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MAGGIE'S FARM

SITO ITALIANO DEDICATO A BOB DYLAN

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Se fate parte di una band o se siete un artista che suona la musica di Bob Dylan e siete interessati a far parte di questa rinnovata sezione potete segnalarcelo inviandoci una breve sintesi della vostra storia con l’eventuale indirizzo del vostro  sito Web, o Facebook o simili, in modo che i fans dylaniani interessati possano seguire la vostra attività.

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Sabato 23 Dicembre 2017

Carissimi amici Maggiefarmers, anche quest'anno sta arrivando il Santo Natale che ci consente di passare alcuni bellissimi momenti con le persone che sono a noi più care. Così sarà per me ed altrettanto spero sia per voi. Ci aggiorniamo a lunedì 8 Gennaio 2018. Un salutone a tutti, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10334 - calabriaminimum

Ciao Mr T.,
grazie per la risposta sul "rebus" di Tondelli.
In passato mi è capitato di voler scrivere pezzi su tema musicali più personali, anche se non credo di averlo mai fatto con Dylan. Un paio di anni fa scritti questo pezzo su Springsteen, e in  particolare su due dei suoi brani più conosciuti:
http://www.intertwine.it/it/read/OEPTgUW/Travolto-dalle-tenebre-o-accecato-dalla-luce

Come potrai facilmente notare, questo mio brano non ha alcuna pretesa di essere "oggettivo".
Il guaio secondo me dei critici attuali è quello di voler "dire" e scrivere cose troppo personali ma con un tono oggettivo.
Ed è ciò che ha fatto anche Tondelli, purtroppo. Personalmente non ho approfondito mai Pasolini, però penso che essendo stato un contemporaneo di Bob Dylan e avendo trattato tematiche piuttosto universali e sempre nuove, forse un qualche nesso tra la sua opera e quella di Dylan potrebbe starci davvero!
Difficile però vederci un collegamento proprio con l'ottava uscita delle Bootleg Series (1989-2006)...

Io stesso in questo breve articolo:
http://www.tobepop.net/born-to-run-tutte-le-strade-di-bruce-springsteen/
avevo provato a tracciare un parallelismo tra Leopardi e Springsteen.

Penso però che la vera chiave, quando si scrive con toni oggettivi, sia quella della motivazione, della giustificazione.
Personalmente non sono mai stato un grande fan di gente come Lester Bangs o Greil Marcus, e non perché non ne apprezzi lo sforzo e il tentativo critico, tutt'altro. Faccio fatica a trovare un nesso tra la canzone (o il disco) e i loro tanti riferimenti culturali, il loro vasto background, che spesso non giustifica però "i voli pindarici" e le critiche verso cui hanno rivolto la loro attenzione.
Tondelli ad esempio, spesso scrive cose piuttosto divertenti e condivisibili. Apprezzo lo sforzo di trovare una propria voce e il senso dell'umorismo che spesso contraddistingue i suoi pezzi. Tuttavia, nel mare magnum della critica dylaniana, oggi cerchiamo di raccapezzarci e di trovare qualcosa di maggiormente oggettivo, visto che si è detto tutto e il contrario di tutto. Spero non ci siano pretese autoriali o originali, perché in quel caso cascherebbe davvero malissimo.
Negli Stati Uniti, Dylan è stato saccheggiato e sviscerato in ogni modo possibile. I suoi dischi sono stati esaltati e spesso
ridimensionati.
Personalmente, in un lavoro di archivio come "Bootleg Series Vol. 8" non sprecherei nemmeno tutto questo tempo, mettendoci poi riferimenti che non possono rovare riscontro. Era, per quanto ricordi, una buona compilation di materiale vario e di archivio. Tuttavia non ho mai troppo apprezzato i dischi dove il materiale inedito si mescola con pezzi già noti, senza considerare alcuni brani live, che trovo sempre fuori posto. Non mi dilungherei nemmeno troppo sul disco di provenienza, visto che quello esiste già, ed è un lavoro fatto e finito: penso a Oh, mercy o Time out of mind.

Vorrei sapere che cosa ne pensano gli altri Farmers, ora.
Un abbraccio caloroso a tutti voi, e buone feste da parte di Dario Twist of fate.

Ciao Dario, messaggio girato, speriamo che qualcuno voglia continuare il tuo discorso. Intanto di dico come le penso io sulla faccenda. Io parto dell'assurto che qualsiasi pensiero o critica o giudizio sull'opera di Dylan (allargando il cerchio anche per ogni altro artista significante) non sia MAI oggettivo ma SEMPRE soggettivo. Ognuno di noi vede le cose dal suo punto di vista e l’opinione che ne scaturisce è sempre figlia di questo punto di vista. Non importa se ti chiami Scaduto, Marcus o Carrera, qualunque cosa tu dica su conto di Dylan sarà sempre e comunque un parere personale, anche se le persone che ho citato possono avere a disposizione un numero di informazioni cento o mille volte superiore al nostro. Concordo con te che la maggior parte dei critici attuali parlano come se avessero la verità in tasca, come se tutto ciò che affermano loro avesse il potere di cancellare le opinioni di chiunque altro. L’importante è capirlo e non dare a queste persone una grande importanza. Difficilmente leggerai in uno scritto di Carrera “E’ così!”, potrai leggere “Secondo la mia esperienza e la mia conoscenza dovrebbe essere così”. Non credo che Alessandro si permetterà mai di dire “Io sò la verità dylaniana!”. Troppo intelligente, educato e colto per scrivere schiocchezze del genere. Spesso i critici lasciano che la loro fantasia esegua dei voli piundarici ingiustificati, ma questo serve più a loro che alla verità. Molti hanno bisogno di essere conosciuti e dire castronerie è un modo per raggiungere questo obbiettivo, poi, più le castronerie sono grandi e più fama accumulano, non importa se negativa o positiva, ciò che conta è “accumulare” una certa dose di notorietà, attenzione però, notorietà non significa credibilità!
A me piace come scrive Tondelli, come riesce a mischiare la critica su un lavoro di Dylan con fatterelli perfettamente inutili facenti a volte parte della sua vita quotidiana, dei rapporti coi suoi amici od altro, che non sono indispensabili allo scritto però gli danno un certo colore ed una certa riconoscibilità. A volte capita anche a lui di scivolare o di “andare oltre” in qualche giudizio, ma a me sembra che l’abbia sempre fatto in buona fede e mai con malizia. Quelli che non sbagliano mai sono coloro che non fanno niente (ammesso che il far niente non sia già uno sbaglio in partenza, Dante considerava l’ignavia un peccato e mette all’inferno color che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo! Esprimere un’opinione non è un reato, basta avere l’umiltà di specificare che quello che dici è solo la tua opinione senza altre pretese.
Nessun’altro artista è mai stato fatto a pezzettini come Dylan, e non solo in America, in tutte le nazioni ci sono sempre quelli che si tacciano di sapere tutto di tutto e di tutti, coloro che hanno ricevuto dal Padreterno la verità assoluta con la promessa di distribuire le loro perle di saggezza agli ignoranti (nel senso che non sanno perchè quando Dio distribuiva la verità hanno sbagliato fila, Sigh..... :o((((( ).
Se ho dei Cd con registrazioni inedite perchè outtakes di altri albums, non mi entusiasmo particolarmente, lo ascolto due o tre volte ma poi inevitabilmente il CD finisce sullo scaffale, cosa che invece non succede con Blonde, Freewheelin’, Blood ed altri di questo livello. Non tutti i dischi di Bob sono stati dei capolavori, alcuni sono stati decisamente negativi ed altri superlativi, il giudizio è sempre soggettivo anche se è un giudizio di massa. Per fare un esempio la critica mondiale considera Blood on the tracks un masterpiece, ma non è così per tutti, ci sono fans che non si entusiasmano per quel disco, quindi dobbiamo per forza di cose dedurre che qualunque giudizio è sempre “soggettivo”. Non sempre quando tutti dicono che una cosa sia verde hanno per forza ragione, perchè capita prima o poi che arrivi uno come Copernico che dice “vi sbagliate, quella cosa è rossa”. Così quando scrisse il suo “De Revolutionibus”, pubblicato però dopo la sua morte nel 1543, scatenò una vera bufera nel mondo di allora dominato dagli insegnamenti del Vaticano, però aveva ragione lui e non la moltitudine di prelati che gli diedero contro. Galilei capì che Copernico aveva visto giusto e sostenne la sua teoria, fu inquisito e condannato finchè, da persona intelligente quale era, fece la sua brava abiura perchè non gli andava di finire arrostito sul rogo.
Come scrisse il Foscolo nei "Sepolcri"
«Vide / sotto l'etereo padiglion rotarsi / più mondi, e il Sole irradïarli immoto, onde all'Anglo (Isaac Newton) che tanta ala vi stese / sgombrò primo le vie del firmamento». Ci vorranno ben 359 anni, 4 mesi e 9 giorni prima che Galileo possa tornare ad essere nuovamente un "figlio legittimo" della Chiesa cattolica di Roma, cioè da quando il 22 giugno 1633 lo scenziato pisano fu condannato per eresia dal Sant' Uffizio retto, a quel tempo, dal cardinale Roberto Bellarmino. Dopo quasi 360 anni da quella iniqua condanna la Chiesa corse ai ripari, ammettendo pubblicamente i propri errori facendolo in maniera solenne, ufficiale e definitiva, con una cerimonia, presenti i membri della Pontificia accademia delle scienze, presieduta da Giovanni Paolo II.
Vedi come i giudizi possano essere strani e bizzarri? Per fortuna che oggi non esiste più la Santa Inquisizione, altrimenti Dylan, al suo apparire, sarebbe stato immediatamente sul rogo abbruciato. Un abbraccio e tantissimi auguri di buon Natale, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10333 - mario_rizzo

Auguri per te e tutti i Farmers

Anche a te, grazie a nome mio e di tutti i Farmers. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10332 - corradooritanzi

Ciao Mr.Tambourine,
Qualche mese fa il sito Arte & Società pubblicò una mia intervista al prof Carrera con al centro un volume da lui curato sul ruolo delle canzoni nel cambiamento sociale del nostro Paese.
Ho ripreso quell'intervista sul mio blog 8th Of May.
La presenza di Bob Dylan in questa nostra conversazione mi spinge a segnalartela, pensando di far cosa gradita ai tuoi lettori che magari si sono perduti la precedente versione.
Colgo l'occasione per rivolgere a te e a tutti gli amici di Maggie's Farm un caro saluto e i miei migliori auguri di buon anno.
Corrado Ori Tanzi

https://8thofmay.wordpress.com/2017/12/23/alessandro-carrera-le-canzoni-e-la-nostra-memoria/

Ciao Corrado, hai fatto bene a segnalarla, le parole del carissimo Alessandro Carrera sono sempre ricche di spunti per bellissime riflessioni. Auguro anche a te pace e prospertità per questo Santo Natale. Alla prossima, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 22 Dicembre 2017

Talkin' 10331 - dinve56

Oggetto: Leggende su Dylan

Buongiorno Mister,
sono curiose e divertenti le leggende su Dylan. Quella del "barbone sotto la pioggia" mi sa di un Bob che cerca ancora un po' di normalità, perchè penso non sia facile vivere nella schiavitù imposta dal successo e dalla fama. La leggenda del campanello suonato per sbaglio a Londra, invece, mi sembra più artefatta ed inverosimile. "After Empire" è una scoperta interessante. La tua risposta, Mister, lascia intendere una collaborazione con alcune cantanti che avevano fatto parte del gruppo "Queen of Rhythm". L'unione della voce di Dylan con quella delle cantanti gospel è uno degli effetti canori più suggestivi ed armoniosi che io conosca, inspiegabili, al limite del mistero. E' incredibile come la voce roca e spezzata di Bob si sia fusa con la voce piena, calda, robusta di queste donne straordinarie, creando un'armonia unica ed inimitabile. In "Empire Burlesque" ci sono almeno due canzoni che sembrano alludere ad un amore impossibile e la Musa di Bob, in "Tarantula", è Aretha, colei che guida il protagonista del libro nella ricerca dei segreti della musica. Ci sono più cose nella vita di Dylan che stelle in cielo... Non andiamo oltre, perchè violare certi segreti è dato solo ai protagonisti degli stessi..., se mai vorranno farlo.La Musa di Bob c'è ancora e forse, chissà, si stanno ancora cercando. Lunga vita! P.S. "Oh mercy" mi piace, ma spesso ritorno a sentire le raccolte più antiche.

Ciao Carla,
Quella del barbone sotto la pioggia non è una leggenda, è un fatto vero che è stato riportato da tutti i media del mondo. Certo la storia di Bob che gira coi pizzini in tasca (ma chissà chi glieli avrà dati), che...........insomma, proprio non sta in piedi, nemmeno con la più sfreneta delle fantasie. Mi ha dato molto fastidio vedere il filmato relativo a questo episodio perchè ci mostra un Dylan finto, tra l'imbecille e l'idiota, ma non mi risulta che il premio Nobel per la letteratura sia stato dato anche a qualche imbecille. A mio modo di vedere gli imbecilli sono: Quello che ha scritto la sceneggiatura, il regista che ha accettato una stupidata del genere, l'attore che ha fatto una caricatura di Dylan.

Per quanto concerne le vocalist ti faccio l'elenco delle cantanti che hanno accompagnato Bob in diversi anni e diversi concerti: Debra Byrd, Queen Esther Marrow, Madelyn Quebec, Elisecia Wright, Clydie King, Regina McCrary (aka Regina Havis), Carolyn Dennis (seconda moglie di Dylan), Mary Elizabeth Bridget, Mona Lisa Young, Regina Peeples, Helena Springs, Jo Ann Harris, Debbie Dye e Louise Mathoon.
Mi è piaciuta la tua frase: "Ci sono più cose nella vita di Dylan che stelle in cielo...", forse hai ragione.....! Ti auguro un felice Natale con le persone che ti sono care, ci aggiorniamo all'8 Gennaio. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 21 Dicembre 2017

Talkin' 10330 - catestef

Ciao Tamburino
Il “vero” Stewart, ora che la storia ha assunto lo status di leggenda metropolitana, ha detto: Ormai avrò sentito un centinaio di versioni di questa storia. Dev’essere accaduta a Maida Vale, la zona di Londra dove una volta abitavo, o a Crouch End, dove c’era lo studio. Una volta un tipo me l’ha narrata ed era ambientata in un ristorante di pesce. Ogni volta che la sento diventa più complicata. Non ci vedo nulla di stran, e' Bob Dylan che suona un campanello...."
Ho visto anche io l'episodio di Urban Myths. Concordo su tutto quanto dici su Dylan ovvero che non si metterebbe a fare una cretinata del genere (forse in parte) ma un fondo di verità tra la leggenda della storia sembra esserci a sentire le parole di Dave Stewart. Sembra che veramente Dylan ha suonato al campanello sbagliato e sembra che li' ci fosse ad abitare un Dave che in quel momento non c'era e stava lavorando, poi il resto di come sono andate le cose e' un punto interrogativo o forse no, e' reale la storia solo in parte. Ma dove inizia la verità e la leggenda fa parte di quello che Dylan fa e continua a fare. Ma la vicenda e' del 1993 e Dylan stava in europa per un tour, il 12 giugno infatti come prima data tenne un concerto a Londra. E' stato veramente a casa in attesa che arrivasse Dave? Veramente ha aspettato con la moglie che credeva essere la moglie del chitarrista e ha telefonato al marito dicendo che aveva Bob Dylan a casa? Mistero.
E comunque sarebbe bello pensare che sia una storia vera al cento per cento, tutta e non metà. Pensa se un giorno ritorni a casa e trovi Dylan che spulcia i tuoi dischi nel salone.
Stefano C.

Potrebbe darsi che la storia abbia un fondo di verità che ha dato lo spunto a questa storia assurda, in fondo Dylan fu fermato da una poliziotta del New Jersey che vide il lui un «vecchio barbone eccentrico che si aggirava solo sotto la pioggia cercando di dare un'occhiata a una casa in vendita. «Documenti?», chiese l'agente all'uomo bagnato fradicio, i pantaloni della tuta da ginnastica nera infilati negli stivali, due impermeabili col cappuccio tirati sopra la testa. «Non li ho. Sono Dylan...». Era il 23 luglio 2009 e Bob rischiò l'arresto quando la poliziotta Kristie Buble, 24 anni, non lo aveva riconosciuto. Qualcuno poco prima aveva denunciato la presenza "sospetta" di un vecchio "barbone" nei paraggi. «Sto in un albergo vicino, stasera devo suonare con Willie Nelson e John Mellencamp», ha detto in sua difesa con voce roca il cantante. L'incredibile episodio accadde a Long Branch, una cittadina della Jersey Shore a due ore di macchina da New York, Dylan fu fermato ad un paio di isolati dalla casa in vendita nella quale nel 1974 Bruce Springsteen aveva lavorato al suo album "Born to Run".
Dylan si trovava a Long Branch per un concerto, parte di un tour nazionale. Quando è entrato nel cortile della casa con il cartello "vendesi" gli occupanti si sono insospettiti e hanno chiamato la polizia. «Abbiamo avuto una chiamata che c'era una persona sospetta. Fuori pioveva a catinelle. Quando siamo arrivati gli abbiamo chiesto cosa faceva in quel quartiere e ci ha detto che cercava una casa in vendita», ha detto l'agente Buble alla Abc. È stato allora che la poliziotta ha chiesto a Dylan nome e documenti. «Mi ha detto, sono Dylan. Ora, io ho visto una foto di Dylan di tanti anni fa e non mi sembrava che assomigliasse a quell'uomo. E quando ha detto che era in tour con Nelson e Mellencamp ho voluto vederci chiaro. A dirla tutta, sembrava un vecchio scappato da un ospedale». La giovane poliziotta di Long Branch non ha voluto infierire: «Ok Bob, sali in macchina e andiamo in albergo a verificare la tua storia». È stato solo all'arrivo nell'hotel del cantante che, controllati i documenti e parlato con la troupe del concerto che ha confermato la sua identità, Dylan è stato riconsegnato al suo manager. E alla domanda sul perchè stesse camminando sotto la pioggia, il cantautore di Mr. Tambourine ha risposto laconicamente a suo modo: «Avevo voglia di fare una passeggiata». Ora, che Dylan avesse pensato di andare a trovere Dave Stewart potrebber anche essere plausibile, in questo non c'è niente di strano, ma che sia stato tutto il pomeriggio a parlare con un idraulico e sua moglie è altamente inverosimile, a meno che quel giorno Dylan avesse esagerato col Beaujolais, ma anche così il fatto sembra troppo strano ed inventato. Si dice che a Liverpool sia andato da solo col pulmino che porta i turisti a visitare la casa di John Lennon e che nessuno l'abbia riconosciuto, ma io mi chiedo come si fa a non riconoscere Bob Dylan, erano a Liverpool e non nel bel mezzo del deserto del Tenerè! A Città del Messico Bob si travestì da donna ed inforcata una bicicletta si mise a girare per la città. Chissà quante cose ha fatto in incognito che noi non sappiamo, ma di sicuro meno stupide della storiella raccontata da Sky Arte, potrebbe essere che Dylan avesse suonato alla porta sbagliata, ma "Scusi ho sbagliato" e via, certamente per Stewart la storia porta solo un pò di fama in più e lui ci marcia dicendo le cose che ha detto, cose che avevo letto anch'io ieri ma che non avevo riportato perchè mi sembrava non determinante per la veridicità del fatto e Stewart tirava l'acqua al suo mulino. E' bello per un artista poter andare in giro a dire "Bob Dylan ha suonato al mio campanello", ma la stessa cosa successe a Ruth Gerson quando abitava a Little Italy a NY ma lei non ne fece un proclama, raccontò il fatto a pochi amici fidato fra i quali ai tempi c'ero anch'io. Tutto sommato credo che Dylan, in questo filmato, non ci faccia una bella figura, sembra qualcosa di irreale e costruito male, almeno questa è la mia impressione. Sinceramente, se fossi Bob Dylan farei causa a Sky Arte, farei ritirare quello schifo di filmato e mi farei abbondantemente risarcise per lesa Maestà! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 20 Dicembre 2017

Talkin' 10329 - duluth49

Oggetto: Knockin' on Dave's Door

Volevo segnalare che ieri sera alle ore 21,45 su sky arte hanno trasmesso un programm intitolato URBAN MYTHS, per chi ha la possibilita' di poterlo rivedere o addirittura postarlo che si passa una mezzoretta molto piacevole su un episodio non so se vero o di fantasia su un incontro con Dylan e un ipotetico SAM a Londra. Naturalmente il personaggio BOB e' interpertrato da un attore. Mi scuso con tutti ma le mie conoscenze tecnologiche non mi permettono di farlo. Mi farebbe molto piacere se qualche anima buona riuscisse nel'impresa.
Grazie, Marcello.

