MONEY BLUES
di Paolo Vites
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We've got time for an email now, before we get to the end of the week. Let's
go to the email basket. This one comes from Jacquie Vann (?), of Manhatten.
Jacquie writes:
"Bob, I know that Sheryl Crow is a friend of yours, but what is your take on
her using Buddy Holly's great 'Not Fade Away' for a TV hair dye commercial?
I felt the most awful stinging disappointment when I first heard it. I felt
betrayed by Crow, as I'm almost sure Buddy would have - he was such a
stickler for controlling his own material. I can't imagine his liking this
commercial adaptation".
Well Jacquie, I have to disagree with yer. When was the last time you heard
Buddy Holly on the radio? There are not a lot of shows like 'Theme Time
Radio Hour'. A lot of people get to hear commercials, and if if makes one
person curious about Buddy or Sheryl I'm all for it. how many people never
heard of Nick Drake until he was in a car commercial. A lot of musicians
have always been proud to have commercial affiliations. Sonny Boy Williamson
sold flour. I can't imagine Sonny Boy saying 'my blues is too sacred - I
wouldn't sold flour'! Jimmy Rodgers sold biscuits. Sheryl Crow sells hair
dye - more power to her! And Jacquie, have you ever seen a Victoria's
Secrets ad!
(Bob Dylan durante la sua trasmissione radiofonica)
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Quando Michele mi ha chiesto se avrei scritto qualcosa a proposito del nuovo
spot commerciale di Bob Dylan per la Cadillac (che poi è anche uno spot per
il suo programma radio; strano che coloro che adesso si scandalizzano perché
Dylan pubblicizza questa automobile, non abbiano avuto niente da dire per
circa due anni, da quando cioè il programma radio del musicista è appunto
sponsorizzato dalla marca automobilistica americana), perfido come sono, ho
subito pensato: “Adesso sparo lì che lo spot di Victoria’s Secret e della
Cadillac/Theme Time Radio Hour sono le due cose migliori che Bob Dylan ha
fatto negli ultimi 10 anni. Così chi mi accusa di ‘Bertoncellite’ e
quant’altro, avrà una nuova occasione per mettermi nella sua blacklist e
coprirmi di insulti”.
La metto un po’ sul ridere, ovviamente, che è quello che dovremmo tutti fare
davanti a questa presunta “vendita al dio denaro e al commercio” che “la
voce di una generazione” ha ormai fatto sua (ricordiamo ancora lo spot per
l’i-pod, naturalmente). Se visitate il sito ufficiale di Bob Dylan,
troverete un campionario di prodotti in vendita a dir poco imbarazzanti, dai
cappellini di baseball agli orsacchiotti di peluche. Tutti con su il bravo
logo “Bob Dylan”, naturalmente. Per non parlare dello sfruttamento del suo
catalogo musicale a opera della Sony, a cui ovviamente Dylan ha dato il suo
benestare, come il recente cofanetto “Dylan” (peraltro molto bello) e la
campagna promozionale e mediatica degna di un Michael Jackson.
Le peggio critiche che ho letto in giro, comunque, riguardano il fatto che
vabbé, si può anche fare pubblicità per delle mutandine, ma insomma,
pubblicizzare il simbolo stesso dell’inquinamento, del global warming e di
tutte le disgrazie che affliggono questo nostro pianeta come è una
automobile, be’ quello Bob Dylan non doveva farlo. A parte che i meccanismi
(orribili) che regolano il mondo dell’industria pochi li conoscono davvero:
ad esempio, probabilmente Victoria’ Secret ha qualche connessione a livello
di quotazioni di mercato o sa dio con magari una industria che produce armi,
perché così va nel mondo dell’economia. E poi non è sessista e maschilista,
promuovere l’immagine di una donna stupidina e super sexy, buona solo per
andarci a letto come sembra fare lo spot di Victoria’ Secret? Mannaggia, ma
Bob non è femminista?
E infine, ricordiamoci che dietro a una innocente fabbrica di pomodori ci
può essere un industriale che commercia in cocaina.
Poi, credo che oggi le automobili siano fatte con un certo rispetto verso
gli standard anti inquinamento e mi piace ricordare che recentemente a
Milano si è scoperto che 12mila caldaie sono fuori legge e producono il 40%
dell’inquinamento atmosferico della città. Ecco perché non si fanno mai
blocchi del traffico d’estate, quando le caldaie sono spente, ci avete mai
fatto caso? E infine il simpatico paladino dell’enviroment, Al Gore, quando
va in giro a predicare le sue battaglie per la salvezza dell’ambiente, usa
jet supersonici altamente inquinanti. Perché così funzionano le cose: o
torniamo all’epoca pre industriale, oppure i compromessi sono all’ordine del
giorno. In questo, Bob Dylan si dimostra ancora una volta un magnifico
realista.
