L’attuale sezione del sito
dedicata alle tribute bands ed agli artisti che omaggiano Bob Dylan
suonando la sua musica è da rivedere perchè non più aggiornata. Alcune
delle bands ed alcuni singoli artisti hanno cessato l'attività.
Se fate parte di una band o se siete un artista che suona la musica di
Bob Dylan e siete interessati a far parte di questa rinnovata sezione
potete segnalarcelo inviandoci una breve sintesi della vostra storia con
l’eventuale indirizzo del vostro sito Web, o Facebook o simili, in modo
che i fans dylaniani
interessati possano seguire la vostra attività.
Carissimi amici
Maggiefarmers, anche quest'anno sta arrivando il Santo Natale che ci
consente di passare alcuni bellissimi momenti con le persone che sono a
noi più care. Così sarà per me ed altrettanto spero sia per voi. Ci
aggiorniamo a lunedì 8 Gennaio 2018. Un salutone a tutti, live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr T.,
grazie per la risposta sul "rebus" di Tondelli.
In passato mi è capitato di voler scrivere pezzi su tema musicali più
personali, anche se non credo di averlo mai fatto con Dylan. Un paio di
anni fa scritti questo pezzo su Springsteen, e in particolare su
due dei suoi brani più conosciuti:
http://www.intertwine.it/it/read/OEPTgUW/Travolto-dalle-tenebre-o-accecato-dalla-luce
Come potrai facilmente notare, questo mio brano non ha alcuna pretesa di
essere "oggettivo".
Il guaio secondo me dei critici attuali è quello di voler "dire" e
scrivere cose troppo personali ma con un tono oggettivo.
Ed è ciò che ha fatto anche Tondelli, purtroppo. Personalmente non ho
approfondito mai Pasolini, però penso che essendo stato un contemporaneo
di Bob Dylan e avendo trattato tematiche piuttosto universali e sempre
nuove, forse un qualche nesso tra la sua opera e quella di Dylan
potrebbe starci davvero!
Difficile però vederci un collegamento proprio con l'ottava uscita delle
Bootleg Series (1989-2006)...
Penso però che la vera chiave, quando si scrive con toni oggettivi, sia
quella della motivazione, della giustificazione.
Personalmente non sono mai stato un grande fan di gente come Lester
Bangs o Greil Marcus, e non perché non ne apprezzi lo sforzo e il
tentativo critico, tutt'altro. Faccio fatica a trovare un nesso tra la
canzone (o il disco) e i loro tanti riferimenti culturali, il loro vasto
background, che spesso non giustifica però "i voli pindarici" e le
critiche verso cui hanno rivolto la loro attenzione.
Tondelli ad esempio, spesso scrive cose piuttosto divertenti e
condivisibili. Apprezzo lo sforzo di trovare una propria voce e il senso
dell'umorismo che spesso contraddistingue i suoi pezzi. Tuttavia, nel
mare magnum della critica dylaniana, oggi cerchiamo di raccapezzarci e
di trovare qualcosa di maggiormente oggettivo, visto che si è detto
tutto e il contrario di tutto. Spero non ci siano pretese autoriali o
originali, perché in quel caso cascherebbe davvero malissimo.
Negli Stati Uniti, Dylan è stato saccheggiato e sviscerato in ogni modo
possibile. I suoi dischi sono stati esaltati e spesso
ridimensionati.
Personalmente, in un lavoro di archivio come "Bootleg Series Vol. 8" non
sprecherei nemmeno tutto questo tempo, mettendoci poi riferimenti che
non possono rovare riscontro. Era, per quanto ricordi, una buona
compilation di materiale vario e di archivio. Tuttavia non ho mai troppo
apprezzato i dischi dove il materiale inedito si mescola con pezzi già
noti, senza considerare alcuni brani live, che trovo sempre fuori posto.
Non mi dilungherei nemmeno troppo sul disco di provenienza, visto che
quello esiste già, ed è un lavoro fatto e finito: penso a Oh, mercy o
Time out of mind.
Vorrei sapere che cosa ne pensano gli altri Farmers, ora.
Un abbraccio caloroso a tutti voi, e buone feste da parte di Dario Twist
of fate.
Ciao Dario, messaggio
girato, speriamo che qualcuno voglia continuare il tuo discorso. Intanto
di dico come le penso io sulla faccenda. Io parto dell'assurto che
qualsiasi pensiero o critica o giudizio sull'opera di Dylan (allargando
il cerchio anche per ogni altro artista significante) non sia MAI
oggettivo ma SEMPRE soggettivo. Ognuno di noi vede le cose dal suo punto
di vista e l’opinione che ne scaturisce è sempre figlia di questo punto
di vista. Non importa se ti chiami Scaduto, Marcus o Carrera, qualunque
cosa tu dica su conto di Dylan sarà sempre e comunque un parere
personale, anche se le persone che ho citato possono avere a
disposizione un numero di informazioni cento o mille volte superiore al
nostro. Concordo con te che la maggior parte dei critici attuali parlano
come se avessero la verità in tasca, come se tutto ciò che affermano
loro avesse il potere di cancellare le opinioni di chiunque altro.
L’importante è capirlo e non dare a queste persone una grande
importanza. Difficilmente leggerai in uno scritto di Carrera “E’ così!”,
potrai leggere “Secondo la mia esperienza e la mia conoscenza dovrebbe
essere così”. Non credo che Alessandro si permetterà mai di dire “Io sò
la verità dylaniana!”. Troppo intelligente, educato e colto per scrivere
schiocchezze del genere. Spesso i critici lasciano che la loro fantasia
esegua dei voli piundarici ingiustificati, ma questo serve più a loro
che alla verità. Molti hanno bisogno di essere conosciuti e dire
castronerie è un modo per raggiungere questo obbiettivo, poi, più le
castronerie sono grandi e più fama accumulano, non importa se negativa o
positiva, ciò che conta è “accumulare” una certa dose di notorietà,
attenzione però, notorietà non significa credibilità!
A me piace come scrive Tondelli, come riesce a mischiare la critica su
un lavoro di Dylan con fatterelli perfettamente inutili facenti a volte
parte della sua vita quotidiana, dei rapporti coi suoi amici od altro,
che non sono indispensabili allo scritto però gli danno un certo colore
ed una certa riconoscibilità. A volte capita anche a lui di scivolare o
di “andare oltre” in qualche giudizio, ma a me sembra che l’abbia sempre
fatto in buona fede e mai con malizia. Quelli che non sbagliano mai sono
coloro che non fanno niente (ammesso che il far niente non sia già uno
sbaglio in partenza, Dante considerava l’ignavia un peccato e mette
all’inferno color che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo! Esprimere
un’opinione non è un reato, basta avere l’umiltà di specificare che
quello che dici è solo la tua opinione senza altre pretese.
Nessun’altro artista è mai stato fatto a pezzettini come Dylan, e non
solo in America, in tutte le nazioni ci sono sempre quelli che si
tacciano di sapere tutto di tutto e di tutti, coloro che hanno ricevuto
dal Padreterno la verità assoluta con la promessa di distribuire le loro
perle di saggezza agli ignoranti (nel senso che non sanno perchè quando
Dio distribuiva la verità hanno sbagliato fila, Sigh..... :o((((( ).
Se ho dei Cd con registrazioni inedite perchè outtakes di altri albums,
non mi entusiasmo particolarmente, lo ascolto due o tre volte ma poi
inevitabilmente il CD finisce sullo scaffale, cosa che invece non
succede con Blonde, Freewheelin’, Blood ed altri di questo livello. Non
tutti i dischi di Bob sono stati dei capolavori, alcuni sono stati
decisamente negativi ed altri superlativi, il giudizio è sempre
soggettivo anche se è un giudizio di massa. Per fare un esempio la
critica mondiale considera Blood on the tracks un masterpiece, ma non è
così per tutti, ci sono fans che non si entusiasmano per quel disco,
quindi dobbiamo per forza di cose dedurre che qualunque giudizio è
sempre “soggettivo”. Non sempre quando tutti dicono che una cosa sia
verde hanno per forza ragione, perchè capita prima o poi che arrivi uno
come Copernico che dice “vi sbagliate, quella cosa è rossa”. Così quando
scrisse il suo “De Revolutionibus”, pubblicato però dopo la sua morte
nel 1543, scatenò una vera bufera nel mondo di allora dominato dagli
insegnamenti del Vaticano, però aveva ragione lui e non la moltitudine
di prelati che gli diedero contro. Galilei capì che Copernico aveva
visto giusto e sostenne la sua teoria, fu inquisito e condannato finchè,
da persona intelligente quale era, fece la sua brava abiura perchè non
gli andava di finire arrostito sul rogo.
Come scrisse il Foscolo nei "Sepolcri"
«Vide / sotto l'etereo padiglion rotarsi / più mondi, e il Sole
irradïarli immoto, onde all'Anglo (Isaac Newton) che tanta ala vi stese
/ sgombrò primo le vie del firmamento». Ci vorranno ben 359 anni, 4 mesi
e 9 giorni prima che Galileo possa tornare ad essere nuovamente un
"figlio legittimo" della Chiesa cattolica di Roma, cioè da quando il 22
giugno 1633 lo scenziato pisano fu condannato per eresia dal Sant'
Uffizio retto, a quel tempo, dal cardinale Roberto Bellarmino. Dopo
quasi 360 anni da quella iniqua condanna la Chiesa corse ai ripari,
ammettendo pubblicamente i propri errori facendolo in maniera solenne,
ufficiale e definitiva, con una cerimonia, presenti i membri della
Pontificia accademia delle scienze, presieduta da Giovanni Paolo II.
Vedi come i giudizi possano essere strani e bizzarri? Per fortuna che
oggi non esiste più la Santa Inquisizione, altrimenti Dylan, al suo
apparire, sarebbe stato immediatamente sul rogo abbruciato. Un abbraccio
e tantissimi auguri di buon Natale, live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Ciao Mr.Tambourine,
Qualche mese fa il sito Arte & Società pubblicò una mia intervista al
prof Carrera con al centro un volume da lui curato sul ruolo delle
canzoni nel cambiamento sociale del nostro Paese.
Ho ripreso quell'intervista sul mio blog 8th Of May.
La presenza di Bob Dylan in questa nostra conversazione mi spinge a
segnalartela, pensando di far cosa gradita ai tuoi lettori che magari si
sono perduti la precedente versione.
Colgo l'occasione per rivolgere a te e a tutti gli amici di Maggie's
Farm un caro saluto e i miei migliori auguri di buon anno.
Corrado Ori Tanzi
Ciao Corrado, hai
fatto bene a segnalarla, le parole del carissimo Alessandro Carrera sono
sempre ricche di spunti per bellissime riflessioni. Auguro anche a te
pace e prospertità per questo Santo Natale. Alla prossima,
Mr.Tambourine, :o)
Venerdì 22 Dicembre 2017
Talkin' 10331
- dinve56
Oggetto: Leggende su Dylan
Buongiorno Mister,
sono curiose e divertenti le leggende su Dylan. Quella del "barbone
sotto la pioggia" mi sa di un Bob che cerca ancora un po' di normalità,
perchè penso non sia facile vivere nella schiavitù imposta dal successo
e dalla fama. La leggenda del campanello suonato per sbaglio a Londra,
invece, mi sembra più artefatta ed inverosimile. "After Empire" è una
scoperta interessante. La tua risposta, Mister, lascia intendere una
collaborazione con alcune cantanti che avevano fatto parte del gruppo
"Queen of Rhythm". L'unione della voce di Dylan con quella delle
cantanti gospel è uno degli effetti canori più suggestivi ed armoniosi
che io conosca, inspiegabili, al limite del mistero. E' incredibile come
la voce roca e spezzata di Bob si sia fusa con la voce piena, calda,
robusta di queste donne straordinarie, creando un'armonia unica ed
inimitabile. In "Empire Burlesque" ci sono almeno due canzoni che
sembrano alludere ad un amore impossibile e la Musa di Bob, in
"Tarantula", è Aretha, colei che guida il protagonista del libro nella
ricerca dei segreti della musica. Ci sono più cose nella vita di Dylan
che stelle in cielo... Non andiamo oltre, perchè violare certi segreti è
dato solo ai protagonisti degli stessi..., se mai vorranno farlo.La Musa
di Bob c'è ancora e forse, chissà, si stanno ancora cercando. Lunga
vita! P.S. "Oh mercy" mi piace, ma spesso ritorno a sentire le raccolte
più antiche.
Ciao Carla,
Quella del barbone sotto la pioggia non è una leggenda, è un fatto vero
che è stato riportato da tutti i media del mondo. Certo la storia di Bob
che gira coi pizzini in tasca (ma chissà chi glieli avrà dati),
che...........insomma, proprio non sta in piedi, nemmeno con la più
sfreneta delle fantasie. Mi ha dato molto fastidio vedere il filmato
relativo a questo episodio perchè ci mostra un Dylan finto, tra
l'imbecille e l'idiota, ma non mi risulta che il premio Nobel per la
letteratura sia stato dato anche a qualche imbecille. A mio modo di
vedere gli imbecilli sono: Quello che ha scritto la sceneggiatura, il
regista che ha accettato una stupidata del genere, l'attore che ha fatto
una caricatura di Dylan.
Per quanto concerne le
vocalist ti faccio l'elenco delle cantanti che hanno accompagnato Bob in
diversi anni e diversi concerti: Debra Byrd, Queen Esther Marrow,
Madelyn Quebec, Elisecia Wright, Clydie King, Regina McCrary (aka Regina
Havis), Carolyn Dennis (seconda moglie di Dylan), Mary Elizabeth
Bridget, Mona Lisa Young, Regina Peeples, Helena Springs, Jo Ann Harris,
Debbie Dye e Louise Mathoon.
Mi è piaciuta la tua frase: "Ci sono più cose nella vita di Dylan che
stelle in cielo...", forse hai ragione.....! Ti auguro un felice Natale
con le persone che ti sono care, ci aggiorniamo all'8 Gennaio. Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 21 Dicembre 2017
Talkin' 10330
- catestef
Ciao Tamburino
Il “vero” Stewart, ora che la storia ha assunto lo status di leggenda
metropolitana, ha detto: Ormai avrò sentito un centinaio di versioni di
questa storia. Dev’essere accaduta a Maida Vale, la zona di Londra dove
una volta abitavo, o a Crouch End, dove c’era lo studio. Una volta un
tipo me l’ha narrata ed era ambientata in un ristorante di pesce. Ogni
volta che la sento diventa più complicata. Non ci vedo nulla di stran,
e' Bob Dylan che suona un campanello...."
Ho visto anche io l'episodio di Urban Myths. Concordo su tutto quanto
dici su Dylan ovvero che non si metterebbe a fare una cretinata del
genere (forse in parte) ma un fondo di verità tra la leggenda della
storia sembra esserci a sentire le parole di Dave Stewart. Sembra che
veramente Dylan ha suonato al campanello sbagliato e sembra che li' ci
fosse ad abitare un Dave che in quel momento non c'era e stava
lavorando, poi il resto di come sono andate le cose e' un punto
interrogativo o forse no, e' reale la storia solo in parte. Ma dove
inizia la verità e la leggenda fa parte di quello che Dylan fa e
continua a fare. Ma la vicenda e' del 1993 e Dylan stava in europa per
un tour, il 12 giugno infatti come prima data tenne un concerto a
Londra. E' stato veramente a casa in attesa che arrivasse Dave?
Veramente ha aspettato con la moglie che credeva essere la moglie del
chitarrista e ha telefonato al marito dicendo che aveva Bob Dylan a
casa? Mistero.
E comunque sarebbe bello pensare che sia una storia vera al cento per
cento, tutta e non metà. Pensa se un giorno ritorni a casa e trovi Dylan
che spulcia i tuoi dischi nel salone.
Stefano C.
Potrebbe darsi che la
storia abbia un fondo di verità che ha dato lo spunto a questa storia
assurda, in fondo Dylan fu fermato da una poliziotta del New Jersey che
vide il lui un «vecchio barbone eccentrico che si aggirava solo sotto la
pioggia cercando di dare un'occhiata a una casa in vendita.
«Documenti?», chiese l'agente all'uomo bagnato fradicio, i pantaloni
della tuta da ginnastica nera infilati negli stivali, due impermeabili
col cappuccio tirati sopra la testa. «Non li ho. Sono Dylan...». Era il
23 luglio 2009 e Bob rischiò l'arresto quando la poliziotta Kristie
Buble, 24 anni, non lo aveva riconosciuto. Qualcuno poco prima aveva
denunciato la presenza "sospetta" di un vecchio "barbone" nei paraggi.
«Sto in un albergo vicino, stasera devo suonare con Willie Nelson e John
Mellencamp», ha detto in sua difesa con voce roca il cantante.
L'incredibile episodio accadde a Long Branch, una cittadina della Jersey
Shore a due ore di macchina da New York, Dylan fu fermato ad un paio di
isolati dalla casa in vendita nella quale nel 1974 Bruce Springsteen
aveva lavorato al suo album "Born to Run".
Dylan si trovava a Long Branch per un concerto, parte di un tour
nazionale. Quando è entrato nel cortile della casa con il cartello
"vendesi" gli occupanti si sono insospettiti e hanno chiamato la
polizia. «Abbiamo avuto una chiamata che c'era una persona sospetta.
Fuori pioveva a catinelle. Quando siamo arrivati gli abbiamo chiesto
cosa faceva in quel quartiere e ci ha detto che cercava una casa in
vendita», ha detto l'agente Buble alla Abc. È stato allora che la
poliziotta ha chiesto a Dylan nome e documenti. «Mi ha detto, sono
Dylan. Ora, io ho visto una foto di Dylan di tanti anni fa e non mi
sembrava che assomigliasse a quell'uomo. E quando ha detto che era in
tour con Nelson e Mellencamp ho voluto vederci chiaro. A dirla tutta,
sembrava un vecchio scappato da un ospedale». La giovane poliziotta di
Long Branch non ha voluto infierire: «Ok Bob, sali in macchina e andiamo
in albergo a verificare la tua storia». È stato solo all'arrivo
nell'hotel del cantante che, controllati i documenti e parlato con la
troupe del concerto che ha confermato la sua identità, Dylan è stato
riconsegnato al suo manager. E alla domanda sul perchè stesse camminando
sotto la pioggia, il cantautore di Mr. Tambourine ha risposto
laconicamente a suo modo: «Avevo voglia di fare una passeggiata». Ora,
che Dylan avesse pensato di andare a trovere Dave Stewart potrebber
anche essere plausibile, in questo non c'è niente di strano, ma che sia
stato tutto il pomeriggio a parlare con un idraulico e sua moglie è
altamente inverosimile, a meno che quel giorno Dylan avesse esagerato
col Beaujolais, ma anche così il fatto sembra troppo strano ed
inventato. Si dice che a Liverpool sia andato da solo col pulmino che
porta i turisti a visitare la casa di John Lennon e che nessuno l'abbia
riconosciuto, ma io mi chiedo come si fa a non riconoscere Bob Dylan,
erano a Liverpool e non nel bel mezzo del deserto del Tenerè! A Città
del Messico Bob si travestì da donna ed inforcata una bicicletta si mise
a girare per la città. Chissà quante cose ha fatto in incognito che noi
non sappiamo, ma di sicuro meno stupide della storiella raccontata da
Sky Arte, potrebbe essere che Dylan avesse suonato alla porta sbagliata,
ma "Scusi ho sbagliato" e via, certamente per Stewart la storia porta
solo un pò di fama in più e lui ci marcia dicendo le cose che ha detto,
cose che avevo letto anch'io ieri ma che non avevo riportato perchè mi
sembrava non determinante per la veridicità del fatto e Stewart tirava
l'acqua al suo mulino. E' bello per un artista poter andare in giro a
dire "Bob Dylan ha suonato al mio campanello", ma la stessa cosa
successe a Ruth Gerson quando abitava a Little Italy a NY ma lei non ne
fece un proclama, raccontò il fatto a pochi amici fidato fra i quali ai
tempi c'ero anch'io. Tutto sommato credo che Dylan, in questo filmato,
non ci faccia una bella figura, sembra qualcosa di irreale e costruito
male, almeno questa è la mia impressione. Sinceramente, se fossi Bob
Dylan farei causa a Sky Arte, farei ritirare quello schifo di filmato e
mi farei abbondantemente risarcise per lesa Maestà! Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì 20 Dicembre 2017
Talkin' 10329
- duluth49
Oggetto: Knockin' on Dave's Door
Volevo segnalare che ieri sera alle ore
21,45 su sky arte hanno trasmesso un programm intitolato URBAN MYTHS,
per chi ha la possibilita' di poterlo rivedere o addirittura postarlo
che si passa una mezzoretta molto piacevole su un episodio non so se
vero o di fantasia su un incontro con Dylan e un ipotetico SAM a Londra.
