protagonista, specie se la considerassimo in
opposizione a Charlotte vestita di scarlatto (il primo riferimento che
viene in mente è la meretrice di Babilonia). In questo caso avremmo una
contaminazione tra l'immaginario celtico e quello cristiano. L'ultima
strofa ("è ora o mai, più di sempre"), a meno di non interpretarla come
un iperbole, rimarcherebbe come quello sia il momento decisivo della sua
vita, come per Tam Lin che o viene salvato o dovrà finire agli inferi.
Grazie mille per tutto il tempo che dedichi al sito!
Francesco
Ciao Francesco, Dylan certamente conosce
moltissime Child Ballads, però vorrei ricordare a tutti che l'intero
corpus delle Child Ballads consta di 305 ballate numerate
progressivamente, le cui varianti vengono indicate con le lettere
dell'alfabeto (ad esempio, 12a significa la variante a di Lord Randal).
Nell'enumerazione, le
ballate sono usualmente precedute dalla dicitura Child e il numero è
preceduto da un cancelletto (così, ad esempio, Child #58 indica Sir
Patrick Spens). Ogni ballata è accompagnata da un'estesa introduzione e
da un corposo apparato critico che, pur tenendo conto del suo naturale
invecchiamento, rende senz'altro l'opera del Child uno dei più notevoli
risultati nell'intera filologia statunitense, e probabilmente anche nel
campo della filologia dedicata ad opere in lingua inglese. In molti casi
una ballata ha diversi nomi, ad esempio la ballata che narra le gesta di
Sir Eglamore, il cacciatore di draghi, è conosciuta anche con i seguenti
altri nomi ed è elencata al numero 18 e catalogata con il nome di "Sir
Lionel", ma è conosciuta anche come “Sir Eglamore”, “Sir Egrabell”,
“Bold Sir Rylas”, “The Jovial Hunter (of Bromsgrove)”, “Horn the
Hunter”, “Wild Boar”, “Wild Hog in the Woods”, “Old Bangum”, “Bangum and
the Boar”, The Wild Boar and Sir Eglamore, “Old Baggum”, “Crazy Sal and
Her Pig”, “Isaac-a-Bell and Hugh the Graeme”, “Quilo Quay”, “Rury Bain”,
“Rackabello”, “The Old Man and hisThree Sons”. La più antica Child
Ballad, nel senso di quella che ha l'attestazione manoscritta risalente
più addietro nel tempo, è una curiosa ballata di argomento religioso
intitolata Iudas (Giuda; Child numero 23). In essa la vicenda del
tradimento di Giuda Iscariota è presentata con delle caratteristiche del
tutto aberranti: Giuda avrebbe infatti tradito Gesù per essersi fatto
rubare le trenta monete che il Salvatore gli aveva affidato per l'Ultima
Cena; la ladra sarebbe stata la perfida sorella di Giuda. L'attestazione
di tale ballata risale al XIII secolo, ma già essa mostra, in tutte le
sue caratteristiche strutturali, che la ballata popolare angloscozzese
presentava tutti gli elementi di quelle più recenti. Per la sua grande
antichità, la ballata è ancora in Inglese medio (Middle English), la
fase dell'inglese premoderno in cui ad esempio si espresse Geoffrey
Chaucer.
Alcune Child Ballads sono state tradotte in italiano ed eseguite da noti
artisti; è il caso, notissimo, di Geordie (Child numero 209), una cui
versione settecentesca è stata adattata e cantata da Fabrizio De André
(1964) assieme alla sua ex insegnante di inglese, Maureen Rix; oppure di
Mary Hamilton (Child numero 173), tradotta e adattata da Angelo
Branduardi come Ninna-Nanna, o ancora Barbara Allen (Child numero 84),
tradotta e adattata sempre da Angelo Branduardi come Piano piano, e
infine The cherry-tree carol (Child numero 54), tradotta e adattata da
Angelo Branduardi come "Il ciliegio". Constatiamo dunque che il numero è
notevolmente elevato anche senza considerare tutte le variazioni ed è
davvero difficile che uno possa conoscerle tutte nel dettaglio, anche se
si chiama Dylan. Questo non esclude che Bob conosca a fondo la Ballads
di Tam Li che è elencata con il numero 39 e che sia servita di
ispirazione per la triste storia di Soon After Midnight. Bob è uno dei
più grandi calderoni artistici, nelle sue songs si trova di tutto, tutto
ciò con cui è venuto in contatto prima o poi fa capolino da una delle
sue canzoni. Naturalmente non è che deve tenere per forza tutto a
memoria, dopo che si è servito di qualcosa per qualche frase di una
canzone o per una ispirazione di un pezzo potrebbe anche averlo
dimenticato nella sua intierezza, rimangono probabilmente una marea di
dettagli difficili però da ricollegare alle origini. Lo stesso, in
misura piccola, succede anche a noi, chissà quanti libri abbiamo letto
dei quali ci sono rimaste in mente solo delle frasi che ci hanno colpito
per qualche particolare, dimenticando naturalmente tutto il resto della
narrazione, l'esempio tipico sono due frasi di "Via col Vento" diventate
famosissime, cioè "Francamente me ne infischio" e la frase di chiusura
del romanzo "Domani è un altro giorno". La memoria umana è gigantesca,
ma proprio per questo ogni tanto, per far posto a nuove cose ne deve
scartare alcune vecchie. Naturalmente è sempre quasi impossibile
conoscere le verità relative alle canzoni o agli artisti, ma moltissime
ipotesi interessanti, intelligenti ed affascinanti sono apparse su
queste pagine grazie ai vostri bellissimi interventi, e spero che questa
sia un'abitudine che continui a lungo, almeno finchè io avrò fiato per
gestire la Fattoria. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
30 Maggio 2018
Talkin'
10493 - miscio.tux
Oggetto: Soon After Midnight
Caro Mr. Tambourine,
a proposito di "Soon After Midnight", penso che bisognerebbe correggere
la traduzione di "Fairy Queen", come "regina degli omosessuali", cosa
che si potrebbe sostenere solo proponendo un'adeguata interpretazione
che però non c'è. Non si tratta di una "Drag Queen" ma di una vera e
propria fata. Infatti ormai si sa che la canzone è debitrice dell'antica
ballata scozzese "Tam Lin"(1), anche se non sembra una riscrittura in
chiave moderna sul tipo di quella descritta da Carrera nel caso di House
Carpenter e The Man in the Long Black Coat. Sebbene Tam Lin (2) sia una
ballata scozzese, le sue origini nel tempo sono difficilmente
rintracciabili, tanto che alcuni le fanno risalire al racconto (3) del
matrimonio forzato tra Teti e Peleo che compare nell' Iliade (750-725
a.C), un mito che sembra provenire da un'epoca ancora precedente, la
tradizione orale Cretese e forse ancora oltre. La rilevanza che hanno i
personaggi femminili nella storia, però, distingue chiaramente i “fairy
tales” dai miti della tradizione patriarcale classica, mostrandone
l'originalità locale. Cosa racconta questa ballata?
[La maggior parte delle varianti iniziano avvertendo che Tam Lin prende
o un oggetto (un anello o un mantello verde) o la verginità di una
ragazza che passa per la foresta di Carterhaugh. Quando una giovane
donna, usualmente chiamata Janet o Margaret va a Carterhaugh e coglie
una rosa doppia, Tam appare e le chiede perché sia passata senza il suo
permesso, e perché abbia preso ciò che è suo. Janet risponde che
Carterhaugh gli appartiene perché glielo ha dato suo padre. Nella
maggior parte delle versioni Janet allora torna a casa e scopre di
essere incinta; alcune varianti iniziano la storia a questo punto.
Interrogata sulla sua condizione, lei risponde che il padre del bambino
è un elfo e che non lo abbandonerà. In qualche versione le viene
indicata un'erba che induce l'aborto; in tutte le varianti, quando
ritorna a Carterhaugh e raccoglie una pianta, o le stesse rose che ha
raccolto nella sua visita precedente o l'erba (in questione), Tam
riappare e contesta la sua azione.
Lei gli chiede se mai sia stato umano, o dopo questa riapparizione o, in
qualche versione, immediatamente dopo il primo incontro che ha causato
la sua gravidanza. Egli rivela che era un un uomo mortale, che dopo
essere caduto dal suo cavallo, era stato salvato e catturato dalla
Regina delle Fate. Ogni sette anni, le fate danno uno della loro gente
come tassa all'Inferno e Tam teme di essere il prescelto quella notte,
che è quella di Halloween. Poco dopo la mezzanotte, egli deve cavalcare
insieme ad una compagnia di cavalieri. Janet lo riconosce dal cavallo
bianco che monta e da altri segni. Egli la mette in guardia che le fate
tenteranno di allontanarla trasformandolo in ogni sorta di bestie ma che
lui non le farà alcun male. Quando alla fine si trasformerà in un
carbone ardente, dovrà gettarlo in un pozzo, da cui riapparirà nudo
sotto spoglie umane, e lei dovrà nasconderlo. Janet farà quello che le
si chiede e avrà il suo cavaliere. La Regina delle Fate è infuriata ma
riconosce la sconfitta.] (4)
Come di solito accade per i racconti popolari, anche questa ballata ha
infinite varianti e versioni (5), e ci vorrebbero mesi di lavoro per
verificare le corrispondenze. Le connessioni a questa ballata tuttavia
sembrano molto più dirette che non quelle con il “Sogno di una notte di
Mezza Estate” di Shakespeare. Per esempio in questa pagina:
http://plover.net/~agarvin/faerie/Ballads/39BHB.html troviamo
una variazione del 1904 la cui terza strofa recita:
"My name is young Lord Robinson, did you ever hear tell of me?
I was stolen by the Queen of Fairies when I was a young baby.
Tomorrow will be the first of May, we'll all go out to ride;
If you come down to Crickmagh, there we all will pass by.”
[“Sono il giovane Lord Robinson,avete sentito parlare di me?
Sono stato rapito dalla Regina delle Fate quando ero un bimbo.
Domani sarà il primo di Maggio, saremo tutti fuori a cavalcare;
Se scendi a Crickmagh, passeremo tutti di lì.”]
Qui Tam Lin diventa Lord Robinson e del resto è possibile “averne
sentito parlare” come “Two Timin' Slim”, la qual cosa non sarebbe del
tutto strana perchè l'elfo non è solo una vittima ma un giovane lascivo
che si approfitta delle fanciulle, usanza piuttosto consueta dell'antica
nobiltà. Inoltre come dice l'ultima linea, “Se scendi a Crickmagh,
passeremo tutti di lì”, fa pensare che la ragazza di nome Honey, (“She
was passing by”) del testo di Dylan, non sia “una cosa del passato”, una
vicenda già archiviata, ma proprio una persona che passa di lì, da quel
luogo fatato, e che quindi appartiene a quel mondo. Si può notare che
secondo la mitologia celtica il primo di maggio era il giorno chiamato
“Beltaine”o “Beltane”. Era un rituale stagionale agricolo per l'inizio
dell'estate e in quel giorno le porte dell'Altro Mondo (l'Otherworld
celtico) si aprivano quel tanto da permettere alle Fate e ai morti di
comunicare coi vivi(6). Ancora in una versione di questa pagina, del
1796 troviamo: nella quartina 26 il riferimento alla mezzanotte:
"Just at the mirk and midnight hour
The fairy folk will ride,
And they that wad their true-love win,
At Miles Cross they maun bide."
["Il popolo delle fate cavalcherà
nella più buia ora di mezzanotte
e chi vorrà far vincere il suo vero amore
A Miles Cross dovrà aspettare"]
e nel verso 36, il mantello verde:
"Gloomy, gloomy was the night,
And eerie was the way,
As fair Jenny in her green mantle
To Miles Cross she did gae."
["Cupa, cupa era la notte,
E piena di misteri la via,
Mentre la bella Jenny nel suo manto verde
A Miles Cross se ne andava"]
Qui non solo Janet ha un mantello verde (come la Mary della canzone) ma
lo dovrà usare per coprire il nudo Tam Lin e nasconderlo alla vista
delle fate. Renato Giovannoli (nel terzo volume della "Bibbia di Bob
Dylan"), trascrive un "Mary dressed in mink" (visone) che forse verrà da
un ascolto diretto, ma non pare far testo, così come non fa testo il
giudizio sulla canzone: "una gradevole canzoncina d'amore un po'
languida e dal gusto decisamente démodé". Dopo tre volumi Giovannoli
dovrebbe sapere che l'apparenza, in Dylan, inganna. La fiaba di Tam Lin
è stata analizzata in mille modi ma è chiaro che è un racconto di
passaggio all'età adulta che coinvolge la sessualità, e più in generale
l'incontro con l'altro, lo sconosciuto,una forma di esperienza di cui
ancora non si possiedono le coordinate che servirebbero a collocarla in
uno schema preciso. E' un evento deterritorializzante, che ci porta
fuori dal terreno consueto della nostra quotidiana codifica della realtà
e pertanto potenzialmente capace di cambiare noi stessi e il nostro modo
di valutare il mondo.
In “From Girl to Goddess: The Heroine's Journey through Myth and
Legend”, Valerie Estelle Frankel dice a proposito:
“Nel gioco dell'amore l'eroe e l'eroina vedono entrambi il proprio
partner come un mutaforma. Questa “altra metà”, come spaventosi sbalzi
di umore e impredicibili desideri, da cui devono separarsi per
apprezzare se stessi. Quindi molti racconti riguardano la seduzione di
fanciulle cigno che vengono dal mare, o l'addomesticamento di mostri
bestiali a principi affascinanti.” Sembra che nel testo facciano
capolino una serie di “doppi”: Tam Lin che è uomo/elfo, Charlotte/Mary,
Two Time Slim, amore/orrore. Si tratta di racconti carichi di incertezza
e ambivalenza, e a Dylan sembrano interessare proprio questi stati
piuttosto che la loro risoluzione definitiva. Essendo miti di passaggio
e trasformazione, non è sorprendente che si applichino bene anche alle
grandi canzoni trasformative dove l'esecutore funziona come un
emissario, un trickster,e l'ascoltatore è nella posizione di dover
scegliere, come Janet nel mito di Tam Lin, se lasciarlo cadere
all'inferno o salvarlo, contemporaneamente definendo in questa scelta
anche se stesso. Come in tutte le canzoni di Dylan c'è un sacco di cose
in questa canzone (un "inferno di cose") che vanno oltre l'analogia con
Tam Lin. Però visto che ci siamo soffermati su quest'ultima, cito
un'altra analogia, solo come curiosità. Nella stesura di “Jane Eyre”,
sembra che Charlotte Bronte si sia ispirata a schemi di “fairy tales”
sul tipo di Tam Lin. Non solo la protagonista si chiama Jane o Janet, ma
si può trovare la concordanza di molti personaggi con quelli della
favola. La stessa Jane viene salutata come “mocking changeling -
fairy-born and human bred” (monella, di stirpe nata dalle fate e dagli
uomini) dove il “changeling” è il bambino sostituito alla nascita, nei
racconti favolistici spesso rapito dalle fate o dagli elfi, “un bambino
brutto, stupido o strano che la superstizione credeva lasciato dalle
fate al posto di uno bello e grazioso”. La doppia faccia della morale
vittoriana di Rochester si adatta alla bivalenza di Tam Lin, la sua
amoralità a quella di Two Time Slim; il vincolo con la moglie folle lo
imprigiona come quello della Queen of Fairies; in Soon after Midnight
troviamo una Mary che potrebbe fare il paio con Mary Temple del
racconto, donna pia e buona, mentre Blanche Ingram, interessata solo
alle ricchezze di Rochester ha per prototipo la “ragazza di nome Honey”.
E ancora, Jane, di ritorno a Thornfield incontra Rochester vicino ad un
cespuglio di rose, (come Janet e Tam Lin), e quando Rochester le
dichiara il suo amore lei lo vuol guardare alla luce della Luna per
leggergli in faccia la verità dei suoi sentimenti:
Signor Rochester, lasciate che vi guardi in faccia; voltatevi verso la
luna.
— Perché?
— Perché voglio leggervi in viso; voltatevi!
[...]Il volto di lui era agitato e gonfio, con i lineamenti contratti e
uno strano splendore negli occhi.
Rochester potrebbe ben dire: “the moon is in my eyes”. Ora queste (e
altre ancora meno probabili (7)) restano semplicemente coincidenze, e
mentre il legame tra la canzone e la favola di Tam Lin mi sembra
abbastanza provato, è arduo affermare che Dylan abbia avuto in mente il
racconto della Bronte, le cui analogie possono essere semplicemente una
derivazione causata dallo stesso riferimento originale a Tam Lin.
NB. Ringrazio seppure in ritardo Sir Eglamore. Onore al suo cuore
generoso, ma non penso di partecipare alla scampagnata, anche se si è
rivelato un buon diavolo e gli voglio bene. Ma avverto le donzelle, se
lo incontrate nei pressi di Carterhaugh, girategli al largo.
Ciao, Miscio.
(1)
https://it.wikipedia.org/wiki/Child_Ballads . Si tratta precisamente
della “Child Ballad” N.39 (http://www.maggiesfarm.eu/lordrandal.htm)
(2) http://tam-lin.org/
(3) Graham Seal - Encyclopedia of Folk Heroes – ABC-CLIO
(2001) p.244)
(4) Riprendo il racconto (1) da “The Esoteric Codex: Shapeshifters” di
Gary Melhorn unicamente per la sua brevità. Altro riassunto in italiano
qui
http://www.elfland.it/Tamlin.htm
(5)
http://www.contemplator.com/child/variant39.html
(6) Il mese di maggio è citato pure in “Scarlet Town” dove evidentemente
è ripreso da Barbara Allen
http://www.maggiesfarm.eu/testiB/barbaraallen.htm
(7) È stato suggerito che la Mary della canzone sia la Regina delle fate
perché vestita di verde e “green” fa rima con “Queen”; che sia Maria
Maddalena perché ci sono dipinti, tra cui quello di Bernardino Luini,
che ritraggono la Maddalena con un mantello verde. Ciao Miscio, devi sapere che
alcuuni anni fa (non sono ancora stati pubblicati e non si sa ancora
bene cosa contengono) sono stati trovati antichissimi manoscritti nella
zona dello Uebi Scebeli (con numerose variazioni del nome, tra cui
Shebelle, Shabele e Shabell; in somalo Shabeelle, che è un fiume che
nasce nell'Acrocoro Etiopico e scorre verso sudest entrando in Somalia,
per poi passare non molto distante da Mogadiscio. Il nome significa
"fiume dei leopardi". La sua esplorazione avvenne nel corso del XIX
secolo, ma solo nel 1928/29 ne fu eseguito un rilievo sistematico dalle
sorgenti alla foce da parte del Duca degli Abruzzi. Il Duca ne rimase
così colpito che chiese, alla sua morte, di essere sepolto vicino alla
sua riva) risalenti ad oltre 50.000 anni fa (quando la scrittura non era
ancora stata inventata), manoscritti che nessuno sa dire a chi
appartengano o a quale cultura. Noi sappiamo che le prime
rappresentazioni ideografiche umane sono state fissate sulle pareti
delle grotte di Lascaux (Francia), Grotta del Genovese sull'isola di
Levanzo (Sicilia), Grotte dell'Arco a Bellegra (Lazio), Grotta de La
Marche nell'area di Lussac-les-Châteaux (Francia), Grotta Chauvet presso
Pont d'Arc (Francia) e Grotta di Altamira (Spagna, usate probabilmente
per cerimonie sacre o propiziatorie prima della caccia. C’è però una
sorpresa misteriosa nei sopracitati manoscritti, la rappresentazione di
una bestia che è senz’ombra di dubbio una specie di dinosauro. Ma
allora, la civiltà umana risale a milioni di anni prima di quanto
ipotizzato finora dalla scienza? Per il momento non c’è risposta a
questa domanda, ma forse in futuro la scienza saprà dare un senso ed una
logica a questo disegno apparentemente fuori posto e fuori tempo.
