Bob Dylan
No One Else Could Play That Tune,
You Know It Was Up To Me

di Leonardo Mazzei

Bob Dylan
No One Else Could Play That Tune,
You Know It Was Up To Me

di Leonardo Mazzei

1 - And if whiskey don't kill me, then I don't know what will

2 - Don't feel much like a Scarecrow today

3 - To live outside the law (you must be honest)

4 - Where another man's life might begin, that's exactly where mine ends

5 - Looking' to do just one good deed before she died

6 - Ya either got faith or ya got unbelief

7 - Can't remember what part I played or who I was supposed to be

8 - Rise above the darkest hour of any circumstance

9 - Pretty flowers made for blooming, pretty stars made to shine

10 - The twang of the arrow and the snap of the bow

11 - The future (for me) is already a thing of the past

Appendice 1 – L’accordatura aperta di Blood On The Tracks (1975)

Tangled up in Blue

Simple Twist Of Fate

You're A Big Girl Now

Idiot Wind

You’re Gonna Make Me Lonesome When You Go

Meet Me In The Morning

Lily, Rosemary And The Jack Of Hearts

If You See Her, Say Hello

Shelter From The Storm 


1-And if whiskey don't kill me, then I don't know what will  

Bob Dylan è un musicista unico. E l’aggettivo “unico”, naturalmente, non ha sempre un significato positivo. Il suo modo di comporre è sempre stato influenzato dalla musica tradizionale americana, e con questo termine (volutamente generico) s’intende tutto quello che riguarda il blues, il country e la folk music dalle origini di questi stili.

Dai primi anni sessanta, nel periodo in cui viveva a New York ed era considerato uno dei cardini della musica folk, non si contano i numerosissimi riferimenti alla musica tradizionale, e, nel periodo 61-62, non avendo ancora a disposizione un grosso numero di canzoni proprie, eseguiva praticamente solo canzoni del suo idolo Woody Guthrie e traditionals. Per questo periodo si potrebbe consigliare l’ascolto dei Minnesota Tapes e dei Gaslight Tapes. In questi bootlegs, infatti, si può sentire Dylan eseguire canzoni del “suo” Woody come This Train Is Bound For Glory, Pastures Of Plenty, VD Waltz, VD Blues, VD City, VD Gunner's Blues insieme a tantissimi traditionals come Man Of Constant Sorrow (di Richard Burnett), Railroad Boy (Trad.), Wild Mountain Thyme (Jimmy McPeake), San Francisco Bay Blues (Jesse Fuller), Baby Let Me Follow You Down (Trad./Eric Von Schmidt), Cocaine (Trad./Rev Gary Davis), See That My Grave is Kept Clean (Blind Lemon Jefferson), Black Cross (Joseph S. Newman), No More Auction Block (Trad.), Barbara Allen (Trad.), Moonshine Blues (Trad.), Kindhearted Woman Blues (Robert Johnson) praticamente quasi tutti ripresi in seguito, negli anni. Una delle primissime canzoni di Dylan, Song To Woody (1961), non solo è dedicata a Guthrie, ma deve anche la melodia ad una sua canzone chiamata 1913 Massacre ed un verso in prestito da Pastures of Plenty (sempre di Guthrie) che contiene “We come with the dust and we go with the wind”, inserito da Dylan come “Here's to the hearts and the hands of the men/That come with the dust and are gone with the wind”. Lo stesso si può dire di Hard Times In New York Town (1961) che è basata su Penny's Farm dei The Bently Boys registrata  nel 1929 o di Talkin’ New York, e di moltissimi talkin’ blues seguenti (Talking Bear Mountain  Picnic Massacre Blues, Talkin' Devil, Talkin' John Birch Paranoid Blues, Talking New York   Blues, Talkin' World War III Blues), che, appunto, ereditano completamente la struttura dei componimenti di quel tipo con la sequenza base di Sol, Do e Re. Se, ancora, si pensa a Corrina, Corrina inclusa nel suo secondo album, Dylan riadatta (quasi completamente, in questo caso) una vecchia canzone blues spesso suonata anche da Mississippi John Hurt, Mance Lipscomb e Sleepy John Estes inserendogli anche un verso adattato da Stones in My Passway di un altro mostro sacro del blues, Robert Johnson (il verso è quello che recita “I got a bird that whistle, …”). In questo periodo, Dylan è particolarmente “Guthriano” nelle sue esecuzioni vocali e dimostra, in ogni caso, di avere una buona tecnica chitarristica (anche se non particolarmente “pulita”) ma, soprattutto, dimostra una straordinaria conoscenza di vecchie canzoni, alle quali era probabilmente arrivato grazie alla famosa Anthology of American Folk Music (Folkways, 1952) messa insieme da Harry Smith, una straordinaria collezione di classici della musica folk americana, dai quali Dylan ha pescato anche Honey Just Allow Me One More Chance (Henry Thomas) ed il traditional House Carpenter (in riferimento a questa canzone si consiglia vivamente la lettura di “La Voce di Bob Dylan” di Alessandro Carrera, Intermezzo, Pag. 125).

La fine del periodo a senso unico Guthrie-Traditionals arriva con l’esplosione di Dylan come autore. L’uscita di The Freewheelin' Bob Dylan (1963), infatti, lo consacra come autore principe del movimento folk e come simbolo della protesta giovanile (mai etichette furono più fallaci, ma quali non lo sono?). In ogni caso, anche quest’importantissimo album è quasi completamente legato alla musica tradizionale. Oltre alla presenza delle già citate Corrina, Corrina e Honey, Just Allow Me One More Chance, infatti, scopriamo che la musica di Blowin’ In The Wind è (anche se solo lontanamente) ispirata a No More Auction Block (Trad), e la struttura del testo di A Hard Rain's A-Gonna Fall è da ricercare nella vecchia Lord Randal (Child ballad No. 12) che, ad esempio, recita “Oh, where ha' you been, Lord Randal my son? And where ha' you been, my handsome young man?; I ha' been at the greenwood, mother, make my bed soon For I'm wearied wi' hunting, and fain was lie down". Don't  Think Twice, It's Alright (1963), ancora, deve la struttura di alcune strofe a Who'll Buy You Ribbons When I'm Gone (Paul Clayton) canzone a sua volta basata sul traditional Scarlet Ribbons For Her Hair. Messe a confronto troviamo:

It ain't no use to sit and sigh now, darlin

And it ain't no use to sit and cry now

T'ain't no use to sit and wonder why, darlin

Just wonder who's gonna buy you ribbons when I'm gone.  

e  

So I'm walkin' down that long, lonesome road

You're the one that made me travel on

But still-I-can't-help wonderin' on my way

Who's gonna buy you ribbons when I'm gone
 

Da Who'll Buy You Ribbons When I'm Gone
(Paul Clayton)
 

It ain't no use to sit and wonder why, babe

It don't matter, anyhow

An' it ain't no use to sit and wonder why, babe

If you don't know by now  

I'm walkin' down that long, lonesome road, babe

Where I'm bound, I can't tell

But good-bye's too good a word, gal

So I'll just say fare thee well
 

Da Don't Think Twice, It's Alright (Bob Dylan)  

Girl From the North Country (1963) è basata su Scarborough Fair (Trad), la melodia di Masters of War (1963) viene da Nottamun Town (Trad) e quella di Bob Dylan's Dream (1963) da Lord Franklin (Trad). Tra gli outtake di quell’album (vedi l’ottimo boot The Freewheelin' Outtakes), inoltre, si trovano Milkcow's Calf Blues di Robert Johnson e That's Alright Mama di Arthur “Big Boy” Crudup. Ancora vecchi standard (nell’accezione più positiva del termine).

  Nell’album Dylan dimostra un maggiore controllo del suo strumento, dimostrando di poter fare    ottime cose. Sotto questo aspetto sono sicuramente da tener conto l’arpeggio in Don't Think   Twice, It's Alright e Talkin' World War III Blues, l’hammering in Masters of War e l’utilizzo di  accordature alternative come quella aperta in Re per Down the Highway, I shall be Free, Corrina  Corrina e Oxford Town e la cosiddetta accordatura “dropped” di Re (che è praticamente uguale
 all’accordatura tradizionale, ma con un Re, invece di un Mi, sulla sesta corda) usata con Masters of War ed A Hard Rain's A-Gonna Fall. 


2 - Don't feel much like a Scarecrow today    

 Dylan è ormai un musicista maturo e lo dimostra il successivo The Times They Are A-changin'  del gennaio 1964. In questo album, infatti, sono davvero pochissimi i riferimenti a canzoni  tradizionali. A livello musicale compare una tecnica che comporta il pizzicare, con il plettro, le  corde più basse (in generale la quarta e la quinta) mentre si suona la parte ritmica con gli accordi.
Tale tecnica, tipo “hammering”, è utilizzata in questo caso in Ballad of Hollis Brown e North  Country Blues, ma, lo era già nella precedente House Carpenter. Questo modo di suonare è  probabilmente da ricondurre ad accordi combinati come Re2/Do e Sol/Si, presenti nel finale delle  strofe di The Times They Are A-changin' e con i quali è praticamente costruita anche It's Alright  Ma (I'm Only Bleeding). Dylan utilizzerà questa tecnica anche con la versione live di Desolation  Row del 1966 ed alla fine degli anni ottanta con Waggoner’s Lad (Trad.). L’album si chiude con  la bellissima Restless Farewell (1963) che è basata sia musicalmente sia, probabilmente,  liricamente a The Parting Glass (Trad). In quest’ultima, infatti troviamo “O, all the money e'er I  had I spent it in good company And all the harm I've ever done Alas! it was to none but
me”, e su Restless Farewell “Oh all the money that in my whole life I did spend, Be it mine  right or wrongfully, I let it slip gladly past the hands of my friends To tie up the time most forcefully”.   

Nel seguente album di Dylan anche il titolo, Another Side Of Bob Dylan (1964), ci suggerisce che sarà difficile, a differenza di prima, ritrovare qualche riferimento alla tradizione. Qualcosa è cambiato. Dylan ha abbandonato completamente la protesta e pone le basi per un nuovo modo di scrivere liriche con Chimes of Freedom (ricordiamo che durante le session di Another Side Dylan aveva già composto e registrato anche Mr. Tambourine Man che, però, non fu inserita nell’album. La prima versione la si può comunque ascoltare su vari boots come The Emmet Grogan Acetates & Other Rarities o Hard To Find Vol. 5). Parafrasando il ritornello della grandissima My Back Pages ora era molto più “giovane” di prima. Si può dire, poi, che Dylan mostra un altro lato di sè anche per quanto concerne la musica. In quest’album fa la sua comparsa il giro Sol-Sol/Do-Sol che in seguito Dylan userà spessissimo per “abbellire” gli accordi di Sol.
Questo giro compare in All I Really Want To Do, Chimes of Freedom, Motorpsycho Nightmare e It Ain't Me Babe (soprattutto nelle sue versioni live) ed era già stato utilizzato con Girl From the North Country e (l’identica) Boots of Spanish Leather, più in qualche altra sporadica occasione. Da notare, inoltre, è il particolare utilizzo degli accordi Do/Re e Sol/Re in
All I Really Want To Do, I Don't Believe You e Chimes of Freedom ed il giro Sol-Sol6-Sol7 che troviamo in To Ramona, My Back Pages, I Don't Believe You e Ballad in Plain D e che era già stato utilizzato anche nella precedente With God On Our Side. 


1965. Chiunque conosca Dylan, sa che questo è un anno fondamentale. L’album che segue Another Side, Bringing It All Back Home è quello che rompe definitivamente gli argini della folk music per straripare nel rock-blues. Dylan inserisce nella prima facciata solo brani registrati con una band e nella seconda brani scritti (e registrati) per chitarra e armonica ma che erano lontani anni luce dalla tradizione folk. Basta citare i titoli, uno dietro l’altro, così come ce li troviamo sul disco, per capire quanto può esserci in un’unica facciata: Mr Tambourine Man, Gates of Eden, It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) e It's All Over Now, Baby Blue. Da un altro pianeta.

L’album si apre con Subterranean Homesick Blues, che deve probabilmente l’origine a Too Much Monkey Business di Chuck Berry e Takin’ It Easy di Woody Guthrie/Pete Seeger dalle quali eredita la struttura ripetitiva dei versi. Continua con grandi pezzi come She Belongs to Me, Maggie's Farm e Love Minus Zero/No Limit. In Bob Dylan's 115th Dream, Gates of Eden e nell’outtake If You Gotta Go, Go Now ritroviamo la figura Sol-Sol/Do-Sol di cui abbiamo già parlato ed è da notare che Mr Tambourine Man e It's Alright, Ma (I'm Only Bleeding) sono suonate in accordatura “dropped” di Re (Vedi album Freewheelin’) e Love Minus Zero/No Limit e la finale It's All Over Now, Baby Blue in accordatura “dropped” di Do.

