PAT GARRETT & BILLY THE KID



La storia del "Kid"
Le storie della frontiera possiedono i caratteri contraddistintivi dell'epica. Realtà e leggenda si compenetrano, fatti e personaggi che pur
provengono da un contesto reale sono circonfusi da un alone favoloso. Le
gesta degli, eroi positivi e negativi che siano, assumono connotati e
proporzioni straordinarie. Un'aura di romanticismo pervade cronache di fatti
che fuori da tale eccezionale contesto non rivelerebbero alcunché di
prodigioso. I racconti del West solleticano l'immaginario collettivo, si
alimentano gli uni degli altri, ingigantiscono nella pratica del racconto
orale, della fioritura letteraria, qualche volta dell'iconografia
fotografica.

Billy The Kid, come William Cody, come Wild Bill Hickock, come
il generale Custer o Cavallo Pazzo, appartiene a una galleria di personaggi
mitici che sconfina dalle pagine dei giornali, dai resoconti del tempo, per
divenire pura essenza mitologica.

Attorno alla vita di Billy The Kid germinò una pletora di scritti, più o
meno tendenziosi, spesso non aderenti alla realtà, liberamente affidati al
galoppare di sbrigliate fantasie. In qualche caso vi fu un grado di
affidabilità maggiore che produsse stesure più verosimili, aderenti all'effettivo svolgersi dei fatti. Abbiamo cercato di raccogliere un po' di dati
per fare chiarezza e conoscere più a fondo la cornice di uno dei più
affascinanti dischi della storia del rock.

La fonte principale da cui
derivarono varie biografie, buone o cattive, è "The autentic life of Billy
the Kid", diario dei fatti che proprio lo sceriffo Pat Garrett stilò di
propria mano, affidando la stesura definitiva al giornalista Ash Upson.





Henry McCarty nacque attorno al 1859 negli "slums" irlandesi, nei quartieri
più poveri di New York. Nel 1873 sua madre, vedova, si risposò con William
H. Antrim a Santa Fé, cognome che in qualche caso il ragazzo mutuò.

Da adolescente Billy frequentò dubbie compagnie che lo indussero a
furtarelli, procurandogli una temporanea reclusione. La prima evasione della
sua vita passò per la cappa di un camino. Allontanatosi definitivamente
dalla casa materna, alternò un regolare lavoro presso fattorie a furti di
bestiame, conducendo una vita libera e selvatica. Incline alla musica, buon
parlatore e lettore, sensibile e brillante nei rapporti personali, di modi
cortesi benché facile a scoppi d'ira, turbolento spirito libero, il 17
Agosto 1877 in Arizona, freddò un prepotente che probabilmente non aveva
accettato di perdere al gioco d'azzardo, specialità nella quale il giovane
"vaquero" sembrava eccellere.

Da qui iniziò una vita randagia, raminga, per pascoli e alture, al di sopra
della legge, forte di un codice morale tutto personale che escludeva la
rapina a treni e banche, lo stupro, l'omicidio che non fosse dettato dalle
necessità della legittima difesa, della rappresaglia per un'azione uguale.
Ma non era un Robin Hood, non rubava ai ricchi per dare ai poveri. Viveva la
sua vita selvaggia, al di là del bene e del male.

Come William H. Bonney,
nome che assunse non si sa per quale ragione, si unì nel New Mexico alla
banda dei Regolatori, finendo coinvolto fino in fondo nell'annosa e cruenta
faida fra Ragazzi e Regolatori, durissimo conflitto che si protrasse dal
1878 al 1879 nella contea di Lincoln.





