di David McNair e Jayson Whitehead tratto da "Gadfly online" |
1) In tutta l'intervista si parla degli spettacoli musicali di artisti definiti "blackface minstrels" che ho tradotto con "menestrelli dalla faccia nera". Si tratta di suonatori girovaghi bianchi che si truccavano da negri dipingendosi il viso di nero ed imitandone gli atteggiamenti e le movenze ed attingendo alla cultura nera per i loro spettacoli. A volte si troverà anche la frase "minstrel show" con riferimento, appunto, a questo tipo di spettacoli.
2) Nel corso dell'intervista quando si troverà "Love and Theft" si fa riferimento al disco di Bob Dylan. Quando si troverà invece "Love & Theft" (con la "e" commerciale) si fa riferimento al libro di Eric Lott al quale sembra Dylan si sia ispirato per il titolo del suo album.
Assimilazione ed appropriazione hanno sempre giocato un ruolo
importante nella musica di Bob Dylan.
Dai suoi primi
giorni in cui emulava Woody Guthrie al Beat influenzato dalla poesia della metà
degli anni 60, al sound "bordertown" che permea Desire, artisti differenti hanno
ispirato la sua musica.
Con il suo nuovo album, "Love
and Theft", Dylan compie una completa sintesi artistica.
Su "Love and Theft", country, blues, folk, swing e rock convergono tutti
con il rauco ringhio di Dylan in una forma di musica che egli stesso ha
descritto come "mischiata tutta insieme".
Ma Dylan ha
preso anche da altre aree per creare questo straordinario amalgama, in maniera
notevole da fonti letterarie.
Shakespeare e F. Scott
Fitzgerald sono impronte ovvie, e comunque una meno conosciuta ma ugualmente
importante può essere lo studio dettagliato della storia dei menestrelli dalla
faccia nera, dal titolo "Love & Theft", libro il cui autore è Eric
Lott.
A parte il titolo che Dylan sembra aver preso in
prestito per il suo album, il libro "Love & Theft" include anche una
discussione delle prime forme di musica americana ed anche la prima importante
correlazione tra la cultura nera e quella bianca.
Perciò, la musica dei "menestrelli dalla faccia nera" è direttamente
correlata a gran parte della musica alla quale Dylan ha attinto per creare la
propria, specialmente i suoi album più recenti.
Gadfly
ha parlato con Lott, un professore di Studi Americani alla University of
Virginia, della sua relazione con Dylan, della musica dei "menestrelli dalla
faccia nera" naturalmente e della musica Americana.
Gadfly: C'è stata qualche ammissione da parte di Dylan o di persone a lui vicine che in effetti egli abbia usato il titolo del tuo libro Love & Theft per il suo nuovo album "Love and theft" ed è stato forse persino ispirato da esso?
Eric Lott: L'unica cosa che ho sentito sull'argomento è stata da parte dell'addetto stampa di Dylan che ha detto ad uno scrittore che scriveva un pezzo sulla relazione tra il titolo di Dylan ed il mio libro che Dylan "non nega una connessione" tra essi. Al di là di questo, non vuole parlarne.
Gadfly: Il New York Times ti aveva chiesto di intervistare Dylan a proposito del suo album ma egli ha rifiutato. Sai il motivo? Se no, ti chiedi perchè? Cosa gli avresti chiesto se lo avessi intervistato?
Eric Lott: Non so perchè Dylan abbia rifiutato l'intervista, ma
credo che avesse qualcosa a che fare con il fatto che si immaginava una noiosa
seduta con un letterato-scoiattolo (termine di Gore Vidal) che gli avrebbe
chiesto ogni tipo di noiose cazzate sulle connessioni tra il mio libro ed il suo
CD. Chi sognerebbe qualcosa di simile?
Ma in effetti io
pensavo a qualcosa di più ironico. Voglio dire, io venero Dylan. Ma gli avrei
chiesto: "Chi ti ha dato il diritto di usare il mio titolo? Ho-ho-ho. Comunque
penso che chiamerò il mio prossimo libro "Time Out of Mind"
Gadfly: Perchè pensi che abbia usato il
titolo del tuo libro? Credi che Dylan stia facendo qualche correlazione alla
musica dei "menestrelli dalla faccia nera"?
Nel suo album c'è l'idea di "amore e furto" come tu
la intendevi? Potrebbe essere che, così come per te l'espressione "amore e
furto" esprime il concetto dell'espropriazione della cultura nera da parte dei
bianchi nella forma della musica dei "menestrelli dalla faccia nera", così per
Dylan simbolizza la sua correlazione con i vecchi artisti country/blues? In
altre parole, quello che Dylan fa eseguendo il materiale country/blues ed in
ogni modo prendendo in prestito da questi generi è l'equivalente moderno dei
"menestrelli dalla faccia nera"?