Sappiamo anche che le prime forme di scrittura, risalgono alla
cuneiforme, verso il 4.000 A.C. Non siamo dunque in grado di sapere chi
ha realizzato queste prime scritture ideografiche e nemmeno perchè.
Queste specie di geroglifici dovrebbero narrare la storia di una
comunità terrorizzata da essere soprannaturali vestiti di verde e di
rosso (come si evince dagli ideogrammi) che si nutrivano di carne umana
di giovani fanciulle dopo aver approfittato dei loro corpi. Non sappiamo
se si sia trattato di offerte sacrificali o di vere e proprie
scorribande ad opera di essere soprannaturali creati dalla fantasia e
dalla paura di quella sconosciuta popolazione, però esiste una
riproduzione di una persona bifronte che troveremo moltissimi millenni
dopo nella cultura latina con la rappresentrazione di Giano bifronte.
Dylan potrebbe essere venuto a conoscenza di questi manoscritti
idealizzando questo malefico personaggio bifronte col nome allegorico di
Two Timing Slim, ed essersi servito delle rappresentazioni terrificanti
vestite di rosso e verde per dare vita a due prostitute che in teoria
dovrebbero rappresentare il lato negativo dell’esistenza umana. Ma
questa è solo una ipotesi come tante altre. Le tue riflessioni e quelle
di Edoardo sono molto profonde, ben studiate e ben dettagliate, e pur
avendo una certa logica mancano della certezza, proprio come la mia. Ma
lasciami confessare che ho voluto scherzare inventandomi tutto, che non
ci sono manoscritti di 50.000 anni fa trovati nella zone dello Uedi
Scebeli, che nessuna cultura umana ha realizzato manoscritti così
antichi e che in nessuna rappresentazione pittorica umana è presente
qualche animale assimilabile ad un dinosauro. Non ho voluto prendervi in
giro, ma solo dimostrare che quando non ci sono prove certe è possibile
dire qualunque cosa senza paura di essere smentiti, se nessuno sa
nessuno può smentire. Questo non per sminuire il vostro gigantesco
lavoro di ricerca, ma permettetemi di avere qualche perplessità quando
si attribuisce a Dylan la conoscenza dettagliata di qualunque cosa.
Dylan certamente ha una mentalità geniale e l’ha dimostrato, ma non è
possibile che sappia tutto di tutto. In questa occasione potrebbe
benissimo essere che tu ed Edoardo abbiate centrato il bersaglio,
sostenendo le vostre ragioni con dettagliate circostanze. Ti prego di
scusarmi ancora se ho usato una storia di pura fantasia non per
contraddire voi ma per spiegare un’altra circostanza, e cioè che Dylan
non è padrone di tutto lo scibile. Rinnovo i miei complimenti a te ed
Edoardo per le vostre interpretazioni con le quali sono sostanzialmente
d’accordo, ma la pagina della traduzione di Soon After Midnight di
Franceso Papeo rappresenta la sua interpretazione delle parole di Dylan,
quindi io non mi sento in diritto di cambiarla o aggiungere postille mie
o di altri. Naturalmente se vorrete mandare una vostra traduzione sarà
lieto di pubblicarla nella sezione dei testi tradotti con il vostro nome
e le vostre osservazioni. Grazie ancora, alla prossima, Mr.Tambourine,
:o)
Martedì 29 Maggio 2018
Talkin'
10491 - edoardobarghini
Oggetto: Ancora su "Soon After Midnight"
e la intertestualità di Dylan
Caro Mr.Tambourine,
torno sulla questione sperando non sia una questione di lana caprina che
possa annoiare gli altri frequentatori della Fattoria, ma mi sembra che
la tua risposta tocchi dei punti molto interessanti, non ultimo quello
legato al peso da dare all’intertestualità nei testi del Nostro.
Comincio col dire che non vorrei che sia stata frainteso un fatto:
ragionando sul valore di “fairy queen” nel testo del brano io facevo un
discorso di FORMA e non di “interpretazione”, anzi sull’interpretazione
in sé devo dire che sono pienamente d’accordo con quanto scrivi. Gli
argomenti trattati dalla canzone sono tutt’altro che poetici e ne
convengo, ma poetica ne è la forma. Una canzone che inizia con i versi
“Sono in cerca di parole / per cantare le tue lodi” assume da subito una
forma piuttosto “lirica”, indipendentemente dagli argomenti trattati che
anzi si fanno sempre più duri e cinici man mano che il testo va avanti,
ma senza mai abbassare il registro formale. Persino i passaggi più
violenti del testo, come “I’ve been down on the killing floors” (dove un
killing floor - letteralmente il “pavimento dove si uccide” - è
propriamente un macello/mattatoio o per estensione un campo di
battaglia, anche su questo c’è una nota esplicativa in Carrera) e “I’ll
drag his corpse through the mud” (trascinerò il suo cadavere nel fango)
nella loro violenza mi sembrano carichi di una forza lirica quasi
“epica” – non che sia necessario pensare, come fa Carrera sempre nelle
sue note, ad Achille che trascina nel fango il cadavere di Ettore, ma il
registro rimanda comunque a implicazioni di questo genere. Un conto è
dire “ammazzerò quello stronzo” e un conto è dire, come qui, “trascinerò
il suo cadavere nel fango”, con una forte drammaticità dell’immagine
data proprio dal registro utilizzato.
Per quanto riguarda la regina delle fate, sul piano del contenuto mi
sembra ovvio che il contesto “obblighi” a vederla come un personaggio
ambiguo al pari delle due prostitute e di questo poco raccomandabile
Slim il doppiogiochista. Ma sul piano della forma, che corre sempre
parallelo a quello del contenuto, agisce sempre la cosiddetta funzione
poetica, che è una delle sei funzioni del linguaggio di Jakobson e per
la quale ora, per comodità, mi appoggio a Wikipedia (che non è mai fonte
autorevole ma al momento ci basterà): “La funzione poetica è attiva
quando è presente una certa complessità che impone una decodificazione
completa da parte del destinatario, che deve essere attento a cogliere
il senso denotativo nella sua interezza e anche, ove presente, un
eventuale senso connotativo”. Il senso denotativo è il significato base,
il senso connotativo è in questo caso il significato “altro” (che sia
figurato, metaforico, psicologico, eufemistico o che) che accompagna
quello principale. In questo caso, attivare la funzione poetica
significa dare a “fairy queen” il significato denotativo di “regina
delle fate”, e quello connotativo di prostituta o di travestito o di
quello che vogliamo che si adatti al contesto in cui l’espressione è
inserita. L’espressione è poetica proprio nel suo presentare i due sensi
e mettere il lettore/ascoltatore nella condizione di decodificare
entrambi, l’uno dal significato letterale dell’espressione e l’altro dal
contesto generale. Tu dici: che c’entra la regina delle fate con due
prostitute? C’entra proprio in quanto il testo ti dà i mezzi per capire
che la regina delle fate è a sua volta una prostituta o un travestito
ecc, ma senza dirtelo esplicitamente. Tradurre “regina degli
omosessuali” significa disattivare la funzione poetica, elevando il
senso connotativo a denotativo e quindi a unico senso dell’enunciato. So
che anche “queen” può significare omosessuale in senso volgare (ho ben
presente la “Queen Bitch” di David Bowie per esempio)… ma sarebbe come
tradurre “won’t you come see me, Queen Jane?” con un “non verrai a
trovarmi, Jane la Checca?” – cosa che i traduttori di turno si guardano
bene dal fare, benché una volta Bob avesse affermato (e magari
scherzava, magari no, chissà!) che quella canzone andasse letta proprio
così. Ora, in tutte le traduzioni inevitabilmente si perde qualcosa, e
sta alla sensibilità del traduttore scegliere cosa perdere e cosa
conservare; in questo caso è stata fatta una scelta che io non avrei
fatto, ma su questo io rimarrò della mia opinione e tu della tua, e va
bene così. Don’t think twice, it’s all right.
A costo di dilungarmi in modo poco sopportabile, merita due parole
invece la tua osservazione finale, quando scrivi: “A volte mi domando,
nella mia poca cultura che potremmo anche chiamare ignoranza, perché nei
testi di Dylan bisogni sempre e per forza trovare riferimenti a
personaggi strambi estratti da una delle 305 Child Ballads, o
collegamenti ad opere di Shakespeare o di altri scrittori e poeti
famosi, testi presi dalla Bibbia e riscritti in modo più attuale,
insomma sembra che Dylan non sia capace di scrivere qualcosa di solo suo
senza dover ricorrere al saccheggio di opere d’altri.” Posto che
l’ignoranza è ben altro, e non ne vedo affatto nelle risposte che dai su
queste pagine, posso risponderti che si tratta di quel tipico approccio
alla critica del testo che prende il nome di intertestualità, e che
consiste nel leggere e interpretare il testo sulla base del confronto
con altri testi che, in misura minore o maggiore a seconda dei casi,
fanno agire la loro influenza sul testo preso in esame. L’approccio
intertestuale non implica affatto, né come assunto di partenza né come
conclusione, di pensare che l’autore non sia capace di scrivere qualcosa
di solo suo senza ricorrere al “saccheggio” di altri, bensì di indagare
le relazioni di influenza reciproca che intercorrono tra i testi e
usarle per spiegare i testi stessi. Parlare di “saccheggio” è una
posizione estrema che non ha nulla a che vedere con questo tipo di
approcci, che si basa piuttosto sull’assunto – del resto piuttosto ovvio
– che quello che un autore scrive sia sempre in qualche modo generato da
quello che l’autore ha letto, e che questo presupposto permetta di
inserire tutti i testi letterari in un’unica rete di relazioni. Ci sono
autori in cui l’intertestualità è ricercata come una tecnica compositiva
e addirittura esibita (ho citato nel mio intervento precedente T.S.
Eliot che dà del “miglior fabbro” a Ezra Pound, ma tutta la Terra
desolata è un’opera fortemente “intertestuale”), altri in cui agisce a
livello sotterraneo. Si può essere in disaccordo con questo approccio,
più che altro con la sua applicazione talora radicale o maniacale a cui
capita che certi critici si abbandonino, ma è sicuramente un
preziosissimo strumento di indagine sul testo. Una mia professoressa era
solita dire che la letteratura si spiega sempre con altra letteratura.
Faccio un celeberrimo esempio dantesco: quando nel XXX del Purgatorio
Beatrice appare a Dante, ed egli “d’antico amor sente la gran potenza”,
istintivamente il Poeta si gira verso Virgilio con l’intenzione di
dirgli “Conosco i segni dell’antica fiamma”, frase che poi non pronuncia
perché Virgilio, con gran dolore di Dante, è sparito. Ora, per capire il
passo non serve necessariamente sapere che “Conosco i segni dell’antica
fiamma” è la traduzione di un verso dello stesso Virgilio, “Adgnosco
veteris vestigia flammae” (dal IV dell’Eneide dove lo dice Didone
colpita dalla passione per Enea), ma non c’è commento alla Commedia che
non lo noti perché questa citazione, considerata nel suo contesto, si
porta dietro delle implicazioni non trascurabili, a partire dal fatto
che Dante si sta rivolgendo a Virgilio con le parole dello stesso
Virgilio. E forse Dante non lo sapeva ma lo stesso verso dell’Eneide
derivava a sua volta da un precedente verso di Catullo, che definiva le
ferite di Prometeo “veteris vestigia poenae” (segni dell’antica pena)
nel Carme 64 sulle nozze di Peleo e Teti.
Allo stesso modo, non è necessario sapere che quando Dylan in “Lonesome
Day Blues” dice “I’m gonna spare the defeated, boys, I’m going to speak
to the crowd / I am goin’ to teach peace to the conquered / I’m gonna
tame the proud” (Risparmierò gli sconfitti, ragazzi, parlerò alla folla
/ insegnerò la pace ai conquistati / domerò i superbi) sta anche lui
traducendo o meglio sta citando la traduzione di alcuni famosi versi
virgiliani, in cui Anchise profetizza il destino dell’impero romano:
“hae tibi erunt artes, pacisque imponere morem, / parcere subiectis et
debellare superbos.” Saperlo, però, getta nuova luce sui versi di Dylan,
che in varie occasioni si è dichiarato affascinato dall’antica Roma
(ricordate “When I Paint My Masterpiece”? “Ho passato ore al Colosseo a
schivare i leoni…”). “Beyond Here Lies Nothin’” sarebbe una semplice
canzone d’amore di poche pretese se non considerassimo che il refrain
cita i “Tristia” di Ovidio: “Ulterius nihil est nisi non habitabile
frigus” (oltre non c’è più niente se non il freddo inabitabile) riferito
ai luoghi inospitali dove il poeta si trova in esilio. La canzone in
questione è un blues, e mi piace pensare che Dylan si sia accorto che la
parola “tristia” (tristezze, canti tristi) ha in fondo lo stesso
significato della parola “blues” intesa come plurale di blue, triste;
allo stesso modo in “Workingman’s Blues #2” dove ricorrono altre
citazioni dai Tristia (non le riporto per non dilungarmi ma se ne può
leggere ad esempio qui:
http://journal.oraltradition.org/files/articles/22i/thomas.pdf ), ma
questa su tristia e blues è solo una mia idea personale che può anche
essere totalmente priva di fondamento.
Questo non significa non saper scrivere qualcosa di suo: tutti questi
versi restano comunque di Dylan e non di altri, esattamente come un
verso storico della letteratura italiana quale “et veggio ‘l meglio et
al peggior m’appiglio” resta un verso di Petrarca (a sua volta ripreso
da altri dopo) anche se pure lui lo ottiene traducendone uno di Ovidio
(“video meliora proboque, deteriora sequor”), così come “In morte del
fratello Giovanni” rimane un sonetto intimamente foscoliano anche se il
modello testuale è il Carme 101 di Catullo come ci fanno imparare tutte
le antologie scolastiche di questo mondo.
Tornando brevemente a “Soon After Midnight”, l’album “Tempest” è certo
molto ricco di riferimenti alle Child Ballads, la cui tradizione in ogni
caso continua nelle folk songs americane e che quindi costituiscono un
riferimento meno colto e più “popolare” di quanto si possa pensare:
basti pensare a “Barbara Allen” e “Gypsy Davy”, da cui derivano
rispettivamente “Scarlet Town” e “Tin Angel”.
Grazie per lo spazio che offri a questi sproloqui, di cui forse sto
abusando. Del resto, come cantava Dylan in “Someone’s Got a Hold on My
Heart”… “Too much information about nothing, too much educated rap”!
Caro Edoardo, c'è
molta verità nelle tue parole e nel tuo pensiero e devo dire che non
posso che essere d'accordo con te. Solamente lasciami dire che a volte,
quando si traduce un testo, si cerca di saltare tutto per arrivare al
succo. Non tutti coloro che leggono sono in grado o non hanno voglia di
stare a chiedersi perchè la frase è stata tradotta "regina degli
omosessuali" invece che con "regina delle fate". La versione volgare è
immediata e rende subito l'idea, anche se a volte è molto più cruda di
quanto Dylan stesso non avesse intenzione, ma per un lettore che vuole
sapere il significato di una canzone credo vada bene così, senza porsi
tante domande, tanti perchè o tanti percome.
Tu citi l'apparizione
di Beatrice a Dante che avviene nel 30° canto del Purgatorio, ma allora,
allo stesso modo, bisognerebbe dire che un attento lettore di Dante
e buon conoscitore della letteratura religiosa del Medioevo, il
Singleton, non ha esitato a considerare la discesa di Beatrice nel
paradiso terrestre come una trasposizione analogica, nei termini della
vicenda occorsa a Dante, dell'avvento di Cristo. Ecco quanto scrive un
critico, il Montano, che ha accolto la suggestiva interpretazione del
Singleton, riassumendo le conclusioni dello studioso americano: "Noi
sappiamo bene che la visione di Cristo, l'incontro con la luce può
effettuarsi in noi attraverso la parola di qualcuno, l'azione miracolosa
di un santo, può identificarsi con un qualunque momento della nostra
vita terrena. Per Dante, nella vita reale e ancora qui sulla vetta del
purgatorio, la luce di Cristo si manifesta o in certo senso si incarna
in Beatrice, la donna amata che - era già certo per il Poeta fin dai
tempi della Vita Nova - era diventata santa". Osserva il critico come
l'analogia sia suggerita dall'invocazione, "con l'aggettivo al
maschile", « Benedictus qui venis! », nonché dal modo in cui
l'apparizione di Beatrice è dal Poeta configurata. E' noto, infatti, che
il sole è nell'opera di Dante contrassegnato dal costante riferimento
simbolico al principio di ogni essere, a Dio. Aggiunge il Montano: " Più
decisamente che nella storia finora seguita, qui Dante, Virgilio,
Beatrice sono le figure di una cerimonia sacra. Ed è solo su questo
piano che l'atteggiamento di Beatrice, la quale subito assale Dante con
aspra rampogna, con tono che poco si addice a una donna amata, a una
santa che viene dai cieli incontro a colui che le è devoto e che lei
stessa ha salvato, è su questo piano che le parole di Beatrice
acquistano un senso. Essa è infatti il Cristo che giudica, la Chiesa che
deve assolvere, ma che richiede che il peccatore si renda contrito,
dichiari la propria indegnità". In quanto prefigurazione del Cristo
giudice, in quanto ministra di un rito, la figura di Beatrice, quale ci
appare nei canti del paradiso terrestre, risulta assai lontana da quella
della giovinetta idealizzata, al di fuori di ogni preoccupazione
teologica, nella Vita Nova.