Sir John Henry Tunstall, emigrato dall'Inghilterra nel 1876, era un
allevatore che aveva assunto alle proprie dipendenze Billy, entrando poi in
acerrima concorrenza con Lawrence G. Murphy, commerciante senza scrupoli
che, tramite malversazioni di ogni genere, si era costruito un piccolo
impero. Le prepotenze di Murphy si esplicavano in oscure trame che
impinguavano i suoi guadagni di agente indiano per i Mescalero, cui forniva
carni e verdure. Controllava le proprietà altrui, trafficava in bestiame
rubato, forte di collusioni governative che gli garantivano impunità. Si
circondò di teste calde pronte a difendere i suoi privilegi, primo fra tutti
James J. Dolan, uomo con la mano sempre pronta sulla Colt. Tunstall, che
comunque non sembra essere stato uno stinco di santo, si associò all'avvocato scozzese Alexander McSween, un passato discusso e mani in pasta per
ciò che concerneva il mondo dei cavilli legali. Il giovane possidente
britannico fondò successivamente la Lincoln County Bank, ampliò il suo giro
d'affari entrando in aperto scontro con un Murphy che aveva via via
abbandonato gli affari, delegando il losco Dolan alla gestione del
patrimonio. Le due fazioni entrarono in collisione quando Dolan,
spalleggiato dallo sceriffo, decise di aggredire Tunstall e i suoi. Dick
Brewer, non meno equivoco luogotenente del neo-banchiere, mise insieme una
torma di tagliagole per vendicare sottrazioni di cavalli avvenute troppo
frequentemente.





Il 18 Febbraio 1878, Dolan assassinò Tunstall e iniziò una sanguinosa
reazione a catena. Gli appigli legali dell'avvocato McSween non poterono
trattenere la furia dei suoi uomini, i "Regolatori", tra cui Billy, legato
da sincera riconoscenza a Tunstall. Venne ucciso uno dei sicari e trucidato
assieme al suo sottoposto lo sceriffo Brady che aveva minacciato di
arrestare McSween. Due settimane dopo si scontrarono le parti e Brewer perse
la vita. La cittadina stava diventando un inferno e ciò che era nato come un
comune regolamento di conti si stava trasformando nella cosiddetta Guerra
della Contea. Gli scontri si susseguirono puntualmente. McSween venne
scagionato dalle accuse, intervenne l'Esercito, il Presidente Rutheford B.
Hayes si occupò in prima persona della questione. La situazione divenne
incontrollabile ed esplosiva. Dolan fece eleggere un nuovo "marshall" che
desse la caccia ai Regolatori, rastrellando outlaws mercenari pronti a
battersi per un pugno di dollari. La piccola città di San Patricio fu
distrutta. McSween non rimase a guardare e assoldò una squadra di cinquanta
uomini che guidò a Lincoln, ai magazzini di Murphy.
  Cinque giorni durò la
sparatoria fino a quando non sopraggiunse la Cavalleria. I Ragazzi
incendiarono la casa di McSween e qualcuno dei Regolatori, fra i quali il
Kid, riuscì a sfuggire. McSween fu raggiunto da una raffica di proiettili. L'incontenibile e truculenta lotta che nessuno sapeva fermare si protrasse
per un anno e la contea di Lincoln divenne una giungla di fuorilegge,
inchiodata al caos e all'arbitrio. Immerso in tale irrefrenabile bagno di
sangue, si schierò definitivamente anche Billy, destinato a divenire uno dei
capi dei Regolatori.





Esauritasi la vampa dell'odio per autoconsunzione, Billy sopravvisse con l'usata pratica del furto di cavalli. Tentò una conciliazione con la parte
avversa organizzando una "fiesta" con gli antichi rivali. Ma un uomo venne
ucciso da Dolan e Billy si offrì di testimoniare contro l'irriducibile
nemico in cambio di una moratoria sui suoi carichi pendenti. Dolan sfuggì
tranquillamente alla legge e il Kid ritornò all'abigeato, non mancando di
farsi notare in qualche sparatoria. I delitti a lui attribuiti
ammonterebbero a quattro, nonostante qualcuno gliene abbia ascritti ventuno.
Un giornalista lo definì per la prima volta "Billy the Kid"; furono spiccate
taglie (500 dollari la più alta) e la leggenda trovò legna da ardere.






Anche i trascorsi di Pat Garrett, vecchio amico di Billy, eletto sceriffo per
eliminare il pericoloso bandito, non erano granché, essendo anch'egli noto
alle autorità locali a causa di un'antica attrazione per il bestiame altrui.
Con un accanimento implacabile e la velenosa costanza, caratteristica di chi
tradisce un amico in nome di una causa ritenuta superiore, Garrett si mise
sulle piste del vecchio compagno, braccandolo con scientifica precisione. Lo
scovò una prima volta a Fort Sumner, dove Billy protetto dall'omertà dei
peones che in lui avevano incarnato un piccolo eroe locale, andava a
svernare, già stanco di una vita a rischio che lo teneva lontano dalle
"senoritas" e dal buon tempo.




