BOB DYLAN – Discorso al "MusiCares 2015",
Los Angeles 6/2/2015
Traduzione a cura di
Silvano,
Dino Vinci, Alessandro
Cavazzuti
Ci sono alcune persone che stasera dobbiamo ringraziare per aver
organizzato questo grande evento. Neil Portnow, Dana Tamarkin, Rob
Light, Brian Greenbaum, Don Was. E inoltre voglio ringraziare il
Presidente Carter per essere venuto. È stata una lunga notte e io non
voglio parlare troppo, dirò solo un paio cose.
Sono felice che le mie canzoni ricevano questi onori. Sapete, non sono
arrivate fin qui da sole. È stata una lunga strada e c’è voluto molto
impegno. Queste mie canzoni sono come le storie di misteri, quel genere
di storie che Shakespeare sentiva quand’era ragazzo. Penso che si possa
ricostruire quello che ho fatto partendo da così lontano. Erano ai
margini allora, e penso siano ai margini ancora adesso. Suonano come se
stessero viaggiando su un terreno difficile.
Devo citare alcune persone che hanno contribuito a questo risultato. So
che dovrei citare John Hammond, grande talent scout della Columbia
Records. Mi fece firmare per l'etichetta quando non ero nessuno. C’è
voluta parecchia fiducia per farlo, e si è preso un sacco di ridicolo,
ma lui pensava con la sua testa ed era coraggioso. E per questo gli sarò
eternamente grato. Prima di me aveva appena scoperto Aretha Franklin, e
prima ancora Count Basie, Billie Holiday e tanti altri artisti. Tutti
artisti non commerciali.
A John non interessavano le mode. Io non ero assolutamente commerciale,
ma lui stava dalla mia parte. Credette nel mio talento ed era la sola
cosa che contava. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per questo.
Lou Levy gestiva la Leeds Music. Pubblicarono le mie prime canzoni, ma
non rimasi lì a lungo. Levy stesso, poi, intraprese una lunga strada. Mi
mise sotto contratto e registrò le mie canzoni, le cantai in un
registratore. Mi disse apertamente che non c’era alcun precedente per
quello che stavo facendo, che io ero o in anticipo o non al passo coi
tempi. E che se gli avessi portato una canzone come Stardust, l’avrebbe
rifiutata perché arrivata troppo tardi.
Mi disse che se fossi stato in anticipo rispetto ai tempi - ma lui di
questo non era sicuro - però, se lo fossi stato per davvero, al pubblico
di solito occorrono dai tre ai cinque anni per recuperare il ritardo –
quindi, preparati! E questo è accaduto. Il problema era che quando il
pubblico recuperava, io ero già dai tre ai cinque anni oltre, quindi è
stato un po’ complicato. Ma Lou mi sostenne, non mi giudicò mai, e io lo
ricorderò sempre per questo.
Poi fu Artie Mogull a mettermi sotto contratto per la sua Witmark Music.
Mi disse solo di continuare a scrivere canzoni, comunque andasse, che
sarei arrivato a qualcosa. Beh, anche lui mi sostenne, sempre impaziente
di vedere cosa gli avrei dato la volta dopo. Prima di allora non osavo
nemmeno pensare a me stesso come un autore. Gli sarò sempre grato anche
per questo atteggiamento.
Devo poi ricordare alcuni artisti che per primi registrarono le mie
canzoni; molto, molto presto, senza che nessuno gliel’avesse chiesto.
Semplicemente, sentivano in esse qualcosa che era giusto per loro.
Devo dire grazie a Peter, Paul and Mary. Li conoscevo già separatamente
prima che diventassero un gruppo. Non mi vedevo nemmeno come autore di
canzoni per altri artisti, ma stava iniziando a succedere e non sarebbe
potuto succedere con un gruppo migliore. Presero una mia canzone che
stava sepolta in un mio disco e la trasformarono in una canzone di
successo (1). Non nel modo in cui l’avrei fatta io... le diedero una
regolata. Ma da allora centinaia di persone l’hanno registrata e non
credo sarebbe successo se non fosse stato per loro. Cominciarono
sicuramente qualcosa per me.
Byrds, Turtles, Sonny & Cher... Fecero diventare alcune delle mie
canzoni Top 10 hit. Io non ero un autore pop e davvero non voleva
esserlo, ma è stato un bene che sia successo. Le loro versioni erano
come spot pubblicitari, ma non m’importava affatto perché 50 anni dopo
le mie canzoni sono state utilizzate negli spot. Anche questo andava
bene. Ero contento che succedeva, contento che lo facevano.
Pervis Staples e gli Staple Singers. Prima che entrassero nella Stax
erano alla Epic ed erano uno dei miei gruppi preferiti di tutti i tempi.