Caro Marcello, ho visto la versione inglese che si trova su youtube (non ho trovato la versione doppiata in italiano), ma comunque permettimi di dire che l'episodio non mi è proprio piaciuto perchè il Dylan rappresentato è un Dylan falso ed oltremodo cretino, una macchietta scema di Bob. Prima di tutto Dylan non viaggia mai da solo, non prende taxi pubblici, non arriva a Londra con un indirizzo sbagliato scritto su un pizzino e nemmeno è così scemo da stare a parlare tutto un pomeriggio con Dave Stewart per poi accorgersi che la persona che è venuto a trovare è soltanto un omonimo e non il chitarrista degli Eurhytmics. Anche se è una storia di fantasia non sta proprio in piedi. Questo episodio di Urban Myths: "Bob Dylan “Knockin’ on Dave’s Door” è controverso a causa della sua discutibile ed improbabile veridicità. Bob atterra a Heathrow, lui è poetico, ottuso e molto discutibilmente si comporta come farebbe Bob, specie quando si presenta alla (insolitamente) simpatica signora al controllo passaporti, che è confusa, un po' sospettosa ma anche innegabilmente incantata e manda i suoi saluti a Dave, il chitarrista degli Eurhytmics che Bob dice che di essere venuto a visitare.
Bob, a bordo di un taxi, fruga nelle tasche tra i vari pezzetti di carta cercando l'indirizzo di Dave Stewart e il taxi lo lascia da qualche parte a Crouch End, prima di bussare ... in realtà suona il campanello della porta sbagliata, che viene aperta da una donna di nome Angie, anche lei un pò confusa, un po' sospettosa, ma innegabilmente incantata. Angie è sposata con Dave Stewart, ma suo marito fa l'idraulico e naturalmewnte non è il chitarrista degli Eurhytmics.
Dave l'idraulico torna a casa, riconosce il leggendario Bob nel soggiorno (è un grande fan di Dylan) e i due trascorrono il pomeriggio bevendo tè, chiacchierando e guardando Blockbusters. Alla fine Bob ritorna all’aeroporto per tornare a casa. Storia oltremodo inverosimile. L'episodio è mal inventato e mal realizzato, se Dylan si comportasse come l'attore che lo interpreta allora dovrei essere d'accordo con Brullo che dice che è un citrullo! Naturalmente quando troverò la versione italiana la posterò, intanto chi lo vuol vedere in inglese, tanto per farsi un'idea, clicchi sul link sotto:

https://www.youtube.com/watch?v=zfUiQaxcM4g

Un salutone a te e tua moglie, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Hanno ucciso Kennedy; è stato anche Bob Dylan? - di Leonardo Tondelli  clicca qui

 

 
Martedì 19 Dicembre 2017

Talkin' 10328 - mcioffi.posta

Ciao,
qualche tempo fa hai segnalato l'esistenza di un disco non ufficiale di Dylan dal titolo After the Empire. Il disco in questione é da poco disponibile su You tube. Le registrazioni sembrano buone, le canzoni dignitose. Gli anni '80 di Dylan spesso non sono stati all'altezza della sua fama... :un paio di bei dischi e molta roba da dimenticare. Dove collocare questo disco ritrovato? Non é certo un capolavoro; é senza infamia e senza lode o é spazzatura anni '80? E le canzoni sono tutte di Dylan o sono cover di altri autori? a un primo ascolto mi sembra materiale inedito...potrei sbagliarmi ma...così fosse, il disco non meriterebbe una sezione apposita nel tuo sito, con relative traduzioni in italiano? Lo dico per completezza di informazioni.
Grazie della pazienza.
Marco.

(Bob scriverà mai nuove canzoni o si é arreso alla vecchiaia? Invece di perder tempo con Sinatra...il sogno sarebbe vederlo ancora dare un paio di zampata da vecchio leone ferito, stile ultimo Cohen)


Ciao Marco, il disco è un bootleg non ufficiale, possibile luogo e data di registrazione; Cherokee Studios, Hollywood, maggio / ottobre 1985.

Anche se al tempo ci furono alcune "voci" circa questo disco che ancora non aveva un nome, nessuno sapeva davvero cosa aveva fatto in studio Dylan tra le sessioni di "Empire Burlesque" e "Knocked Out Loaded". La sua carriera era cambiata a causa della sua crisi nel produrre vere canzoni, ma anche le mode erano cambiate, e praticamente nessuno si era chiesto cosa sarebbe stato il dopo Empire, principalmente i critici che erano impegnati a fare ancora una panoramica dell'ultima produzione dylaniana che avevano appena ricevuto. Bob fu salvato in corner da "Biograph", ma la gente si lamentava ancora di come le sue outtakes fossero talvolta migliori delle uscite ufficiali, cosa poteva dunque fare per tornare di nuovo in cima?
Dylan che aveva ancora un sacco di idee, rientrò in studio nel 1985, probabilmente ai Cherokee Studios di Hollywood. Si presume, ma non si è certi, che i musicisti fossero Bob Dylan (voce e chitarra), Vito San Filippo (basso), Raymond Lee Pounds (batteria), Carolyn Dennis, Madelyn Quebec, Elisecia Wright (voci), ma i nomi del chitarrista e del pianista che si sentono nelle takes non sono citati, anche se si crede che fossero Mike Campbell e Benmont Tench degli Heartbreakers di Tom Petty. Bob provò alcune idee che sembravano basate sul rock, ed anche se il suono risente ancora di “Empire Burlesque", queste sessioni possono suonare molto divertenti. Queste registrazioni non hanno la solita musa dylaniana che le ispira, sembra invece che Bob e gli altri si stiano solo divertendo un po' fra di loro.

Queste idee non erano completamente nuove, forse un po' costruite, ma certamente niente del genere poteva essere materiale per un nuovo album. Probabilmente si tratta di jam, o come si dice in gergo “scaldamuscoli” per entrare in armonia musicale e prepararsi ad una incisione seria, con probabilmente un sound engeneer poco corretto che ha cercato di fare un pò di soldi registrando abusivamente quegli intermezzi. La maggior parte sono cover di pezzi di altri autori, qualcuno addirittura con le parole inventate al momento, Dylan era bravissimo in questo, alcune cose sono mediocri ed altre sono belle e fresche. Purtroppo, come molta della sua produzione successiva, ci si chiede dove sia andata a finire, forse nel labirinto del disinteresse di Dylan nel guardare indietro alle cose fatte o nel seguire le sue decisioni momentanee, fattostà che nessuna di queste tracce ha visto la luce. Qualcuna di queste tracce rroverà un pò di posto nelle Bootleg Series di molti anni dopo, ma in generale silenzio assoluto.
Il disco è un bootleg non ufficiale meravigliosamente presentato dall'etichetta Rattlesnake con un mucchio di foto rare dell'epoca, ma sulla validità del materiale nessuno si è espresso.
La domanda invece è “Quale Bob Dylan agisce in "After The Empire"? L’impressione è che Bob voglia reagire ai preziosismi dell’allora tecnica di registrazione, una specie di reazione o ribellione ad un suono troppo addomesticato, lavorato e raffinato, caricato di suoni elettronici come si sente in Infidels ed in Empire Burlesque. Questo è un Dylan che torna alla genuinità, il Dylan di “ buona la prima”, un Dylan essenzialmente rock, un Dylan che si diverte a cantare e suonare a suo modo il rockabilly, il blues, con un suono rollingstoniano e anche gospel. Il tutto è molto grezzo e non poteva essere diversamente visto il modo di registrazione e in diversi punti di questo bootleg, che ha una qualità sonora discretamente buona, si coglie la genuinità che, anche se allegra e sincera, è stata incassettata senza ripensamenti o ricicli negli albums succerssivi. La realtà è che "After The Empire" nasce e muore in quel paio di mesi del 1985. In parole povere, il disco è un nastro sul quale Bob ha inciso progetti ed idee da sviluppare, alcuni tentativi riusciti ed altri meno, un allenamento prima di una maratona.

Naturalmente non è possibile elencarlo nella produzione ufficiale di Bob.

Nessuno sa dire se la musa di Dylan sia andata in pensione e lui si sia arreso alla vecchiaia, staremo a vedere se il vecchio Bob saprà sorprenderci ancora! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10327 - dinve56
Buongiorno Mister ,
grazie dei chiarimenti che mi hanno aiutato a capire meglio "Knocked out loaded" e "Down in the groove", anche se non condivido le stroncature troppo severe... quella di Bob è sempre buona musica, specie se confrontata con quella di altri cantautori. Grazie ad Alessandro (talking 10315), che mi ha fatto scoprire William Blake e la bellezza della sua poesia. Tramite lo scambio di conoscenze, stiamo passando dalla musica al testo delle canzoni e viceversa, che è la strada per capire l'ampiezza e la profondità dell'ispirazione poetica di Dylan che, secondo me, di poeti ne ha letti e interiorizzati tanti, oltre le citazioni della "Nobel lecture" che gli hanno attirato tante polemiche. Mi fa piacere che Mario (talking 10322) rivaluti "Street legal" e "Is your love in vain?" che è davvero una bellissima canzone, a cui aggiungerei, sempre nella stessa raccolta, "Senor (tales of yankee power)" e "True love tends to forget". Infine devo ammettere che mi lusingano le parole dei fans che conoscono e apprezzano Dylan da tanto tempo, perchè mi ricompensano dell'impegno che ho profuso dall'anno scorso ad oggi per colmare l'ignoranza dell'universo Dylan. Ma l'esperienza più gratificante è stata quella di passare, grazie alla frequentazione del sito ed alla guida del Mister, dalla lettura all'ascolto delle canzoni che ha significato, per me, passare dall' approccio accademico, indotto dall'assegnazione del Nobel, all'approccio autentico a Bob Dylan. Oggi, ad un anno di distanza dall'acquisto e dall'inizio della lettura di "Tarantula", capisco la prudenza con cui Dylan ha accettato il Nobel: senza l'abilità con cui ha ritardato la piena accettazione del riconoscimento, avrebbe rischiato che tutta la sua arte venisse "accademizzata, imbalsamata, snaturata", mentre la vera essenza di essa è l'ascolto, come Bob stesso ha ricordato nelle ultime, significative battute della "Nobel Lecture" che sono sfuggite a chi non lo ama o, semplicemente, non ne vuole riconoscere la straordinaria intelligenza. Grazie a te, Mister, e a tutti voi. Inizio ad ascoltare "oh mercy". Lunga vita! Carla.

Sono d'accordo con te che quella di Dylan è sempre buona musica, ma il punto è proprio questo, il paragone è fatto tra le sue canzoni e non tra le sue canzoni e quelle degli altri. Il tipico fan dylaniano vorrebbe che tutte le canzoni di Dylan fossero all'altezza dei suo rmasterpieces, ma anche uno sprovveduto capirebbe che questo non è possibile, Dylan è un artista e non una macchinetta per tagliare il salame in fettine tutte uguali, e proprio come artista è soggetto agli alti e bassi di ispirazione. Gli stessi periodi diversi della sua vita privata hanno sempre influito sulla sua produzione, a volta con spinte ed ispirazioni meravigliose ed a volte invece sembrava che Bob si stesse riposando sugli allori prendendosi annate sabbatiche. Concordo anche che il Nobel a Dylan abbia aperto nuove strade e dato nuove motivazioni, la canzone non è uguale alla poesia, è più immediata e va dritta al cuore ed alla memoria, una bella canzone è per sempre, come un diamante. Questo è quello che ha cercato di dire Bob nella sua Nobel Lecture e naturalmente, i soloti "soloni" non hanno capito". Pazienza, noi ce ne freghiamo delle parole di questi gran sacerdoti della cultura mondiale, qualche volta lasciare un illuso a crogiolarsi nelle sue illusioni è più una necessità che un male! Al mio paese c'è un proverbio che dice: "Se vai in giro a cantare il demi-demi prima o poi trovi qualcuno che te le da!". Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 18 Dicembre 2017

Sony music annuncia l’uscita di una nuova compilation di Bob Dylan

Le registrazioni originali di Bob Dylan che hanno ispirato la commedia “Girl from the North Country”

Il 12 gennaio 2018 Sony Music pubblicherà “The Music Which Inspired Girl From The North Country’, una nuova compilation di Bob Dylan di 2 CD. La tracklist comprende le registrazioni originali di Dylan delle canzoni selezionate dallo scrittore / regista Conor McPherson per la sua omonima commedia nella quale le reinterpretazioni di quelle canzoni sono la colonna sonora dello spettacolo.
La compilation abbraccia quasi cinquant'anni della straordinaria carriera di Bob Dylan, dall'album "The Freewheelin’ Bob Dylan" del 1963 fino a"Tempest"del 2012. “The Music Which Inspired Girl From The North Country’ è disponibile per la prenotazione su Amazon e iTunes.

La compilation segue l'uscita di "Girl From The North Country" della Original London Cast Recording registrata agli Abbey Road Studios, e ora disponibile su CD e vinile.

“Girl From The North Country” è una nuova commedia di Conor McPherson. Dopo un tutto esaurito acclamato dalla critica all'Old Vic nel luglio 2017, lo show si trasferisce nel West End di Londra al Noël Coward Theatre dal 29 dicembre per un ciclo di 12 settimane di rappresentazioni.

Elenco delle tracce:

CD1
1. Sign On The Window [from ‘New Morning’, 1970]
2. Went To See The Gypsy [from ‘New Morning’, 1970]
3. Tight Connection To My Heart (Has Anybody Seen My Love) [from ‘Empire Burlesque, 1985]
4. Slow Train [from ‘Slow Train Coming’, 1979]
5. License To Kill [from ‘Infidels’, 1983]
6. Ballad Of A Thin Man [from ‘Highway 61 Revisited’, 1965]
7. I Want You [from ‘Blonde On Blonde’, 1966]
8. Blind Willie McTell [from ‘The Bootleg Series Volumes 1-3 (Rare & Unreleased) 1961-1991’]
9. Like A Rolling Stone [from ‘Highway 61 Revisited’, 1965]
10. Make You Feel My Love [from ‘Time Out Of Mind’, 1997]
11. You Ain’t Goin’ Nowhere [from ‘Bob Dylan’s Greatest Hits Volume II’, 1971]
12. Jokerman [from ‘Infidels’, 1983]
13. Sweetheart Like You [from ‘Infidels’, 1983]

CD2
1. True Love Tends To Forget [from ‘Street-Legal’, 1978]
2. Girl From The North Country [from ‘The Freewheelin’ Bob Dylan’, 1963]
3. Hurricane [from ‘Desire’, 1975]
4. All Along The Watchtower [from ‘John Wesley Harding’, 1967]
5. Idiot Wind [from ‘Blood On The Tracks’, 1975]
6. Lay Down Your Weary Tune [from ‘Biograph’, 1985]
7. Duquesne Whistle [from ‘Tempest’, 2012]
8. Señor (Tales Of Yankee Power) [from ‘Street-Legal’, 1978]
9. Is Your Love In Vain? [from ‘Street-Legal’, 1978]
10. Lay, Lady, Lay [from ‘Nashville Skyline’, 1969]
11. Forever Young [from ‘Planet Waves’, 1974]
12. My Back Pages [from ‘Another Side Of Bob Dylan’, 1964]

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Talkin' 10326 - manicimarco

Ciao Mr. Tamburino,
leggo sempre le notizie sul sito anche se non intervengo da molto. Seguo il sito da quando c'era Michele. A parte farti i complimenti per tutto quello che fai, devo dire che le cose piu belle su Bob le ho lette qui. Ho letto molti libri su di lui, ce ne sono centinaia, ma in fondo le cose piu belle che ci sono nei libri sono state dette anche qui, chapeau, non è poco per un piccolo sito italiano. Anche sugli altri siti europei e americani dedicati al Nostro ci sono state belle pagine, ma non come sul nostro sito. Ho letto in ritardo l'articolo di Davide Brullo che hai postato, mi sembra strano che nessuno abbia risposto, Brullo è un buon intellettuale, ho visto su youtube qualcosa che hanno pubblicato su di lui, ha questo blog "Il bastone e la carota" dove fustiga chi gli capita a tiro, sono anche d'accordo con alcune cose che scrive, ma su Bob ha incespicato come molti eruditi negli anni hanno fatto prima di lui. Su Dylan ci sbattono in molti, quello che mi sorprende è la mancanza di cultura, laddove per altri personaggi viene mostrata. Ci sono scrittori che hanno scritto discorsi più belli di quelli di Dylan? E allora? Bob non è mica un intellettuale di quella risma, ha scritto quello che si sentiva, dove è il problema? E che vuol dire prendere un estratto di Just like a woman e paragonarlo a poesie di poeti pur bravi e sconosciuti? Ce ne sono tanti anche piu bravi di Bob, ma Grullo, scusa, Brullo non sembra capirne la differenza che ha fatto si che Bob diventasse un icona riconosciuta da tutti, differenza che fa si che la forma poetica e cantata diventi una cosa nuova che prima non c'era. Infatti la poesia scritta non rimane molto nella memoria, la canzone si, ci sarebbero altri argomenti su cui non essere d'accordo con Brullo, ma è troppo lungo elencarli qui, penso di rispondere via email al suo sito cercando di fargli capire che Dylan è inafferabile, compito difficilissimo, eventualmente mando il tutto in copia al sito. Grazie di tutto e saluti.
Marco Manici

Caro Marco, prima di tutto lasciami dire che rimango sempre di sale quando qualcuno mi scrive che segue il sito dai tempi di Michele. Michele è sempre, a mio parere, il "Conoscere" (nel senso dell'Enciclopedia) dylaniano, e se qualcuno, come nel tuo caso, mi dice che segue ancora il sito con parole bellissime come le tue naturalmente mi tocca il cuore. Maggie's Farm è una passione e un hobby e buttarci dentro ore ed ore per compilare giornalmente le news e tenere sempre aggiornato il sito è sempre pesante ma a alla fine della fiera ti ripaga sempre con grandi soddisfazioni come le mail come la tua.

Non preoccuparti per Brullo, è solo un altro dei tanti che si affannano a sfogarsri contro qualcosa difficile da capire. In realtà ci sono solo due modi di scrivere qualcosa, scrivere bene o scrivere male, se scrivi bene c'è la possibilità di vincere il premio Nobel per la letteratura, se scrivi male non vincerai mai niente, semplice no? Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)   

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Morto Anthony Scaduto, il biografo di Bob Dylan                                    clicca qui

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Quarant'anni fa usciva negli USA “La febbre del sabato sera”, e nell’era dei social networks e della paura quella storia rimane attuale                                   clicca qui

 

 
Sabato 16 Dicembre 2017

Talkin' 10325 - calabriaminimum

Carissimo Mr.T., come va?
Seguendo Maggie's Farm ho trovato questa interessante rubrica curata dal sempre bravo Leonardo Tondelli, che ho apprezzato nello sforzo di raccontare la discografia ufficiale del Nostro.
Tuttavia non è la prima volta che non sono d'accordo con Tondelli e che trovo alcune "imprecisioni" del tutto fuori tempo massimo per il 2017. Mi riferisco al sottotitolo:
Tell Tale Signs: Rare and Unreleased 1986-2006 (The Bootleg Series, Vol. 8)

Ora, va bene che è solo una data, e che il 6 e il 9 sono facili da confondere, specialmente su una tastiera qwerty,
il problema però è un altro: l'imprecisione che ci porta a confondere un periodo come il 1986 che per tutti noi dylaniani è ricco di sfumature e significati con un bel diverso 1989. Non è solo per i tre anni di distanza. Mi spiego meglio: cosa costa confondere con Dylan un anno con un altro? Costa e non poco. Pensiamo se al posto di scrivere 1966 parlando di Blonde on Blonde noi avessimo digitato 1969.
Pare una sciocchezza, ma invece cambia "il mondo". Per me è lo stesso tra 1986 e 1989. Ogni altro sforzo o tentativo (oltretutto il pezzo di Tondelli parte con una premessa personale inutile che con il disco della Bootleg Series non c'entra nulla) per me risulta vano.
Ho provato a segnare la cosa, ma niente. Vorrei sapere che cosa ne pensate di tutto ciò, voi Farmers e in
generale sul pezzo che qui di seguito vado a linkarvi.

http://www.ilpost.it/leonardotondelli/2017/12/10/il-capolavoro-involontario/

Io questa volta l'ho trovato un po' pesante, anche perché inizia a parlare di Dylan più o meno a metà articolo...
Un saluto a tutti i Farmers, Dario twist of...