Dopo quest’assaggio, Dylan esce definitivamente “allo scoperto” con l’album successivo Highway 61 Revisited (1965). Un (altro) album fondamentale nella sua storia e, probabilmente, in quella della musica. Primo album (o almeno così pare) a combinare l’uso contemporaneo di pianoforte ed organo, prima grandissima “hit” di Dylan con Like A Rolling Stone che si
differenzia da tutte le altre del periodo per i suoi sei e più minuti di durata e primo singolo (insieme alla precedente Gates Of Eden come B-side) ad andare oltre i 12 minuti.

“Bob Dylan ha portato la poesia nei juke-box” (Allen Ginsberg)

L’album si apre, appunto, con Like A Rolling Stone, che contiene una delle più efficaci e, se vogliamo, semplici (soprattutto se provata al pianoforte) sequenze d’accordi con i suoi Do-Re min(7)-Mi min-Fa-Sol nell’intro e nella prima parte della strofa, per poi passare ad una parte centrale di Fa-Sol che fa da ponte per portarci alla parte finale che è quasi esattamente il contrario della prima con i suoi Fa-Mi min-Re min-Do. E poi il grandissimo ritornello con la sequenza di Do-Fa-Sol. La canzone più che subire influenze, in questo caso, ha influenzato. L’intro di Rimmel (Rimmel, 1975) di Francesco De Gregori e la struttura della sua più recente Sempre e per sempre (Amore nel pomeriggio, 2001), devono pagare un forte scotto alla Rolling Stone di Dylan. Tombstone Blues è un grande blues (reso tale anche dai “lick” chitarristici di Michael Bloomfield) in stile Chuck Berry. It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry, è costruita in 2 versioni, una più blues non inserita sull’album, ma fatta uscire in seguito su Bootleg Series 1-3 con ancora un grande Bloomfield alla chitarra e Dylan al piano e la versione ufficiale completamente strutturata sul giro tanto amato di Sol-Sol/Do-Sol. Di questa canzone ricordiamo la versione acustica eseguita con George Harrison al concerto per il Bangladesh nel 1971. Per le successive, è ancora il blues a farla da padrone; From A Buick 6, in Do e con reminiscenze (elettrificate) da Charlie Patton e Robert Johnson e Ballad Of A Thin Man. Per questa credo sia inutile aggiungere molto, consigliamo solo l’ascolto delle versioni live dal 1966, possibilmente alla Royal Albert Hall (su vari boot, si consiglia Genuine Live 66, 8 CD), dal 1974 con The Band  (sull’ufficiale Before The Flood, per esempio) e dal 1996 su Hard To Find Vol. 5 con Dylan
alla lead guitar.

L'album si conclude con Just Like Tom Thumb's Blues per la quale si consiglia la versione live dell’1988 con G.E. Smith alla lead guitar (bootleg Blown Out On The Trail) e la più recente versione ad Atlantic City nel novembre 2000 (su Pathway To The Stars) e la lunghissima Desolation Row in accordatura “dropped” di Do sull’album, ma suonata in “dropped” di Re nei
live del 1966.  

Con la sua partecipazione a Newport 65, Dylan fa la sua prima apparizione con una backing band ed una chitarra elettrica eseguendo una bellissima versione di Maggie’s Farm sulla quale c’è ancora lo stampo di Bloomfield. Ma non tutti erano pronti. A Dylan viene intimato (diciamo così) di evitare il rock & roll in un tempio del folk come il festival di Newport e lui ritorna sul palco da solo suonando Mr. Tambourine Man e It’s All Over Now, Baby Blue, che, comunque, con il folk non avevano proprio niente a che fare, se non il fatto che erano eseguite solo con chitarra ed armonica.  

Da Newport in poi, in ogni caso, Dylan terrà concerti di rock & roll con una backing band. Il suo primo vero concerto “elettrico” si tiene a Forest Hills il 28 agosto 1965. Con la sua band formata dagli Hawks, gruppo di ottimi polistrumentisti che avrebbero poi formato la mitica The Band, Dylan struttura i concerti dividendoli in una parte iniziale completamente acustica, nella quale si presenta da solo sul palco, ed in una elettrica. Di questo periodo si può ascoltare in buona qualità
audio il concerto dell’Hollywood Bowl di Los Angeles del 3 settembre sul bootleg Electric Black Night Crash (c’è anche la registrazione di Forest Hills, ma la qualità audio è pessima).  

Subito dopo la realizzazione del suo nuovo album Blonde On Blonde, dall’ottobre 1965 al marzo 1966, ma prima della sua uscita, che avverrà solo a maggio, Dylan parte per un tour internazionale che lo porterà a toccare l’Australia e l’Inghilterra. La struttura del concerto, metà acustico e metà elettrico, non cambia, con la differenza che Dylan inserisce le canzoni del nuovo album in repertorio e che il feeling tra lui e la sua band è ormai davvero perfetto. Unico neo, probabilmente, la troppa staticità della scaletta, che con una sola variazione (in Inghilterra Like A Rolling Stone in chiusura sostituisce Positively 4th Street fatta in Australia) rimane la seguente: She Belongs To Me, Fourth Time Around, Visions Of Johanna, It's All Over Now Baby Blue, Desolation Row, Just Like A Woman e Mr. Tambourine Man nella parte acustica e Tell Me Momma, I Don't Believe You, Baby Let Me Follow You Down, Just Like Tom Thumb's Blues, Leopard-Skin PillBox Hat, One Too Many Mornings, Ballad Of A Thin Man e Like A Rolling Stone (Positively Fourth Street). Le parti acustiche di questi concerti sono tra le migliori performance di Dylan di sempre, che canta in modo perfetto ed ipnotico. Non si può ad ogni modo dire diversamente delle parti elettriche che, oltre ad essere eseguite benissimo, mostrano anche la facilità con la quale Dylan e la sua band adattano canzoni “nate” acustiche, come Baby Let Me Follow You Down, I Don't Believe You e One Too Many Mornings, ad un’esecuzione rock con grandi risultati. 

L’album Blonde On Blonde (1966) è un album particolarissimo nel quale Dylan disse di aver
raggiunto, ma senza ricercarlo particolarmente, quel “sottile e selvaggio suono mercuriale”. Le
canzoni sono ancora pervase di tantissimi personaggi allegorici presentati in una parata continua
 che si sviluppa sui 2 LP (Blonde On Blonde è infatti il primo album rock doppio della storia). La
  particolarità delle canzoni ricopre sicuramente un ruolo importante nel periodo dei concerti del
     1966, nei quali, come abbiamo già accennato, Dylan proponeva in “anteprima” queste
   composizioni, prima dell’uscita (o in contemporanea) del disco. Lo sconcerto del pubblico è
  palpabile, e, se vogliamo, capibile, quando si sentono presentare da Dylan le sconosciute 4th
 Time Around, Visions Of Johanna o Just Like A Woman. Anche in quest’album ha una grossa
 importanza il blues. Pledging My Time, per esempio, è direttamente ispirata a Come On in My
 Kitchen di Robert Johnson dalla quale prende in prestito anche lo spunto per il verso “Somebody
 got lucky, but it was an accident” derivato da “Some joker got lucky, stole her back again”
  del blues di Johnson. La Leopard Skin Pill Box Hat di Dylan prende a prestito la struttura di
  Automobile Blues di Lightnin’ Hopkins che fa “I saw you riding 'round in your brand new
   automobile/Yes I saw you ridin' around, babe, in your brand new automobile/You was
      sitting there happy With your handsome driver at the wheel In your brand new
automobile”.

Visions Of Johanna, poi, è una delle migliori cose di Dylan di sempre, anche se, forse, ha sempre
 reso di più in concerto che nella versione “ufficiale”. Anche qui si trova la figura Sol-Sol/Do-Sol
alla fine dei versi che si concludono in Sol. Per questa si consigliano i live del 1966 (naturalmente),
   ma anche la versione ai Tramps di New York del luglio 1999 (bootleg Ace Of Clubs o Oh,
  Tramps It Ain’t No Lie sui quali si trova anche una magnifica Boots Of Spanish Leather). I
 Want You è uno dei pezzi più “pop” di Dylan, ma deve essere per forza di cose ascoltata anche
   nella versione outtake dello show Unplugged per MTV (bootleg Completely Unplugged),
  mentre Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again è stata di solito resa in modo
   splendido nei concerti. Per citarne una versione, comunque, è magnifica quella del 1988 sul
  bootleg Blown Out On The Trail. Davvero poco da dire su Just Like A Woman, se non di
  evitare di accontentarsi della versione su disco e di godersi quella al concerto per il Bangladesh
 nel 1971, quella con Tom Petty & The Heartbreakers del 1986 e (tra le tante del Never Ending
Tour) quella a Woodstock nel 1994.


4 - Where another man's life might begin, that's exactly where mine ends  

Dopo questo grande disco ed i meravigliosi concerti del 1966, Dylan è costretto a fermarsi a
 causa di un indicente motociclistico del quale ancora oggi sono poco chiari i danni. Tornerà su un
 palco solo in un paio d’occasioni (Woody Guthrie Memorial Concert nel 1968 e Isola di Wight
  nel 1969), negli anni successivi, prima di intraprendere un nuovo tour nel 1974 con The Band.

 Il periodo che lo tiene lontano dal palco, però, non è di certo un periodo di inattività. Nel periodo
   di convalescenza registra con i suoi amici della Band una grande varietà di brani composti e
  registrati più per scherzo che per un preciso progetto di album. I Basement Tapes, questo è il
 nome con il quale escono ufficialmente e solo parzialmente, nel 1975, quelle registrazioni diventa,
 in ogni caso, un album cult della storia della musica, creando, tra l’altro, il primo disco di materiale
  bootleg (The Great White Wonder). In questo periodo nascono, comunque, grandi canzoni
  come Tears Of Rage scritta con Richard Manuel, Down In The Flood quasi completamente
   costruita sul giro Sol-Sol/Do-Sol e con riferimenti a James Alley Blues di Richard "Rabbit"
 Brown che dice “I been giving sugar for sugar, let you get salt for salt And if you can't get
 along with me, well, it's your own fault” e che in Dylan diventa “It's sugar for sugar, and salt
   for salt, If you go down in the flood, it's gonna be your own fault”. Ed ancora You Ain’t
    Goin’ Nowhere, This Wheel's On Fire, scritta con Rick Danko, e I Shall Be Released.

    Nello stesso 1967 esce un nuovo disco di Dylan che sembra, però, aver abbandonato le
    atmosfere elettriche per tornare a quelle propriamente acustiche. Con una band formata
 praticamente solo da chitarre acustiche, basso, batteria e pianoforte (poco), Dylan registra John
 Wesley Harding, uno dei suoi dischi più affascinanti e criptici, che contiene grandi perle, con, su
 tutte, All Along The Watchtower. In effetti, si racconta che dopo le registrazioni Dylan decise di
 ritornare in studio per rifare le canzoni con una strumentazione più elettrica, ma fu persuaso dagli
    amici di The Band che il disco andava bene così com’era. L’album suona in modo molto
 particolare, molto “trillante”, probabilmente per il grandissimo uso del capotasto mobile piazzato
  quasi sempre intorno al quinto tasto, nella canzoni John Wesley Harding, As I Went Out One
 Morning, I Dreamed I Saw St Augustine, All Along the Watchtower, The Ballad of Frankie
  Lee and Judas Priest e I Pity the Poor Immigrant. Altro aspetto da notare è che la musica è
 costruita in moltissime occasioni su un giro di accordi molto semplici come nel caso di The Ballad
      of Frankie Lee and Judas Priest (Sol-Si min-La min-Sol), The Drifter's Escape
 (completamente strutturata sul giro di Sol-Sol/Do-Sol), The Wicked Messenger (Sol e Fa) e All
Along the Watchtower (La min-Sol-Fa).

   Dylan, probabilmente però, non si è mai tolto dalla testa l’idea che quelle canzoni andavano
  suonate elettriche, ed infatti, negli anni successivi, la maggior parte di esse, come All Along the
 Watchtower, The Ballad of Frankie Lee and Judas Priest, Drifter's Escape, I Pity the Poor
  Immigrant, The Wicked Messenger e I'll Be Your Baby Tonight, sono state riarrangiate. All
 Along the Watchtower, Drifter's Escape e The Wicked Messenger hanno dato sfogo alla loro
  anima elettrica (All Along The Watchtower praticamente sempre, mentre le altre due solo nel
  tardo Never Ending Tour). The Ballad of Frankie Lee and Judas Priest è stata fatta elettrica
 con i Grateful Dead nel 1987, ma ha probabilmente reso meglio nelle versioni acustiche del NET
che si possono trovare su Pathway To The Stars o su Tomorrow Is Hard Enough, mentre di I
    Pity the Poor Immigrant c’è una versione del 1976 (video Hard Rain) probabilmente
insuperabile.  