Li incontrai nel '62 o '63. Sentirono le mie canzoni dal vivo e Pervis
volle registrarne tre o quattro, e lo fece con gli Staple Singers.
Proprio il tipo di artisti che volevo incidessero le mie canzoni, se
qualcuno voleva farlo.
Nina Simone. A New York ero solito incrociarla al Village Gate
Nightclub. Era sicuramente un’artista da guardare con ammirazione. Nina
incise alcune mie canzoni che aveva imparato direttamente da me, seduta
in camerino. Era un’artista, una pianista e una cantante travolgente.
Una donna molto forte, molto schietta. Che lei stesse registrando le mie
canzoni mi confermò di essere sulla strada giusta. Nina era il tipo di
artista che amavo e ammiravo.
Oh, non posso dimenticare Jimi Hendrix. Vidi Jimi Hendrix esibirsi
quand’era in una band chiamata Jimmy James and the Blue Flames, o
qualcosa di simile. E Jimi nemmeno cantava, era solo il chitarrista.
Prese alcune mie piccole canzoni cui nessuno aveva prestato attenzione e
le sparò ai confini della stratosfera, trasformandoli in classici. Anche
Jimi devo ringraziare. Vorrei che fosse qui.
Anche Johnny Cash registrò subito qualche mia canzone, più o meno nel
'63, quand’era tutto pelle e ossa. Ne ha passate tante di difficoltà, ma
era un mio eroe. Sono cresciuto sentendo le sue canzoni. Le conoscevo
meglio di quanto conoscessi le mie. Big River, I Walk the Line…
How High’s the Water, Mama? (2) Scrissi It's Alright Ma (I'm Only
Bleeding) con quella canzone che mi risuonava in testa. E ancora mi
chiedo "Fin dove arriva l’acqua, mamma?" Johnny aveva una personalità
forte. Quando vide che mi stavano mettendo in croce perché suonavo
elettrico, scrisse lettere alle riviste, rimproverando la gente, dicendo
loro di stare zitti e farmi cantare. Nel mondo di Johnny Cash -
l’intransigente mondo del Sud - quel genere di cose non esisteva.
Nessuno diceva a qualcuno cosa cantare o cosa non cantare. Proprio non
facevano cose di questo genere. Lo ringrazierò sempre per questo. Johnny
Cash era un gigante, l'uomo in nero. E terrò sempre stretta la nostra
amicizia, fino al giorno in cui non ci saranno più giorni.
Oh, sarei scorretto se dimenticassi Joan Baez. Era la regina della
musica folk, allora come oggi. Le piacevano le mie canzoni e mi portò
con lei a fare concerti, aveva folle di migliaia di persone affascinate
dalla sua bellezza e dalla voce. Alla gente veniva da dire: "Cosa stai
facendo con quel piccolo cespuglioso trovatello messo male?" E a lei
veniva da rispondere a tutti, senza mezzi termini: "Tacete e ascoltate
le canzoni, che è meglio!" Ne abbiamo anche suonato qualcuna insieme.
Nessuno è tosto come Joan Baez. Leale, aperta e assolutamente
indipendente. Nessuno può dirle cosa fare se lei non vuole farlo. Ho
imparato un sacco di cose da lei. Una donna di un’onestà devastante. E
per il suo tipo di amore e devozione, non potrei mai ringraziarla
abbastanza.
Queste canzoni non uscirono dal nulla. Non le inventai di sana pianta.
Contrariamente a quello che diceva Lou Levy, c’era un precedente. Uscì
tutto dalla musica tradizionale: musica folk tradizionale, rock‘n’roll
tradizionale e la musica tradizionale delle grandi orchestre di swing.
Ho imparato i testi e come scriverli ascoltando canzoni folk. Le ho
suonate, e ho incontrato altre persone che le riproponevano quando
nessuno lo faceva. Non cantai altro che queste canzoni folk e loro mi
fecero capire le regole del gioco, che tutto appartiene a tutti.
Per tre o quattro anni ascoltai solo standard folk. Andavo a dormire
cantando brani folk. Le cantai ovunque: club, feste, bar, caffetterie,
campi, festival... E lungo la strada incontrai altri cantanti che
facevano la stessa cosa e imparammo canzoni l'uno dall'altro. Potevo
imparare una canzone e cantarla nel giro di un'ora dopo averla sentita
una sola volta.
Se voi cantaste John Henry tante volte come me...
John Henry was a steel-driving man / Died with a hammer in his hand /
John Henry said a man ain't nothin' but a man / Before I let that steam
drill drive me down / I'll die with that hammer in my hand (3)
Se aveste cantato quella canzone tutte le volte che l’ho fatto io, anche
voi potevate scrivere “How many roads must a man walk down?”