Ciao Dario, grazie per lo spunto. Cominciamo col dire che la vera denominazione esatta del disco è:
The Bootleg Series Vol. 8
BOB
DYLAN
TELL
TALE
SIGN
RARE AND
UNRELEASED
1989-2006

Io sono convinto che il "1986-2009" di Tondelli sia solo una distrazione, anch'io fraccio errori di scrittura, specialmente sulle date ma nessuno sembra mai accorgersene, per fortuna, quando rileggo per cercare riferimenti, trovo errori grandi come una casa e li correggo in silenzio, in modo che nessuno sappia mai che ho sbagliato! Questo succede a me e credo sia successo a Tondelli. Invece sui giudizi su Tell Tale Sign lo stesso Tondelli mi ha dato l'impressione, pur essendo un amante del lavoro di Dylan, un conoscitore dei pezzi e di tutto ciò che è stato pubblicato dal menestrello, che sia un buon critico dylaniano, anche se su certe cose si potrbbe anche non essere d'accordo. Dicevo che mi è sembrato un pochino "Tangled Up In Words", cioè aggrovigliato nelle parole, scrive nell'articolo cose esasperate difficili da digerire tipo: "Tell Tale Signs è migliore della maggior parte degli album di Dylan, forse perché non è un album, ed è inferiore a tutti i capolavori che Dylan non è mai riuscito a registrare". Ho letto e riletto questa frase ma continua a sembrarmi una frase indistricabile! Poi, nello stesso articolo, a parte la disgressionme su Pasolini e Leonardo da Vinci che poteva benissimo omettere perchè non dimostrano niente e nemmeno ha molto senso un paragone sul modo di procedere di Leonardo e di Dylan, in sostanza ci sono frasi con le quali dichiara che Dylan è  migliore nelle prove che nel prodotto finito, che son meglio gli scarti del prodotto finito, che il disco è migliore di molti altri, che il disco non è un disco in senso musicale, che è un album di schizzi bozzetti, progetti, che la grandezza del disco è il suo senso di incopletezza. Arriva a dire che forse Dylan non avrebbe mai dovuto imbracciare una chitarra elettrica, che è stato inutile sbattersi per creare prodotti compiuti quando quello che gli viene meglio sono gli abbozzi. Dice che Tell Tale Sign è un cassetto pieno di roba accantonata alla rinfusa ma che tutti i dischi di Dylan dovrebbero assomigliargli. A questo punto è diventato difficile seguire Tondelli nella sua disgressione. In penso che un pochino più di chiarezza non ci sarebbe stata male in quell'articolo, quando ti dilunghi troppo e mischi Dylan con Leonardo e Pasolini ti impantani e non ne esci più per quanti sforzi tu possa fare, come nelle sabbie mobili, qualunque cosa tu faccia affonderai! Ho letto altre recensioni di Tondelli e le avevo trovate ben fatte, lo prova il fatto che ho linkato diverse sue recensioni su questo sito e continuerò a farlo. Tondelli scrive bene ma questa volta sembra si sia lasciato prendere la mano. Niente di drammatico, Dylan è misterioso e questa volta Tondelli ha voluto imitarlo, non c'è niente di male in questo, però Dylan è Dylan e può permettersi di non essere facilmente capibile, ma Tondelli non è Dylan. Considero quest'articolo buono nel senso che Tondelli ha voluto giocare un pò con le parole, ma va bene, son certo che anche lui come tanti di noi avrà i suo alti e bassi, ma al momento non mi sento di considerare Dylan uno da paralipomeni. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10324 - miscio.tux

Oggetto: Gradito il nanetto

Caro Mr.Tambourine,
grazie per aver condiviso l'aneddoto, un vero regalo di Natale. L'esperienza diretta vale più di mille teorie. Ne approfitto anche per segnalare una recensione di qualità del discorso Nobel di Dylan:

https://www.carmillaonline.com/2017/12/14/bob-dylan-buddy-holly-huddie-leadbetter-melville-omero/

Moiso non fa cenno della falsa citazione di Melville, ma se si legge l'articolo troviamo implicitamente anche il perché. Il rimaneggiamento, la trasformazione, il falso, la dimenticanza, l'invenzione, fanno parte del modo in cui si è sempre ideata e trasmessa la narrazione, anche e soprattutto a partire dalla tradizione orale. Dylan, mentre sembra proporci mostri sacri da rispettare, in realtà ci presenta degli archetipi, delle figure che sono funzioni di un racconto, ci mostra come funzionano le cose, ci dà un esempio pratico dell'eterno tentativo (che è poi l'arte) di tracciare un ponte immaginario tra gli uomini.
Ciao e grazie di nuovo, Miscio.

D'accordissimo! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10323 - samucon93

Ciao Mr. Tambourine,

utilizzo nuovamente questo spazio per congratularmi pubblicamente con Alessandro Carrera in merito alle sue recentissime traduzioni del Banquet Speech (la lettera inviata a Stoccolma per la cerimonia del 10 dicembre 2016) e della Nobel Lecture di Bob. Come al solito traduzioni impeccabili e annotazioni precisissime del Professor Carrera, sicuramente un orgoglio nazionale per tutti noi e uno tra i più profondi studiosi dell’opera di Bob nel mondo.

Ne approfitto anche per darti alcune news riguardo alla “Bob Fest”, di cui ti avevo già accennato qualche mese fa, che sto organizzando e che dovrebbe tenersi nel 2018 a Forlì. Non mi sbilancio ancora perché nulla è mai troppo certo, ma posso dirti che finalmente c’è una data ufficiale, venerdì 25 maggio, il giorno seguente al 77º compleanno del Nostro, e che la giornata partirà nel tardo pomeriggio, sarà distribuita in tre differenti locali del centro storico e prevederà almeno una conferenza e due tributi musicali. Maggiori informazioni potrò fornirle nell’anno nuovo, quando tutto sarà ufficializzato e pubblicizzerò su queste pagine l’evento, sperando che possa attirare tanto interesse e tanta curiosità da parte tua e dei lettori.
A presto e buone feste!
Samuele C.


Mi raccomando, tienimi informato! Buone Feste anche a te, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Venerdì 15 Dicembre 2017

Talkin' 10322 - mario_rizzo

Ciao Mr. Tambourine e un saluto a tutti i MFers,
ti ringrazio per il risalto che hai voluto riservare alla mia ultima (Talkin' 10308) e anche delle parole di apprezzamento. Naturalmente ho letto con molta attenzione la tua (come sempre) dotta dissertazione su tutte le cover degne di nota che io, in parte, non conoscevo e anche su quelle, vedi Byrds e qualcos’altro, che ho ignorato semplicemente per madornale svista.
Mi ha colpito poi l’accenno che fai sull’evoluzione del genere umano e le considerazioni sulle differenze con tutte le altre specie animali. Effettivamente è un argomento che ha sempre intrigato anche me. In particolare il fatto che le prime manifestazioni di civiltà note risalgono “solo” a non più di 20.000 anni grosso modo. E parliamo di forme artistiche che in maniera netta ci distinguono e nel caso specifico delle pitture o incisioni rupestri del paleolitico. Quindi non solo ci siamo affrancati dal resto del regno animale, ma lo abbiamo fatto anche in maniera particolarmente repentina, specie se paragonata ai tempi necessari all’evoluzione intesa come meccanismo biologico che porta a una selezione e a un miglioramento delle specie. Certo anche altre società manifestano comportamenti complessi (basti vedere api, termiti, formiche e anche alcuni mammiferi) ma difficilmente scorgiamo in essi dei progressi significativi rispetto alle abitudini consolidate.
Che dire, nel corso degli anni mi sono imbattuto a volte in ipotesi inizialmente bollate come strampalate, ad esempio quelle su un’origine esogena della vita terrestre, parliamo di aminoacidi e cioè dei mattoni della vita giunti qui tramite asteroidi o comete. Tali teorie per quanto propugnate da astrofisici di fama internazionale e di indiscusso prestigio (Fred Hoyle), sono ormai comunemente accettate come un dato di fatto, ma solo dopo accesi e lunghissimi dibattiti.
Per quanto riguarda il “salto” evoluzionistico della specie umana, si va diffondendo con una certa insistenza (spesso documentata) l’ipotesi di un “aiutino” che avrebbe permesso solo a questa specie di affrancarsi da abilità puramente ripetitive (come quelle citate prima) attraverso lo sviluppo di un livello cognitivo tale da consentirgli poi di raggiungere in breve e in modo autonomo l’attuale livello tecnologico.
Non importa se in parti remote del mondo vivano ancora gruppi di umani in era pretecnologica: tutte le razze indistintamente sono accomunate dal fatto di credere in esseri superiori spesso sulla base di tradizioni che ne prevedono il ritorno un giorno o l’altro. Per alcuni quest’elemento non è casuale o basato su un semplice anelito al divino connaturato alla specie umana, ma si fonda su elementi più concreti. Sarebbe forse inopportuno addentrarsi qui in queste teorie. Basterà, per chi vuole approfondire, citare appena un paio di nomi che sull’argomento hanno detto (Z. Sitchin) o dicono tutt’ora molto (M. Biglino).
Vi posso assicurare che c’è molto da leggere senza per questo sconfinare in territori per così dire, da B-movie in cui, visto l’argomento è facile scivolare.
In conclusione ti vorrei rinnovare i miei complimenti per il tuo impegno (che noi, sono convinto, immaginiamo solo lontanamente in termini di tempo e fatica) e per la tua profonda competenza sugli argomenti che interessano i frequentatori del sito MF.
Infine vorrei congratularmi con l’amica Carla che mostra sempre più interesse e competenza per il mondo dylaniano. Mi fa piacere che apprezzi “Baby, Stop Crying” anche perché, come ho già avuto modo di dire, Street Legal è un album che credo meriti di essere rivalutato. Se posso permettermi vorrei suggerirle, se non l’ha già fatto, di ascoltare “Is Your Love in Vain?” che a me piace molto.
Saluti a tutti e alla prossima (e scusate la digressione). Mario.


Ciao Mario,
ho letto con interesse la tua mail. Specialmente la parte che riguarda la panspermia. Che ci sia stato un aiutino potrebbe essere indiscutibilmente possibile, ma la domanda è: “Perchè, chi o cosa, ci ha di proposito aiutato ad evolverci e perchè proprio la scimmia è stata scelta per dominare la terra?”. Se invece l’aiuto venuto sia dall’esterno a bordo di vettori come meteoriti o comete in modo del tutto casuale allora è inutile stare porsi domande, è successo e fine del teatro. Ancora oggi non sappiamo, nonostante tutta la tecnologia a disposizione, come sono state erette le piramidi, chi le ha erette, perchè sono state costruite, quando sono state innalzate, chi ha progettato quell’enorme lavoro, chi ha diretto le maestranze, quante migliaia di morti sono costate le tre piramidi di Giza, e queste cose danno certamente da pensare. Per le megacostruzioni odierne c’è una spiegazione logica ed una documentazione incontestabile, oggi si edificano grattacieli di 800 metri d’altezza, in un futuro vicino forse raggiungeranno altezze ora impensabili, si costruiscono aeroporti su isole artificiali, si è scavato un tunnel sotto la Manica, e tutto questo stupisce ma ha una spiegazione, ma moltissime cose aspettano ancora che qualcuno ci spieghi come sono state costruite. Se torniamo un pò indietro nel tempo ci accorgiamo che i nostri antenati non erano poi così indietro come sembra. I Romani hanno costruito a mano sedici acquedotti stupefacenti per la loro precisione e grandiosità. Dionigi di Alicarnasso scrisse sulle opere di costruzione dei romani: "Mi sembra che la grandezza dell'impero romano si riveli mirabilmente in tre cose, gli acquedotti, le strade, le fognature". E più tardi Plinio il Vecchio osservava che: "Chi vorrà considerare con attenzione … la distanza da cui l'acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i monti che sono stati perforati, le valli che sono state superate, dovrà riconoscere che nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso". Persino oggi, uno di questi, l'acquedotto dell'Aqua Virgo, è ancora funzionante e alimenta la famosissima Fontana di Trevi. Gli architetti romani avevano capacità straordinarie di edificazione se si pensa ai mezzi primitivi che avevano a disposizione, dove tutto veniva fatto con la forza umana od animale. Immaginiamo cosa doveva essere la “Domus aurea” di Nerone, nel lago artificiale della quale fu poi costruito il Colosseo. Ma se spaziamo per il mondo vediamo che ci sono altre opere gigantesche che sono state realizzate dalle mani dell’uomo. La Grande muraglia cinese, il gigantesco tempio di Angkor Wat  in Cambogia che è tuttora il più grande monumento religioso nel mondo, Teotihuacan in Messico, con le sue imponenti piramidi del sole e della luna, col suo impressionante viale dei morti delineato da monumenti magnifici, una delle città più grandi intorno al 100 a.c., abbandonata dai suo abitanti intorno al 500 d.c. dopo essere stata sistematicamnte bruciata ed i suoi templi seppelliti sotto montagne di terra, quando gli spagnoli la videro rimasero a bocca aperta ma non poterono avere nessuna notizia sulla città ormai dimenticata da più di mille anni. Messico, Yucatan e Guatemala abbondano di megastrutture in pietra, aree come Chichen Itza, dove si possomo ammirare edifici imponenti come la Piramide del Castillo, l’osservatorio astronomico del Caracol, il Tempio dei guerrieri dalle 1000 colonne. Il sito archeologico di Uxmal, con la piramide dell’Indovino e il Quadrilatero delle monache. Palenque con la celeberrima tomba di Pakal, famosa per l'enorme sarcofago decorato con bassorilievi e per le sculture di stucco che decorano le pareti della tomba. Come non citare Tiahuanaco, “la città dei giganti” in Bolivia, con la Porta del sole col l’arcata ricavata da un unico blocco di andesite del peso di svariate tonnellate. Potremmo continuare per ore a citare luoghi incredibili e famosi, ma vorrei chiudere questa parentesi storica dicendo che la mia più grande delusione è stata quando mi son trovato davanti a Stonhenge che è dannatamente piccolo e deludente anche se bellissimo.
La vita sulla terra può essersi spontaneamente generata oppure arrivata da altre galassie, non lo sapremo mai, continueremo a fare milioni di supposizioni che resteranno tali. Certo è strano che certe cose come l’agricoltura si siano sviluppate in contemporanea in diverse parti del mondo, e questo, assieme a quella dei megamonumenti storici, potrebbe essere una piccola teoria a supporto dell’aiutino esterno. Rimane il fatto strano ed inspiegabile del perchè e del come la scimmia abbia compiuto il famoso passo, “walk the line” avrebbe detto Johnny Cash, realizzando un’evoluzione accellerata fino all’inverosimile rispetto all’immobilità abitudinaria del resto del regno animale.
Le cose sono andate così, anche se noi non sappiamo dare una spiegazione, e così dobbiamo accettarle, proprio come Dylan che fa cose che nessuno si aspetta come fare cinque dischi di cover sinatriane, ma lui è avanti, è un genio riconosciuto, quindi a noi non spetta di giudicare o commentare, accettiamolo così e basta, in fondo lui ci ha evoluto un pò tutti. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Nessuno canta il blues come Bob Dylan - di Leonardo Tondelli               clicca qui

 

 
Giovedì 14 Dicembre 2017

Tour 2018: confermate le date annunciate ieri

Elenco date confermate aggiornato ad oggi:

22 Marzo 2018 - Lisboa, Portugal - Altice Arena
24 Marzo 2018 - SALAMANCA, Spain - Pabellón Multiusos Sanchez Paraíso
26 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala Sinfónica
27 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala Sinfónica
28 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala Sinfónica
30 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera
31 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera
 
03 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
04 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
05 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
07 aprile 2018 - Firenze, Mandela Forum
08 aprile 2018 - Mantova, Palabam
09 aprile 2018 - Milano, Teatro degli Arcimboldi
11 Aprile 2018 - Zurich - Oerlikon, Switzerland - Hallenstadion
12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena
13 Aprile 2018 - SALZBURG, Austria - hrSalzburgarena
15 Aprile 2018 - Brno-Královo Pole, Czech Republic - Hala Vodova
16 Aprile 2018 - Vienna, Austria - Wiener Stadthalle
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden

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Talkin' 10321 - miscio.tux

Ciao Mr. Tamburino - complimenti a Miscio e a te per le bellissime argomentazioni con cui avete steso il perfido Brullo - ma, anche se non lo meriterebbe, non val la pena di mandargli in copia la risposta di Miscio? - magari si calma almeno per le feste natalizie -- saluti da Marco Manici.

Caro Marco, fra tutti i miracoli compiuti da Gesù menzionati nei Vangeli, nemmeno uno si riferisce alla guarigione di un narcisista. Certe persone sono come il gallo che crede che il sole sorga tutte le mattine per ascoltarlo cantare. Chi è innamorato di se stesso ha il grandissimo vantaggio di non avere rivali. Mio nonno, dall'alto della sua saggezza senile, diceva sempre: Se vuoi arricchire in fretta compra la gente per quel che vale e rivendila per quel che crede di valere. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10320 - miscio.tux

Oggetto: Errata corrige

Ovviamente si trattava della "Rust Belt" e non della Rush Belt. E' la vendetta dello strafalcione. La ruggine ce l'avevo io, ma in testa. Magari dovrei riascoltare Diamond and Rust 10 volte per punizione.... O magari rivedere i Fratelli Caponi.
Salutandoti indistintamente, Miscio (che sono io).

Ciao Miscio, solo quelli che non fanno niente non sbagliano mai!!!
A proposito dei fratelli Caponi (posto il videoclip perchè è una pietra miliare dell’arte di Totò che sono certo rivedranno tutti con piacere)


  

https://www.youtube.com/watch?v=mS0jYC9rs1c

ti voglio raccontare un nanetto come avrebbe detto Frate Antonino da Scasazza, il famoso frate di “Quelli della notte”.
Alcuni anni fa, circa una quindicina, mi capitò di dover fare l’impianto voce in una serata al Castello di Casiglio vicino ad Erba per l’esibizione benefica per una associazione per la ricerca contro le malattie del cuore fatta con serietà e generosità da Rita Pavone e da suo marito Teddy Reno.
Dopo aver fatto il sound check nel pomeriggio avevamo da aspettare un paio d’ore prima che la serata iniziasse. Rita salì nella sua stanza a riposare, invece Teddy, che era già vicino agli 80 anni, preferì rimanere nel salone con noi. Non mi ricordo più come si venne a parlare di Totò e allora Teddy, che con Totò e Peppino aveva partecipato al film “Totò, Peppino e la malafemmena” disse: “Adesso ti racconto la scena della famosa lettera. Ci volle più di un mese per girare quella scena perchè, allora il parlato veniva registrato in diretta perchè doppiare i film era un costo elevato, Totò cambiava il testo ogni volta, improvvisava sempre frasi nuove e facce e situazioni diverse e naturalmente tutta la gente che c’era sul set, microfonisti, regista, elettricisti, macchinisti, truccatori e tutto il personale indispensabile per girare un film, scoppiavano sempre in fragorose risate e si doveva ricominciare tutto da capo, solo che Totò cambiava ancora le battute e la storia si ripeteva, come il cane che si morde la coda. Totò era una persona generosissima invece Peppino era un....diciamo un similarrogante, anche se non sembra vedendolo nei film fare la parte di quello che capisce poco e agire come spalla di Totò, così, dopo diversi giorni di riprese interrotte e cominciate da capo, ricordo che c’era un elettricista che rideva in modo sguaiato molto più forte degli altri, e questo irritava Peppino in modo particolare, finchè Peppino pretese che l’elettricista venisse allontanato dal set e quindi licenziato. Il giorno dopo, all’inizio delle riprese Totò non si presentò. Allora il regista Camillo Mastrocinque mandò un suo assistente all’albergo dove alloggiava Totò per sapere se era successo qualcosa di male. Totò disse all’assistente: “Mi spiace non posso venire sul set......! - “Perchè? Gli chiese ansioso l’assistente del regista, “Perchè mi manca il mio elettricista personale, e senza quello io non lavoro, che vogliamo fare?....Per me è una persona di fiducia della quale mi fido a prescindere, dica al Signor Mastrocinque che ritornerò quando anche il mio elettricista ritornerò, arrivederci!” e gli chiuse la porta in faccia. Le riprese rimasero ferme ancora per una settimana finchè il regista, alla disperazione, riassunse l’elettricista facendo il viso brutto a Peppino. Totò tornò sul set, tutto ricominciò come prima e ci volle un’altra settimana prima di riuscire a girare una scena senza che si sentisse gente ridere in sottofondo. Totò era davvero un principe, sia nella vita che nel lavoro.”

