“Lotta people seeing double tonight.
From the disease of conceit”
– ‘Disease of Conceit’ (Oh Mercy, 1989)
1972, due ragazzi si azzuffano su un marciapiede fuori da un negozio nel
Lower East Side di Manhattan. Uno è a terra e grida "Ehi, amico, smettila".
L' altro gli sta sbattendo la testa sul marciapiede. Alcuni hippies sono
intorno a loro. Con loro grande sorpresa, il ragazzo che fa il danno risulta
essere Bob Dylan. L'altro è A.J. Weberman, un fan che negli ultimi quattro
anni si era nominato "Dylanologista", rovistando nella spazzatura di Bob per
dimostrare la sua teoria che il suo idolo era un capitalista che affidava i
suoi guadagni ad agenzie immobiliari per comprare case , ed inoltre era un
sionista della prima ora. Dylan, che era stato abituato alla pazienza umana,
cercando di chiarisi attraverso il dialogo con il suo persecutore,
finalmente perse la calma e imboccò un percorso alternativo: il pestaggio
con tutta la forza di cui poteva disporre. Weberman, nel frattempo, prendeva
febbrilmente appunti mentali, che scrisse successivamente in un libro, “My
Life in Garbology”.
A.J. Weberman potrebbe essere stato il primo ad cercare di affondare pubblicamente
in un
buco nero la Dylan-mania, ma lui non era affatto il primo a fissarsi in
questo modo - e tutto questo lo scrisse nelle sue testimonianze. Nel corso
degli anni, i Dylanologisti hanno fatto un sacco di ipotesi sul loro
soggetto preferito, in modo sempre più dettagliato, e spesso con più acuta
intelligenza di ogni altra cosa riconosciuta alle figure relativamente
agganciate al mondo del rock. La Dylanologia è un’ ossessione di classe A
che produce un'attenzione per il personaggio che lascia senza fiato. Mentre
i decenni e gli album passavano, tuttavia, le grandi teorie su Dylan sono
state sostituite da speculazioni più prudenti frutto di una ricerca
dettagliata. Ma se lo scopo è quello di scrivere più a lungo nel tempo cose
su casuali su Dylan, in particolare nel compimento del suo 60° compleanno,
è solo con educazione che si può formulare una teoria su di lui. Non come le
altre teorie? Proprio così. Cercate di resistere al pregiudizio. Se, d'altra
parte, le teorie ci eccitano, ora è tempo di bonaccia: io ne ho tre.
Ecco la prima: Dylan è attualmente il più grande artista del mondo. In
realtà, lui è così grande che la sua intera carriera - picchi, cadute,
resurrezioni, ogni dettaglio - è stata intesa fin dall'inizio come un grande
"happening" progettato per confondere gli intellettuali più incauti. Se pensate
che si immerse volontariamente in un declino che sembrava irreversibile dopo il 1966, vi
siete persi la rinascita. Quella era solo una falsa scomparsa: un
cambiamento di tipo teatrale per ingannare i creduloni che immaginavano di
conoscerlo meglio di quanto lui conoscessse se stesso. Il personaggio
sfilacciato, donnaiolo, ubriacone e padre di più figli illegittimi che
sembrava essere negli anni Settanta (quello che teneva apparentemente i suoi
amici sotto la minaccia di scomunica per le poco lusinghiere chiacchiere su
di lui) - era una finzione sovversiva per dare una svolta alla sua
"carriera" che sembrava averlo bloccato in un’immagine non più fedele alla
sua realtà.
C'è un certo gusto piccante e paranoico in questa decisione, un’ ironia con
stealth-technologied (tecnologia fantasma) che si adatta piuttosto bene a
lui, che osa un rischio notevole, una specie di pazza verità. Ma ovviamente
è una stronzata.