Naturalmente il personaggio BOB e' interpertrato da un attore. Mi scuso
con tutti ma le mie conoscenze tecnologiche non mi permettono di farlo.
Mi farebbe molto piacere se qualche anima buona riuscisse nel'impresa.
Grazie, Marcello.
Caro Marcello, ho
visto la versione inglese che si trova su youtube (non ho trovato la
versione doppiata in italiano), ma comunque permettimi di dire che
l'episodio non mi è proprio piaciuto perchè il Dylan rappresentato è un
Dylan falso ed oltremodo cretino, una macchietta scema di Bob. Prima di
tutto Dylan non viaggia mai da solo, non prende taxi pubblici, non
arriva a Londra con un indirizzo sbagliato scritto su un pizzino e
nemmeno è così scemo da stare a parlare tutto un pomeriggio con Dave
Stewart per poi accorgersi che la persona che è venuto a trovare è
soltanto un omonimo e non il chitarrista degli Eurhytmics. Anche se è
una storia di fantasia non sta proprio in piedi. Questo episodio di
Urban Myths: "Bob Dylan “Knockin’ on Dave’s Door” è controverso a causa
della sua discutibile ed improbabile veridicità. Bob atterra a Heathrow,
lui è poetico, ottuso e molto discutibilmente si comporta come farebbe
Bob, specie quando si presenta alla (insolitamente) simpatica signora al
controllo passaporti, che è confusa, un po' sospettosa ma anche
innegabilmente incantata e manda i suoi saluti a Dave, il chitarrista
degli Eurhytmics che Bob dice che di essere venuto a visitare.
Bob, a bordo di un taxi, fruga nelle tasche tra i vari pezzetti di carta
cercando l'indirizzo di Dave Stewart e il taxi lo lascia da qualche
parte a Crouch End, prima di bussare ... in realtà suona il campanello
della porta sbagliata, che viene aperta da una donna di nome Angie,
anche lei un pò confusa, un po' sospettosa, ma innegabilmente incantata.
Angie è sposata con Dave Stewart, ma suo marito fa l'idraulico e
naturalmewnte non è il chitarrista degli Eurhytmics.
Dave l'idraulico torna a casa, riconosce il leggendario Bob nel
soggiorno (è un grande fan di Dylan) e i due trascorrono il pomeriggio
bevendo tè, chiacchierando e guardando Blockbusters. Alla fine Bob
ritorna all’aeroporto per tornare a casa. Storia oltremodo inverosimile.
L'episodio è mal inventato e mal realizzato, se Dylan si comportasse
come l'attore che lo interpreta allora dovrei essere d'accordo con
Brullo che dice che è un citrullo! Naturalmente quando troverò la
versione italiana la posterò, intanto chi lo vuol vedere in inglese,
tanto per farsi un'idea, clicchi sul link sotto:
Hanno ucciso Kennedy; è stato anche
Bob Dylan? - di Leonardo Tondelli
clicca qui
Martedì 19 Dicembre 2017
Talkin' 10328
- mcioffi.posta
Ciao,
qualche tempo fa hai segnalato l'esistenza di un disco non ufficiale di
Dylan dal titolo After the Empire. Il disco in questione é da poco
disponibile su You tube. Le registrazioni sembrano buone, le canzoni
dignitose. Gli anni '80 di Dylan spesso non sono stati all'altezza della
sua fama... :un paio di bei dischi e molta roba da dimenticare. Dove
collocare questo disco ritrovato? Non é certo un capolavoro; é senza
infamia e senza lode o é spazzatura anni '80? E le canzoni sono tutte di
Dylan o sono cover di altri autori? a un primo ascolto mi sembra
materiale inedito...potrei sbagliarmi ma...così fosse, il disco non
meriterebbe una sezione apposita nel tuo sito, con relative traduzioni
in italiano? Lo dico per completezza di informazioni.
Grazie della pazienza.
Marco.
(Bob scriverà mai nuove canzoni o si é arreso alla vecchiaia? Invece di
perder tempo con Sinatra...il sogno sarebbe vederlo ancora dare un paio
di zampata da vecchio leone ferito, stile ultimo Cohen)
Ciao Marco, il disco è un
bootleg non ufficiale, possibile luogo e data di registrazione; Cherokee
Studios, Hollywood, maggio / ottobre 1985.
Anche se al
tempo ci furono alcune "voci" circa questo disco che ancora non aveva un
nome, nessuno sapeva davvero cosa aveva fatto in studio Dylan tra le
sessioni di "Empire Burlesque" e "Knocked Out Loaded". La sua carriera
era cambiata a causa della sua crisi nel produrre vere canzoni, ma anche
le mode erano cambiate, e praticamente nessuno si era chiesto cosa
sarebbe stato il dopo Empire, principalmente i critici che erano
impegnati a fare ancora una panoramica dell'ultima produzione dylaniana
che avevano appena ricevuto. Bob fu salvato in corner da "Biograph", ma
la gente si lamentava ancora di come le sue outtakes fossero talvolta
migliori delle uscite ufficiali, cosa poteva dunque fare per tornare di
nuovo in cima?
Dylan che aveva ancora un sacco di idee, rientrò in studio nel 1985,
probabilmente ai Cherokee Studios di Hollywood. Si presume, ma non si è
certi, che i musicisti fossero Bob Dylan (voce e chitarra), Vito San
Filippo (basso), Raymond Lee Pounds (batteria), Carolyn Dennis, Madelyn
Quebec, Elisecia Wright (voci), ma i nomi del chitarrista e del pianista
che si sentono nelle takes non sono citati, anche se si crede che
fossero Mike Campbell e Benmont Tench degli Heartbreakers di Tom Petty.
Bob provò alcune idee che sembravano basate sul rock, ed anche se il
suono risente ancora di “Empire Burlesque", queste sessioni possono
suonare molto divertenti. Queste registrazioni non hanno la solita musa
dylaniana che le ispira, sembra invece che Bob e gli altri si stiano
solo divertendo un po' fra di loro.
Queste idee non erano completamente nuove, forse un po' costruite, ma
certamente niente del genere poteva essere materiale per un nuovo album.
Probabilmente si tratta di jam, o come si dice in gergo “scaldamuscoli”
per entrare in armonia musicale e prepararsi ad una incisione seria, con
probabilmente un sound engeneer poco corretto che ha cercato di fare un
pò di soldi registrando abusivamente quegli intermezzi. La maggior parte
sono cover di pezzi di altri autori, qualcuno addirittura con le parole
inventate al momento, Dylan era bravissimo in questo, alcune cose sono
mediocri ed altre sono belle e fresche. Purtroppo, come molta della sua
produzione successiva, ci si chiede dove sia andata a finire, forse nel
labirinto del disinteresse di Dylan nel guardare indietro alle cose
fatte o nel seguire le sue decisioni momentanee, fattostà che nessuna di
queste tracce ha visto la luce. Qualcuna di queste tracce rroverà un pò
di posto nelle Bootleg Series di molti anni dopo, ma in generale
silenzio assoluto.
Il disco è un bootleg non ufficiale meravigliosamente presentato
dall'etichetta Rattlesnake con un mucchio di foto rare dell'epoca, ma
sulla validità del materiale nessuno si è espresso.
La domanda invece è “Quale Bob Dylan agisce in "After The Empire"?
L’impressione è che Bob voglia reagire ai preziosismi dell’allora
tecnica di registrazione, una specie di reazione o ribellione ad un
suono troppo addomesticato, lavorato e raffinato, caricato di suoni
elettronici come si sente in Infidels ed in Empire Burlesque. Questo è
un Dylan che torna alla genuinità, il Dylan di “ buona la prima”, un
Dylan essenzialmente rock, un Dylan che si diverte a cantare e suonare a
suo modo il rockabilly, il blues, con un suono rollingstoniano e anche
gospel. Il tutto è molto grezzo e non poteva essere diversamente visto
il modo di registrazione e in diversi punti di questo bootleg, che ha
una qualità sonora discretamente buona, si coglie la genuinità che,
anche se allegra e sincera, è stata incassettata senza ripensamenti o
ricicli negli albums succerssivi. La realtà è che "After The Empire"
nasce e muore in quel paio di mesi del 1985. In parole povere, il disco
è un nastro sul quale Bob ha inciso progetti ed idee da sviluppare,
alcuni tentativi riusciti ed altri meno, un allenamento prima di una
maratona.
Naturalmente non è possibile elencarlo nella
produzione ufficiale di Bob.
Nessuno sa dire se la
musa di Dylan sia andata in pensione e lui si sia arreso alla vecchiaia,
staremo a vedere se il vecchio Bob saprà sorprenderci ancora! Live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Talkin' 10327
- dinve56
Buongiorno Mister ,
grazie dei chiarimenti che mi hanno aiutato a capire meglio "Knocked out
loaded" e "Down in the groove", anche se non condivido le stroncature
troppo severe... quella di Bob è sempre buona musica, specie se
confrontata con quella di altri cantautori. Grazie ad Alessandro
(talking 10315), che mi ha fatto
scoprire William Blake e la bellezza della sua poesia. Tramite lo
scambio di conoscenze, stiamo passando dalla musica al testo delle
canzoni e viceversa, che è la strada per capire l'ampiezza e la
profondità dell'ispirazione poetica di Dylan che, secondo me, di poeti
ne ha letti e interiorizzati tanti, oltre le citazioni della "Nobel
lecture" che gli hanno attirato tante polemiche. Mi fa piacere che Mario
(talking 10322) rivaluti "Street
legal" e "Is your love in vain?" che è davvero una bellissima canzone, a
cui aggiungerei, sempre nella stessa raccolta, "Senor (tales of yankee
power)" e "True love tends to forget". Infine devo ammettere che mi
lusingano le parole dei fans che conoscono e apprezzano Dylan da tanto
tempo, perchè mi ricompensano dell'impegno che ho profuso dall'anno
scorso ad oggi per colmare l'ignoranza dell'universo Dylan. Ma
l'esperienza più gratificante è stata quella di passare, grazie alla
frequentazione del sito ed alla guida del Mister, dalla lettura
all'ascolto delle canzoni che ha significato, per me, passare dall'
approccio accademico, indotto dall'assegnazione del Nobel, all'approccio
autentico a Bob Dylan. Oggi, ad un anno di distanza dall'acquisto e
dall'inizio della lettura di "Tarantula", capisco la prudenza con cui
Dylan ha accettato il Nobel: senza l'abilità con cui ha ritardato la
piena accettazione del riconoscimento, avrebbe rischiato che tutta la
sua arte venisse "accademizzata, imbalsamata, snaturata", mentre la vera
essenza di essa è l'ascolto, come Bob stesso ha ricordato nelle ultime,
significative battute della "Nobel Lecture" che sono sfuggite a chi non
lo ama o, semplicemente, non ne vuole riconoscere la straordinaria
intelligenza. Grazie a te, Mister, e a tutti voi. Inizio ad ascoltare
"oh mercy". Lunga vita! Carla.
Sono d'accordo con te
che quella di Dylan è sempre buona musica, ma il punto è proprio questo,
il paragone è fatto tra le sue canzoni e non tra le sue canzoni e quelle
degli altri. Il tipico fan dylaniano vorrebbe che tutte le canzoni di
Dylan fossero all'altezza dei suo rmasterpieces, ma anche uno
sprovveduto capirebbe che questo non è possibile, Dylan è un artista e
non una macchinetta per tagliare il salame in fettine tutte uguali, e
proprio come artista è soggetto agli alti e bassi di ispirazione. Gli
stessi periodi diversi della sua vita privata hanno sempre influito
sulla sua produzione, a volta con spinte ed ispirazioni meravigliose ed
a volte invece sembrava che Bob si stesse riposando sugli allori
prendendosi annate sabbatiche. Concordo anche che il Nobel a Dylan abbia
aperto nuove strade e dato nuove motivazioni, la canzone non è uguale
alla poesia, è più immediata e va dritta al cuore ed alla memoria, una
bella canzone è per sempre, come un diamante. Questo è quello che ha
cercato di dire Bob nella sua Nobel Lecture e naturalmente, i soloti
"soloni" non hanno capito". Pazienza, noi ce ne freghiamo delle parole
di questi gran sacerdoti della cultura mondiale, qualche volta lasciare
un illuso a crogiolarsi nelle sue illusioni è più una necessità che un
male! Al mio paese c'è un proverbio che dice: "Se vai in giro a cantare
il demi-demi prima o poi trovi qualcuno che te le da!". Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 18 Dicembre 2017
Sony music annuncia l’uscita di una nuova compilation di Bob Dylan
Le registrazioni originali di Bob
Dylan che hanno ispirato la commedia “Girl from the North Country”
Il 12 gennaio 2018 Sony Music pubblicherà “The Music Which Inspired Girl
From The North Country’, una nuova compilation di Bob Dylan di 2 CD. La
tracklist comprende le registrazioni originali di Dylan delle canzoni
selezionate dallo scrittore / regista Conor McPherson per la sua omonima
commedia nella quale le reinterpretazioni di quelle canzoni sono la
colonna sonora dello spettacolo.
La compilation abbraccia quasi cinquant'anni della straordinaria
carriera di Bob Dylan, dall'album "The Freewheelin’ Bob Dylan" del 1963
fino a"Tempest"del 2012. “The Music Which Inspired Girl From The North
Country’ è disponibile per la prenotazione su Amazon e iTunes.
La compilation segue l'uscita di "Girl From The North Country" della
Original London Cast Recording registrata agli Abbey Road Studios, e ora
disponibile su CD e vinile.
“Girl From The North Country” è una nuova commedia di Conor McPherson.
Dopo un tutto esaurito acclamato dalla critica all'Old Vic nel luglio
2017, lo show si trasferisce nel West End di Londra al Noël Coward
Theatre dal 29 dicembre per un ciclo di 12 settimane di
rappresentazioni.
Elenco delle tracce:
CD1
1. Sign On The Window [from ‘New Morning’, 1970]
2. Went To See The Gypsy [from ‘New Morning’, 1970]
3. Tight Connection To My Heart (Has Anybody Seen My Love) [from ‘Empire
Burlesque, 1985]
4. Slow Train [from ‘Slow Train Coming’, 1979]
5. License To Kill [from ‘Infidels’, 1983]
6. Ballad Of A Thin Man [from ‘Highway 61 Revisited’, 1965]
7. I Want You [from ‘Blonde On Blonde’, 1966]
8. Blind Willie McTell [from ‘The Bootleg Series Volumes 1-3 (Rare &
Unreleased) 1961-1991’]
9. Like A Rolling Stone [from ‘Highway 61 Revisited’, 1965]
10. Make You Feel My Love [from ‘Time Out Of Mind’, 1997]
11. You Ain’t Goin’ Nowhere [from ‘Bob Dylan’s Greatest Hits Volume II’,
1971]
12. Jokerman [from ‘Infidels’, 1983]
13. Sweetheart Like You [from ‘Infidels’, 1983]
CD2
1. True Love Tends To Forget [from ‘Street-Legal’, 1978]
2. Girl From The North Country [from ‘The Freewheelin’ Bob Dylan’, 1963]
3. Hurricane [from ‘Desire’, 1975]
4. All Along The Watchtower [from ‘John Wesley Harding’, 1967]
5. Idiot Wind [from ‘Blood On The Tracks’, 1975]
6. Lay Down Your Weary Tune [from ‘Biograph’, 1985]
7. Duquesne Whistle [from ‘Tempest’, 2012]
8. Señor (Tales Of Yankee Power) [from ‘Street-Legal’, 1978]
9. Is Your Love In Vain? [from ‘Street-Legal’, 1978]
10. Lay, Lady, Lay [from ‘Nashville Skyline’, 1969]
11. Forever Young [from ‘Planet Waves’, 1974]
12. My Back Pages [from ‘Another Side Of Bob Dylan’, 1964]
Ciao Mr. Tamburino,
leggo sempre le notizie sul sito anche se non intervengo da molto. Seguo
il sito da quando c'era Michele. A parte farti i complimenti per tutto
quello che fai, devo dire che le cose piu belle su Bob le ho lette qui.
Ho letto molti libri su di lui, ce ne sono centinaia, ma in fondo le
cose piu belle che ci sono nei libri sono state dette anche qui,
chapeau, non è poco per un piccolo sito italiano. Anche sugli altri siti
europei e americani dedicati al Nostro ci sono state belle pagine, ma
non come sul nostro sito. Ho letto in ritardo l'articolo di Davide
Brullo che hai postato, mi sembra strano che nessuno abbia risposto,
Brullo è un buon intellettuale, ho visto su youtube qualcosa che hanno
pubblicato su di lui, ha questo blog "Il bastone e la carota" dove
fustiga chi gli capita a tiro, sono anche d'accordo con alcune cose che
scrive, ma su Bob ha incespicato come molti eruditi negli anni hanno
fatto prima di lui. Su Dylan ci sbattono in molti, quello che mi
sorprende è la mancanza di cultura, laddove per altri personaggi viene
mostrata. Ci sono scrittori che hanno scritto discorsi più belli di
quelli di Dylan? E allora? Bob non è mica un intellettuale di quella
risma, ha scritto quello che si sentiva, dove è il problema? E che vuol
dire prendere un estratto di Just like a woman e paragonarlo a poesie di
poeti pur bravi e sconosciuti? Ce ne sono tanti anche piu bravi di Bob,
ma Grullo, scusa, Brullo non sembra capirne la differenza che ha fatto
si che Bob diventasse un icona riconosciuta da tutti, differenza che fa
si che la forma poetica e cantata diventi una cosa nuova che prima non
c'era. Infatti la poesia scritta non rimane molto nella memoria, la
canzone si, ci sarebbero altri argomenti su cui non essere d'accordo con
Brullo, ma è troppo lungo elencarli qui, penso di rispondere via email
al suo sito cercando di fargli capire che Dylan è inafferabile, compito
difficilissimo, eventualmente mando il tutto in copia al sito. Grazie di
tutto e saluti.
Marco Manici
Caro Marco, prima di tutto lasciami dire che rimango sempre di sale
quando qualcuno mi scrive che segue il sito dai tempi di Michele. Michele è
sempre, a mio parere, il "Conoscere" (nel senso dell'Enciclopedia)
dylaniano, e se qualcuno, come nel tuo caso, mi dice che segue ancora il
sito con parole bellissime come le tue naturalmente mi tocca il cuore.
Maggie's Farm è una passione e un hobby e buttarci dentro ore ed ore per
compilare giornalmente le news e tenere sempre aggiornato il sito è
sempre pesante ma a alla fine della fiera ti ripaga sempre con grandi
soddisfazioni come le mail come la tua.
Non preoccuparti per Brullo, è solo un altro dei tanti
che si affannano a sfogarsri contro qualcosa difficile da capire. In
realtà ci sono solo due modi di scrivere qualcosa, scrivere bene o
scrivere male, se scrivi bene c'è la possibilità di vincere il premio
Nobel per la letteratura, se scrivi male non vincerai mai niente,
semplice no? Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Quarant'anni fa usciva negli USA “La
febbre del sabato sera”, e nell’era dei social networks e della paura
quella storia rimane attuale
clicca qui
Sabato 16 Dicembre 2017
Talkin' 10325
- calabriaminimum
Carissimo Mr.T., come va?