Questo racconto lasciò me e quelli che avevano contribuito ad allestire il palco a bocca aperta e ci fece aumentare la stima che già avevamo per Totò. Puoi raccontare questa storia ai tuoi amici senza tema di essere smentito perchè l’ho sentita con le mie orecchie dalla bocca di Teddy Reno che nel film interpretava la parte del nipote di Totò e Peppino, quello che doveva prendersi una “laura”. Sembra impossibile che Peppino, vedendolo nei film, fosse nella realtà completamente diverso, ma questo mi è stato detto da Teddy Reno e non ho nessun motivo per pensare che una persona della sua età mi abbia raccontato una "fake new", come è di moda dire oggi.

Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10319 - fabio.tosti

Oggetto: DYLAN FOR XMAS

Buongiorno,
si rinnova l’appuntamento con Bob Dylan, anche questa volta si parlerà del rapporto tra il grande autore di canzoni e la letteratura.
Le due ore, saranno sapientemente narrate dal coordinatore dell’evento, Sergio Kraisky e dallo scrittore Dylaniano Giorgio Serafini Prosperi.
Come nella prima edizione, dove vennero eseguiti quattro pezzi dell’artista (Mr tambourine man, Like a rolling stone, All along the watchtower, Mississippi), ci saranno intermezzi musicali curati dal duetto No Direction Home Duet con la seguente scaletta:
One of us must know - It’s alright Ma’ - Blind Willie Mc Tell - Tangled up in blue
Allego la locandina dell’evento, se passate da queste parti, la porta è aperta!!!

Grazie a tutti, a presto, Fabio Tosti.

Grazie per la segnalazione, notizia postata anche in "vetrina". I dylaniani romani saranno certamente presenti! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Mercoledì 13 Dicembre 2017

Tour 2018: annunciate sette nuove date

13 Aprile 2018 - SALZBURG, Austria - hrSalzburgarena

https://www.oeticket.com/Tickets.html?affiliate=EOE&doc=artistPages%2Ftickets&fun=artist&action=tickets&erid=bob


24 Marzo 2018 - SALAMANCA, Spain - Pabellón Multiusos Sanchez Paraíso
25 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala Sinfónica
27 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala Sinfónica
28 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala Sinfónica
30 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera
31 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera

http://www.riffmusic.es/inicio.asp

http://www.turkeytelegraph.com/life-style/bob-dylan-to-perform-in-salamanca-madrid-and-barcelona-in-march-2018-h14344.html

Elenco aggiornato delle date:

22 Marzo 2018 - Lisboa, Portugal - Altice Arena
24 Marzo 2018 - SALAMANCA, Spain - Pabellón Multiusos Sanchez Paraíso (da confermare)
25 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala Sinfónica (da confermare)
27 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala Sinfónica (da confermare)
28 Marzo 2018 - MADRID, Spain - Auditorio Nacional de Música - Sala Sinfónica (da confermare)
30 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera (da confermare)
31 Marzo 2018 - BARCELONA, Spain - Liceu Opera (da confermare)
 
03 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
04 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
05 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
07 aprile 2018 - Firenze, Mandela Forum
08 aprile 2018 - Mantova, Palabam
09 aprile 2018 - Milano, Teatro degli Arcimboldi
11 Aprile 2018 - Zurich - Oerlikon, Switzerland - Hallenstadion
12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena
13 Aprile 2018 - SALZBURG, Austria - hrSalzburgarena (da confermare)
15 Aprile 2018 - Brno-Královo Pole, Czech Republic - Hala Vodova
16 Aprile 2018 - Vienna, Austria - Wiener Stadthalle
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden

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Talkin' 10318 - Miscio.tux

Caro Mr.Tambourine,
hai la perfidia di linkare articoli che fanno incavolare. Da quello di Davide Brullo deduco che siamo tutti citrulli, e che l'unico a non essere né mediocre né citrullo è lui, in barba alla rima. Ora, criticare Dylan è del tutto consentito, persino bene accetto, dato che non credo ci sia un solo Maggiesfarmer che, di fronte alla sua immensa produzione, non sia perplesso verso qualche periodo o qualche canzone. Tuttavia ogni critica dovrebbe fornire arricchimento e comprensione e non sprofondare nell'apologia o nella denigrazione. Dovrebbe cioè cercare di capire, più che esaltare o disprezzare. Spulciando i suoi interventi su “il Giornale”, si vede come Brullo non sia nuovo a questa tecnica, e Dylan si trova in buona compagnia, insieme a Darwin (1). Il naturalista sarebbe stato un semplice sessista, che considerava le donne come “galline”, vale a dire evidentemente meno intelligenti degli uomini. Il suo ragionamento era “scientifico”, ma come oggi si sa, applicava in modo fallace quelle categorie e quei concetti, peraltro geniali, che aveva appena elaborato. Il fatto è che Darwin, una “brava persona”, onesta e sensibile verso le sofferenze umane, era anche un borghese vittoriano, immerso nella cultura della sua epoca e da essa evidentemente influenzato, con tutte le implicazioni conseguenti riguardo ai pregiudizi razziali e sessuali. Non è il caso qui di affrontare le complicazioni dell'argomento, basta solo notare che, invece di concentrarsi sul vero centro di interesse della questione, e cioè l'indagine di come “la conoscenza scientifica offra una rappresentazione del mondo fisico che è mediata dalle risorse culturali disponibili, e [come] queste risorse non siano in nessun modo definitive,” (2) a Brullo preme soltanto mettere Darwin in cattiva luce, come se non ci fosse di mezzo la storia, e si trattasse di un polemista nostro contemporaneo. Alla stessa maniera di quei buontemponi che, col senno di poi, se la prendono con l'errore di Galileo: sbagliava, il Sole non è fermo, si muove attorno al centro della Galassia. Il nostro Bob subisce analogo trattamento: si estrapola una frase che appare particolarmente vuota, la si decontestualizza completamente, si trasforma la pochezza del passaggio in discredito dell'autore. E' il metodo inquisitorio che aveva ben descritto il compianto Faber: “un nano è una carogna di sicuro”, al pari di Dylan. Una cura universale, come il salasso del dottor Balanzone, che Brullo somministra a chiunque gli stia antipatico. Così facendo, trascina nel ridicolo altri artisti, ignari e incolpevoli; pensando di beatificarli, estrae “scaglie di ghiaccio dal Pleistocene”, scaglie che magari avrebbero avuto un senso in un diverso contesto.
Abbiamo discusso svariate volte, sulle pagine di Maggie's Farm, sui modi in cui si può valutare l'arte, su quali siano le categorie possibili per distinguere la maggiore o minore importanza degli autori e delle loro opere. I pareri divergono, ce ne sono molti e diversi anche nel nostro piccolo recinto. Brullo però sembra averci risolto il problema, ci avverte definitivamente che “la letteratura non è lo sfoggio del giudizio soggettivo...è scienza, assioma oggettivo desunto dalla logica grammaticale.” Ovviamente “assioma oggettivo” è un'antinomia: l'assioma è per definizione soggettivo, non si deduce dalla logica, è il suo fondamento, il suo punto di partenza. Ma anche lasciando perdere le difficoltà matematiche di Brullo, quale sarebbe il giudizio oggettivo sul quale fondare la letteratura scientifica, il suo? Quello delle istituzioni? E nel caso in questione, quando i due giudizi differiscono, quello di Brullo prevarrebbe su quello del Comitato del Nobel? La mancanza totale del senso del ridicolo arriva a tacciare di mediocrità un uomo che ha regalato le parole ai sentimenti di intere generazioni, evidentemente tutte generazioni di mediocri e sempliciotti. Viene da pensare che molto probabilmente dietro questo attacco, ci sia una mancata conoscenza e un mancato riconoscimento dell'uso che Dylan fa dell'arte. Per Brullo l'arte pare essere un'espressione dello Spirito, un'attività per pochi eletti, che soli hanno il diritto di presentare agli altri il mondo della propria interiorità. Dylan, le cui radici vengono dalla cultura popolare, sa che tutte le persone sono portatrici di creatività, che l'insegnamento delle culture residuali, come il blues, è quello di minoranze che hanno dovuto lottare per conquistare la possibilità di una propria vitale espressione.
Dietro la prima concezione c'è l'idea dell'arte come attività elitaria, altamente professionale, quasi “scientifica”. L'implicita capacità di mettersi in relazione con un mondo che ha un linguaggio esclusivo, che traccia correlazioni tra artista ed artista in un ambito ristretto e specializzato. Certamente in Dylan c'è anche questo aspetto, non c'è un rifiuto della “cultura alta”, e se Brullo non se ne accorge è per una sua mancata conoscenza. Ma non solo, in lui c'è anche quell'altra concezione, quella che vede “un particolare gesto artistico radicato nel terreno del suo presente sociale, nelle energie e nelle forze del mondo che lo circonda”, perché “sentirsi veramente appassionati da un'opera d'arte significa collegarla, consciamente o inconsciamente, a un modo di pensare, a un mondo esistenziale, a una realtà sociale.”(3)
Godere di un evento artistico allora trascende la semplice angustia del ritrovarsi nella depressione di un altro, che ha l'esclusiva rappresentazione delle profondità umane per concessione dello Spirito Santo. E' una forma di espressione tanto più affascinante quanto più è costituita da concetti che sono pieni della nostra storia e come tali ci servono da argilla per plasmare la comprensione della realtà in cui viviamo. Vale la pena di riportare, a questo proposito un ricordo del poeta Michael McClure:
[Nel dicembre del 1965, quando il Vietnam era stato bombardato per otto mesi, Dylan lesse "Poisoned Wheat," (Grano Avvelenato) un mio lungo poema contro la guerra. Un giorno mentre stavamo mangiando del pollo, gliene diedi un'altra copia. Ci lasciò enormi impronte unte e lo fece con completo aplomb. Sembrava molto non-materialistico e naturale non curarsi delle macchie. Sembrava giusto considerare le opere d'arte come parte delle trasformazioni della vita. Più tardi regalai la copia a una ragazza che voleva le impronte digitali di Bob.] (4)
Se, nonostante siano cadute molte illusioni, c'è ancora traccia di quella convinzione, allora i cancelli di ferro fatti dal Dylan fabbro non sono oggetti inarrivabili costruiti per essere fuori dalla portata di chiunque. Le litografie stampate in serie, in cui cambia solo il colore di sfondo, e vendute a cifre con cinque zeri, sono la pastura per il “mondo dell'arte”, e più costano meglio è, tanto le comprano solo i Mr. Jones. Sono lo scotto pagato al teatrino del mercato dell'arte, che cela appena il fatto che l'arte non vale nulla, e una volta capito questo si è liberi, ed è lì che l'arte comincia. Le scopiazzature, le menzogne, le truffe inserite nei discorsi e nei libri sono lo sberleffo a chi edifica la personalità dell'autore come apprendista stregone dell'essere, a chi pone l'arte su un piedistallo più alto della vita, in modo che le persone comuni non ci possano arrivare. Non vogliono disprezzare i modi dell'alta cultura, ma riportali ad un dimensione in cui possano essere utili, e rientrare nelle nostre forme di vita da cui erano partite e da cui sono state separate. Cantami o Diva, ma la Diva siamo noi, siamo noi il piatto di grano, e il poeta ci da una mano affinché riusciamo a raccontarci.
Quello che Brullo non capisce in Just Like a Woman o in The Times They Are A Changin' è che non si conformano a una tradizione di gusto, un gusto che non parlava più ai giovani di quegli anni perché lo sentivano slegato dalle loro vite. Era la contemporanea nascita di un nuovo stile e di un nuovo pubblico, un nuova sintesi musicale collegata ad un nuovo retroterra sociale. Per quanto riguarda Just Like a Woman, meraviglia che si sia persa l'occasione, ormai consuetudinaria, di tacciare Dylan di misoginia, probabilmente non si era al corrente dell'argomento. Mike Marqusee tratta la canzone nel capitolo “Little Boy Lost” del suo Wicked Messenger (anche se la traduzione italiana del libro non manca di strafalcioni) e nota che “alla fine la vulnerabilità della donna diventa la vulnerabilità del cantante. C'è un little boy lost dentro questa little girl.” Non è Marqusee che si inventa queste cose: Dylan stesso aveva parlato nel 1977 in un'intervista a Jonathan Cott delle reminiscenze blakiane della canzone. Alludendo a questo passaggio innocenza/esperienza riguardo a "Just Like a Woman", affermava: "That’s the child in everyone. That's the child in everyone that has to be confronted". È con il bambino dentro ognuno di noi che ci si deve confrontare. E all'osservazione di Cott: “Just Like a Woman" mi ha sempre dato l'impressione di essere qualcosa che riguarda una nascita: “I can’t stay in here ... I just can't fit.” Così, confrontandoti col bambino che c'è in te, dicendo addio all'infanzia, si nasce in qualcosa di più grande...In qualche modo è una canzone spaventosa.” Dylan rispondeva “It always was a frightening song, but that feeling needs to be eliminated.” (E' sempre stata una canzone spaventosa, ma questa sensazione deve essere superata.) La consapevolezza della mortalità, del dolore, sono il prezzo che chi esce dall'infanzia deve pagare per nascere come persona indipendente, libera, ma definitivamente segnata dalla separazione, da una distanza dagli altri che non si potrà mai colmare, perchè è la distanza fondativa dell'individuo. Da questo punto di vista allora ha senso l'osservazione di Bill King riportata da Shelton che ha definito la canzone come “la più bella poesia sul fallimento dei rapporti umani a causa dell'illusione creata dal mito sociale”. Le canzoni non dicono queste cose attraverso passaggi completamente razionali, e tuttavia le generazioni di allora dovettero percepire dentro la voce di Dylan qualcosa che parlava della loro esperienza. Un'esperienza che era alla ricerca di riconoscimento, anelava ingenuamente alla sincerità e all'onestà ma si trovava poi di fronte la mancanza di senso dei rapporti sociali e la tragedia del Vietnam. E' persino pedante e banale dover riaffermare che le forme dell'arte, persino le più universali, possono esprimere un significato concreto solo in relazione all'ambiente culturale e sociale in cui sono immerse. E al cambiare di questi ultimi muta anche il loro significato per noi. E' quello che Dylan ci sta dicendo cambiando il volto al Workingman di Merle Haggard, riproponendoci Pretty Saro o Dixie, rifacendo la Tin Pan Alley e Sinatra. Può piacere o meno (e nell'ultimo caso non mi piace), ma ci prova, ed è giusto che lo faccia. Ed è rilevante notare che non ha smesso, allora come oggi, di raccontarci il mondo, quello che abbiamo sotto gli occhi. Pensiamo per esempio ad una canzone come Pay in Blood, all'inizio un rompicapo per tutti, noi che tentiamo di semplificarla e Carrera che ci ammonisce che vuol dire molte cose. Poi è arrivato Trump e pian piano si è capito che sotto tutte le linee divergenti poteva esserci una chiave di lettura più unitaria. O almeno mi sembra. Mi sembra che sia la canzone del risentimento e del rancore, la canzone del mondo in cui stiamo vivendo. Le antenne di Bobby sempre vigili e attente a ciò che sta arrivando. L'esito paradossale di una nazione che si vuole fondata su principi religiosi: l'esatta inversione del mito cristiano del sangue “donato in sacrificio” per gli altri. La rabbia dell'operaio della Rush Belt ne è solo un'immagine, la più evidente. Ma l'orizzonte è molto più vasto, e trascende quello americano. E' il rancore che attraversa i nostri anni, in cui il penultimo se la prende con l'ultimo, della classe media impoverita contro l'immigrato, dell'immigrato contro chi lo perseguita, di chi ha perso il lavoro, di chi ha paura di un mondo che non riconosce più, improvvisamente diventato feroce, di chi non ha futuro verso chi ne ha appena un po' di più, di chi ha solo uno straccio d'illusione e ha paura di perderla. E' una società che divora se stessa, i cui piani alti hanno ribattezzato il darwinismo sociale chiamandolo meritocrazia ed ora si divertono a guardare lo spettacolo. Pay in Blood può ben essere lo specchio in cui ci riflettiamo, il nostro odio contro il privilegio, ma anche contro lo zingaro, lo straniero o l'immigrato, contro quello che appena ieri era il nostro ritratto. Una bolgia egoistica in cui si sopravvive a scapito degli altri, dove sono i nostri spasimi a produrre energia e valore per gli dei del mercato. Non sono i ghiaccioli del Pleistocene, è la merda in cui nuotiamo.
Qualunque cosa si voglia dire di Dylan, che sia un poeta o meno, che rispetti i canoni della perfezione o che usi il gergo comune, a me non interessa molto. Mi interessa invece, il fatto che come pochi, praticamente nessuno oggi, ha saputo creare intorno a sé una comunità di sentimenti, e non lo dico io, ma gente come Carrera o Derek Walcott che queste cose le hanno pensate e studiate.

Ciao, Miscio.

(1) http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/femmina-inferiore-alluomo-lato-sessista-charles-darwin-1423293.html
(2) Evelleen Richards, “Darwin and the Descent of Woman” in D.Oldroyd e I.Langham (eds.), The Wider Domain of Evolutionary Thought, Reidel 1983.
(3) Ben Davis – 9.5 theses on art and class - Haymarket Books, Chicago, 2013
(4) http://www.rollingstone.com/music/news/bob-dylan-the-poets-poet-19740314


Ciao Miscio, non sono perfido, volevo soltanto essere in buona compagnia nell'incazzatura, :o)))))! Cazzate a parte, ho cercato in Internet per avere notizie di questo scrittore/giornalista perchè ne sapevo poco ma non ho trovato molto, a parte il fatto che scrive libri e scrive sul Giornale, invece il dizionario della lingua italiana dice: Brullo - spoglio di vegetazione, povero, misero. Io non frequento molto il mondo della cultura che a volte mi fa venire l'orticaria, in compenso capisco poco o niente d'arte, il metodo di valutazione che uso è semplice, mi metto davanti ad un "Caravaggio" e vedo che mi ammutolisce, allora capisco che è arte, poi guardo il poster di Elvis di Andy Wharol e capisco che è solo una merda e non arte. Quindi ho cercato di informarmi su questo personaggio che si prende la briga di dare del citrullo a tutto ed a tutti, Papa compreso, del quale scrive: Bergoglio? “Occupa il trono papale senza averne l’autorità. La Chiesa devastata dal modernismo”. Se lo dice lui..........!

http://www.riminiduepuntozero.it/bergoglio-occupa-trono-papale-senza-averne-lautorita-la-chiesa-devastata-dal-modernismo/

Comunque non ho trovato notizie importanti su di lui, e questo mi ha un pò tranquillizzato. A mio parere credo sia meglio stendere un velo pietoso sul suo articolo, fermo restando il suo diritto di esprimere liberamente le sue idee, ma questo non ci obbliga a condividerle. Io son dalla parte del Sommo Poeta che scrisse:                                                         «Questo misero modo
tegnon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.

Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.

Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa».

Quindi per me la faccenda è chiusa e penso di aver commesso una leggerezza arrabbiandomi senza aver valutato bene il pulpito dal quale veniva la predica. Sic transit gloria mundi ("così passa la gloria del mondo"; o in senso lato: "come sono effimere le cose del mondo!") è una celebre locuzione in lingua latina che deriva da un passo dell' "Imitatio Christi" che mi sembra perfettamente calzante per questo caso.