Vedi dunque che la
figurta di Beatrice va ben al di là di quanto un lettore "comune" si
sognerebbe di andare, per lui Beatrice rappresenra Beatrice e basta,
l'amor di gioventù poi idealizzato da Dante trasfigurandola nella donna
angelicata, difficilmente gli verrebbe in mente di considerare Beatrice
come il mezzo usato dal Cristo per manifestarsi a Dante. A volte non ci
si pensa nemmeno a queste cose, oppure anche immaginandolo si sorvola
l'ostacolo per evitare di incantarsi in disgressioni lunghe e distraenti
dal nocciolo dell'opera stessa. Credo sia per questo che chi traduce un
testo di Dylan "si limiti" in un certo senso, altrimenti una canzone di
quattro strofe potrebbe venir ad occupare pagine e pagine di note e
spiegazioni.
Ho trovato molto
profonde le tue analisi ed i tuoi percorsi che, come tu stesso dici, a
volte ti allontanano notevolmente dalla canzone, indipendentemente dal
fatto che siano osservazioni e spiegazioni che si elevano al di sopra
delle normali interpretazioni di una canzone, con molteplici
implicazioni e rimandi ai quali non tutti possono o vogliono pensare.
Credo che qualunque artista, e quindi non solo Dylan, esprima in qualche
modo il compendio di ciò che ha visto e sentito in gioventù, avvenimenti
o cose che sono rimasti nella sua mente o che hanno colpito la sua
emozionalità. Per fare un esempio banale possiamo dire che la musica di
Lucio Battisti è stata molto probabilmente la miglior musica italiana
scritta nel dopoguerra, ma se scaviamo bene il fondo del pozzo ci
accorgiamo che nelle canzoni di Battisti c'è poca musica italiana e
molta musica americana, ma questo non toglie un grammo all'importanza e
alla bellezza dell'opera battistiana. Naturalmente la cultura americana,
essendo il classico "melting pot" derivante dalle diverse etnie
provevienti da ogni parte del mondo, ha generato una "base" che
contiene tutte le tradizionoi dei diversi popoli, quindi si spiega la
maggiore vastità di una cultura polietnica in confronto ad una
monoetnica, ecco la massiccia presenza delle Child Ballads e di tutte le
altre tradizioni europee nel vissuto americano, e questo è quello che
narrano gli artisti USA, storie che sono il compendio di tutte queste
cose mischiate ed usate a seconda della necessità o del comodo
dell'artista. Il Blues è un chiaro esempio di come la musica sia
considerata patrimonio di tutti e di come ogni artista abbia la
possibilità di prendere
pezzi storici della tradizione, cambiarne le parole e farli diventare
una nuova canzone. Il mondo americano è molto diverso dal nostro, ma per
comprenderlo bene bisogna conoscerlo a fondo, averlo magari vissuto o
studiato a fondo. Cosa più facile a dirsi che a farsi. Comunque, per
concludere, penso che sia la tua e sia la mia siano posizioni
sostanzialmente uguali pur con
qualche piccola differenza che non ne cambia il valore. Alla prossima.
live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 28 Maggio 2018
Talkin'
10490 - edoardobarghini
Oggetto: Sulla "fairy queen" in "Soon
After Midnight"
Un saluto a Mr.Tambourine e a tutti i Maggiesfarmers, è la prima volta
che scrivo al sito, che seguo assiduamente da anni, e ne approfitto per
ringraziare il curatore e tutti i partecipanti per il prezioso servizio
offerto quotidianamente a tutti i dylaniati italiani. Mi chiamo Edoardo,
studio lettere all’università e sono un grande estimatore dell’arte e
della figura di Bob Dylan, che ritengo in assoluto la più grande “penna”
della canzone d’autore contemporanea, il “miglior fabbro” come diceva
Dante di Arnaut Daniel (Arnaut Daniel, italianizzato in Arnaldo
Daniello, o Daniele (Ribérac, 1150 circa – 1210 circa), è stato un poeta
e trovatore francese di lingua occitana), o anche T.S. Eliot di Ezra Pound - prima che
Dylan mettesse entrambi a fare a botte sulla torre di comando del
Titanic che affonda ("Ezra Pound and T.S. Eliot fighting in the
captain's tower..." - Desolation Row), in una memorabile strofa che tutti qui ben
conosciamo. Ho assistito alla seconda delle tre date romane di aprile e
l’ho trovato un concerto magnifico, ma non mi dilungherò su questo
perché in queste pagine se n’è già scritto abbondantemente.
Volevo piuttosto cogliere l’occasione per fare un appunto, che spero
riesca a non risultare pedante, sulla splendida “Soon After Midnight”
(uno dei momenti migliori del concerto a cui ho assistito, peraltro) e
in particolare sulla traduzione di Francesco Papeo riportata in risposta
all’ultimo intervento di Carla oltre che nella (preziosissima) sezione
del sito dedicata ai testi tradotti di tutte le canzoni. Francamente mi
sembra sbagliato tradurre il verso della quarta strofa “and I’ve got a
date with the fairy queen” come “e ho un appuntamento con la regina
degli omosessuali”. “Fairy queen” è, a tutti gli effetti, la regina
delle fate, e come tale andrebbe tradotta per preservare il significato
letterale del verso, che è sempre quello a cui, interpretando o
traducendo un testo, si dovrebbe dare la precedenza.
Sull’accezione del termine “fairy” col significato di “omosessuale” si
può discutere, poi, sul piano del registro formale. I dizionari
inglese-italiano danno infatti questa espressione come volgare,
offensiva, attinente a un registro molto basso: wordreference.com, il
principale dizionario online comodamente accessibile a tutti, segna
“fairy” come “slang, offensivo, dispregiativo, volgare” per “homosexual
man”, e infatti lo traduce coi termini italiani “frocio, culattone,
ricchione, checca”. Con questo significato lo ricordo utilizzato ad
esempio in certi testi particolarmente sboccati di Frank Zappa (tipo
nella corrosiva “Catholic Girls”, dove l’aggettivo è riferito a un
prete: “Father Riley’s a fairy but it don’t bother Mary”), che fa ampio
uso di queste espressioni slang attinenti alla sfera del turpiloquio e
dell’oscenità. Pertanto, se volessimo intendere che Dylan stia usando
“fairy” nel senso di omosessuali dovremmo tradurre “fairy queen” non già
come “la regina degli omosessuali”, bensì come “la regina dei
ricchioni”, usando cioè un termine di registro basso/volgare come lo è
“fairy” in inglese. Il risultato sarebbe un verso, oltre che poco
convincente, davvero molto brutto da leggere. Aggiungo peraltro, come
nota di gossip, che Dylan ha una figlia lesbica, recentemente ha
partecipato all’incisione di un disco pro matrimoni gay, per cui credo
che difficilmente si permetterebbe di inserire un verso del genere in
una canzone. Continuando su questa traccia, faccio notare come, nel
contesto generale del brano, un termine di registro basso stonerebbe
terribilmente in quanto tutto il resto della canzone utilizza un
registro decisamente più elevato, molto lirico, anche quando parla di
contenuti “bassi”: il termine usato per designare una prostituta è
“harlot”, che sempre in wordreference.com è indicato come “desueto,
arcaico, letterario” e tradotto come “meretrice”; è la stessa parola che
Dylan usa in “Jokerman” per riferirsi, in un contesto di chiara matrice
apocalittica, alla meretrice di Babilonia di biblica memoria (che per
inciso l’Apocalisse ci descrive vestita di scarlatto, proprio come la
prostituta di “Soon After Midnight”!). Benché la menzione di una
prostituta qualche verso sopra e l’ambientazione notturna possano far
guardare con malizioso sospetto all’identità di questa “fairy queen” che
il protagonista deve incontrare dopo mezzanotte, sarebbe ben strano
oltre che incoerente che Dylan, nell’ambito della stessa strofa della
stessa canzone, utilizzasse un termine decisamente “alto” per dire
prostituta e poi uno estremamente “basso” per dire omosessuali.
Pertanto la mia idea sarebbe quella di scartare del tutto
l’interpretazione di “fairy” come omosessuale e utilizzare quella più
immediata e decisamente meno problematica di “fata”, tanto più che la
regina delle fate è una figura letteraria che riporta a dei riferimenti
precisi nell’ambito della letteratura inglese, a cui Dylan come sappiamo
si rifà costantemente. A tal proposito cito per esteso la nota che
Alessandro Carrera appone al verso in questione nella sua splendida
edizione delle “Lyrics” tradotte e annotate (Feltrinelli 2017):
«Siccome si parla di un incontro con “la regina delle fate”, che può
rimandare alla Queen Mab di Shakespeare in “Romeo and Juliet” quanto
alla “Faerie Queene” di Edmund Spenser, si può tener presente che la
Duchessa di Spenser si veste di scarlatto e, in Spenser, incontrare la
regina delle fate vuol dire mettersi al suo servizio. Nella ballata
scozzese “Tam Lin” (Child Ballad 39), Tam o Tamas Lin, tenuto
prigioniero dalla regina delle fate, visita di nascosto e mette incinta
varie ragazze tra cui una Janet “vestita di verde”, come la Mary della
canzone.»
Che Dylan conosca queste fonti è per me fuori discussione, soprattutto
per quanto riguarda Shakespeare e le Child Ballads, la raccolta di
antiche ballate tradizionali inglesi e scozzesi curata da F.J. Child la
cui influenza ritorna in moltissime canzoni (a partire dal caso arcinoto
di “Hard Rain” che si rifà a Lord Randal, ma anche di “Man in the Long
Black Coat” di cui si discuteva su queste pagine qualche tempo fa) e che
pare gli sia stata regalata da Allen Ginsberg negli anni Sessanta. In
ogni caso di fronte a questi riferimenti Carrera non sembra porsi
affatto il problema di un possibile significato slang per questa “fairy
queen”, e infatti traduce il verso in questione come “e io mi devo
vedere con la regina delle fate”.
Viceversa Carrera si prende una piccola licenza di basso registro quando
traduce “harlot” con “mignotta”, ma evidentemente se lo permette al fine
di rendere efficacemente lo schema di rime-allitterazioni che c’è nella
strofa originale fra “Charlotte”, “harlot” e “scarlet” (che in
traduzione diventano quindi Charlotte-mignotta-scarlatto), in maniera
non dissimile da quello che si inventa nella seconda strofa cambiando il
nome “Honey” (che rima con “money”) con “Goldie” (per ottenere una rima
con “soldi”).
Spero che questa disquisizione non sia risultata eccessivamente noiosa o
inopportuna, ma al contrario possa costituire uno spunto interessante.
Azzarderei per concludere una proposta di correzione della traduzione,
anche solo tramite l’inserimento di una nota a margine, perché trovo che
questa scelta possa risultare fuorviante per chi si trovasse a leggerla
senza conoscere la lingua inglese.
Grazie per l’attenzione e lunga vita alla Fattoria.
Edoardo
Ciao Edoardo, grazie
per aver scritto la tua opinione riguardo la traduzione di "fairy queen"
in Soon After Midnight. Le tue ragioni non fanno una grinza, anzi,
denotano una ricerca particolareggiata per la più corretta traduzione
del termine inglese. Permettimi di dire che nessuno, nemmeno il miglior
interprete del pensiero dylaniano, il Prof.Alessandro Carrera, potrebbe
esattamente indovinare a chi o cosa vollesse fare riferimento Bob con
quel termine. Quella di Carrera è una valida interpretazione da tenere
nel dovuto conto, così come la tua, ma credo che sia comunque una
"interpretazione", anche se Carrera sceglie sempre le parole con cura
quando fa la traduzione di un testo dylaniano, tenendosi sempre il più
vicino possibile al significato materiale e spirituale del testo. Però
permettimi di fare una piccola riflessione su quella strofa che dice:
Charlotte è una
prostituta,
Veste di rosso scarlatto;
Mary veste di verde,
E' poco dopo mezzanotte,
E ho un appuntamento con la regina degli omosessuali
Quindi, in tutta
sincerità, il fatto che "fairy queen" sia tradotto come "regina degli
omosessuali" non mi stupisce più di tanto, visto che la strofa parla di
puttane e non di figlie di Maria. La parola "fairy" in inglese
significa "fata", ma ha anche il significato offensivo e volgare di
"omosessuale, finocchio". Idem la parola "queen" che usualmente si
traduce con "regina", ma è una parola usata anche per riferirsi a
"finocchio, frocio, checca, pederasta". Questo per un ragionamento terra
terra, visto che si sta parlando di una strofa di una canzone che è
tutt'altro che "poetica" nel senso che l'argomento trattato è il
rapporto quasi viscerale che ha il protagonista consumato dalla smania
di poter avere una ragazza, storia che avviene in un contesto dove ci
sono personaggi equivoci come la ragazza di nome Honey che ha preso i
suoi soldi, Charlotte e Mary che sono due prostitute, Slim il
doppiogiochista che farà probabilmente una brutta fine ad opera del
protagonista. Leggendo ed analizzando tutto il testo della canzone non
si vedono lati poeticio o morbidi, nella canzone regnano incontrastate
la passione, l'amore prezzolato, comportamenti illegali e la voglia di
vendetta. Ora cercare di essere "fini" o "sensibili" o "gentili" con un
testo del genere potrebbe essere "another side of Bob Dylan", un altro
modo di interpretare le intenzioni dylaniane, ma ho l'impressione, e
nota bene, è solo la mia impressione e potrebbe essere completamente
errata, che un altra interpretazione di "fairy queen" sia poco
attinente. Ho provato a mettere la traduzione "dolce":
Charlotte è una
prostituta,
Veste di rosso scarlatto;
Mary veste di verde,
E' poco dopo mezzanotte,
E ho un appuntamento con la regina delle fate
ma così mi sembra una
strofa senza una connessione, una logica, che c'entra la regina delle
fate con due prostitute? Inoltre la traduzione di "harlot" è molto meno
arcaica, desueta e tanto meno letteraria, significa prostituta,
meretrice, sgualdrina, mignotta, puttana o tutte le parole simili che
puoi trovare ma di certo non ha un altro significato. A volte mi
domando, nella mia poca cultura che potremmo anche chiamare ignoranza,
perchè nei testi di Dylan bisogni sempre e per forza trovare riferimenti
a personaggi strambi estratti da una delle 305 Child Ballads, o
collegamenti ad opere di Shakespeare o di altri scrittori e poeti
famosi, testi presi dalla Bibbia e riscritti in modo più attuale,
insomma sembra che Dylan non sia capace di scrivere qualcosa di solo suo
senza dover ricorrere al saccheggio di opere d'altri. Personalmente
tendo di più per un'interpretazione terra-terra del termine, così come a
suo tempo fece Francesco Papeo. Con questo non voglio assolutamente dire
che la tua interpretazione sia fuori luogo o che non abbia un suo
elevato valore, con tutta la simpatia e la stima che ho per te io
semplicemente la penso in un altro modo, senza che questo ci possa
mettere contro. Rimangono solo due opinioni diverse, come potrebbero
essercene altre. Ti ringrazio per aver scritto e per aver dato modo di
aprire una discussione su questo argomento, e se qualcun altro vuole
aggiungere la sua opinione è il benvenuto. Spero tu trovi il tempo di
scriverci ancora, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Sabato 26 Maggio 2018
Talkin'
10489 - dinve56
Salve mister Tambourine,
un saluto agli amici della Fattoria e un augurio di felice
settantasettesimo compleanno al nostro Bob. Il sito è stato ricco di
notizie ed informazioni in questi ultimi giorni. E' evidente che capire
Dylan richiede avventurarsi nella cultura e nella letteratura americane.
Altri richiami a letterature più lontane appaiono difficili da
dimostrare, se non impossibili... anche se io aspetto sempre qualche
sorprendente novità in tal senso. Ho in programma un po' di letture
veicolate proprio dal sito e, per questo, grazie come al solito! E'
morto in questi giorni Philip Roth,un'altra voce dell'America che ha
saputo parlare agli Americani e al mondo, un Nobel mancato, senza
togliere nulla a Dylan. Passando dal "sacro" della letteratura e della
musica al "profano" delle band, chiedo se il batterista dei "Traveling
Wilburys" fosse Jim Keltner. Grazie e lunga vita! P.S. Come è bella
"Soon After Midnight".
Ciao Carla, eccoti le
formazioni dei due dischi, Vol.1 e Vol.3 e quella della T.W.Collection:
Formazione
"Traveling Wilburys Vol.1"
Nelson Wilbury (George Harrison) – chitarra solista, chitarra slide,
voce, armonie vocali
Otis Wilbury (Jeff Lynne) – chitarra, tastiere, voce, armonie vocali
Charlie T. Wilbury Jr (Tom Petty) – basso, chitarra acustica, chitarra
ritmica, voce, armonie vocali
Lefty Wilbury (Roy Orbison) – chitarra acustica, voce, armonie vocali
(tranne in Tweeter and the Monkey Man)
Lucky Wilbury (Bob Dylan) – chitarra acustica, armonica a bocca, voce,
armonie vocali
Buster Sidebury (Jim Keltner) – batteria
Jim Horn – sassofoni
Ray Cooper – percussioni
Ian Wallace – tom toms in Handle with Care
Formazione "Traveling Wilburys vol.3"
Clayton Wilbury (Jeff Lynne) – chitarra acustica, basso, tastiere, voce,
armonie vocali
Spike Wilbury (George Harrison) – chitarra acustica, chitarra solista,
mandolino, sitar, voce, armonie vocali
Boo Wilbury (Bob Dylan) – chitarra acustica, armonica a bocca, voce,
armonie vocali
Muddy Wilbury (Tom Petty) – chitarra acustica, basso, voce, armonie
vocali
Jim Keltner – batteria, percussioni
Jim Horn – sassofoni
Ray Cooper – percussioni
Gary Moore – chitarra solista in She's My Baby
Formazione "Traveling Wilburys Collection"
Nelson/Spike Wilbury (George Harrison) – lead and rhythm guitars,
mandolin, sitar, vocals
Clayton/Otis Wilbury (Jeff Lynne) – guitar, keyboards, bass, vocals,
lead guitar on "Maxine"
Charlie/Muddy Wilbury (Tom Petty) – guitar, bass, vocals
Lucky/Boo Wilbury (Bob Dylan) – guitar, harmonica, vocals
Lefty Wilbury (Roy Orbison; 1988 recordings only) – guitar, vocals
Ken Wilbury (Gary Moore) - lead guitar on "She's My Baby"
Buster Sidebury (Jim Keltner) – drums, percussion
Jim Horn – saxophones
Ray Cooper – percussion
Ian Wallace – tom-toms on "Handle with Care"
Ayrton Wilbury (Dhani Harrison; 2007 overdubs) – lead guitar on "Like a
Ship", backing vocals on "Maxine" and "Like a Ship"
Jim Keltner, il batterista della sessione e percussionista, non è stato
elencato come Wilbury in entrambi gli album. Tuttavia, è presente in
tutti i video musicali del gruppo, e nel DVD pubblicato nel 2007 gli
viene dato il soprannome di "Buster Sidebury". Negli overdub delle
tracce bonus "Maxine" e "Like a Ship" è accreditato come "Ayrton
Wilbury" Dhani Harrison, il figlio di George. Il nome Ayrton è stato
scelto in onore del pilota di F1 Ayrton Senna. Jim Horn ha suonato il
sassofono su entrambi gli album. La chitarra solista della canzone del
volume 3 "She's My Baby" è stata suonata dal chitarrista rock Gary Moore
con il nikename di "Ken Wilbury".