Seguendo Maggie's Farm ho trovato questa interessante rubrica curata dal
sempre bravo Leonardo Tondelli, che ho apprezzato nello sforzo di
raccontare la discografia ufficiale del Nostro.
Tuttavia non è la prima volta che non sono d'accordo con Tondelli e che
trovo alcune "imprecisioni" del tutto fuori tempo massimo per il 2017.
Mi riferisco al sottotitolo:
Tell Tale Signs: Rare and Unreleased 1986-2006 (The Bootleg Series, Vol.
8)
Ora, va bene che è solo una data, e che il 6 e il 9 sono facili da
confondere, specialmente su una tastiera qwerty,
il problema però è un altro: l'imprecisione che ci porta a confondere un
periodo come il 1986 che per tutti noi dylaniani è ricco di sfumature e
significati con un bel diverso 1989. Non è solo per i tre anni di
distanza. Mi spiego meglio: cosa costa confondere con Dylan un anno con
un altro? Costa e non poco. Pensiamo se al posto di scrivere 1966
parlando di Blonde on Blonde noi avessimo digitato 1969.
Pare una sciocchezza, ma invece cambia "il mondo". Per me è lo stesso
tra 1986 e 1989. Ogni altro sforzo o tentativo (oltretutto il pezzo di
Tondelli parte con una premessa personale inutile che con il disco della
Bootleg Series non c'entra nulla) per me risulta vano.
Ho provato a segnare la cosa, ma niente. Vorrei sapere che cosa ne
pensate di tutto ciò, voi Farmers e in
generale sul pezzo che qui di seguito vado a linkarvi.
Io questa volta l'ho trovato un po' pesante, anche perché inizia a
parlare di Dylan più o meno a metà articolo...
Un saluto a tutti i Farmers, Dario twist of...
Ciao Dario, grazie per lo spunto. Cominciamo col dire che la vera
denominazione esatta del disco è: The Bootleg Series Vol. 8
BOB
DYLAN
TELL
TALE
SIGN RARE AND
UNRELEASED
1989-2006
Io sono convinto che il
"1986-2009" di Tondelli sia solo una distrazione, anch'io
fraccio errori di scrittura, specialmente sulle date ma nessuno sembra
mai accorgersene, per fortuna, quando rileggo per cercare riferimenti,
trovo errori grandi come una casa e li correggo in silenzio, in modo che
nessuno sappia mai che ho sbagliato! Questo succede a me e credo sia
successo a Tondelli. Invece sui giudizi su Tell Tale Sign lo
stesso Tondelli mi ha dato l'impressione, pur essendo un amante del
lavoro di Dylan, un conoscitore dei pezzi e di tutto ciò che è stato
pubblicato dal menestrello, che sia un buon critico dylaniano, anche se su certe
cose si potrbbe anche non essere d'accordo. Dicevo che mi è sembrato un
pochino "Tangled Up In Words", cioè aggrovigliato nelle parole, scrive
nell'articolo cose esasperate difficili da digerire tipo: "Tell Tale Signs
è migliore della maggior parte degli album di Dylan, forse perché non
è un album, ed è inferiore a tutti i capolavori che Dylan non è mai riuscito a registrare".
Ho
letto e riletto questa frase ma continua a sembrarmi una frase
indistricabile! Poi, nello stesso articolo, a parte la disgressionme su Pasolini
e Leonardo da Vinci che poteva benissimo omettere perchè non dimostrano
niente e nemmeno ha molto senso un paragone sul modo di
procedere di Leonardo e di Dylan, in sostanza ci sono frasi con le quali
dichiara che Dylan è migliore nelle prove che nel prodotto finito,
che son meglio gli scarti del prodotto finito, che il disco è migliore
di molti altri, che il disco non è un disco in senso musicale, che è un
album di schizzi bozzetti, progetti, che la grandezza del disco è il suo
senso di incopletezza. Arriva a dire che forse Dylan non avrebbe mai
dovuto imbracciare una chitarra elettrica, che è stato inutile sbattersi
per creare prodotti compiuti quando quello che gli viene meglio sono gli
abbozzi. Dice che Tell Tale Sign è un cassetto pieno di roba accantonata
alla rinfusa ma che tutti i dischi di Dylan dovrebbero assomigliargli. A
questo punto è diventato difficile seguire Tondelli nella sua
disgressione. In penso che un pochino più di chiarezza non ci sarebbe
stata male in quell'articolo, quando ti dilunghi troppo e mischi Dylan
con Leonardo e Pasolini ti impantani e non ne esci più per quanti sforzi
tu possa fare, come nelle sabbie mobili, qualunque cosa tu faccia
affonderai! Ho letto altre recensioni di Tondelli e le avevo trovate ben
fatte, lo prova il fatto che ho linkato diverse sue recensioni su questo
sito e continuerò a farlo. Tondelli scrive bene ma questa volta sembra
si sia lasciato prendere la mano. Niente di drammatico, Dylan è
misterioso e questa volta Tondelli ha voluto imitarlo, non c'è niente di
male in questo, però Dylan è Dylan e può permettersi di non essere
facilmente capibile, ma Tondelli non è Dylan. Considero quest'articolo
buono nel senso che Tondelli ha voluto giocare un pò con le parole, ma
va bene, son certo che anche lui come tanti di noi avrà i suo alti e
bassi, ma al momento non mi sento di considerare Dylan uno da
paralipomeni. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Caro Mr.Tambourine,
grazie per aver condiviso l'aneddoto, un vero regalo di Natale.
L'esperienza diretta vale più di mille teorie. Ne approfitto anche per
segnalare una recensione di qualità del discorso Nobel di Dylan:
Moiso non fa cenno della falsa citazione di Melville, ma se si legge
l'articolo troviamo implicitamente anche il perché. Il rimaneggiamento,
la trasformazione, il falso, la dimenticanza, l'invenzione, fanno parte
del modo in cui si è sempre ideata e trasmessa la narrazione, anche e
soprattutto a partire dalla tradizione orale. Dylan, mentre sembra
proporci mostri sacri da rispettare, in realtà ci presenta degli
archetipi, delle figure che sono funzioni di un racconto, ci mostra come
funzionano le cose, ci dà un esempio pratico dell'eterno tentativo (che
è poi l'arte) di tracciare un ponte immaginario tra gli uomini.
Ciao e grazie di nuovo, Miscio.
D'accordissimo! Live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o)
utilizzo nuovamente questo spazio per
congratularmi pubblicamente con Alessandro Carrera in merito alle sue
recentissime traduzioni del Banquet Speech (la lettera inviata a
Stoccolma per la cerimonia del 10 dicembre 2016) e della Nobel Lecture
di Bob. Come al solito traduzioni impeccabili e annotazioni precisissime
del Professor Carrera, sicuramente un orgoglio nazionale per tutti noi e
uno tra i più profondi studiosi dell’opera di Bob nel mondo.
Ne approfitto anche per darti alcune news
riguardo alla “Bob Fest”, di cui ti avevo già accennato qualche mese fa,
che sto organizzando e che dovrebbe tenersi nel 2018 a Forlì. Non mi
sbilancio ancora perché nulla è mai troppo certo, ma posso dirti che
finalmente c’è una data ufficiale, venerdì 25 maggio, il giorno seguente
al 77º compleanno del Nostro, e che la giornata partirà nel tardo
pomeriggio, sarà distribuita in tre differenti locali del centro storico
e prevederà almeno una conferenza e due tributi musicali. Maggiori
informazioni potrò fornirle nell’anno nuovo, quando tutto sarà
ufficializzato e pubblicizzerò su queste pagine l’evento, sperando che
possa attirare tanto interesse e tanta curiosità da parte tua e dei
lettori.
A presto e buone feste!
Samuele C.
Mi raccomando, tienimi
informato! Buone Feste anche a te, live long and prosper, Mr.Tambourine,
:o)
Venerdì 15 Dicembre 2017
Talkin' 10322
- mario_rizzo
Ciao Mr. Tambourine e un saluto a tutti i
MFers,
ti ringrazio per il risalto che hai voluto riservare alla mia ultima
(Talkin' 10308) e anche delle parole
di apprezzamento. Naturalmente ho letto con molta attenzione la tua
(come sempre) dotta dissertazione su tutte le cover degne di nota che
io, in parte, non conoscevo e anche su quelle, vedi Byrds e
qualcos’altro, che ho ignorato semplicemente per madornale svista.
Mi ha colpito poi l’accenno che fai sull’evoluzione del genere umano e
le considerazioni sulle differenze con tutte le altre specie animali.
Effettivamente è un argomento che ha sempre intrigato anche me. In
particolare il fatto che le prime manifestazioni di civiltà note
risalgono “solo” a non più di 20.000 anni grosso modo. E parliamo di
forme artistiche che in maniera netta ci distinguono e nel caso
specifico delle pitture o incisioni rupestri del paleolitico. Quindi non
solo ci siamo affrancati dal resto del regno animale, ma lo abbiamo
fatto anche in maniera particolarmente repentina, specie se paragonata
ai tempi necessari all’evoluzione intesa come meccanismo biologico che
porta a una selezione e a un miglioramento delle specie. Certo anche
altre società manifestano comportamenti complessi (basti vedere api,
termiti, formiche e anche alcuni mammiferi) ma difficilmente scorgiamo
in essi dei progressi significativi rispetto alle abitudini consolidate.
Che dire, nel corso degli anni mi sono imbattuto a volte in ipotesi
inizialmente bollate come strampalate, ad esempio quelle su un’origine
esogena della vita terrestre, parliamo di aminoacidi e cioè dei mattoni
della vita giunti qui tramite asteroidi o comete. Tali teorie per quanto
propugnate da astrofisici di fama internazionale e di indiscusso
prestigio (Fred Hoyle), sono ormai comunemente accettate come un dato di
fatto, ma solo dopo accesi e lunghissimi dibattiti.
Per quanto riguarda il “salto” evoluzionistico della specie umana, si va
diffondendo con una certa insistenza (spesso documentata) l’ipotesi di
un “aiutino” che avrebbe permesso solo a questa specie di affrancarsi da
abilità puramente ripetitive (come quelle citate prima) attraverso lo
sviluppo di un livello cognitivo tale da consentirgli poi di raggiungere
in breve e in modo autonomo l’attuale livello tecnologico.
Non importa se in parti remote del mondo vivano ancora gruppi di umani
in era pretecnologica: tutte le razze indistintamente sono accomunate
dal fatto di credere in esseri superiori spesso sulla base di tradizioni
che ne prevedono il ritorno un giorno o l’altro. Per alcuni
quest’elemento non è casuale o basato su un semplice anelito al divino
connaturato alla specie umana, ma si fonda su elementi più concreti.
Sarebbe forse inopportuno addentrarsi qui in queste teorie. Basterà, per
chi vuole approfondire, citare appena un paio di nomi che sull’argomento
hanno detto (Z. Sitchin) o dicono tutt’ora molto (M. Biglino).
Vi posso assicurare che c’è molto da leggere senza per questo sconfinare
in territori per così dire, da B-movie in cui, visto l’argomento è
facile scivolare.
In conclusione ti vorrei rinnovare i miei complimenti per il tuo impegno
(che noi, sono convinto, immaginiamo solo lontanamente in termini di
tempo e fatica) e per la tua profonda competenza sugli argomenti che
interessano i frequentatori del sito MF.
Infine vorrei congratularmi con l’amica Carla che mostra sempre più
interesse e competenza per il mondo dylaniano. Mi fa piacere che
apprezzi “Baby, Stop Crying” anche perché, come ho già avuto modo di
dire, Street Legal è un album che credo meriti di essere rivalutato. Se
posso permettermi vorrei suggerirle, se non l’ha già fatto, di ascoltare
“Is Your Love in Vain?” che a me piace molto.
Saluti a tutti e alla prossima (e scusate la digressione).
Mario.
Ciao Mario,
ho letto con interesse la tua mail. Specialmente la parte che riguarda
la panspermia. Che ci sia stato un aiutino potrebbe essere
indiscutibilmente possibile, ma la domanda è: “Perchè, chi o cosa, ci ha
di proposito aiutato ad evolverci e perchè proprio la scimmia è stata
scelta per dominare la terra?”. Se invece l’aiuto venuto sia
dall’esterno a bordo di vettori come meteoriti o comete in modo del
tutto casuale allora è inutile stare porsi domande, è successo e fine
del teatro. Ancora oggi non sappiamo, nonostante tutta la tecnologia a
disposizione, come sono state erette le piramidi, chi le ha erette,
perchè sono state costruite, quando sono state innalzate, chi ha
progettato quell’enorme lavoro, chi ha diretto le maestranze, quante
migliaia di morti sono costate le tre piramidi di Giza, e queste cose
danno certamente da pensare. Per le megacostruzioni odierne c’è una
spiegazione logica ed una documentazione incontestabile, oggi si
edificano grattacieli di 800 metri d’altezza, in un futuro vicino forse
raggiungeranno altezze ora impensabili, si costruiscono aeroporti su
isole artificiali, si è scavato un tunnel sotto la Manica, e tutto
questo stupisce ma ha una spiegazione, ma moltissime cose aspettano
ancora che qualcuno ci spieghi come sono state costruite. Se torniamo un
pò indietro nel tempo ci accorgiamo che i nostri antenati non erano poi
così indietro come sembra. I Romani hanno costruito a mano sedici
acquedotti stupefacenti per la loro precisione e grandiosità. Dionigi di
Alicarnasso scrisse sulle opere di costruzione dei romani: "Mi sembra
che la grandezza dell'impero romano si riveli mirabilmente in tre cose,
gli acquedotti, le strade, le fognature". E più tardi Plinio il Vecchio
osservava che: "Chi vorrà considerare con attenzione … la distanza da
cui l'acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i monti che sono
stati perforati, le valli che sono state superate, dovrà riconoscere che
nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso". Persino
oggi, uno di questi, l'acquedotto dell'Aqua Virgo, è ancora funzionante
e alimenta la famosissima Fontana di Trevi. Gli architetti romani
avevano capacità straordinarie di edificazione se si pensa ai mezzi
primitivi che avevano a disposizione, dove tutto veniva fatto con la
forza umana od animale. Immaginiamo cosa doveva essere la “Domus aurea”
di Nerone, nel lago artificiale della quale fu poi costruito il
Colosseo. Ma se spaziamo per il mondo vediamo che ci sono altre opere
gigantesche che sono state realizzate dalle mani dell’uomo. La Grande
muraglia cinese, il gigantesco tempio di Angkor Wat in Cambogia
che è tuttora il più grande monumento religioso nel mondo, Teotihuacan
in Messico, con le sue imponenti piramidi del sole e della luna, col suo
impressionante viale dei morti delineato da monumenti magnifici, una
delle città più grandi intorno al 100 a.c., abbandonata dai suo abitanti
intorno al 500 d.c. dopo essere stata sistematicamnte bruciata ed i suoi
templi seppelliti sotto montagne di terra, quando gli spagnoli la videro
rimasero a bocca aperta ma non poterono avere nessuna notizia sulla
città ormai dimenticata da più di mille anni. Messico, Yucatan e
Guatemala abbondano di megastrutture in pietra, aree come Chichen Itza,
dove si possomo ammirare edifici imponenti come la Piramide del
Castillo, l’osservatorio astronomico del Caracol, il Tempio dei
guerrieri dalle 1000 colonne. Il sito archeologico di Uxmal, con la
piramide dell’Indovino e il Quadrilatero delle monache. Palenque con la
celeberrima tomba di Pakal, famosa per l'enorme sarcofago decorato con
bassorilievi e per le sculture di stucco che decorano le pareti della
tomba. Come non citare Tiahuanaco, “la città dei giganti” in Bolivia,
con la Porta del sole col l’arcata ricavata da un unico blocco di
andesite del peso di svariate tonnellate. Potremmo continuare per ore a
citare luoghi incredibili e famosi, ma vorrei chiudere questa parentesi
storica dicendo che la mia più grande delusione è stata quando mi son
trovato davanti a Stonhenge che è dannatamente piccolo e deludente anche
se bellissimo.
La vita sulla terra può essersi spontaneamente generata oppure arrivata
da altre galassie, non lo sapremo mai, continueremo a fare milioni di
supposizioni che resteranno tali. Certo è strano che certe cose come
l’agricoltura si siano sviluppate in contemporanea in diverse parti del
mondo, e questo, assieme a quella dei megamonumenti storici, potrebbe
essere una piccola teoria a supporto dell’aiutino esterno. Rimane il
fatto strano ed inspiegabile del perchè e del come la scimmia abbia
compiuto il famoso passo, “walk the line” avrebbe detto Johnny Cash,
realizzando un’evoluzione accellerata fino all’inverosimile rispetto
all’immobilità abitudinaria del resto del regno animale.
Le cose sono andate così, anche se noi non sappiamo dare una
spiegazione, e così dobbiamo accettarle, proprio come Dylan che fa cose
che nessuno si aspetta come fare cinque dischi di cover sinatriane, ma
lui è avanti, è un genio riconosciuto, quindi a noi non spetta di
giudicare o commentare, accettiamolo così e basta, in fondo lui ci ha
evoluto un pò tutti. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Nessuno canta il blues come Bob Dylan
- di Leonardo Tondelli
clicca qui
Giovedì 14 Dicembre 2017
Tour 2018: confermate le date annunciate
ieri
Elenco date confermate aggiornato ad
oggi:
22 Marzo 2018 - Lisboa, Portugal - Altice
Arena
24 Marzo 2018 - SALAMANCA, Spain - Pabellón Multiusos Sanchez Paraíso
26 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala
Sinfónica
27 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala
Sinfónica
28 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala
Sinfónica
30 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera
31 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera
03 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
04 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
05 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
07 aprile 2018 - Firenze, Mandela Forum
08 aprile 2018 - Mantova, Palabam
09 aprile 2018 - Milano, Teatro degli Arcimboldi
11 Aprile 2018 - Zurich - Oerlikon, Switzerland - Hallenstadion
12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena
13 Aprile 2018 - SALZBURG, Austria - hrSalzburgarena
15 Aprile 2018 - Brno-Královo Pole, Czech Republic - Hala Vodova
16 Aprile 2018 - Vienna, Austria - Wiener Stadthalle
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden
Ciao Mr. Tamburino - complimenti a Miscio e
a te per le bellissime argomentazioni con cui avete steso il perfido
Brullo - ma, anche se non lo meriterebbe, non val la pena di mandargli
in copia la risposta di Miscio? - magari si calma almeno per le feste
natalizie -- saluti da Marco Manici.
Caro Marco, fra tutti i
miracoli compiuti da Gesù menzionati nei Vangeli, nemmeno uno si
riferisce alla guarigione di un narcisista. Certe persone sono come il
gallo che crede che il sole sorga tutte le mattine per ascoltarlo
cantare. Chi è innamorato di se stesso ha il grandissimo
vantaggio di non avere rivali. Mio nonno, dall'alto della sua saggezza
senile, diceva sempre: Se vuoi
arricchire in fretta compra la gente per quel che vale e rivendila
per quel che crede di valere. Live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Ovviamente si trattava della "Rust Belt" e
non della Rush Belt. E' la vendetta dello strafalcione. La ruggine ce
l'avevo io, ma in testa. Magari dovrei riascoltare Diamond and Rust 10
volte per punizione.... O magari rivedere i Fratelli Caponi.
Salutandoti indistintamente, Miscio (che sono io).
Ciao Miscio, solo
quelli che non fanno niente non sbagliano mai!!!
A proposito dei fratelli Caponi (posto il videoclip perchè è una pietra
miliare dell’arte di Totò che sono certo rivedranno tutti con piacere)
ti voglio raccontare un
nanetto come avrebbe detto Frate Antonino da Scasazza, il famoso frate di
“Quelli della notte”.
Alcuni anni fa, circa una quindicina, mi capitò di dover fare l’impianto voce in
una serata al Castello di Casiglio vicino ad Erba per l’esibizione benefica per
una associazione per la ricerca contro le malattie del cuore fatta con serietà e
generosità da Rita Pavone e da suo marito Teddy Reno.