Chiusa la parentesi brulla, lasciami dire che ho letto con vero piacere la tua interessantissima e ben confezionata dissertazione. E' talmente ben scritta che ritengo inutile aggiungere altre parole alle tue. I concetti da te espressi sono chiarissimi e mi sento di condividerli tutti, come credo che faranno moltissimi altri Maggiesfarmers.

Darwin assomiglia molto al nostro Bob, anche lui, nonostante la sua grande intuizione, continuava a porsi domande sia sul piano scientifico che spirituale, senza mai trovare risposte soddisfacenti. Darwin si considerava più agnostico che ateo, cioè uno che non sapeva dare risposte alle sue stesse domande. Lasciami aggiungere, per evitare fatiche ai nostri lettori, che "Rust Belt" è un’espressione che indica la regione compresa dai Grandi Laghi fino al Midwest degli Stati Uniti e identifica con questo termine i fenomeni materiali come il declino economico, lo spopolamento e il decadimento urbano dovuti alla contrazione del settore industriale americano un tempo molto attivo in quella fascia degli Stati Uniti. Concordo con te sul fatto che tutti cerchino di dare la colpa dei loro fallimenti a qualcun'altro in questa società che tende ad autodistruggersi, succede anche nel nostro Paese, dove la colpa è sempre di qualcun'altro, dove la colpa non è di nessuno, dove nessuno ha mai commesso il fatto, dove la colpa di tutto quello che è successo di pessimo dopo il crollo dell' Impero Romano sembra essere di Silvio.

Dylan avvisò tutti i suoi contemporanei che i tempi stavano cambiando, ma pochi gli credettero. Già in "Subterranean Homesick Blues", considerato a tutti gli effetti il primo videoclip della storia, un Dylan preoccupato cercava di mettere in guardia quelli della sua generazione per non cadere nelle trappole di coloro che detenevano il potere:

Look out kid
Don't matter what you did
Walk on your tip toes
Don't try "No Doz" (1)
Better stay away from those
That carry around a fire hose
Keep a clean nose
Watch the plain clothes
You don't need a weather man
To know which way the wind blows

Fà attenzione ragazzo
non importa quello che hai fatto
cammina in punta di piedi
non provare "No doz"
meglio stare lontano da quelli
che portano in giro una manichetta antincendio
tieni il naso pulito
attento ai vestiti comuni
non hai bisogno di un meteorologo
per sapere da che parte soffia il vento


Don't follow leaders
Watch the parkin' meters

Non seguire i leaders
attento ai parchimetri


Look out kid
They keep it all hid

Fà attenzione ragazzo
che insabbiano tutto


Another politician pumping out the piss
Another angry beggar blowing you a kiss

Un altro politico ti sta prendendo per il culo
Un altro mendicante arrabbiato ti sta mandando un bacio


(1) "NoDoz": Pillole di caffeina che si potevano acquistare senza prescrizione medica al banco di vari negozi e supermercati. La raccomandazione era di non prenderne più di una ogni 3 ore. Nel caso si abusava prendendone una decina in poche ore si cominciava ad entrare in uno stato di euforia che poteva degenerare in overdose. Molti giovani trovarono la morte per l'abuso delle "NoDoz".

Anche in Pay in Blood ci sono avvertimenti mica da poco. C'è una frase che sembra presa direttamente dal Giulio Cesare di Shakespeare:

I came to bury, not to praise
Sono venuto a seppellire, non a lodare

Ciò che conta nei discorsi è quello che segue dopo il “ma”, dopo il “tuttavia”. L’uomo inizia lodando apparentemente la persona con la quale sta parlando ma poi arriva al “ma”. “È bello ciò che hai detto, grazie di ciò che hai fatto, ma, ma, ma...”. E dopo il “ma” viene fuori ciò che veramente si pensa di una persona o di un fatto. Nell’orazione funebre di Marc'Antonio sul corpo morto di Cesare, Shakespeare sembra inizialmente contraddire questo tipico modo di procedere del discorso umano: “E tuttavia Bruto è un uomo d’onore”. Invece tutto il discorso procede nello stesso modo, nella voluta ambiguità della parola. Mentre Marc'Antonio parla apparentemente in maniera positiva di Bruto, pian piano introduce nell’animo degli ascoltatori il giudizio severo sul traditore, finché aggiunge un “tuttavia” che nega esplicitamente il “tuttavia” iniziale: “E tuttavia io ho trovato nei suoi scaffali una pergamena con il sigillo di Cesare, che ho qui con me, si tratta del suo testamento”, ed estrae il foglio per mostrarlo alla folla. L’indirizzo del discorso si esplicita totalmente nel finale, quando Marc'Antonio invita a ribellarsi contro Bruto, “l’uomo d’onore”. E diventa chiaro allora il vero senso di quanto dichiarato: "Io non vengo qui a smentire Bruto ma soltanto a riferirvi quello che io so".

"Cittadini, amici, Romani, sono venuto a seppellire il corpo di Cesare e non a farne l'elogio"

Invece Darwin assomiglia molto al nostro Bob, nonostante la sua grande intuizione, continuava a porsi domande sia sul piano scientifico che spirituale, senza mai trovare risposte soddisfacenti. Darwin si considerava più agnostico che ateo, cioè uno che non sapeva dare risposte alle sue stesse domande.

Dylan è sempre stato una persona che osservava, riferiva, criticava, avvisava, consigliava, si faceva  domande ma le risposte sembravano sempre essere affidate al vento che le rendeva indecifrabili. Dylan non finirà mai di stupire, quelli invece come Brullo hanno smesso da un pezzo o non hanno mai cominciato. Dare del citrullo a uno che non ti può rispondere perchè è dall'altra parte del mondo non è elegante, è solo "unfair".

Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 12 Dicembre 2017

Tour 2018: 16 Aprile 2018 Vienna

Una nuova data è stata annunciata alla  Wiener Stadthalle di Vienna, i biglietti sono in vendita ma la data non è ancora stata confermata da bobdylan.com.

Biglietti:   https://www.eventtravel.com/bob-dylan-vip-tickets-tour-2018

Elenco date ad oggi:

?? Marzo 2018 - Barcelona, Spain - Liceu Opera (data da definire e confermare)
22 Marzo 2018 - Lisboa, Portugal - Altice Arena

03 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
04 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
05 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
07 aprile 2018 - Firenze, Mandela Forum
08 aprile 2018 - Mantova, Palabam
09 aprile 2018 - Milano, Teatro degli Arcimboldi
11 Aprile 2018 - Zurich - Oerlikon, Switzerland - Hallenstadion
12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena
15 Aprile 2018 - Brno-Královo Pole, Czech Republic - Hala Vodova
16 Aprile 2018 - Vienna, Austria - Wiener Stadthalle (data da confermare)
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden

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Talkin' 10317 - catestef

Letture per Natale?
Io mi sono comprato questo; 130 pag. 10 euro
Stefano C.

Il libro è reperibile anche qui:

https://www.ibs.it/ballata-del-nobel-bob-dylan-libro-alessandro-carrera/e/9788897356455

Buona lettura, ottima scelta, naturalmente ci farai sapere le tue impressioni! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10316 - dinve56

Buongiorno Mister,
grazie delle belle parole di incoraggiamento. Non finisce di stupirmi quanta bella musica ha prodotto il Nostro... Ben più di dieci ragioni per il Nobel! In "Saved" mi hanno particolarmente colpito "covenant woman" e "what can I do for you?", dove le note dell'armonica che si spengono con le voci delle coriste raggiungono l'anima di chi ascolta e infondono serenità e gioia. Ho ascoltato velocemente "knocked out loaded" e dovrò risentirlo, ma è già uscito "down in the groove" e avrei bisogno di alcune dritte, perchè in diverse canzoni compaiono nomi di compositori (Arthur Alexander, Wilbert Harrison, Richard Whiting  accanto al nome di Dylan. Dove si colloca questo album nella produzione dylaniana? Altra curiosità: alcune canzoni sono quasi ballabili; "let's stick together","Sally sue brown","Had a dream about you baby" hanno un ritmo meno scatenato del twist, più veloce dell' hully-gully e ricordano vagamente gli shake primi anni settanta. Le trovo originali, allegre e non me le sarei aspettate, visti gli album precedenti. Grazie e alla prossima. Lunga vita! Carla.

Il periodo 1980/1990 sembra essere stato il periodo nero di Bob dal punto di vista artistico, con la pubbblicazione di tre album decisamente non all'altezza dello standard dylaniano. I tre dischi "Knocked Out Loaded" , "Down in The Groove e "Dylan & The Dead" ricevettero recensioni negative proprio per la loro banalità che sconfinava da quello a cui Dylan aveva abituato i suoi fans. Sappiamo che i critici sono sempre spietati, ma in quelle occasioni avevano di che lamentarsi, Dylan aveva fornito loro materiale abbastanza brutto per essere giusto oggetto dei loro strali. Qui di seguito ti elenco alcune recensioni che ti faranno capire meglio di quanto possa dirti io:

Knocked Out Loaded - Recensione scritta da Night87 per DeBaser

"Knocked Out Loaded" è un esempio significativo del marasma dylaniano degli anni Ottanta e si gioca la non invidiabile palma di peggiore lavoro da studio del menestrello di Duluth (se si esclude l'omonimo disco del 1973, costituito da sole cover). Registrato con poca cura nelle pause dei tour con Tom Petty & The Heartbreakers e pubblicato nel luglio 1986 il disco presenta alcune tra le soluzioni più irritanti della carriera dylaniana, come sempre dopo gli anni sessanta caratterizzata da tanti momenti alti (e altissimi) e bassi.

I due brani in apertura, la marcetta poco edificante di "You Wanna Ramble" (cover H.Parker Jr.) e il demenziale coro quasi in stile zecchino d'oro di "They Killed Him" (cover di K.Kristofferson) sono sicuramente uno dei peggiori biglietti da visita possibili. Il primo brano originale della raccolta è "Driftin' Too Far From Shore", una canzone alquanto mediocre rovinata ancor di più dall'intro sintetizzato delle tastiere suonate dallo stesso Dylan. Leggermente più accettabile è "Precious Memories", canzone dai vaghi sapori reggae impreziosita dal mandolino di Larry Meyers. "Maybe Someday", irrimediabilmente rovinata da sgradevoli armonie vocali e dalla inopportuna presenza della tromba, ci introduce all'unico brano davvero degno del songwriting di Bob, ovvero quella "Brownsville Girl" scritta a quattro mani con l'attore Sam Shepard, un pezzo che poteva essere sviluppato meglio sul piano prettamente musicale ma scorre via in maniera piacevole forte di precisi riferimenti cinematografici. "Got My Mind Made Up", composta assieme a Tom Petty, come unica annotazione interessante presenta l'utilizzo di uno strumento insolito a queste latitudini come il conga (suonato da Philip Lyn Jones); il disco si chiude infine con "Under Your Spell", una ballad senza infamia nè lode (coautrice Carole Bayer Sager).

Dopo questo disco il Dylan di fine Ottanta si dirigerà attraverso altri progetti abbastanza zoppicanti verso la realizzazione del penultimo capolavoro della sua carriera, il bellissimo "Oh Mercy".


(Fonte: www.debaser.it/bob-dylan/knocked-out-loaded/recensione)

Liner notes: http://bobdylan.com/albums/knocked-out-loaded/

Bob Dylan - Down In The Groove

Recensione scritta da De-cano per DeBaser.

"Pronto? Ciao Pippo, sono Gianni!"
"Ah, ciao Gianni.. che si dice in quel di Brema?"
"Niente di che, la solita solfa, mai un boato"
"Ma cos'hai? Dalla voce mi sembri alquanto giù di morale, che succede?"
"A dir la verità, ho appena finito di ascoltare Down in the groove, e sono rimasto un po' deluso"
"Cooosa? Ma che roba è? Gothic? Dark? Viking?"
"Ah ah ah, ma cosa dici, stupidino, è un disco di Bob Dylan!"
"Chiiii?????"
"Robert Zimmerman, quell'americano chitarra e armonica alla Bennato"
"Ah quello di Mister Tamburino?"
"Ma no quello è Battiato! Dylan è quello della prima canzone rock della storia, capito?"
"Ma il rock non ha una data di nascita, lo dice pure Scarrufi!"
"Ma non dargli retta, che poi ti ritrovi a preferire gli Aqua agli Abba!"
"E a chi devo dar retta? A te che mi parli di questo Zimmerman?"
" E certo! Ma ancora non hai capito chi è, vero? Ricordi Hurricane?
"Hurricane? Dei Pooh?"
"Dxxxxxx, sei più cocciuto di Isicùr! Non farmi spendere altri soldi che qua dalla penisola di Kola a Brema mi spellano questi della ArtikPhone! Volevo solo avvisarti di non acquistare questo disco, perchè è roba trita e ritrita di un personaggio che ha esaurito tempo fa la sua vena creativa e che ora dicono si metterà pure a fare un Unplugged in tv"
"Capperi, allora è da evitare… ma quando è uscito?"
"Non so, dicono che non esce mai, non andò neppure al concerto a Woodstock, eppure abitava lì in quel periodo. . pensa tu che c4zZ0n3!"
"Ma che mi importa di lui? Questo disco, dico, quando è uscito?"
"Ah il disco! E' uscito nell'ottantotto"
"Ma suona tutto lui, tipo Bennato?"
"Ma no anzi. Qua si è messo alla sua corte artisti del calibro di Mark Knoplfer, Eric Clapton, Jerry Garcia, Paul Simonon… "
"Nessuno più?"
"Altri meno conosciuti, come Bob Weir, Bobby King, Ron Wood, Larry Klein, Danny Kortchmar"
"Ma li è andati a prendere nella metro di Londra per caso?"
"E pure che fosse?"
"Ok ok non urtarti.. allora dicevi? Tutti questi musicisti per un disco che ti ha deluso?"
"Ma è un disco fiacco, i soliti due accordi, la solita voce rauca, in pratica un rocker invecchiato, e pure male!"
"Ma qualcosa di buono ci sarà pure, altrimenti a che ca..o gli son serviti 40 anni di carriera?"
"In effetti c'è una discreta canzoncina, Death is not the end, citata anche dai Dream Theater e cantata da Nick Cave"
"Niente di apocalittico alla Nick Drake?"
"No, mi spiace per te se ti aspettavi qualcosa del genere"
"E che mi dici più di questo disco?"
"Niente più, lo stesso Bob lo ha messo da parte, conservando la sola Silvio per i live fotocopia che continua a propinarci"
"Quindi non vale la pena comprarlo?"
"Eh no, non mi va di buttare 13 dollari così"
"Ma questa chiamata quanto ti è costata?"
"Dio quanto sono coglione!"
..e riagganciò. Per la cronaca, Gianni sono io, Gianni Decano, e Pippo è una persona a cui voglio bene.
Robert Zimmerman invece è Bob Dylan, nei '50 giovane ambizioso, nei '60 padre dei cantautori, nei '70 convinto voltagabbana, negli '80 alla ricerca dell'identità perduta, nei '90 ombra di sè stesso, nel 2000… cazzo ma quanto campa questo qui?


(Fonte: www.debaser.it/bob-dylan/down-in-the-groove/recensione)
Liner Notes: http://bobdylan.com/albums/down-in-the-groove/

I nomi che non conosci sono dei seguenti parolieri e musicisti che hanno copmposto le canzoni coverizzate da Dylan:

Wilbert Harrison è famoso per aver scritto Let's Work Togheter: https://www.youtube.com/watch?v=MN7j-LCgaiE
Walter Bullock era un paroliere e scrittore di sceneggiature per Hollywood.
Richard A. Whiting era un compositore di brani popolari, occasionalmente anche paroliere, che ha scritto brani incisi da Frank Sinatra e Tony Bennet.
Arthur Alexander ha scritto "You Better Move" portata al successo dai Rolling Stones,
 https://www.youtube.com/watch?v=Fdtkc0SdK08 . Bellissima anche la versione degli Hollies: https://www.youtube.com/watch?v=YONmt6cukvs
Earl Montgomery ha scritto canzoni per Dolly Parton, EmmyLou Harris, Elvis Costello, Bob Dylan, Percy Sledge, Hank Williams jr. e moltissimi altri.
Tom Stafford è il compositore assieme a J. Alexandered E. Montgomery di "Sally Sue Brown".
Robert Hunter è un poeta, paroliere e musicista, famoso per essere stato dal 1969 il paroliere dei Grateful Dead fino alla mosrte di jerry Garcia e per aver scritto i testi per l'album di Dylan "Together Trough Life" eccetto "This Dream of You il cui testo è di Dylan. Dylan ed Hunter hanno collaborato in questo disco per scrivere "Silvio" e "The Ugliest Girl In The World".
Hal Blair è noto per aver scritto "I Was The One" per Elvis Presley.
Don Robertson, autore insieme ad Hal Blair di molti pezzi, ha scritto una dozzina di canzoni incise da Elvis Presley.
Albert E. Brumley ha scritto la celeberrima "I'll Fly Away", inoltre ha scritto canzoni incise da Jerry lee Lewis, Johnny Cash, Elvis Presley.


Super negativa l'accoglienza di Dylan & The Dead, eccone un esempio:

Bob Dylan & Grateful Dead - Dylan & The Dead

Recensione scritta da supersoul per DeBaser.

La montagna ha dunque partorito un topolino? Qualunque "dottore" con un pò di praticantato musicale potrebbe diagnosticare che la cura Dylan fa male al morto riconoscente. E la bella copertina di Rick Griffin non salva un disco incolore. Chi ha sempre apprezzato la resa live esageratamente dilatata dei Grateful Dead si trova spiazzato di fronte alla didascalica sequenza di strofa- refrain- assolo- refrain e finale con applausi imposta dalla rigidità del menestrello di Duluth.
La stessa scelta delle canzoni da inserire quale testimonianza di queste registrazioni live del luglio 1987 lascia alquanto interdetti, "Slow train coming" e "Gotta serve somebody", provenienti dal periodo in cui Dylan aveva visto la luce divina, e "Joey" da "Desire" non fanno certo appassionare chi aspettava un risultato sinergico tra la voce gracchiante del nostro e il morbido supporto elettrico in punta delle dita da parte della band di mastro Garcia.
E del resto, degli anthem come "All along the watchtower " e "Knocking on heaven's door" hanno avuto trattamenti live migliori da parte di altri esecutori e capite bene a chi mi riferisco. Il problema è che qui non c'è la né la rabbia né il pathos necessari per riaffermarne la proprietà, ma solo un compitino ben costruito ed eseguito.
Troppo esigenti? Sì, perché se si ascolta la bella e ubriaca versione di "I want you" un lacrimone ci scende sul viso a ricordarci che Dylan e i Dead sono grandi icone del rock che amiamo e non è giusto che questo disco corra il rischio di giacere sullo scaffale ad accumulare la polvere.


(Fonte: www.debaser.it/bob-dylan-and-grateful-dead/dylan-and-the-dead/recensione)

Anche gli anni '90 furono un decennio opaco per Dylan, un decennio salvato da "Oh Mercy" e "Time Out Of Mind", poi arrivò "Modern Times" a ribadire che Dylan era sempre Dylan, per fortuna! Comunque ogni autore ha avuto periodi fulgidi e periodi di stanca specialmente alla luce di carriere cinquantennali. Quello che fa oggi Dylan sul palco potrà anche non piacere, ma bisogna riconoscergli che non sale sul palco per sviolinare il pubblico con una sfilza di greatest hits come fanno tanti altri grandi nomi della musica. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Lunedì 11 Dicembre 2017

Talkin' 10315 - alessandro.sottoriva

Ciao Mr. Tambourine, volevo condividere e approfondire la Talki'n 10313 e...e brava Carla, hai colto nel segno, "Every Grain of Sand" è proprio poesia pura, Dylan infatti la scrisse da un ispirazione avuta dopo aver letto "Auguries of Innocence" una poesia di William Blake, poeta anglosassone a cavallo fra il 1700-1800, che più o meno, tra l'altro recita cosi:
"Vedere il mondo in un granello di sabbia
E un paradiso in un fiore selvaggio,
Tenere nel palmo dalla mano l'infinito
E l'eternità in un ora."
Un Dylan sicuramente rapito da quei versi che
- trascendono il pensiero, sia laico che religioso, e conducono direttamente al cuore della condizione umana -. Se sei interessata comunque alla poesia, se fai una ricerca in internet, ti si aprirà un mondo. É molto ben spiegata.
Per quanto riguarda "License to kill" fantastica è vero l'originale di Dylan, come davvero bella è la versione eseguita del compianto Tom Petty, sua spalla in molte tournée degli anni ottanta, con i suoi Heartbreaker's nel mega show-tributo per i trent'anni della carriera di Dylan, giusto per ricordarlo.
E... certo, come dici tu il rosso è il colore della passione Dylaniana, che unisce tutti i Farmer's e come direbbe un altro Grande, tale Pierangelo Bertoli, l'azzurro sta nel cielo ed il verde sta nei prati ed il rosso è il colore dell'amore...giusto per ricordarlo, un altro artista, scomodo, contro. Unico. Ciao, alla prossima, Ale'65.