  Due anni dopo, nel 1969, Dylan esce con un nuovo album che ci propone ancora un altro suo
lato, fino ad allora inesplorato e solamente anticipato con I'll Be Your Baby Tonight in chiusura di
  John Wesley Harding. Nashville Skyline è un album completamente country che Dylan si è
  divertito a riproporre negli ultimi anni con grandi performance di pezzi come To Be Alone With
 You (consigliate le versioni 1996 o quella 2000 su Tomorrow Is Hard Enough), I Threw It All
 Away (Ravenna 2002, per citarne una), Lay, Lady, Lay (14 Febbraio 1974 con The Band su
  Paint The Daytime Black, o dal tour 1976 o dal Supper Club 1993), Tell Me That It Isn't
  True, Country Pie e Tonight I'll Be Staying Here With You. L’album è suonato veramente
 molto bene e mostra la grande facilità con la quale Dylan riesce a realizzare pezzi in un genere, il
   country, che non è mai stato propriamente il suo, nonostante abbia sempre mostrato grande
simpatia per un mito del genere, Hank Williams.  

L’anno seguente è la volta di un altro album molto particolare, New Morning del 1970. Il disco è
   davvero molto vario e contiene ballate in puro stile “dylaniano”, come If Not For You, New
 Morning e The Man In Me, anch’essa riscoperta nel tardo Never Ending Tour e che, tra l’altro,
apre l’ottimo film dei fratelli Coen “Il Grande Lebowsky” (The Big Lebowsky); ballate, dicevamo,
  miste ad un walzer come Winterlude, alla quale De Gregori si è direttamente ispirato per la sua
  Buonanotte Fiorellino (Rimmel, 1975), al suo grande jazz If Dogs Run Free, anche questo
   eseguito più volte negli ultimi anni (provate la versione su Pathway To The Stars con Matt
   Glaser al violino), ad uno dei suoi più godibili blues, One More Weekend, al criptico Three
  Angels fino alla “preghiera” di chiusura Father Of Night. L’album è suonato molto bene, e vi
 troviamo la figura Do-Do/Si-La min in Day of the Locusts, The Man in Me e Father of Night
   (se suonata in La con il capotasto al terzo tasto), che era presente già sul “no – no – no” nel
ritornello di It Ain’t Me Babe, e che vedremo utilizzata ancora successivamente. 


5 - Looking' to do just one good deed before she died  

   Dal 1970 al 1974, non c’è moltissimo da dire, se non che, per il film di Sam Peckinpah “Pat
    Garret & Billy The Kid”, nel quale recita anche una parte non marginale, sforna la mitica
  Knockin’ On Heaven's Door. Il 1974, poi, oltre a portargli una nuova collaborazione con The
   Band per un tour, gli porta anche una collaborazione discografica con il gruppo che porterà
all’ottimo Planet Waves.

   I capolavori, sul suo nuovo lavoro, sono, probabilmente, Going Going Gone e Dirge, che si
   avvicinano alle sue migliori cose di sempre, senza dimenticare, naturalmente, l’inno Forever
   Young. Ritroviamo, su un po’ di canzoni, il giro Sol-Sol/Do-Sol, come nel bridge di Going
  Going Gone, nell’intro di Something There Is About You e nella prima versione di Forever
 Young (quella apparsa su Biograph). Dylan partirà poi, come abbiamo anticipato, in un grande
  (forse più per organizzazione) tour con The Band, che verrà poi documentato su Before The
Flood (1974).

 Tra il settembre e il dicembre del 1974, poi, Dylan registra tra New York e Minneapolis uno dei
      suoi dischi capolavoro, che uscirà poi nel 1975: Blood On The Tracks. Il disco è
particolarissimo per tanti aspetti. Fu registrato, quasi per intero, per due volte. La prima negli studi
  di registrazione di New York, nei quali Dylan utilizzò solamente l’accordatura aperta di Mi (o
meglio quella aperta di Re, ma con il capotasto al secondo tasto) per tutte le canzoni e, la seconda
   volta, a Minneapolis con dei musicisti del luogo procurategli dal fratello David. Entrambe le
 versioni sono assolutamente indispensabili. La prima presenta un sound unico (bootleg Blood On
 The Traks – NY Session), proprio grazie alla particolare accordatura utilizzata, e presenta una
    voce assolutamente straordinaria capace di esprimere al massimo le nuove atmosfere che
  pervadono i testi, scritti, come lo stesso Dylan dichiarò, con una particolare tecnica di scrittura
 imparata da un pittore. La seconda versione, invece, presenta delle esecuzioni probabilmente più
 precise e, ad ogni modo, registrate in modo perfetto. Su questo album sono presenti capolavori
 assoluti come Tangled Up In Blue, Simple Twist of Fate, You're a Big Girl Now, Idiot Wind,
Lily, Rosemary and the Jack of Hearts e Shelter from the Storm, senza dimenticare un outtake
   come Up To Me (su Biograph). Riguardo alla prima versione, l’accordo chiave del disco è
 sicuramente quello di Mi, che, però, non è suonato a corde “aperte” (come sarebbe stato lecito
   con l’accordatura aperta), ma comunque utilizzando una diteggiatura. Altro accordo molto
 utilizzato è quello di La, anche se la diteggiatura utilizzata non individua un vero accordo di La, ma
   più una variazione dell’accordo di Mi. E’ stato, tra l’altro, notato che l’utilizzo in sequenza di
   questi 2 accordi in accordatura aperta ha, praticamente, la stessa funzione musicale del giro
    (frequentissimo, come abbiamo visto) Sol-Sol/Do-Sol in accordatura “tipica”. Gli accordi
 utilizzati, inoltre, sono praticamente sempre gli stessi per tutte le canzoni. Si consiglia, tra l’altro, a
 chiunque ne abbia la possibilità, di provare a suonare le versioni delle canzoni di Blood On The
  Tracks in accordatura aperta. Non presentano, infatti, grosse difficoltà, ma sentirete il sound
  tipico di quell’album (Vedi Appendice 1). Sulla versione originale, sono però rimasti solamente
  Simple Twist of Fate, You're Gonna Make Me Lonesome When You Go, Meet Me In The
     Morning, Shelter From The Storm e Buckets Of Rain nella versione di New York in
accordatura aperta.

   Nel Luglio del 1975, Dylan registra un altro grande album, Desire, nel quale include la sua
  famosa Hurricane. L’album è caratterizzato da una forte presenza del violino di Scarlet Rivera
  presente in ogni canzone e che contribuisce (fortemente) a dare a quest’album un sound unico.

 In Oh, Sister, Joey e Black Diamond Bay ritroviamo la figura Do-Do/Si-La min utilizzata già in
 New Morning e in It Ain’t Me, Babe. Si segnala, riguardo a questo album, un magnifico outtake
 Abandoned Love, da ascoltare assolutamente nella versione live dell’Bitter End (e non in quella
 presente su Biograph), nel quale troviamo una figura iniziale molto simile a quella presente nella
 contemporanea Mozambique; La versione del Bitter End la si può ascoltare su vari bootleg tra i
quali Songs For Patty Valentine.

 Dopo questi due grandissimi album, Dylan, quasi come se si susseguisse naturalmente, intraprese
  un grandissimo tour, che lo portò in giro per gli Stati Uniti per i successivi due anni. La Rolling
 Thunder Revue, così venne chiamato il tour, fu organizzato da Dylan ed un bel po’ di vecchi amici
 e fu realizzato come un immenso spettacolo itinerante che faceva tappa in luoghi prevalentemente
“provinciali”. Il tour fu anche il presupposto, per Dylan, per girare un film realizzato interamente da
 lui, Renaldo & Clara e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso Rubin “Hurricane” Carter,
 un pugile imprigionato per errore con l’accusa d’omicidio e “protagonista” della sua Hurricane su
  Desire. La parte 1976, della Rolling Thunder, ha anche portato un live ed un video, entrambi
   chiamati Hard Rain. Si consiglia vivamente il video che è una delle migliori cose di sempre.

  I set di Dylan, durante i concerti della Rolling Thunder (non suonava solamente Dylan, infatti),
    erano caratterizzati da un perfetto mix tra perfezione ed improvvisazione. I musicisti erano
  veramente ottimi con una dovuta citazione alla violinista Scarlet Rivera, al bassista Rob Stoner,
    sicuramente uno dei migliori bassisti che abbiano lavorato con Dylan ed il chitarrista Mick
    Ronson. Ai tour del 75-76 dobbiamo alcune tra i più geniali arrangiamenti mai tentati delle
 canzoni. E’ assolutamente indispensabile, infatti, ascoltare le versioni del 1975 di Isis, Romance
    In Durango, Oh Sister, One More Cup Of Coffee e Sara con il violino della Rivera; Le
  elettriche e splendide Hard Rain's A-Gonna Fall (arrangiamento magnifico), It Ain't Me Babe
 (Capolavoro. Vedi “La Voce di Bob Dylan” di Alessandro Carrera, It Ain’t Me, Babe; Canzoni
 di non amore, Pag. 105), The Lonesome Death Of Hattie Carroll e It Takes A Lot To Laugh,
 It Takes A Train To Cry e, infine, la versione chitarra e armonica di Tangled Up In Blue. Non
  da meno, sono certamente le versioni stupende del 1976 di Maggie's Farm, One Too Many
 Mornings, I Pity The Poor Immigrant, Shelter From The Storm, Oh Sister (diversa dall’anno
   precedente), Going Going Gone, Idiot Wind (senza parole), Isis (anche questa diversa),
 Blowin' In The Wind (probabilmente la migliore versione di sempre), Railroad Boy, Deportees e
 I Threw It All Away. Il tutto lo si deve anche ad una band formata da qualcosa come sei chitarre
     più dobro, mandolino, violino, slide guitar, basso, batteria, congas e pianoforte, oltre,
 naturalmente, alla chitarra ed all’armonica del capobanda Dylan. Guardando il video Hard Rain,
  tra l’altro, si comincia a vedere Dylan “azzardarsi” in qualche timido (ma inconfondibile) assolo
  (One Too Many Mornings o I Pity The Poor Immigrant). Solo un’anticipo della sua chitarra
solista nel tardo Never Ending Tour.  

 Per un nuovo disco in studio di Dylan si dovrà attendere il 1978 con Street Legal. Anche questo
  lavoro è molto particolare e contiene alcune tra le più grandi canzoni di Dylan come le criptiche
    Changing of the Guards, Senor (Tales of Yankee Power) e Where Are You Tonight?
  (Journey Through Dark Heat). L’album contiene vari riferimenti al bluesman Robert Johnson
 con la canzone Is Your Love In Vain? Che prende a prestito parte del titolo dalla Love In Vain
Blues di Johnson, varie citazioni come "My last fair deal gone down", "Killing me by degrees" e
 "Juice running down my legs" da sue canzoni, fino allo splendido blues elettrico New Pony nel
 quale troviamo "Well now, it was early in the mornin', I seen your shadow in the door/It was
  early in the mornin', I seen your shadow in the door/Now, I don't have to ask nobody... I
  know what you come here for" direttamente derivato da Me and the Devil Blues, sempre di
   Johnson, che ha invece "Early this mornin' when you knocked upon my door/Early this
  mornin' when you knocked upon my door/And I said, "Hello, Satan, I believe it's time to
go". Non è in ogni caso questo l’unico riferimento ai vecchi bluesman di New Pony, avendo radici
 anche in Charlie Patton e Son House. La Pony Blues di Patton, infatti, ha “You know, the horse
    that I'm riding, he can fox-trot, lope and pace/Hmm, he can fox-trot and lope and
  pace/Y'know, a horse with that many gaits, y'know, booked to win that race.”, mentre la
 New Pony di Dylan ha “I got a new pony, she knows how to fox-trot, lope and pace/Well, I
 got a new pony, she knows how to fox-trot, lope and pace/She got great big hind legs and
long black shaggy hair hanging in her face”.

  Riguardo alla musica in Is Your Love in Vain? Possimo ancora notare il giro Sol-Sol/Do-Sol,
   insieme a quello Do-Do/Si-La min presente anche in Senor (Tales of Yankee Power). Altra
  curiosità, in Where Are You Tonight? (Journey Through Dark Heat) abbiamo la sequenza di
  accordi Fa-Mi min-Re min-Do che possiamo trovare già, ed in sequenze importanti, in Like A
 Rolling Stone, Queen Jane Approximately e Just Like A Woman. Dopo Street Legal, Dylan
  intraprese un tour che lo portò in giro per il mondo, nel quale, sulla scia della Rolling Thunder,
 proverà nuovissimi arrangiamenti per le sue canzoni. Il tour è preceduto da un paio di magnifiche
   session di prova documentate su magnifico bootleg Darkness At The Break Of Noon. In
     questo tour, che porterà anche al live At Budokan (1978), troviamo delle nuove Mr.
 Tambourine Man e Don't Think Twice, It's All Right, una Tangled Up In Blue completamente
riscritta, One More Cup Of Coffee e All I Relly Want To Do rigenerate dal nuovo arrangiamento
più veloce ed una It’s All Right Ma (I’m Only Bleeding) per la prima volta elettrica. Anche qui la
 band ha una grande importanza nella caratterizzazione degli arrangiamenti essendo formata da tre
  chitarre, sassofono, flauto, percussioni, violino, mandolino, tastiere, basso e batteria, oltre alla
presenza di tre coriste. 