Dopo aver fatto il sound check nel pomeriggio avevamo da aspettare un paio d’ore
prima che la serata iniziasse. Rita salì nella sua stanza a riposare, invece
Teddy, che era già vicino agli 80 anni, preferì rimanere nel salone con noi. Non
mi ricordo più come si venne a parlare di Totò e allora Teddy, che con Totò e
Peppino aveva partecipato al film “Totò, Peppino e la malafemmena” disse:
“Adesso ti racconto la scena della famosa lettera. Ci volle più di un mese per
girare quella scena perchè, allora il parlato veniva registrato in diretta
perchè doppiare i film era un costo elevato, Totò cambiava il testo ogni volta,
improvvisava sempre frasi nuove e facce e situazioni diverse e naturalmente
tutta la gente che c’era sul set, microfonisti, regista, elettricisti,
macchinisti, truccatori e tutto il personale indispensabile per girare un film,
scoppiavano sempre in fragorose risate e si doveva ricominciare tutto da capo,
solo che Totò cambiava ancora le battute e la storia si ripeteva, come il cane
che si morde la coda. Totò era una persona generosissima invece Peppino era
un....diciamo un similarrogante, anche se non sembra vedendolo nei film fare la
parte di quello che capisce poco e agire come spalla di Totò, così, dopo diversi
giorni di riprese interrotte e cominciate da capo, ricordo che c’era un
elettricista che rideva in modo sguaiato molto più forte degli altri, e questo
irritava Peppino in modo particolare, finchè Peppino pretese che l’elettricista
venisse allontanato dal set e quindi licenziato. Il giorno dopo, all’inizio
delle riprese Totò non si presentò. Allora il regista Camillo Mastrocinque mandò
un suo assistente all’albergo dove alloggiava Totò per sapere se era successo
qualcosa di male. Totò disse all’assistente: “Mi spiace non posso venire sul
set......! - “Perchè? Gli chiese ansioso l’assistente del regista, “Perchè mi
manca il mio elettricista personale, e senza quello io non lavoro, che vogliamo
fare?....Per me è una persona di fiducia della quale mi fido a prescindere, dica
al Signor Mastrocinque che ritornerò quando anche il mio elettricista ritornerò,
arrivederci!” e gli chiuse la porta in faccia. Le riprese rimasero ferme ancora
per una settimana finchè il regista, alla disperazione, riassunse l’elettricista
facendo il viso brutto a Peppino. Totò tornò sul set, tutto ricominciò come
prima e ci volle un’altra settimana prima di riuscire a girare una scena senza
che si sentisse gente ridere in sottofondo. Totò era davvero un principe, sia
nella vita che nel lavoro.”
Questo racconto lasciò me e quelli che avevano
contribuito ad allestire il palco a bocca aperta e ci fece aumentare la
stima che già avevamo per Totò. Puoi raccontare questa storia ai tuoi
amici senza tema di essere smentito perchè l’ho sentita con le mie
orecchie dalla bocca di Teddy Reno che nel film interpretava la parte
del nipote di Totò e Peppino, quello che doveva prendersi una “laura”.
Sembra impossibile che Peppino, vedendolo nei film, fosse nella realtà
completamente diverso, ma questo mi è stato detto da Teddy Reno e non ho
nessun motivo per pensare che una persona della sua età mi abbia
raccontato una "fake new", come è di moda dire oggi.
Alla prossima, live long and
prosper, Mr.Tambourine, :o)
Buongiorno,
si rinnova l’appuntamento con Bob Dylan, anche questa volta si parlerà
del rapporto tra il grande autore di canzoni e la letteratura.
Le due ore, saranno sapientemente narrate dal coordinatore dell’evento,
Sergio Kraisky e dallo scrittore Dylaniano Giorgio Serafini Prosperi.
Come nella prima edizione, dove vennero eseguiti quattro pezzi
dell’artista (Mr tambourine man, Like a rolling stone, All along the
watchtower, Mississippi), ci saranno intermezzi musicali curati dal
duetto No Direction Home Duet con la seguente scaletta:
One of us must know - It’s alright Ma’ - Blind Willie Mc Tell - Tangled
up in blue
Allego la locandina dell’evento, se passate da queste parti, la porta è
aperta!!!
Grazie a tutti, a presto, Fabio Tosti.
Grazie per la
segnalazione, notizia postata anche in "vetrina". I dylaniani romani saranno certamente presenti! Live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Mercoledì 13 Dicembre 2017
Tour 2018: annunciate sette nuove date
13 Aprile 2018 - SALZBURG, Austria
- hrSalzburgarena
24 Marzo 2018 - SALAMANCA, Spain - Pabellón Multiusos Sanchez Paraíso
25 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala
Sinfónica
27 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala
Sinfónica
28 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala
Sinfónica
30 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera
31 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera
22 Marzo 2018 - Lisboa, Portugal - Altice
Arena
24 Marzo 2018 - SALAMANCA, Spain - Pabellón Multiusos Sanchez Paraíso (da
confermare)
25 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala
Sinfónica (da confermare)
27 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala
Sinfónica (da confermare)
28 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala
Sinfónica (da confermare)
30 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera (da
confermare)
31 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera (da
confermare)
03 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
04 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
05 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
07 aprile 2018 - Firenze, Mandela Forum
08 aprile 2018 - Mantova, Palabam
09 aprile 2018 - Milano, Teatro degli Arcimboldi
11 Aprile 2018 - Zurich - Oerlikon, Switzerland - Hallenstadion
12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena
13 Aprile 2018 - SALZBURG, Austria - hrSalzburgarena (da
confermare)
15 Aprile 2018 - Brno-Královo Pole, Czech Republic - Hala Vodova
16 Aprile 2018 - Vienna, Austria - Wiener Stadthalle
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden
Caro Mr.Tambourine,
hai la perfidia di linkare articoli che fanno incavolare. Da quello di
Davide Brullo deduco che siamo tutti citrulli, e che l'unico a non
essere né mediocre né citrullo è lui, in barba alla rima. Ora, criticare
Dylan è del tutto consentito, persino bene accetto, dato che non credo
ci sia un solo Maggiesfarmer che, di fronte alla sua immensa produzione,
non sia perplesso verso qualche periodo o qualche canzone. Tuttavia ogni
critica dovrebbe fornire arricchimento e comprensione e non sprofondare
nell'apologia o nella denigrazione. Dovrebbe cioè cercare di capire, più
che esaltare o disprezzare. Spulciando i suoi interventi su “il
Giornale”, si vede come Brullo non sia nuovo a questa tecnica, e Dylan
si trova in buona compagnia, insieme a Darwin (1). Il naturalista
sarebbe stato un semplice sessista, che considerava le donne come
“galline”, vale a dire evidentemente meno intelligenti degli uomini. Il
suo ragionamento era “scientifico”, ma come oggi si sa, applicava in
modo fallace quelle categorie e quei concetti, peraltro geniali, che
aveva appena elaborato. Il fatto è che Darwin, una “brava persona”,
onesta e sensibile verso le sofferenze umane, era anche un borghese
vittoriano, immerso nella cultura della sua epoca e da essa
evidentemente influenzato, con tutte le implicazioni conseguenti
riguardo ai pregiudizi razziali e sessuali. Non è il caso qui di
affrontare le complicazioni dell'argomento, basta solo notare che,
invece di concentrarsi sul vero centro di interesse della questione, e
cioè l'indagine di come “la conoscenza scientifica offra una
rappresentazione del mondo fisico che è mediata dalle risorse culturali
disponibili, e [come] queste risorse non siano in nessun modo
definitive,” (2) a Brullo preme soltanto mettere Darwin in cattiva luce,
come se non ci fosse di mezzo la storia, e si trattasse di un polemista
nostro contemporaneo. Alla stessa maniera di quei buontemponi che, col
senno di poi, se la prendono con l'errore di Galileo: sbagliava, il Sole
non è fermo, si muove attorno al centro della Galassia. Il nostro Bob
subisce analogo trattamento: si estrapola una frase che appare
particolarmente vuota, la si decontestualizza completamente, si
trasforma la pochezza del passaggio in discredito dell'autore. E' il
metodo inquisitorio che aveva ben descritto il compianto Faber: “un nano
è una carogna di sicuro”, al pari di Dylan. Una cura universale, come il
salasso del dottor Balanzone, che Brullo somministra a chiunque gli stia
antipatico. Così facendo, trascina nel ridicolo altri artisti, ignari e
incolpevoli; pensando di beatificarli, estrae “scaglie di ghiaccio dal
Pleistocene”, scaglie che magari avrebbero avuto un senso in un diverso
contesto.
Abbiamo discusso svariate volte, sulle pagine di Maggie's Farm, sui modi
in cui si può valutare l'arte, su quali siano le categorie possibili per
distinguere la maggiore o minore importanza degli autori e delle loro
opere. I pareri divergono, ce ne sono molti e diversi anche nel nostro
piccolo recinto. Brullo però sembra averci risolto il problema, ci
avverte definitivamente che “la letteratura non è lo sfoggio del
giudizio soggettivo...è scienza, assioma oggettivo desunto dalla logica
grammaticale.” Ovviamente “assioma oggettivo” è un'antinomia: l'assioma
è per definizione soggettivo, non si deduce dalla logica, è il suo
fondamento, il suo punto di partenza. Ma anche lasciando perdere le
difficoltà matematiche di Brullo, quale sarebbe il giudizio oggettivo
sul quale fondare la letteratura scientifica, il suo? Quello delle
istituzioni? E nel caso in questione, quando i due giudizi differiscono,
quello di Brullo prevarrebbe su quello del Comitato del Nobel? La
mancanza totale del senso del ridicolo arriva a tacciare di mediocrità
un uomo che ha regalato le parole ai sentimenti di intere generazioni,
evidentemente tutte generazioni di mediocri e sempliciotti. Viene da
pensare che molto probabilmente dietro questo attacco, ci sia una
mancata conoscenza e un mancato riconoscimento dell'uso che Dylan fa
dell'arte. Per Brullo l'arte pare essere un'espressione dello Spirito,
un'attività per pochi eletti, che soli hanno il diritto di presentare
agli altri il mondo della propria interiorità. Dylan, le cui radici
vengono dalla cultura popolare, sa che tutte le persone sono portatrici
di creatività, che l'insegnamento delle culture residuali, come il
blues, è quello di minoranze che hanno dovuto lottare per conquistare la
possibilità di una propria vitale espressione.
Dietro la prima concezione c'è l'idea dell'arte come attività elitaria,
altamente professionale, quasi “scientifica”. L'implicita capacità di
mettersi in relazione con un mondo che ha un linguaggio esclusivo, che
traccia correlazioni tra artista ed artista in un ambito ristretto e
specializzato. Certamente in Dylan c'è anche questo aspetto, non c'è un
rifiuto della “cultura alta”, e se Brullo non se ne accorge è per una
sua mancata conoscenza. Ma non solo, in lui c'è anche quell'altra
concezione, quella che vede “un particolare gesto artistico radicato nel
terreno del suo presente sociale, nelle energie e nelle forze del mondo
che lo circonda”, perché “sentirsi veramente appassionati da un'opera
d'arte significa collegarla, consciamente o inconsciamente, a un modo di
pensare, a un mondo esistenziale, a una realtà sociale.”(3)
Godere di un evento artistico allora trascende la semplice angustia del
ritrovarsi nella depressione di un altro, che ha l'esclusiva
rappresentazione delle profondità umane per concessione dello Spirito
Santo. E' una forma di espressione tanto più affascinante quanto più è
costituita da concetti che sono pieni della nostra storia e come tali ci
servono da argilla per plasmare la comprensione della realtà in cui
viviamo. Vale la pena di riportare, a questo proposito un ricordo del
poeta Michael McClure:
[Nel dicembre del 1965, quando il Vietnam era stato bombardato per otto
mesi, Dylan lesse "Poisoned Wheat," (Grano Avvelenato) un mio lungo
poema contro la guerra. Un giorno mentre stavamo mangiando del pollo,
gliene diedi un'altra copia. Ci lasciò enormi impronte unte e lo fece
con completo aplomb. Sembrava molto non-materialistico e naturale non
curarsi delle macchie. Sembrava giusto considerare le opere d'arte come
parte delle trasformazioni della vita. Più tardi regalai la copia a una
ragazza che voleva le impronte digitali di Bob.] (4)
Se, nonostante siano cadute molte illusioni, c'è ancora traccia di
quella convinzione, allora i cancelli di ferro fatti dal Dylan fabbro
non sono oggetti inarrivabili costruiti per essere fuori dalla portata
di chiunque. Le litografie stampate in serie, in cui cambia solo il
colore di sfondo, e vendute a cifre con cinque zeri, sono la pastura per
il “mondo dell'arte”, e più costano meglio è, tanto le comprano solo i
Mr. Jones. Sono lo scotto pagato al teatrino del mercato dell'arte, che
cela appena il fatto che l'arte non vale nulla, e una volta capito
questo si è liberi, ed è lì che l'arte comincia. Le scopiazzature, le
menzogne, le truffe inserite nei discorsi e nei libri sono lo sberleffo
a chi edifica la personalità dell'autore come apprendista stregone
dell'essere, a chi pone l'arte su un piedistallo più alto della vita, in
modo che le persone comuni non ci possano arrivare. Non vogliono
disprezzare i modi dell'alta cultura, ma riportali ad un dimensione in
cui possano essere utili, e rientrare nelle nostre forme di vita da cui
erano partite e da cui sono state separate. Cantami o Diva, ma la Diva
siamo noi, siamo noi il piatto di grano, e il poeta ci da una mano
affinché riusciamo a raccontarci.
Quello che Brullo non capisce in Just Like a Woman o in The Times They
Are A Changin' è che non si conformano a una tradizione di gusto, un
gusto che non parlava più ai giovani di quegli anni perché lo sentivano
slegato dalle loro vite. Era la contemporanea nascita di un nuovo stile
e di un nuovo pubblico, un nuova sintesi musicale collegata ad un nuovo
retroterra sociale. Per quanto riguarda Just Like a Woman, meraviglia
che si sia persa l'occasione, ormai consuetudinaria, di tacciare Dylan
di misoginia, probabilmente non si era al corrente dell'argomento. Mike
Marqusee tratta la canzone nel capitolo “Little Boy Lost” del suo Wicked
Messenger (anche se la traduzione italiana del libro non manca di
strafalcioni) e nota che “alla fine la vulnerabilità della donna diventa
la vulnerabilità del cantante. C'è un little boy lost dentro questa
little girl.” Non è Marqusee che si inventa queste cose: Dylan stesso
aveva parlato nel 1977 in un'intervista a Jonathan Cott delle
reminiscenze blakiane della canzone. Alludendo a questo passaggio
innocenza/esperienza riguardo a "Just Like a Woman", affermava: "That’s
the child in everyone. That's the child in everyone that has to be
confronted". È con il bambino dentro ognuno di noi che ci si deve
confrontare. E all'osservazione di Cott: “Just Like a Woman" mi ha
sempre dato l'impressione di essere qualcosa che riguarda una nascita:
“I can’t stay in here ... I just can't fit.” Così, confrontandoti col
bambino che c'è in te, dicendo addio all'infanzia, si nasce in qualcosa
di più grande...In qualche modo è una canzone spaventosa.” Dylan
rispondeva “It always was a frightening song, but that feeling needs to
be eliminated.” (E' sempre stata una canzone spaventosa, ma questa
sensazione deve essere superata.) La consapevolezza della mortalità, del
dolore, sono il prezzo che chi esce dall'infanzia deve pagare per
nascere come persona indipendente, libera, ma definitivamente segnata
dalla separazione, da una distanza dagli altri che non si potrà mai
colmare, perchè è la distanza fondativa dell'individuo. Da questo punto
di vista allora ha senso l'osservazione di Bill King riportata da
Shelton che ha definito la canzone come “la più bella poesia sul
fallimento dei rapporti umani a causa dell'illusione creata dal mito
sociale”. Le canzoni non dicono queste cose attraverso passaggi
completamente razionali, e tuttavia le generazioni di allora dovettero
percepire dentro la voce di Dylan qualcosa che parlava della loro
esperienza. Un'esperienza che era alla ricerca di riconoscimento,
anelava ingenuamente alla sincerità e all'onestà ma si trovava poi di
fronte la mancanza di senso dei rapporti sociali e la tragedia del
Vietnam. E' persino pedante e banale dover riaffermare che le forme
dell'arte, persino le più universali, possono esprimere un significato
concreto solo in relazione all'ambiente culturale e sociale in cui sono
immerse. E al cambiare di questi ultimi muta anche il loro significato
per noi. E' quello che Dylan ci sta dicendo cambiando il volto al
Workingman di Merle Haggard, riproponendoci Pretty Saro o Dixie,
rifacendo la Tin Pan Alley e Sinatra. Può piacere o meno (e nell'ultimo
caso non mi piace), ma ci prova, ed è giusto che lo faccia. Ed è
rilevante notare che non ha smesso, allora come oggi, di raccontarci il
mondo, quello che abbiamo sotto gli occhi. Pensiamo per esempio ad una
canzone come Pay in Blood, all'inizio un rompicapo per tutti, noi che
tentiamo di semplificarla e Carrera che ci ammonisce che vuol dire molte
cose. Poi è arrivato Trump e pian piano si è capito che sotto tutte le
linee divergenti poteva esserci una chiave di lettura più unitaria. O
almeno mi sembra. Mi sembra che sia la canzone del risentimento e del
rancore, la canzone del mondo in cui stiamo vivendo. Le antenne di Bobby
sempre vigili e attente a ciò che sta arrivando. L'esito paradossale di
una nazione che si vuole fondata su principi religiosi: l'esatta
inversione del mito cristiano del sangue “donato in sacrificio” per gli
altri. La rabbia dell'operaio della Rush Belt ne è solo un'immagine, la
più evidente. Ma l'orizzonte è molto più vasto, e trascende quello
americano. E' il rancore che attraversa i nostri anni, in cui il
penultimo se la prende con l'ultimo, della classe media impoverita
contro l'immigrato, dell'immigrato contro chi lo perseguita, di chi ha
perso il lavoro, di chi ha paura di un mondo che non riconosce più,
improvvisamente diventato feroce, di chi non ha futuro verso chi ne ha
appena un po' di più, di chi ha solo uno straccio d'illusione e ha paura
di perderla. E' una società che divora se stessa, i cui piani alti hanno
ribattezzato il darwinismo sociale chiamandolo meritocrazia ed ora si
divertono a guardare lo spettacolo. Pay in Blood può ben essere lo
specchio in cui ci riflettiamo, il nostro odio contro il privilegio, ma
anche contro lo zingaro, lo straniero o l'immigrato, contro quello che
appena ieri era il nostro ritratto. Una bolgia egoistica in cui si
sopravvive a scapito degli altri, dove sono i nostri spasimi a produrre
energia e valore per gli dei del mercato. Non sono i ghiaccioli del
Pleistocene, è la merda in cui nuotiamo.
Qualunque cosa si voglia dire di Dylan, che sia un poeta o meno, che
rispetti i canoni della perfezione o che usi il gergo comune, a me non
interessa molto. Mi interessa invece, il fatto che come pochi,
praticamente nessuno oggi, ha saputo creare intorno a sé una comunità di
sentimenti, e non lo dico io, ma gente come Carrera o Derek Walcott che
queste cose le hanno pensate e studiate.