Fu l'antivigilia del Natale 1880. Cascarono nella rete il Kid e altri
quattro compagni. Charlie Bodrie restò sul campo, gli altri si arresero.
Billy fu processato e condannato all'impiccagione, con sentenza da eseguirsi
nell'Aprile 1881. Ma riuscì a cavarsela ancora una volta, dopo due settimane
di detenzione, lasciandosi la prigione alle spalle e i corpi di due custodi
stesi per sempre. La caccia senza quartiere continuò implacabile. La notte
del 14 Luglio 1881, Pat Garrett lo colse nell'abituale rifugio di Fort
Sumner. Danno da pensare le scarse cautele che Billy prese per tutelare la
propria vita. Era come calamitato da un destino già scritto. Di questa
ineluttabilità il Kid possedeva un'imperscrutabile coscienza. Una stanza
buia nella quale Pat si era appostato. Penetrando l'oscurità, Billy avvertì
una presenza estranea. "Quien es? Quien es?" ripeté, forse presagendo la
fine. La risposta immediata furono due pallottole, una delle quali lo
raggiunse al cuore. Garrett tornò dal suo committente compiuta la missione.
Billy dimenticò la Colt "Thunderer"41 e gentilmente bussò alla porta del
cielo.










Alias, cioè tutto quello che vuoi tu
Quando Dylan incontrò Sam Peckinpah

James Coburn e Kris Kristofferson furono chiamati ad interpretare due
personaggi che per almeno venticinque volte erano già comparsi nella storia
del cinema. Nel 1958 Arthur Penn, con "Furia selvaggia" aveva assoldato Paul
Newman per riscrivere la storia del più famoso pistolero americano di tutti
i tempi. Ma una delle prime trascrizioni da un testo letterario era arrivata
con il regista King Vidor che, pescando da un romanzo di Noble Burns, aveva
diretto "Billy the Kid" nel 1939. Vale la pena di ricordare, fra gli altri,
anche "Billy the Kid returns" del 1938, di Joseph Kane, "The Kid of Texas"
de1 1950, di Kurt Newmann, "The outlaw is coming" del 1965, di Norman Maurer e "Dirty little Billy" di Stan Dragoti, del 1972, in chiave anti-romantica.

Negli anni più recenti, la coppia "Young guns" (1988) di Christopher Cain e
"Young guns II - La leggenda di Billy the Kid" (1990) hanno riesumato il
mito del giovane fuorilegge.

Alias, interpretato da Bob Dylan, non è un personaggio di fantasia. Sulle pagine autobiografiche vergate da Pat Garrett il personaggio compare e riveste un ruolo fondamentale, quale braccio destro del "Kid".

 

Dylan non conosceva a menadito l'opera cinematografica di Peckinpah ma si guardò tutti i film disponibili dopo che ebbe ricevuto una telefonata da Rudolph Wurlitzer. Il giovane amico, romanziere dell'East Coast di belle speranze, già abbastanza conosciuto quale sceneggiatore di "Strada a doppia corsia" di
Monte Hellman, gli proponeva di entrare nel cast per un film che Sam stava
allestendo e per il quale aveva scritto la sceneggiatura.

Anche Kris Kristofferson, protagonista del film insieme a James Coburn, si
adoperò perché Bob desse il suo consenso, conoscendo la sua passione per l'ambiente messicano e l'epopea del West.





Il regista de "Il Mucchio Selvaggio" a
stento sapeva dell'esistenza di Dylan e non aveva mai ascoltato le sue
canzoni. Sfibrato dalle persecuzioni dello "Spazzino", al secolo A. Jules
Weberman, che screditava sistematicamente la sua onorabilità, fermo da
tempo, con il solo hit di George Jackson e la partecipazione al concerto per
il Bangladesh quali recenti e positive tappe della sua carriera, Dylan,
letto e approvato il copione, finì per accettare l'invito e si spostò con
tutta la famiglia, alla fine di novembre, a Durango, presso la Sierra Madre,
città di fiorente malavita e di poche attrattive. Vi rimarrà, eccettuate
saltuarie escursioni, per tre mesi, dalla fine del 1972 al marzo del 1973.
Era curioso di conoscere il mondo della celluloide dall'interno, benché
fosse destinato a trarne conclusioni negative. Ben pago della piccola parte
che gli era stata ritagliata, sebbene Wurlitzer gliene avrebbe affidata
volentieri una anche più grande, enigmatico e ironico tipografo, pard di
Billy, Dylan ricevette il compito di occuparsi della colonna sonora,
componendo le canzoni necessarie all'uopo. Alias è un personaggio
sdrammatizzante, un misterioso "buffo" la cui presenza lieve allenta il
respiro tormentoso e crepuscolare della storia.