Eric Lott: Il mio titolo è in realtà un rifacimento di uno di
Leslie Fiedler; egli scrisse un famoso libro di critica letteraria chiamato Love
and Death in the American Novel, e, tra le altre cose, suggeriva che la classica
fiction americana è continuamente posseduta dall'idea di due uomini, uno bianco
ed uno nero, soli insieme nel deserto o in mare aperto, come Huck e Jim, Natty
Bumppo e Chingachgook, Ishmael e Queequeg fino al Capitano Kirk e al Dr. Spock o
a Mel Gibson e Danny Glover nella serie di film "Arma Letale", ed oltre,
suppongo.
Credo che lo spettacolo musicale dei
"menestrelli dalla faccia nera" non sia tanto distante da questo concetto; negli
uomini bianchi che "indossavano" una faccia nera, dipingendosela, per imitare e
satireggiare i negri e la cultura nera, c'è lo stesso tipo di prossimità di
immaginazione di uomini bianchi e neri.
Gadfly: Sei stato lusingato del fatto che Dylan abbia usato il titolo del tuo libro? Qual è stata la tua reazione immediata? Eri curioso del perchè? Ha avuto influenza sulla tua carriera accademica?
Eric Lott: Ero contento al pensiero che Dylan potesse essere
stato illuminato dal mio libro o anche solo dal titolo. Quindi ero felice che
alcune delle recensioni del disco (Rolling Stone, The Village Voice, etc.)
avessero fatto notare la connessione. Non ho mai nemmeno pensato all'ipotesi da
brividi di Robert Christgau che sul Voice ha immaginato me che esclamavo in
stile Sally Field: "Mi ama! Bob Dylan mi ama!".
Intendo
dire che quello che è stato interessante della battuta arguta di Christgau è che
egli non solo ha menzionato il mio libro ma in realtà mi ha impersonato.
Nessun effetto sulla mia carriera accademica. Tuttavia la
gente, sia all'interno che all'esterno dell'accademia, è rimasta impressionata
che la mia influenza potesse estendersi così lontano.
Gadfly: Quando gli è stato chiesto a
proposito delle sue influenze musicali, Dylan una volta ha dichiarato: "E' tutto
mischiato insieme, come l'influenza non è più nella sua forma stabilita". Pensi
che l'eredità della musica dei "menestrelli dalla faccia nera" sia ancora viva
nella cultura Americana? Se sì, quale forme credi che abbia assunto? (vengono in
mente Elvis ed i Rolling Stones così come la appropriazione bianca del
rap/hip-hop. Ed alcune band come i Limp Bizkit si avvicinano alla pantomima
degli atti della cultura nera che essi imitano).
Pensi che il "Love and Theft" di Dylan sia un
tentativo di riconoscere ed ammettere le forme intrecciate di razzismo e furto
culturale che ha formato l'eredità musicale dell'America?
L'allusione al tuo libro potrebbe essere
una strizzata d'occhio in quella direzione?
Eric Lott: Non saprei; entro certi limiti può darsi. Dylan sa
quanto egli sia ancorato alla propria cultura, ma non credo che pensi di se
stesso o della maggioranza dei musicisti esclusivamente in termini di
ladri.
In una intervista ad USA TODAY in Agosto, Dylan
ha fatto riferimento agli show dei "menestrelli dalla faccia nera" e ad altre
forme "basse" di spettacolo. Egli potrebbe pensare a se stesso come fosse nella
vena da "burlesque" di quei suonatori girovaghi truccati da negri.
Ma naturalmente le relazioni politiche della musica dei
"menestrelli dalla faccia nera" sono ancora vive nella cultura. Non solo nelle
forme che tu hai giustamente menzionato ma in ogni cosa, dai cartoni animati
agli spot pubblicitari televisivi.
"Bamboozled" di
Spike Lee - almeno la sua prima parte in cui non solo le produzioni televisive
"nere" sono sceneggiate da bianchi ma persino i ballerini neri sui ciottoli
delle strade di New York sono manipolati da interessi bianchi - è eccellente in
questo senso.
Gadfly: Tenendo conto degli elogi unanimi
che i critici hanno tributato al disco "Love and Theft", esiste la possibilità
che l'album possa passare alla storia come il miglior lavoro di Bob
Dylan.
Quindi esiste la
possibilità che il tuo libro possa essere per sempre collegato all'album di
Dylan.
Cosa ne pensi? Da un
lato questa cosa potrebbe offuscare il tuo lavoro e centrare la discussione
popolare in merito al tuo libro solo intorno alla figura di Dylan.
Dall'altro lato il collegamento
all'eredità di Dylan potrebbe dare al tuo libro una sorta di vita
eterna.
Eric Lott: Se Dylan non offuscherà con la sua ombra il libro,
lo faranno un sacco di altre cose: è inevitabile.
Quanto alla vita eterna - cosa si potrebbe volere di più per un semplice
libro?
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