Se serve....
http://guide.supereva.it/bibliofilia/interventi/2009/07/a-world-a-heaven-the-eternity-in-una-poesia-di-william-blake

Ciao Ale, mi fa piacere constatare che la nostra "Farmer" Carla (credo che ormai sia pienamente degna di portare questo appellativo) con le sue considerazioni sia riuscita a destare la tua curiosità e spingerti a fare le tue considerazioni, credo proprio che Carla ne sarà felice. É vero, "Auguries of Innocence" di William Blake ha colpito la sensibilità di Dylan con quelle quattro semplici righe spingendolo a creare nuove canzoni che parlassero di una nuova speranza nel futuro, dopo che le non andate in porto illusioni dell’America erano miseramente crollate. Blowin’ non bastava più, The Times non era più sufficiente, Lake a rolling stone superata dai tempi e dai costumi, Mr.Tambourine Man, Desolation Row e Chimes of Freedom appartenevano ormai ad un mondo dylaniano che non esisteva più, il mondo stesso cercava qualcosa di nuovo in cui credere per dimenticare il deludente passato (se avesse saputo cosa gli riservava il futuro!!!) dell’America Kennediana, l’amaro in bocca della sconfitta in Viet Nam (l’America fino ad allora non aveva mai perso una guerra), la fallita rivoluzione della summer of love con gli hyppies richiamati al dovere ed alla realtà (molti di loro si persero per sempre, la maggior parte fu risucchiata dalla realtà della Upper Class che aveva deciso che la corda data ai figli andava riavvolta richiamandoli in famiglia. Elvis era morto da stupido sul cesso a 42 anni, molti personaggi ed idoli degli anni ’60, gli inizi della carriera di Bob, erano spariti, o morti o dimenticati, cancellati in qualche modo dalle nuove mode che puntualmente si affacciavano alla ribalta per riscuoterer la loro parte di successo. I Beatles non c’erano più come entità, il gruppo che aveva cambiato i costumi del mondo si era sfaldato come un colosso dai piedi d’argilla, Hendrix, Morrison, Joplin e Jones sepolti per sempre nelle pagine della storia musicale. Il “beat”, il folk, il rock, il blues ed il jazz spazzati via nel giro di pochi mesi dalla disco-music. Incredibile ma vero, i nuovi idoli della gioventù americano avevano nomi nuovi mentre la vecchia nomenclatura dei tempi dylaniani era stata chiusa nei fondi degli scaffali della Tin Pan Alley. Tempi brutti per tutti, tempo di reagire, di trovare o inventare qualcosa di nuovo, ed ecco Dylan indossare i panni del Pastore-Predicatore Cristiano e mettersi a far sermoni sul palco cantando e suonando una nuova musica intrisa di gospel, preghiere ed invocazioni. Nacque così la trilogia cristiana, non a tutti piacque quella svolta, ma fu quella che permise a Dylan di sopravvivere ed aprire nuove porte. La poesia di Blake è molto bella e, cercando di fare del mio meglio, l’ho tradotta nella nostra lingua cercando di rimanere il più fedele possibile alle parole del poeta e di spiegare il significato dei versi:

AUGURIES OF INNOCENCE (AUGURI D’INNOCENZA)
(William Blake)

Traduzione di Mr.Tambourine

To see a world in a grain of sand,
And a heaven in a wild flower,
Hold infinity in the palm of your hand,
And eternity in an hour.
Vedere un mondo in un granello di sabbia,
e un paradiso in un fiore selvatico,
Tenere l’infinito nel palmo della tua mano,
e l’eternità in un’ora.

A robin redbreast in a cage
Puts all heaven in a rage.
A dove-house fill’d with doves and pigeons
Shudders hell thro’ all its regions.
Un pettirosso in una gabbia
Mette tutto il cielo nella rabbia.
La colombaia zeppa di colombi e piccioni
L’inverno fa rabbrividire tutto il paese.


A dog starv’d at his master’s gate
Predicts the ruin of the state.
A horse misused upon the road
Calls to heaven for human blood.
Un cane affamato al cancello del suo padrone
predice la rovina della nazione.
Un cavallo sfiancato sulla strada
Chiama il paradiso per il sangue umano.


Each outcry of the hunted hare
A fibre from the brain does tear.
A skylark wounded in the wing,
A cherubim does cease to sing.
Ogni protesta della lepre braccata
una fibra si stacca dal cervello.
Un’allodola ferita nell’ala
un cherubino smette di cantare.


The game-cock clipt and arm’d for fight
Does the rising sun affright.
Every wolf’s and lion’s howl
Raises from hell a human soul.
Il galletto da combattimento tarpato e armato
Spaventa il sole nascente.
Per ogni verso del lupo e del leone
dall’inferno sorge un’anima umana.


The wild deer, wand’ring here and there,
Keeps the human soul from care.
The lamb misus’d breeds public strife,
And yet forgives the butcher’s knife.
Il cervo selvaggio saltella qua e là
Si prende cura dell’animo umano.
l’agnello maltrattato genera tumulti,
eppure perdona il coltello del macellaio.


The bat that flits at close of eve
Has left the brain that won’t believe.
The owl that calls upon the night
Speaks the unbeliever’s fright.
Il pipistrello che vola sul finir della sera
Ha lasciato la mente che non vuol credere.
Il gufo che bubola per tutta la notte
Parla dello spavento dei non credenti.


He who shall hurt the little wren
Shall never be belov’d by men.
He who the ox to wrath has mov’d
Shall never be by woman lov’d.
Colui che ferirà il piccolo scricciolo
Mai sarà mai amato dagli uomini.
Colui che ha fatto adirare il bue
mai sarà mai amato da una donna.


The wanton boy that kills the fly
Shall feel the spider’s enmity.
He who torments the chafer’s sprite
Weaves a bower in endless night.
Il bulletto che ammazza la mosca
Sentirà l’inimicizia del ragno.
Chi tormenta lo scarafaggio
mette su casa nella notte infinita.


The caterpillar on the leaf
Repeats to thee thy mother’s grief.
Il bruco sulla foglia
Ti ripete il dolore di tua madre.


Kill not the moth nor butterfly,
For the last judgement draweth nigh.
He who shall train the horse to war
Shall never pass the polar bar.
Non uccidere le falene e nemmeno le farfalle:
perchè il giudizio finale si avvicina.
Chi addestrerà il cavallo alla guerra,
non salirà in cielo.


The beggar’s dog and widow’s cat,
Feed them and thou wilt grow fat.
Il cane del barbone ed il gatto della vedova,
nutrili e ne trarrai beneficio.


The gnat that sings his summer’s song
Poison gets from slander’s tongue.
The poison of the snake and newt
Is the sweat of envy’s foot.
The poison of the honey bee
Is the artist’s jealousy.
La zanzara che canta la sua canzone estiva,
prende veleno dalla lingua maldicente.
Il veleno della salamandra e del serpente
È il sudore del piede dell’invidioso.
Il veleno dell’ape mellifera
è la gelosia dell’artista.


The prince’s robes and beggar’s rags
Are toadstools on the miser’s bags.
La veste del principe e gli stracci del barbone.
Sono funghi velenosi nella borsa dell’avaro.


A truth that’s told with bad intent
Beats all the lies you can invent.
Una verità detta con cattivo intento
Batte ogni bugia che puoi inventare.


It is right it should be so;
Man was made for joy and woe;
And when this we rightly know,
Thro’ the world we safely go.
Così è giusto e così dovrebbe essere;
l’uomo fu creato per la gioia ed il dolore,
e quando questo lo sapremo bene
andremo sicuri per il mondo.


Joy and woe are woven fine,
A clothing for the soul divine.
Under every grief and pine
Runs a joy with silken twine.
Gioia e dolore sono ben mescolati,
una veste per per l’anima divina.
Sotto ogni dolore e tormento
corre una gioia con la trama di seta.


The babe is more than swadling bands;
Throughout all these human lands
Tools were made and born were hands,
Every farmer understands.
Every tear from every eye
Becomes a babe in eternity;
This is caught by females bright,
And return’d to its own delight.
Un bimbo è di più delle sue fasce;
in tutte le terre abitate dall’uomo
gli attrezzi son fatti dalle mani,
ogni contadino lo sa.
Ogni lacrima da ogni occhio
diventa un bimbo per l’eternità;
questo è colto dalle donne intelligenti
e riportato alla sua stessa gioia.


The bleat, the bark, bellow, and roar,
Are waves that beat on heaven’s shore.
Il belato, il latrato, il muggito ed il ruggito
son onde che si infrangono sulle rive del paradiso.


The babe that weeps the rod beneath
Writes revenge in realms of death.
The beggar’s rags, fluttering in air,
Does to rags the heavens tear.
Il bimbo che piange sotto il bastone,
avra la rivincita nei regni della morte.
Gli stracci del povero al vento
fanni stracci delle sfere celesti.


The soldier, arm’d with sword and gun,
Palsied strikes the summer’s sun
The poor man’s farthing is worth more
Than all the gold on Afric’s shore.
Il soldato, armato di spada e pistola,
è immobiule sotto il sole dell’estate.
Il quarto di penny del del povero vale di più
Di tutto l'oro dell’ Africa.

One mite wrung from the lab’rer’s hands
Shall buy and sell the miser’s lands;
Or, if protected from on high,
Does that whole nation sell and buy.
L’ obolo strappato dalle mani di un manovale
Potrà comprare e vendere le terre dell’avaro;
oppure, se proteto dall’alto,
potrà vendere e comprare l’intera nazione.


He who mocks the infant’s faith
Shall be mock’d in age and death.
He who shall teach the child to doubt
The rotting grave shall ne’er get out.
Colui che deride la fede di un infante
sarà deriso in vecchiaia ed in morte.
Colui che insegna al bambino a dubitare
Dalla putrescente tomba non potrà uscire.


He who respects the infant’s faith
Triumphs over hell and death.
The child’s toys and the old man’s reasons
Are the fruits of the two seasons.
Colui che rispetta la fede del bambino
Trionferà sull’inferno e la morte.
I giochi del bambino e le ragioni del vecchio:
sono i frutti delle due stagioni.


The questioner, who sits so sly,
Shall never know how to reply.
He who replies to words of doubt
Doth put the light of knowledge out.
Chi fa domande e siede così astuto,
non saprà mai come rispondere.
Chi replica alle parole del dubbio
spegne la luce della conoscenza.


The strongest poison ever known
Came from Caesar’s laurel crown.
Il più potente veleno mai conosciuto
Viene dalla corona d’alloro di Cesare.


Nought can deform the human race
Like to the armour’s iron brace.
Niente può deformare la razza umana
come il ferro dell’armatura.


When gold and gems adorn the plow,
To peaceful arts shall envy bow.
Quando oro e gemme adornano gli aratri,
dovranno inchinarsi alla pace.


A riddle, or the cricket’s cry,
Is to doubt a fit reply.
Un indovinello, o il canto del grillo,
sono la risposta al dubbio.


The emmet’s inch and eagle’s mile
Make lame philosophy to smile.
He who doubts from what he sees
Will ne’er believe, do what you please.
If the sun and moon should doubt,
They’d immediately go out.
Il piccolo insetto e la grande aquila
fan sorridere zoppa filosofia.
Colui che dubita di quello che vede
Non avrà fede, fai quello che ti piace.
Se il sole e la luna dovessero avere dubbi
cesserebbero subito d’illuminare.


To be in a passion you good may do,
But no good if a passion is in you.
The whore and gambler, by the state
Licensed, build that nation’s fate.
The harlot’s cry from street to street
Shall weave old England’s winding-sheet.
The winner’s shout, the loser’s curse,
Dance before dead England’s hearse.
Per provare passione puoi fare del bene,
ma non è bene se in te c’è passione.
La puttane ed il baro, con il beneplacito statale
Creano il destino di quella nazione.
Il grido della puttana di strada in strada
Tesserà il sudario della vecchia Inghilterra.
Il grido del vincitore, le maledizioni del perdente
danzano davanti al carro funebre dell’Inghilterra.


Every night and every morn
Some to misery are born,
Every morn and every night
Some are born to sweet delight.
Ogni notte e ogni mattino
Qualcuno nasce in miseria;
ogni mattino e ogni notte
alcuni nascono per dolci gioie.


Some are born to sweet delight,
Some are born to endless night.
Qualcuno è nato per dolci gioie
Qualcuno è nato per un’ infinita notte.


We are led to believe a lie
When we see not thro’ the eye,
Which was born in a night to perish in a night,
When the soul slept in beams of light.
Siamo portati a credere alle bugie
quando con gli occhi non sappiamo vedere
ciò che è nato in una notte perisce in una notte,
quando l’anima dormiva avvolta dalla luce.


God appears, and God is light,
To those poor souls who dwell in night;
But does a human form display
To those who dwell in realms of day.
Dio appare, e Dio è luce
per le povere anime che vagano nella notte;
ma mostra una forma umana
per coloro che abitano nel regno del giorno.


License to Kill è un’altra canzone del periodo “cristiano” di Bob, pubblicata su “Infidels”. La canzone è portatrice di una considerazione terrificante, chi mai potrà togliere all’uomo la "licenza di uccidere"?. L’uomo minaccia, se continuerà così, di arrivare all’autodistruzione del mondo, e se questo succederà a che sarà servita tutta l’intelligenza umana? L'uomo a volte è preso da deliri di onnipotenza, si sente Dio, ci provò a sostituirsi a Lui con la storia della Torre di Babele ma sappiamo come andò a finire. Gli uomini credono di disporre del mondo come meglio piace a loro, ora l’uomo sta scrivendo la storia della sua distruzione e non sappiamo quando sul mondo calerà per sempre la parola fine, ma certo un giorno avverrà. E' è certo che il Sole esploderà fra qualche milione di anni, la terra (se ci sarà ancora) diventerà una specie di pianeta morto come altre centinaia di miliardi sparsi nell’universo. Il pericolo è che questa distruzione avvenga a breve, fra cinquanta anni, o venti, o cento, chi può dire quando. Tirarsi la zappa sui piedi da solo è uno sport al quale l'uomo è avvezzo, ma non sempre gli può andare bene. Dylan ci avvisa del pericolo, lo manifesta, lo intuiusce e ci mette in guardia, poi sta alla nostra intelligenza capire il suo avvertimento ed evitare future catastrofi, sappiamo cosa può fare una bomba all’idrogeno, ma non sappiamo quante ce ne siano pronte a scoppiare per trascinare alla distruzione il primo ed il secondo che schiacceranno quel bottone, poi tutto il resto non conterà più niente perchè non ci sarà più niente. Forse noi non faremo in tempo a vedere la fine, ma vorrei che anche i nostri figli non siano in grado di vederla. Speriamo, la speranza non costa niente ed è sempre l’ultima a morire. Ti ringrazio inoltre di cuore per aver ricordato il grande Pierangelo Bertoli, finissimo songwriter, r.i.p. amico! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Talkin' 10314 - newmorning

Ciao, manca il testo di 'I want it now' al posto del quale c'è 'I want you'.
grazie.

Corretto, era un mio errore di linkaggio, ora funge. Grazie per la segnalazione, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Sabato 9 Dicembre 2017

Il discorso di Bob Dylan al Nobel? Roba da citrulli                                 clicca qui

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Chronicles Volume 2: sarà pubblicato in U.S.A. il 31 Dicembre 2019      clicca qui

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"Trouble No more" -  "Jesus Met The Woman at the well"

  

Jesus met the woman at the well
(traditional)

Jesus met the woman at the well
Jesus met the woman at the well
And He told her everything she'd ever done
Gesù incontrò la donna al pozzo
Gesù incontrò la donna al pozzo
E le disse tutto quello che aveva fatto


He said, "Woman, woman, tell me where is your husband?"
"Woman, woman, tell me where is your husband?"
Tell me woman said Jesus “I have none"
Lui disse “Donna, donna, dimmi dov’è tuo marito?
“Donna, donna, dimmi dov’è tuo marito?”
“Dimmi donna” disse Gesù “ Non ce l’ho”


He said, "Woman, woman, you have five husbands"
"Woman, woman, you have five husbands"
"And the one you have now, he's not your own"
Lui disse “Donna, donna, tu hai cinque mariti”
“Donna, donna, tu hai cinque mariti”
“e quello che hai adesso non è il tuo”


Woman she went running, "This good man must be a prophet"
Woman she went running "even this man must be a prophet"
‘Cause he told me everything I've ever done
“Donna" - lei scappò via - “ Questo buon uomo deve essere un profeta”
“Donna" - lei scappò via - “ Anche quest’uomo deve essere un profeta”
Perchè lui le disse tutto quello che aveva fatto


Jesus met the woman at the well
Jesus met the woman at the well
And He told her everything she'd ever done
Gesù incontrò la donna al pozzo
Gesù incontrò la donna al pozzo
E le disse tutto quello che aveva fatto

 

 
Venerdì 8 Dicembre 2017

TOUR 2018, due nuove date in Svizzera e Repubbblica Ceca confermate

Come supponevamo ieri altre date sono state confermate da bobdylan.com oggi:

11 Aprile 2018 - ZÜRICH - OERLIKON, Switzerland - Hallenstadion
15 Aprile 2018 - Brno-Královo Pole, Czech Republic - Hala Vodova

ecco l'elenco delle date ad oggi:

?? Marzo 2018 - Barcelona, Spain - Liceu Opera (data da definire e confermare)
22 Marzo 2018 - Lisboa, Portugal - Altice Arena
 
03 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
04 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
05 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
07 aprile 2018 - Firenze, Mandela Forum
08 aprile 2018 - Mantova, Palabam
09 aprile 2018 - Milano, Teatro degli Arcimboldi
11 Aprile 2018 - Zurich - Oerlikon, Switzerland - Hallenstadion
12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena
15 Aprile 2018 - Brno - Královo Pole, Czech Republic - Hala Vodova
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden

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Talkin' 10313 - dinve56

Buongiorno Mister,
al concerto di aprile, vada per il rosso, che è il colore della passione dylaniana che unisce la comunità della Fattoria e, idealmente, tutti i fans del globo! Ho ripreso l'ascolto di "Shot of love" e mi sto abituando alla sua sonorità più breve e ritmata rispetto a quella delle altre due raccolte della conversione evangelica. Il testo di "Every grain of sand" contiene immagini di poesia pura, soprattutto le ultime due strofe. "License to kill" è invece, secondo me, un testo profetico sulla follia autodistruttrice del genere umano; il ritmo musicale è lento, grave e, in conclusione, c'è un assolo di armonica davvero meraviglioso al mio orecchio che ama particolarmente gli strumenti a fiato ( è per questo che "Baby stop crayng" mi manda in visibilio!). Non so se le mie impressioni musicali sono sensate, perchè sono una profana, ma mi piace condividerle con chi ha una cultura musicale più competente ed informata dei vari generi che confluiscono nel canzoniere di Bob. Alla prossima e lunga vita! Carla.