Teoria n. 2, che purtroppo è piuttosto lunga da raccontare. Si comincia con
una proposizione semplice: Bob Dylan è fondamentalmente un essere umano
ed un artista sbagliato, ma è così maledettamente astuto, per non dire
mesmerico, che questo difetto è generalmente rilevabile soltanto come
effetto, non come causa. Ovviamente, coloro che perdono l'effetto non
potranno mai considerare la causa. Tuttavia, abbiamo a che fare con un caso
molto speciale. E' una misura della sua statura artistica che anche coloro
che riconoscono i difetti di Dylan sono convinti di stoppare le
orecchie alla sua musica per il fatto che, in qualche modo discutibile, negli ultimi
40 anni, è stato il più grande individualista creativo al lavoro nel campo
della
cultura popolare.
Vale a dire: in termini popolari, Bob Dylan è un genio, anche se elusivo, e
non ti dice mai altro, senza l'accompagnamento di alcuni gesti mistici, c’è
da crederci. Solo che è difficile da capire. Intendiamoci, sono in buona
compagnia, - probabilmente con la maggior parte dei suoi ammiratori. Per
dimostrarlo, piuttosto che esprimere semplicemente la mia triste opinione,
che potrebbe in realtà anche essere vera, citerò Sam Field, che è cresciuto
nei "sexties", qualche anno più giovane di Dylan: "Anche se ho sempre
studiato la sua musica, non ho capito fino a quando mi sono davvero reso
conto che avevo scoperto quello che stava effettivamente dicendo, che è
ancora un grande segreto per forse il 99% dei suoi fan".( l’ allusione alla
questione degli stimolanti artificiali, insieme ad altre deposizioni
contrastanti dei fans e degli osservatori, è scritta nel libro di Tracy
Johnson, , “Encounters with Bob Dylan” , pubblicato l'anno scorso negli
Stati Uniti da Humble Press).
Ignorare il problema della droga, per ora, ciò che sembra innegabile è che
Dylan è in gran parte un mistero per amici e nemici: qualcuno al di fuori
della lunghezza d'onda umana, su una frequenza che solo chi è più alla moda
può solo sentire.
Infatti, questo era proprio l'assunzione di coloro che hanno partecipato al
culto quasi religioso di Dylan nei tardi anni Sessanta. Se qualcuno nel mondo
allora sapeva che cosa stava succedendo, era il sospettato numero uno - o
almeno così si credeva. I più intelligenti giovani uomini e donne della loro
epoca stravedevano per ogni sua sillaba. Il bisogno di un autorità al di
sopra e al di là delle contingenze della vita nella ribellione giovanile in
corso, lo elessero il Dalai Lama Cool, il Mosè dell'Illuminismo acido,
l' enigma necessario al vertice di un complotto apparentemente senza leader
per liberare la coscienza dell' Occidente. A quel punto, ironia della sorte,
Dylan non poteva essere ignorato, non era amato dagli hippies, non era un
fratello per la bella gente. Era da qualche altra parte, come Johnny
Cash.
Ma non riusciva a stare lontano. Alcuni geni-messianici, in contrasto con la
sua posizione truccata, ancora prudevano in lui. Nel 1975, ha sentito il
tuono nel cielo dell'America e così tornò on the road, forse per esorcizzare
qualcosa, anche se nemmeno lui sapeva cosa. E nel 1979, ecco di nuovo
apparire il suo messianico gene-lampo: mosso dallo Spirito Santo, è
ricomparso con Hellfire per farci la nuova predica.
Tormentato da qualche infezione missionaria, che non riesce a debellare (e
non semplicemente dalla dipendenza della auto-importanza come molte altre
stelle del rock), Dylan sembra destinato per sempre ad oscillare tra il
voler dire qualcosa ed il voler essere lasciato solo. In lui, quindi,
convive una sorta di scissione, o anche di più, nella sua personalità - diviso
o contro se stesso? Molte delle sue canzoni alludono a un concetto (ad
esempio: "Ho combattuto con il mio gemello, il mio nemico interno" in 'Where
Are You Tonight?'), ma i suoi testi sono notoriamente criptici ed i
Dylanologisti hanno speso centinaia di migliaia di parole cercando di
chiarirli.