Big Bill Broonzy aveva una canzone intitolata Key to the Highway.
I've got a key to the highway / I'm booked and I'm bound to go / Gonna
leave here runnin' because walking is most too slow
L’ho cantata un sacco. E se la canti un sacco, puoi davvero scrivere:
Georgia Sam he had a bloody nose / Welfare Department they wouldn’t give
him no clothes / He asked poor Howard where can I go / Howard said
there’s only one place I know / Sam said tell me quick man I got to run
/ Howard just pointed with his gun / And said that way down on Highway
61 (4)
L’avreste scritta se anche voi aveste cantato Key to the Highway tanto
quanto me.
Ain't no use sit 'n cry / You'll be an angel by and by / Sail away,
ladies, sail away (5)
I'm sailing away my own true love… Boots of Spanish Leather. Sheryl Crow
l’ha appena cantata.
Roll the cotton down, aw, yeah, roll the cotton down / Ten dollars a day
is a white man's pay / A dollar a day is the black man's pay / Roll the
cotton down (6)
Se voi aveste cantato questa canzone tanto quanto me, avreste potuto
scrivere I ain't gonna work on Maggie's farm no more.
Ho cantato tante canzoni del genere “come-all-you”, “venite tutti qui”.
Ce ne sono un sacco. Troppe per contarle.
Come along boys and listen to my tale / Tell you of my trouble on the
Old Chisholm Trail (7)
Oppure:
Come all ye good people, listen while I tell / the fate of Floyd Collins
a lad we all know well / The fate of Floyd Collins, a lad we all know
well (8)
Come all ye fair and tender ladies / Take warning how you court your men
/ They're like a star on a summer morning / They first appear and then
they're gone again (9)
If you'll gather 'round, people / A story I will tell / 'Bout Pretty Boy
Floyd, an outlaw / Oklahoma knew him well (10)
Se cantavate tutti questi "come-all-you" per tutto il tempo che ho fatto
io, avreste potuto scrivere:
Come gather 'round people where ever you roam / Admit that the waters
around you have grown / Accept that soon you'll be drenched to the bone
/ If your time to you is worth saving / And you better start swimming or
you'll sink like a stone / The times they are a-changing
Anche voi avreste potuto scriverle. Non è affatto un segreto. Ti viene
in modo subliminale e inconscio, ti basta sapere questo. Era tutto
quello che mi stava a cuore. L’unico tipo di canzoni che avesse senso.
When you go down to Deep Ellum keep your money in your socks / Women in
Deep Ellum put you on the rocks (11)
Cantate quella canzone per un po' e potreste uscirvene con:
When you're lost in the rain in Juarez and it's Easter time too / And
your gravity fails and negativity don't pull you through / Don’t put on
any airs / When you’re down on Rue Morgue Avenue / They got some hungry
women there / And they really make a mess outta you (12)
Tutte queste canzoni sono collegate. Non fatevi ingannare. Io aprii solo
una porta diversa in un modo diverso. È diverso, ma dice la stessa cosa.
Non pensavo fosse qualcosa di straordinario.
Bene, io credevo di fare qualcosa di naturale, ma, fin dall'inizio, per
qualche motivo le mie canzoni divisero. Dividevano le persone e non ho
mai capito perché. Alcuni si irritavano, altri le amavano. Non so perché
le mie canzoni avessero detrattori e sostenitori. Era uno strano
ambiente per buttare nella mischia le vostre canzoni, ma io lo feci
comunque.
L’ultima cosa cui pensavo era a chi importasse la canzone che stavo
scrivendo. Le scrivevo e basta. Non pensavo che stessi facendo qualcosa
di diverso. Pensavo che stavo solo estendendo la linea. Forse in modo
poco ortodosso, ma stavo solo approfondendo le situazioni. Forse in modo
difficile da catalogare, ma che importa? Un sacco di persone sono
difficili da catalogare. Devi accettarlo.
Non m’interessava davvero quello che Lieber e Stoller pensassero delle
mie canzoni. A loro non piacevano, ma a Doc Pomus sì. Era giusto che a
loro non piacessero perché anch’io non ho mai amato le loro canzoni.
"Yakety yak, non essere insolente", “Charlie Brown fa il pagliaccio",
"Baby, sono il tuo porcellino" (13). Canzoni di scarso valore. Non
dicevano niente di importante. Le canzoni di Doc [Pomus] erano meglio.
This Magic Moment, Lonely Avenue, Save the Last Dance for Me... Canzoni
che mi spezzavano il cuore. Pensavo che avrei preferito la sua
benedizione piuttosto che la loro.
Ahmet Ertegun non aveva una grande opinione delle mie canzoni, ma Sam
Phillips sì. Ahmet ha fondato la Atlantic Records. Ha prodotto grandi
dischi: Ray Charles, Ruth Brown, LaVerne Baker, solo per citarne alcuni.