Ciao Miscio, non sono perfido, volevo soltanto essere in buona compagnia
nell'incazzatura, :o)))))! Cazzate a parte, ho cercato in Internet per
avere notizie di questo scrittore/giornalista perchè ne sapevo poco ma
non ho trovato molto, a parte il fatto che scrive libri e scrive sul Giornale,
invece il dizionario della lingua italiana dice: Brullo - spoglio di
vegetazione, povero, misero. Io non frequento molto il mondo della
cultura che a volte mi fa venire l'orticaria, in compenso capisco poco o
niente d'arte, il metodo di valutazione che uso è semplice, mi metto
davanti ad un "Caravaggio" e vedo che mi ammutolisce, allora capisco che
è arte, poi guardo il poster di Elvis di Andy Wharol e capisco che è
solo una merda e non arte. Quindi ho cercato di informarmi su questo personaggio che
si prende la briga di dare del citrullo a tutto ed a tutti, Papa
compreso, del quale scrive: Bergoglio? “Occupa il trono papale senza
averne l’autorità. La Chiesa devastata dal modernismo”. Se lo dice
lui..........!
Comunque non ho trovato notizie importanti su di lui, e questo mi ha
un pò tranquillizzato. A mio parere credo sia meglio stendere un velo
pietoso sul suo articolo, fermo restando il suo diritto di esprimere
liberamente le sue idee, ma questo non ci obbliga a condividerle. Io son
dalla parte del Sommo Poeta che scrisse: «Questo misero modo
tegnon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.
Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
Quindi per me la faccenda è chiusa e
penso di aver commesso una leggerezza arrabbiandomi senza aver valutato
bene il pulpito dal quale veniva la predica. Sic transit gloria mundi
("così passa la gloria del mondo"; o in senso lato: "come sono effimere le
cose del mondo!") è una celebre locuzione in lingua latina che deriva da
un passo dell' "Imitatio Christi" che mi sembra perfettamente calzante
per questo caso.
Chiusa la parentesi brulla, lasciami
dire che ho letto con vero piacere la tua interessantissima e ben
confezionata dissertazione. E' talmente ben scritta che ritengo inutile
aggiungere altre parole alle tue. I concetti da te espressi sono
chiarissimi e mi sento di condividerli tutti, come credo che faranno
moltissimi altri Maggiesfarmers.
Darwin assomiglia molto al nostro Bob,
anche lui, nonostante la sua grande intuizione, continuava a porsi
domande sia sul piano scientifico che spirituale, senza mai trovare
risposte soddisfacenti. Darwin si considerava più agnostico che ateo,
cioè uno che non sapeva dare risposte alle sue stesse domande. Lasciami
aggiungere, per evitare fatiche ai nostri lettori, che "Rust Belt" è
un’espressione che indica la regione compresa dai Grandi Laghi fino al
Midwest degli Stati Uniti e identifica con questo termine i fenomeni
materiali come il declino economico, lo spopolamento e il decadimento
urbano dovuti alla contrazione del settore industriale americano un
tempo molto attivo in quella fascia degli Stati Uniti. Concordo con te
sul fatto che tutti cerchino di dare la colpa dei loro fallimenti a
qualcun'altro in questa società che tende ad autodistruggersi, succede
anche nel nostro Paese, dove la colpa è sempre di qualcun'altro, dove la
colpa non è di nessuno, dove nessuno ha mai commesso il fatto, dove la colpa di tutto quello che è successo di
pessimo dopo il crollo dell' Impero Romano sembra essere di Silvio.
Dylan
avvisò tutti i suoi contemporanei che i tempi stavano cambiando, ma pochi
gli credettero. Già in "Subterranean Homesick Blues", considerato a
tutti gli effetti il primo videoclip della storia, un Dylan preoccupato
cercava di mettere in guardia quelli della sua generazione per non
cadere nelle trappole di coloro che detenevano il potere:
Look out kid
Don't matter what you did
Walk on your tip toes
Don't try "No Doz" (1)
Better stay away from those
That carry around a fire hose
Keep a clean nose
Watch the plain clothes
You don't need a weather man
To know which way the wind blows
Fà attenzione ragazzo
non importa quello che hai fatto
cammina in punta di piedi
non provare "No doz"
meglio stare lontano da quelli
che portano in giro una manichetta antincendio
tieni il naso pulito
attento ai vestiti comuni
non hai bisogno di un meteorologo
per sapere da che parte soffia il vento
Don't follow leaders
Watch the parkin' meters
Non seguire i leaders
attento ai parchimetri
Look out kid
They keep it all hid
Fà attenzione ragazzo
che insabbiano tutto
Another politician pumping out the piss
Another angry beggar blowing you a kiss
Un altro politico ti sta prendendo per il culo
Un altro mendicante arrabbiato ti sta mandando un bacio
(1) "NoDoz": Pillole di caffeina che si potevano acquistare senza
prescrizione medica al banco di vari negozi e supermercati. La
raccomandazione era di non prenderne più di una ogni 3 ore. Nel caso si
abusava
prendendone una decina in poche ore si cominciava ad entrare in uno stato
di euforia che poteva degenerare in overdose. Molti giovani trovarono la
morte per l'abuso delle "NoDoz".
Anche in Pay in Blood ci sono avvertimenti mica da
poco. C'è una frase che
sembra presa direttamente dal Giulio Cesare di Shakespeare:
I came to bury, not to praise
Sono venuto a seppellire, non a lodare
Ciò che conta nei discorsi è quello che segue dopo il “ma”, dopo il
“tuttavia”. L’uomo inizia lodando apparentemente la persona con la quale
sta parlando ma poi arriva al “ma”. “È bello ciò che hai detto, grazie
di ciò che hai fatto, ma, ma, ma...”. E dopo il “ma” viene fuori ciò che
veramente si pensa di una persona o di un fatto. Nell’orazione funebre
di Marc'Antonio sul corpo morto di Cesare, Shakespeare sembra
inizialmente contraddire questo tipico modo di procedere del discorso
umano: “E tuttavia Bruto è un uomo d’onore”. Invece tutto il discorso
procede nello stesso modo, nella voluta ambiguità della parola. Mentre
Marc'Antonio parla apparentemente in maniera positiva di Bruto, pian
piano introduce nell’animo degli ascoltatori il giudizio severo sul
traditore, finché aggiunge un “tuttavia” che nega esplicitamente il
“tuttavia” iniziale: “E tuttavia io ho trovato nei suoi scaffali una
pergamena con il sigillo di Cesare, che ho qui con me, si tratta del suo
testamento”, ed estrae il foglio per mostrarlo alla folla. L’indirizzo
del discorso si esplicita totalmente nel finale, quando Marc'Antonio
invita a ribellarsi contro Bruto, “l’uomo d’onore”. E diventa chiaro
allora il vero senso di quanto dichiarato: "Io non vengo qui a smentire
Bruto ma soltanto a riferirvi quello che io so".
"Cittadini, amici, Romani, sono venuto a seppellire il corpo di Cesare e
non a farne l'elogio"
Invece Darwin assomiglia molto al nostro Bob, nonostante la
sua grande intuizione, continuava a porsi domande sia sul piano
scientifico che spirituale, senza mai trovare risposte soddisfacenti.
Darwin si considerava più agnostico che ateo, cioè uno che non sapeva
dare risposte alle sue stesse domande.
Dylan è sempre stato una
persona che osservava,
riferiva, criticava, avvisava, consigliava, si faceva domande ma le risposte
sembravano sempre essere affidate al vento che le rendeva indecifrabili.
Dylan non finirà mai di stupire, quelli invece come Brullo hanno smesso
da un pezzo o non hanno mai cominciato. Dare del citrullo a uno che non
ti può rispondere perchè è dall'altra parte del mondo non è elegante, è
solo "unfair".
Alla prossima, live long
and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 12 Dicembre 2017
Tour 2018: 16 Aprile 2018 Vienna
Una nuova data è stata annunciata alla
Wiener Stadthalle di Vienna, i biglietti sono in vendita ma la data non
è ancora stata confermata da bobdylan.com.
?? Marzo 2018 - Barcelona, Spain - Liceu
Opera (data da definire e confermare)
22 Marzo 2018 - Lisboa, Portugal - Altice Arena
03 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
04 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
05 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
07 aprile 2018 - Firenze, Mandela Forum
08 aprile 2018 - Mantova, Palabam
09 aprile 2018 - Milano, Teatro degli Arcimboldi
11 Aprile 2018 - Zurich - Oerlikon, Switzerland - Hallenstadion
12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena
15 Aprile 2018 - Brno-Královo Pole, Czech Republic - Hala Vodova
16 Aprile 2018 - Vienna, Austria - Wiener Stadthalle (data
da confermare)
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden
Buongiorno Mister,
grazie delle belle parole di incoraggiamento. Non finisce di stupirmi
quanta bella musica ha prodotto il Nostro... Ben più di dieci ragioni
per il Nobel! In "Saved" mi hanno particolarmente colpito "covenant
woman" e "what can I do for you?", dove le note dell'armonica che si
spengono con le voci delle coriste raggiungono l'anima di chi ascolta e
infondono serenità e gioia. Ho ascoltato velocemente "knocked out
loaded" e dovrò risentirlo, ma è già uscito "down in the groove" e avrei
bisogno di alcune dritte, perchè in diverse canzoni compaiono nomi di
compositori (Arthur Alexander, Wilbert Harrison, Richard Whiting
accanto al nome di Dylan. Dove si colloca questo album nella produzione
dylaniana? Altra curiosità: alcune canzoni sono quasi ballabili; "let's
stick together","Sally sue brown","Had a dream about you baby" hanno un
ritmo meno scatenato del twist, più veloce dell' hully-gully e ricordano
vagamente gli shake primi anni settanta. Le trovo originali, allegre e
non me le sarei aspettate, visti gli album precedenti. Grazie e alla
prossima. Lunga vita! Carla.
Il periodo 1980/1990 sembra essere stato il
periodo nero di Bob dal punto di vista artistico, con la pubbblicazione
di tre album decisamente non all'altezza dello standard dylaniano. I tre
dischi "Knocked Out Loaded" , "Down in The Groove e "Dylan & The Dead"
ricevettero recensioni negative proprio per la loro banalità che
sconfinava da quello a cui Dylan aveva abituato i suoi fans. Sappiamo
che i critici sono sempre spietati, ma in quelle occasioni avevano di
che lamentarsi, Dylan aveva fornito loro materiale abbastanza brutto per
essere giusto oggetto dei loro strali. Qui di seguito ti elenco alcune
recensioni che ti faranno capire meglio di quanto possa dirti io:
Knocked Out Loaded - Recensione scritta da Night87 per DeBaser
"Knocked Out Loaded" è un esempio significativo del marasma dylaniano
degli anni Ottanta e si gioca la non invidiabile palma di peggiore
lavoro da studio del menestrello di Duluth (se si esclude l'omonimo
disco del 1973, costituito da sole cover). Registrato con poca cura
nelle pause dei tour con Tom Petty & The Heartbreakers e pubblicato nel
luglio 1986 il disco presenta alcune tra le soluzioni più irritanti
della carriera dylaniana, come sempre dopo gli anni sessanta
caratterizzata da tanti momenti alti (e altissimi) e bassi.
I due brani in apertura, la marcetta poco edificante di "You Wanna
Ramble" (cover H.Parker Jr.) e il demenziale coro quasi in stile
zecchino d'oro di "They Killed Him" (cover di K.Kristofferson) sono
sicuramente uno dei peggiori biglietti da visita possibili. Il primo
brano originale della raccolta è "Driftin' Too Far From Shore", una
canzone alquanto mediocre rovinata ancor di più dall'intro sintetizzato
delle tastiere suonate dallo stesso Dylan. Leggermente più accettabile è
"Precious Memories", canzone dai vaghi sapori reggae impreziosita dal
mandolino di Larry Meyers. "Maybe Someday", irrimediabilmente rovinata
da sgradevoli armonie vocali e dalla inopportuna presenza della tromba,
ci introduce all'unico brano davvero degno del songwriting di Bob,
ovvero quella "Brownsville Girl" scritta a quattro mani con l'attore Sam
Shepard, un pezzo che poteva essere sviluppato meglio sul piano
prettamente musicale ma scorre via in maniera piacevole forte di precisi
riferimenti cinematografici. "Got My Mind Made Up", composta assieme a
Tom Petty, come unica annotazione interessante presenta l'utilizzo di
uno strumento insolito a queste latitudini come il conga (suonato da
Philip Lyn Jones); il disco si chiude infine con "Under Your Spell", una
ballad senza infamia nè lode (coautrice Carole Bayer Sager).
Dopo questo disco il Dylan di fine Ottanta si dirigerà attraverso altri
progetti abbastanza zoppicanti verso la realizzazione del penultimo
capolavoro della sua carriera, il bellissimo "Oh Mercy".
"Pronto? Ciao Pippo, sono Gianni!"
"Ah, ciao Gianni.. che si dice in quel di Brema?"
"Niente di che, la solita solfa, mai un boato"
"Ma cos'hai? Dalla voce mi sembri alquanto giù di morale, che succede?"
"A dir la verità, ho appena finito di ascoltare Down in the groove, e
sono rimasto un po' deluso"
"Cooosa? Ma che roba è? Gothic? Dark? Viking?"
"Ah ah ah, ma cosa dici, stupidino, è un disco di Bob Dylan!"
"Chiiii?????"
"Robert Zimmerman, quell'americano chitarra e armonica alla Bennato"
"Ah quello di Mister Tamburino?"
"Ma no quello è Battiato! Dylan è quello della prima canzone rock della
storia, capito?"
"Ma il rock non ha una data di nascita, lo dice pure Scarrufi!"
"Ma non dargli retta, che poi ti ritrovi a preferire gli Aqua agli
Abba!"
"E a chi devo dar retta? A te che mi parli di questo Zimmerman?"
" E certo! Ma ancora non hai capito chi è, vero? Ricordi Hurricane?
"Hurricane? Dei Pooh?"
"Dxxxxxx, sei più cocciuto di Isicùr! Non farmi spendere altri soldi che
qua dalla penisola di Kola a Brema mi spellano questi della ArtikPhone!
Volevo solo avvisarti di non acquistare questo disco, perchè è roba
trita e ritrita di un personaggio che ha esaurito tempo fa la sua vena
creativa e che ora dicono si metterà pure a fare un Unplugged in tv"
"Capperi, allora è da evitare… ma quando è uscito?"
"Non so, dicono che non esce mai, non andò neppure al concerto a
Woodstock, eppure abitava lì in quel periodo. . pensa tu che c4zZ0n3!"
"Ma che mi importa di lui? Questo disco, dico, quando è uscito?"
"Ah il disco! E' uscito nell'ottantotto"
"Ma suona tutto lui, tipo Bennato?"
"Ma no anzi. Qua si è messo alla sua corte artisti del calibro di Mark
Knoplfer, Eric Clapton, Jerry Garcia, Paul Simonon… "
"Nessuno più?"
"Altri meno conosciuti, come Bob Weir, Bobby King, Ron Wood, Larry
Klein, Danny Kortchmar"
"Ma li è andati a prendere nella metro di Londra per caso?"
"E pure che fosse?"
"Ok ok non urtarti.. allora dicevi? Tutti questi musicisti per un disco
che ti ha deluso?"
"Ma è un disco fiacco, i soliti due accordi, la solita voce rauca, in
pratica un rocker invecchiato, e pure male!"
"Ma qualcosa di buono ci sarà pure, altrimenti a che ca..o gli son
serviti 40 anni di carriera?"
"In effetti c'è una discreta canzoncina, Death is not the end, citata
anche dai Dream Theater e cantata da Nick Cave"
"Niente di apocalittico alla Nick Drake?"
"No, mi spiace per te se ti aspettavi qualcosa del genere"
"E che mi dici più di questo disco?"
"Niente più, lo stesso Bob lo ha messo da parte, conservando la sola
Silvio per i live fotocopia che continua a propinarci"
"Quindi non vale la pena comprarlo?"
"Eh no, non mi va di buttare 13 dollari così"
"Ma questa chiamata quanto ti è costata?"
"Dio quanto sono coglione!"
..e riagganciò. Per la cronaca, Gianni sono io, Gianni Decano, e Pippo è
una persona a cui voglio bene.
Robert Zimmerman invece è Bob Dylan, nei '50 giovane ambizioso, nei '60
padre dei cantautori, nei '70 convinto voltagabbana, negli '80 alla
ricerca dell'identità perduta, nei '90 ombra di sè stesso, nel 2000…
cazzo ma quanto campa questo qui?
I nomi che non conosci sono dei seguenti
parolieri e musicisti che hanno copmposto le canzoni coverizzate da
Dylan:
Wilbert Harrison è famoso per aver scritto Let's
Work Togheter:
https://www.youtube.com/watch?v=MN7j-LCgaiE
Walter Bullock era un paroliere e scrittore di sceneggiature per
Hollywood.
Richard A. Whiting era un compositore di brani popolari, occasionalmente
anche paroliere, che ha scritto brani incisi da Frank Sinatra e Tony
Bennet.
Arthur Alexander ha scritto "You Better Move" portata al successo dai
Rolling Stones, https://www.youtube.com/watch?v=Fdtkc0SdK08
. Bellissima anche la versione degli Hollies:
https://www.youtube.com/watch?v=YONmt6cukvs Earl Montgomery ha scritto canzoni per Dolly
Parton, EmmyLou Harris, Elvis Costello, Bob Dylan, Percy Sledge, Hank
Williams jr. e moltissimi altri.
Tom Stafford è il compositore assieme a J. Alexandered E. Montgomery di
"Sally Sue Brown".
Robert Hunter è un poeta, paroliere e musicista, famoso per essere stato
dal 1969 il paroliere dei Grateful Dead fino alla mosrte di jerry Garcia
e per aver scritto i testi per l'album di Dylan "Together Trough Life"
eccetto "This Dream of You il cui testo è di Dylan. Dylan ed Hunter
hanno collaborato in questo disco per scrivere "Silvio" e "The Ugliest
Girl In The World".
Hal Blair è noto per aver scritto "I Was The One" per Elvis Presley.
Don Robertson, autore insieme ad Hal Blair di molti pezzi, ha scritto
una dozzina di canzoni incise da Elvis Presley.
Albert E. Brumley ha scritto la celeberrima "I'll Fly Away", inoltre ha
scritto canzoni incise da Jerry lee Lewis, Johnny Cash, Elvis Presley.
Super negativa l'accoglienza di Dylan & The
Dead, eccone un esempio:
Bob Dylan & Grateful Dead - Dylan & The Dead
Recensione scritta da supersoul per DeBaser.
La montagna ha dunque partorito un topolino? Qualunque "dottore" con un
pò di praticantato musicale potrebbe diagnosticare che la cura Dylan fa
male al morto riconoscente. E la bella copertina di Rick Griffin non
salva un disco incolore. Chi ha sempre apprezzato la resa live
esageratamente dilatata dei Grateful Dead si trova spiazzato di fronte
alla didascalica sequenza di strofa- refrain- assolo- refrain e finale
con applausi imposta dalla rigidità del menestrello di Duluth.
La stessa scelta delle canzoni da inserire quale testimonianza di queste
registrazioni live del luglio 1987 lascia alquanto interdetti, "Slow
train coming" e "Gotta serve somebody", provenienti dal periodo in cui
Dylan aveva visto la luce divina, e "Joey" da "Desire" non fanno certo
appassionare chi aspettava un risultato sinergico tra la voce
gracchiante del nostro e il morbido supporto elettrico in punta delle
dita da parte della band di mastro Garcia.
E del resto, degli anthem come "All along the watchtower " e "Knocking
on heaven's door" hanno avuto trattamenti live migliori da parte di
altri esecutori e capite bene a chi mi riferisco. Il problema è che qui
non c'è la né la rabbia né il pathos necessari per riaffermarne la
proprietà, ma solo un compitino ben costruito ed eseguito.
Troppo esigenti? Sì, perché se si ascolta la bella e ubriaca versione di
"I want you" un lacrimone ci scende sul viso a ricordarci che Dylan e i
Dead sono grandi icone del rock che amiamo e non è giusto che questo
disco corra il rischio di giacere sullo scaffale ad accumulare la
polvere.
Anche gli anni '90 furono
un decennio opaco per Dylan, un decennio salvato da "Oh Mercy" e "Time
Out Of Mind", poi arrivò "Modern Times" a ribadire che Dylan era sempre
Dylan, per fortuna! Comunque ogni autore ha avuto periodi fulgidi e
periodi di stanca specialmente alla luce di carriere cinquantennali.