Se siete sotto i 40 anni, è probabile che troverete la materia soggestiva,
materia
per la quale molti dei nostri anziani continuano a ritenere Bob Dylan
un fenomeno sconcertante. Se avete meno di 20 anni, a meno che non siate
eccessivamente curiosi ed attenti, non avrete la minima idea di chi o che
cosa è e sia stato. Basti dire che il vostro mondo non avrebbe funzionato in
questo modo senza l'influenza dylaniana, che fu uno degli artefici principali di quello che lo
storico Francis Fukuyama ha di recente definito "La grande perturbazione":
il caotico scisma tra due contendenti modi di vita che si è verificato nel
mondo e sviluppato nel corso degli anni Sessanta , e che ha influenzato
quasi ogni sviluppo socio-culturale che oggi vediamo intorno a noi.
Forse Dylan vede se stesso come un agente di questa grande perturbazione ?
Dal momento che era sempre attento a creare confusione ( o auto-protezione
) nelle sue canzoni e nelle interviste, c'è abbastanza materiale per un
revisionista per pensare che egli non intendeva nulla del genere. "Non seguire i
capi", la massima epocale da 'Subterranean Homesick Blues', sarebbe
stato il
suo messaggio più grande. Ma costruire una simile tesi sarebbe comicamente
ottuso. Ogni persona penserebbe che i giovani di quel tempo era agenti in
miniatura della disgregazione, seguendo la guida stabilita dalla nuova gamma
di esigenze giovanili-culturali: i Beatles, gli Stones, Timothy Leary,
Malcolm X, Jimi Hendrix, Frank Zappa, Jim Morrison, The Jefferson Airplane -
e si profila soprattutto con il suo prestigio e la potenza enigmatica di
attrazione ipnotica ... Bob Dylan.
Quali sono stati i motivi per i quali tutti cercavano di cambiare? In
generale: il mondo dei loro padri, che li aveva governati in modo rigido e
severo dall’inizio degli anni Cinquanta: una vita fatta di conformismo,
carrierismo, il militarismo, il materialismo e il razionalismo (o, come i
Byrds hanno detto, "Il grande errore che i nostri insegnanti avevano fatto:
delirio scientifico , la pazzia "). "Gli anni Sessanta" (1962-73 circa) sono
stati, in parte, una ribellione dei figli. Eppure, vista la grandezza del
mondo di oggi che è derivato da essi, allora erano ancora poco conosciute. Il
problema deriva principalmente dalla consuetudine umana di prendere
posizione. Alcuni considerano gli anni Sessanta come una grande
liberazione, altri come l'inizio di un crollo catastrofico di valori. Il
presupposto è naturale che uno di questi punti di vista deve essere
sbagliato. L' idea che entrambe le idee possano aver ragione a loro modo,
come una moneta può essere correttamente descritta in termini diversi a
seconda da che parte di essa si guarda, è difficile da cogliere nella nostra
cultura di opposizione.
La cosa straordinaria è che Dylan c'era totalmente nel cuore riscaldato
degli anni Sessanta, egli lo sapeva, anzi, attraverso il suo famoso "giro
del mondo infame" del 1965-66 si comprende meglio come una drammatizzazione
deliberata si scontri con questa verità scivolosa. O almeno qualcosa che era
iniziato come una tale drammatizzazione deliberata - fino a quando le droghe
cominciarono a prendere piede...
E' come se una sorta di campo di forza venisse "spento". Intorno alle 9:40
di Martedì 17 Maggio 1966, un silenzio stordito cade sulla Free Trade Hall
di Manchester non appena “Like A Rolling Stone” finisce: tutta la turbolenza
cessa bruscamente. Dylan ha evidentemente lasciato il palco alla velocità.
Nel 1999, su Radio 1 di Andy Kershaw ha parlato Malcolm Metcalfe, un fan che
stava nascosto dietro le quinte e stava in piedi vicino all'uscita: "Tutto è
diventatosilenzio improvvisamente. Poi le porte si spalancarono. C’erano due
ragazzi su ogni braccio di Dylan. Si guardarono disperati in giro per uscire
da lì".
Dal momento in cui egli fu assalito dai tifosi inglesi nel maggio 1964,
Dylan si divertiva Dylan a mimare “fughe” da pop star dopo i suoi concerti.