Uscirono dei grandi dischi da lì, senza dubbio. Ma Sam Phillips ha
registrato Elvis e Jerry Lee, Carl Perkins e Johnny Cash. Visioni
radicali che hanno scosso l'essenza stessa dell'umanità. Una rivoluzione
nello stile e nelle intenzioni. Forme e colori forti. Radicali fino
all'osso. Canzoni che ti scorticavano. Rinnegati a tutti gli effetti che
fecero canzoni che non sarebbero mai tramontate, e le sentiamo ancora
oggi. Oh sì, preferirei avere la benedizione di Sam Phillips ogni
giorno.
Persino Merle Haggard non aveva grande considerazione delle mie canzoni.
Lo so, anche se non me lo disse mai. Ma Buck Owens sì, e incise alcune
delle mie prime canzoni. Ora, io ammiro Merle Haggard - Mama Tried, The
Bottle Let Me Down, I'm a Lonesome Fugitive. Le capisco tutte, ma non
posso immaginare Waylon Jennings che canta The Bottle Let Me Down.
Mi piace Merle, ma non è Buck. Buck ha scritto Together Again e quella
canzone surclassa qualunque cosa sia uscita da Bakersfield (14). Buck
Owens e Merle Haggard? Se si deve avere la benedizione di qualcuno,
potete immaginarvi da chi.
Quello che vi sto dicendo è che le mie canzoni sembrano dividere le
persone.
Persino nell’ambiente musicale. E anche i critici musicali. I critici mi
stanno sempre addosso, fin dal primo giorno. Alcuni sostengono che non
so cantare. Che gracchio, come una rana. Perché non dicono lo stesso di
Tom Waits? I critici dicono che la mia voce è andata, che non ho più
voce. Perché non dicono queste cose di Leonard Cohen? Perché ricevo un
trattamento speciale? I critici dicono che non so seguire la melodia e
parlo a modo mio nelle canzoni. Davvero? Non l’ho mai sentito dire a
proposito di Lou Reed. Perché lui l’ha fatta franca? Cos’ho fatto io per
meritare questa attenzione speciale? Perché a me, Signore?
Nessuna estensione vocale? Quand’è stata l'ultima volta che l’avete
letto a proposito di Dr John? Non l’avete mai letto di Dr John. Perché
non lo dicono di lui? Biascico le parole, non ho dizione. Chiedetevi se
questi critici hanno mai ascoltato Charley Patton, Son House o [Howlin’]
Wolf. Parole biascicate e dizione! Perché non dicono le stesse cose di
loro? Perché a me, Signore?
I critici sostengono che storpio le mie melodie, rendo irriconoscibili
le mie canzoni. Ah, davvero? Lasciate che vi dica una cosa. Qualche anno
fa ero a un incontro di boxe, Floyd Mayweather (15) combatteva contro un
portoricano. E l’inno nazionale portoricano, qualcuno lo cantava ed era
bellissimo. Era una cosa sentita, commovente.
Dopo è stato il momento del nostro inno nazionale. E a cantarlo fu una
cantante soul molto popolare. Cantò ogni nota, quelle che esistono e
anche alcune che non esistono. A proposito di storpiare una melodia...
Prendete una parola di una sola sillaba e fatela durare per un quarto
d’ora. Lei stava facendo ginnastica vocale come se fosse su un trapezio.
Ma per me non è stato divertente.
Dov’erano i critici? Storpiare i testi? Storpiare una melodia? Storpiare
una canzone tanto amata? Incolpano solo me. Ma non credo di farlo. Penso
che siano i critici a dire che lo faccio.
Sam Cooke, quando gli dicevano che aveva una bella voce, rispondeva:
"Beh, è molto gentile, ma le voci non devono essere giudicate per quanto
sono belle. Quello che conta è se ti convincono che stanno dicendo la
verità." Pensateci la prossima volta che ascoltate un cantante.
I tempi cambiano sempre. Sul serio. E devi essere sempre pronto per
qualcosa che arriva e che non ti saresti mai aspettato. Una volta,
quand’ero a Nashville per registrare dei dischi, lessi un articolo,
un’intervista a Tom T. Hall. Tom si lamentava di qualche nuova canzone,
non riusciva a capire di cosa parlasse quel nuovo genere di canzoni che
stavano uscendo.
Ora, Tom è stato uno degli autori più importanti di Nashville. Molte
persone hanno inciso le sue canzoni e lui stesso l’ha fatto. Ma si stava
lamentando di James Taylor, di una canzone che James aveva intitolato
Country Road. E Tom se la prendeva così in questa intervista: “James non
dice nulla di una strada di campagna. Dice solo come ci si può sentire
su una strada di campagna. Io non lo capisco."
