MAGGIE'S FARM sito italiano di BOB DYLAN |
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Dove stai andando Bob ? |
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Già , dove sta andando ? Quante volte mi son fatto
questa domanda da quando lo conosco !
Cominciò per amore della musica o per l’esigenza di
emulare James Dean , Marlon Brando , Elvis Presley ?
Una gita senza scopo in macchina con amici , bevendo
birra e perdendo tempo , si può fare , soldi facili da spendere , facili da
guadagnare , accende la radio , sente “The house of the rising sun” degli
Animals , blocca la macchina , scende e si mette a saltare , a ridere , a
gridare contento , ha trovato la nuova via.
Arriva un album che si intitola “Highway 61 Revisited”
, qualcuno comincia a tendere le orecchie e ad alzare le antenne , fra
questi qualcuno ci sono i tanto idolatrati e decantati pezzenti inglesi che
hanno fatto esplodere la “Beatlemania” nel mondo intero , che dicono di
essere più famosi di Gesù Cristo , si , va bene , non servirà a niente , il
piccolo sporco ebreo di Duluth arriva con “Blonde on Blonde” e spazza via
tutto , riscrive le regole del Rock & Roll , e tutti si adeguano , Beatles ,
Rolling Stones , Beach Boys , scoppia la gara per superare Blonde on Blonde
, e nessuno ci riesce. Non ci risce “Sergent Pepper” , nemmeno “Pet sound” ,
nemmeno i grossolani Stones che suonano il blues e il R&R con l’incudine ed
il martello , nessuno ce la fà , Blonde on Blonde era il top , rimane il top
, è ancora il top, il suo thin-wild-mercury-sound fa ancora accapponare la
pelle , è l’album guida , l’album scuola , l’album - mito , una cosa viva ,
da prendere in mano , da toccare , accarezzare , da guardare , da ammirare ,
da invidiare ed ancora da superare.
La cosa strana è che quel thin-wild-mercury-sound non è
realizzato da musicisti rock , è il frutto dei musicisti di Nashville , i
turnisti che vivono di ballate e di valzer , che timbrano il cartellino
dalle 9,00 alle 5,00 , come un lavoro qualsiasi , a Nashville l’arte è non è
sottovalutata , ma trattata alla stessa stregua di qualsiasi altro lavoro ,
il lavoro dei musicisti è considerato come quello degli impiegati statali ,
timbrare il cartellino , suonare quello che tu mettono davanti e via a casa.
Dylan ribalta Nashville , usa le sue di regole , suona quando ne ha voglia ,
non dice una parola ai musicisti , questi si devono inventare tutto sui due
piedi , è la carta vincente , i musicisti danno tutto di se stessi , della
loro inventiva , della loro capacità , spinti da Dylan all’anarchia
Nashvilliana creano “il capolavoro”, Dylan può permettersi di violare le
regole sostituendole con le sue , e la storia gli darà ragione.
Nasce la storia dell’incidente motociclistico , chi dice vero , chi dice inventato , per giustificare l’improvvisa sparizione dalle scene del genio musicale del secolo. In quel periodo di assenza attiva dal palco Dylan si riposa , cerca di ritrovare una dimensione umana , quella di superstar è un fardello micidiale , deve ridimensionare il fenomeno che lui stesso ha creato e che lo stava portando all’autodistruzione. Bisognava fermare quel gioco al massacro e lui lo fa , si ritira nella
sua casa di
Woodstock . Gli Hawks , diventati The Band lo seguono , affittano una
piccola fattoria nelle vicinanze , la pitturano di rosa , in cantina
sistemano strumenti e registratori , si trovano pomeriggi interi a suonare
tutto quello che gli passa per la mente , nasce il mito di Big Pink e dei
Basemet tapes. Dylan si diverte a fare il padre e il marito a tempo pieno ,
fa le cose che fanno tutti , compra il pane dal fornaio , va dal falegname ,
gioca col piccolo Jesse , passa ore serene con Sara , ma non durerà per
diversi motivi. E’ ancora troppo al centro dell’attenzione anche se sembra
sparito dalla scena pubblica , la pressione mediatica è sempre al limite ,
Dylan decide di farsi dimenticare , fa uscire “What’s that shit ?” ( Self
portrait ) , un disco al limite dell’idiozia , della banalità e della
bruttezza assoluta , ma ottiene l’effetto contrario , il disco vende
moltissimo e lui si ritrova ancora sulle prime pagine di tutte le riviste .