"Soon After Midnight" è davvero molto bella,
anche se il testo narra una storia diciamo non allegra, una storia di
rassegnazione che lascia amarezza in bocca perchè ci fa capire che la
vita non è per tutti facile, c'è anche chi incontra miriadi di
difficoltà, a volte dipende dalla fortuna, dove nasci e da chi e cose
del genere. Non riesco a dimenticare quella sciagurata madre che alcuni
giorni fa ha fatto esplodere le due figliolette di 9 ed 11 anni per
compiere un attentato terroristico, mi chiedo in nome di quale Dio si
può arrivare a commettere bestialità del genere! Oggi purtroppo il mondo
"sfunziona" così! Eccoti anche il testo di Soon After Midnight:
dall'album
"Tempest"
SOON AFTER MIDNIGHT
(Bob Dylan)
POCO DOPO
MEZZANOTTE
(traduzione di Francesco Papeo)
Cerco le parole,
Per cantare le tue lodi,
Devo dirlo a qualcuno,
E' poco dopo mezzanotte
E la mia giornata è appena iniziata. I'm searching for phrases
To sing your praises
I need to tell someone
It's soon after midnight
And my day as just begun
Una ragazza di nome Honey
Ha preso i miei soldi,
Era di passaggio;
E' poco dopo mezzanotte
E la luna è nei miei occhi. A gal named Honey
Took my money
She was passing bye
It's soon after midnight
And the moon is in my eye
Il mio cuore è gioioso,
Non è mai spaventato,
sono stato in pericolo di morte,
Non ho premura,
Non ho paura della tua furia,
Ho affrontato mura più forti delle tue. My heart is cheerful
It's never fearful
I've been down on the killing floors
I'm in no great hurry
I'm not afraid of your fury
I've faced stronger walls than yours
Charlotte è una prostituta,
Veste di rosso scarlatto;
Mary veste di verde,
E' poco dopo mezzanotte,
E ho un appuntamento con la regina degli omosessuali Charlotte's a harlot
Dresses in scarlet
Mary dresses in green
It's soon after midnight
And I've got a date with the fairy queen
Cinguettano e blaterano,
Che importa?
Giacciono e muoiono nel loro sangue,
Slim il doppiogiochista
Chi ne ha mai sentito parlare?
Trascinerò il suo cadavere nel fango They chirp and they chatter
What does it matter?
They lie and dine in their blood
Two timing slim
Who's every heard of him?
I'll drag his corpse through the mud
E' ora o mai più
Più che mai
Quando ti ho incontrata non pensavo l'avresti fatto,
E' poco dopo mezzanotte,
E voglio solo te It's now or never
More than ever
When i met you i didn't think you do
Its soon after midnight
And I don't want nobody but you
Alla prossima, live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Buongiono a tutti.
in questi giorni sto ascoltando il volume 9 della Bootlegs series
(witmark demos). C'è un brano nel primo cd intitolato "Long time gone",
la cui melodia è praticamente uguale ad un pezzo di Neil Young, "Captain
Kennedy" dell'album Hawks and Doves del 1980; non solo ma vi è anche un
pezzo di Mark Knopfler che gli assomiglia molto, ma non ricordo il
titolo, forse sull'abum Sailing To Philadelphia. Vorrei sapere se questa
melodia è di invenzione di Dylan o fa parte della grande tradizione
musicale americana ripreso poi un pò da tutti. Grazie ,
Michele Lenzi
Ho ascoltato i due pezzi ed effettivamente
sembra la stessa canzone naturalmente con arrangiamento diverso. Però il
sito di Bob Dylan accredita Long Time Gone come scritta da Dylan:
anche se la canzone,
una delle più suggestive dell'album, mostra similitudini con il brano
"My Name Is John Johanna" inciso da Kelly Harrell (che sembra una
rivistazione del traditional "The State Of Arkansas" col testo riscritto
da Lee Hays) con la Virginia String Band nel 1927, brano attribuito a
Kelly Harrel che fa parte della celebre "Anthology of American Folk
Music" compilata da Harry Smith nel 1952.
"My Name Is John
Johanna", alias "The State of Arkansas", è una canzone umoristica che
proviene dalla tradizione dei menestrelli, probabilmente risalente al
brano tra il 1820 e il 1840. La canzone racconta la storia di uno
sfortunato giovane che si trova inorridito per le condizioni di vita e
di lavoro in Arkansas. Lo stato dell'Arkansas fu ammesso nell'Unione nel
1836. Questa canzone si basa su stereotipi di frontiera piuttosto
tipici, l'Arkansas è in gran parte selvaggia regione selvaggia durante
la metà del 19 ° secolo.
Una variante di "My
Name Is John Johannah" di Kelly Harrell è menzionata da Dylan in "Per
Dave Glover" e probabilmente era una parte del suo repertorio iniziale
(nessuna registrazione in circolazione). "My Name Is John Johannah"
condivide la melodia con "Maggie Walker Blues" di Clarence "Tom" Ashley,
noto anche col nome di John Cooke, che è una delle fonti più probabili
di "Long Time Gone" di Dylan.
PER DAVE GLOVER
di Bob Dylan
(Dal programma del Newport Folk Festival del 1963)
Eravamo soliti bere assieme bottiglie di sciroppo per la tosse piene di
vodka
Eravamo soliti stare alzati tutta la notte a ridere e a cantare
E facevamo tutto ciò quando c'erano poche persone che lo facevano
Hey amico - Mi dispiace - // Voglio dire che mi dispiace davvero
Ho scritto molte righe negli ultimi anni ma non ci sono lettere in
alcuna parola esistente per spiegare per iscritto quanto mi dispiace
Sono tempi complicati
Continuano a venirmi alla mente le canzoni che eravamo soliti cantare e
suonare insieme
Le canzoni scritte trentacinque anni fa
Le canzoni delle fangose fattorie - le canzoni delle conche polverose
Le canzoni della grande depressione
I vecchi blues e le vecchie ballate
Penso alle canzoni di Woody
Penso ai tempi di Woody
"Questa terra la difenderò con la mia vita se necessario"
Ed io mi dico "Sì è giusto"
"Hitler è in marcia"
"Non voglio che si prenda la mia terra"
"Non voglio che viva nella mia terra"
E vedo due lati amico
Vedo due strade per scegliere la rotta da seguire
Il modo Americano o quello Fascista
Quando c'era uno sciopero c'erano solo due tipi di opinioni
E due tipi di resoconti per comunicare le notizie
O attraverso gli occhi dei sindacati o attraverso gli occhi dei capi
E tu potevi startene in fila e guardare i tuoi amici
E stare nella stessa fila e guardare i tuoi nemici
Era così facile
"Da che parte stai" non sono parole false
E non vengono da una canzone falsa
E quelli erano i tempi di Woody amico
Due schieramenti
Non so cosa sia successo perchè non ero lì ma da qualche parte lungo
la linea di quel che un tempo era solito essere, le cose devono essersi
incasinate
Sono spuntati più lati
La gente, io credo, ha cominciato a cambiare lato e a crearsi ognuno il
proprio lato
Così ci son stati talmente tanti lati che nessun occhio poteva vedere
gli occhi di fronte a sè
Ci son stati talmente tanti lati che ogni lato ha cominciato a sembrare
identico all'altro
Non pretendo di sapere cosa sia successo, amico, ma in qualche modo
tutti i lati hanno perduto il loro
scopo originario e la gente si è dimenticata dell'altra gente
Voglio dire che tutti hanno cominciato ad andare contro tutti non per il
bene del proprio schieramento ma per il proprio tornaconto personale
E quei due semplici lati che una volta era così facile definire, uno da
un parte ed uno dall'altra, si sono frantumati
sono scoppiati e sono esplosi in maniera tale che oggi tutto quel che ci
resta
è un grande ondeggiante e dondolante
COMPLICATO CIRCOLO
Oggigiorno le menti delle persone sono ingannate e sconcertate da
etichette
di categoria e slogan e propaganda che fanno precipitare la testa di
tutti quanti
in un vortice
E' dura credere che qualcuno dica la verità per quella che è
Giuro che è vero che in alcune parti del paese la gente crede a
quelli che puntano il dito più che al Presidente
E' l'epoca dei John Birchers (1) che sventolano la bandiera e portano la
pistola
E' l'epoca dei cani assassini e degli spray assassini
E' l'epoca delle super autostrade volanti
E' l'epoca del cibo schiacciapulsanti (2) e delle mode che durano cinque
minuti
(1) i membri della John Birch Society, associazione di estrema destra
citata da Dylan anche nella canzone "Talkin' John Birch Paranoid Blues"
(2) "pushbutton food" : il cibo ottenuto grazie a macchinari
E' l'epoca della camicia con il colletto bianco e del cappuccio bianco
(3) e della
lozione solare abbronzante per l'uomo bianco
(3) Qui Dylan allude al Ku-Klux-Klan, organizzazione razzista, i cui
membri indossavano un cappuccio bianco
E' l'epoca delle pistole e delle granate e delle bombe più grandi che
mai si siano viste
E' l'epoca dei fans di Liz Taylor - dei fans dello sport e dei fans
dell'elettronica
E' l'epoca in cui un ragazzo di colore di venti anni con la testa
insanguinata
non preoccupa granchè il senatore settantenne che
vuole bombardare Cuba
Non lo so chi è stata, amico, la gente che ha fatto sì che tutto questo
succedesse ma
han fatto quel che han voluto delle loro vite e hanno lasciato me e te
ad affrontare
un mondo violentato ed impaurito
Ci hanno levato l'aria del libero pensiero e ci hanno lasciato un
circolo di istituzione mentale
Hanno corrotto il vento e ci hanno lasciato una debole brezza confusa e
traviata
Hanno rubato la strada di Abramo Lincoln e ci hanno venduto l'autostrada
di Bill Moore
Hanno abbattuto gli alberi - seppellito le foglie ed hanno scritto
"Profess" sulla
lapide
Hanno rovinato quel fiume che scorreva limpido dell' "Ama il prossimo
tuo"
pronunciato da Gesù Cristo di Betlemme e ci hanno inquinati con il
"Proteggerò
la scuola con il mio corpo" pronunciato dal governatore dell'Alabama
Wallace (4)
Hanno rubato la Costituzione del paese e hanno fatto entrare di nascosto
i censori
della mente
Si sono accaparrati tutto comprandolo all'asta e ci hanno lasciato con
un cumulo di immondizie
di pazzi e di paure e di frustranti contraffazioni
(4) Il senatore George Wallace si opponeva all'integrazione razziale
nelle scuole (in molti stati del Sud i neri non potevano frequentare le
stesse scuole dei bianchi)
Tu mi chiedi cosa sto facendo Dave
Sto ancora cantando - Sto ancora scrivendo
Sto ancora facendo tutte le cose che ero solito fare, immagino
Ma la differenza probabilmente sta nel fatto che adesso
non sto più davvero pensando a quel che sto facendo
Non mi preoccupo più delle menzogne nascoste e della verità distorta di
fronte ai miei occhi
Non mi preoccupo più dei critici senza talento e dei filosofi
ignoranti
Non mi preoccupo più di quelli che se ne stanno seduti in un angolo con
le gambe incrociate e che
fanno leggi per quelli che invece camminano al centro della stanza
Sto cantando e sto scrivendo solo quel che è nella mia mente ora
Solo quello che è nella mia testa e nel mio cuore
Canto per me e per un milione di altri come me che sono stati spinti ad
unirsi
dallo stesso sentimento
Per nessun tipo di schieramento
Per nessun tipo di categoria
Gente legata ed impiccata
Gente frustrata, zittita e repressa
Gente di nessuna forma o campo particolare - età limite o classe
Non posso cantare più "Red Apple Juice"
Devo cantare "Masters of war"
Non posso cantare più "Little Maggie" con una testa sgombra da pensieri
Devo cantare "Seven curses" invece
Non posso cantare "John Henry"
Devo cantare "Hollis Brown"
Non posso cantare "John Johannah" perchè è la sua storia e la storia
della sua gente
Devo cantare "With God on my side" (5) perchè è la mia storia e la
storia della mia gente
(5) testuale
Non posso cantare "The girl I left behind" perchè so com'è farla
Devo cantare "Boots of Spanish Leather" perchè so com'è viverla
Ma non fraintendermi ora
Non pensare che mi allontani dalla mia strada perchè non canto più le
canzoni folk
Non è affatto così
Le canzoni folk mi hanno mostrato la strada
Mi hanno fatto capire che le canzoni possono essere qualcosa di umano
Senza "Barbara Allen" non ci sarebbe "Girl from the north country"
Senza "Lone green valley" non ci sarebbe "Don't think twice"
Senza "Jesse James" non ci sarebbe "Davy Moore" (6)
(6) testuale
Senza "Twenty one years" non ci sarebbe "Walls of Red Wing"
Diavolo no
Quelle vecchie canzoni sono il solo tipo di immagine rimasto per
mostrare ai nuovi nati
come si era soliti essere ai loro tempi
Quelle vecchie canzoni ci raccontano quello attraverso cui han corso,
camminato,
ballato
Le vecchie canzoni ci dicono come hanno amato e come hanno baciato
Ci dicono cosa hanno rifiutato ed a cosa han fatto opposizione
Hanno seminato ed hanno creato il sentiero
Erano semplici e raccontavano la storia in maniera diretta
Narravano di chi combatteva e per cosa combatteva e con cosa
combatteva
E contro chi combatteva
Oggi sono tempi complicati
E tutto quel che sto dicendo è che devo fare un mio resoconto personale
dei tempi attuali
Devo scrivere le mie sensazioni nello stesso modo in cui altri han fatto
prima di me
nel modo che si usava ai loro tempi
E non ho altro che omaggio da rendere e pensieri di riverenza per quelle
vecchie canzoni
e per quelle vecchie storie
Ma ora siamo io e te
Ed io sto facendo quel che sto facendo per me
E per te
Sto scrivendo e cantando per me
e sto scrivendo e cantando per te
Sto scrivendo e cantando per me perchè sono umano e respiro
in un mondo che è stato fatto per me
Sto scrivendo e cantando per te perchè tu sei una parte di me e di tutto
ciò
che io rappresento
Non so perchè non ti ho mai scritto
forse perchè non ho mai scritto lettere a me stesso
si forse è per questo
Ci vediamo
il tuo amico
Bob Dylan
traduzione di Michele Murino
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FOR DAVE GLOVER
(From the Newport Folk Festival program 1963)
We used t drink cough medicine bottles a vodka t'gether
We used t stay up all nite laughin and singin
And we did that when there weren't too many people doin it
Hey man - I'm sorry - // I mean I'm really sorry
I wrote many lines in the past few years but there ain't no letters in
none a the words t spell out how sorry I am
It's a complicated day
I keep rememberin the songs we used t sing an play
The songs written thirty fifty years ago
The dirt farm songs - the dust bowl songs
The depression songs - the down and out songs
The ol blues and ballads
I think a Woody's songs
I think a Woody's day
"This land I'll defend with my life if it be"
An I say t myself "Yeah that's right"
"Hitler's on the march"
"I don't wan''m takin my ground"
"I don't wan''m livin on my land"
An I see two sides man
I see two roads to pick yer route
The American way or the Fascist way
When there was a strike there's only two kind of views
An two kinds of tales t tell the news
Thru the unions eyes or thru the bosses eyes
An yuh could stand on a line an look at yer friends
An stand on that same line an see yer foes
It was that easy
"Which Side're You On" ain't phony words
An they ain't from a phony song
An that was Woody's day man
Two sides
I don know what happened cause I wasn't aroun but somewhere along
the line a that used t be day things got messed up
More kinds a sides come int' the story
Folks I guess started switchin sides an makin up their own sides
There got t be so many sides that no eyes could could see the eyes
facin'm
There got t be so many sides that all of'm started lookin' like each
other
I don pretend to know what happened man, but somehow all sides lost
their
purpose an folks forgot about other folks
I mean they must a all started goin against each other not for the good
a their side but for the good a jes their own selves
An them two simple sides that was so easy t tell apart bashed an
boomed an exploded so hard an heavy that t'day all'ts left and
made for us is the one big rockin rollin
COMPLICATED CIRCLE
Nowadays folk's brains're bamboozled an bowled over by categories
labels an slogans an advertisements that could send anybody's
head in a spin
It's hard t believe anybody's tellin the truth for what that is
I swear it's true that in some parts a the country folks believe the
finger-pointers more'n the President
It's the time a the flag wavin shotgun carryin John Birchers
It's the time a the killer dogs an killer sprays
It's the time a the billboard sign super flyin highways
It's the time a the pushbutton foods an five minute fads
It's the time a the white collar shirt an the white sheeted hood and the
white man's sun tan lotion
It's time a guns and grenades an bombs bigger'n any time's ever seen
It's the time a Liz Taylor fans - sports fans and electric fans
It's the time when a twenty year ol colored boy with his head bloody
don get too much thought from the seventy year ol senator who
wants t bomb Cuba
I don't know who the people were man that let it get this way but they
got what they wanted out a their lives an left me an you facin a
scared raped world
They frained the free thinkin air an left us with a mental institution
circle
They rotted the poor wind and left us mixed up mislead
puny breeze
They stole Abraham Lincoln's road an sold us Bill Moore's highway
They shot down trees - buried the leaves an nailed "Profess" t the
gravestone
They damned up the clear runnin river of "Love thy neighbor"
said by Jesus Christ a Bethlehem an poluted us with "I'll guard"
"the school with my body" said by governor Wallace of
Alabama
They robbed the Constitution of the land an snuck in the censors of
the mind
They bought up everythin at the auction an left us with a garbage
market a fools an fears an frustratin phoniness
Yuh ask how I'm doin Dave
I'm still singin - I'm still writin
I'm still doin all a things I used to do I guess
But the difference is probably that now I really ain't thinkin
about what I'm doing no more
I do worry no more bout the covered up lies and twisted truth in front
a my eyes
I don worry no more bout the no-talent criticizers an know-nothin
philosophizers
I don worry no more bout the cross-legged corner sitters who try an
make rules for the ones travelin in the middle a the room
I'm singin an writin what's on my own mind now
What's in my own head and what's in my own heart
I'm singin for me an a million other me's that've been forced t'gether
by the same feelin
Not by no kind a side
Not by no kind a category
People hung up and strung out
People frustrated an corked in an bottled up
People on no special form or field - age limit or class
I can't sing "Red Apple juice" no more
I gotta sing "masters a War"
I can't sing "Little Maggie" with a clear head
I gotta sing "Seven Curses" instead
I can't sing "John Henry"
I gotta sing "Hollis Brown"
I can't Sing "John Johannah" cause it's his story an his people's story
I gotta sing "With God On My Side" cause it's my story an my
people's
I can't sing "The Girl I Left Behind" cause I know what it's like
to do it
I gotta sing "Boots a Spanish Leather" cause I know what's like
to live it
But don't get me wrong now
Don think I go way out a my way not t sing no folk songs
That ain't it at all
The folk songs showed me the way
They showed me that songs can say somethin human
Without "Barbara Allen" there'd be no "Girl From The North Country"
Without no "Lone Green Valley" there'd be no "Don't Think Twice"
Without no "Jesse James" there'd be no "Davy Moore"
Without no "Twenty one Years" there'd be no "Walls a Red Wing"
Hell no
Them ol songs're the only kinda picture left t show the new born
how it used t be in them times
Them ol songs tell us what they had t run thru or walk thru or
dance thru
The ol songs tell how they loved an how they kissed
They tell us what they rejected and objected to
They laid it down an made the path
They were simple an told the story straight
They said who they fought an what they fought for an with what they
fought with
An who they fought against
Now's a complicated day
An all I'm sayin' is'at I gotta make my own statement bout this day
I gotta write my own feelins down the same way they did it before
me in that used t be day
An I got nothin but homage an holy thinkin for the ol songs and
stories
But now there's me an you
An I'm doin what I'm doin for me
An I'm doin what I'm doin for you
I'm writin an singin for me
An I'm writin an singin for you
I'm writin an singin for me cause I'm human an I'm breathin
In a world that was made for me
I'm writin an singin for you cause yer a part a me an everythin I
stand for
I don know why I aint written t yuh
maybe cause I never write letters t'myself
yeah maybe that's why
See yuh when I get there
yer friend
Bob Dylan
Non conosco il pezzo di Knopfler da te
menzionato perchè non ero un fans dei Dire Strait anche se devo
riconoscere che hanno suonato pezzi diventati dei "must". Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 24 Maggio 2018
HAPPY 77 BOB
May God bless and
always keep you,
May your wishes all come true,
May you always do for others
And let others do for you.