I suoi interventi smorzano dunque i toni tetri e scuri delle scene,
stemperando quel senso di ineluttabilità che incombe ovunque. Chiuso in un
inespugnabile mutismo del quale pagavano le conseguenze non solo i
giornalisti, accuratamente evitati, ma anche la moglie Sara, Dylan si mise
all'opera e il secondo giorno di riprese stava già provando "Billy".
Peckinpah, convinto dalle pressanti insistenze del trio Kristofferson,
Wurlitzer, Coburn che caldeggiavano la partecipazione di Bob, si appartò con
il folksinger e dalla stanza dove Dylan gli aveva eseguito qualche canzone uscì completamente entusiasta. Si consolidarono quindi una stima e una
fiducia reciproca, unitamente ad una comune visione di intenti nella lettura
del film.

Ombroso, romantico, pervaso di fatalità, scandito da una cadenza
molto lenta, il film subì i rimaneggiamenti e le limitazioni imposte da una
produzione miope, preoccupata di risparmiare sui costi, insensibile alle
esigenze artistiche e alla linea che Peckinpah voleva seguire, accusando il
regista di deviare largamente dagli obiettivi iniziali. Diverse scene
furono brutalmente tagliate senza il consenso di Peckinpah (fra le altre,
una dove il regista interpretava il ruolo di un becchino, la scena iniziale
in cui Garrett è abbattuto da Poe) e le musiche composte da Bob, ad
eccezione di Knockin' On Heaven's Door, sparpagliate qua e là senza
costrutto, mai sincronizzate con i tempi delle sequenze. Un incidente
tecnico, la caduta di una macchina da presa, falsò alcune riprese, dando
agli sfondi una luce opaca e sfocata.

La MGM e il suo produttore Gordon Carroll ostacolarono il rifacimento delle
scene rovinate e, all'insaputa di tutti, solo qualche breve tratto fu girato
nuovamente. I giorni a Durango furono un inferno per Dylan e i suoi
familiari, oppressi dalla noia, da insofferenza e insoddisfazione, tutti
desiderosi di tornarsene a casa e di attendere ai propri casi, non ultimo il
ritorno ai tour dopo ben otto anni di assenza dalle arene. Nel Febbraio 1973
finirono le riprese e si diede il via al montaggio. Le registrazioni che
erano state iniziate in un granaio-studio, proseguirono con risultati
deludenti a Città del Messico, negli studi CBS, per essere completati ai
Burbank Studios di Hollywood, dove il suono trovò i giusti ingredienti.

"Pat Garrett e Billy The Kid" arrivò nei locali cinematografici nell'estate 1973,
alterato nel ritmo, nell'assemblaggio delle scene, tradendo, almeno in
parte, quelle che erano le aspettative di regista e cast. Tutti ne restarono
delusi e la critica, per prima, non sempre fu benevola nei confronti della
pellicola. Dylan stesso non mancò di esternare il suo rammarico per il
risultato finale. Qualche anno dopo "Renaldo & Clara"(1978) ribadirà con
la sua discussa, ambigua, ciclopica realizzazione, un rapporto mai
completamente sviluppato e armonico fra Dylan e il cinema, destinati ad
attrarsi e a respingersi nello stesso tempo.