Durante il tour 1965-66, dovette fuggire a rotta di collo dalla città come
un fuorilegge a rotta di collo: era una questione di seria preoccupazione
per la sua sicurezza. A un certo luogo, secondo il chitarrista di Dylan,
Robbie Robertson, "la gente ha attaccato il palco con cose come forbici in
mano - è stato abbastanza spaventoso". Il giorno prima di Manchester, il
concerto di Sheffield era stato ritardato perché qualcuno aveva
apparentemente minacciato di far saltare la hall. Le cose erano ormai fuori
controllo e Dylan ed i suoi assisitenti erano spaventati. Malcolm Metcalfe
era scosso: "L’hanno trascinato via. Lo hanno impacchettato in una limousine
nera e lo vidi sdraiato sul sedile posteriore. Non dimenticherò mai la
faccia di Dylan. Sembrava fosse stato coinvolto in una sorta di incidente
automobilistico, totalmente scioccato e in abbondante sudorazione. "
Dylan è noto per avere continuato lo stesso il tour con un cocktail di
farmaci allarmante, che, a parte ogni altra cosa, è servito a isolare lui
dal caos che lo seguiva. Lo scrittore Johnny Byrne lo ha dopo uno dei suoi
concerti all’Albert Hall (26-27 maggio): "Dylan era visibilmente vibrante.
Mi immagino che fosse stat la stanchezza e una buona dose di sostanze. Era
completamente fuori, c'era un abisso tra lui e qualsiasi tipo di attività
umana". Tra queste sostanze, che avevano sostituito l’ erba e il vino:
probabilmente cocaina o metanfetamine - ed eroina, sniffata o fumata. Più di
un testimone ricorda di aver visto Dylan passare dallo stato comatoso al
pieno rendimento di prontezza in pochi minuti.
Tony Tyler, ex vice direttore di NME , è stato nel camerino di Dylan, prima
del primo concerto all’Albert Hall: "Sembrava pesantemente fuori di se. I
suoi occhi erano spalancati nel vuoto. Non era in condizione di esibirsi.
Qualcuno gli ha portato una tazza di tè nero e un barattolo di miele. Ha
bilanciato la tazza da tè sul bracciolo della sua sedia e cominciato a
versare il miele in essa. La cosa andò avanti per diversi minuti –lo
guardava come se fosse ossessionato da questo flusso di miele - fino a
quando il tè cominciò ad straboccare. Improvvisamente ha fatto uno scatto
convulso e gettò il tutto addosso a Dana Gillespie che era seduta sul
pavimento accanto a lui. Strillò e corse fuori. Dopo di che, Dylan barcollò
fuori per fare il concerto. Egli è stato davvero buono, in particolare con
la Band nel secondo semestre ".
Che cosa ha visto Malcolm Metcalfe - Dylan, apparentemente sotto shock, come
dopo un incidente d'auto - potrebbe essere stato un crollo di routine
provocato da una combinazione di pesante consumo di stupefacenti e lasciarsi
andare dopo la tensione delle prestazioni per le due ore precedenti. Ma
c'era qualcosa di più, qualcosa che sembra aver davvero scosso Dylan,
qualcosa che era successo durante il concerto di soli otto minuti prima: nel
momento del “Giuda”.
Il grido di "Giuda!" Poco prima di 'Like a Rolling Stone', è stato una parte
della mitologia rock fin da quando la registrazione del concerto è stata
fatta uscire della Columbia per la prima volta come bootleg di Bob Dylan -
Royal Albert Hall- 1970. Following the appearance in 1998 of C P Lee’s Like
the Night: Bob Dylan and the Road to the Manchester Free Trade Hall and
Columbia’s belated two-disc concert set (Bob Dylan Live 1966), Dopo
l'apparizione nel 1998 a “Like the night” di C.P.Lee: Bob Dylan and the Road
to the Manchester Free Trade Hall, edli tardivi due CD della Columbia del
concerto, (Bob Dylan Live 1966),ci fu una breve controversia riguardante
l'identità di colui che aveva gridatoquesta parola. Menzionando I suoi
ricordi, un fan dichiarò "Fu un grido dal cuore", che, sosteneva, lo aveva
colto di sorpresa. Ciò ha indotto il vero "urlatore” di Giuda, John
Cordwell, a contattare Andy Kershaw e correggere la dichiarazione. La sua
testimonianza è stato successivamente inclusa nella fine della
ritrasmissione del documentario di Kershaw sul concerto di Manchester, The
Ghost of Electricity (Radio 1, 1999).