May you build a ladder
to the stars
And climb every rung,
And may you stay
may you stay
forever young.
Salve a Tutti.
ragazzi avevo bisogno di soddisfare una mia curiosità personale e dopo
vari tentativi 'autonomi' mi sono deciso di scrivere a voi per sapere se
qualcuno sa come è chiamato il cappello, ultimo fra i tanti, che indossa
Dylan da alcuni anni.
Vi allego una foto che, ovviamente, conoscete.
grazie. Pino di Cillo
Non è nient'altro che
il cappello di Zorro, chiamato anche Zorro Hat, in sostanza è il
cappello dei cavalieri spagnoli, è conosciuto anche come Sombrero
Cordobés, o cappello stile Cordova. Tipico del XVII secolo in Andalusia
e Spagna, divenne più popolare tra la fine del XIX secolo e l'inizio del
XX secolo. È anche popolare nei circoli equestri contemporanei spagnoli
e messicani.
Il nome più
conosciuto è Cordoban Hat, ma è anche noto coi nomi di
Gaucho Hat o Flamenco Hat. Praticamente è il tradizionale "Sombrero
Español". Esistono diversi tipi di sombrero, ma questo modello è tipicamente
spagnolo.
E’ spesso usato anche dai musicisti, dai nobili spagnoli o messicani di
origine spagnola, ma non dal popolino.
10 grandi canzoni ispirate ad opere
letterarie
clicca qui
Lunedì 21 Maggio 2018
Talkin'
10484 - samuconf93
Oggetto: 1° Dylan Day Forlivese
Caro Mr. Tambourine e carissimi Farmers,
è con immenso piacere che vi annuncio che venerdì 25 maggio si terrà il
1º Dylan Day forlivese, un progetto che porto avanti da molti anni ma
che solo ora vede la luce, nonostante alcune difficoltà e il budget
molto limitato. Ho trovato grande disponibilità da parte dei locali e
contattato ospiti estremamente gentili ed energici disposti a
partecipare; e coltivo la speranza che, se il pubblico risponderà
calorosamente, potremo riproporre l’evento a cadenza annuale, ogni fine
maggio. Venite numerosi! Allego qui il comunicato stampa riassunto e la
locandina ufficiale.
Grazie dello spazio e della tua gentilezza! A presto!
Samuele Conficoni
Caro
Samuele, per fortuna ci sono ancora persone come te che si buttano anima
e corpo per organizzare manifestazioni tributo a Bob. Spero che gli
amici forlivesi intervengano in buon numero e che l'evento abbia il
successo che speri, in modo da poterlo ripetere negli anni seguenti.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
You right! There
are many many chances that them will be the same modernized house,
certainly there's no other house like that at H street NE in
Washington, but we will not ever have the certainty! Have you noticed
that the man in front of the house may be the young Dylan himself? Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
( Hai ragione! ci sono molte molte
possibilità che siano la stessa casa modernizzata, certamente non ci
sono altre case come quella in H street NE a Washington, ma non avremo
mai la certezza! Hai notyato che l'uomo davanti alla casa potrebbe
essere il giovane Dylan stesso? )
Non so' se posso .... ma se volessi
"vendere" 600/700 nastri di concerti di Dylan acquistati nel tempo c'e'
uno spazio nel sito dove pubblicizzarlo?
Certamente Paolo, la
nostra "vetrina" è a disposizione anche per cose come questa. Se guardi
in vetrina vedrai l'annuncio. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao,
mi chiedo perché eventi così belli, come quello di Firenze non si
possano organizzare a Milano. So che Carlo Feltrinelli è grande
estimatore, nonché “quasi amico“ di Bob Dylan. Lanciamo a lui un
appello? Scusa la sfacciataggine.
P.S.: Leggo sempre con immenso piacere il sito, le recensioni, le
considerazioni dei Farmers, specie di Carla. Insomma fate parte della
mia vita.
Un caro saluto a te, in primis, e a tutti quanti nel nome della grande
opera di Dylan.
Grazie mille. Iosella.
Grazie a te Iosella,
sentire che tutti noi Maggiesfarmers facciamo in qualche modo parte
della tua vita ci fa sentire più importanti ed orgogliosi di quello che
siamo in realtà!!! Certamente avrai letto che l'evento della
settimana dedicata a Dylan è stato organizzato dall' Associazione
Culturale Contemporary senza l’aiuto finanziario di nessun ente pubblico
e nemmeno dell’ Estate Fiorentina. Nel nostro paese non è facile
ottenere soldi pubblici per organizzare eventi culturali, non saprei
spiegarti il perchè e forse è meglio non addentrarci in questo tipo di
argomenti...! Io lancio volentieri l'appello a Feltrinelli, ma
sinceramente non saprei proprio come contattarlo, senza contare il fatto
che non avrei nemmeno il tempo per seguire un eventuale successivo
sviluppo della cosa. Forse un giorno, se Feltrinelli ne sentirà
l'esigenza, metterà a disposizione un badget per far in modo che qualche
associazione milanese possa organizzare eventi del genere a Milano.
Grazie ancora per le tue bellisime parole, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
(Salve,
stavo guardando il vostro sito
http://www.maggiesfarm.eu/thebeatenpath.html
Avete qualche idea di dove possa essere attualmente la location del
dipinto chiamato "H Street "?)
I'm not sure Mr. Martin,
but after a long search on Google Maps i suppose it could be be this
restylized house at 1483 H st NE, Washington D.C.
Live long and prosper, Mr.Tambourine
(Non sono sicuro, ma
dopo una lunga ricerca su Google Maps penso che potrebbe essere questa casa
restilizzata al
1483 H st NE di Washington D.C. Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
16 Maggio 2018
Talkin'
10479 - dinve56
Oggetto: Settimana dedicata a Dylan
Salve Mister,
leggo con interesse dell'iniziativa dell'Associazione "Contemporary"
dedicata a Bob Dylan, che vedrà una serie di eventi nella città di
Firenze. Lunedi 21 maggio presso la Biblioteca Marucelliana uno studioso
di Dante terrà una conferenza il cui argomento sarà un ardito confronto
tra Dante e Dylan. Chissà se qualche Farmer vi potrà partecipare e,
magari, fornire un breve resoconto sul sito? Oppure si potrebbe avere,
sempre sul sito, un resoconto da parte degli organizzatori dell'evento?
Grazie e lunga vita. Carla.
Di sicuro diversi
Farmers parteciperanno agli eventi, ma non ti posso garantire che se la
sentiranno di fare una recensione della serata, proverò a chiedere agli
organizzatori se sarà possibile ma nutro poche speranze con tutto quello
che hanno da fare, però, la speranza è sempre l'ultima a morire!!! Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Libri: Bob Dylan, pioggia e veleno -
«Hard Rain», una ballata fra
tradizione e modernità -
(Donzelli Editore) - di Alessandro Portelli
«C’è una profonda giustizia poetica nel
fatto che lo stesso giorno in cui abbiamo perduto il premio Nobel Dario
Fo, Bob Dylan veniva insignito del Nobel. Si tratta di due artisti che
cambiano il nostro rapporto con la parola intrecciandola con il suono,
la voce, il corpo, la performance. Entrambi affondano le radici della
loro creatività nel mondo delle culture popolari: da Mistero Buffo a
“Hard Rain”, sono le voci dei vagabondi e dei saltimbanchi delle
campagne italiane e le voci dei braccianti neri del Delta e dei
vagabondi della depressione che si impadroniscono del centro della scena
e diventano nuovi linguaggi della modernità».
Due cantautori, su tutti gli altri, hanno dato voce al sentimento
dell’America profonda, incarnandone nella maniera più autentica l’anima
popolare: Bruce Springsteen e Bob Dylan. Dopo avere consacrato a
Springsteen (e alla sua canzone «Badlands») un libro memorabile,
Portelli si dedica ora a Dylan, e sceglie come emblema e protagonista
del libro «Hard Rain», la canzone che Dylan incise per la prima volta
nel 1962, agli esordi della sua attività. Non è certo un caso se,
durante la cerimonia dell’assegnazione a Dylan del premio Nobel per la
letteratura 2016, la canzone che Patti Smith scelse di cantare fu
proprio «A Hard Rain’s A-Gonna Fall». Ed è ormai largamente noto il
giudizio espresso dalla rivista «Rolling Stone», che l’ha definita «la
più grande canzone di protesta scritta dal più grande autore di canzoni
della sua epoca». Meno noto è che Dylan ha costruito «Hard Rain» a
partire da un intenso dialogo con un’antichissima ballata di tradizione
orale, il «Testamento dell’avvelenato», di cui si trova traccia
addirittura nell’Italia del Seicento, e che si diffuse in tutto il mondo
anglosassone, col titolo di «Lord Randal», per passare poi in America
attraverso i canali propri della tradizione orale. Esplorando le
relazioni fra queste due canzoni, il libro mostra come il testo di Dylan
si alimenti della profondità storica incorporata nell’antica ballata, la
proietti verso un immaginario contemporaneo, e li illumini entrambi. In
quel momento, Dylan è immerso nel folk revival, ma si prepara a uscirne;
è come se fosse «in bilico fra mondi», scrive Portelli, in un momento di
«prodigioso equilibrio che neanche lui avrebbe mai più ritrovato con
altrettanta potenza». Grazie a un confronto serrato con le forme della
canzone narrativa popolare e della sua storia plurisecolare, il libro
scava nell’immaginario di Dylan, nella sua visione della storia e del
futuro, dall’incombente minaccia nucleare ai disastri ecologici del
nostro tempo, mettendo in luce il rapporto che il grande folksinger
intrattiene con i linguaggi della musica, della poesia, dell’industria
culturale. Ne emerge una lettura di Bob Dylan la cui unicità consiste
nel collocarsi sapientemente, come solo un artista della parola cantata
può fare, nel punto in cui si incontrano oralità e scrittura, testo e
performance, folklore e popular culture, fra la globalizzazione dei
movimenti e delle culture orali e quella dell’industria culturale. Al
bivio fra due possibili vie della storia, apocalisse o liberazione.
Alessandro Portelli, considerato uno dei fondatori della storia orale,
ha insegnato Letteratura angloamericana all’Università «La Sapienza» di
Roma ed è presidente del Circolo Gianni Bosio. Per i tipi della Donzelli
ha pubblicato: L’ordine è già stato eseguito (1999, Premio Viareggio),
America dopo (2003), Canoni americani (2004), America profonda (2011),
Desiderio di altri mondi (2012), Badlands. Springsteen e l’America
(2015), La città dell’acciaio (2017), Storie orali (2017). Ha ideato e
curato, sempre per Donzelli, il volume collettivo Calendario civile. Per
una memoria laica, popolare e democratica degli italiani (2017).
Una settimana su Bob Dylan, ideata e
realizzata dall’Associazione Contemporary con concerti, dibattiti,
conferenze, approfondimenti e spettacoli, dedicati a Bob Dylan e alla
musica popolare americana. Dal 17 al 24 maggio a Firenze e dintorni.
Da evidenzare nella giornata inaugurale Il tradizionale concerto con
vista mozzafiato sulla citta’ al Vips bar di Piazzale Michelangelo (17
maggio-ore 17.30 ) con Acquaraggia e Danny Chicago e l’inaugurazione
della Mostra di arti figurative al Nabucco Wine Bar di via XXVII aprile
(17 maggio-ore 14.30 ).
Lo Jazzin’ Dylan di Titta
Nesti al Caffe’ 19.26 (venerdi’ 18 maggio ore 21.30) che l’anno scorso
ai Macci strabiliò il pubblico.
Titta Nesti
Lo spettacolo cardine Bob Dylan' s Dream al Teatro Nuovo del Circolo
Lippi (sabato 19 maggio alle ore 21.45)
Lo spettacolare concerto
del Guzheng di Mei (Chen Cumei), strumentista e mezzosoprano proveniente
dalla scuola di Musica di Fiesole; Dylan sulla Grande Muraglia, nel
Chiostro di Pico della Mirandola in San Marco (domenica 20 maggio) nel
pomeriggio ore 19.30.
La conferenza del Dantista
Massimo Seriacopi con un ardito parallelo Dante Alighieri-Dylan alla
Biblioteca Marucelliana (lunedi 21 maggio ore 16.00) con le
illustrazioni live di Enrico Guerrini.
La poesia dedicata a Dylan
Thomas, al Caffe’ Leonardo (via XXVII Aprile ) lunedì 21 maggio ore
18.00 ) .
La conferenza Dal TalkingBlues all’HipPop, alla BiblioteCaNovaIsolotto
con una bellissima mostra su Fernanda Pivano e la partecipazione dei
rappers di Sonoria (martedi 22 maggio ore 18.00).
L’happening col nuovo racconto di Rino Garro, Dalla Bocca di Dylan, alla
Libreria Claudiana, giovedi 24 alle ore 17.00, poco prima della chiusura
con un grande open mic su Dylan, sempre al Nabucco Wine Bar di via XXVII
aprile (ore 21.30 ).
Ma tanti altri sono gli eventi che si susseguiranno in questa Settimana,
il programma e’ in definizione e sono annunciati arrivi dall’estero, che
arricchiranno la programmazione con i concerti intitolati Songwriters in
the name of Dylan; tra gli altri ci sarà DANNY CHICAGO ( da Vienna ) con
un curioso romanzo autobiografico Being Bob Dylan.
Insomma un’altra
meravigliosa edizione della Bob Dylan’s Week realizzata
dall’Associazione Culturale Contemporary senza l’aiuto finanziario di
nessun ente ne dell’ Estate Fiorentina tanto decantata ma con
l’ottusita’ di un angolo ottuso che piu’ ottuso non si puo’.
Locazioni di rilevanza culturale Teatro Nuovo / Biblioteca Marucelliana
/ Biblioteca Nova/ Florence International Radio/ Basilica S.Marco/
Libreria Claudiana Firenze / dedicate alla musica Circolo F. Lippi/
Nabucco Wine Bar and Food/ Caffe’ 19.26 / Caffè Leonardo/ Vips Bar /
Cacio e Pere Siena/ Gradisca 1973 Prato/ La Torraia Firenze/ Il
Toscanaccio
Artisti coinvolti
Acquaraggia - Giulio Berezusky - Patti DeRosa (U.S.A.) - Enrico Guerrini
- Massimo Seriacopi - Danny Chicago (USA) - Cheng Cuimei - Veronica Wang
(CINA) Jonathan Rizzo - Mattia Rossignoli - David Scott (Kildare)
Aquaraggia
Enrico Guerrini
Massimo Seriacopi Danny Chicago
Cheng Cuimei Jonathan
Rizzo
Nelle scorse edizioni
della Bob Dylan' s Week
Greil Marcus - Ricccardo Bertoncelli - Alessandro Carrera – Ernesto
Bassignano - Alberto Crespi - Mickey Clarke -Tina Lundelius - Noah Kite
- Andy McKee - Steve Picken - Kenny Wilson - Jukka - Marina Evans -
Danilo Breschi - Les Sampou - Nie Xin
Oltre alle due date annunciate sabato che
si andavano ad aggiungere a quella già da tempo comunicata, oggi si sono
aggiunte altre nove date in Australia e Nuova Zelanda già confermate da
bobdylan.com:
08 Agosto 2018 - Perth, Australia, Perth
Arena
11 Agosto 2018 - Adelaide, Australia, Botanic Park
13 Agosto 2018 - Melbourne, Australia, Margaret Court Arena
18 Agosto 2018 - Sydney, Australia, ICC Sydney Theatre
20 Agosto 2018 - Wollongong, Australia, WIN Entertainment Centre
22 Agosto 2018 - Newcastle, Australia, Newcastle Entertainment Centre
24 Agosto 2018 - Brisbane, Australia, Brisbane Entertainment Centre
26 Agosto 2018 - Auckland, New Zealand, Spark Arena
28 Agosto 2018 - Christchurch, New Zealand, Horncastle Arena
Scusami tanto se ti disturbo. E una email solo per un’informazione
personale.