Condivido pienamente le tue parole, brava, vedo che cominci ad apprezzare in modo giusto! Continua così, sei sulla strada buona! Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Giovedì 7 Dicembre 2017

TOUR 2018, sei nuove date in Germania confermate da bobdylan.com

12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden

é probabile che altre date in Germania vengano confermate perchè dal 12 al 18 Aprile non c'è nessun concerto in programma, quindi molto probabilmente quel tempo vuoto sarà riempito con altre date. Per il momento il riassinto delle date è questo:

?? Marzo 2018 - Barcelona, Spain - Liceu Opera (data da definire e confermare)
22 Marzo 2018 - Lisboa, Portugal - Altice Arena

03 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
04 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
05 aprile 2018 - Roma, Auditorium Parco della Musica
07 aprile 2018 - Firenze, Mandela Forum
08 aprile 2018 - Mantova, Palabam
09 aprile 2018 - Milano, Teatro degli Arcimboldi
12 Aprile 2018 - Neu-Ulm, Germany - Ratiopharm Arena
18 Aprile 2018 - Leipzig, Germany - Arena Leipzig
19 Aprile 2018 - Oberhausen, Germany - KönigPALAST Krefeld
21 Aprile 2018 - Bielefeld, Germany - Seidensticker Halle
22 Aprile 2018 - Nuremberg, Germany - Frankenhalle
23 Aprile 2018 - Baden-Baden, Germany - Festspielhaus Baden-Baden

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Barbra Streisand chiese a Bob Dylan di fare un disco insieme

Di Zachary Solomon - 5 dicembre 2017

Le fantasie ebraiche si sono avverate ovunque l'anno scorso quando una carta scritta a mano da Barbra Streisand a Bob Dylan è stata scoperta nell'Archivio di Dylan, una raccolta di 6.000 pezzi del suo armamentario.
L'archivio, che è stato acquistato congiuntamente dalla George Kaiser Family Foundation e dall'Università di Tulsa, in Oklahoma per circa 20 milioni di dollari, ospita i testi, le registrazioni, i film, le fotografie e le corrispondenze di Dylan. Uno di questi articoli è pura gioia per i fans delle leggende della musica ebraica.
Datata novembre 1978, la lettera di Barbara ringrazia Dylan per i suoi fiori e suggerisce di fare un disco insieme.
Quando è stata interrogata in proposito, la Streisand ha detto "Sono davvero toccata dal fatto che Lui abbia conservato la mia lettera". BNarbra ha poi fatto un piccolo lavoro di ricerca nel suo archivio ed ha trovato una lettera che Dylan le aveva inviato poco prima che uscisse “Yentl”.
"Non vedo l'ora di vedere il tuo film" le aveva scritto Dylan. "Forse puoi fare la regia di uno dei miei".
Dylan firmò con una certa ammirazione: "Sei la mia stella preferita","La tua determinazione, il tuo umorismo, il tuo temperamento ed il tuo senso della giustizia mi hanno sempre attratto."

(Fonte; https://www.thejewniverse.com/2017/barbra-streisand-asked-bob-dylan-to-make-a-record-together/)

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È morto Johnny Hallyday, Francia in lutto                                                clicca qui

È morto Johnny Hallyday                                                                           clicca qui

Johnny Hallyday e Bob Dylan fotografati insieme a Parigi negli anni 60

 

 
Mercoledì 6 Dicembre 2017

Talkin' 10312 - mmontesano

Ciao, invio la recensione di Trouble No More scritta da Giovanni Porta per Tomtomrock. Marina

http://www.tomtomrock.it/review/recensione-bob-dylan-trouble-no-more/


Grazie mille Marina, live long and prosper, Mr.Tambourine :o)

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Talkin' 10311 - sewe.14

Ciao Mister. Dopo un anno e mezzo dalla pubblicazione del mio primo libro "Qualcuno dice che io sia un poeta :-)", in cui la presenza del nostro Bob aleggiava in maniera neanche tanto velata (come ad esempio in "Tempi moderni", una "poe" che con mio grande piacere è stata utilizzata ad una manifestazione nella giornata contro la violenza sulle donne e che ti allego), la minaccia :-) di una seconda "opera"si è concretizzata! Stavolta oltre alle amate"poe", nel libro c'è un racconto in cui manco a farlo apposta i riferimenti dylaniani abbondano e addirittura, uno dei protagonisti (l'Uomo del sogno o Vecchio o Guida che dir si voglia), dagli indizi sembrerebbe un mix fra il Padreterno e "His Bobness" (chiara allusione al ruolo di Profeta che l'opinione pubblica degli anni '60 voleva appiccicare addosso a Bob...ma schhhh, non ditelo a nessuno perchè dovrebbe essere un segreto ;-)).
Una - semplice svolta del destino -, catapulta Eskimo, un uomo normalissimo (operaio metalmeccanico cinquantenne), nella più incredibile delle avventure, dove (accompagnato da un misterioso Vecchio dotato di poteri sovrannaturali), fra un salvataggio dell’umanità e la ricerca di sé stesso, capisce di dover accantonare complessità ed i conflitti interiori, cercando di sfruttare al meglio le qualità che ha a disposizione per riuscire a portare a termine con successo un’altra missione, la più importante che gli sia mai stata affidata...
"Eskimo è un personaggio inventato ma non troppo, nel quale mi sono immedesimato: realtà e fantasia, ironia e malinconia, vanno a braccetto in questo racconto farcito di citazioni di personaggi, canzoni, libri, film, episodi, luoghi, oggetti che hanno contribuito a mantenermi vivo in questo mezzo secolo".
Spero di non essermi dilungato troppo, d'altronde quando parlo di Bob non smetterei mai e inoltre qui nella Farm mi sento a casa (ripensandoci mi sembra che sia dal 1999 che mi collego quotidianamente con "Maggie", può essere?). Grazie per l'ospitalità Mister, lunga vita a te e a tutti i Farmers, ciao alla prossima. Marco.

Tempi moderni
Rabbia e gloria. La bestia non è mai sazia. Urlando denuncia insondabile malessere.
Mette a fuoco traguardi agghiaccianti e insensati. Turbina azioni guidate da istinto selvaggio.
Ultima tentazione non ha scrupoli di sorta. Divelto il ritegno degli impulsi mostra con esaltazione il peggio che produce.
Società odierna.

Ciao Marco, è proprio dal 1 giugno 1999 che grazie a Michele "Napoleon in rags" Murino Maggie's Farm è online. Napoleon ha creato un grande sito che è un riferimento per tutti gli appassionati dylaniani italiani, poi nel marzo 2008 ha passato la conduzione a me, quindi sono ormai 18 anni che segui la Fattoria, e questa cosa mi fa davvero piacere. Sono certo che molti Farmers acquisteranno questa tua ultima fatica per leggere l'intrigante e curiosa storia di Eskimo e le sue avventure. Il libro è disponibile, per chi fosse interessato all'acquisto, a questo indirizzo:

https://www.youcanprint.it/arti-rappresentative/arti-rappresentative-narrativa/eskimo-20-9788892699021.html

Grazie per la segnalazione ma soprattutto per la tua "fedeltà" al sito ed al Nostro. Anche nel sito c'è una sezione dedicata ai fantaracconti dylaniani, non so se hai avuto occasione di leggerli, comunque li poui trovare a questo indirizzo:

http://www.maggiesfarm.eu/fantaraccontdylanianii.htm

Sarà un'occasione per molti altri amici di divertirsi leggendoli. Ti ringrazio per la segnalazione e ti prometto che appena potrò leggerò iol tuo libro. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

 

 
Martedì 5 Dicembre 2017

New York, NY - Beacon Theatre, November 25, 2017

di Stephen

il Cinque deve essere il mio numero fortunato. Il mio quinto spettacolo dell'anno e la quinta notte al
Beacon. Mavis era in fiamme e finalmente l'ho sentita cantare The Wright.
Fantastico set dall'inizio alla fine. Lei è veramente un tesoro nazionale. Il commento di mia moglie?
"Mi piacerebbe vedere Bobby così in alto!" Beh, ha dato la
la migliore performance che abbiamo visto questo autunno, anche se ho preferito l'estate nella quale lo show mi è sembrato migliore, forse principalmente a causa della mia mancanza di feeling per alcuni dei nuovi
arrangiamenti. Charlie ha fatto pochi assolo e George era sempre eccezionale sempre. Portare il cappello è quello che Stu fa? Lo staff del Beacon era a caccia di telefoni cellulari e c'è stato un diverbio molto forte nel palcom dov’ero io. Siamo entrati da Amsterdam Avenue e non ha incontrato fila in attesa. Le donne accanto a me non avevano più di 30 anni e avevano un bel sorriso sul viso durante il set di Bob. Immagino che questo dica tutto.

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Talkin' 10310 - squizzato.m

Oggetto: Talkin' 10304 - archivio statisctiche Bob

Egregio Mr. Tambourine,
è con piacere che per la prima volta contribuisco anche io al bagaglio di questo meraviglioso sito su un artista del quale, inutile dirlo, sono un fan-atico.
Vi leggo quotidianamente e trovo i vostri contributi davvero di alto livello, pieni di spunti, notizie e riferimenti importanti.

In merito alla Talkin' 10304, mi permetto di segnalare il sito: www.setlist.fm, un portale semplicemente superlativo che riporta quasi in tempo reale, le setlist eseguite sera dopo sera dai vari artisti, fornendo inoltra tutta una serie di statistiche molto interessanti. Nella sezione dedicata a Bob: https://www.setlist.fm/stats/bob-dylan-1bd6adb8.html  si possono vedere le setlist di tutti i concerti, il numero di volte che una canzone è stata suonata, tutte le canzoni eseguite dal nostro, le venues più frequentate, ecc ecc.
Basta navigarci un pò per trovare una vera e propria miniera di materiale. Anche Expecting Rain, ovviamente, ha un archivio così ma questo lo trovo più navigabile.

A questo link: https://www.setlist.fm/stats/songs/bob-dylan-1bd6adb8.html?song=A+Hard+Rain%27s+A-Gonna+Fall  si può trovare quante volta a hard rain's a-gonna fall è stata eseguita, da chi (ci sono anche le cover), dove e quando.
Sperando di aver portato un, seppur piccolo, valido contributo, vi saluto ed alla prossima.
Mat.

Ti ringrazio Matteo per la segnalazione di questo sito gestito in maniera ultrapropfessionale che conoscevo da tempo e che molte volte ho consultato nelle mie numerose ricerche alle quali sono sempre intento. Anche Bob Links fornisce un servizio simile molto ben fatto e facilmente consultabile e sono d'accordo con te che Expecting Rain sia meno fruibile per fare ricerche di questo tipo. Anche Bob Links è strutturato bene, i link che trovi sotto forniscono tutti i dati necessari a ricerche di questo tipo:

http://www.boblinks.com/guide.html
http://www.boblinks.com/setdate.html
http://www.boblinks.com/setdate.html
http://www.boblinks.com/1995sv.html

Questi due siti sono molto utili quando si ha bisogno di sapere notizie sicure riguardo all'attività concertistica di Bob. Alla prossima, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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"Trouble No More": il film che ci mette davanti a Dio - di Fausto Leali     clicca qui

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Libri: The Nobel Lecture - traduzione di Alessandro Carrera                      clicca qui

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Nico, l’auto maledizione di una stella cadente nibelunga                        clicca qui

 

 
Sabato 2 Dicembre 2017

New York, NY - Beacon Theatre, November 24, 2017

by Laurette Maillet

Venerdì 24 novembre. New York, NY. Il Black Friday, così lo chiamano. È il giorno in cui i negozi scontano la loro merce. Odio fare shopping. Io non sono mai andata nei negozi di lusso ma ... le mie scarpe erano rovinate per il tanto camminare. Quindi ora ... è una necessità averne un nuovo paio. Anche un "minimalista" dovrebbe avere un paio di scarpe invernali! Vado la mttina presto all’ Old Navy Store e compro qualche vestito per mio nipote. Non gli farà male avere camicie e pantaloni in più. Vado da Macy's, una vera follia, controllo le scarpre ed esco rapidamente, vendono scarpe di cartone per ... 80 $! Un Venerdì davvero nero! Finalmente ho trovato un prezzo ragionevole al GAP. Col 50% di sconto, e voglio credere che siaano buone. Torno a casa per riposarmi un po'. Nel tardo pomeriggio vado al Beacon e controllo la porta del backstage giusto in tempo per vedere Bob che cammina in ... incognito! Mi incontro con i miei buoni amici David e Kim, che mi offrono un grande pranzo. Woah! Il primo vero pasto da un po' di tempo. Avevo vissuto mangiando corn flakes per alcuni giorni. Grazie ragazzi!
Ancora un "angelo prezioso" mi dà un biglietto prima dello spettacolo, quindi potrò vedere anche Mavis che mi piace ancora. All'interno del locale chiacchiero un po' con alcuni fans che ho conosciuto su Facebook. Un sacco di bobcats sono venuti per questi spettacoli a New York, anche dall' Europa. Alcuni preferisco evitarli! Prendo il mio posto, nel parterre, a sinistra e nel corridoio. Il mio "vicino di posto” è un fan venuto dal Giappone e la Signora di fronte a me mi riconosce da .... Thakerville!
Woah! Sono famosa?! Sono in uno spirito fantastico. Vedo un mucchio di V.I.P., gente che vengono dalla porticina del backstage e prendono posto. Non riconosco nessuno, amici? Famigliari? Celebrità?
Mi godo ogni singolo momento con Mavis ma è Bob che sono impaziente di vedere. Il pubblico è scaldato al punto giusto ed è entusiasta. La mia parte è più riservata. Sto facendo il mio karaoke personale, a chi importa se canto stonata ?! Bob sembra divertirsi e porta in alto tutto il Beacon con "Thunder on the mountain". La performance è grandiosa.
Il Giorno del Ringraziamento e il tacchino non hanno minimamente distratto Dylan! Probabilmente ha perso la sfilata dei palloncini ed il Black Friday! Intelligente! Torno a casa rapidamente. Voglio solo mantenere il mio buon feeling chiaro e puro per me stessa.
Buona notte Bobby. Ci vediamo domani.

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Talkin' 10309 - dinve56

Buongiorno Mister,
ricevuto! Se non cambieranno "gli ordini", al concerto di aprile indosseremo qualcosa di rosso per riconoscere chi frequenta "Maggie's Farm" e ne ricava, come me, conoscenza ed amicizia. Riascolterò tutto "Shot of love" ed in particolare "Every grain of sand" perchè un Frmer più "antico" di me dice che è bella e struggente. Alla prossima e lunga vita! Carla.

Ciao Carla, non è un ordine, è solo un'idea di un nostro Farmer che ha pensato che sarebbe davvero bello incontrarsi e riconoscersi ai concerti, avere la possibilità di fare nuove conoscenze e scambiarsi qualche opinione in attesa del concerto. Basterà portare con se qualcpsa di rosso, qualunque cosa, un foulard, un golfino, una maglietta, un cappellino, un paio di guanti, la gonna, qualunque cosa che faccia capire che la persona fa parte della piccola comunità di Maggie's Farm. Potrà sembrare una banalità ma in fondo, se ci pensate bene, la Fattoria è l'unico posto italiano dove un fan di Dylan può confrontarsi con altri come lui, è possibile fare botta e risposta su qualsiasi argomento riguardante Bob, sulle sue pagine viene pubblicata ogni mail che mandate, naturalmente senza insulti rivolti ad altri, rispettando l'educazione ed il cosidetto bob ton anche se non si è d'accordo con il parere dell'altra persona. Sulle pagine della Fattoria sono nate dissertazioni interessanti, e tutti coloro che hanno scritto dal 1999, anno nel quale Michele Murino mise online il sito per poi passare la mano e la conduzione a Mr.Tambourine nel Marzo 2008 che ha continuato l'opera iniziata da Michele con la stessa passione anche se con minor conoscenza della vita dylaniana. Io so che molti professionisti della penna, giornalisti e critici vari, quando devono scrivere o commentare qualcosa su Bob Dylan, senza dire niente a nessuno, prima fanno una visita a queste pagine e dopo, trovato quello che a loro interessa, prendono spunto da ciò che hanno letto, a volte addirittura fanno uno spudorato copia-incolla cambiando alcune parole per mascherare la marachella! Ma va bene così! Quindi, per chi avesse la curiosità di conoscere altri dylan-addicted come lui, basta che ai prossimi concerti italiani porti con se qualcosa di rosso e non abbia paura di parlare con altre persone di rosso munite. Live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)

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Traveling Wilburys - Congratulations

  

(Jeff Lynne, George Harrison)

congratulations for breaking my heart
complimenti per aver spezzato il mio cuore

congratulations for tearing it all apart
complimenti per averlo ridotto a pezzi

congratulations you finally did succeed
congratulazioni finalmente ci sei riuscita

congratulations for leaving me in need
complimenti per non aver più bisogno di me

this morning i looked out my window and found
Questa mattina ho guardato fuori dalla finestra e ho sentito

a bluebird singing but there was no one around
un uccellino cantava ma non c'era nessuno in giro

at night i lay alone in my bed
di notte mi stendo solo nel mio letto

with an image of you goin' around in my head
con l'immagine di te che gira nella mia testa

congratulations for bringing me down
complimenti per avermi buttato a terra

congratulations now i'm sorrow bound
complimenti ora son impantanato nella tristezza

congratulations you got a good deal
complimenti hai fatto un buon affare

congratulations how good you must feel
complimenti quanto bene ti deve sentire

i guess that i must have loved you more than i ever knew
Immagino che avrei dovuto amarti più di quanto io abbia mai saputo

my world is empty now cause it don't have you
il mio mondo è vuoto ora che non ha te

and if i had just one more chance to win your heart again
e se ho avessi solo una possibilità ancora di conquistare di nuovo il tuo cuore

i would do things differently but what's the use to pretend
vorrei fare le cose in modo diverso, ma a che serve fingere

congratulations for making me wait
complimenti per avermi fatto aspettare

congratulations now it's too late
complimenti adesso è troppo tardi

congratulations you came out on top
complimenti sei arrivata al top

congratulations you never did know when to stop
complimenti non hai mai saputo quando fermarti

congratulations
complimenti

congratulations
complimenti

congratulations
complimenti

congratulations
complimenti

Personnel:
Lucky Wilbury - Voce solista e cori chitarra acustica (Bob Dylan)
Lefty Wilbury - cori, chitarra acustica (Roy Orbison)
Otis Wilbury - cori, chitarre, basso, tastiere (Jeff Lynne)
Nelson Wilbury - cori, chitarre  (George Harrison)
Charlie T. Wilbury ir. - cori, chitarra acustica (Tom Petty)
Jim Keltner - batteria
Ray Cooper - percussioni

 

 
Venerdì 1 Dicembre 2017

Tour 2018, due nuove date

Oggi sono state annunciate due date per il Tour 2018, in marzo con data da definire e confermare a Barcellona, il 22 marzo a Lisbona confermata da bobdylan.com.

xx Marzo 2018 Barcelona, Spain - Liceu Opera
22 Marzo 2018 Lisboa, Portugal - Altice Arena

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Talkin' 10308 - mario_rizzo

Ciao Mr. Tambourine,
le tue riflessioni in risposta a Carla (Talkin' 10301) mi hanno portato a rivedere mentalmente la strada percorsa da quando conosco Dylan e la sua opera. Mi sono ricordato a questo proposito del recente libro di Riccardo Bertoncelli: “Una vita con Bob Dylan” e credo che ognuno di noi abbia la sua storia da raccontare in tal senso. Dal primo approccio giovanile diventato poi nel tempo passione, fino ad oggi. E’ stato come un lungo inseguimento, un continuo scoprire nuove fasi, a volte inaspettate e sfavillanti, altre confuse e grigie, poi di nuovo incredibilmente fulgide e così via mentre Dylan, come tu ben sottolinei, andava avanti senza badare troppo al passato, guardando sempre più in là, guidato dalla sua genialità senza tanti calcoli o programmi.

Noi nel corso degli anni abbiamo fatto la nostra parte “studiando” diligentemente una materia che ci ha appassionato sempre di più. Agli inizi eravamo troppo giovani per avere vissuto la nascita dei suoi primi album e, del resto, allora in Italia filtrava poco, se non in ambienti più ristretti, della ventata che stava rivoluzionando la musica e i costumi dell’occidente. Il Beat e molte cover nostrane ci hanno aiutato in tal senso risvegliando i nostri “sensori” musicali. Ed è stata una fortuna in quanto saremmo altrimenti restati prigionieri della melensa e odiosa involuzione melodica (quasi una restaurazione) di cui, dopo il ’68-69, è stata vittima la cosiddetta musica leggera italiana. Pochi anni dopo, comunque, ci saremmo potuti consolare abbastanza con i cantautori e il ‘progressive’ dei nostri gruppi. Ma ormai la mente era schiusa e gli orizzonti viaggiavano ben oltre i confini nazionali. Tornando un po’ più indietro, i primi 45 giri che salirono sul nostro giradischi furono i Beatles, gli Stones delle prime ballate (da Lady Jane a Paint it Black) e il famoso LP Greatest Hits di Bob Dylan col quale riuscimmo a fare, per così dire, un buon riassunto “delle puntate precedenti” che ci erano clamorosamente sfuggite anche se solo per ragioni anagrafiche.