Per Cordwell, vedere Dylan per la prima volta fu un grande momento: "Io ed i
miei amici avevamo ascoltato gli album acustici per gli ultimi tre anni,
imparando tutte le parole, studiando il cambio di accordi. A quel tempo
eravamo pop-players della scena folk Manchester, cercando di allontanaci
dalla vecchie tradizioni. " Il cerchio più progressista di Cordwell era
composto da socialisti, per il disarmo nucleare, studenti radicali - persone
per le quali il "folk", con il suo accento risoluto sulle tematiche sociali,
ha avuto un’ influenza fondamentale: "E' stata una vera e propria forza di
cambiamento. Dylan era la nostra 'voce'. "
Nonostante preferisse le canzoni socialmente impegnate incise sugli album
del suo eroe, Cordwell era aperto al nuovo, più personale e diverso
materiale trovato nella performance di Dylan nella prima metà del concerto .
E' stato quello che è successo nella seconda metà, che lo fece arrabbiare:
"Non era semplicemente che la musica fosse elettrica, e che era forte. Ma
questo non era il problema ... anche se la qualità del suono nella sala era
terribile, niente era come l’ originale [l dimostra la registrazione live ]
tavola armonica. Il senso di tradimento che mi sono sentito, condiviso da
molti in quel pubblico, è venuto dal modo in cui Dylan buttatava via quei
testi preziosi. Semplicemente, non si potevano sentire le parole. E - forse
l'ultima goccia – a lui non sembrava interessare un gran che ! Tale
atteggiamento sul palco e l’ arroganza rock-star era una cosa nuova per
Manchester nel 1966. Anche dei super-ego come Jagger, Lennon, non avevano
ancora trattato il loro pubblico dal vivo con una sorta di disprezzo che
Dylan sembrò dimostrare in quella notte. Ero deluso e arrabbiato. Ho dovuto
tirar fuori questi sentimenti ... fargli sapere. Tale messaggio, per me,
voleva dire proprio questo".
Part 3
Attualmente le registrazioni note di Dylan
del tour del 1.965-66 coprono solo una dozzina di questi 75 concerti. Stando
così le cose, è impossibile trarre conclusioni generali sulle sue risposte
in risposta ai brusii che ha ricevuto durante il suo secondo set
amplificato. In generale, sembra averlo condotto senza perdere la calma,
anzi vi sono ragioni (che torneremo a dire) per ritenere che l'aspetto
conflittuale della visita era proprio quello che faceva lui. In questo
contesto, la sua reazione al grido di "Giuda!" è molto significativa. Ecco
un uomo leggendario e veloce che in un botta e risposta deve pensare per
almeno 20 secondi prima di rispondere: "Io non ti credo". Mentre la band sta
per cominciare, aspetta altri 15 secondi prima di ruggirgli indietro: «Sei
un bugiardo". Infine, per quanto riguarda l'intro di “Like a Rolling Stone”,
lo sentiamo allontanarsi dal microfono, sputando fuori "sei un bugiardo del
cazzo" con quella che è, ovviamente, di rabbia genuina. Possiamo concludere
con una certa sicurezza che nessuno negli ultimi 10 mesi gli ha più gridato
"Giuda".