La porta del cielo

"A loro non piace che tu sia così libero", "Ci sono pistole oltre il fiume
pronte a mirare contro te, lo sceriffo sta seguendo la tua pista per
prenderti, cacciatori di taglie vorrebbero anche loro agguantarti, Billy a
loro non piace che tu sia così libero. Accampato tutta la notte nella
berenda, giocando a carte fino al sorgere del sole nell'hacienda, lassù a
Boot Hill vorrebbero spedirti, ma Billy non mi voltare le spalle.
Corteggiando qualche senorita che nel suo scuro corridoio ti porterà al buio
in qualche posto solitario, lei ti saluterà, Billy sei così lontano da
casa". Con questi versi e altri Dylan accompagna Billy the Kid sulla soglia
dell'immortalità. La musica che vestirà queste liriche sembra essere già
stata scritta da un ispirato Orfeo della sierra che veglia da anni sull'agave e sul cactus, sulle scabre rocce rossicce e sulle sponde del Rio
Grande, sui tavoli delle posade imbandite di tequila e tortillas, sul
galoppo di broncos, criniere al vento. Dylan ha disseppellito una melodia
che era inabissata da qualche parte. Peckinpah aveva imparato ad ammirare
Dylan ma non poté impedire l'ingaggio di Jerry Fielding, uno specialista in
colonne sonore, perché coordinasse il lavoro di Bob e lo instradasse sul
giusto binario.

Precedentemente, durante gli uggiosi giorni sul set, Dylan aveva effettuato
lunghe prove in uno studio di fortuna, mettendo su nastro i suoi tentativi
di abbozzare qualche canzone per il film. Una sera di gennaio, con Kris,
Rita Coolidge e Coburn, con i musicisti di Kristofferson, si era prodotto in
una "Will The Circle Be Unbroken", anthem della country song. Aveva anche
preparato una "Holly's Song" che poi verrà esclusa dal disco. Il contributo di
due sessionmen messicani, trombettisti, si era rivelato infruttuoso.
Organizzò pertanto un viaggio a Mexico City per registrare qualcosa.
Kristofferson che si era portato i suoi musicisti perché potessero togliersi
la soddisfazione di suonare con Dylan, si scontrò con la legislazione
messicana che prevedeva un musicista locale per ogni artista "gringo" che
partecipasse alle incisioni. Ci furono anche dei malintesi fra Kris e Bob e,
soprattutto, ce ne furono fra questi e i musicisti, ai quali secondo un uso
frequentissimo Dylan comunicava a stento gli accordi da eseguire, procedendo
per proprio conto per tutta la durata dei pezzi. Disagio che cento altri fra
i quali Mike Bloomfield testimonieranno negli anni a venire.

Dylan non era soddisfatto delle svariate versioni che di Billy erano state
registrate. Ne sopravviveranno tre sul disco, decisamente diverse l'una dall'altra, sia nell'esecuzione strumentale che nell'impostazione vocale. Con la
politica del carciofo, Dylan ridusse il gruppo accompagnatore, eliminando
prima le trombe, poi la batteria e infine la chitarra elettrica. Con il
bassista Terry Paul salvò una versione essenziale ma pregnante, denominata
Billy 4, comparsa poi nella seconda facciata del "soundtrack". Sparito anche
il brano Goodbye Holly (torneranno mai alla luce tali inediti?), Dylan si
riservò gran parte delle registrazioni per le session californiane. Fielding
cercò di rivoluzionare tutto, trovandosi di fronte un interlocutore
stranamente docile e disponibile. Pretendeva di far cantare a Dylan una
strofa di Billy in svariati punti del film. Le cose presero poi una piega
diversa. Fa pensare che Knockin' On Heaven's Door (relata refero) fu
definita da Fielding "una cacata mostruosa". In California le sedute ebbero
risultati diversi e ottimali. Con Jim Keltner alla batteria, il chitarrista
Bruce Langhorn, il bassista Terry Paul della band di Kris e la stella, Roger
McGuinn, Dylan lavorò al meglio.