Okay, qualcuno potrebbe dire che Tom è un grande autore. Non lo metto in
dubbio. Al tempo di questa intervista, ascoltavo una sua canzone alla
radio. Si chiamava I Love. La stavo ascoltando in uno studio di
registrazione, lui vi elencava tutte le cose che ama. Il genere di
canzone per tutti, che cerca di entrare in contatto con la gente
cercando di convincerti che lui è proprio come te e tu sei proprio come
lui. Tutti amiamo le stesse cose e tutti siamo sulla stessa barca. A Tom
piacciono le piccole anatre, i treni lenti e la pioggia. Ama i vecchi
camioncini e i ruscelli di campagna. Dormire senza sogni. Il bourbon in
un bicchiere, il caffè in una tazza. I grappoli di pomodoro e le
cipolle. (16)
Capitemi bene, io non voglio assolutamente denigrare un altro autore.
Non è nelle mie intenzioni. Non sto dicendo che è una brutta canzone.
Sto solo dicendo che mi sembra un po' trita e ritrita. Comunque, era
nella Top 10. Tom e pochi altri autori si erano cuciti su misura tutta
la scena di Nashville. Se volevi incidere una canzone e farla entrare in
classifica, dovevi andare da loro, e Tom era uno dei migliori. Erano
perfettamente a loro agio a fare quelle cose.
Questo accadeva nel periodo in cui Willie Nelson prese e si trasferì in
Texas. È ancora in Texas. Tutto era così perfetto. Tutto andava bene
finché... Finché Kris Kristofferson arrivò in città. Oh, non avevano
visto nessuno come lui. Arrivò in città da par suo, come un gatto
selvatico, atterrando in elicottero nel giardino di Johnny Cash (17).
Non era certo il tipico cantautore. E mirò alla gola. Sunday Morning
Coming Down.
Well, I woke up Sunday morning / With no way to hold my head that didn't
hurt / And the beer I had for breakfast wasn't bad / So I had one more
for dessert / Then I fumbled through my closet / Found my cleanest dirty
shirt / Then I washed my face and combed my hair /And stumbled down the
stairs to meet the day
Potete guardare a Nashville come prima di-Kris e dopo-Kris, perché lui
cambiò tutto. Quella canzone rovinò le seratine al poker di Tom T. Hall.
Avrebbe potuto mandarlo al manicomio. Voglia il Signore che non abbia
mai sentito qualche mia canzone!
You walk into the room / With your pencil in your hand / You see
somebody naked / You say, “Who is that man?” / You try so hard / But you
don’t understand / Just what you're gonna say / When you get home / You
know something is happening here / But you don’t know what it is / Do
you, Mister Jones? (18)
Se Sunday Morning Coming Down fece impazzire Tom mandandolo al
manicomio, la mia canzone avrebbe potuto fargli saltare le cervella,
proprio lì, in manicomio. Spero non l’abbia sentita.
Ho appena pubblicato un album di standard, tutte canzoni di solito fatte
da Michael Bublé, Harry Connick Jr., forse Brian Wilson ne ha fatte un
paio, Linda Ronstadt le ha fatte. Rod [Stewart], ovviamente, persino
Paul [McCartney] ha inciso qualcosa del genere. Ma le recensioni dei
loro dischi sono diverse rispetto alle recensioni del mio. Nelle altre
recensioni nessuno dice niente. Nelle mie, devono guardare sotto ogni
sasso e riferire. Nelle altre recensioni, raramente trovate i nomi degli
autori. Non nelle mie. Devono citare tutti i nomi degli autori. Beh,
questo è okay per me. Dopo tutto, sono grandi autori e questi sono
standard. Ho visto le recensioni uscite e in metà delle recensioni sono
citati i nomi di tutti gli autori, come se chiunque li conoscesse.
Nessuno li ha mai sentiti, non nei nostri giorni almeno. Buddy Kaye, Cy
Coleman, Carolyn Leigh, solo per citarne alcuni.
Ma, sapete, sono contento che abbiano citato i loro nomi e sapete
perché? Sono contento perché hanno avuto il loro nome sulla stampa. C’è
voluto un po’ di tempo perché succedesse, ma finalmente sono lì. Mi
chiedo solo perché ci sia voluto così tanto tempo. Il mio unico
rammarico è che loro non siano qui a vederlo.
Il rock'n'roll tradizionale, dicevo prima. È tutta una questione di
ritmo. Johnny Cash l’ha detto perfettamente: Get rhythm / Get rhythm
when you get the blues (19). Davvero poche band di rock'n'roll oggi
suonano con quel ritmo. Non sanno cosa sia. Il rock'n'roll è una strana
cosa composta da due parti. Una è il blues. Un sacco di gente non lo sa,
ma il blues, che è una musica americana, non è quello che si pensa. È
una combinazione di violini arabi e valzer di Strauss insieme. Ma è
vero.