Quello che fa oggi Dylan sul palco potrà anche non piacere, ma bisogna
riconoscergli che non sale sul palco per sviolinare il pubblico con una
sfilza di greatest hits come fanno tanti altri grandi nomi della musica.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Lunedì 11 Dicembre 2017
Talkin' 10315
- alessandro.sottoriva
Ciao Mr. Tambourine, volevo condividere e
approfondire la Talki'n 10313 e...e brava Carla, hai colto nel segno,
"Every Grain of Sand" è proprio poesia pura, Dylan infatti la scrisse da
un ispirazione avuta dopo aver letto "Auguries of Innocence" una poesia
di William Blake, poeta anglosassone a cavallo fra il 1700-1800, che più
o meno, tra l'altro recita cosi:
"Vedere il mondo in un granello di sabbia
E un paradiso in un fiore selvaggio,
Tenere nel palmo dalla mano l'infinito
E l'eternità in un ora."
Un Dylan sicuramente rapito da quei versi che
- trascendono il pensiero, sia laico che religioso, e conducono
direttamente al cuore della condizione umana -. Se sei interessata
comunque alla poesia, se fai una ricerca in internet, ti si aprirà un
mondo. É molto ben spiegata.
Per quanto riguarda "License to kill" fantastica è vero l'originale di
Dylan, come davvero bella è la versione eseguita del compianto Tom
Petty, sua spalla in molte tournée degli anni ottanta, con i suoi
Heartbreaker's nel mega show-tributo per i trent'anni della carriera di
Dylan, giusto per ricordarlo.
E... certo, come dici tu il rosso è il colore della passione Dylaniana,
che unisce tutti i Farmer's e come direbbe un altro Grande, tale
Pierangelo Bertoli, l'azzurro sta nel cielo ed il verde sta nei prati ed
il rosso è il colore dell'amore...giusto per ricordarlo, un altro
artista, scomodo, contro. Unico. Ciao, alla prossima, Ale'65.
Ciao Ale, mi fa piacere constatare che la
nostra "Farmer" Carla (credo che ormai sia pienamente degna di portare
questo appellativo) con le sue considerazioni sia riuscita a destare la
tua curiosità e spingerti a fare le tue considerazioni, credo proprio
che Carla ne sarà felice. É vero, "Auguries of Innocence" di William
Blake ha colpito la sensibilità di Dylan con quelle quattro semplici
righe spingendolo a creare nuove canzoni che parlassero di una nuova
speranza nel futuro, dopo che le non andate in porto illusioni
dell’America erano miseramente crollate. Blowin’ non bastava più, The
Times non era più sufficiente, Lake a rolling stone superata dai tempi e
dai costumi, Mr.Tambourine Man, Desolation Row e Chimes of Freedom
appartenevano ormai ad un mondo dylaniano che non esisteva più, il mondo
stesso cercava qualcosa di nuovo in cui credere per dimenticare il
deludente passato (se avesse saputo cosa gli riservava il futuro!!!)
dell’America Kennediana, l’amaro in bocca della sconfitta in Viet Nam
(l’America fino ad allora non aveva mai perso una guerra), la fallita
rivoluzione della summer of love con gli hyppies richiamati al dovere ed
alla realtà (molti di loro si persero per sempre, la maggior parte fu
risucchiata dalla realtà della Upper Class che aveva deciso che la corda
data ai figli andava riavvolta richiamandoli in famiglia. Elvis era
morto da stupido sul cesso a 42 anni, molti personaggi ed idoli degli
anni ’60, gli inizi della carriera di Bob, erano spariti, o morti o
dimenticati, cancellati in qualche modo dalle nuove mode che
puntualmente si affacciavano alla ribalta per riscuoterer la loro parte
di successo. I Beatles non c’erano più come entità, il gruppo che aveva
cambiato i costumi del mondo si era sfaldato come un colosso dai piedi
d’argilla, Hendrix, Morrison, Joplin e Jones sepolti per sempre nelle
pagine della storia musicale. Il “beat”, il folk, il rock, il blues ed
il jazz spazzati via nel giro di pochi mesi dalla disco-music.
Incredibile ma vero, i nuovi idoli della gioventù americano avevano nomi
nuovi mentre la vecchia nomenclatura dei tempi dylaniani era stata
chiusa nei fondi degli scaffali della Tin Pan Alley. Tempi brutti per
tutti, tempo di reagire, di trovare o inventare qualcosa di nuovo, ed
ecco Dylan indossare i panni del Pastore-Predicatore Cristiano e
mettersi a far sermoni sul palco cantando e suonando una nuova musica
intrisa di gospel, preghiere ed invocazioni. Nacque così la trilogia
cristiana, non a tutti piacque quella svolta, ma fu quella che permise a
Dylan di sopravvivere ed aprire nuove porte. La poesia di Blake è molto
bella e, cercando di fare del mio meglio, l’ho tradotta nella nostra
lingua cercando di rimanere il più fedele possibile alle parole del
poeta e di spiegare il significato dei versi:
AUGURIES OF INNOCENCE (AUGURI D’INNOCENZA)
(William Blake)
Traduzione di Mr.Tambourine
To see a world in a grain of sand,
And a heaven in a wild flower,
Hold infinity in the palm of your hand,
And eternity in an hour. Vedere un mondo in un granello di sabbia,
e un paradiso in un fiore selvatico,
Tenere l’infinito nel palmo della tua mano,
e l’eternità in un’ora.
A robin redbreast in a cage
Puts all heaven in a rage.
A dove-house fill’d with doves and pigeons
Shudders hell thro’ all its regions. Un pettirosso in una gabbia
Mette tutto il cielo nella rabbia.
La colombaia zeppa di colombi e piccioni
L’inverno fa rabbrividire tutto il paese.
A dog starv’d at his master’s gate
Predicts the ruin of the state.
A horse misused upon the road
Calls to heaven for human blood. Un cane affamato al cancello del suo padrone
predice la rovina della nazione.
Un cavallo sfiancato sulla strada
Chiama il paradiso per il sangue umano.
Each outcry of the hunted hare
A fibre from the brain does tear.
A skylark wounded in the wing,
A cherubim does cease to sing. Ogni protesta della lepre braccata
una fibra si stacca dal cervello.
Un’allodola ferita nell’ala
un cherubino smette di cantare.
The game-cock clipt and arm’d for fight
Does the rising sun affright.
Every wolf’s and lion’s howl
Raises from hell a human soul. Il galletto da combattimento tarpato e armato
Spaventa il sole nascente.
Per ogni verso del lupo e del leone
dall’inferno sorge un’anima umana.
The wild deer, wand’ring here and there,
Keeps the human soul from care.
The lamb misus’d breeds public strife,
And yet forgives the butcher’s knife. Il cervo selvaggio saltella qua e là
Si prende cura dell’animo umano.
l’agnello maltrattato genera tumulti,
eppure perdona il coltello del macellaio.
The bat that flits at close of eve
Has left the brain that won’t believe.
The owl that calls upon the night
Speaks the unbeliever’s fright. Il pipistrello che vola sul finir della sera
Ha lasciato la mente che non vuol credere.
Il gufo che bubola per tutta la notte
Parla dello spavento dei non credenti.
He who shall hurt the little wren
Shall never be belov’d by men.
He who the ox to wrath has mov’d
Shall never be by woman lov’d. Colui che ferirà il piccolo scricciolo
Mai sarà mai amato dagli uomini.
Colui che ha fatto adirare il bue
mai sarà mai amato da una donna.
The wanton boy that kills the fly
Shall feel the spider’s enmity.
He who torments the chafer’s sprite
Weaves a bower in endless night. Il bulletto che ammazza la mosca
Sentirà l’inimicizia del ragno.
Chi tormenta lo scarafaggio
mette su casa nella notte infinita.
The caterpillar on the leaf
Repeats to thee thy mother’s grief. Il bruco sulla foglia
Ti ripete il dolore di tua madre.
Kill not the moth nor butterfly,
For the last judgement draweth nigh.
He who shall train the horse to war
Shall never pass the polar bar. Non uccidere le falene e nemmeno le farfalle:
perchè il giudizio finale si avvicina.
Chi addestrerà il cavallo alla guerra,
non salirà in cielo.
The beggar’s dog and widow’s cat,
Feed them and thou wilt grow fat. Il cane del barbone ed il gatto della vedova,
nutrili e ne trarrai beneficio.
The gnat that sings his summer’s song
Poison gets from slander’s tongue.
The poison of the snake and newt
Is the sweat of envy’s foot.
The poison of the honey bee
Is the artist’s jealousy. La zanzara che canta la sua canzone estiva,
prende veleno dalla lingua maldicente.
Il veleno della salamandra e del serpente
È il sudore del piede dell’invidioso.
Il veleno dell’ape mellifera
è la gelosia dell’artista.
The prince’s robes and beggar’s rags
Are toadstools on the miser’s bags. La veste del principe e gli stracci del barbone.
Sono funghi velenosi nella borsa dell’avaro.
A truth that’s told with bad intent
Beats all the lies you can invent. Una verità detta con cattivo intento
Batte ogni bugia che puoi inventare.
It is right it should be so;
Man was made for joy and woe;
And when this we rightly know,
Thro’ the world we safely go. Così è giusto e così dovrebbe essere;
l’uomo fu creato per la gioia ed il dolore,
e quando questo lo sapremo bene
andremo sicuri per il mondo.
Joy and woe are woven fine,
A clothing for the soul divine.
Under every grief and pine
Runs a joy with silken twine. Gioia e dolore sono ben mescolati,
una veste per per l’anima divina.
Sotto ogni dolore e tormento
corre una gioia con la trama di seta.
The babe is more than swadling bands;
Throughout all these human lands
Tools were made and born were hands,
Every farmer understands.
Every tear from every eye
Becomes a babe in eternity;
This is caught by females bright,
And return’d to its own delight. Un bimbo è di più delle sue fasce;
in tutte le terre abitate dall’uomo
gli attrezzi son fatti dalle mani,
ogni contadino lo sa.
Ogni lacrima da ogni occhio
diventa un bimbo per l’eternità;
questo è colto dalle donne intelligenti
e riportato alla sua stessa gioia.
The bleat, the bark, bellow, and roar,
Are waves that beat on heaven’s shore. Il belato, il latrato, il muggito ed il ruggito
son onde che si infrangono sulle rive del paradiso.
The babe that weeps the rod beneath
Writes revenge in realms of death.
The beggar’s rags, fluttering in air,
Does to rags the heavens tear. Il bimbo che piange sotto il bastone,
avra la rivincita nei regni della morte.
Gli stracci del povero al vento
fanni stracci delle sfere celesti.
The soldier, arm’d with sword and gun,
Palsied strikes the summer’s sun
The poor man’s farthing is worth more
Than all the gold on Afric’s shore. Il soldato, armato di spada e pistola,
è immobiule sotto il sole dell’estate.
Il quarto di penny del del povero vale di più
Di tutto l'oro dell’ Africa.
One mite wrung from the lab’rer’s hands
Shall buy and sell the miser’s lands;
Or, if protected from on high,
Does that whole nation sell and buy. L’ obolo strappato dalle mani di un manovale
Potrà comprare e vendere le terre dell’avaro;
oppure, se proteto dall’alto,
potrà vendere e comprare l’intera nazione.
He who mocks the infant’s faith
Shall be mock’d in age and death.
He who shall teach the child to doubt
The rotting grave shall ne’er get out. Colui che deride la fede di un infante
sarà deriso in vecchiaia ed in morte.
Colui che insegna al bambino a dubitare
Dalla putrescente tomba non potrà uscire.
He who respects the infant’s faith
Triumphs over hell and death.
The child’s toys and the old man’s reasons
Are the fruits of the two seasons. Colui che rispetta la fede del bambino
Trionferà sull’inferno e la morte.
I giochi del bambino e le ragioni del vecchio:
sono i frutti delle due stagioni.
The questioner, who sits so sly,
Shall never know how to reply.
He who replies to words of doubt
Doth put the light of knowledge out. Chi fa domande e siede così astuto,
non saprà mai come rispondere.
Chi replica alle parole del dubbio
spegne la luce della conoscenza.
The strongest poison ever known
Came from Caesar’s laurel crown. Il più potente veleno mai conosciuto
Viene dalla corona d’alloro di Cesare.
Nought can deform the human race
Like to the armour’s iron brace. Niente può deformare la razza umana
come il ferro dell’armatura.
When gold and gems adorn the plow,
To peaceful arts shall envy bow. Quando oro e gemme adornano gli aratri,
dovranno inchinarsi alla pace.
A riddle, or the cricket’s cry,
Is to doubt a fit reply. Un indovinello, o il canto del grillo,
sono la risposta al dubbio.
The emmet’s inch and eagle’s mile
Make lame philosophy to smile.
He who doubts from what he sees
Will ne’er believe, do what you please.
If the sun and moon should doubt,
They’d immediately go out. Il piccolo insetto e la grande aquila
fan sorridere zoppa filosofia.
Colui che dubita di quello che vede
Non avrà fede, fai quello che ti piace.
Se il sole e la luna dovessero avere dubbi
cesserebbero subito d’illuminare.
To be in a passion you good may do,
But no good if a passion is in you.
The whore and gambler, by the state
Licensed, build that nation’s fate.
The harlot’s cry from street to street
Shall weave old England’s winding-sheet.
The winner’s shout, the loser’s curse,
Dance before dead England’s hearse. Per provare passione puoi fare del bene,
ma non è bene se in te c’è passione.
La puttane ed il baro, con il beneplacito statale
Creano il destino di quella nazione.
Il grido della puttana di strada in strada
Tesserà il sudario della vecchia Inghilterra.
Il grido del vincitore, le maledizioni del perdente
danzano davanti al carro funebre dell’Inghilterra.
Every night and every morn
Some to misery are born,
Every morn and every night
Some are born to sweet delight. Ogni notte e ogni mattino
Qualcuno nasce in miseria;
ogni mattino e ogni notte
alcuni nascono per dolci gioie.
Some are born to sweet delight,
Some are born to endless night. Qualcuno è nato per dolci gioie
Qualcuno è nato per un’ infinita notte.
We are led to believe a lie
When we see not thro’ the eye,
Which was born in a night to perish in a night,
When the soul slept in beams of light. Siamo portati a credere alle bugie
quando con gli occhi non sappiamo vedere
ciò che è nato in una notte perisce in una notte,
quando l’anima dormiva avvolta dalla luce.
God appears, and God is light,
To those poor souls who dwell in night;
But does a human form display
To those who dwell in realms of day. Dio appare, e Dio è luce
per le povere anime che vagano nella notte;
ma mostra una forma umana
per coloro che abitano nel regno del giorno.
License to Kill è un’altra canzone del periodo “cristiano” di Bob,
pubblicata su “Infidels”. La canzone è portatrice di una considerazione
terrificante, chi mai potrà togliere all’uomo la "licenza di uccidere"?.
L’uomo minaccia, se continuerà così, di arrivare all’autodistruzione del
mondo, e se questo succederà a che sarà servita tutta l’intelligenza
umana? L'uomo a volte è preso da deliri di onnipotenza, si sente Dio, ci
provò a sostituirsi a Lui con la storia della Torre di Babele ma
sappiamo come andò a finire. Gli uomini credono di disporre del mondo
come meglio piace a loro, ora l’uomo sta scrivendo la storia della sua
distruzione e non sappiamo quando sul mondo calerà per sempre la
parola fine, ma certo un giorno avverrà. E' è certo che il Sole esploderà fra
qualche milione di anni, la terra (se ci sarà ancora) diventerà una
specie di pianeta morto come altre centinaia di miliardi sparsi
nell’universo. Il pericolo è che questa distruzione avvenga a breve, fra
cinquanta anni, o venti, o cento, chi può dire quando. Tirarsi la zappa
sui piedi da solo è uno sport al quale l'uomo è avvezzo, ma non sempre gli può andare bene. Dylan ci avvisa del
pericolo, lo manifesta, lo intuiusce e ci mette in guardia, poi sta alla
nostra intelligenza capire il suo avvertimento ed evitare future
catastrofi, sappiamo cosa può fare una bomba all’idrogeno, ma non
sappiamo quante ce ne siano pronte a scoppiare per trascinare alla
distruzione il primo ed il secondo che schiacceranno quel bottone, poi
tutto il resto non conterà più niente perchè non ci sarà più niente.
Forse noi non faremo in tempo a vedere la fine, ma vorrei che anche i
nostri figli non siano in grado di vederla. Speriamo, la speranza non
costa niente ed è sempre l’ultima a morire. Ti ringrazio inoltre di
cuore per aver ricordato il grande Pierangelo Bertoli, finissimo
songwriter, r.i.p. amico! Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
"Trouble No more" - "Jesus Met
The Woman at the well"
Jesus met the woman at the well
(traditional)
Jesus met the woman at the well
Jesus met the woman at the well
And He told her everything she'd ever done Gesù incontrò la donna al pozzo
Gesù incontrò la donna al pozzo
E le disse tutto quello che aveva fatto
He said, "Woman, woman, tell me where is your husband?"
"Woman, woman, tell me where is your husband?"
Tell me woman said Jesus “I have none" Lui disse “Donna, donna, dimmi dov’è tuo
marito?
“Donna, donna, dimmi dov’è tuo marito?”
“Dimmi donna” disse Gesù “ Non ce l’ho”
He said, "Woman, woman, you have five husbands"
"Woman, woman, you have five husbands"
"And the one you have now, he's not your own" Lui disse “Donna, donna, tu hai cinque mariti”
“Donna, donna, tu hai cinque mariti”
“e quello che hai adesso non è il tuo”
Woman she went running, "This good man must be a prophet"
Woman she went running "even this man must be a prophet"
‘Cause he told me everything I've ever done “Donna" - lei scappò via - “ Questo buon uomo
deve essere un profeta”
“Donna" - lei scappò via - “ Anche quest’uomo deve essere un profeta”
Perchè lui le disse tutto quello che aveva fatto
Jesus met the woman at the well
Jesus met the woman at the well
And He told her everything she'd ever done Gesù incontrò la donna al pozzo
Gesù incontrò la donna al pozzo
E le disse tutto quello che aveva fatto
Venerdì 8 Dicembre 2017
TOUR 2018, due nuove date in Svizzera e
Repubbblica Ceca
confermate
Come supponevamo ieri altre date sono
state confermate da bobdylan.com oggi:
11 Aprile 2018 - ZÜRICH - OERLIKON,
Switzerland - Hallenstadion
15 Aprile 2018 - Brno-Královo Pole, Czech Republic - Hala Vodova
ecco l'elenco delle date ad oggi:
?? Marzo 2018 - Barcelona, Spain - Liceu
Opera (data da definire e confermare)
22 Marzo 2018 - Lisboa, Portugal - Altice Arena
03 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
04 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
05 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
07 aprile 2018 - Firenze, Mandela Forum
08 aprile 2018 - Mantova, Palabam
09 aprile 2018 - Milano, Teatro degli Arcimboldi
11 Aprile 2018 - Zurich - Oerlikon, Switzerland - Hallenstadion
12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena
15 Aprile 2018 - Brno - Královo Pole, Czech Republic - Hala Vodova
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden
Buongiorno
Mister,
al concerto di aprile, vada per il rosso, che è il colore della passione
dylaniana che unisce la comunità della Fattoria e, idealmente, tutti i
fans del globo! Ho ripreso l'ascolto di "Shot of love" e mi sto
abituando alla sua sonorità più breve e ritmata rispetto a quella delle
altre due raccolte della conversione evangelica. Il testo di "Every
grain of sand" contiene immagini di poesia pura, soprattutto le ultime
due strofe. "License to kill" è invece, secondo me, un testo profetico
sulla follia autodistruttrice del genere umano; il ritmo musicale è
lento, grave e, in conclusione, c'è un assolo di armonica davvero
meraviglioso al mio orecchio che ama particolarmente gli strumenti a
fiato ( è per questo che "Baby stop crayng" mi manda in visibilio!). Non
so se le mie impressioni musicali sono sensate, perchè sono una profana,
ma mi piace condividerle con chi ha una cultura musicale più competente
ed informata dei vari generi che confluiscono nel canzoniere di Bob.