6 - Ya either got faith or ya got unbelief  

  Where Are You Tonight? (Journey Through Dark Heat), canzone che chiude Street Legal,
  incomincia con “There's a long-distance train rolling through the rain”. Nessuno avrebbe
 però immaginato che, questo treno, avrebbe perso gradualmente velocità e acquistato fortissima
 convinzione divenendo Slow Train Coming (1979). Dal lato del suo pubblico, infatti, l’uscita di
 quest’album avrebbe causato uno sconcerto probabilmente superiore a quello della “conversione”
 dal folk al rock, poiché qui si ritrovava un Dylan convertito al cristianesimo. Registrato con Mark
   Knopfler e Pick Withers dei Dire Straits, questo è probabilmente il migliore della cosiddetta
     “trilogia cristiana”, anche se definito, con più di una vena critica, come un album “poco
 personale”. Si ritrova, di certo, la mano di Knopfler, soprattutto in pezzi come Precious Angel,
 ma è assolutamente chiara quella di Dylan, soprattutto nei blues come Gotta Serve Somebody e
   Gonna Change My Way Of Thinking, oltre che, naturalmente, nei testi. In questo caso, ad
   esempio, il marchio di Dylan è chiarissimo quando scopriamo un riferimento di Gotta Serve
   Somebody a una canzone di Guthrie chiamata Little Black Train, che recita “You may be a
  bar-room gambler/And cheat your way through life/But you can't cheat that little black
 train” anche se Dylan, nel suo blues, esaspera le immagini con “You may be an ambassador to
   England or France, You may like to gamble, you might like to dance, You may be the
 heavyweight champion of the world, You may be a socialite with a long string of pearls But
  you're gonna have to serve somebody, yes indeed You're gonna have to serve somebody,
 Well, it may be the devil or it may be the Lord But you're gonna have to serve somebody”.
 C’è una forte presenza degli accordi base presi con il barrè tra il quinto ed il settimo tasto come in
 Slow Train, Do Right to Me Baby, When You Gonna Wake Up? e Man Gave Names to All
 the Animals ed oltre ad una buona varietà musicale il disco è caratterizzato dalla presenza, come
  nel precedente, di tre coriste. L’album portò a Dylan il suo primo Grammy Award, come ”Best
   Male Rock Performance”, per Gotta Serve Somebody che eseguì in modo magnifico alla
 premiazione alla quale disse anche, riferendosi al premio appena consegnatogli, “Me lo aspettavo
 e voglio ringraziare Dio per questo …”. Nello stesso anno, poi, partì per un tour negli Stati Uniti,
   nel quale, però, non eseguì alcuna canzone “classica” lasciando spazio solo alle nuove. Quei
  concerti provocarono, come un pò tutti i comportamenti di Dylan in quel periodo, delle critiche
 molto discordanti; Di certo rimane che alcuni concerti sono straordinari per arrangiamenti e modo
  di cantare, come quelli (storici) a San Francisco nel novembre 1979 documentati, per esempio,
sul bootleg Contract With The Lord.

    Nel febbraio del 1980 Dylan torna in studio per registrare Saved che uscirà nel giugno di
  quell’anno. In quest’album, prodotto da Jerry Wexler e Barry Beckett, regna il Dylan gospel,
 nonostante risulti, anche questo, molto vario musicalmente con pezzi potentissimi come Saved o
Solid Rock e ballate come Covenant Woman. Anche i concerti del 1980 erano veramente ottimi,
 e si segnala a riguardo una registrazione che, si dice, sia stata fatta direttamente dalla Columbia in
   previsione di un possibile live mai fatto uscire. La registrazione in questione, è poi uscita su
bootleg con il titolo di Rock Solid.

 Il 1981 è l’anno di Shot Of Love, oltre ad essere l’anno di un grosso tour che lo porterà, dopo
  tre anni, fuori degli Stati Uniti e, soprattutto, a reinserire le vecchie canzoni nei concerti. I toni
 “cristiani” si sono sicuramente ridimensionati e nel nuovo lavoro troviamo in pratica solo Property
Of Jesus direttamente legata ai due album precedenti. Per il resto abbiamo canzoni d’amore come
  Heart of Mine, Watered-Down Love e In the Summertime, una canzone dedicata al comico
  anticonformista Lenny Bruce, il reggae Dead Man, Dead Man e due blues come Trouble e la
 magnifica The Groom's Still Waiting at the Altar, non presente nella prima versione ma inserita
    solo successivamente. L’album è concluso, poi, con la bellissima Every Grain Of Sand.
 Probabilmente, analizzato bene, oggi non sarebbe più tanto facilmente inserito come terzo album
  della trilogia, essendo davvero molte le differenze dai precedenti, e forse riferimenti maggiori si
    trovano negli outtake come You Changed My Life e la magnifica Yonder Comes Sin. E’
   comunque curioso notare che di questi tre album, le canzoni più eseguite e, probabilmente,
 rappresentative nel tempo sono state la prima, Gotta Serve Somebody, e l’ultima, Every Grain
Of Sand. 


7 - Can't remember what part I played or who I was supposed to be    

 A confermare un ennesimo cambiamento arriva, nel 1983, l’album Infidels: infedeli. In questo
 lavoro è particolarmente evidente la produzione di Mark Knopfler, che lo rende uno degli album
  più “pop-rock” di Dylan. Contiene, comunque, alcuni tra i migliori pezzi della sua produzione
 come Jokerman, License to Kill, la forse sottovalutata Man of Peace, I and I e la straordinaria,
  anche se non inserita nell’album Blind Willie McTell. Nell’anno seguente Dylan intraprende un
  nuovo tour mondiale che lo porterà per la prima volta a suonare in Italia. I concerti europei del
 1984 risultano particolarmente rock nella parte elettrica, soprattutto grazie alla chitarra solista di
   Mick Taylor, che giova a canzoni come I and I, License to Kill o Ballad Of A Thin Man, e
 molto potenti nelle parti acustiche che vedono Dylan esibirsi da solo. Di questo periodo si segnala
 un’ennesima, ed ancora bellissima, versione di Tangled Up In Blue, questa volta completamente
  modificata nel testo. Da questi concerti, ed in particolare da quelli del luglio in Inghilterra, viene
  fuori l’ottimo album Real Live (1984) che contiene anche un duetto di Dylan con Santana, su
 Tombstone Blues. In quel periodo, infatti, i due artisti erano in tour insieme, anche se si sarebbe
  potuto scegliere un duetto migliore, come, per esempio, la magnifica Blowin’ In The Wind di
 Barcellona (bootleg From The Coast Of Barcelona) che vede, probabilmente per l’unica volta
nella sua carriera, Dylan incitare il pubblico a cantare con lui il ritornello.

  Nel 1985 il “ripescaggio” di due canzoni, la veramente ottima Someone’s Got A Hold Of My
 Heart e Clean Cut Kid, già registrate per Infidels pongono le basi per il nuovo lavoro in studio
 di Dylan: Empire Burlesque. L’album è di buon livello anche se risente di una produzione forse
  troppo pop. L’ottima Someone’s Got A Hold Of My Heart diviene la troppo elaborata Tight
Connection to My Heart (Has Anybody Seen My Love) che troverà la sua miglior veste solo nel
 1993. 17 Novembre 1993, Supper Club di New York City. Uno degli show più belli in assoluto.
Altre due “prove” riguardo al fatto che l’album soffre di una sovrapproduzione, potrebbero essere
 la migliore canzone dell’album, che è la magnifica Dark Eyes, che è cantata da Dylan da solo con
   chitarra e armonica e la prima versione di When The Night Comes Falling From The Sky
(uscita poi su Bootleg Series Vol. 1-3) che sembra essere superiore a quella inserita sull’album.

   Non c’è moltissimo da dire sulla musica, se non che in Emotionally Yours troviamo ancora
   spesso la figura Do-Do/Si-La min e che una delle due versioni di When The Night Comes
  Falling From The Sky, la prima, è costruita sul giro Sol-Sol/Do-Sol. Durante le session Dylan
   registra anche New Danville Girl, una magnifica ballata “cinematografica”, scritta con Sam
   Shepard con una magnifica struttura atemporale, che fa, probabilmente, da suggello anche a
   capolavori passati come Lily, Rosemary And The Jack Of Hearts e Black Diamond Bay.
 Proprio quella New Danville Girl, non inserita poi su Empire Burlesque, ma troppo bella per
  essere completamente ignorata, viene ripresa l’anno seguente e registrata nelle session per un
 nuovo album con le liriche riviste ed il titolo di Brownsville Girl. Knocked Out Loaded (1986),
 avrà, però, probabilmente, solo questa ballata come pezzo degno di nota. Il nuovo album, infatti,
    è prevalentemente formato da cover e, in ogni caso, anticipa un po’ il corso dei tempi che
 verranno mostrando un Dylan più orientato a scoprire-riscoprire canzoni non sue. Il 1986, è però
 anche l’anno del tour che Dylan intraprese con Tom Petty & The Heartbreakers e le Queens Of
 Rythm, un trio di coriste nato dalla loro collaborazione con Dylan a cavallo tra gli anni settanta e
 gli ottanta. L’ottimo gruppo di Tom Petty giova moltissimo a Dylan che esegue bellissimi concerti
  che peccano, forse, di troppa “perfezione”. Si devono comunque a questo periodo grandissime
versioni di Just Like A Woman, In The Garden, Ballad Of A Thin Man e That Lucky Old Sun,
 per citarne solo alcune, ed una prima “ondata” di cover come Baby, Got To Go, Riding On The
 Train, Shake, We Three (My Echo, My Shadow And Me), All My Tomorrows, Good Rockin'
  Mama, House Of The Rising Sun, I Still Miss Someone, Kansas City, Let The Good Times
 Roll (canzone citata anche in New Danville Girl), Red Cadillac And A Black Moustache, Rock
 With Me Baby. In questi show fu anche suonata, ma solo una volta, Brownsville Girl. Da questi
concerti del 1986 verrà anche realizzato un ottimo video ufficiale chiamato Hard To Handle.

   L’anno seguente Dylan è ancora “on the road”, ma questa volta con un'altra grande band, i
  Grateful Dead dell’amico Jerry Garcia. Dylan e gli amici dei Dead, infatti, decisero di fare un
 mini-tour insieme di sole sei date, e, per preparare dei pezzi, si incontrarono in studio in aprile con
  alcune session (da queste verrà fuori il bootleg The French Girl). Sembra sia stato proprio il
 rapporto con i Dead di questo periodo a far rivedere a Dylan l’approccio con il quale andava in
 tour. Nel 1984 e nel 1986, infatti, i tour erano diventati “mega-tour” da rock-star che lo avevano
  portato a suonare in giro perlopiù nuove canzoni e classici, dimenticando quel tocco di unicità,
  negli arrangiamenti e nelle scalette, che aveva sempre avuto come suo marchio di fabbrica. In
 questo “giro” con i Dead, ad esempio, pare che le scalette fossero decise subito prima dello show
  e, in ogni caso, sottoposte a cambiamenti improvvisi. I Dead risvegliarono in Dylan la voglia di
  riscoprire pezzi non ancora provati live, o dei quali non aveva ancora sperimentato un qualche
 arrangiamento diverso dal solito, insieme a fargli ricordare anche un po’ le sue origini musicali alle
   quali era sempre stato molto legato. Basta guardare, ad esempio, la scaletta delle session di
    preparazione al loro tour per trovare, infatti, pezzi come When I Paint My Masterpiece,
 registrata nel marzo 1971 e fatta uscire su Greatest Hits Vol. 2, Man Of Peace, Ballad Of Ira
  Hayes, pezzo che aveva registrato nel 1970 e che usci sull’album Dylan (1973), Dead Man
   Dead Man, Queen Jane Approximately, The French Girl, registrato durante i Basement
 Tapes, In The Summertime, Union Sundown, Joey, Tomorrow Is A Long Time, registrata nel
 1962, ma uscita solo su Greatest Hits Vol. 2, Ballad Of Frankie Lee And Judas Priest, John
  Brown, Stealin', traditional già eseguito sporadicamente nel 1962, Walking Down The Line,
  registrata nel 1963, ma mai uscita su disco (sarà inserita, poi, su Bootleg Series 1-3), Gonna
   Change My Way Of Thinking, Chimes Of Freedom, All I Really Want To Do, Heart Of
 Mine, Rolling In My Sweet Baby's Arms, John Hardy, The Wicked Messenger, Watching The
  River Flow, anch’essa registrata nel marzo 1971 e fatta uscire su Greatest Hits Vol. 2. Altro
 cambiamento dell’atteggiamento di Dylan sul palco, dovuto probabilmente ai Dead, è il concetto,
  che ancora oggi porta avanti, di “poche parole, molta musica”, con canzoni che si susseguono
  senza nemmeno accenno ad una parola da parte dell’artista. Gli show tenuti dai Grateful Dead
     insieme a Dylan furono tra il 4 ed il 26 luglio a Foxboro (Massachusetts), Philadelphia
     (Pennsylvania), East Rutherford (New Jersey), Eugene (Oregon), Oakland e Anaheim
(California). Di tutti gli show è presente una registrazione audio.