L'altra metà del rock'n'roll è hillbilly. È un termine denigratorio, ma
non dovrebbe esserlo. È un termine che include i Delmore Bros., Stanley
Bros., Roscoe Holcomb, Clarence Ashley, Gid Tanner and the Skillet
Lickers... gruppi così. Distillatori clandestini usciti di testa. Auto
veloci su strade polverose. Questo è il tipo di combinazione che
costituisce il rock'n'roll, e non può essere inventata in laboratorio o
in uno studio. Devi avere il ritmo giusto per suonare questo tipo di
musica. Se non riesci a suonare il blues come si deve, e non hai il
feeling dell’hillbilly, non stai suonando rock‘n’roll. È qualcos’altro,
ma non è quello. Puoi fingere, ma non fare rock‘n’roll.
I critici hanno detto che mi sono costruito una carriera confondendo le
aspettative. Davvero? È questo che faccio? Ecco quello che ho in testa!
Confondere le aspettative. “Cosa fai per vivere?” “Oh, confondo le
aspettative.” Stai cercando un lavoro e il tipo ti chiede: "Cosa sai
fare?" "Oh, confondo le aspettative!” E lui: “Beh, siamo già pieni per
quel posto. Richiamaci. Anzi, non chiamarci, ti chiameremo noi."
Confondere le aspettative! Che cosa vuol dire? Perché io, Signore? Mi
piacerebbe confonderle, ma non so come fare.
I Blackwood Bros mi hanno proposto di fare un disco insieme. Questo
potrebbe confondere le aspettative, ma non dovrebbe. Naturalmente
sarebbe un album gospel. Non penso che sarebbe qualcosa di straordinario
per me. Neanche un po'. Una delle canzoni che sto pensando di cantare è
Stand By Me dei Blackwood Brothers. Non Stand By Me, la canzone pop
(20). No. La “vera” Stand By Me. Quella vera fa così:
When the storm of life is raging / Stand by me / When the storm of life
is raging / Stand by me / When the world is tossing me / Like a ship
upon the sea / Thou who rulest wind and water / Stand by me
In the midst of tribulation / Stand by me / In the midst of tribulation
/ Stand by me / When the hosts of hell assail / And my strength begins
to fail / Thou who never lost a battle / Stand by me
In the midst of faults and failures / Stand by me / In the midst of
faults and failures / Stand by me / When I do the best I can / And my
friends don't understand / Thou who knowest all about me / Stand by me
Questa è la canzone. Mi piace di più della canzone pop. Se mai ne
registrassi una con quel titolo, sarà proprio questa. Sto anche pensando
di registrare una canzone, però non per questo album: Oh Lord, Please
Don't Let Me Be Misunderstood (21). Ma non so, potrebbe andar bene pure
per l’album gospel.
Comunque, io sono orgoglioso di essere qui stasera a MusiCares. Sono
onorato di avere tutti questi artisti che cantano le mie canzoni. Non
c'è niente di paragonabile. Grandi artisti. Che sanno cantare la verità,
e potete sentirla nelle loro voci. Sono orgoglioso di essere qui stasera
a MusiCares. Ho grande considerazione per questa organizzazione. Hanno
aiutato molte persone. Musicisti che hanno dato molto alla nostra
cultura. Vorrei ringraziarli personalmente per ciò che hanno fatto per
un amico mio, Billy Lee Riley. Un amico mio che hanno aiutato per sei
anni, quando aveva problemi e non poteva lavorare.
Billy era un rock'n'roller della Sun. Era davvero originale. Faceva
tutto: suonava, cantava, scriveva. Avrebbe potuto essere una stella più
grande, ma poi arrivò Jerry Lee [Lewis] e sapete cosa succede quando
salta fuori qualcuno così. Devi fare un passo indietro. Non hai più
chance.
Così Billy è diventato uno che nell’industria discografica, con termine
condiscendente, si definisce one-hit wonder, una meteora. Ma a volte,
solo a volte, una volta ogni tanto, una meteora può avere un impatto più
potente di una star con alle spalle 20 o 30 successi. L’hit di Billy si
intitolava Red Hot, ed era davvero rosso bollente. Avrebbe potuto farti
uscire di testa e farti sentire felice per questo. Cambiarti la vita.
Billy lo ha fatto con stile e grazia. Non lo troverete nella Rock and
Roll Hall of Fame. Lui non c'è. Ci sono i Metallica. Gli Abba. Mamas &
Papas... So che ci sono. Jefferson Airplane, Alice Cooper, Steely Dan...
non ho niente contro di loro. Soft rock, hard rock, pop psichedelico.