Alla prossima e lunga vita! Carla.
Condivido pienamente
le tue parole, brava, vedo che cominci ad apprezzare in modo giusto!
Continua così, sei sulla strada buona! Live long and prosper,
Mr.Tambourine, :o)
Giovedì 7 Dicembre 2017
TOUR 2018, sei nuove date in Germania
confermate da bobdylan.com
12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany -
Ratiopharm Arena
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden
é probabile che altre date in Germania
vengano confermate perchè dal 12 al 18 Aprile non c'è nessun concerto in
programma,
quindi molto probabilmente quel tempo vuoto sarà riempito con altre date. Per
il momento il riassinto delle date è questo:
?? Marzo 2018 - Barcelona, Spain - Liceu
Opera (data da definire e confermare)
22 Marzo 2018 - Lisboa, Portugal - Altice Arena
03 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
04 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
05 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
07 aprile 2018 - Firenze, Mandela Forum
08 aprile 2018 - Mantova, Palabam
09 aprile 2018 - Milano, Teatro degli Arcimboldi
12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden
Barbra Streisand chiese a Bob Dylan di
fare un disco insieme
Di Zachary Solomon - 5 dicembre 2017
Le fantasie ebraiche si sono avverate ovunque l'anno scorso quando una
carta scritta a mano da Barbra Streisand a Bob Dylan è stata scoperta
nell'Archivio di Dylan, una raccolta di 6.000 pezzi del suo
armamentario.
L'archivio, che è stato acquistato congiuntamente dalla George Kaiser
Family Foundation e dall'Università di Tulsa, in Oklahoma per circa 20
milioni di dollari, ospita i testi, le registrazioni, i film, le
fotografie e le corrispondenze di Dylan. Uno di questi articoli è pura
gioia per i fans delle leggende della musica ebraica.
Datata novembre 1978, la lettera di Barbara ringrazia Dylan per i suoi
fiori e suggerisce di fare un disco insieme.
Quando è stata interrogata in proposito, la Streisand ha detto "Sono
davvero toccata dal fatto che Lui abbia conservato la mia lettera".
BNarbra ha poi fatto un piccolo lavoro di ricerca nel suo archivio ed ha
trovato una lettera che Dylan le aveva inviato poco prima che uscisse
“Yentl”.
"Non vedo l'ora di vedere il tuo film" le aveva scritto Dylan. "Forse
puoi fare la regia di uno dei miei".
Dylan firmò con una certa ammirazione: "Sei la mia stella preferita","La
tua determinazione, il tuo umorismo, il tuo temperamento ed il tuo senso
della giustizia mi hanno sempre attratto."
Ciao Mister. Dopo un anno e mezzo dalla
pubblicazione del mio primo libro "Qualcuno dice che io sia un poeta
:-)", in cui la presenza del nostro Bob aleggiava in maniera neanche
tanto velata (come ad esempio in "Tempi moderni", una "poe" che con mio
grande piacere è stata utilizzata ad una manifestazione nella giornata
contro la violenza sulle donne e che ti allego), la minaccia :-) di una
seconda "opera"si è concretizzata! Stavolta oltre alle amate"poe", nel
libro c'è un racconto in cui manco a farlo apposta i riferimenti
dylaniani abbondano e addirittura, uno dei protagonisti (l'Uomo del
sogno o Vecchio o Guida che dir si voglia), dagli indizi sembrerebbe un
mix fra il Padreterno e "His Bobness" (chiara allusione al ruolo di
Profeta che l'opinione pubblica degli anni '60 voleva appiccicare
addosso a Bob...ma schhhh, non ditelo a nessuno perchè dovrebbe essere
un segreto ;-)).
Una - semplice svolta del destino -, catapulta Eskimo, un uomo
normalissimo (operaio metalmeccanico cinquantenne), nella più
incredibile delle avventure, dove (accompagnato da un misterioso Vecchio
dotato di poteri sovrannaturali), fra un salvataggio dell’umanità e la
ricerca di sé stesso, capisce di dover accantonare complessità ed i
conflitti interiori, cercando di sfruttare al meglio le qualità che ha a
disposizione per riuscire a portare a termine con successo un’altra
missione, la più importante che gli sia mai stata affidata...
"Eskimo è un personaggio inventato ma non troppo, nel quale mi sono
immedesimato: realtà e fantasia, ironia e malinconia, vanno a braccetto
in questo racconto farcito di citazioni di personaggi, canzoni, libri,
film, episodi, luoghi, oggetti che hanno contribuito a mantenermi vivo
in questo mezzo secolo".
Spero di non essermi dilungato troppo, d'altronde quando parlo di Bob
non smetterei mai e inoltre qui nella Farm mi sento a casa (ripensandoci
mi sembra che sia dal 1999 che mi collego quotidianamente con "Maggie",
può essere?). Grazie per l'ospitalità Mister, lunga vita a te e a tutti
i Farmers, ciao alla prossima. Marco.
Tempi moderni
Rabbia e gloria. La bestia non è mai sazia. Urlando denuncia insondabile
malessere.
Mette a fuoco traguardi agghiaccianti e insensati. Turbina azioni
guidate da istinto selvaggio.
Ultima tentazione non ha scrupoli di sorta. Divelto il ritegno degli
impulsi mostra con esaltazione il peggio che produce.
Società odierna.
Ciao Marco, è proprio
dal 1 giugno 1999 che grazie a Michele "Napoleon in rags" Murino
Maggie's Farm è online. Napoleon ha creato un grande sito che è un
riferimento per tutti gli appassionati dylaniani italiani, poi nel marzo
2008 ha passato la conduzione a me, quindi sono ormai 18 anni che segui
la Fattoria, e questa cosa mi fa davvero piacere. Sono certo che molti
Farmers acquisteranno questa tua ultima fatica per leggere l'intrigante
e curiosa storia di Eskimo e le sue avventure. Il libro è disponibile,
per chi fosse interessato all'acquisto, a questo indirizzo:
Grazie per la
segnalazione ma soprattutto per la tua "fedeltà" al sito ed al Nostro.
Anche nel sito c'è una sezione dedicata ai fantaracconti dylaniani, non
so se hai avuto occasione di leggerli, comunque li poui trovare a questo
indirizzo:
Sarà un'occasione per
molti altri amici di divertirsi leggendoli. Ti ringrazio per la
segnalazione e ti prometto che appena potrò leggerò iol tuo libro. Live
long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Martedì 5 Dicembre 2017
New York, NY - Beacon Theatre,
November 25, 2017
di Stephen
il Cinque deve essere il mio numero fortunato. Il mio quinto spettacolo
dell'anno e la quinta notte al
Beacon. Mavis era in fiamme e finalmente l'ho sentita cantare The
Wright.
Fantastico set dall'inizio alla fine. Lei è veramente un tesoro
nazionale. Il commento di mia moglie?
"Mi piacerebbe vedere Bobby così in alto!" Beh, ha dato la
la migliore performance che abbiamo visto questo autunno, anche se ho
preferito l'estate nella quale lo show mi è sembrato migliore, forse
principalmente a causa della mia mancanza di feeling per alcuni dei
nuovi
arrangiamenti. Charlie ha fatto pochi assolo e George era sempre
eccezionale sempre. Portare il cappello è quello che Stu fa? Lo staff
del Beacon era a caccia di telefoni cellulari e c'è stato un diverbio
molto forte nel palcom dov’ero io. Siamo entrati da Amsterdam Avenue e
non ha incontrato fila in attesa. Le donne accanto a me non avevano più
di 30 anni e avevano un bel sorriso sul viso durante il set di Bob.
Immagino che questo dica tutto.
Oggetto: Talkin'
10304 - archivio statisctiche Bob
Egregio Mr. Tambourine,
è con piacere che per la prima volta contribuisco anche io al bagaglio
di questo meraviglioso sito su un artista del quale, inutile dirlo, sono
un fan-atico.
Vi leggo quotidianamente e trovo i vostri contributi davvero di alto
livello, pieni di spunti, notizie e riferimenti importanti.
In merito alla Talkin' 10304, mi
permetto di segnalare il sito: www.setlist.fm, un portale semplicemente
superlativo che riporta quasi in tempo reale, le setlist eseguite sera
dopo sera dai vari artisti, fornendo inoltra tutta una serie di
statistiche molto interessanti. Nella sezione dedicata a Bob:
https://www.setlist.fm/stats/bob-dylan-1bd6adb8.html si
possono vedere le setlist di tutti i concerti, il numero di volte che
una canzone è stata suonata, tutte le canzoni eseguite dal nostro, le
venues più frequentate, ecc ecc.
Basta navigarci un pò per trovare una vera e propria miniera di
materiale. Anche Expecting Rain, ovviamente, ha un archivio così ma
questo lo trovo più navigabile.
Ti ringrazio Matteo per la segnalazione di questo sito gestito in maniera
ultrapropfessionale che conoscevo da tempo e che molte volte ho
consultato nelle
mie numerose ricerche alle quali sono sempre intento. Anche Bob Links
fornisce un servizio simile molto ben fatto e facilmente consultabile e
sono d'accordo con te che Expecting Rain sia meno fruibile per fare
ricerche di questo tipo. Anche Bob Links è strutturato bene, i link
che trovi sotto forniscono tutti i dati necessari a ricerche di questo tipo:
Questi due siti sono molto utili quando si
ha bisogno di sapere notizie sicure riguardo all'attività concertistica
di Bob. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
Nico, l’auto maledizione di una stella
cadente nibelunga
clicca qui
Sabato 2 Dicembre 2017
New York, NY - Beacon Theatre,
November 24, 2017
by Laurette Maillet
Venerdì 24 novembre. New York, NY. Il Black Friday, così lo chiamano. È
il giorno in cui i negozi scontano la loro merce. Odio fare shopping. Io
non sono mai andata nei negozi di lusso ma ... le mie scarpe erano
rovinate per il tanto camminare. Quindi ora ... è una necessità averne
un nuovo paio. Anche un "minimalista" dovrebbe avere un paio di scarpe
invernali! Vado la mttina presto all’ Old Navy Store e compro qualche
vestito per mio nipote. Non gli farà male avere camicie e pantaloni in
più. Vado da Macy's, una vera follia, controllo le scarpre ed esco
rapidamente, vendono scarpe di cartone per ... 80 $! Un Venerdì davvero
nero! Finalmente ho trovato un prezzo ragionevole al GAP. Col 50% di
sconto, e voglio credere che siaano buone. Torno a casa per riposarmi un
po'. Nel tardo pomeriggio vado al Beacon e controllo la porta del
backstage giusto in tempo per vedere Bob che cammina in ... incognito!
Mi incontro con i miei buoni amici David e Kim, che mi offrono un grande
pranzo. Woah! Il primo vero pasto da un po' di tempo. Avevo vissuto
mangiando corn flakes per alcuni giorni. Grazie ragazzi!
Ancora un "angelo prezioso" mi dà un biglietto prima dello spettacolo,
quindi potrò vedere anche Mavis che mi piace ancora. All'interno del
locale chiacchiero un po' con alcuni fans che ho conosciuto su Facebook.
Un sacco di bobcats sono venuti per questi spettacoli a New York, anche
dall' Europa. Alcuni preferisco evitarli! Prendo il mio posto, nel
parterre, a sinistra e nel corridoio. Il mio "vicino di posto” è un fan
venuto dal Giappone e la Signora di fronte a me mi riconosce da ....
Thakerville!
Woah! Sono famosa?! Sono in uno spirito fantastico. Vedo un mucchio di
V.I.P., gente che vengono dalla porticina del backstage e prendono
posto. Non riconosco nessuno, amici? Famigliari? Celebrità?
Mi godo ogni singolo momento con Mavis ma è Bob che sono impaziente di
vedere. Il pubblico è scaldato al punto giusto ed è entusiasta. La mia
parte è più riservata. Sto facendo il mio karaoke personale, a chi
importa se canto stonata ?! Bob sembra divertirsi e porta in alto tutto
il Beacon con "Thunder on the mountain". La performance è grandiosa.
Il Giorno del Ringraziamento e il tacchino non hanno minimamente
distratto Dylan! Probabilmente ha perso la sfilata dei palloncini ed il
Black Friday! Intelligente! Torno a casa rapidamente. Voglio solo
mantenere il mio buon feeling chiaro e puro per me stessa.
Buona notte Bobby. Ci vediamo domani.
Buongiorno Mister,
ricevuto! Se non cambieranno "gli ordini", al concerto di aprile
indosseremo qualcosa di rosso per riconoscere chi frequenta "Maggie's
Farm" e ne ricava, come me, conoscenza ed amicizia. Riascolterò tutto
"Shot of love" ed in particolare "Every grain of sand" perchè un Frmer
più "antico" di me dice che è bella e struggente. Alla prossima e lunga
vita! Carla.
Ciao Carla, non è un
ordine, è solo un'idea di un nostro Farmer che ha pensato che sarebbe
davvero bello incontrarsi e riconoscersi ai concerti, avere la
possibilità di fare nuove conoscenze e scambiarsi qualche opinione in
attesa del concerto. Basterà portare con se qualcpsa di rosso, qualunque
cosa, un foulard, un golfino, una maglietta, un cappellino, un paio di
guanti, la gonna, qualunque cosa che faccia capire che la persona fa
parte della piccola comunità di Maggie's Farm. Potrà sembrare una
banalità ma in fondo, se ci pensate bene, la Fattoria è l'unico posto
italiano dove un fan di Dylan può confrontarsi con altri come lui, è
possibile fare botta e risposta su qualsiasi argomento riguardante Bob,
sulle sue pagine viene pubblicata ogni mail che mandate, naturalmente
senza insulti rivolti ad altri, rispettando l'educazione ed il cosidetto
bob ton anche se non si è d'accordo con il parere dell'altra persona.
Sulle pagine della Fattoria sono nate dissertazioni interessanti, e
tutti coloro che hanno scritto dal 1999, anno nel quale Michele Murino
mise online il sito per poi passare la mano e la conduzione a
Mr.Tambourine nel Marzo 2008 che ha continuato l'opera iniziata da
Michele con la stessa passione anche se con minor conoscenza della vita
dylaniana. Io so che molti professionisti della penna, giornalisti e
critici vari, quando devono scrivere o commentare qualcosa su Bob Dylan,
senza dire niente a nessuno, prima fanno una visita a queste pagine e
dopo, trovato quello che a loro interessa, prendono spunto da ciò che
hanno letto, a volte addirittura fanno uno spudorato copia-incolla
cambiando alcune parole per mascherare la marachella! Ma va bene così!
Quindi, per chi avesse la curiosità di conoscere altri dylan-addicted
come lui, basta che ai prossimi concerti italiani porti con se qualcosa
di rosso e non abbia paura di parlare con altre persone di rosso munite.
Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)
congratulations for breaking my heart
complimenti per aver spezzato il mio cuore
congratulations for tearing it all apart
complimenti per averlo ridotto a pezzi
congratulations you finally did succeed
congratulazioni finalmente ci sei riuscita
congratulations for leaving me in need
complimenti per non aver più bisogno di me
this morning i looked out my window and found
Questa mattina ho guardato fuori dalla finestra e
ho sentito
a bluebird singing but there was no one around
un uccellino cantava ma non c'era nessuno in giro
at night i lay alone in my bed
di notte mi stendo solo nel mio letto
with an image of you goin' around in my head
con l'immagine di te che gira nella mia testa
congratulations for bringing me down
complimenti per avermi buttato a terra
congratulations now i'm sorrow bound
complimenti ora son impantanato nella tristezza
congratulations you got a good deal
complimenti hai fatto un buon affare
congratulations how good you must feel
complimenti quanto bene ti deve sentire
i guess that i must have loved you more than i ever knew
Immagino che avrei dovuto amarti più di quanto io
abbia mai saputo
my world is empty now cause it don't have you
il mio mondo è vuoto ora che non ha te
and if i had just one more chance to win your heart again
e se ho avessi solo una possibilità ancora di
conquistare di nuovo il tuo cuore
i would do things differently but what's the use to pretend
vorrei fare le cose in modo diverso, ma a che
serve fingere
congratulations for making me wait
complimenti per avermi fatto aspettare
congratulations now it's too late
complimenti adesso è troppo tardi
congratulations you came out on top
complimenti sei arrivata al top
congratulations you never did know when to stop
complimenti non hai mai saputo quando fermarti
congratulations
complimenti
congratulations
complimenti
congratulations
complimenti
congratulations
complimenti
Personnel:
Lucky Wilbury - Voce solista e cori chitarra acustica (Bob Dylan)
Lefty Wilbury - cori, chitarra acustica (Roy Orbison)
Otis Wilbury - cori, chitarre, basso, tastiere (Jeff Lynne)
Nelson Wilbury - cori, chitarre (George Harrison)
Charlie T. Wilbury ir. - cori, chitarra acustica (Tom Petty)
Jim Keltner - batteria
Ray Cooper - percussioni
Venerdì 1 Dicembre 2017
Tour 2018, due nuove date
Oggi sono state annunciate due date per
il Tour 2018, in marzo con data da definire e confermare a Barcellona,
il 22 marzo a Lisbona confermata da bobdylan.com.
xx Marzo 2018 Barcelona, Spain - Liceu
Opera
22 Marzo 2018 Lisboa, Portugal - Altice Arena
Ciao Mr.
Tambourine,
le tue riflessioni in risposta a Carla (Talkin'
10301) mi hanno portato a rivedere
mentalmente la strada percorsa da quando conosco Dylan e la sua opera.
Mi sono ricordato a questo proposito del recente libro di Riccardo
Bertoncelli: “Una vita con Bob Dylan” e credo che ognuno di noi abbia la
sua storia da raccontare in tal senso. Dal primo approccio giovanile
diventato poi nel tempo passione, fino ad oggi. E’ stato come un lungo
inseguimento, un continuo scoprire nuove fasi, a volte inaspettate e
sfavillanti, altre confuse e grigie, poi di nuovo incredibilmente
fulgide e così via mentre Dylan, come tu ben sottolinei, andava avanti
senza badare troppo al passato, guardando sempre più in là, guidato
dalla sua genialità senza tanti calcoli o programmi.
Noi nel corso degli anni abbiamo fatto la nostra parte “studiando”
diligentemente una materia che ci ha appassionato sempre di più. Agli
inizi eravamo troppo giovani per avere vissuto la nascita dei suoi primi
album e, del resto, allora in Italia filtrava poco, se non in ambienti
più ristretti, della ventata che stava rivoluzionando la musica e i
costumi dell’occidente. Il Beat e molte cover nostrane ci hanno aiutato
in tal senso risvegliando i nostri “sensori” musicali. Ed è stata una
fortuna in quanto saremmo altrimenti restati prigionieri della melensa e
odiosa involuzione melodica (quasi una restaurazione) di cui, dopo il
’68-69, è stata vittima la cosiddetta musica leggera italiana. Pochi
anni dopo, comunque, ci saremmo potuti consolare abbastanza con i
cantautori e il ‘progressive’ dei nostri gruppi. Ma ormai la mente era
schiusa e gli orizzonti viaggiavano ben oltre i confini nazionali.
Tornando un po’ più indietro, i primi 45 giri che salirono sul nostro
giradischi furono i Beatles, gli Stones delle prime ballate (da Lady
Jane a Paint it Black) e il famoso LP Greatest Hits di Bob Dylan col
quale riuscimmo a fare, per così dire, un buon riassunto “delle puntate
precedenti” che ci erano clamorosamente sfuggite anche se solo per
ragioni anagrafiche.