Donna Weiss, Brenda Patterson e Priscilla Jones coprirono la parte rilevante
di quei cori che grande ruolo avrebbero avuto nella fortuna dei pezzi
cantati. Riferisce Clinton Heylin, al cui prezioso lavoro ci siamo
abbondantemente riferiti nel redigere queste pagine, che con rara
accondiscendenza Dylan avesse costruito le musiche per il film più in
ottemperanza alle idee del regista che alle proprie. Pat Garrett & Billy The
Kid, fu pubblicato nel 1973 dalla CBS e come un vino di grande qualità ebbe
bisogno di qualche anno per essere apprezzato pienamente dalla critica
specializzata. Ci fu una netta spaccatura fra la risposta del pubblico e
quella degli esegeti. Al "Semplicemente orrendo" di John Landau, risposero i fan assetati di Zimbo, scaraventando il singolo nei
Top 30, avvenimento che non accadeva dai tempi
di Lay Lady Lay. Dylan si stizzì per l'accoglienza ricevuta dalla critica e
forse covò la sua vendetta ponendo le basi per il capolavoro che sarà Blood
On The Tracks. Ma a distanza di anni, a bocce ferme, la colonna sonora che
veste le imprese di Pat Garrett ha un suo irresistibile fascino,
indipendentemente dall'apogeo toccato con Knockin' On Heaven's Door.

Dedicato a Peckinpah, il disco si apre con uno splendido strumentale in cui
giganteggia la chitarra di Bruce Langhorn con i suoi suadenti fraseggi.

È l'atmosfera "caliente", messicaneggiante che Dylan adorava e che
riproporrà poi in "Romance In Durango". Cadenzata e contrassegnata dal
costante rullio dei bongos di Russ Kunkel segue "Cantina theme (Workin' for
the law)". Langhorn affianca Jim Mc Guinn, ali abituate ad alte quote, per un
brano interlocutorio, meno magico del precedente, ma pronto a suggerire
colori e aromi della sierra. "Billy 1" parte con l'armonica che disegna il
tema portante, mentre le chitarre costituiscono un solido tappeto sonoro.
Dylan canta con un pathos fuori ordinanza una canzone ariosa e soleggiata,
fra il pulsare del basso e un intreccio di corde arpeggiate. "Bunkhouse Theme"
è ancora uno strumentale, solo Dylan e Carol Hunter. Una notte calda,
ridondante di stelle, nel patio. Scintillio di arpeggi e una fitta di
nostalgia in fondo al cuore. Conclude la facciata "River Theme" i cui
vocalizzi volteggiano sul fondo di basso e chitarre. Brano estatico,
contemplativo, con la voce di Byron Berline che si aggiunge a quelle
femminili. La seconda facciata si apre con il luccicante strumentale "Turkey
Chase", old-time trasportato dal facondo fiddle di Byron Berline e dal Jolly
Roger che altri non è che l'ex leader dei Byrds. È una preparazione all'epos
del brano guida. Eccola Knockin' On Heaven's Door, con Dylan che lancia la sua preghiera alle stelle. Un giro di accordi che ti entra nelle dita e che suoni
naturalmente se solo sei vicino a una chitarra.
Un lamento funebre di angelica consistenza, un ode che è uno dei sigilli base fra le mille ballate rock.

Qualcuno spieghi ai "kids" che i Guns & Roses non c'entrano. Si affiggano
manifesti per le strade dove sia scritto a caratteri cubitali che questa
canzone è di Dylan, solo di Dylan. Dopo questo lampo, il disco procede
coerente lungo la sua linea. "Final Theme", uno strumentale di grande rilievo
con il flauto di Gary Foster che conduce la melodia. Con le chitarre, l'inconfondibile jingle jangle di Roger McGuinn inghirlanda uno strumentale
ricco di pieni melodici. Altre due versioni di "Billy" chiudono il disco:
"Billy 4", session messicana sopravvissuta in cui ci sono soltanto Dylan e
Terry Paul, come sarà su Blood On The Tracks, sinfonia introdotta dal nobile
preludio di Planet Waves. Dylan canta con voce sfacciata, hobo e gambler,
viandante del sogno. È lui alla chitarra, con il suo tocco asciutto ed è
lui, naturalmente, nel devastante finale di armonica. "Billy 7" è molto più
lenta. Anche la voce ha un timbro più profondo. Scandisce, tesse piccoli
fili. È questa una versione ancora più intima e confidenziale, quasi
sussurrata all'orecchio. A lume di candela, nel nerofumo di una cantina, fra
botti di tequila e di vino odoroso. Fa solecchio accostando le mani sulla
fronte, il vecchio Bob, cercando una luce lontana che illumini diafane
figure di cavalieri.