 Dopo questa breve parentesi con i Dead, Dylan intraprese un nuovo tour, questa volta europeo,
 con Tom Petty & The Heartbreakers. Questo tour, però, fu molto differente da quello del 1986.
 Dylan qui sembrava molto invecchiato, le luci sul palco non lo illuminavano per niente, sbagliava
   spesso le liriche, ma, probabilmente ancora grazie al tour con i Dead, le scalette sembravano
quasi casuali. 


8 - Rise above the darkest hour of any circumstance

  Nel 1988 Bob Dylan cambiò completamente il modo di andare in tour. Una piccolissima band,
 nessuna corista, pochi pezzi acustici (al massimo cinque canzoni per show) con solo G. E. Smith
 di spalla, arrangiamenti rock molto potenti dei pezzi non acustici, show brevi che andavano dai 60
  ai 90 minuti ma molto vari con 92 canzoni diverse suonate in 71 show e niente armonica. Con il
    grandissimo G. E. Smith alla chitarra (acustica ed elettrica), Kenny Aaronson al basso e
  Christopher Parker alla batteria, il 7 giugno 1988, da Concord (California) parte il cosiddetto
 “Never Ending Tour”[1] che ancora oggi continua. Nel 1988 gli show erano caratterizzati, come
 abbiamo anticipato, da arrangiamenti molto rock con la band e da potentissimi pezzi acustici con
 Smith. Da questo tour si consiglia l’ascolto di Just Like Tom Thumb's Blues, You're A Big Girl
 Now, I Shall Be Released, Stuck Inside Of Mobile With The Memphis Blues Again, Gates of
  Eden, suonata sia in versione acustica che elettrica, Like A Rolling Stone, With God On Our
Side, Girl From The North Country, Simple Twist Of Fate ed i magnifici traditional The Lakes
    Of Pontchartrain, San Francisco Bay Blues, Barbara Allen e Waggoner's Lad. Sono
   consigliati i bootleg Blown Out On The Trail e Stuck Inside Of New York, ma ci sono
 tantissimi show veramente splendidi. Da non perdere è la partecipazione di Dylan e G. E. Smith al
   Bridge Benefit (anche su video) nel quale suonarono San Francisco Bay Blues, Pretty Boy
  Floyd, With God On Our Side, Girl From The North Country, Gates of Eden e Forever
    Young. L’88 è anche l’anno di un nuovo disco in studio che contiene, però, sulla scia del
    precedente, solo poche canzoni originali. Su Down In The Groove (1988), infatti solo le
   “centrali” Death Is Not The End (composta e già registrata nel 1983 durante le session di
 Infidels), Had A Dream About You Baby, Ugliest Girl In The World e Silvio sono composte
  da lui, mentre tutte le altre sono cover o traditionals. Il disco non ebbe grandissimo successo,
  nonostante sia superiore al precedente, ma non ancora ai livelli consueti dell’artista. I primi sei
     pezzi sono tutti in La maggiore e sono prevalentemente dei blues in dodici battute senza
 grossissime differenze tra loro. Silvio ha la struttura di Isis ed in Shenandoah è molto presente il
giro Sol-Sol/Do-Sol. Ottima davvero Rank Strangers To Me.

 Nel 1989 Dylan si reca a New Orleans per registrare una serie di nuovi pezzi che avrebbero poi
composto il suo nuovo album e capolavoro degli anni 80: Oh, Mercy!

  L’album fu accolto molto bene dal pubblico e dalla critica e grossa importanza in questo lavoro
  ebbe il produttore Daniel Lanois (già produttore degli U2). Dylan, in ogni caso, aveva davvero
 pronti una serie di capolavori, che alla fine, per motivi non particolarmente chiari, non furono tutti
 inseriti sul disco ufficiale. I quattro outtakes, infatti, Born In Time, God Knows, Dignity e Series
    of Dreams sono tra le sue migliori cose di sempre. Sul disco sono presenti ad ogni modo
grandissime canzoni come Political World, Man In The Long Black Coat, What Good Am I? e
 Shooting Star. L’album fu registrato tra il 7 ed il 24 marzo con l’ausilio di moltissimi musicisti che
   impiegarono un grosso numero di strumenti come pianoforte (anche suonato direttamente da
Dylan), tastiere, organo, dobro, percussioni, batteria e sax tenore, oltre, naturalmente, alla chitarre
   (le session sono raccolte nel bootleg Deeds Of Mercy). A maggio Dylan riprende il Never
 Ending Tour in Europa, che vide qualche modifica, come il riutilizzo dell’armonica ed il cambio del
  bassista Kenny Aaronson con Tony Garnier, che è ancora oggi un componente della band di
 Dylan ed il musicista che a suonato per più volte in assoluto con lui. La struttura del concerto era
 la stessa del 1988, con un set elettrico, un breve set acustico, ancora uno elettrico e gli eventuali
  bis. Anche gli arrangiamenti rimasero fondamentalmente gli stessi. Ancora presenti molte cover
  come House Of Gold, Pancho And Lefty, Peace In The Valley, The Water Is Wide, When
 Did You Leave Heaven?, You Don't Know Me e Trail Of The Buffalo. Durante il tour Every
  Grain Of Sand fu suonata sia in versione elettrica sia acustica e ci fu il debutto live di Tears Of
  Rage e di To Be Alone With You; Don't Think Twice, It's All Right fu suonata per la prima
  volta elettrica, Gotta Serve Somebody e When You Gonna Wake Up furono eseguite con il
pianoforte e Visions Of Johanna fu suonata per la prima volta acustica dal 1976.

 Nel 1990 Dylan suonò 92 show in tre continenti ma, soprattutto verso la fine dell’anno, la qualità
   degli show andò diminuendo, un po’ per la voce di Dylan, un po’ per la sostituzione di G. E.
  Smith con ben due chitarristi che, però, non riuscirono a non far rimpiangere l’ottimo musicista
 sostituito. Il set acustico fu modificato, tenendo a suonare la band con Garnier al basso acustico e
  Parker alla sezione ritmica “acustica”. Gli show, comunque, mantennero la stessa struttura dei
 primi due anni. In questo anno Dylan suonò Dancing In The Dark di Springsteen, In The Pines
   in una splendida versione elettrica, per la prima volta Tight Connection To My Heart, You
  Angel You, Buckets Of Rain e Oxford Town (suonata proprio ad OxforD, Mississipi), Tonight
 I'll Be Staying Here With You per la prima volta dal 1976, Nowhere Man dei Beatles, Sitting
 On The Dock Of The Bay di Otis Redding, Moon River dedicata al chitarrista blues Stevie Ray
  Vaughan e Friend Of The Devil dei Grateful Dead. Durante tre mesi di stop del NET, Dylan
  registrò anche il suo nuovo disco Under The Red Sky. Il lavoro, come si poteva immaginare,
   non è paragonabile al precedente, anche se contiene due degli outtake di Oh, Mercy! (God
 Knows e Born In Time). Oltre a queste, le canzoni più di rilievo sono Under The Red Sky che
ha probabilmente un riferimento al tradizionale Golden Vanity ed il blues Cat’s In The Well.

 Il 1991 si apre con la premiazione di Dylan alla cerimonia dei Grammy Award con un premio alla
  carriera, introdotto da un magnifico discorso di Jack Nicholson. Dylan esegue una forsennata
 Masters Of War, con la sua band, e pronuncia un breve e suggestivo discorso di ringraziamento.
Poi è ancora Never Ending Tour.

  Ancora nessuna modifica nella struttura dello show, ma, dopo una prima parte con Cesar Diaz
 (tecnico dello staff!) alla chitarra, arriva John Jackson che porterà, col passare del tempo, però,
  una buonissima qualità alla band, ma che, all’inizio si trovò particolarmente spaesato. Lo stesso
 accadde per il nuovo batterista Ian Wallace che sostituì Chris Parker. Questi problemi causarono
 uno stallo della setlist nella prima parte del tour, nella quale, comunque debuttarono God Knows
     e Bob Dylan's Dream. Nella seconda parte (tour nel nord America), il suono divenne
 particolarmente grezzo, la voce di Dylan cominciò a peggiorare e così anche la qualità degli show.
      Il debutto live di New Morning la portò a stabilizzarsi come prima canzone del set;
 L’arrangiamento, comunque, era diversissimo dall’originale. Nel successivo tour europeo le cose
   cominciarono a migliorare, con la band che iniziava a suonare in modo più “decente” ed una
    variazione della setlist. Nel tour estivo in America, le cose però ritornarono a peggiorare,
 soprattutto per la voce di Dylan, e c’è davvero poco da segnalare fino alla fine dell’anno quando
  gli show ritornarono ad essere interessanti e Dylan cominciò a cantare molto meglio. In questo
 periodo furono suonate nuove cover come Golden Vanity, I'm A Roving Gambler e Dust My
  Broom oltre ad essere riproposte Pancho And Lefty, Friend Of The Devil, Early Morning
 Rain, You Don't Know Me, Across The Borderline, Folsom Prison Blues e That Lucky Old
  Sun (in versione acustica). Si segnala anche la prima performance di Senor (Tales Of Yankee
Power) da Barcellona 1984. 


9 - Pretty flowers made for blooming, pretty stars made to shine

Nel 1992 il Never Ending Tour cominciò a prendere maggiore qualità per far registrare, verso fine
  anno, alcuni tra i migliori show di sempre. Fondamentali motivi furono, naturalmente, Dylan che
    cominciò a cantare ed a suonare con molta più voglia e l’ingresso nella band dell’ottimo
 polistrumentista Bucky Buxter che suonava pedal steel guitar, lap steel guitar, slide guitar elettrica
   ed acustica, dobro e mandolino elettrico e del batterista (inserito solo a fine anno) Winston
 Watson. Anche gli show furono strutturati diversamente con un set di sette pezzi elettrici, quattro
 acustici, altri due elettrici per finire con un acustico ed un elettrico. Nei bis, invece, erano suonati
   prevalentemente due pezzi elettrici ed uno acustico. Grazie alla nuova band ci furono nuovi
arrangiamenti come per She Belongs To Me che fu suonata elettrica e Tangled Up In Blue e The
   Times They Are A-Changin' caratterizzati dal mandolino elettrico di Baxter. Furono inoltre
  suonate The Girl On The Green Briar Shore, Golden Vanity, Hey Joe di Jimi Hendrix, The
 Lady Of Carlisle, Little Maggie, Pretty Peggy-O, The Roving Blade, Trail Of The Buffalo,
   Little Moses e Two Soldiers. Si consiglia l’ascolto di bootleg come San Jose Revisited e
    Paradise Hawaiian Style. Altro bootleg rappresentativo potrebbe essere il triplo From
Springtime Into Autumn.

 Ma il 1992 è anche l’anno di un magnifico album acustico: Good As I Been To You. Il lavoro è
  una raccolta di traditional e cover tutti arrangiati da lui, nel quale suona da solo con chitarra ed
 armonica. La qualità dei pezzi è veramente altissima e Dylan dimostra di saper davvero suonare la
 chitarra con magnifici accompagnamenti ed assolo. Basti ascoltare gli “hammer-on” su Frankie &
 Albert e Little Maggie, la splendida Black Jack Davey, il blues Sittin' on Top of the World, il
  mezzo rock acustico di Step It Up And Go fino all’arpeggio sul bellissimo outtake You Belong
   To Me, poi inserito nella colonna sonora del film Natural Born Killers. Si potrebbero, in ogni
 caso, citare tutte. Nell’ottbre di quest’anno Dylan partecipa anche (e come non avrebbe potuto)
   ad un concerto organizzato per i suoi 40 anni di carriera al Madison Square Garden di New
  York, nel quale grandissimi artisti, da Stevie Wonder a Eric Clapton, da Neil Young a George
 Harrison, si esibirono con sue canzoni. Quella sera Dylan suonò Song To Woody, It’s All Right
 Ma (I’m Only Bleeding), probabilmente nella sua versione migliore di sempre, insieme con quella
 del 1986, e Girl From The North Country, bellissima anche questa, da solo e My Back Pages
e Knockin’ On Heavens Door con molti altri artisti.