Prima nel sito trovavo una rubrica in cui erano elencate tutte le tappe
dei tour di Dylan degli anni precedenti. Adesso non la trova più. L’hai
eliminata?
Grazie mille, Iosella.
Negli archivi di
Maggie's Farm non c'è mai stata una pagina dedicata a tutte le date dei
tour passati. Puoi trovare le recensioni dei concerti dal 2008 ad oggi
nella pagina:
http://www.maggiesfarm.eu/zzzzzblackboard22018-2.htmlche è la pagina dell'archivio.
Per quello che
cerchi tu devi andare nel sito di Bob a questa pagina:http://bobdylan.com/setlists, poi clicchi sul quadratino nero con scritto
"select a year" e trovi l'elenco degli anni dal 1960 ad oggi. Clicca su
un anno e ti si aprirà la pagina con tutte le date e le setlist di
quell'anno. Cliccando su un altro anno sarà la stessa cosa. Ripeti
l'operazioner per gli anni e le date che ti interessano. Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Marina, come al
solito grazie per la segnalazione! Live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Sabato 12 Maggio 2018
Tour 2018, due nuove date ad Hong Kong e
Singapore
Oltre alla già annunciata data del 29
Luglio 2018 allo Naeba Ski Resort, Yuzawa-cho, Niigata Prefecture,
Japan, per il Fuji Rock Festival, due nuove date in Oriente si sono
aggiunte oggi:
4 Agosto 2018 - Wan Chai, Hong Kong, Hong Kong Convention and Exhibition
Centre
6 Agosto 2018 - Dover, Singapore, Star Theatre
Le date non sono ancora state
ufficialmente confermate da bobdylan.com, ma probabilmente l'annuncio
sarà dato assieme ad altre nuove date che formeranno il tratto estivo
del tour e che probabilmente sono in via di definizione.
E' passato oltre un mese dallo splendido concerto di Mantova, tenutosi
al Palabam l'8 aprile. Con mio padre siamo partiti nel pomeriggio.
Arrivati a Mantova sosta obbligatoria dal mio amico Roberto Dal Bosco
nel suo ristorante/pizzeria Al Viandante per un'ottima pizza e poi via
verso la location dove Bob terrà uno dei migliori spettacoli che abbia
visto in 18 anni, da quel mio primo live di Bob al Palavobis. Questo è
il mio 16° concerto dalla prima volta che lo vidi nel 2000. Insieme a
quello di Brescia del 2001, quello a Milano l'anno dopo e nel 2007, a
Padova nel 2010 in cui l'ho visto rinascere col ritorno di Sexton e
quello a Torino del 2015 dove già lo spettacolo era impostato
diversamente aggiungo questo come fra i migliori e per certe cose il
migliore. Prima di tutto per la pulizia degli arrangiamenti. La
scenografia, semplice ma suggestiva ricorda un po' un set
cinematografico, dove la vita qui si racconta in canzoni. La scaletta,
per la fortuna mia e di chi ha conosciuto Bob come me con Time Out Of
Mind è molto concentrata sugli ultimi vent'anni, senza comunque
tralasciare passaggi importanti di questa carriera unica e irripetibile.
Things Have Changed da come sempre il via e poi è tutto un viaggio
compreso fra oggi, ieri e l'altro ieri. Bob canta come in questi 18 anni
anni non ho mai sentito..non apre più le vocali come botole ma è molto
profonda e piacevole in tutti i sensi; alla fine credo che i dischi
sinatriani gli abbiano giovato da questo punto di vista. Infatti le tre
del grande canzoniere americano scelte per la serata sono da brividi e
accolte calorosamente dal pubblico. Lo stesso si può dire delle canzoni
tratte da quel disco immenso che è Tempest, dove emoziona il canto in
Soon After Midnight o in Long And Wasted Years. Non manca niente: si va
dallo swing alle ballate, da pezzi jazzati al potente Rock sporco di
Blues di H61, di Pay in Blood e di una fantastica Thunder On The
Mountain con tanto di assolo di batteria di George Recile. I classici
degli anni '60 come Don't Think Twice, l'epica Desolation Row, la già
citata H61 e nei bis Blowin' e una straordinaria Ballad of a Thin Man
che ha chiuso uno show che ha sfiorato la perfezione in tutto. Non
dimentichiamo altri capolavori accompagnati dalla sua eccezionale
band...certe pescate negli anni '70 come la struggente Simple Twist Of
Fate e la "massacrata" Tangled Up In Blue. Degli anni '90 due dei suoi
gioielli più belli tratti da Time out of Mind, con un nuovo
arrangiamento per l'oscura Love Sick e una delle mie preferite di
sempre, Tryin' To Get To Heaven. Pubblico che va da ragazzine e
ragazzini dai 16 anni ai coetanei di Dylan. Quanto alla fatica per
spostarsi è da sempre che lo vedo così nei live e lo attribuisco agli
stivaletti forse troppo stretti. L'ho visto camminare normalmente col
suo cappuccio dal quale si intravede solo il naso. Che Dio ce lo
conservi e perchè no...ce lo migliori sempre come sta succedendo ora.
Note negative? La mancanza di almeno un pezzo della trilogia cristiana
ed una security dall'indole "violenta" anche quando può scappare un
salto dopo un assolo di batteria di Thunder On The Mountain. Va
bé....Bob ha saputo darmi emozioni e momenti che mi porterò dentro
piuttosto che su un cellulare, meglio così. A presto,
Daniele Ardemagni "Ardez"
(Nota di Mr.Tambourine: Quandi si scrive una
recensione di un concerto di Bob Dylan è basilare un minimo di
conoscenza, e se non si sa bisogna almeno fare lo sforzo di
informarsi.
Robert Zimmermann (come scrive l’autore dell’articolo) è sbagliato, se
si vuole citare il vero nome di Dylan bisogna scrivere Robert Allen
Zimmerman con una m finale sola.
Quella che l’autore chiama “concessione insolita” per i due bis finali è
una citazione falsa, perchè i due brani Blowin’ in the wind e Ballad of
a thin man sono invariati in scaletta dal concerto di Oslo allo Spektrum
dal 4 Aprile 2017.
La canzone d' apertura del concerto non si chiama “Times are changed” ma
“Things have changed” e soprattutto non è stata ripubblicata nel 2012 su
“Modern Times” come dice l’articolo, ma è stata prima pubblicata come
singolo (COL 669379 7) in edizione limitata e numerata con retro "Blind
Willie McTell" (versione dal vivo), poi su promo singolo (COL 669333 1)
solo in Europa con retro "To Make You Feel My Love" (Live). Inoltre è
stata pubblicata sull’album The Essential Bob Dylan del 2000, The best
of Bob Dylan del 2005, Dylan del 2007, The Bootleg Series, Vol 8: Tell
Tale Signs del 2008.
Don’t think twice, it’s all right è stata pubblicata sull’album “The
Freewheelin’ Bob Dylan” e non come indicato "Freewheelin".
“Highway 61” è incompleto, esatto è “Highway 61 revisited".
“Blowin in the wind” non è esatto, corretto è “Blowin’ in the wind”.
Il batterista di Bob non si chiama George Receli ma George Recile.)
Bob Dylan e il ritorno in Arena dopo
30 anni
clicca qui
(Nota di
Mr.Tambourine: Anche questo giornalista avrebbe dovuto andare al
concerto per farne una recensione, almeno ha evitato la figuraccia non
firmando l'articolo.
Che Duquesne Whistle sia un grande classico di Dylan è una assoluta
novità.
Gli ultimi 4 brani a chiusura del concerto non sono stati «Pay in
blood», «Early roman kings» e «Soon after midnight» e «Long and wasted
years» ma, in quest'ordine: 15. Autumn Leaves - 16. Thunder On The
Mountain - 17. Soon After Midnight - 18. Long and Wasted Years)
Giovedì 10 Maggio 2018
Talkin'
10474 - tuttologo.01
Oggetto: Concerto 3/4/2018 Roma,
Auditorium
Segnalo a questo indirizzo il concerto di
roma del 3 aprile (La prima serata romana) in versione semi-integrale
(Manca soltanto il bis). Finalmente qualcuno si è deciso a metterlo
dall’inizio dopo che sono comparsi tutti pezzetti. ECCO L’INDIRIZZO:
Salve Mister,
le emozioni provate al concerto di Dylan a Milano sono state diverse da
come le aspettavo, molto intense e concentrate, non monotone. All'inizio
del concerto ho provato orgogliosa felicità perchè riconoscevo tutte le
canzoni di cui ricordavo anche parte del testo e mi sono detta che un
anno e mezzo di ascolto e letture non era stato vano: ero una
spettatrice-ascoltatrice consapevole. L'emozione più intensa mi ha
investito in pieno quando Bobby ha cantato "Melancholy mood"; ho sentito
la sua anima che si sprigionava attraverso la voce ed afferrava la mia
anima sulla nota elegiaca dei ricordi che addolciscono le passioni e i
tumulti della vita che hai alle spalle e mi è parso che quella canzone
l'abbia proprio cantata per me. Mi sono un po' persa la parte centrale
del concerto perchè non ho riconosciuto alcune canzoni ed onestamente
credo di aver "ranzato" gli arrangiamenti di "Tangled up in blue" e
"Desolation row"; il filo del concerto l'ho ripreso da "Love sick" e ho
ascoltato pienamente fino agli splendidi bis. "Ballad of a thin man" è
davvero epica e l'ho apprezzata anche più di "Blowin' in the wind". Ho
capito che devo ancora ascoltare molto per padroneggiare i testi e la
musica degli album successivi a "Under the red sky", ma sono già a buon
punto da "Tempest" a "Triplicate" ed amo tantissimo "Fallen angels".
Ancora una considerazione: la musica sovrastava troppo la voce di Bobby
e secondo il mio modesto parere oggi è la sua voce, tra il cantato ed il
recitativo, che deve avere più spazio. Non era ancora calato il sipario
e sentivo già un po' di nostalgia per un evento troppo breve, tanto che
avrei chiesto a questo ieratico e duro professor Dylan: "Canta ancora
una canzone per me". Mentre tornavo a casa gli ultimi pensieri sono
stati di grande ammirazione per l'indubbio spessore dell'opera di questo
piccolo-grande uomo che dà ancora moltissimo al suo pubblico e che
merita pienamente rispetto ed affetto. Alla prossima e lunga vita!
Carla.
C'è sempre tempo per
imparare Carla, non aver fretta, poco per volta e bene è meglio che
tutto in un colpo e male. L'importante è ricordare l'emozione, quella
non la dimenticherai facilmente! Anch'io ti auguro lunga vita ma
soprattutto serena e felice. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr.Tambourine,
sto leggendo le varie notizie sullo scandalo del premio Nobel per la
letteratura che quest’anno non verrà assegnato. La polemica
sull’assegnazione a Dylan spunta un pò da tutti gli articoli, come fosse
una malefatta!. A me non frega un c....o di tutte queste “inutili
parole”, per me Dylan ha strameritato il premio punto e basta! Per ma
Dylan ha cambiato il modo di raccontare il mondo, ma con la poesia e non
con il giornalismo. Sei d’accordo?
Live long and prosper, Achille R.
Fondamentalmente sono completamente d’accordo
con te anche se lo scandolo è veramente una cosa che va oltre
l’immaginazione. Che il premio più serio e prezioso del mondo si sia
rivelato un covo di briganti, molestatori, allibratori e via con cose
del genere lascia completamente di stucco. Purtroppo, come si suol dire,
questo passava il convento, e stai a vedere che Bob era stato informato
a priori di tutte queste porcherie e chi ci dice che il suo strano
comportamento con gli accademici svedesi non sia stato dovuto proprio a
questo? Naturalmente Dylan non è così pazzo da sputare su un milione di
dollari, l’ha preso ed intascato (ed ha fatto bene aggiungo io) ma a
modo suo ed alle sue condizioni. Ha così dimostrato che la Banda
Bassotti si era intrufolata fra gli accademici di Svezia e non solo nel
deposito d’oro di Zio Paperone. Che tristezza dover leggere e venire a
conoscenza di comportamenti del genere, anzi, potremmo dire “degenere”
usando un eufemismo. Ma poi ripenso che al momento anche noi abbiamo dei
rappresentanti politici che teoricamente dovrebbero agire per il nostro
bene e non riesco a capire perchè dopo due mesi non abbiamo ancora un
governo serio. Questi signori hanno chiaramente dimostrato che a loro di
noi non gliene frega una minchia del popolo che siamo noi, e allora
perchè scandalizzarsi solo perchè qualcuno ha allungato le mani su
nobili e titolati sederi o se ha venduto agli allibratori notizie in
anteprima in modo da intascare un pò di soldini? In fondo sono tutte
persone senza senso di responsabilità, gente che vive su un altro
pianeta e che si guarda bene dal tornare al pianeta d’origine perchè ci
sarebbero troppi problemi da affrontare e risolvere, quindi meglio
restare dove sono, parlare a vanvera e considerare gli italiani come
degli imbecilli. L’Accademia di Svezia ha dimostrato che tutto il mondo
è paese, e che paese che vai merda che trovi. Triste doverlo constatare,
ma tragicamente vero!
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
9 Maggio 2018
Bob Dylan, suggestioni e stravolgimenti
all'Arena di Verona
clicca qui
Gentilissimo Mr. Tambourine,
sto leggendo le e-mail che vengono inviate al tuo prestigioso sito.
Kantos (Talkin'
10466)
in particolare ha scritto quel che avrei
voluto scriverti su Things have changed. Giorni fa un altro internauta
scriveva dopo il concerto di Genova "Caro Bob hai sempre avuto ragione
tu", anche lì mi trovo d'accordo. Voglio segnalare che Dylan sta
comunque tenendo alcune caratteristiche del neverending tour, in
particolare sta riscrivendo sera dopo sera Tangled up in blue. Non è mai
uno spettacolo rigidamente preordinato. Ci regala sempre un poco di
improvvisazione qua e là. Al di là delle difficoltà fisiche la voce a
tratti è splendida, roba da anni settanta quasi. Un concerto che scalda
il cuore. Uno spettacolo dai temi tristi, canzoni che affiorano da tempi
andati, di nostalgia di tempi più semplici e carichi di speranza
rispetto ai nostri quelli del "lonesome " sentire ma che invece lascia
tanta serenità. Mi è venuta in mente Mississippi (una canzone capolavoro
termine di una triologia Tangled up in blue, Brownsville girl,
Mississippi) ove Dylan canta un po' crooner un po' lui di non avere
rancori per chi ha navigato con lui.
Quando e se mi si spegneranno le note di questo concerto voglio
analizzare gli ultimi tre\ quattro dischi, perché credo che un tema
ricorrente sia quello degli affondati. In Long and wasted years, ho
notato la ingenua illusione di chi si è felicemente sposato, con grandi
illusioni e si ritrova su un letto sfatto senza nulla da dirsi, così in
Mississippi, per chi parte per la città con tanti legittimi sogni e si
ritrova anni dopo con una valigia da fare e un sacco di sogni affondati.
Storie di normali sconfitte. Quelle della maggior parte di noi umani,
temi checoviani e carveriani.
Ciao!!!! Quinn.
Grazie Quinn, concordo
con le tue parole. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ho notato che qualcuno ha caricato il
concerto del 3/4 all' auditorium in versione quasi integrale (manca solo
il bis) in qualità abbastanza buona a questo indirizzo:
Ciao carissimo Mr. Tambourine!
Nel salutare te e tutti i membri della mitica Farm volevo dire che ho
girato io il video di Bob nel backstage di Verona. Il Nostro esce dal
bus sempre intorno alle 20 e l’ho atteso con ansia dietro le transenne:
sembrava molto in forma. Ho potuto poi ammirarlo nell’Arena a soli pochi
metri di distanza da lui (ero in terza fila di fronte al pianoforte).
Concerto stupendo.
Ne approfitto per dirti che il 1º Dylan Day forlivese si terrà
ufficialmente venerdì 25 maggio. A giorni ti invierò la locandina
ufficiale!
Un abbraccio, Samuele
Giustissima
precisazione, dare a Cesare quello che è di Cesare ed a Samuele quello
che è di Samuele! Resto in attesa della locandina, alla prossima, live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 7 Maggio 2018
Talkin'
10470 - iosella.sommovigo
Ho letto in molte recensioni riferimenti
alle condizioni fisiche di Bob Dylan e alla sua difficoltà a camminare e
a muoversi. Anch’io avevo notato questo al concerto di Roma. Ho avuto
poi la fortuna di assistere ai concerti di Milano e di Verona.
Splendidi, voce magica, presenza magnetica, grande intesa con i
musicisti, tutti suonano in modo superbo. Tutte cose ribadite già dagli
altri in modo molto più efficace. Però ho notato una cosa. Mi è capitato
di vedere uscire Dylan dagli Arcimboldi dopo lo spettacolo e vi posso
assicurare che cammina in modo spedito e ben diritto. L’ho visto solo di
schiena, con ancora gli abiti di scena mentre si dirigeva svelto al bus.
Non c’era alcuna incertezza nei suoi movimenti. Lo stesso a Verona. L’ho
visto mentre scendeva dal Suv, ben nascosto dal cappuccio, ma anche in
quel caso non c’era incertezza nel camminare, come in effetti si nota
sul palco. Mi viene da pensare che questo sia il suo modo di muoversi
sul palco, forse con circospezione e cautela per non cadere, come è
avvenuto ad altri musicisti, o forse perché è una persona schiva e
solitario e non ama la folla. Il motivo non lo posso sapere, ma quando
non è sul palco cammina senza incertezze. E questo mi fa ben piacere
perché spero, come tutti voi, di rivedere Dylan ancora cento e cento
volte sui palchi. Lunga vita e prosperità a tutti. Iosella.