In effetti, la stessa insinuazione di tradimento era già stata espressa da
qualcuno tra il pubblico. Circa 40 secondi prima di “Leopard-Skin Pill-Box
Hat”, un giovane uomo grida "Dov'è il tuo argento?" - Un riferimento al
premio per il quale Giuda tradì Gesù. Dylan, però, non ha sentito questo,
essendo allora preoccupato da un altro evento strano di quella sera
tumultuosa (una storia documentata da CP Lee alle pagine 139-145 di Like the
Night: Bob Dylan and the Road to the Manchester Free Trade Hall ) e dai due
dischi del concerto successivamente pubblicati dalla Columbia. Tuttavia,
l’appellativo di "Giuda" ferì profondamente questo giovane provocatore ,
questo maestro casuale nell’annientare l'orgoglio. La storia inizia più
lontano nel tempo, molto prima della Free Trade Hall di Manchester , bisogna
fare il viaggio indietro ai primi anni di Dylan, quando era qualcun altro,
anche se solo in apparenza ...
Nato in una famiglia operosa della borghesia ebraica a Duluth, Minnesota,
Robert Allen Zimmerman ha dato il suo primo concerto nel 1946 - una breve
esibizione composta da un gridolino e da un bis. Pochi giorni dopo il suo
quinto compleanno, il ragazzo Bobby si alzò di fronte a un gruppo di persone
del comune ed anunciò: "Se tutti in questa stanza staranno tranquilli,
canterò una canzone per mia nonna". Ha poi cantato ‘Some Sunday Morning’ con
slancio sorprendente, sufficiente a tirare giù la casa. Il suo piccolo ,
considerando le parole della madre Beatty, usava "il parlare di Duluth".
Un bambino in grado di comandare una stanza piena di adulti in questo modo è
davvero singolare. Non c'è da meravigliarsi che continuò a tormentare i suoi
genitori per imparare ciò che il loro ragazzo meraviglioso sarebbe stato
destinato a fare. Per quanto riguarda la storia, il giovane Robert non ha
fatto niente più fino al suo bar mitzvah, sette anni dopo, per il quale
aveva imparato l'ebraico e studiato la Torah e il Talmud, sotto la guida del
rabbino di Hibbing, una città mineraria 60 miglia a ovest di Duluth, dove si
erano trasferiti gli Zimmerman nel 1947.
Sebbene Bobby sembra aver sommerso il suo ego forte sotto una doverosa
superficie, mentre l’insolitamente intensa consapevolezza di sé ha
continuato a crescere, incanalata in sogni ad occhi aperti che potrebbero
avere incluso esperienze fuori dal corpo ("Ho avuto alcune proiezioni
stupefacenti quando ero un bambino ") e focalizzata nella pratica
persistente di reimmaginare se stesso come un altro (" Bob Dylan è sempre
stato qui - quando ero bambino c'era anche Bob Dylan ").
Il parallelo con il similmente introverso John Lennon, di otto mesi più
anziano e che quindi sardonicamente osservava gli altri ragazzi dalle cime
degli alberi di Strawberry Fields, è chiaro e significativo. Probabilmente
gli stessi sentimenti e pensieri hanno sfornato ragazzi come Neil Young, Jim
Morrison, Johnny Allen Hendrix (Jimi Hendrix), e altri coetanei poi raccolti
come giovani uomini nella cultura rock della metà degli anni Sessanta. Nei
primi anni Cinquanta, una nuova generazione si muoveva dal conformismo in
esaurimento del periodo post-guerra, un goffo risveglio segnato dalla figura
di Holden Caulfield, l'eroe icona del romanzo profetico di J.D. Salinger,
The Catcher in the Rye (1951) . Dieci anni dopo, John Hammond , produttore
della Columbia , fu così colpito dalla somiglianza del giovane Dylan con
Caulfield che voleva che il suo protetto partecipasse in un adattamento
cinematografico (probabilmente prendendo l'idea dal suo impresario boss
Goddard Lieberson).
In effetti, il cinema era l'agente principale con cui la coscienza dei
giovani era sollecitata - in particolare la comparsa sugli schermi americani
nei film di due giovani elettrizzanti attori: James Dean e Marlon Brando.