Dylan è sempre stato un animo inquieto , alla ricerca di nuovi mondi da
esplorare fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima direbbe il
Capitano Kirk , la vita di campagna e di cittadino qualunque comincia a
pesare , l’irrequietezza diventa proponderante , Dylan molla tutto , torna a
New York , riprende a farsi vedere in giro ed a frequentare i vecchi amici ,
e proprio con loro nasce l’idea di quel grande ed insuperato tour che lo
porterà nel 75 e 76 a suonare in tutti gli stadi d’America e che prenderà il
nome di Rolling Thunder Revue. É l’apoteosi del Dylan artista e la fine del
Dylan marito e padre di famiglia. Troppa gente e soprattutto troppe donne
bazzicano intorno a lui nella RTR .
The sad eyed lady of the lowlands abbandona il
carrozzone .
Dylan è sempre più solo , anche per uno come lui la famiglia è importante ,
e la fine del suo piccolo mondo all’interno del grande mondo che lo circonda
lascia il segno , le canzoni parleranno sempre più d’amore , di rimpianti ,
non protesterà più con la forza e la veemenza dei suoi anni giovanili ,
Dylan è un uomo maturo ormai lontano dal 68 e da tutte le cose negative e
orribili che quegli anni hanno portato nel mondo , il Viet Nam , le rivolte
dei negri conti i bianchi , le rivolte dei negri contro i negri che
cercavano di integrarsi , le Black Panther , il Laos , la Cambogia , la Baia
dei Porci , Martin Luther King , John Kennedy , Bob Kennedy , John Lennon ,
Jim Morrison , Janis Joplin , Brian Jones , muoiono come cavallette sotto i
colpi dell’Establishment , la “summer of love” è solo un ricordo documentato
da un film , i padri hanno ripreso il controllo sui figli , L’America ha
ripreso in mano la situazione a colpi di fucile , di cannone , di pistola ,
di strane overdoses , di C.I.A. , di F.B.I. e di sindacati vari che non
vogliono perdere il loro potere , bugie e menzogne , segreti di stato in
quantità industriale. La controcultura è stritolata senza pietà dal
bulldozer americano. Cos’è rimasto di quegli anni ? Solo Bob Dylan , diverso
, ma sempre Dylan , osannato , contestato , ma sempre Dylan, gli altri , in
un modo o nell’altro spariranno tutti , lui , forse unto da qualche nume
supremo rimane e regge ancora.
Scopre Dio , diventa cristiano , scrive canzoni
rock-gospel inspirate all’argomento , sembra un pastore che fa il suo
sermone sfruttando l’occasione del concerto , è contestato e deriso ancora
una volta , ma la sua popolarità non cala di un punto.
Gli anni passano , la voce cala , diventa roca , a volte manca , a volte
parla , a volte farfuglia , a volte borbotta , la folla si scatena di nuovo
, lo loda , lo assalta , lo deride , lo schernisce , ma tutto questo non
cambia lo stato delle cose , gli show continuano ininterrottamente , voce o
non voce , band buona o band cattiva , cambiano solo le recensioni e le
opinioni di quelli che vorrebbero il Dylan immutabile , quello che piace a
loro , quello di Blonde , quello di Blood , quello della RTR , quello di
ieri e quello di oggi. Lui continua a guardare di traverso il suo pubblico
con gli occhi semichiusi , sa come fare per tenerli in pugno , 10 canzoni
pietose ma ne basta una fatta alla Dylan per scatenare l’uragano .
Nient’altro da fare , prendere o lasciare , e tutti noi , a volte con gioia
e a volte con rammarico , continuiamo a prendere.
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