Non ho niente contro quella roba, ma, dopo tutto, si chiama Rock and
Roll Hall of Fame. E Billy Lee Riley non c'è. Non ancora.
Lo vedevo un paio di volte l'anno e passavamo sempre un po’ di tempo
insieme. Lui era in un circuito di festival revival di rockabilly, e ci
incrociavamo di tanto in tanto. Avremmo sempre passato del tempo
insieme. Era un mio eroe. Sentii Red Hot che avrò avuto solo 15 o 16
anni e mi impressiona ancora oggi. Non mi sono mai stancato di
ascoltarla. Né mai mi sono stancato di vedere Billy Lee esibirsi.
Passavamo il tempo a parlare e suonare fino a tarda notte. Era un uomo
profondo, sincero. Non era amaro o nostalgico. Semplicemente, l’aveva
accettato. Sapeva da dove era venuto ed era contento di quello che era.
(22)
Poi un giorno si ammalò. E come canterebbe il mio amico John Mellencamp
- perché John ha cantato qualche verità - un giorno ti ammali e non ti
riprendi più. È il verso di una sua canzone intitolata Life Is Short
Even on Its Longest Day (23). In effetti, è una delle migliori canzoni
degli ultimi anni. Non sto mentendo. E non mento quando vi dico che
MusiCares pagò le parcelle del medico per il mio amico, e lo aiutarono a
ottenere del denaro. Sono stati capaci di rendergli la vita almeno
confortevole, tollerabile fino alla fine. Questo è qualcosa che non si
può ripagare. Qualsiasi organizzazione che fa questo, dovrebbe avere la
mia benedizione.
Adesso sto per andarmene. Mi levo dai piedi. Probabilmente ho
dimenticato un sacco di gente e parlato troppo di altre. Ma va bene.
Come recita la canzone spiritual, Sto ancora attraversando il Giordano
(24). Speriamo di incontrarci di nuovo. Un giorno. E accadrà, se, come
dice Hank Williams, “il buon Dio lo vorrà e il torrente non straripa”
(25).
NOTE
(1) Si riferisce, ovviamente, a Blowin’ in the Wind.
(2) La canzone di Johnny Cash cui si riferisce è Five Feet High and
Rising.
(3) John Henry è una figura leggendaria del folklore americano, non si
sa se esistito realmente. Schiavo liberato, lavorava come manovale alla
costruzione delle ferrovie. Davanti alla possibilità che lui e i suoi
compagni rimanessero senza lavoro per l’avvento del martello a vapore,
sfidò la macchina, ne uscì vincitore, ma morì per lo sforzo. La ballata,
nata alla fine dell’800, è stata tramandata in diverse versioni e con
varianti nel testo. Tantissimi gli artisti che l’hanno interpreatata:
Mississippi John Hurt, Uncle Dave Macon, Big Bill Broonzy, Leadbelly,
Woody Guthrie, Pete Seeger, Ramblin Jack Elliot, Harry Belafonte, Sonny
Terry & Brownie McGhee, Johnny Cash, Van Morrrison e, in tempi più
recenti, Bruce Springsteen, Drive By Truckers e Joe Bonamassa.
(4) Ovviamente si tratta di una strofa della sua Highway 61 Revisited.
(5) Sail Away Ladies, di Uncle Dave Macon (1927). Il brano venne inciso,
tra gli altri, da Joan Baez, Odetta, Kingston Trio, Harry Belafonte.
Lonnie Donegan la rifece in versione skiffle con il titolo di Don’t You
Rock Me Daddy-O e così entrò anche nel primissimo repertorio dei
Beatles.
(6) Roll the Cotton Down, tradizionale canto marinaresco.
(7) Old Chisholm Trail, tradizionale canto dei cowboy della seconda metà
dell’Ottocento, riadattata e inciso anche da Woody Guthrie. Chilsom
Trail era la pista usata dai cowboy per spostare le mandrie dal Texas al
Kansas; alla stazione di Abilene il bestiame veniva caricato sui treni e
inviato ai mercati della costa est.
(8) The Death of Floyd Collins, del Rev. Andrew Jenkins. Floyd Collins
fu un famoso speleologo morto nel febbraio 1925, intrappolato in una
grotta del Kentucky; i vani tentativi di soccorrerlo, che durarono
alcuni giorni, ebbero una vasta risonanza sui giornali e le radio
dell’epoca.
(9) Come All You Fair and Tender Ladies, ballata folk della regione
degli Appalachi, conosciuta anche come Tiny Sparrow o Little Sparrow.
Interpretata da tantissimi artisti, tra cui Carter Family, Pete Seeger,
Joan Baez, Odetta, Peter Paul & Mary, Dave Van Ronk.