Qualcuno laggiù, nelle riserve indiane, giura che quando il tramonto si
tuffa nel grande pozzo della notte Billy The Kid sfianchi ancora il suo
purosangue in lunghe cavalcate selvagge, al chiarore della luna. Giurano che
canti una triste canzone. A voi che leggete questa storia e siete arrivati
fino in fondo io so che è stata data in dono la possibilità di avere questa
visione.
Il grande spirito vi protegga e vi accompagni, amici per sempre, miei navajos. Andate ad ascoltarvi anche Me and Billy The Kid eseguita da
Ramblin' Jack Elliott e The Ballad Of Billy The Kid di Billy Joel, sono
entrambe molto suggestive e se vogliamo in linea con la leggenda!



BILLY
parole e musica Bob Dylan

Ci sono fucili al di là del fiume puntati su di te
uomini della legge sulle tue tracce cercano di catturarti
anche i cacciatori di taglie vorrebbero acciuffarti
Billy, non gli piace che tu sia così libero

Accampato tutta la notte alla berenda
giocando a carte fino all'alba nella hacienda
vorrebbero spedirti sulla collina degli stivali
Billy, non voltarmi le spalle

Divertendoti con qualche dolce senorita
la quale ti conduce nel suo passaggio oscuro
tra le ombre solitarie
Billy, sei così lontano da casa

Ci sono occhi dietro gli specchi in spazi vuoti
buchi di proiettili e graffi tra gli spazi
c'è sempre una tacca e dieci passi in più
Billy, e tu te ne vai camminando da solo

Dicono che Pat Garrett sa dove ti nascondi
perciò tieni un occhio aperto quando dormi
ogni piccolo rumore potrebbe essere il tuono
della canna del suo fucile

Le chitarre suoneranno il tuo gran finale
giù in qualche vicolo di Tularosa
o forse nella valle del Rio Pecos
Billy, sei così lontano da casa

C'è sempre qualche nuovo forestiero che ti guarda di sottecchi
qualche stupido dal grilletto facile che tenta la fortuna
e qualche vecchia puttana di San Pedro a fare avances
avances al tuo spirito ed alla tua anima

Gli uomini d'affari di Taos vogliono vederti morto
hanno assoldato Pat Garrett per forzarti allo scontro
Billy, non ti fa sentire triste
essere ucciso dall'uomo che una volta era tuo amico?

Abbraccia la tua donna se ne hai una
ricorda che ad El Paso una volta ne hai uccisa una
forse era una puttana ma era bollente
Billy, stai correndo da troppo tempo

Le chitarre suoneranno il tuo gran finale
giù in qualche vicolo di Tularosa
o forse nella valle del Rio Pecos
Billy, sei così lontano da casa


BILLY
words and music Bob Dylan

There's guns across the river aimin' at ya
Lawman on your trail, he'd like to catch ya
Bounty hunters, too, they'd like to get ya
Billy, they don't like you to be so free.

Campin' out all night on the berenda
Dealin' cards 'til dawn in the hacienda
Up to Boot Hill they'd like to send ya
Billy, don't you turn your back on me.

Playin' around with some sweet senorita
Into her dark hallway she will lead ya
In some lonesome shadows she will greet ya
Billy, you're so far away from home.

There's eyes behind the mirrors in empty places
Bullet holes and scars between the spaces
There's always one more notch and ten more paces
Billy, and you're walkin' all alone.

They say that Pat Garrett's got your number
So sleep with one eye open when you slumber
Every little sound just might be thunder
Thunder from the barrel of his gun.

Guitars will play your grand finale
Down in some Tularosa alley,
Maybe in the Rio Pecos valley
Billy, you're so far away from home.

There's always some new stranger sneakin' glances
Some trigger-happy fool willin' to take chances
And some old whore from San Pedro to make advances
Advances on your spirit and your soul.

The businessmen from Taos want you to go down
They've hired Pat Garrett to force a showdown.
Billy, don't it make ya feel so low-down
To be shot down by the man who was your friend?

Hang on to your woman if you got one
Remember in El Paso, once, you shot one.
She may have been a whore, but she was a hot one
Billy, you been runnin' for so long.

Guitars will play your grand finale
Down in some Tularosa alley
Maybe in the Rio Pecos valley
Billy, you're so far away from home.