 Nel 1993, tutti gli show del Never Ending Tour ebbero 18 canzoni con la stessa struttura del tour
 precedente. Gli show furono tutti in crescendo e davvero bellissimi con la band ormai perfetta e
 quel pizzico di improvvisazione che, probabilmente, era venuto un po’ a mancare negli ultimi anni,
 fino a sfociare nei quattro show del 16 e 17 novembre al Supper Club di New York che sono tra
   i suoi migliori di sempre. La voce di Dylan sembrava veramente tornata potente e gli show
    venivano prolungati con, alla fine delle strofe cantate, altre due, tre o anche quattro strofe
 strumentali decise sul momento nelle quali, spesso, Dylan suonava l’armonica. Il limite fu raggiunto
   a Vitoria, in Spagna, quando con 17 canzoni lo show durò 155 minuti. 9 minuti di media per
canzone! In questo anno ci fu anche un cambiamento fondamentale nel modo di suonare: Dylan, in
 molti show, cominciò a prendere la parte della lead guitar, lasciando a Jackson la parte ritmica. I
   risultati furono sicuramente migliori sui pezzi acustici. Questo modo di fare, comunque prese
sempre più piede fino a raggiungere l’apice nel 1996 …

    Molti concerti di questo periodo, inoltre, come alcuni dell’anno precedente, sono anche
 caratterizzati dal fatto che Dylan usava la chitarra acustica anche durante i pezzi elettrici, il che da
la possibilità di distinguere in modo particolarmente chiaro il lavoro di Dylan alla acustica, quello di
Jackson alla elettrica e quello di Buxter alla slide.

 Nel novembre, come abbiamo detto, ci furono poi gli show al Supper Club. Tutti e quattro furono
     sia filmati sia registrati in previsione di un possibile unplugged. I concerti, infatti, furono
 completamente acustici, presentarono nuovi arrangiamenti e, soprattutto, una setlist assolutamente
  inusuale per i concerti di quell’anno. Sono, naturalmente tra i concerti consigliati (e non solo tra
  quelli del 1993) e si trovano sul bootleg The Complete Supper Club oppure, in una versione
migliore, su The Supper Club “Upgrade”. Altri bootleg da ascoltare sono, tra i moltissimi show,
Fifth Time Around e Hard Times In Alabama, che contiene, tra l’altro, il debutto live di Series
Of Dreams che fu suonata solamente una volta.

Al debutto live, oltre a Series Of Dreams ci fu anche Weeping Willow nell’ultimo show al Supper Club.

 Nel 1993 uscì anche il seguito naturale di Good As I Been To You, lo splendido World Gone
 Wrong. Ancora un’album acustico solista ed ancora altissimi livelli. Sono presenti canzoni anche
 particolarmente semplici, a livello chitarristico, come Jack-A-Roe o Stack A Lee, ma anche pezzi
   più impegnativi come gli splendidi Love Henry, Blood In My Eyes, Broke Down Engine e Delia.

 Il 1994 è un altro anno molto importante per il nostro con grandissimi show (sicuramente ai livelli,
     se non superiori, in alcuni casi, dell’anno precedente), il disco MTV Unplugged e la
 partecipazione al festival di Woodstock ’94 ed alla Great Music Experience a Nara, in Giappone,
   durante la quale eseguì alcune sue canzoni con un’orchestra diretta da Michael Kamen. La
 struttura degli show, però, rimase la stessa e ci fu il debutto live di soli 2 pezzi: Lady Came From
 Baltimore e la magnifica Dignity. Altre particolarità furono l’inserimento di Jokerman e If You
  See Her, Say Hello, mai suonate nel corso del Never Ending Tour e la riproposta di Series Of
    Dreams. Ad Hiroshima, Dylan suonò per la prima volta dal 1963 una Masters Of War in
  versione acustica. Anche quest’anno Dylan suonò abbastanza la parte della lead guitar. Sono
  sicuramente consigliati North Stage, bootleg dello show di Woodstock (anche in video) con
  delle magnifiche Just Like A Woman e All Along The Watchtower, anche se con la setlist un
 po’ da “Greatest Hits” e Completely Unplugged, che contiene l’intero show per l’unplugged di
 MTV. Anche questo show, suonato quasi esattamente un anno dopo quelli del Supper Club e nel
  quale si aggiunse alla sua abituale band l’organo Hammond di Brendan O’Brian, è da segnalare
   come uno dei migliori in assoluto con magnifiche esecuzioni di I Want You, Hazel, Dignity e
Knockin' On Heaven's Door. Ottimo bootleg è anche Inside The Rain.

 Nel 1995 la struttura degli show rimase la stessa degli anni precedenti, ma, Dylan, fu costretto per
   motivi di salute a non suonare moltissimo la chitarra. Ripagò, comunque, i fans con degli ottimi
   assolo di armonica. Fu l’anno del debutto live di Down In The Flood, che fu stabile come
 canzone di apertura per moltissimi show, di Obviously Five Believers e di One More Night. Si
  poté tornare ad ascoltare dopo 9 anni Never Gonna Be The Same Again e dopo cinque anni
 Pledging My Time. Fu suonata anche Dark Eyes, ma sempre in duetto con Patty Smith. Molte
 canzoni sono da ritenersi delle rarità perché suonate solo una volta, come Confidential, Friend
 Of The Devil, Key To The Highway, That Lucky Old Sun, Willing e With God On Our Side,
  tutte a Fort Lauderdale in Florida il 23 settembre durante uno show gratuito organizzato un po’
   come rehearsal, un po’ come omaggio allo scomparso Jerry Garcia (sul bootleg The Midas
 Touch) ed ancora, Forever Young, One More Night, Ramblin' Man, To Be Alone With You,
What Was It You Wanted e Visions Of Johanna.

   Il 1996 è l’anno del ritorno di Dylan alla chitarra ed è un ritorno per niente da sottovalutare.
 Quest’anno, infatti, in praticamente tutti gli show, suonò la lead guitar, sempre improvvisando, con
  grandissima voglia ed enfasi ma, dobbiamo dire, con alti e bassi qualitativi. Sicuramente le cose
   memorabili sono quelle con la chitarra acustica, e per questo basta ascoltare la Don’t Think
 Twice, It’s All Right alla House Of Blues di Atlanta (anche in video, ma, per chi ha la possibilità
 solo di ascoltarla, assicuriamo che tutti gli assolo sono di Dylan …), ma ci sono cose sublimi
anche con la Stratocaster …

  Fu comunque questo l’anno culmine del Dylan alla chitarra solista, dato che, negli anni seguenti,
   soprattutto dopo l’arrivo dell’ottimo Larry Campbell, si moderò, non abbandonando, in ogni
caso, mai completamente le parti di lead.

 La struttura degli show fu ancora la stessa degli anni precedenti, ma, dopo il tour europeo estivo
 Winston Watson, grandissimo batterista, lasciò la band per essere sostituito con l’evidentemente
   inferiore David Kemper, dalla band di Jerry Garcia. Debuttarono live quest’anno The New
  Minglewood Blues, Shake Sugaree e This Wheel's On Fire e furono suonate solo una volta
 Disease Of Conceit, Every Grain Of Sand, I Believe In You, In The Garden, Man Of Peace,
  Real Real Gone, Ring Them Bells, Shooting Star e Where Teardrops Fall. Tra i bootleg si
 consigliano la compilation I’ve Got A Song To Sing insieme a Christiania, Soul e House Of
 Blues ’96. Sono, in ogni caso, consigliati praticamente tutti i set acustici, colpevolmente troppo brevi. 


10 - The twang of the arrow and the snap of the bow

   Il 1997 è un altro anno importantissimo, con, oltre al Never Ending Tour, un nuovo album di
  canzoni originali atteso dal 1990. L’album trionfò sia per critica che per pubblico ed è uno dei
 suoi migliori lavori di sempre. Time Out Of Mind (1997), ancora prodotto da Daniel Lanois, è
    un album quasi completamente blues che comprende pezzi straordinari. Segnaliamo solo
   Highlands che sembra essere il blues più lungo mai registrato, con i suoi 17 minuti, anche se
 Dylan ha successivamente dichiarato che inizialmente durava quasi il doppio! L’album è davvero
 una raccolta di perle ed anche il pezzo che può sembrare più debole, Make You Feel My Love,
 scritta in pochissimo tempo in studio, ha fatto registrare magnifiche versioni live come quella alla
 UCLA di Los Angeles il 21 maggio 1998, con Dylan alla lead guitar. Secondo alcune voci, però,
 le sessioni di registrazioni non furono semplicissime a causa delle continue opinioni discordanti di
  Dylan e Lanois sugli arrangiamenti. A dimostrare tali opinioni potrebbe esserci, per esempio, il
 fatto che praticamente tutte le canzoni dell’album sono state riarrangiate o comunque modificate
 nel tempo, nelle loro versioni live diventando, probabilmente ancora migliori di quelle in studio, ma
questa è comunque una cosa che Dylan ha sempre fatto …

 Tranne che per la prima (Love Sick), per l’ultima (Highlands) e per Make You Feel My Love,
  che è per pianoforte, c’è un fortissimo uso del capotasto in Tryin' To Get To Heaven al terzo
  tasto, Standing In The Doorway, Million Miles, Not Dark Yet e Can't Wait al quarto tasto,
 Dirt Road Blues al quinto e 'Til I Fell In Love With You e Cold Irons Bound al sesto. Standing
 In The Doorway, suonata in Do sull’album e che contiene spessissimo la sequenza Do-Do/Si-La
   min ed ancora un uso del Do/Sol, può essere suonata anche in Mi in accordatura aperta alla
  Blood On The Tracks. In generale le canzoni sono costruite su standard blues e contengono
 tantissimi riferimenti a vecchie canzoni del genere. In effetti, Time Out Of Mind sembra essere
  proprio il sommo omaggio (e che omaggio!) da parte di Dylan al blues, quel “pantalone senza
tasche”, come lui stesso lo definì negli anni sessanta, cha ha tanto amato.

 Riguardo al Never Ending Tour, nessuna particolare modifica nella struttura degli show, ma è da
   segnalare un cambio nella band. Dopo la parte giapponese del tour, l’ottimo chitarrista John
  Jackson lascia il posto al bravissimo e probabilmente superiore polistrumentista Larry Campbell.
    Con l’apporto di Campbell alla chitarra ed un Dylan più contenuto alla lead guitar, la band
  raggiunse forse le vette più alte del Never Ending Tour per un perfetto mix tra professionalità,
 solidità degli show, arrangiamenti ed improvvisazione. Durante quest’anno ci fu il debutto live di
  sei canzoni dal nuovo album ('Til I Fell In Love With you, Can't Wait, Cold Irons Bound, Love
  Sick, Make You Feel My Love e Not Dark Yet) e di Blind Willie McTell (finalmente, dopo
 essere stata registrata nel 1983 e mai inserita sull’album Infidels), I'll Not Be a Stranger, Long
 Black Veil, Ragtime Annie, Stone Walls And Steel Bars, The White Dove, Viola Lee Blues e
   You Ain’t Goin’ Nowhere. Furono invece suonate in un’unica occasione Ballad Of Hollis
 Brown, Cat's In The Well, Desolation Row, Jokerman, Lenny Bruce, Long Black Veil, Make
 You Feel My Love, Not Dark Yet, Not Fade Away, Obviously Five Believers, Pledging My
 Time, Queen Jane Approximately, Ragtime Annie, Rank Strangers To Me, Shake Sugaree,
 Tombstone Blues, Tomorrow Is A Long Time, The Wicked Messenger e Viola Lee Blues. Da
  non perdere è sicuramente il bootleg Bathed In A Stream Of Pure Heat, una compilation di
   straordinarie performance in ottima qualità che contiene, tra l’altro, moltissime tra le canzoni
  suonate solo in un’occasione ed imperdibili versioni di Not Fade Away, Pretty Peggy-O, You
  Ain't Goin' Nowhere, Pledging My Time, O Babe It Ain't No Lie, This Wheel's On Fire ed
   una assolutamente straordinaria My Back Pages con Campbell al violino. Altra compilation
  rappresentativa potrebbe essere quella dell’agosto chiamata, Not Dead Yet, anche conosciuta
come Elvis Can Wait.