Ciao Iosella,
testimonianza più che fedele la tua, niente può testimoniare questo tipo
di cose meglio degli occhi, vedi e capisci. Ti ringrazio e ti dico che
credo anch'io che la sua apparente difficoltà sul palco potrebbe essere
dovuta a cautela per non inciampare e cadere, la scena attuale non è
molto illuminata e quindi inciampare in un filo è facilissimo, altro
motivo potrebbe essere la stanchezza fisica che alla sua età e dopo 2
mesi di tour è più che umano avvertire, e terzo potrebbe anche essere un
atteggiamento che gli viene spontaneo, come quello di stare sempre a
gambe divaricate. Ma in fondo che conta è quello che si vede, tu ed
altri l' avete visto camminare normalmente, quindi sgomberiamo il campo
da ipotesi preoccupanti ed ingiustificate. Lo riaspettiamo tutti l'anno
venturo per nuovi concerti, per aver la possibilità di condividere
ancora con lui tempo e spazio. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Buongiorno Maggie's Farm !!......E' la
prima volta che Vi scrivo pur essendo un assiduo frequentatore di questo
splendido sito ormai da svariati anni. Scrivo dopo aver visto il mio 12°
DYLAN-live (Genova 25/4), ho cominciato il mio personale never ended
tour quando avevo solo sedici anni (avignone 1981), ho visto il grande
BOB nel tour insieme a SANTANA e JOAN BAEZ, l' ho visto insieme a VAN
MORRISON, l' ho visto in tutte le salse ma ancora adesso che sono ormai
oltre i 52 non finisco di emozionarmi ed esaltarmi quando ascolto la sua
unica/magica voce.
Ho conosciuto Dylan attraverso le musicassette che portava a casa mia
sorella (5 anni piu' grande di me).....erano forse gli anni di SLOW
TRAIN COMING, avevo comprato un "greatest hits" e mio ero innamorato
delle canzoni piu "facili"...BLOWIN' IN THE WIND, HURRRICANE, KNOCKIN ON
HEAVENS DOOR; facevo ancora le superiori quando insieme ad un amico
decidemmo di imbarcarci su un pullman "organizzato" da una radio locale
che ci portava fino ad Avignone (da Sanremo) per il concerto di BOB,
ricordo ancora con emozione la presenza sul pulmann di una ragazza con
lunghi capelli biondi che con una splendida voce e con la chitarra
suonava e cantava "SARA". Gli ingredienti per far scoccare una scintilla
c'erano quindi proprio tutti,la ragazza la persi di vista, ma l' amore
per Mr, Zimmerman che mi accompagna da una vita forse esplose proprio
li.
Ripartiamo dal fondo !!...Genova 2018 : concerto splendido a mio modo di
vedere, ho trovato il suono della band molto intenso, compatto, potente
(giudizi da appassionato ma non musicista-purtroppo), ho trovato la voce
di BOBBY piu' nitida e grintosa che mai, sembrava proprio avesse voglia
di farsi sentire (non sempre ho avuto questa sensazione); l' atmosfera
anche grazie alla scenografia del palco era magica, io che sono per
cosi' dire un "tranquillo impiegato di provincia" quando vedo e sento
Bob perdo il controllo e ho dei seri problemi a star fermo sulla
seggiolina senza potermi muovere al ritmo della musica (lo trovo
innaturale), lo confesso Dylan mi trasforma, i miei vicini di posto
hanno dovuto sopportare il mio continuo muovermi e i miei urletti e
canti deliranti.
Cosa ci posso fare ?! ....... Forse è proprio per questo che sto
scrivendo per confessare e condividere questa infinita passione, mentre
scrivo ascolto JOHN WESLEY HARDING, e trovo che la voce del "nostro" sia
qualcosa di prodigioso, intrisa di drammaticita, di ironia, di dolcezza,
a volte piu' tagliente a volte piu' limpida o suadente; questa voce
unica che mi ha rapito ancora fanciullo e che mi sono portato dietro
senza sosta e senza mai smettere di emozionarmi fino ad una età piu che
matura.
Chi ama Dylan lo fa senza se e senza ma, e' vero che forse e' scontroso,
antipatico, che non comunica, che non ti lascia cantare le sue canzoni
ai concerti.....ma Dio mio questo e' DYLAN !!! prendere o lasciare!!!
MI sono molto divertito all' uscita del concerto di Genova dove sulle
scale del palazzetto c' era un tipo che con chitarra e armonica cantava
in modo classico i pezzi piu famosi di Bob, io e parecchi altri ci siamo
goduti la situazione cantando insieme a lui, ma questo happening
imprevisto ha dato modo di ascoltare i commenti post concerto sull'
esibizione di BOB, non mancavano i delusi che speravano di assistere ad
una performance del genere anche all interno del palazzetto, un signore
esclamava "se lo sapevo invece di spendere 90 euro me ne stavo qua fuori
che mi divertivo di piu !!!.... ah ah ah".
Eh vabbe !!! Ci sta tutto, gente che non vedeva Dylan da anni, gente che
se lo ricorda o immagina versione boy scout "fate l' amore non fate la
guerra", mi spiace per loro, BOB DYLAN ogni giorno è una cosa diversa,
nuova, inafferrabile, indecifrabile.......forse per questo il mio
inseguirlo la mia voglia di sentirlo non finiscono mai.
Mi piacerebbe però sapere, magari proprio da voi di Maggie's Farm,
qualcosa di piu sul DYLAN privato, su questo omino misterioso che ha 77
anni !!! Passa circa un terzo della sua vita su un pulmann in giro per
il mondo per questo inspiegabile a affascinante .....tour senza
fine.........a proposito sono anche io del parere che prima che il corpo
lo abbandoni potremmo rivederlo ancora live....con la sua non voglia di
comunicare, con la sua non voglia di spiegare, con la sua non voce che
mentre scrivo mi fa ancora e sempre commuovere.
Un abbraccio a tutti......dylaniani,dylaniati,dylanologi. ANDREA,
Sanremo 5/5/2018
Caro Andrea, spero di
rileggerti ancora su queste pagine. Ho molto apprezzato quello che hai
scritto, le tue parole sono intrise di amore dylaniano al di la di
tutto, se canta bene, se canta male, se saluta, se non saluta,
etc...etc...con le solite banalità, ovvietà, lamentele e lodi! Come dici
tu su Bob ci sta tutto, ed i fans a volte si inventano frasi astruse
solo per apparire più saccenti dei banali fans che di Bob sanno tutto!
Purtoppo, se potessi sapere qualcosa sulla sua vita privata ti giuro che
scriverei un libro, ma la realtà è che nessuno, a parte quelli che
vivono e lavorano per lui, può sapere come si svolge la vita privata di
Bob. Forse coloro che lo frequentano giorno dopo giorno possono
conoscere le sue peculiarità materiali, come si esprime, quali sono o
potrebbero essere le sue reazioni di fronte a diversi tipi di cose, ma
sapere cosa pensa Bob credo sia impossibile anche ler loro. Dobbiamo
accontentarci di quello che possiamo vedere sul palco, e già questo non
è poco! Ricordo che moilti altri artisti alla sua età si sono già
ritirati dalle scene da un bel pezzo, invece Bob, nel bene o nel male,
nel bello o nel brutto, il suo centinaio di concerti lo spara tutti gli
anni. Ti giuro che fare cento concerti in un anno è uno sforzo davvero
notevole anche per un ventenne, figuriamoci per uno di 77 anni. Cento
concerti all'anno significano in parole povere un concerto ogni
tre/quattro giorni in luoghi diversi, nazioni e città diverse, cambiare
cibo, aria, ambiente ed abitudini quasi tutti i giorni, e se anche se il
tour/bus è senz'altro arredato meglio di casa mia e gli alberghi dove si
ferma sono della migliore categoria, gli agi non tolgono certo la fatica
di percorre ogni anno migliaia di chilomentri. Alla prossima, live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr.Tambourine,
desidero innanzitutto ringraziare te ed Angelo per la talkin'
10453 con cui avete segnalato alla Farm il
concerto della Barbara Belloni Band dedicato a Bob Dylan, band che non
conoscevo prima. Senza questa segnalazione mi sarei perso un gran bel
concerto che mi sono potuto godere ieri sera (4 maggio) al “Beavita” di
Padova.
Tutta la band mi è piaciuta veramente tanto, a cominciare dalla cantante
(voce grintosa, molto soul). Molto bravi ed affiatati tra loro anche gli
altri 5 componenti della band (due chitarre elettriche, basso, batteria
e tastiere). Hanno eseguito i brani in modo sentito, efficace ed
asciutto, senza fronzoli inutili. Ottimi anche gli arrangiamenti dei
brani di Dylan, non scontati, comprese le belle armonie vocali in alcuni
pezzi da parte di tutti i musicisti della band.
Il concerto è iniziato con Tangled Up In Blue ed è finito con Like a
Rolling Stone. In mezzo una scaletta ricca, tra cui mi ricordo in
particolare Slow Train (la versione mi ha riportato alla mente quella
con i Grateful Dead di “Dylan & The Dead”), Mr. Tambourine Man, The Man
In Me (gran bella cover), Knockin’ On Heaven’s Door (è impresa ardua
rifare questo pezzo, è facile cadere nell’effetto karaoke, ma la band di
Barbara Belloni è riuscita pienamente nell’impresa con un’eccellente
cover), This Wheel’s On Fire, Blind Willie McTell, Sweetheart Like You,
Man Gave Names To All The Animals, Man In The Long Black Coat (mancavano
solo i grilli!), Girl From The North Country, Ballad Of A Thin Man, All
Along The Watchtower, The Weigth (di The Band, anche questa cover molto
bella). Sicuramente ho dimenticato per strada qualche altro brano.
In conclusione, gran concerto e grande band che consiglio vivamente a
tutti di non perdervi se vi capiterà l’occasione. Penso che anche a Bob
sarebbero piaciuti molto!
Colgo infine l’occasione per dire due parole sulla talkin'
10458 di Michele Lenzi e sulla tua
risposta.
Anch’io ho notato (al concerto di Jesolo dove sono stato giovedì 26
aprile e che mi è piaciuto tantissimo) e sono rimasto impressionato
dalla netta differenza nel canto di Dylan quando esegue gli standards
del repertorio sinatriano rispetto a quando canta le sue canzoni.
Ma non credo proprio che c’entri nulla la tecnologia. Credo invece che
si tratti esclusivamente dell’approccio, direi religioso, di Dylan
nell’affrontare quel repertorio di standards che per lui è “sacro”, come
se in quei momenti del concerto aprisse il libro dei salmi. Ovviamente
esagero, ma la sensazione che ho avuto durante il concerto è proprio
questa ed è la stessa che ho avvertito quando ho ascoltato il primo
capitolo della saga sinatriana (“Shadows In The Night”) su cui avevo
scritto una talkin' a suo tempo.
Anche il fatto che solo per l’esecuzione di quei brani Bob si sposti al
centro del palcoscenico armato solo dell’asta del microfono, rende
l’idea del momento speciale che si apre durante il concerto quando canta
quelle canzoni.
Penso inoltre che questo fatto confermi che Dylan non è per niente
costretto dall’età o da altri accidenti a cantare le sue canzoni come le
canta oggi in tour ma sceglie di cantarle così, è così che oggi le
sente, le vive e quindi le esegue. Se volesse sarebbe ancora pienamente
in grado di cantarle in modo fedele alle originarie linee melodiche,
come fa con gli standards del repertorio di Sinatra.
Che ne pensi? Un caro saluto, Albert “Milkwood”
Allora caro Albert, per
quello che riguarda la Barbara Belloni Band, il cui video si può vedere
su youtube all'indirizzo linkato sotto:
Concordo con te, tutto
molto buono, peccato che il suono della clip sia un pò "impastato", ma
questo non è colpa della band ma di come e con cosa è stato registrato.
Invece per gli altri
argomenti lasciami dire che ognuno di noi scrive le senzazioni e le
impressioni come le sente, in parole spicciole tutte le opinioni sono
ugualmente valide ed apprezzabili, ma sono pur sempre opinioni personali
e qualche volta ci possono azzeccare e qualche volta inveve no. Anche
tutto quello che scrivo io nelle mie risposte è solo il frutto del mio
modo di vedere le cose (a parte quando cito avvenimenti dimostrati),
quindi anch'io sono soggetto alle vostre critiche e contestazioni come
chiunque manifesti un'idea personale sulla vita e sul lavoro di Bob.
Spero di essere sempre il meno banale possibile e di saper essere
interessante per coloro che leggono Maggie's Farm quotidianamente.
Naturalmente, non avendo la verità in tasca, ammetto di essere fallibile
come chiunque altro! Spero che nel caso dovessi scrivere qualche
stupidata mi saprete comprendere e perdonare! Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Sabato 5 Maggio 2018
Talkin'
10467 - catestef
Devo dire che è curiosa questa cosa di
Dylan che si muove con problemi sul palco il perchè è nel video che ho
visto.
Anche io che ero a Verona abbastanza vicino (nel parterre) al palco ho
visto Dylan che si muoveva con difficoltà evidenti mentre camminava
quelle poche volte che faceva la spola dal piano al microfono e cosi è
stato anche al concerto di Roma.
Ne approfitto per dire che entrambi i concerti che ho visto sono stati
belli e confezionati per il pubblico per essere belli, puliti e perfetti
senza sbavature. Ritornando a Dylan aggiungo che anche quando sta al
microfono in piedi sembra che fatichi ugualmente non solo quando
cammina.
Però poi ho visto un piccolo video su youtube di Dylan che si avvia per
entrare nell'arena di Verona e cammina a passo spedito. Comunque al di
là di tutto a 77 anni Dylan sta più che in forma.
Ciao Stefano, mi
sembra che nel video Bob, che è sceso dal Beat The Street-Bus per
entrare in Arena, cammini normalmente e non a passo spedito. Certamente.
come hanno notato in tanti, se fatica a muoversi normalmente sarà perchè
probabilmente la stanchezza del tour si fa sentire, specie in un uomo di
77 anni. Come hai detto tu il concerto sembra confezionato su misura per
evitare sbavature ed imprecisioni, ma mi fa pensare che tutto questo
faccia perdere allo spettacolo un pò di freschezza e spontaneità,
togliere l'imprevedibilità a Dylan è stato come il passaggio in Formula
1 dai motori aspirati agli attuali ibridi turbocompressi che ha smorzato
l'urlo dei motori con grande penalità per lo spettacolo. Lo show di Bob
è ora quasi perfetto (la perfezione dipende molto anche dalle
caratteristiche delle venues, da come "suonano", da come smorzano gli
echi evitando sovrapposizioni fastidiose di suoni), come uno spettacolo
teatrale nel quale gli attori recitano all'infinito le stesse battute
ogni sera, e per quanto uno possa essere un bravo attore alla lunga
perde in spontaneità. Però, leggendo le recensioni dei concerti di
quest'anno, sembra che alla lunga questo show "preconfezionato" abbia
dato risultati eccellenti e di alto gradimento da parte del pubblico,
perciò, visto che piace alla maggior parte della gente va bene così.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Salve a tutti, scrivo dopo i messaggi di The mighty quinn e di Tiziano
(talkin' 10454-459), che riflettevano/si
interrogavano sulle condizioni fisiche complessive, voce compresa, del
nostro, fermo restando il livello altissimo degli ultimi concerti, come
da unanimi recensioni di stampa, anche straniera (bellissime soprattutto
le recensioni di area tedesco-austriaca, dedicate a quello che è
chiamato, semplicemente, Meister, Maestro).
Io ero agli Arcimboldi, piuttosto vicino come postazione, e ho potuto
seguire con oggettivo (sia pur commosso) interesse anche quanto
segnalato dagli amici nelle loro note. Il pathos della serata milanese,
che teneva profondamente avvinto il pubblico, era dato anche dalla
discrepanza tra un carisma artistico-umano eccezionale e uno stato
fisico che mi è parso realisticamente provato, comunque in linea con gli
anni e con una vita di sicuro non al risparmio. Dylan sembra muoversi a
fatica, con problemi di deambulazione e di postura; di profilo risulta
molto curvo, con una testa sproporzionata rispetto al corpo gracile,
tanto che, sul momento, ho pensato a un famoso ritratto leopardiano. His
band lo segue meravigliosamente, in modo molto vigile, e non solo sul
semplice piano musicale.
L'eleganza complessiva della scena, con tutto armonizzato (colori, luci,
abbigliamento, suoni, voci) è di quelle che non si dimenticano; nel
fondale scuro, spiccavano tre cose: la gran massa ricciuta dei capelli,
ben acconciati; il busto di alabastro della poesia; gli stivali texani
bianchi che non hanno smesso un attimo di vibrare e di trasmettere il
ritmo all'intera sala, ribadendo a Dylan la paternità della musica
contemporanea.
La concentrazione e la lucidità intellettuale, psicologica e artistica
di Dylan sono assolute e invidiabili; anzi, risultano, alla luce delle
sue difficoltà fisiche, francamente ammirevoli, con la percezione di una
grande coscienza professionale e di un carisma generosamente offerto al
suo pubblico. che diavolo avrebbe dovuto dire Dylan durante lo
spettacolo più di quello che la sua arte già esprimeva e che la sua
abnegazione metteva a disposizione degli altri? insomma, chi doveva dire
"grazie": lui, o al contrario noi? ma questa è tutta la sua vita, ed era
evidente che arte e vita correranno parallele per quanto gli sarà dato.
La voce certo era logora, ma anche piacevolmente brunita, con un
eccellente fraseggio, e in alcuni momenti era declamatoria come si
addice a un bardo padrone assoluto del suo mestiere e ben consapevole
del proprio ruolo e del proprio magistero, che intende orgogliosamente
onorare. Rispetto ad anni addietro non c'era quel tono nasale querulo e
persino sgradevole. Vocal coaching attento? Microfono di ultima
generazione? Interventi alle corde vocali o al setto nasale? Cosa
importa saperlo, di fronte a una serata eccezionale alla quale abbiamo
avuto il privilegio di partecipare.
Da ultimo, una riflessione sulla scaletta. Certo, l'esordio fa ben
presente che i tempi sono cambiati e la gente è impazzita e dunque non
ci crediamo più tanto alla possibilità di incidere sulle cose, ma la
conclusione martellata del bis inchioda in modo perentorio, come fossero
le trombe del giudizio, i nostri compromessi, le nostre ignavie
quotidiane, il nostro chiudere gli occhi da benpensanti
pseudo-intellettuali. Dylan, insomma, è ritornato, anzi, non se ne è mai
andato e, persino, non se ne andrà mai via. vero, Mr. Jones?
buona giornata, Antonia.