Ma a me piace sottolineare anche l’indiscutibile livello artistico degli
spot che sta facendo Bob Dylan. Quello di Victoria’s Secret era formidabile:
“l’amore fa male” cantava in sottofondo il nostro, mentre un anziano signore
(Dylan) osserva con un certo senso di impotenza il magnifico corpo di una
giovane ragazza. Lussuria e peccato, il desiderio fa male. Ma anche la
Bellezza, con la B maiuscola, quella che sempre si scorge e si esalta in un
bel corpo di donna, quella Bellezza cantata da Dante Alighieri nella Divina
Commedia, quella Bellezza che rimanda a un Altro, cantata in Sad Eyed Lady
Of The Lowlands, quella Bellezza anelata e ricercata che echeggia nelle
liriche immortali “But I feel nothing for their game where beauty goes
unrecognized”.
Lo spot per la Cadillac/Radio è di nuovo artisticamente formidabile. Intanto
l’ironia del “ogni tanto fa bene deviare”, ovvio riferimento ai paladini
della purezza ideologica ad ogni costo. Poi le splendide immagini di
un’America dimenticata, da sempre nel cuore delle canzoni di Dylan, e lui
che con fare chaplinesco esce dalla vettura per sgranchirsi un po’ le gambe.
E il look, inconfondibile. Sembra che da questa Cadillac lussuosa sia uscito
il fantasma di Hank Williams (che, lo ricordiamo, morì proprio sul sedile
posteriore di una Cadillac). Miti, fantasmi, vecchia e nuova America: in
pochi secondi Bob Dylan fa quello che fa con le sue canzoni. E ci fa
sorridere: “Cosa c’è di meglio che ascoltare della musica mentre sei in
macchina, sempre che un dj non ci parli sopra. A meno che quel dj non sia
io, naturalmente”.
Credo che negli ultimi anni si stia assistendo a una delle svolte epocali di
Bob Dylan. Della serie Newport 65, Nashville, conversione cristiana, ma
pochi se ne stanno accorgendo. Il Dylan del Terzo millennio sta dicendo
addio a un sacco dei suoi fan, rivendicando la sua essenza di uomo libero
sopra a ogni cosa. Lo sta facendo musicalmente: io, fan da oltre un
trentennio (comprai – e mi innamorai di lui - il primo disco di Bob Dylan
nell’estate del 1976) non sono più interessato, ad esempio, ai suoi concerti
da circa 4 anni. Vado ancora a vederlo se capita nella mia città, ma non
ascolto più un bootleg e non apprezzo le sue ultime scelte musicali. Ha
preso una direzione che non condivido, e – most likely you go your way and
I’ll go mine – ci siamo detti addio, da buoni amici.
La musica, gli spot, certe dichiarazioni nella sua autobiografia (“avrei
voluto sparare a tutti quegli hippie che mi entravano in casa”) urlano forte
la sua voglia di togliersi di torno alcuni dei suoi fan. È come un dito
medio alzato a chi (lo ha fatto l’inglese The Guardian proprio ieri) lo
chiama ancora “icona della controcultura”. Aggiungendo: “But don't look to
the man for any sort of spiritual or moral guidance. With these ads, he has
lost any integrity he had left”.
Ma c’è davvero qualche idiota che guarda al signor Bob Dylan come una guida
spirituale e morale? Trust yourself, ci aveva detto più di 20 anni fa.
E per finire in bellezza, ecco alcune “icone morali” che ben prima di Dylan
avevano venduto l’anima al commercio. Come vedete, Bob Dylan è in buona
compagnia, e io spero faccia altri spot formidabili come quelli ha fatto
fino ad oggi:
Ray Charles per la Honda
http://www.youtube.com/watch?v=5gY2ewEDKYA
e la Diet Pepsi
http://www.youtube.com/watch?v=2hrEp1Ho5DM
Frank Sinatra per la birra Michelob
http://www.youtube.com/watch?v=uoXLupglv9Q
Johnny Cash per il Taco Bell
http://www.youtube.com/watch?v=Py9-lncybE8
Lou Reed per lo scooter Honda
http://www.youtube.com/watch?v=fkXxFCu7kPI
The Clash, per l'aspirina
http://youtube.com/watch?v=kZ11qDQ8ZrE
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