  Nel 1998 l’album Time Out Of Mind viene premiato con tre Grammy Award come miglior
perfirmance vocale maschile (per Cold Irons Bound), miglior album folk contemporaneo e miglior
 album dell’anno. Dylan è presente alla cerimonia di consegna in febbraio ed esegue una magnifica
   Love Sick dando uno straordinario saggio della sua unica lead guitar. La band è la solita con
     Buxter alla steel guitar, Campbell alla chitarra elettrica, ma che praticamente in questa
 performance è come se non suonasse, Garnier al basso e Kemper alla batteria. Dylan incomincia
 subito con un “fill” subito dopo il verso iniziale (“I'm walking, through streets that are dead”)
  suonato probabilmente sulla quarta e quinta corda tra i primi tre tasti, intanto sembra tenere un
   solido Sol e non un Mi min come sulla registrazione originale. Altro “fill”, ma leggermente più
 acuto subito dopo il verso “My feet are so tired, My brain is so wired”, ed ancora un altro, che
 introduce la tonalità dell’assolo centrale, subito dopo “You destroyed me with a smile”. Ancora
  un altro assaggio sulla successiva strofa dopo il verso “and they leave me hangin' on” per poi
  sfociare nel magnifico assolo praticamente su 2 corde e quattro tasti subito dopo il successivo
   ritornello. Nonostante l’apparente poca estensione dell’assolo, stupisce la qualità veramente
 piena, blues, “duende” alla Link Wray, come è stata definita da Alessandro Carrera. Ancora un
   altro “fill” molto Dylaniano dopo “Sometimes, the silence can be like thunder” prima della
  conclusione della magnifica performance. E’ questa la lead guitar di Dylan. Non una lead guitar
  “pop” ma molto blues, alle radici, un blues improvvisato, non ricercato e non esasperatamente
bello. “Un pantalone senza tasche”, appunto.

  Il Never Ending Tour continua con la stessa struttura ed ancora con una qualità altissima degli
show. Dylan il 19 giugno suona addirittura l’organo su Love Sick, ma è un episodio assolutamente
  isolato. Rarità di quest’anno, suonate solo una volta, sono Across The Borderline, Alabama
  Getaway, Dark As A Dungeon, I And I, I Believe In You, Joey, Jokerman, Matchbox, Not
 Fade Away, Restless Farewell, The Roving Blade, Seeing The Real You At Last, The Times
We've Known e Tomorrow Night. Di quest’anno si consiglia il bootleg At The Globe Arena.

   Nel 1999, invece, gli show subiscono forti cambiamenti per la partenza della band di Bucky
 Buxter che, con la sua steel guitar, ha caratterizzato più di settecento show, e per un cambio nella
  struttura del concerto. A sostituire Baxter arriva l’ottimo Charlie Sexton, anche se, in pratica, la
   “parte” che era di Baxter è coperta ora da Larry Campbell. I concerti si aprono con un set
  acustico di cinque o sei canzoni, seguito, poi, da uno elettrico con quattro/sei canzoni. Poi i bis
    con un paio di elettriche, un paio di acustiche ed eventualmente una o più elettriche. Tutti i
  concerti, inoltre, ora si aprono con una cover acustica. Il modo di suonare della band cambia,
  naturalmente, con quasi sempre tre chitarre ed un uso minore della steel guitar e con Dylan che,
   nonostante continui a suonare la parte lead, adesso lascia spesso spazio agli altri due ottimi
   chitarristi. Tantissimi debutti live quest’anno con Down Along The Cove, Tryin’ To Get To
  Heaven e Highlands di Dylan e, tra le cover, Duncan And Brady, Hallelujah, I'm Ready To
 Go, The Heart That You Own, Honky Tonk Blues, Hootchie Cootchie Man, I Am The Man,
 Thomas, Money Honey, My Blue Eyed Jane, Pass Me Not, O Gentle Saviour, Rock Of Ages,
 A Satisfied Mind, Somebody Touched Me, This World Can’t Stand Long e You’re Too Late.
 Furono, invece, suonate una sola volta Absolutely Sweet Marie, Big River, Duncan And Brady,
   God Knows, The Heart That You Own, I And I, Lenny Bruce, The Man In Me, Money
  Honey, Never Gonna Be The Same Again, Pledging My Time, A Satisfied Mind, Shooting
     Star, This World Can't Stand Long, Tough Mama, Under The Red Sky, West L.A.
 Fadeaway, When I Paint My Masterpiece e You're Too Late. Tra i bootleg del 1999 è molto
 rappresentativo Ace Of Clubs in 5 CD contenente anche lo splendido concerto, ma incompleto,
 ai Tramps di New York. Lo show completo è comunque consigliato e si trova su Oh, Tramps It
Ain’t No Lie.

     Nel 2000 la struttura degli show rimase invariata e la qualità fu sicuramente ai livelli, ma
probabilmente superiore, alll’anno precedente. Dylan, inoltre, scrive una nuova magnifica canzone,
 Things Have Changed, per il film Wonder boys di Curtis Hanson che gli varrà, l’anno seguente,
   un Golden Globe Award ed un premio Oscar. Il 2000, però, è anche l’anno di un bel po’ di
  ritorni, con We Better Talk This Over suonata per l’ultima volta nel dicembre 1978, Delia che
  mancava dal Supper Club 1993, la prima House Of The Risin’ Sun dal 1987 e la prima The
 Ballad Of Frankie Lee And Judas Priest dal 1988. Ci fu, inoltre la seconda performance live di
    Long Black Veil e la prima versione acustica di I Shall Be Released dalla Night Of The
Hurricane del 1975.

    Debuttarono live quest’anno Tell Me That It Isn’t True, Country Pie, Standing In The
   Doorway, If Dogs Run Free e 10,000 Men tra le canzoni di Dylan, oltre alla nuova Things
  Have Changed. Debuttarono invece le cover Blue Bonnet Girl e Searching For A Soldier's
    Grave. Furono suonate una sola volta 10,000 Men, Big River, Blue Bonnet Girl, Dear
   Landlord, Hootchie Cootchie Man, House Of The Risin' Sun, Joey, John Brown, Lenny
  Bruce, Man In The Long Black Coat, Man Of Peace, She's About A Mover, Silvio, That
  Lucky Old Sun, The Roving Blade, The White Dove, 'Til I Fell In Love With You, Tough
Mama, We Better Talk This Over, When I Paint My Masterpiece e You Ain't Goin' Nowhere.
 Assolutamente consigliati, per l’anno 2000 le compilation Tomorrow Is Hard Enough (4 CD) e
  Pathway To The Stars (2 CD) che contengono magnifiche esecuzioni di canzoni come Delia,
 Man Of Peace, Gotta Serve Somebody, She Belongs To Me, Ballad Of A Thin Man, If Not
 For You, I'll Be Your Baby,Tonight, To Be Alone With You e Under The Red Sky, sulla prima
  raccolta e come Mr Tambourine Man, suonata a Towson e con un magnifico fraseggio vocale
 completamente modificato rispetto alle consuete performance, The Times They Are A-Changin,
 Just Like Tom Thumb's Blues, If Dogs Run Free e I Shall Be Released, entrambe con il violino
dell’ospite Matt Glaser, sulla seconda compilation. 


11 - The future (for me) is already a thing of the past  

 Il 2001 è l’anno di un nuovo, magnifico album di canzoni originali: Love & Theft. L’album è una
    raccolta di pezzi itineranti nella grande tradizione americana tra blues, crooning, country e
    rockabilly. L’album è prodotto in modo magistrale dallo stesso Dylan ed è realizzato con i
  musicisti della band del Never Ending Tour (Campbell e Sexton alle chitarre, Tony Garnier al
 basso e David Kemper alla batteria) con l’aggiunta dell’ottimo tastierista Augie Meyers che aveva
      già lavorato con Dylan in Time Out Of Mind. Anche questo, come il precedente, è
   probabilmente da considerarsi un album “tributo” alle radici della musica americana e con i
   magnifici blues Lonesome Day Blues, Highwater (For Charlie Patton) e Cry Awhile, le
 rockabilly alla Sun Records Tweedle Dee And Tweedle Dum e Summer Days e le inusuali per
  Dylan (ma bellissime) Bye And Bye, Floater (Too Much To Ask), Moonlight e Po' Boy. Ci
sono poi le classiche e chiaramente Dylaniane Mississippi e Sugar Baby, e lo splendido rock-blues
 Honest With Me diventato un classico dei concerti prendendo il posto di Highway 61 Revisited.
    L’album mostra anche una grandissima padronanza musicale di Dylan con pezzi non certo
    semplicissimi o dai “classici” accordi come Bye And Bye, Floater (Too Much To Ask),
Moonlight, Po' Boy, Cry Awhile e Sugar Baby.

 Il Never Ending Tour, naturalmente, continua. Stessa band e una struttura simile, ma non identica,
a quella del’anno precedente. C’è il debutto live di 11 delle 12 canzoni presenti su Love & Theft
    (manca allappello solo Bye & Bye) e di due nuove cover suonate in apertura di concerto:
 Humming Bird e Wait For The Light To Shine. Sono state suonate per una sola volta durante il
2001 Chimes Of Freedom, Down Along The Cove, God Knows, I Am The Man, Thomas, I'll
  Remember You, In The Garden, It Takes A Lot To Laugh, Man In The Long Black Coat,
  Million Miles, Not Fade Away, Po' Boy, Rank Strangers To Me, Señor (Tales Of Yankee
      Power), Shooting Star, Tough Mama e When I Paint My Masterpiece. Risultano
  particolarmente convinte e ben eseguite le esecuzioni dal vivo delle nuove canzoni da Love &
 Theft, probabilmente poiché la band le sente un po’ più sue, ed è da notare che, per ora, non ci
  sono stati cambiamenti nell’arrangiamento di nessuna di loro, probabilmente poiché è stato lo
     stesso Dylan a produrre l’album. Del 2001 si consiglia la raccolta Japan 2001 Tour
    Compilation dal tour di febbraio-marzo, il concerto di ottobre di Milwaukee e quello di
novembre di New York. Quello di Milwaukee è uno dei migliori concerti con un Dylan veramente
 ispiratissimo ed in quello al Madison Square Garden di New York City ritroviamo l’omaggio (a
modo suo) alla città colpita dalla sciagura dell’11 settembre. Durante Rainy Day Woman 12&35,
 prima della presentazione della band, Dylan, infatti, si rivolge al pubblico dicendo: “Sapete, molte
  di queste canzoni che stiamo cantando stasera sono state scritte qui in questa città, qui a
    New York City … già, e comunque, se non sono state scritte proprio qui, sono state
  registrate qui. Per questo è inutile chiedermi quello che provo per questa città”. “Good
enough for now”.

 Nel 2002 stessa struttura ma un nuovo batterista, George Receli, che sostituisce David Kemper.
 Receli, comunque, non suonerà in molti concerti dato che verrà sostituito (pare) per problemi di
  salute da Jim Keltner nel bel mezzo del tour primaverile europeo. Nella prima parte del tour, a
   gennaio e febbraio in America, non ci sono grandissime novità. Nella parte europea, invece,
   cambia qualcosa. Tra il 5 aprile ed il 12 maggio, infatti, Dylan ripropone Man of Constant
Sorrow che non suonava dal 1990; Ne esegue, tra l’altro, per la prima volta una versione elettrica
  con l’arrangiamento usato sulla colonna sonora del film dei fratelli Coen O Brother, Where Art
 Thou?. Esegue Solid Rock dopo 21 anni e la prima Subterranean Homesick Blues dal 1991. Ed
     ancora tantissime versioni acustiche inedite come Señor (Tales Of Yankee Power), I'll
 Remember You, la prima I Want You acustica dallo show MTV Unplugged del 1994 ed ancora
 la prima versione acustica di You're A Big Girl Now, When I Paint My Masterpiece, I Threw It
  All Away, If Not For You, Maggie's Farm e If You See Her, Say Hello che non era suonata
  senza chitarre elettriche dal 1976. Il modo di cantare di Dylan è veramente convintissimo e ci
 sono versioni veramente splendide delle canzoni da Love & Theft. Dylan è ancora spessissimo alla lead guitar.

 Il modo di suonare live di Dylan è stato sempre molto diverso. Come abbiamo detto nel 1976 si
 possono trovare i suoi primi e brevissimi assolo, ma poi, nei tour seguenti come quello del 1978,
  quelli del 1979-1981 o quelli del 1984 e 1986, troviamo un Dylan particolarmente disciplinato
  alla chitarra, suonando quasi esclusivamente la parte ritmica. Lo stesso fa nel 1988, primo anno
 del Never Ending Tour, ma più nelle parti elettriche, coadiuvato da G. E. Smith. Nelle esecuzioni
 acustiche, poi, i due fanno vedere davvero cose sublimi. E’ in ogni caso ancora Smith a prendere
  le parti più in rilievo lasciando a Dylan la parte ritmica. Lo stesso vale per i primi 3 o 4 anni del
 “tour senza fine”, ma dal 1993 Dylan comincia a prendere un po’ più la parte della lead guitar, ma
  soprattutto sui pezzi acustici e sarà così anche per l’anno successivo. Nel 1996, poi, Dylan si
 prende praticamente tutte le parti di lead, come abbiamo già detto, lasciando davvero molto poco
   a J. J. Jackson. In ogni pezzo, infatti, Dylan si lancia in assolo palesemente improvvisati che
  possono soddisfare o meno, ma che sono più volte bellissimi. Naturalmente sono straordinarie
   tutte le performance su pezzi acustici, ma sono da notare anche magnifici pezzi elettrici come
Ballad Of A Thin Man o Tombstone Blues entrambi su Hard To Find Vol. 5.