Grazie Antonia, avrei
voluto aggiungere qualcosa ma hai già detto tutto tu!!! Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Salve Mister,
credo e spero che Bob torni in Italia. Non so se abbia manifestato
stanchezza, perchè al teatro degli Arcimboldi non ho potuto vederlo da
vicino; dal posto che occupavo ho appena intravisto l'inconfondibile
testa riccia, ma per me è stato importante sentirlo dal vivo, poichè
credo che comunichi attraverso l'ascolto e non attraverso la vista. La
sua voce non la dimenticherò e spero di riascoltarla. Tutti noi lo
ammiriamo e lo aspettiamo ancora nel nostro Paese. Lunga vita! Carla.
Cara Carla, finalmente
hai potuto vedere e sentire Bob. Son certo che per te sia stata una
esperienza entusiasmente. Per quanto concerne il suo ritorno nel Bel
Paese dipende dalla salute di Bob, se in futuro sarà in forze come ora
puoi star certa che lo rivedremo ancora! Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr Tambourine,
ti scrivo per dare notizia di un episodio curioso capitato in occasione
del concerto genovese (concerto magnifico!).
Faccio parte dell'orchestra del teatro lirico della città, il Carlo
Felice. La mattina dopo il concerto di Bob, durante la prova con
l'orchestra il direttore - l'australiano Daniel Smith - commette qualche
errore di concentrazione, dopodiché si ferma e "confessa" tutto: la sera
precedente al concerto di Dylan Tony Garnier si è presentato in teatro
ed ha assistito alla prova della Traviata che vi si stava svolgendo.
Pare che sia un grande melomane, ed è rimasto entusiasta dello
spettacolo. Dopodiché ha invitato il Maestro al concerto e... alla
successiva festa organizzata probabilmente per pochi intimi!
Smith naturalmente non ha voluto scendere nei dettagli ma ha lasciato
intendere che ne stava ancora scontando i postumi!
P.S. Dylan alla festa non si è fatto vedere, è salito sul palco
all'ultimo istante ed era già sul pulmann appena riaccese le luci del
palazzetto... solitary man!
Ti allego due foto di Tony Garnier in visita al teatro Carlo Felice
(dalla pagina facebook del Teatro)
Marco65
Grazie Marco, le
curiosità sono sempre molto gradite dai nostri lettori! Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Venerdì 4 Maggio 2018
Talkin'
10463 - mauriziolongo
Oggetto: Verona
Ciao Mr.Tambourine,
dopo la serata per pochi intimi, tipo Supper Club, di Jesolo ieri in
Arena a Verona c'era il pubblico delle grandi occasioni e nonostante
questo, il nostro non si è scomposto di un millimetro e ha fatto lo
stesso show della sera prima senza concessioni particolari, nonostante
fosse l'ultimo show del tour.
La memoria è volata a 34 anni fà al primo concerto italiano, allora
quindicenne non stavo nella pelle ed il concerto fu il disastro che
tutti ricordiamo, ieri sera nelle stesse gradinate di allora mi sono
goduto uno spettacolo perfetto, senza la tensione di allora e con un
Dylan totalmente diverso e molto più accattivante..... dell'84 rimpiango
solo gli anni che avevo!
L'Arena era piena, ma diciamo che si stava molto comodi ed il pubblico è
stato come al solito composto, non c'è stata la ressa sotto il palco nei
bis, come a Jesolo, e tutto è filato liscio.
Gli highlight di questo tour sono certamente stati "Thunder on the
Mountain" (che è riuscita a scaldare anche Verona), "Desolation Row",
"Don't Think Twice" (accolta sempre da ovazioni) e per me "Tryin' to Get
to Heaven", che adoro.
Ho visto tre concerti simili, ma non uguali e dopo la "litigata" che ho
fatto a Lucca nel 2015 con il nostro eroe, adesso ho fatto pace ! Alla
prossima.
Una bella serata all'Arena di Verona: il
sole scende lentamente ma colora di un caldo oro l' Arena che va via via
riempiendosi, gli ultimi frettolosi che prendono posto in platea due
minuti prima dell'inizio, il cielo si scurisce per lasciare brillare la
luna che illumina il pubblico con la sua pallida luce. E via con il
concerto. Dotato stavolta di un buon cannocchiale, dall'alto delle
gradinate me le sono visto quasi "da qui a lì": ho colto alcune
espressioni veramente potenti del volto, nei momenti più intensi del suo
cantare, che indicavano una vera partecipazione al brano, e non la noia
e la piattezza che alcuni spettatori (quasi certamente lì perché "Sai,
sono venuto a vedere questo Nobel...") hanno commentato alla fine. E'
stato un buon concerto, alla pari di quello di Mantova a detta di tutti
noi compagni di concerti, e apprezzato da una coppia di tedeschi seduti
vicini a me che si sfidavano a riconoscere i brani, comunque da un
marchigiano sessantasettenne che pareva conoscere tutto di Bob (ma si
capiva appena letto da qualche generico sito internet). Anche se in buon
numero, ho notato che c'erano meno giovani rispetto ad altre occasioni.
Beh, siamo rimasti soddisfatti anche questo giro e lasciandoci ci siamo
chiesti cosa ci potrebbe riservare per il prossimo futuro.
E tornato a casa, il mattino dopo mio figlio mi manda una mail con
questo oggetto: bob drinks"
Dopo aver visto il concerto agli
Arcimboldi con il nostro in ottima serata e con versioni tra le piu'
belle da me sentite nel corso degli anni mi sono gustato la bellissima
esibizione all'Arena di Verona. Un Dylan in grande serata ha cantato o
meglio ha declamato le sue canzoni rasentando la perfezione espressiva
con il supporto di una band eccezionale che sappiamo capace di suonare
ogni genere possibile con eguale maestria, blindata, salvo rari momenti,
a fare da accompagnamento ma con riff solistici di effetto. Ma
soprattutto un Dylan in grande serata capace di convogliare su di se'
emizioni forti. Tra piccole perle sparse a brillare su tutte come una
come una canzone nuova diversa dall'originale "Tryn' To Get To
Heaven"....una magica "Desolation Row"...una "Long and Wasted Years"
coinvolgente e a chiudere il cerchio una "Ballad Of Thin Man"
magistrale. Ma tutto il concerto e' stato un grande concerto.
Ciao amici di MF. Sono Giorgio da Verona
e ovviamente... ero al concerto di Bob in Arena. Splendido concerto,
ovviamente per chi ama Dylan e lo conosce. La voce di Bob risonava
perfettamente, cosi' come il suono della band, grazie anche all'acustica
dell' Arena di Verona che, come si sa, e' la migliore del mondo. Si puo'
suonare e cantare in acustico anche senza microfono ed amplificatore. Lo
sapevate? Alcune persone al mio fianco erano andate ai concerti di
Milano e Mantova e hanno detto che la voce ed il suono non erano a tale
livello. Puo' darsi lo stesso che Bob faccia uso di qualche strumento ma
non credo. Non suonando il pianoforte si concede maggior concentrazione
di energia nella voce. Piuttosto, non riesce a camminare. Si alza e
risiede al buio ed usa l'asta del microfono anche come sostegno. Cos'ha
alle gambe? Io so che Bob e' sempre andato a cavallo per passione. Tanti
fantini hanno problemi alle gambe come tanti calciatori. Speriamo non
abbia nulla di serio!
A presto, Giorgio da Verona.
Giovedì 3 Maggio 2018
Talkin'
10459 - xxxxxxx.xxxxx
Oggetto: Difficoltà
Ciao Mister Tambourine,
relativamente ad una e-mail da te pubblicata di uno spettatore di Jesolo
(Talkin'
10454 - memento69)
vorrei confermarti che anche a Genova Dylan si è mosso con molta fatica
tra un microfono e l'altro. Ne ha fatto cadere anche uno
involontariamente. A riguardo ritengo per inciso sia utopico pensare che
possa suonare la chitarra se non da seduto, per un pezzo o due. Anche
Tony Garnier che ho rivisto dopo qualche anno seppur in ottima forma è
apparso ingobbito da anni e anni con il basso in spalla. Poca roba
rispetto a Bob, ma mi ha fatto pensare, riflettere. Si pensa sempre che
questa gente faccia la vita che tanti vorrebbero fare, ma la vita segna
anche loro, giorno dopo giorno.
Comunque Bob è stato stupendo. Soon after Mignight è stata splendida,
stupenda Don't think twice, e tutte le altre, vecchie e nuove.
Rds arena ben piena, gremita. Sono ancora ricolmo di tanta bellezza.
Penso, credo che sia l'ultima volta di Dylan in Italia, penso sia per
questo che ha aggiunto le tre date sulla Genova\ Venezia. Ma vedremo.
Things have changed come canzone singola, fa ragionare sui nuovi tempi
che oggi viviamo. Ci sono tanti luoghi comuni su Bob, ma uno è
acclarato: è sempre stato ed è un profeta. Ha sempre visto le cose prima
anche in questa bellissima canzone in cui gioca su Times e Changin'.
Inutile mi dilunghi.
Grande Genova, chi la conosce sa che sorprende sempre per
organizzazione, nessuno penserebbe di uscire in men che non si dica da
quello che da fuori sembra un groviglio di strade inintelliggibile,
invece è tutto molto più semplice di quel che sembra. La gente poi dell'
Italia costiera è proprio diversa da chi vive nell'Italia Pedemontana.
Grande serata, la porterò con me per sempre!
The Mighty Quinn
Ciao grande Quinn, come
vedi ho rispettato il tuo desiderio di anonimato. Come ho già detto gli
anni pesano e quando si è oltre i 70 pesano il doppio, si perde il
vigore fisico a vista d'occhio e non puoi farci niente. Dylan, per
quanto eccezionale come mente, è pur sempre un uomo come tutti noi,
soggetto alle leggi fisiche che ci obbligano ad un regresso più o
meno veloce, quindi anche lui, sottoposto agli sforzi di un tour di due
mesi credo ne risenta più di altri suoi colleghi più giovani. Non ci si
può far niente, è un peccato ma purtroppo è una cosa che tutti devono
accettare. Non giurerei che questa sia stata l'ultima volta che Dylan è
venuto in Italia, io credo che continui questa vit,a potremmo dire
zingaresca (nel senso del girivago), finchè una malattia non lo blocchi
seriamente, e se avrà la fortuna di non subire malattie, una sera o
l'altra, si accascerà sul palco sorridendo dando così l'addio ai suoi
fans proprio come ha sempre desiderato. Con Dylan mai dire mai, io credo
che se tutto continua come oggi avremo l'occasione di rivederlo ancora
sui nostri palchi. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Ho assistito al concerto di Dylan
all'Arena di Verona. Mi sorge un piccolo dubbio. Quando Dylan ha cantato
i pezzi standards al centro del palco mi è sembrato che la voce sia
stata un pò più pulita, più intonata come se il microfono fosse stato
"tarato" per quei pezzi. Spazzo subito via un concetto: non parlo
assolutamente di playback.
Michele Lenzi
Caro Michele, oggi ci
sono decine di effetti elettronici che servono a migliorare la voce ed
eliminare imperfezioni o piccoli cali e piccole eccedenze di
intonazione. Certamente il più efficace è "Auto-Tune", un software
creato dalla Antares Audio Technologies nel 1997 per manipolazione audio
che permette di correggere l' intonazione o mascherare piccoli errori o
imperfezioni della voce. Poi ci sono i "Vocal Harmonizer" che servono a
raddoppiare la voce (come se fossero due persone a cantare nella stessa
identica tonalità e timbrica all'unisono, oppure associare la propria
voce ad altre generate artificialmente per creare armonie corali.
Naturalmente sono aiuti notevoli, eticamente discutibili, ma i risultati
sono sempre belli e quindi molti cantanti professionisti fanno uso di
questi aiuti artificiali. Certamente ricordiamo che tre o quattro anni
fa la voce di Dylan era proprio "rotta", disarmonica e che spesso non
riusciva a tenere le note senza mettere in evidenza piccoli difetti di
calo di intonazione. Poi l'anno dopo si ripresentò con una voce bella
piena, non più calante, più corposa, tant'è vero che anch'io ipotizzai
un intervento alle corde vocali che avesse ripulito la voce di Bob. Se
vuoi sentire la differenza tra una voce normale ed una filtrata con
l'Auto Tune clicca il link sotto:
In conclusione non
escluderei che anche Dylan ora faccia uso di un auto tune e di qualche
tipo di armonizzatore vocale, nei dischi tutti i cantanti usano questi
accorgimenti e negli ultimi anni anche cantanti famosissimi hanno
dichiarato di fare uso di questo effetto anche dal vivo, quindi perchè
stupirsi se la voce odierna di Bob sembra molto più bella di quella di
alcuni anni fa. L'auto tune non cambia la voce o il charisma o la
suggestività della voce, migliora solo la pienezza timbrica e corregge i
piccoli difetti di intonazione, quindi perchè no? Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Grazie per la
segnalazione, live long and propser, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì
2 Maggio 2018
Talkin'
10456 - barbarabelloni
Salve, desideravamo ringraziarvi per la
segnalazione del nostro concerto del prossimo 3 maggio (non 3 aprile,
come indicato) sul sito maggiesfarm.eu!
Il contesto è veramente di classe, dato che la cantina Fasol&Menin è
particolarmente rinomata ed anche famosa per ospitare diverse realtà
musicali, per cui per noi non può che essere un onore!
Vi segnaliamo anche che il giorno dopo siamo a Padova, al BeaVita Pub di
via Palestro 62/1.
Grazie ancora e, come dite anche voi, live long and prosper, Mr.
Tambourine! :-)
Ciao Barbara, per la
Fattoria è un dovere ed un piacere segnalare ogni evento che riguarda
Bob, auguro a te ed alla tua band una bellissima serata! Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr.Tambourine,
Il concerto di Jesolo è stato il pìù intimo che ricordo di aver visto,
poco pubblico e palazzetto mignon, chiamarla arena è un'esagerazione!
Arrivo a Jesolo dopo una giornata di lavoro in Emilia, scendo dall'auto
e sento subito l'aria di mare, del mio mare, visto che da una vita vado
a rifarmi la tinta nelle spiagge jesolane.
Incontro Antonio Terni della cantina Le Terrazze, produttore del vino
autografato da Dylan, Sexton passa inosservato tra la fila all'ingresso,
il pubblico è per lo più locale e come ripeto spesso è stato un pò
freddino, i miei conterranei sono dei "diesel", ci mettono tempo a
scaldarsi!
Concerto ottimo, la band gira a meraviglia e il nostro è in forma,
stessa scaletta di Mantova ma esecuzioni molto più precise, Love Sick
stupenda e anche il finale di Ballad of a Thin Man è stato bello.
Nella strada di casa mi ritrovo davanti i due pullman neri Beat the
Street che portano via Dylan, che strano vederli in queste strade, chi
l'avrebbe mai detto.... e domani sera Verona, per chiudere il cerchio.
Ciao Mr. Tambourine Man.
Sono un seguitore seriale del sito da ormai diversi anni e colgo
l'occasione per farti i complimenti perchè grazie a te e al tuo costante
lavoro riesci a farci iniziare la giornata, collegandosi al tuo sito,
con news, aneddoti e quant'altro riguardo al nostro Bob.
Ieri sera sono stato al concerto di Jesolo e volevo darti la mia
impressione: il concerto l'ho trovato emozionante, raccolto, intimo come
mai mi era capitato; Bob ha cantato con una voce che pensando alle
esibizioni degli anni passati credo che tutti fossimo convinti non
potesse mai apparternergli. Don't think twice, Simple twist of fate e
Desolation Row sono state a mio modesto parere il clou della serata sia
per l'importanza dei testi sia per l'emozione che mi hanno trasmesso.
Anche i pezzi sinatriani li ho molto apprezzati; e il tutto naturalmente
accompagnato da una band ormai molto affiatata. Bob quasi sempre seduto
al piano, alle volte riusciva a sovrastare la band col suo pianoforte e
mentre lo vedevo suonare con energia sembrava di tornare a metà anni 60
col suo modo di fare da nevrotico impazzito; cosa molto gradita
quindi.:)
La serata però mi ha lasciato anche una nota malinconica; mentre faceva
i pezzi in piedi al centro del palco, questi sono stati solo 3, ho
notato che faceva fatica a rimanere in piedi e quando terminato il brano
le luci calavano sul palco si scorgeva la sua sagoma trascinarsi con una
certa fatica a prendere posto nuovamente al piano. Volevo chiedere se
anche altri Farmers che hanno assistito ai recenti concerti hanno notato
anche loro questa sua difficoltà nel restare in piedi e nel camminare.
Spero sia solo una mia impressione ma ho avuto conferma anche da altri
miei amici che erano più vicini al palco rispetto a me.
Purtroppo il tempo scorre quindi.... LIVE LONG AND PROSPER BOB. E
naturalmente anche te Mr.Tambourine.
Saluti, Tiziano.
Ciao Tiziano, non
dobbiamo dimenticare che Bob si sta dirigendo a grandi passi (perchè
quando si è in età avanzata il tempo scorre molto più velocemente del
solito) verso gli 80 anni, quindi non c'è da stupirsi se a volte sembra
molto affaticato ed in difficioltà. Teniamo presente che era anche alla
fine del tratto europeo del tour 2018 dopo 26 date in due mesi. Nemmeno
Bob riesce a fare miracoli!!! Grazie per la tua testimonianza, live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Il
nostro Bob ha iniziato una nuova avventura, è diventato anche produttore
di whiskey.
Dylan ha sempre mostrato interesse verso questo ramo di attività già
alcuni anni fa, quando depositò la domanda per registrare il marchio
“bootleg whisky“ nel 2015 e la richiesta venne notata da un suo fan e
imprenditore del settore Marc Bushala.
Da quel momento Bushala cercò di convincerlo a produrre whiskey e la sua
insistenza è stata premiata ora che Dylan ha cambiato nome suo al
marchio, “bootleg whiskey” significava “whiskey di contrabbando”, nome
non certamente adatto ad un produttore Premio Nobel. Così ora il marchio
si chiama “Heaven’s door”, più in armonia dylaniana. Dylan non si è
soltanto limitato a registrare il nuovo marchio ma ha voluto diventare
socio a tutti gli effetti di Bushala.