Come migliaia di altri ragazzi travagliati della sua età, Robert Zimmerman è
stato colpito attraverso l'anima dalle prestazioni torturate di Dean in
Rebel Without a Cause (1955); ha visto il film quattro volte durante la
settimana che era proiettato ad Hibbing, e convinse i suoi genitori a
compragli una giacca rossa, come quella indossata dal suo eroe. Nello stesso
anno, Dean moriva, a bordo una vettura sportiva che egli abitualmente
guidava troppo velocemente. Il dolore dei Teenagers fu convulso in tutti gli
USA. Fortunatamente per i giovani americani, Brando (di gran lunga il più
grande talento) è rimasto. On The Waterfront e gli uomini erano lì per
consentire a Bobby Zimmerman per affinare la sua mente affamata di stile
ribelle.
Da Brando ha preso la sua camminata squisitamente femminile e l'aura di
insolenza - e non ci può essere alcun dubbio che lui sorrise cupamente nella
platea del cinema Hibbing per il pezzo di The Wild One dove un’altro
motociclista chiede a Brando: " Contro cosa ti stai ribellando?" Brando: "
Tu cosa pensi?" La perversità di questo ironico colloquio, che manifesta una
chiara dissidenza intrattabile, che non sarebbe mai avallata da una parte
del pubblico o che non sarebbe mai potuta essere acquistata da un sacco di
soldi, ha toccato il nucleo stesso di Bob.
Nel 1956, il rock-and-roll invase contemporaneamente le Hit delle radio
nazionali ed i drive-in movie nei parchi d'America. Film come Rock Around
the Clock e The Girl Can't Help It sono stati una sensazione, adolescenti
emozionanti e diffusione di una preoccupazione perplessa tra i loro
genitori. Da quest'anno, all'età di 15 anni, Zimmerman ha iniziato a venire
fuori come un anticonformista, respingendo implicitamente le speranze di suo
padre che diventase un avvocato, trascurando i suoi studi e dedicando la
propria attenzione a tempo pieno al culto di Little Richard. Presto si
sarebbe esibito in concertini locali con la sua rock-and-roll band, pestando
su un pianoforte e urlando come il suo ultimo eroe. A un concerto della
scuola, aveva preso una ulteriore amplificazione per passare il suono
risultante attraverso un microfono multi-PA, facendo saltare i notabili
riuniti nella sala così forte che non potevano, come si dice
convenzionalmente , sentire se stessi pensare. Come per il tour 1965-66, il
nascente Bob Dylan sembrava voler mettere a tacere i suoi critici gelosi di
lui con la forza bruta, cancellando ogni possibilità di uno scambio di
opinioni con il volume vero e proprio.
Egli aveva certamente le sue critiche, proprio come un adolescente - e
poteva essere crudelmente ferito da esse. Sebbene la maggior parte dei
giovani americani apprezzasse il sound grezzo e nuovo che infuriava dalle
loro radio, pochi avevano visto o sentito abbastanza profondamente per
comprendere qualcosa di più del solito sabato notte "hop". Per quanto
riguarda il concetto che i ragazzi della stessa età avevano il diritto di
fare rumore, questo serviva solo per infastidire gli allievi della High
School, per i quali un futuro nel commercio e la iscrizione al Rotary Club
locale sembrava l'ordine che Dio aveva dato alle cose. La grande maggioranza
dei giovani americani bianchi erano , come i Beatles scoprirono verso la
fine del 1964, profondamente "quadrati". L'individualismo della critica di
giovani come Caulfield, Dean, Brando, Jack Kerouac, e presto Bob Dylan, non
avrebbe trovato nessun margine di espressione nelle generazioni precedenti
(con una sola eccezione: il poeta ribelle Arthur Rimbaud, che regolarmente
si installa nel pantheon di Dylan ). Dieci anni prima, la cultura americana
non sarebbe stata pronta per accogliere gli artisti come Dylan. Lui ha avuto
la fortuna di essere arrivato da un benessere post-bellico fomentato da un
complesso di innovazioni dei consumi.
continua.......
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( Major thanks to Martin Colyer for his assistance. Thanks, too, to
John Cordwell, Jon Savage, Andy Kershaw, Charles Shaar Murray, Neil Spencer,
Tony Tyler, Iain Dunn, and Kim).
Ian MacDonald
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