   Dal 1996, però, si hanno anche le prime testimonianze di un approccio particolarissimo alla
 chitarra, dato che Dylan, da quell’anno a questa parte, cominciò a cercare fraseggi musicali, dei
 brevi “riff”, da inserire alla fine dei versi cantati. Da allora è come se facesse per tutta la canzone
 un’attenta ed inconscia ricerca, completamente improvvisata, di una sequenza di note da suonare
 subito dopo ogni verso. Spesso questa sua “ricerca” non va a buon fine e la canzone può dare un
      effetto forse “incompleto”, ma altre volte, quando Dylan trova il fraseggio, essendo
  completamente improvvisato, rende la performance di quella sera, e spesso un intero concerto,
  unico. Particolarità che distingue i fraseggi in questione è il fatto che, soprattutto negli ultimi due
   anni, sono suonati sulle corde “centrali” come la terza e la quarta e che, soprattutto nei pezzi
 elettrici, la chitarra di Dylan è particolarmente distinta dalle altre per il suo suono particolarmente
  “sotto-tono”, anche, probabilmente, a causa dell’assenza di effetti applicati allo strumento. Vari
 esempi di fraseggi del genere li troviamo, per esempio, sulla bellissima Boots Of Spanish Leather
      su House Of Blues ’96 ad Atlanta, dove Dylan trova il “riff”, che sostituisce il giro
     Sol-Sol/Do-Sol alla fine dei versi, solo dopo il primo assolo e lo utilizza dalla strofa che
 incomincia con “Well I got a letter on a lonesome day”. Un altro esempio può essere quello che
  troviamo sulla splendida The Times They Are A-Changin’ su Pathway To The Stars (2000)
 con il fraseggio che comincia subito dopo il verso “Come writers and critics, Who prophesize
 with your pen” ed è utilizzato un po’ per tutta la canzone, o sulla Just Like Tom Thumbs Blues
  presente sulla stessa compilation dove il “riff” incomincia subito dopo il verso “I cannot move,
   My fingers are all in a knot”, ma che diventa particolarmente definito dopo il verso “Sweet
   Melinda, The peasants call her the goddess of gloom”. Ancora degli esempi su Boots Of
 Spanish Leather ai Tramps di New York (1999) con un fraseggio simile a quello sulla versione
  del 1996, ma più lento e su Visions Of Johanna dello stesso show, con il bellissimo “riff” già
 subito dopo il primo verso. Ancora potremmo citare la magnifica One Too Many Mornings sulla
 compilation Not Dead Yet (1997) o la Oh, Babe It Ain’t No Lie su Bathed In A Stream Of
  Pure Heat (1997), con fraseggio acustico praticamente dal primo verso; Ma performance del
genere sono ricercabili in ogni concerto …

  In ongi caso, come abbiamo detto, può capitare che il “riff” non arrivi o arrivi tardi, come, ad
 esempio, nella Under The Red Sky su Tomorrow Is Hard Enough (2000), dove lo trova (e lo
ricava) solo dopo l’assolo che poi introduce il bridge “This is the key to the kingdom (“riff”) and
 this is the town (“riff”) …”, o può capitare di trovare un concerto nel quale lo trova praticamente
 subito come sulla splendida Things Have Changed di Milwaukee 2001 e lo tiene vivo per tutta
 la durata del pezzo. Questo approccio, è in ogni caso assolutamente di rilievo sia per il suo valore
 di improvvisazione, sia per il particolare modo di cantare e suonare la chitarra in contemporanea
 che ne viene fuori. Ed è in ogni caso una particolarità che rende i concerti di Dylan assolutamente
unici ed irripetibili.

 L’unicità sarà sempre, probabilmente, un marchio di fabbrica di Dylan, in senso positivo o no. E’
 un artista che sarà sempre diverso da tutti gli altri, sarà sempre distinto, nel bene o nel male, mai
 uguale a se stesso, così come la sua voce, negli anni, non è mai stata uguale a se stessa. E questa
     sua proprietà è sicuramente trasmessa alla sua musica ed alla sua opera, senza la quale,
 probabilmente, non si avrebbero vere alternative alla musica contemporanea ormai troppo guidata
 dalla commercialità, dal gusto della massa, dalla perfezione di uno studio di registrazione fornito di
   tutte le più avanzate tecniche per perfezionare una musica che non nasce perfetta. Dylan la
 preferisce “imperfetta” ma “unica”, la preferisce “on the road”, portata a spasso per metropoli e
 paesini del mondo. La vuole senza tregua e sempre diversa. Come la vita. E forse è questo il vero
ed unico modo di fare musica.


Appendice 1 – L’accordatura aperta di Blood On The Tracks (1975)

   In alcune canzoni, della sua produzione, ed in tutte quelle di Blood On The Tracks, Dylan ha
   usato una particolare accordatura della chitarra definita accordatura “aperta”. Questo tipo di
 accordatura consiste nell’accordare tutte le corde dello strumento in una chiave. Le conseguenze
 che scaturiscono dall’utilizzare l’accordatura aperta sono molteplici; Il suono creato, ad esempio,
 è molto particolare e si differenzia nettamente da un suono che si potrebbe avere con una chitarra
 in accordatura “tipica” e, ancora, le diteggiature degli accordi risultano particolarmente semplici;
  La musica da suonare, però, è più limitata alla chiave nella quale è accordato lo strumento. Le
  accordature aperte più comuni sono quelle di Re, di Mi e di Sol. Tralasciando l’accordatura di
      Sol, tipicamente utilizzata nello stile del Delta Blues, le accordature in Re e Mi sono
 fondamentalmente identiche, ma con un tono di differenza. L’accordatura di Mi produce un suono
      davvero particolarissimo, ma per la tensione da dare alle corde per produrla non è
 particolarmente consigliata. La si ottiene comunque accordando la chitarra in Re ed utilizzando il
capotasto al secondo tasto, il che è, quasi sicuramente, anche quello che ha fatto Dylan.

Mettiamo adesso a confronto l’accordatura tipica con quelle di Re e di Mi utilizzate in BOTT.

Corde654321Accordatura TipicaMiLaReSolSiMiAccordatura aperta in REReLaReFa#LaReAccordatura
aperta in MiMiSiMiSol#SiMi

Ed ecco gli accordi e le diteggiature utilizzate da Dylan sulle canzoni di Blood On The Tracks in accordatura aperta:
 
Tangled up in Blue
 

Mi vii    000897
Re v    000675
La    020120
Si7    x02120
Do#m    020020
Mi    054000
Si(ii)    042000
Mi maj7    004340

|: Mi vii   Re v   Mi vii  Re v :|
 
 

  Mi vii                  Re v

Early one mornin' the sun was shinin',

Mi vii            Re v

I was layin' in bed

Mi vii               Re v

Wond'rin' if she'd changed at all

       La

If her hair was still red.

Mi vii                  Re v

Her folks they said our lives together

Mi vii             Re v

Sure was gonna be rough

     Mi vii                Re v

They never did like Mama's homemade dress

       La

Papa's bankbook wasn't big enough.

    Si 11                 Do#m

And I was standin' on the side of the road

Mi           Si(ii) La

Rain fallin' on my shoes

Si 7                Do#m

Heading out for the East Coast

     Mi         Si(ii)    La           Si11

Lord knows I've paid some dues gettin' through,

Mi maj7  Si11   Mi

Tangled up in blue. 


Simple Twist Of Fate
 

Mi    054000
Mimaj7    044000
Mi7    034000
La    020120
La m    xx5450
Si(ii)    x42000
La'    020100 (La add9)
Si11    x02120
Si11'    x02100 (Si 7add11)

Mi
They sat together in the park
Mi maj7
As the evening sky grew dark,
Mi7
She looked at him and he felt a spark
La                   La'
tingle to his bones.
Lam
'Twas then he felt alone
    Mi          Si(ii)    La      La'
and wished that he'd gone straight
    Mi                Si11          Si11'  Mi
And watched out for a simple twist of  fate. 


You're A Big Girl Now
 

Mi maj7    004340
Si7    002120
Mi(iv)    054000
Si(ii)    042000
La    020120
Fa#m7    xx2120
Mi    000000
Si vii    777777

Mimaj7 . . Si11 | Mi(iv) . . . |

Mimaj7           Si11
Our conversation was short and sweet
Mimaj7           Si11
It nearly swept me off-a my feet.
        Mi(iv)            Si(ii) La
And I'm back in the rain, mm -  mm
                   Mi(iv) Si(ii) La
And you are on dry land, mm -  mm
                      Fa#m7
You made it there somehow
Mimaj7   Si11          Mi(iv) . . La | Mi Si(vii) . . |
You're a big girl now.


Idiot Wind
 

La m    xx5450 o x05450
Si sus4    xx0877
Si(vii)    x07777

Mi    054000

Do#m    020020
Sol#m    xx4340
La    020120 o 020100
Si11    x02120

Intro: La m   Si sus4   Si(vii)  Mi

La m                       Si sus4            Si vii          Mi
Someone's got it in for me, they're planting stories in the
press
La m                             Si sus4
Si(vii)        Mi
Whoever it is I wish they'd cut it but when they will I can only
guess.
     Do#m         Sol#m             La                Mi
They say I shot a man named Gray and took his wife to Italy,
Do#m            Sol#m                La                  Mi
She inherited a million bucks and when she died it came to me.
        Sol#m            Si11
I can't help it if I'm lucky.

… … …

Mi         La                                Mi
Idiot wind, blowing every time you move your mouth
La                                  Si11
Blowing down the backroads headin' south.
Mi        La                                Mi
Idiot wind, blowing every time you move your teeth,
                 La
You're an idiot, babe.
       Si11                              Mi
It's a wonder that you still know how to breathe.

Mi  La  Mi  La 


You’re Gonna Make Me Lonesome When You Go
 

Mi    054000
Mi maj7    004340
La    020120
Si11    x02120
Fa#    222222
La'    020100 (La add9)
Si'    002100 (Si7add11)

Mi                 Mi maj7
I've seen love go by my door

     La

It's never been this close before
Mi            Mi maj7    Si11
Never been so easy or so slow.
     Mi              Mi maj7
Been shooting in the dark too long
     La
When somethin's not right it's wrong
Mi                   Si11              Mi . . .
You're gonna make me lonesome when you go.

… … …

    Si11                              Mi
    Flowers on the hillside, bloomin' crazy,
    Si11                               Mi
    Crickets talkin' back and forth in rhyme,
    Fa#
    Blue river runnin' slow and lazy,
    La'
    I could stay with you forever
        Si'
    And never realize the time. 


Meet Me In The Morning
 
 

Mi    000000

La    020120

Mi7    000030

Si7    xx7775
 
 

Mi                   Si7 LA              |Mi . . La |Mi . . . |

Meet me in the morning,   56th and Wabasha

La                                     Mi . . . |. . . . |

Meet me in the morning, 56th and Wabasha

       Si7

Honey, we could be in Kansas

La                            Mi

By time the snow begins to thaw 


Lily, Rosemary And The Jack Of Hearts
 
 

E 054300

A 020100 o 020120
B x02100
B(ii) 042000 o 042300

    Mi                     La                           Mi
La  Mi
The festival was over, the boys were all plannin' for a fall,
    Mi                  La                           Mi
La  Mi
The cabaret was quiet except for the drillin' in the wall -
    La              Mi             Si                  Mi
The curfew had been lifted and the gamblin' wheel shut down,
La          Mi            Si
Anyone with any sense had already left town.
       Mi              Si(ii)  La
                         Mi
He was standin' in the doorway looking' like the Jack of
Hearts.


If You See Her, Say Hello
 
 
Mi 054000

La 020120
Si11 002120
Do#m 020020
Si(ii) 042000
Mi maj7 004340

Mi
Mi              La    Mi       Si11            Mi
If you see her, say hello, she might be in Tangier
                   La    Mi         Si11
She left here last early spring, is livin' there, I hear
Do#m            Mi                                       La
Say for me that I'm all right though new things come and go
          Mi                Mi maj7
Si11              Mi
She might think that I've forgotten her, don't tell her it isn't so. 


Shelter From The Storm
 
 
Mi    054000

Si    042000
La    020120

Mi               Si        La              Mi
'Twas in another lifetime, one of toil and blood

     Mi              Si             La

When blackness was a virtue and the road was full of mud
  Mi               Si            La
I came in from the wilderness, a creature void of form.
      Mi                   Si       La               Mi
"Come in," she said, "I'll give you shelter from the storm."

Si La Mi

Mi Si La Mi 



Buckets Of Rain è esclusa dato che la versione originale è arpeggiata.
 

[1] Per quanto riguarda le cover suonate da Dylan durante il Never Ending Tour si consiglia vivamente la compilation in 9 CD The Genuine Never Ending Tour Covers Collection 1988-2000 e Golden Vanity.