Ricordo ancora come a quei tempi vi fosse un antagonismo tra Bob Dylan e Donovan; che venivano posti allo stesso livello in una entusiasmante rincorsa di hits. Poi, senza nulla togliere al bravo cantante scozzese e alle sue indimenticabili Catch the Wind, Atlantis, ecc., la storia ha rimesso tutto in una prospettiva diciamo meno appiattita. Tornando a Bob, le prime cose che ascoltammo furono la famosissima Blowin’ in the Wind, e l’allora molto apprezzata Lay Lady Lay, anche se oggi questo pezzo è piuttosto snobbato. Il primo album vero e proprio, a parte il Gr. hits, che entrò in casa fu New Morning che non è considerato generalmente un’opera di spicco. Ma, anche qui, sarà per una questione sentimentale, sarà perché è un ricordo di anni che furono, ritengo quest’album da rivalutare. Senza contare che quando Dylan è stato insignito del Nobel, mi è venuta subito in mente Day of the Locusts con il suo testo tornato di attualità, soprattutto dopo la riottosa reazione che tanto ha sorpreso e scandalizzato chi non conosce né Dylan né il meno illustre ma altrettanto famoso precedente. Ma senza scendere nei dettagli del disco, visto che non è questa la sede, basti ricordare anche Winterlude che pare abbia ispirato De Gregori per la sua Buonanotte Fiorellino, la freschezza scanzonata della title track, la semplice e gradevole If Not for You e altre. Naturalmente questo bastò per stimolare la curiosità che portò alla scoperta a ritroso delle incredibili vette scolpite nella pietra dei primi strepitosi e irraggiungibili album (almeno allora pensavamo che sarebbe stato impossibile fare qualcosa allo stesso livello mentre oggi ci rallegriamo che Dylan, al contrario di tante altre star, sia stato così longevo da provarci e riuscirci). Compiere delle scelte nel lavoro di Dylan è cosa abbastanza ardua, almeno per noi appassionati, per cui proverò a farlo guidato da episodi o ricordi che alcune canzoni ancora suscitano. Per esempio in Frewheeling scoprimmo Masters of War, A Hard Rain's A-Gonna Fall, Don't Think Twice, i cui testi (Dove sei stato figlio dagli occhi blu…) riuscivamo a procurarci grazie alla radio di ‘Per Voi Giovani’ che a richiesta inviava per posta (quella d’antan) le traduzioni dattiloscritte su una carta beige-giallastra piuttosto ruvida e consistente, il tutto senza chiedere una sola lira (siano lodati sempre Arbore, Massarini & C.). E Corrina, Corrina? Non ci ha forse educato e aperto la mente a nuove e sconosciute strutture musicali, semplici, ma meravigliose. Ma vado avanti. Alcuni pezzi come My Back Pages, in Another Side, li scoprimmo diciamo così di ritorno dopo avere ascoltato, da bravi appassionati di rock, la versione di Keith Emerson con i Nice. Inattaccabile, comunque, l’originale. Poi “The Times..” con quell’incredibile copertina virata “Bound for Glory”. Negli anni ’80 Battiato volle scherzare, con garbata ironia, citando nell’incipit di Bandiera Bianca sia The Times, sia Mr. Tambourine (Mister Tamburino / non ho voglia di scherzare rimettiamoci la maglia / i tempi stanno per cambiare) e chissà quanti avranno pensato: ma che cos’è che vuole dire?… Ma chi ha voglia e tempo riascolti anche Only a Pawn in Their Game e le sue funamboliche escursioni vocali. Vista questa sede, una citazione d’onore meritano, da Bringing/Subterranean, “Maggie's Farm” e “Mr. Tambourine Man”, superclassiche, ma anche ”It's All Over Now Baby Blue” e nessuno me ne voglia se non faccio un elenco completo. Ci possiamo rituffare in Highway… e trovare celebrità assolute come Like a R.S. e Ballad Of A Thin Man che chiude sempre gli attuali concerti fino a Desolation Row cantata anche dal nostro De André con il contributo all’adattamento di De Gregori che l’ha recentemente ripresa. Dobbiamo essere più che severi per estrarre da Blonde on Blonde solo “Just Like a Woman”, I Want You di cui ricordiamo con affetto al versione dei Nomadi del grande Augusto, ma anche Sad eyed lady, Memphis Blues again, Absolutely sweet Marie….

Solo un tipo della statura di Jimi Hendrix poteva tirare fuori una strepitosa versione di All Along the Watchtower, da John Wesley Harding. Uno dei rari casi in cui la cover (ma il termine è riduttivo) si rivela all’altezza dell’originale, cosa non facile tenuto conto del livello di partenza. Vorrei citare anche, in tempi più recenti, Patti Smith e la sua meravigliosa Changing of the Guards. In genere però i “coveristi” di Dylan, a mio avviso, vengono attratti dalla fama e dalla bellezza degli originali, ma si avventurano in un terreno che si rivela infido e i risultati quasi sempre sono deludenti. Ricordo ad esempio un vecchio album di cover ad opera di Tito Schipa Jr. (Dylaniato) non molto convincente, nonostante la passione e la cura profusi. Apprezzabile invece di recente il “De Gregori canta Dylan” con la riuscita versione di Sweetheart Like You (ma quanto è difficile cantare certe canzoni di Dylan!). Riguardo “Non dirle che non è così” c’è da dire che è leggermente migliore la precedente versione, molto ispirata e finita inopinatamente, ma meritatamente, nel disco soundtrack di Dylan, Masked and Anonymous insieme a un’improbabile ma apprezzabile rap di Like a R.S. degli Articolo 31.

E veniamo a Nashville S. dove trova posto la citata e romantica Lay Lady Lay e avanti ancora attraversando un periodo incerto e controverso, del quale in parte ho detto all’inizio, fino a un punto fermo rappresentato dalla colonna sonora del film Pat Garret and Billy the Kid in cui trova posto la celeberrima Knockin' On Heaven's Door. Si tratta di un brano strutturalmente semplice, ma molto evocativo, tanto da richiamare schiere e schiere di interpreti tanto convinti quanto destinati, anche qui, indistintamente al fallimento. E’ con tutta evidenza un pezzo tanto bello quanto inimitabile. Ai tempi, nel corso di un’estate di vacanza, un amico se ne innamorò in maniera talmente folle da rimetterla da capo ininterrottamente per giorni e giorni, utilizzando per fortuna un registratore e non il mio 45 giri che, altrimenti, avrebbe in breve distrutto. Molto intensa in quel soundtrack anche River Theme. Per intenderci era lo stesso periodo, evidentemente molto fertile, in cui si ascoltava altrettanto rapiti, The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd.

In Planet Waves, citiamo Dirge, potente, coinvolgente, interpretata in maniera esemplare e insuperabile. Grande brano supportato anche da un testo vibrante.

Se invece ci volessimo chiedere cosa c’è di significativo nella quadrilogia (peraltro cronologicamente incoerente) Blood On The Tracks, Desire, Oh Mercy e Time Out Of Mind, direi che se ne potrebbero trarre decine di diamanti. Ma avrebbe senso distruggere 4 grosse pietre preziose per ricavarne tante più piccole? Chi vuole studiare un po’ di Dylan ha qui di che immergersi, meravigliarsi, sbigottirsi, trasecolare, deliziarsi, commuoversi, e chissà che altro in canzoni che sembrano scritte in un altro mondo.

A volte nella turbolenta produzione di Dylan vagano lavori un po’ sottovalutati, come Street Legal, penalizzati forse dalla moda fine anni ’70 che prediligeva cori e fiati, oggi ritenuti effettivamente eccesivi. Ma se ci sforziamo di contestualizzare questi arrangiamenti un po’ datati, vedremo, come attraverso un filtro virtuale, la bellezza e l’essenza di questi pezzi. A suo tempo è stato un disco più importante di quanto oggi appaia e penso che lo sia realmente. Where Are You Tonight è ad esempio piuttosto trascurata. Ma di buona musica qui ce n’è, e tanta.

Il periodo della conversione ha le sue frecce all’arco: Gotta Serve Somebody o il buon album Shot of Love, fino alle sonorità particolari di Infidels in cui la voce di Dylan sembra stranamente provenire quasi da un’altra stanza.

A volte anche i grandi non riescono a dare il meglio di sé e Knocked Out Loaded forse è stato inciso solo per dimostrarlo.

Poi però si rialzano e di parecchio realizzando Oh Mercy di cui ho già detto e dopo, in un paio di anni, dischi come Good as I Been to You e World Gone Wrong scavati con le unghie nella tradizione americana, ripuliti alla meglio e offerti quasi grezzi, ma molto veri e credibili, a chi ha voglia di immergersi nelle atmosfere di quell’epopea.

E veniamo all’altra quaterna, anche questa da tenere arbitrariamente riunita (e custodita), quella degli anni 2000, il “nuovo millennio”: Love And Theft, Modern Times, Together Through Life e Tempest. Con High Water, Mississippi, Scarlet Town e tutte le altre meravigliose “Blues, Ballate e canzoni”, come venivano definite le canzoni di Dylan in una vecchia raccolta di testi tradotti, pubblicata in Italia, fondamentale per molti di noi.

Prima di arrivare al Dylan dei giorni nostri, spero che chi avrà avuto la pazienza di leggere queste righe, non voglia dare alcun valore univoco alla scelta dei pezzi che vengono citati in questa navigata. Io stesso so bene quanta bellezza c’è ancora. Questo tuttavia non vale assolutamente come un’esclusione e non solo perché ognuno di noi ha le sue preferenze ed è più o meno affezionato, per tanti motivi, a questo o quel brano. Ho solo tentato di mettere insieme alcune pennellate e in un quadro non si possono usare tutti i colori, specie se l’obiettivo è quello di riprodurre una luce particolare e personale. Mondrian quando dipingeva escludeva tassativamente il verde (diceva che è un colore inutile, in realtà forse perché le linee nere e i quadrati e rettangoli rossi, gialli e blu delle sue opere più famose rappresentavano tronchi, rami e foglie stilizzati all’estremo, a seguito di un lungo processo di astrazione, fino al punto da non usare più neanche il colore stesso della vegetazione). Ecco, al contrario di Mondrian, io non mi sono permesso di escludere niente, ma ho solo cercato di immaginare delle macchie di colore con l’intento di descrivere degli stati d’animo e delle sensazioni vissute nel corso degli anni grazie alle meravigliose canzoni che ci sono state donate.

E oggi?
Oggi direi che Dylan ha il diritto di esprimere la sua arte tirando avanti per la sua strada come ha sempre fatto a prescindere da ciò che noi gli possiamo concedere. Lui è stato criticato, dileggiato e finanche abiurato a più riprese, (sappiamo tutti quando e come), ma di ciò non si è certo mai dato pena, almeno non è noto risentimento di sorta. A volte come una Fenice è caduto ed è risorto con nostro grande sollievo. Certo allora era giovane, o relativamente giovane. La più recente, controversa, (tanto per cambiare) parentesi va avanti ormai da tre pubblicazioni e cinque dischi (!) ed è stata una ‘parabola’, da intendersi nel ramo discendente: all’inizio (Shadows In The Night) e qui qualcosa di alto, bello e interessante, finanche emozionante, è stato riconosciuto, almeno dai fans più benevoli, con i quali io mi schiero convinto. Poi purtroppo la discesa è continuata e si sa, le parabole quando scendono lo fanno vertiginosamente. Infine il fondo e, per quanto alcuni tentino stoicamente di difendere l’indifendibile, onestamente dubito che ci sia, anche tra gli appassionati, chi abbia ascoltato più di due o tre cose di Triplicate prima di riporlo per sempre nello scaffale.

Io credo che l’atteggiamento migliore sia quello di non aspettarci tanto per il futuro, senza tuttavia per questo disperare. Attendiamo serenamente, ma teniamo conto che i più grandi artisti e pensatori hanno raggiunto in gioventù i risultati più alti: Michelangelo prima dei quarant’anni aveva già scolpito la Pietà, il David, il Mosè e dipinto anche, visto che c’era, la volta della Cappella Sistina. Mi tornano in mente qui le parole che Fernanda Pivano disse all’inviata di MF durante l’intervista concessa a suo tempo (vedi archivio MF): “le canzoni di Woody Guthrie sono in qualche modo datate, quelle di Dylan a loro modo lo sono anche loro, c'è bisogno di qualcuno che canti e racconti i problemi di adesso”. Ma è probabile che “quei ragazzi che non conoscono Dylan e non sanno più nemmeno chi è Kerouac si perdono davvero qualcosa che li aiuterebbe a fronteggiare la crisi di adesso”. Ipse dixit.

Vedo a questo punto che mi sono dilungato abbastanza e mi scuso per questo e tutto sommato non è detto che queste mie note possano essere di interesse per qualcuno. Lascio a te la scelta di pubblicarle o meno insieme all’onere di darci un’occhiata. Se ritieni che non sia il caso, non fa nulla; è stata comunque l’occasione per ripercorrere dei bei ricordi personali.
Saluti, Mario.


Ciao Mario, è bello constatare che c’è ancora gente come te che si riscopre e si ripensa anche dopo anni ed anni di fedele militanza fra i fans dylaniani. E’ bello, ogni tanto, rifare una carellata delle cose che per un motivo e per un altro ci hanno colpito, ci hanno emozionato, ci hanno fatto scoprire qualcosa, ci hanno raccontato storie bellissime coinvolgendoci e facendo partecipare anche noi a quelle meravigliose avventure. Ognuno di noi ha avuto i suoi inizi, il suo personale “battesimo dell’aria” come si usa dire, ognuno ha le sue canzoni alle quali è legato più che ad altre, ma, come giustamente hai spiegato bene tu, non per questo disprezza le altre, citare quello che ci sembra il meglio dell’opera di un artista è una esigenza filtrata attraverso la nostra personale esperienza. Potremmo stare a discutere per anni su quale sia il miglior album, la miglior canzone, il miglior Dylan. Ognuno avrebbe una sua classifica certamente diversa da quella degli altri, con naturelmente alcune parti in comune.
In questi ultimi 60 anni Dylan è passato attraverso nove vite come i gatti, sempre in continua trasformazione, con l’ansia di non fermarsi mai più di tanto al presente per passare al futuro con la voglia di stupire, raccontare, osservare, consigliare, divertire. Come Napoleone è caduto ed è risorto, cosa che capita solo ai più grandi ed importanti personaggi che hanno popolato e popolano il nostro piccolo puntino nell’universo. Ti sembrerà una sciocchezza ma io mi sono sempre chiesto perchè gli animali, pur avendo avuto a disposizione milioni di anni, non sono stati in grado di evolversi come è stato per noi umani, che in fondo eravamo scimmie che vivevano sugli alberi. Perchè non hanno elaborato un linguaggio, ripetendo alla noia gli stessi versi per milioni di anni, perchè non han saputo costruire, non han saputo dipingere, scrivere, cantare ed le altre mille cose che li differenziano dall’uomo? Detta questa stupidata dobbiamo però anche dire che allo stesso modo anche gli uomini non hanno avuto tutti la stessa evoluzione, alcuni hanno costruito grattacieli e sono andati sulla luna, altri sono rimasti quasi nudi con in mano armi primitive. C’è una differenza abissale a livello evolutivo fra le diverse tipologie umane, ma non sappiamo perchè, in certe zone del mondo, se togliamo il Kalashnikov di mano alla gente potremmo fare fotografie di come era il mondo e la gente al tempo della Bibbia.
Forse sono stati uomini come Aristotele, Leonardo, Michelangelo, Giulio II, Lorenzo il Magnifico, e tanti altri fino ad arrivare ai nostri giorni e a Bob a spingersi sempre più in avanti degli altri, ammaliati dalla esigenza di sapere e conoscere tutto ciò che riguarda la nostra vita, per darle un senso al di sopra del livello animale.

L’antagonismo fra Dylan e Donovan fu una realtà di quegli anni, ma come andò a finire lo sappiamo tutti, Bob è ancora sul palco e Donovan, dopo alcune bellissime canzoni di grande successo, verso l’inizio degli anni 70 sparì dalle cronache e non ci ritornò più.

Keit Emerson ed i Nice furono anche loro, nonostante la loro eccelsa capacità stumentale, degli ammiratori di Bob, con tre cover del nostro, La My Back Pages da te citata, che puoi sentire qui https://www.youtube.com/watch?v=Kj1Li_WmnIs  che era sull'album "Elegy" del 1970, ma The Nice avevano già fatto una cover di Dylan sul loro terzo LP intitolato semplicemente "Nice" del 1969 e nel successivo The Nice ‎– Live At The Fillmore East, concerto del dicembre 1969 ma pubbblicato nel 2009 che comprendeva una cover di She Belongs To Me. Poi ancora Keith Emerson And The Nice ‎– Vivacitas - Live At Glasgow 2002 vedeva ancora una cover di Dylan,Country Pie. Però lasciami dire che ci sono stati moltissimi artisti che hanno trasformato le canzoni di Dylan in veri capolavori, molte volte superiori alle versioni originali. Oltre al già citato Hendrix con Watchtower e la stupenda Like a Rolling Stone, potremmo ricordare Don’t Think Twice dell’irraggiungibile Eric Clapton con una versione da brividi al concerto del 30° anniversario della carriera di Bob al Madison Square Garden. I Byrds sono stati il gruppo che più di altri ha portato al successo diversi pezzi di Dylan, oltre a Mr. Tambourine come dimenticare All I Really Want to Do, Chimes of Freedom, Spanish Harlem Incident, The Times They Are A-Changin', Lay Down Your Weary Tune, My Back Pages, You Ain't Going Nowhere, Nothing Was Delivered, This Wheel's on Fire, It's All Over Now, Baby Blue , Lay Lady Lay e Positively 4th Street.
Poi ci furono I meravigliosi Hollies, quelli di Graham Nash, con un disco di canzoni di Bob, "When the Ship Comes In", I'll Be Your Baby Tonight", "I Want You", "This Wheel's on Fire", "I Shall Be Released", "Blowin' in the Wind", "Quit Your Low Down Ways", "Just Like a Woman", "The Times They Are a-Changin'", "All I Really Want to Do", "My Back Pages"e "Mighty Quinn".
Come dimenticare I Manfred Mann che portarono al successo internazionale "Quinn the Eskimo (The Mighty Quinn)", le “plus” Just Like A Woman e It’s All Over Now Baby Blue di Van Morrison, le indimenticabili versioni di Joe Cocker di I Shall Be released, Just like a Woman, Dear Landlord, Watching the River Flow, Seven Days, Ring Them Bells, Girl From The North Country cantata in coppia con Leon Russel, altro grande interprete delle canzoni di Bob.
Knockin’ on Heaven’s Door è diventata famosa per la versione dei Guns n’ Roses, e c’è gente che crede che la canzone sia loro e non di Dylan.
Per tutto il resto devo proprio dire che le tue osservazioni sono davvero condivisibili, la tua breve analisi dei periodi della produzione dylaniana è davvero ben fatta ed interessantissima. Per quanto concercne la produzione degli standards (sinatriane) mi trovo d'accordo con te, non mi piacciono, non mi attirano e non mi dicono niente, ma per Bob probabilmente è stata un’esigenza diversa o una certa stanchezza compositiva a fargli cavalcare l’onda degli American Standars, o forse una intuizione e una manovra commerciale, non saprei dire, ma certamente Bob ha tutto il diritto di cantare ed incidere ciò che al momento gli piace. Certamente in futuro cambierà, quando la sua attenzione verrà catturata da qualche altro tipo di musica che lo farà divertire nel suonarla e cantarla. Dobbiamo solo aver pazienza e stare a vedere. Comunque, a conti fatti, ti meriti una tripla A per queste tue rimembranze! Grazie ancora, live long and prosper, Mr.Tambourine, :o)


 

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