(10) Pretty Boy Floyd, di Woody Guthrie (1939). Dylan ha inciso questo
brano per l’album “A Vision Shared” (1988), tributo alle canzoni di
Woody Guthrie e Leadbelly.
(11) Deep Elm Blues, traditional reso famoso negli anni ’30 dai Shelton
Brothers. Poi inciso, tra gli altri, da Les Paul, Jerry Lee Lewis,
Grateful Dead, Levon Helm, Rory Gallagher. Deep Ellum era il quartiere a
luci rosse di Dallas dove abitualmente suonavano bluesman come Blind
Lemon Jefferson, Blind Willie Johnson e Leadbelly.
(12) Just Like Tom Thumb’s Blues (da “Highway 61 Revisited”, 1965)
(13) Sta citando tre brani di Jerry Leiber e Mike Stoller portati al
successo dai Coasters: Yakety Yak, Charlie Brown e I’m a Hog For You.
(14) Bakersfield, California, tra fine degli anni ’50 e i primi anni
’60, divenne una delle capitali della musica country. A differenza del
country allora prodotto a Nashville e caratterizzato da arrangiamenti
orchestrali, il sound di Bakersfield era basato soprattutto sulle
chitarre e si avvicinava al rock’n’roll. Merle Haggard e Buck Owens sono
stati gli artisti di punta del genere.
(15) Floyd Maywater Jr, campione mondiale in 5 categorie differenti,
sportivo più pagato dell’anno nel 2014 secondo la rivista Forbes, è
curiosamente soprannominato “Pretty Boy Floyd”.
(16) I love little baby ducks, old pickup truck / Slow movin’ trains and
rains... Lo svenevole brano di Tom T. Hall è proprio l’elenco di
banalità che Dylan ricorda.
(17) La famiglia di Kris Kristofferson aveva tradizioni militari e anche
lui venne spinto a entrare nell’esercito, dove ottenne il grado di
Capitano e il brevetto di pilota di elicotteri. Leggenda vuole che
arrivò a Nashville in elicottero, atterrò nel cortile di casa di Johnny
Cash per attirarne l’attenzione e gli consegnò un demo delle sue
canzoni. “Quello che mi stupì di più non fu l’elicottero, ma che non
rovesciò nemmeno un goccio della birra che reggeva nell’altra mano”,
commentava Johnny Cash quando raccontava l’episodio. In una recente
intervista al mensile Uncut, Kris ha rivelato che la storia, in realtà,
se l’inventò di sana pianta Johnny.
(18) Ballad of a Thin Man (da “Highway 61 Revisited”, 1965)
(19) Get Rhythm, il famoso brano di Johnny Cash, lato B del singolo I
Walk the Line (1956)
(20) Da notare che anche questa Stand By Me, portata al successo dai
Drifters, è stata scritta dal duo Leiber & Stoller che Dylan nel suo
speech aveva già punzecchiato pochi minuti prima.
(21) Canzone di Nina Simone, conosciuta soprattutto per la versione di
Eric Burdon & the Animals. Può darsi che Dylan, visto quello che ha
appena finito di dire nel suo discorso, l’abbia citata anche per giocare
sul titolo: Signore, fa che io non rimanga incompreso.
(22) Dylan invitò una volta sul palco Billy Lee Riley, a Little Rock,
Arkansas, l’8 settembre 1992; lo introdusse come “my hero” e insieme
eseguirono Red Hot.
Billy Lee Riley con Bob Dylan – Little Rock, 8 settembre 1992
(23) Longest Days, tratta dall’album di John Mellencamp “Life, Death,
Love and Freedom” (2008).
(24) I'm still just crossing over Jordan, too”, nel testo originale del
discorso. La canzone cui si riferisce è The Wayfaring Stranger,
traditional americano dei primi dell’800 che parla delle pene che
attraversa una persona lungo il viaggio della vita. Incisa su disco per
la prima volta da Burl Ives nel 1944, è stata poi interpretata - e
continua a esserlo - da decine e decine di artisti (Pete Seeger, Peter
Paul & Mary, Joan Baez, Bill Monroe, Frankie Laine, Dolly Parton,
Emmylou Harris, Tim Buckley, Ry Cooder, Johnny Cash, 16 Horsepowers,
Maria McKee, Eva Cassidy, Jack White, Ed Sheeran, Neil Young...). Dylan
la eseguì diverse volte in concerto all’inizio della sua carriera.
(25) “The good Lord willing and the creek don't rise”, nel testo
originale. Espressione popolare dell’Alabama, che era un tormentone di
Hank Williams. È anche il titolo di una canzone di Jerry Reed, resa
celebre da Johnny Cash.
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