Ricordo ancora come a quei tempi vi fosse un antagonismo tra Bob Dylan e
Donovan; che venivano posti allo stesso livello in una entusiasmante
rincorsa di hits. Poi, senza nulla togliere al bravo cantante scozzese e
alle sue indimenticabili Catch the Wind, Atlantis, ecc., la storia ha
rimesso tutto in una prospettiva diciamo meno appiattita. Tornando a
Bob, le prime cose che ascoltammo furono la famosissima Blowin’ in the
Wind, e l’allora molto apprezzata Lay Lady Lay, anche se oggi questo
pezzo è piuttosto snobbato. Il primo album vero e proprio, a parte il
Gr. hits, che entrò in casa fu New Morning che non è considerato
generalmente un’opera di spicco. Ma, anche qui, sarà per una questione
sentimentale, sarà perché è un ricordo di anni che furono, ritengo
quest’album da rivalutare. Senza contare che quando Dylan è stato
insignito del Nobel, mi è venuta subito in mente Day of the Locusts con
il suo testo tornato di attualità, soprattutto dopo la riottosa reazione
che tanto ha sorpreso e scandalizzato chi non conosce né Dylan né il
meno illustre ma altrettanto famoso precedente. Ma senza scendere nei
dettagli del disco, visto che non è questa la sede, basti ricordare
anche Winterlude che pare abbia ispirato De Gregori per la sua
Buonanotte Fiorellino, la freschezza scanzonata della title track, la
semplice e gradevole If Not for You e altre. Naturalmente questo bastò
per stimolare la curiosità che portò alla scoperta a ritroso delle
incredibili vette scolpite nella pietra dei primi strepitosi e
irraggiungibili album (almeno allora pensavamo che sarebbe stato
impossibile fare qualcosa allo stesso livello mentre oggi ci rallegriamo
che Dylan, al contrario di tante altre star, sia stato così longevo da
provarci e riuscirci). Compiere delle scelte nel lavoro di Dylan è cosa
abbastanza ardua, almeno per noi appassionati, per cui proverò a farlo
guidato da episodi o ricordi che alcune canzoni ancora suscitano. Per
esempio in Frewheeling scoprimmo Masters of War, A Hard Rain's A-Gonna
Fall, Don't Think Twice, i cui testi (Dove sei stato figlio dagli occhi
blu…) riuscivamo a procurarci grazie alla radio di ‘Per Voi Giovani’ che
a richiesta inviava per posta (quella d’antan) le traduzioni
dattiloscritte su una carta beige-giallastra piuttosto ruvida e
consistente, il tutto senza chiedere una sola lira (siano lodati sempre
Arbore, Massarini & C.). E Corrina, Corrina? Non ci ha forse educato e
aperto la mente a nuove e sconosciute strutture musicali, semplici, ma
meravigliose. Ma vado avanti. Alcuni pezzi come My Back Pages, in
Another Side, li scoprimmo diciamo così di ritorno dopo avere ascoltato,
da bravi appassionati di rock, la versione di Keith Emerson con i Nice.
Inattaccabile, comunque, l’originale. Poi “The Times..” con
quell’incredibile copertina virata “Bound for Glory”. Negli anni ’80
Battiato volle scherzare, con garbata ironia, citando nell’incipit di
Bandiera Bianca sia The Times, sia Mr. Tambourine (Mister Tamburino /
non ho voglia di scherzare rimettiamoci la maglia / i tempi stanno per
cambiare) e chissà quanti avranno pensato: ma che cos’è che vuole dire?…
Ma chi ha voglia e tempo riascolti anche Only a Pawn in Their Game e le
sue funamboliche escursioni vocali. Vista questa sede, una citazione
d’onore meritano, da Bringing/Subterranean, “Maggie's Farm” e “Mr.
Tambourine Man”, superclassiche, ma anche ”It's All Over Now Baby Blue”
e nessuno me ne voglia se non faccio un elenco completo. Ci possiamo
rituffare in Highway… e trovare celebrità assolute come Like a R.S. e
Ballad Of A Thin Man che chiude sempre gli attuali concerti fino a
Desolation Row cantata anche dal nostro De André con il contributo
all’adattamento di De Gregori che l’ha recentemente ripresa. Dobbiamo
essere più che severi per estrarre da Blonde on Blonde solo “Just Like a
Woman”, I Want You di cui ricordiamo con affetto al versione dei Nomadi
del grande Augusto, ma anche Sad eyed lady, Memphis Blues again,
Absolutely sweet Marie….
Solo un tipo della statura di Jimi Hendrix poteva tirare fuori una
strepitosa versione di All Along the Watchtower, da John Wesley Harding.
Uno dei rari casi in cui la cover (ma il termine è riduttivo) si rivela
all’altezza dell’originale, cosa non facile tenuto conto del livello di
partenza. Vorrei citare anche, in tempi più recenti, Patti Smith e la
sua meravigliosa Changing of the Guards. In genere però i “coveristi” di
Dylan, a mio avviso, vengono attratti dalla fama e dalla bellezza degli
originali, ma si avventurano in un terreno che si rivela infido e i
risultati quasi sempre sono deludenti. Ricordo ad esempio un vecchio
album di cover ad opera di Tito Schipa Jr. (Dylaniato) non molto
convincente, nonostante la passione e la cura profusi. Apprezzabile
invece di recente il “De Gregori canta Dylan” con la riuscita versione
di Sweetheart Like You (ma quanto è difficile cantare certe canzoni di
Dylan!). Riguardo “Non dirle che non è così” c’è da dire che è
leggermente migliore la precedente versione, molto ispirata e finita
inopinatamente, ma meritatamente, nel disco soundtrack di Dylan, Masked
and Anonymous insieme a un’improbabile ma apprezzabile rap di Like a
R.S. degli Articolo 31.
E veniamo a Nashville S. dove trova posto la citata e romantica Lay Lady
Lay e avanti ancora attraversando un periodo incerto e controverso, del
quale in parte ho detto all’inizio, fino a un punto fermo rappresentato
dalla colonna sonora del film Pat Garret and Billy the Kid in cui trova
posto la celeberrima Knockin' On Heaven's Door. Si tratta di un brano
strutturalmente semplice, ma molto evocativo, tanto da richiamare
schiere e schiere di interpreti tanto convinti quanto destinati, anche
qui, indistintamente al fallimento. E’ con tutta evidenza un pezzo tanto
bello quanto inimitabile. Ai tempi, nel corso di un’estate di vacanza,
un amico se ne innamorò in maniera talmente folle da rimetterla da capo
ininterrottamente per giorni e giorni, utilizzando per fortuna un
registratore e non il mio 45 giri che, altrimenti, avrebbe in breve
distrutto. Molto intensa in quel soundtrack anche River Theme. Per
intenderci era lo stesso periodo, evidentemente molto fertile, in cui si
ascoltava altrettanto rapiti, The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd.
In Planet Waves, citiamo Dirge, potente, coinvolgente, interpretata in
maniera esemplare e insuperabile. Grande brano supportato anche da un
testo vibrante.
Se invece ci volessimo chiedere cosa c’è di significativo nella
quadrilogia (peraltro cronologicamente incoerente) Blood On The Tracks,
Desire, Oh Mercy e Time Out Of Mind, direi che se ne potrebbero trarre
decine di diamanti. Ma avrebbe senso distruggere 4 grosse pietre
preziose per ricavarne tante più piccole? Chi vuole studiare un po’ di
Dylan ha qui di che immergersi, meravigliarsi, sbigottirsi, trasecolare,
deliziarsi, commuoversi, e chissà che altro in canzoni che sembrano
scritte in un altro mondo.
A volte nella turbolenta produzione di Dylan vagano lavori un po’
sottovalutati, come Street Legal, penalizzati forse dalla moda fine anni
’70 che prediligeva cori e fiati, oggi ritenuti effettivamente eccesivi.
Ma se ci sforziamo di contestualizzare questi arrangiamenti un po’
datati, vedremo, come attraverso un filtro virtuale, la bellezza e
l’essenza di questi pezzi. A suo tempo è stato un disco più importante
di quanto oggi appaia e penso che lo sia realmente. Where Are You
Tonight è ad esempio piuttosto trascurata. Ma di buona musica qui ce
n’è, e tanta.
Il periodo della conversione ha le sue frecce all’arco: Gotta Serve
Somebody o il buon album Shot of Love, fino alle sonorità particolari di
Infidels in cui la voce di Dylan sembra stranamente provenire quasi da
un’altra stanza.
A volte anche i grandi non riescono a dare il meglio di sé e Knocked Out
Loaded forse è stato inciso solo per dimostrarlo.
Poi però si rialzano e di parecchio realizzando Oh Mercy di cui ho già
detto e dopo, in un paio di anni, dischi come Good as I Been to You e
World Gone Wrong scavati con le unghie nella tradizione americana,
ripuliti alla meglio e offerti quasi grezzi, ma molto veri e credibili,
a chi ha voglia di immergersi nelle atmosfere di quell’epopea.
E veniamo all’altra quaterna, anche questa da tenere arbitrariamente
riunita (e custodita), quella degli anni 2000, il “nuovo millennio”:
Love And Theft, Modern Times, Together Through Life e Tempest. Con High
Water, Mississippi, Scarlet Town e tutte le altre meravigliose “Blues,
Ballate e canzoni”, come venivano definite le canzoni di Dylan in una
vecchia raccolta di testi tradotti, pubblicata in Italia, fondamentale
per molti di noi.
Prima di arrivare al Dylan dei giorni nostri, spero che chi avrà avuto
la pazienza di leggere queste righe, non voglia dare alcun valore
univoco alla scelta dei pezzi che vengono citati in questa navigata. Io
stesso so bene quanta bellezza c’è ancora. Questo tuttavia non vale
assolutamente come un’esclusione e non solo perché ognuno di noi ha le
sue preferenze ed è più o meno affezionato, per tanti motivi, a questo o
quel brano. Ho solo tentato di mettere insieme alcune pennellate e in un
quadro non si possono usare tutti i colori, specie se l’obiettivo è
quello di riprodurre una luce particolare e personale. Mondrian quando
dipingeva escludeva tassativamente il verde (diceva che è un colore
inutile, in realtà forse perché le linee nere e i quadrati e rettangoli
rossi, gialli e blu delle sue opere più famose rappresentavano tronchi,
rami e foglie stilizzati all’estremo, a seguito di un lungo processo di
astrazione, fino al punto da non usare più neanche il colore stesso
della vegetazione). Ecco, al contrario di Mondrian, io non mi sono
permesso di escludere niente, ma ho solo cercato di immaginare delle
macchie di colore con l’intento di descrivere degli stati d’animo e
delle sensazioni vissute nel corso degli anni grazie alle meravigliose
canzoni che ci sono state donate.
E oggi?
Oggi direi che Dylan ha il diritto di esprimere la sua arte tirando
avanti per la sua strada come ha sempre fatto a prescindere da ciò che
noi gli possiamo concedere. Lui è stato criticato, dileggiato e finanche
abiurato a più riprese, (sappiamo tutti quando e come), ma di ciò non si
è certo mai dato pena, almeno non è noto risentimento di sorta. A volte
come una Fenice è caduto ed è risorto con nostro grande sollievo. Certo
allora era giovane, o relativamente giovane. La più recente,
controversa, (tanto per cambiare) parentesi va avanti ormai da tre
pubblicazioni e cinque dischi (!) ed è stata una ‘parabola’, da
intendersi nel ramo discendente: all’inizio (Shadows In The Night) e qui
qualcosa di alto, bello e interessante, finanche emozionante, è stato
riconosciuto, almeno dai fans più benevoli, con i quali io mi schiero
convinto. Poi purtroppo la discesa è continuata e si sa, le parabole
quando scendono lo fanno vertiginosamente. Infine il fondo e, per quanto
alcuni tentino stoicamente di difendere l’indifendibile, onestamente
dubito che ci sia, anche tra gli appassionati, chi abbia ascoltato più
di due o tre cose di Triplicate prima di riporlo per sempre nello
scaffale.
Io credo che l’atteggiamento migliore sia quello di non aspettarci tanto
per il futuro, senza tuttavia per questo disperare. Attendiamo
serenamente, ma teniamo conto che i più grandi artisti e pensatori hanno
raggiunto in gioventù i risultati più alti: Michelangelo prima dei
quarant’anni aveva già scolpito la Pietà, il David, il Mosè e dipinto
anche, visto che c’era, la volta della Cappella Sistina. Mi tornano in
mente qui le parole che Fernanda Pivano disse all’inviata di MF durante
l’intervista concessa a suo tempo (vedi archivio MF): “le canzoni di
Woody Guthrie sono in qualche modo datate, quelle di Dylan a loro modo
lo sono anche loro, c'è bisogno di qualcuno che canti e racconti i
problemi di adesso”. Ma è probabile che “quei ragazzi che non conoscono
Dylan e non sanno più nemmeno chi è Kerouac si perdono davvero qualcosa
che li aiuterebbe a fronteggiare la crisi di adesso”. Ipse dixit.
Vedo a questo punto che mi sono dilungato abbastanza e mi scuso per
questo e tutto sommato non è detto che queste mie note possano essere di
interesse per qualcuno. Lascio a te la scelta di pubblicarle o meno
insieme all’onere di darci un’occhiata. Se ritieni che non sia il caso,
non fa nulla; è stata comunque l’occasione per ripercorrere dei bei
ricordi personali.
Saluti, Mario.
Ciao Mario, è bello
constatare che c’è ancora gente come te che si riscopre e si ripensa
anche dopo anni ed anni di fedele militanza fra i fans dylaniani. E’
bello, ogni tanto, rifare una carellata delle cose che per un motivo e
per un altro ci hanno colpito, ci hanno emozionato, ci hanno fatto
scoprire qualcosa, ci hanno raccontato storie bellissime coinvolgendoci
e facendo partecipare anche noi a quelle meravigliose avventure. Ognuno
di noi ha avuto i suoi inizi, il suo personale “battesimo dell’aria”
come si usa dire, ognuno ha le sue canzoni alle quali è legato più che
ad altre, ma, come giustamente hai spiegato bene tu, non per questo
disprezza le altre, citare quello che ci sembra il meglio dell’opera di
un artista è una esigenza filtrata attraverso la nostra personale
esperienza. Potremmo stare a discutere per anni su quale sia il miglior
album, la miglior canzone, il miglior Dylan. Ognuno avrebbe una sua
classifica certamente diversa da quella degli altri, con naturelmente
alcune parti in comune.
In questi ultimi 60 anni Dylan è passato attraverso nove vite come i
gatti, sempre in continua trasformazione, con l’ansia di non fermarsi
mai più di tanto al presente per passare al futuro con la voglia di
stupire, raccontare, osservare, consigliare, divertire. Come Napoleone è
caduto ed è risorto, cosa che capita solo ai più grandi ed importanti
personaggi che hanno popolato e popolano il nostro piccolo puntino
nell’universo. Ti sembrerà una sciocchezza ma io mi sono sempre chiesto
perchè gli animali, pur avendo avuto a disposizione milioni di anni, non
sono stati in grado di evolversi come è stato per noi umani, che in
fondo eravamo scimmie che vivevano sugli alberi. Perchè non hanno
elaborato un linguaggio, ripetendo alla noia gli stessi versi per
milioni di anni, perchè non han saputo costruire, non han saputo
dipingere, scrivere, cantare ed le altre mille cose che li differenziano
dall’uomo? Detta questa stupidata dobbiamo però anche dire che allo
stesso modo anche gli uomini non hanno avuto tutti la stessa evoluzione,
alcuni hanno costruito grattacieli e sono andati sulla luna, altri sono
rimasti quasi nudi con in mano armi primitive. C’è una differenza
abissale a livello evolutivo fra le diverse tipologie umane, ma non
sappiamo perchè, in certe zone del mondo, se togliamo il Kalashnikov di
mano alla gente potremmo fare fotografie di come era il mondo e la gente
al tempo della Bibbia.
Forse sono stati uomini come Aristotele, Leonardo, Michelangelo, Giulio
II, Lorenzo il Magnifico, e tanti altri fino ad arrivare ai nostri
giorni e a Bob a spingersi sempre più in avanti degli altri, ammaliati
dalla esigenza di sapere e conoscere tutto ciò che riguarda la nostra
vita, per darle un senso al di sopra del livello animale.
L’antagonismo fra Dylan e Donovan fu una realtà di quegli anni, ma come
andò a finire lo sappiamo tutti, Bob è ancora sul palco e Donovan, dopo
alcune bellissime canzoni di grande successo, verso l’inizio degli anni
70 sparì dalle cronache e non ci ritornò più.
Keit Emerson ed i Nice furono anche loro, nonostante la loro eccelsa
capacità stumentale, degli ammiratori di Bob, con tre cover del nostro,
La My Back Pages da te citata, che puoi sentire qui
https://www.youtube.com/watch?v=Kj1Li_WmnIs che era sull'album
"Elegy" del 1970, ma The Nice avevano già fatto una cover di Dylan sul
loro terzo LP intitolato semplicemente "Nice" del 1969 e nel successivo
The Nice – Live At The Fillmore East, concerto del dicembre 1969 ma
pubbblicato nel 2009 che comprendeva una cover di She Belongs To Me. Poi
ancora Keith Emerson And The Nice – Vivacitas - Live At Glasgow 2002
vedeva ancora una cover di Dylan,Country Pie. Però lasciami dire che ci
sono stati moltissimi artisti che hanno trasformato le canzoni di Dylan
in veri capolavori, molte volte superiori alle versioni originali. Oltre
al già citato Hendrix con Watchtower e la stupenda Like a Rolling Stone,
potremmo ricordare Don’t Think Twice dell’irraggiungibile Eric Clapton
con una versione da brividi al concerto del 30° anniversario della
carriera di Bob al Madison Square Garden. I Byrds sono stati il gruppo
che più di altri ha portato al successo diversi pezzi di Dylan, oltre a
Mr. Tambourine come dimenticare All I Really Want to Do, Chimes of
Freedom, Spanish Harlem Incident, The Times They Are A-Changin', Lay
Down Your Weary Tune, My Back Pages, You Ain't Going Nowhere, Nothing
Was Delivered, This Wheel's on Fire, It's All Over Now, Baby Blue , Lay
Lady Lay e Positively 4th Street.
Poi ci furono I meravigliosi Hollies, quelli di Graham Nash, con un
disco di canzoni di Bob, "When the Ship Comes In", I'll Be Your Baby
Tonight", "I Want You", "This Wheel's on Fire", "I Shall Be Released",
"Blowin' in the Wind", "Quit Your Low Down Ways", "Just Like a Woman",
"The Times They Are a-Changin'", "All I Really Want to Do", "My Back
Pages"e "Mighty Quinn".
Come dimenticare I Manfred Mann che portarono al successo internazionale
"Quinn the Eskimo (The Mighty Quinn)", le “plus” Just Like A Woman e
It’s All Over Now Baby Blue di Van Morrison, le indimenticabili versioni
di Joe Cocker di I Shall Be released, Just like a Woman, Dear Landlord,
Watching the River Flow, Seven Days, Ring Them Bells, Girl From The
North Country cantata in coppia con Leon Russel, altro grande interprete
delle canzoni di Bob.
Knockin’ on Heaven’s Door è diventata famosa per la versione dei Guns n’
Roses, e c’è gente che crede che la canzone sia loro e non di Dylan.
Per tutto il resto devo proprio dire che le tue osservazioni sono
davvero condivisibili, la tua breve analisi dei periodi della produzione
dylaniana è davvero ben fatta ed interessantissima. Per quanto concercne
la produzione degli standards (sinatriane) mi trovo d'accordo con te,
non mi piacciono, non mi attirano e non mi dicono niente, ma per Bob
probabilmente è stata un’esigenza diversa o una certa stanchezza
compositiva a fargli cavalcare l’onda degli American Standars, o forse
una intuizione e una manovra commerciale, non saprei dire, ma certamente
Bob ha tutto il diritto di cantare ed incidere ciò che al momento gli
piace. Certamente in futuro cambierà, quando la sua attenzione verrà
catturata da qualche altro tipo di musica che lo farà divertire nel
suonarla e cantarla. Dobbiamo solo aver pazienza e stare a vedere.
Comunque, a conti fatti, ti meriti una tripla A per queste tue
rimembranze! Grazie ancora, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)